Genere: Generale
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
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Nel caso non si fosse ancora capito, ecco… io adoro osservare la gente.
Non perché mi piaccia cercare difetti, imperfezioni o cose del genere, né adoro trovare particolari pregi. Questo credo sia anche perché la gente per strada non ha spesso *particolari pregi* né *particolare difetti*… sono semplicemente persone. Non perderò tempo a dire che solo per esserci sono splendide, perché non è vero.
È brutto e crudele, ma non tutti sono soggetti interessanti. Però io osservo comunque.
È stato il mio passatempo estivo quando non avevo null’altro da fare, è stato il mio passatempo invernale, la mattina per andare a scuola, aspettando l’autobus alla fermata quando pioveva.
Ormai posso dire che l’osservazione altrui sia parte di me.
Comunque, loro due le ho proprio adorate.
Una delle migliaia di coppie che passavano per la via in cui si trovava il mio palazzo.
Erano una presenza inverosimilmente dolce.
Due ragazze. Incredibilmente diverse. Ma sembravano fatte per camminare accanto, ed offrire, a chi voleva porgere loro gli occhi, uno spettacolo meraviglioso ed irripetibile se non ad un loro futuro passaggio.
L’una bionda, l’altra mora, una alta, l’altra non bassa ma di una statura indubbiamente media. I loro vestiti erano curati ma non eleganti. Erano belle.
Dico davvero.
Facevano parte di quel gruppo di persone che quando le guardi ti fanno esclamare “Accidenti, eccola, la bellezza!”. Si. Erano decisamente bellissime.
Scoprire la bellezza di una persona è come aprire gli occhi una mattina ed accorgersi di essere sotto il cielo, che proprio in quel momento sta assumendo tutti i toni del celeste e dell’arancione, per accogliere il sole sorgente.
La bellezza, quella vera, ti impedisce di distogliere lo sguardo.
La bionda, soprattutto, era di una bellezza assolutamente disarmante.
Mentre la mora sembrava un esile tronco tranquillo, lei dava l’idea di essere il fiume allegro che solleticava il tronco piacevolmente. Era la parte viva della coppia.
I capelli biondi e lunghi, sottili e lisci, sempre morbidi e lucenti. Gli occhi castani vivi e svegli. I movimenti armoniosi e decisi. Tutto, in lei, richiamava l’idea di vita allo stato più puro.
Era una meraviglia guardarla. Davvero.
E poi, completava il quadro l’enorme alano nero che si portavano dietro. Golia.
Sentivo spesso le loro voci chiamarlo. Un cane adorabile, dolce, buono, tranquillo. Il tipico animale gigantesco che non fa male ad una mosca, un tenerone.
Personalmente lo adoravo.
E loro due… loro tre che camminavano per strada, circondati di luce, erano uno spettacolo indescrivibile. Incredibile ma vero, la gente si voltava per seguirne il cammino.
***
Guardandole adesso che sono cresciuta e la mia meraviglia per la vita si è un po’ affievolita, le due ragazze sembrano decisamente meno magiche di quanto non lo sembrassero cinque anni fa.
Ogni tanto le rivedo. Non abitano più in quella strada, non sono più vicine di casa. Non sono più neanche amiche. Non si salutano, quando passano l’una accanto all’altra per caso fingono di non vedersi.
Non si cercano, neanche lo vogliono, ed il cane è morto da tempo.
Tutto per un ragazzo. Un loro compagno di liceo.
Semplicemente, come tutte le altre studentesse adolescenti, alla fine avevano finito per contendersi un ragazzo. Ragazzo che aveva giocato con entrambe per un po’, e che quando si era stufato le aveva mollate in tandem.
La la loro amicizia non era stata capace di sopravvivere.
Semplicemente questo.
Forse, dovremmo prendere la vita e le persone solo per quello che sono. Forse dovremmo smetterla di guardare al mondo come qualcosa di magico e meraviglioso. Forse dovremmo smetterla di farci illusioni.
Eppure, ancora oggi, quando cammino per strada io non smetto un secondo di cercare la meraviglia in tutte le persone sulle quali si posa il mio sguardo.
