telefilm: kurtofskian

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Comico.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: Crack.
- "La guerra si era fatta sempre più aspra e dura, recentemente, ormai le Kurtofskian non avevano più pietà per nessuno, ed anche la loro fazione – la Klainer doveva proprio ammetterlo – nonostante avesse sempre combattuto seguendo con religiosa devozione i principi degli arcobaleni, dei muffin, delle borsette e degli occhiali da hipster rosa, ultimamente aveva cominciato ad imbracciare armi ben più pesanti."
Note: Scritta per la Notte Bianca #2 @ maridichallenge su prompt Klainers/Kurtofsky, ship wars.
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YOU MAY SAY I’M A DREAMER

La Klainer evitò una bomba caricata a base di “Blaine è un personaggio piatto e vuoto!”, rotolando in un’agile capriola alla sua sinistra e nascondendosi dietro una montagna di cadaveri delle sue consorelle. La guerra si era fatta sempre più aspra e dura, recentemente, ormai le Kurtofskian non avevano più pietà per nessuno, ed anche la loro fazione – la Klainer doveva proprio ammetterlo – nonostante avesse sempre combattuto seguendo con religiosa devozione i principi degli arcobaleni, dei muffin, delle borsette e degli occhiali da hipster rosa, ultimamente aveva cominciato ad imbracciare armi ben più pesanti.
Le morti, ormai, non si contavano più. Centinaia di valorose, da una parte e dall’altra, continuavano a cadere giorno dopo giorno, sotto i colpi delle mitragliette che sparavano “Se shippi Kurtofsky non vuoi vedere Kurt felice!”, “Il Klaine è noioso e banale!” e “Dave Karofsky ha perpetrato una violenza di tipo sessuale nei confronti di Kurt Hummel!”. Era ormai impossibile aggirarsi per quelle terre senza imbattersi in una mina anti-fangirl pronta ad esplodere al grido di “Blaine deve morire!”, “Karofsky deve finire in galera!” o “Ryan Murphy è un troll dimmerda!”.
La Klainer non riusciva a capire questo accanimento. Era sempre stata una fangirl pacifica, aveva attraversato mille fandom e mille shipwar, ma era sempre riuscita a tenersene alla lontana. Stavolta, invece, non era stata abbastanza veloce. Aveva, forse, sottovalutato la gravità di quanto stava accadendo di fronte ai suoi occhi. “Glee,” s’era detto, “è un telefilm allegro. Un teenshow. Le OTP cambiano ad ogni puntata. Non è certo un luogo adatto per una shipwar, resterà pacifico per sempre.”
E invece tutte queste belle speranze s’erano dimostrate solo pie illusioni. Ed ora, pur controvoglia, non poteva fare altro che combattere.
Sospirando pesantemente e sistemandosi addosso per quanto possibile la divisa dei Warblers che lei e le sue compagne usavano come segno distintivo in battaglia, imbracciò il proprio fucile pronto a sparare “Io sono stata vittima di bullismo e il Kurtofsky mi offende personalmente!” ed uscì dal proprio nascondiglio.
C’era una Kurtofskian, proprio davanti a lei. Imbracciava un fucile del tutto identico al proprio, salvo il fatto che probabilmente, se solo avesse sparato, nell’aria non sarebbe risuonato il grido che conteneva il suo, ma un grido diverso. Probabilmente un “Darren Criss vi piace solo perché siete fanatiche di AVPM!”. Era la prima volta che vedeva una Kurtofskian così da vicino, e la spaventò incredibilmente trovarla così simile a se stessa. Improvvisamente, l’idea di spararle sembrava così assurda, così ingiusta.
Trattenendo il fiato mentre la osservava tremare stretta nella propria letterman jacket, lasciò cadere il fucile per terra ed allargò le braccia ai lati del corpo.
- Non voglio farti del male. – disse, abbozzando un sorriso appena visibile sulle labbra screpolate.
La Kurtofskian la imitò immediatamente, liberandosi della propria arma, gli occhi colmi di lacrime.
- Ti prego, - disse, la voce rotta dal pianto, - potremmo essere amiche?
Avvicinandosi, la Klainer le porse una mano. Forse quella non sarebbe stata la fine della guerra, ma da qualche parte si doveva pur cominciare.