rp: louis garrel

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo, Erotico.
Pairing: Eva Green/Louis Garrel.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Het, Lemon, PWP, OC.
- La melodia della Tour.
Note: Questa storia - che poi storia non è, perché palesemente si tratta di una sana e consapevole PWP come non ne scrivevo da un po', gioia e gaudio - mi ha subito attraversato la mente quando ho riflettuto sul prompt Tour Eiffel di questa dettimana del secondo Challenge Trimestrale. Poi fra una cosa e l'altra l'ho rimandata e l'ho scritta solo ieri sera, anche se forse avrei fatto meglio a buttarla giù subito, per mantenere la freschezza con cui era arrivata. Alla fine è un po' pesante e troppo insistita su certi particolari, suppongo, ma oh, è un porno, piaccia o non piaccia non è che abbia chissà che grande scopo nella sua breve vita. Dedicata alla Jan (cui non è piaciuta) e anche alla Ary (che l'ha amata), perché sono splendide e amano entrambi l'omino e la donnina che ne sono protagonisti ♥
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Testo E Musica Di Eva


- Come sarebbe a dire che non sei mai salito sulla Tour? – ride Eva, e nel ridere getta indietro il capo. Il suo collo bianchissimo è talmente invitante che Louis ha quasi timore di non riuscire a trattenersi. – Ma che parigino sei?
- Un parigino atipico, immagino. – risponde con un mezzo sorriso, sollevando solo un angolo della bocca. Eva lo guarda con un certo interesse che lui però non riesce a decifrare. I suoi occhi trasparenti sono intensi ma imperscrutabili, Louis non sarebbe capace di tirarne fuori un senso neanche provando a tradurre il loro linguaggio in lingua corrente, e dopotutto non è sicuro di volerlo fare: Eva è bella, ed è bella già così, è meravigliosa, già così, al punto che spiegarla potrebbe portare a distruggerla o a renderla ancora più pericolosa. Louis sta bene in equilibrio sul filo sottilissimo che li lega, al momento, perciò sorride e basta. – Per la verità non mi sono mai interessato di queste cose.
- Queste cose…? – chiede lei, inarcando le sopracciglia con aria divertita e sorseggiando un po’ di vino dal proprio calice. Lui scrolla un po’ di cenere dalla sigaretta e ne aspira una lunga boccata, prendendo tempo e mettendosi comodo sulla sedia, mentre la notte frenetica di Parigi si muove attorno a loro, in un brulicare continuo di gente che entra ed esce senza sosta da un locale all’altro seguendo leggi spaziotemporali che non li coinvolgono direttamente, perché nei due metri di spazio che prendono col loro tavolino loro sono completamente immobili.
- Tradizioni, monumenti. – scrolla le spalle, - Non hanno mai acceso particolarmente il mio interesse.
Il sorriso di Eva si allarga, mentre lei si china lievemente in avanti, incuriosita, e la scollatura della camicia si scompone appena, rimandandogli l’immagine perfetta della curva pallida del suo seno, bagnato dalle luci giallastre dei lampioni sulla piazza.
- E cos’è che accende il tuo interesse? – domanda, la voce soffice, ammaliatrice come quella di una sirena. Louis capisce che sta giocando al gatto col topo, può vedere i suoi artigli tremare eccitati sottopelle. Sorride con maggiore convinzione, divertito dall’idea che Eva crede di avere di lui.
- La musica. – risponde, accavallando le gambe, - La musica mi accende.
Eva ride, coprendosi la bocca con una mano.
- In cima alla torre si ascolta la melodia più bella del mondo. – dice, - Qualcosa che le tue orecchie non hanno mai sentito, e non potranno mai sentire in nessun altro luogo. – si alza in piedi, tendendogli la mano, - Ti ci porto. – dice, e Louis non pensa neanche per un secondo di rifiutarsi di seguirla.