Non perché mi piaccia cercare difetti, imperfezioni o cose del genere, né adoro trovare particolari pregi. Questo credo sia anche perché la gente per strada non ha spesso *particolari pregi* né *particolare difetti*… sono semplicemente persone. Non perderò tempo a dire che solo per esserci sono splendide, perché non è vero.
È brutto e crudele, ma non tutti sono soggetti interessanti. Però io osservo comunque.
È stato il mio passatempo estivo quando non avevo null’altro da fare, è stato il mio passatempo invernale, la mattina per andare a scuola, aspettando l’autobus alla fermata quando pioveva.
Ormai posso dire che l’osservazione altrui sia parte di me.
Comunque, loro due le ho proprio adorate.
Una delle migliaia di coppie che passavano per la via in cui si trovava il mio palazzo.
Erano una presenza inverosimilmente dolce.
Due ragazze. Incredibilmente diverse. Ma sembravano fatte per camminare accanto, ed offrire, a chi voleva porgere loro gli occhi, uno spettacolo meraviglioso ed irripetibile se non ad un loro futuro passaggio.
L’una bionda, l’altra mora, una alta, l’altra non bassa ma di una statura indubbiamente media. I loro vestiti erano curati ma non eleganti. Erano belle.
Dico davvero.
Facevano parte di quel gruppo di persone che quando le guardi ti fanno esclamare “Accidenti, eccola, la bellezza!”. Si. Erano decisamente bellissime.
Scoprire la bellezza di una persona è come aprire gli occhi una mattina ed accorgersi di essere sotto il cielo, che proprio in quel momento sta assumendo tutti i toni del celeste e dell’arancione, per accogliere il sole sorgente.
La bellezza, quella vera, ti impedisce di distogliere lo sguardo.
La bionda, soprattutto, era di una bellezza assolutamente disarmante.
Mentre la mora sembrava un esile tronco tranquillo, lei dava l’idea di essere il fiume allegro che solleticava il tronco piacevolmente. Era la parte viva della coppia.
I capelli biondi e lunghi, sottili e lisci, sempre morbidi e lucenti. Gli occhi castani vivi e svegli. I movimenti armoniosi e decisi. Tutto, in lei, richiamava l’idea di vita allo stato più puro.
Era una meraviglia guardarla. Davvero.
E poi, completava il quadro l’enorme alano nero che si portavano dietro. Golia.
Sentivo spesso le loro voci chiamarlo. Un cane adorabile, dolce, buono, tranquillo. Il tipico animale gigantesco che non fa male ad una mosca, un tenerone.
Personalmente lo adoravo.
E loro due… loro tre che camminavano per strada, circondati di luce, erano uno spettacolo indescrivibile. Incredibile ma vero, la gente si voltava per seguirne il cammino.
Guardandole adesso che sono cresciuta e la mia meraviglia per la vita si è un po’ affievolita, le due ragazze sembrano decisamente meno magiche di quanto non lo sembrassero cinque anni fa.
Ogni tanto le rivedo. Non abitano più in quella strada, non sono più vicine di casa. Non sono più neanche amiche. Non si salutano, quando passano l’una accanto all’altra per caso fingono di non vedersi.
Non si cercano, neanche lo vogliono, ed il cane è morto da tempo.
Tutto per un ragazzo. Un loro compagno di liceo.
Semplicemente, come tutte le altre studentesse adolescenti, alla fine avevano finito per contendersi un ragazzo. Ragazzo che aveva giocato con entrambe per un po’, e che quando si era stufato le aveva mollate in tandem.
La la loro amicizia non era stata capace di sopravvivere.
Semplicemente questo.
Forse, dovremmo prendere la vita e le persone solo per quello che sono. Forse dovremmo smetterla di guardare al mondo come qualcosa di magico e meraviglioso. Forse dovremmo smetterla di farci illusioni.
Eppure, ancora oggi, quando cammino per strada io non smetto un secondo di cercare la meraviglia in tutte le persone sulle quali si posa il mio sguardo.