*

La Tour era chiusa, ma Eva ha baciato il custode perché li lasciasse passare. E non è stato un bacio secco e veloce, di quelli a stampo. Louis l’ha vista sollevare la gonna stretta lunga al ginocchio sulle cosce bianche e lisce e poi sederglisi in grembo, allacciandolo al collo e sfiorando la punta del suo naso con la punta del proprio per qualche secondo, in una carezza giocosa da ragazzina indisponente, prima di chiudere le proprie labbra sulle sue con una forza ed una fame che gli hanno dato i brividi. L’uomo le ha stretto le mani attorno ai fianchi e lei s’è mossa lentamente sul suo grembo, strusciandosi contro il suo inguine in movimenti falsamente casuali ed allontanandosi con una risatina solo quando l’ha sentito diventare duro contro le mutandine già umide di voglia.
Lui non l’ha fermata, ovviamente. S’è leccato le labbra con un sorriso soddisfatto e poi s’è alzato in piedi, aprendole la porta.
- Il suo ragazzo – le ha detto, lanciando a lui un’occhiata fra l’incerto e il divertito, - non sarà arrabbiato, adesso, signorina?
Lei gli ha dato un buffetto sulla guancia, tornando a stringere la mano di Louis e conducendolo dietro di sé in una corsa affannata e piena di risate stupide e divertite, mentre la porta si chiudeva alle loro spalle, isolandoli dal mondo.
Fanno solo pochi piani, poi Eva si ferma, obbligandolo a fermarsi subito dopo di lei, e se lo tira contro, trascinandolo in un bacio da subito aperto e bagnato e caldissimo. Lui la stringe alla vita, perdendosi nelle carezze della sua lingua sulla propria ed in quella delle sue mani sulle proprie spalle, su lungo il collo, fra i boccoli neri e poi di nuovo al contrario, ma non protesta quando quella carezza scompare, limitandosi a dischiudere le palpebre per osservare i movimenti di Eva.
Le braccia di Eva si sollevano, mentre lei piega il collo per esporlo alle sue labbra che addentano e succhiano la pelle tenera e dolce, lasciandola arrossata e umida e calda, e Louis capisce cosa sta succedendo solo quando sente i suoi anelli tintinnare contro l’acciaio della torre.
- È pericoloso. – le sussurra sorridendo, accarezzandole una guancia con le labbra mentre lei solleva le gambe e le stringe attorno ai suoi fianchi.
- Non se mi trattieni. – è la sua risposta dolce sulla fronte.
Lui le passa un braccio attorno alla vita, assicurandosi di tenerla stretta contro il proprio corpo, ed utilizza la mano libera per sciogliere i bottoni della camicia di seta. Non indossa niente al di sotto, e le curve dolcissime dei suoi seni fanno capolino attraverso il tessuto morbido e sottile fino a quando lui non le stringe quasi con forza fra le dita, sfregando il palmo della mano contro i suoi capezzoli già duri di desiderio. Eva geme rumorosamente, strusciandosi contro la sua erezione attraverso il tessuto dei pantaloni, e Louis chiude le labbra attorno ad uno dei suoi capezzoli solo per lasciare alla propria mano la libertà di scendere fra i loro corpi, abbassare la cerniera dei pantaloni e scostarle le mutandine.
È talmente bagnata che riesce a scivolarle dentro senza il minimo attrito. La sente trattenere il respiro – il petto le si gonfia sotto la scia continua dei suoi baci affamati – e poi lasciarlo andare in un sol colpo, mentre comincia a muoversi.
- Tu stai fermo. – gli sussurra carezzevole, stringendo la presa attorno allo scheletro della Tour ed usandolo come appiglio per dettare il ritmo del loro amplesso, - Faccio io. – e sulle sue labbra piene si disegna un sorriso da morsi al quale Louis non riesce a resistere. – La senti? – geme fra un bacio e l’altro, scopandolo lentamente, - La senti la melodia?
E Louis chiude gli occhi, trattenendosi fin quasi a provare dolore per impedirsi di muoversi mentre lei lo cavalca, e sente i suoi ansiti mischiarsi al suono tintinnante degli anelli contro l’acciaio e a quello più sottile e flebile del sibilo del vento attraverso la struttura metallica della torre, sente Parigi vibrare con forza sotto i loro corpi avvinghiati e sudati e scossi da un piacere che diventa man mano sempre più cieco e violento, e quando viene dentro di lei, perdendo il controllo e spingendosi in fondo al suo corpo in una serie di colpi profondi e improvvisi che la portano quasi e urlare, ne è consapevole. La Tour ha cantato per lui, questa notte. Testo e musica di Eva.