rp: max adler

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo, Romantico.
Pairing: Darren/Max.
Rating: R/NC-17.
AVVISI: Slash, Lemon, Angst, Language, Crack.
- Di come Dave si sia sempre pentito di aver cominciato a spiare qualcuno, e di come ciò l'abbia portato a un vicolo cieco e sbarrato con un cavalletto di legno.
Note: Qui.
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PARALLEL LINES, SEPARATE LIVES

Darren e Max si scambiano un “cinque” prima ancora di fare lo stesso con Naya e Chris, quando la ripresa si interrompe e un «Buona!» risuona contemporaneamente dalle due parti opposte del set: l’episodio sta procedendo a gonfie vele, ancor più di quanto non sia accaduto nei giorni passati, come se Prom Queen fosse il gran finale dell’intera stagione anziché l’interludio alla conclusione della serie.
«Spuntino!» grida Max agli altri tre, avviandosi di gran carriera verso il bordo del set prima ancora che uno degli altri si accinga a fare lo stesso. Darren deve correre, per raggiungerlo.
«Vacci piano, per oggi non abbiamo ancora finito» dice, tentando di far somigliare quelle parole a un rimprovero e fallendo miseramente. «Ti stai divertendo come mai prima.»
«Già.» Max è davvero su di giri, al punto da essere tra i pochi a non aver accusato la fatica di una settimana di lavoro più intensa del solito, per girare tutte le scene prima di trasferirsi a New York. «Già» ripete, e strizza Darren in un abbraccio da orso per trascinarlo fino al bar.

«Forse dovresti prendere esempio.»
David non prende bene l’allusione, esattamente come previsto: incrocia le braccia con uno sbuffo e distoglie ostentatamente lo sguardo. «Non me ne può fottere di meno.»
«Può darsi. Ma il tuo problema non è Kurt- almeno, non da un certo punto di vista» si affretta a specificare Blaine, protendendo le mani aperte in avanti in segno di scusa quando l’occhiataccia di David tenta di incenerirlo sul posto. «Tu hai problemi a relazionarti con chiunque.»
«Prova a ripeterlo di nuovo e ti mischio le ossa fino a non farti riconoscere il femore dal fegato.»
Blaine scrolla le spalle, lisciandosi la giacca e scrollando inesistenti granelli di polvere dalla sua spalla. «Stavamo dicendo?» replica, un sorriso furbo a increspargli le labbra. David lo pianta in mezzo al corridoio, furibondo, senza neanche dargli il tempo di aggiungere che, comunque, il fegato non è un osso.

«Cosa prendi?» domanda Max, sedendosi su uno degli sgabelli e facendo cenno alla ragazza che si occupa del catering perché si avvicini. Darren si arrampica sul proprio sgabello al suo fianco con qualche difficoltà, imprecando sottovoce per poi lasciarsi andare contro il bancone con uno sbuffo stremato ed esibirsi in un gesto vago al quale Max risponde con una risata e un’ordinazione per due.
«Come facevi a saperlo?» chiede Darren, sollevando la testa, e Max si volta a guardarlo con aria un po’ stupita.
«Sapere cosa?»
«Cosa avevo voglia di mangiare» risponde Darren con un sorrisino, e Max si stringe nelle spalle.
«Ho tirato a indovinare» risponde.
Darren si lascia andare ad un sogghigno complice e si avvicina a lui, strisciando lo sgabello sul pavimento. «Dici che possiamo portare via i sandwich e la Coca ed andare a fare un giro dove non va a guardare nessuno?» propone. Il rossore improvviso che colora le guance di Dave è sufficiente a costringere le sue labbra ad aprirsi in un sorriso perfino più sfacciato.

«Che fai?» chiede Blaine, individuandolo appoggiato contro il muro e raggiungendolo circospetto. David sbuffa, guarda altrove, sembra tremendamente annoiato e infastidito dalla semplice consapevolezza di averlo ancora intorno nonostante le minacce di poco prima, ma comunque risponde.
«Li tengo d’occhio» borbotta, «Non si sa mai.»
«Cos’è che non si sa mai?» domanda Blaine, inarcando un sopracciglio. «Non che è avresti il potere di fermarli, se anche decidessero…»
«Possiamo non parlarne?» sbuffa lui, cambiando posizione, in modo da fissare con più insistenza il proprio sguardo altrove, ignorando Blaine ormai vicinissimo al suo fianco.
«Ma ormai dovresti esserci abituato» sospira quest’ultimo, sollevando gli occhi al cielo in una silenziosa supplica di misericordia e scrollando le spalle, «Non è mica la prima volta che…»
«Cos’è che non ti è chiaro dell’espressione “possiamo non parlarne?”, esattamente?» sbotta Dave, voltandosi a guardarlo di scatto, gli occhi pieni di rabbia, le labbra piegate in una smorfia gonfia di irritazione e fastidio.
Cercando di dar fondo a tutta la propria pazienza, Blaine sospira ancora.

Max bacia Darren con la naturalezza di chi lo ha fatto molte altre volte, prendendosela comoda nell’assaporare le sue labbra piene e sempre atteggiate a qualche smorfia, lasciando che le sue mani si spingano dove meglio credano, gli palpino i muscoli degli avambracci, gli massaggino le spalle, sfiorino le sue guance chiazzate di rosso e scostino lembi di stoffa per accarezzargli la schiena; e per quante volte si siano detti l’un l’altro che non c’era bisogno di impegni, tra loro, Max non fa fatica ad ammettere che il tocco di Darren tra le sue gambe, a volte, è più soddisfacente della sua stessa mano.
Incurante della polvere e del pericolo che qualcuno possa effettivamente gettare un occhio lì dietro, Darren sfugge al bacio di Max con uno schiocco voluttuoso, gli sfiora ancora le labbra, poi scivola alla stretta del suo abbraccio fino a finire con le ginocchia ben poggiate per terra.
«Che fai?» gli chiede, sinceramente ignaro dei suoi pensieri.
«Qualcosa che ti piacerà.» Darren non può fare a meno di arrossire, ma slaccia la cintura dei pantaloni di Max con una decisione che neanche pensava di possedere.

Se non fosse Dave quello che si passa le mani tra i capelli una decina di volte in pochi secondi, arruffandoli in una maniera che risulta tenera e comica insieme, Blaine avrebbe più pietà di lui e lo lascerebbe da solo di fronte a ciò che sta succedendo. In ogni caso, lui non ha mai brillato né per delicatezza né per senso della tempistica (e sì che, in quanto cantante, dovrebbe essere in possesso di entrambi), così gli si avvicina e appoggia i gomiti al cavalletto che Max e Darren hanno spostato di traverso all’imboccatura di quella traversa, così da avere una visuale, seppur parziale, di ciò che chiaramente sta accadendo.
«È inutile fare quella faccia schifata.» Blaine studia di sottecchi i suoi occhi stretti come quelli di un gatto irritato e pronto a colpire. «Non ci credo, che non hai mai visto un porno.»
«Nessuno con la mia faccia.»
«Dovresti venire a patti con una cosa molto semplice, Dave.»
«Non voglio p-»
«Nessuno ti ha chiesto di farlo. Dimostra di essere poco più di un animale dotato di orecchie e ascolta.» Blaine lo spintona, proprio come ha fatto poco meno di mezz’ora prima nei corridoi della McKinley, e lo costringe a fare qualcosa di più che minacciarlo di una sana legnata. «A loro piace, David Karofsky. A. Loro. Piace. E non hai un solo fottuto diritto nel prenderti male per questo, perché senza di loro, noi non esistiamo.»
Dave gli tira un calcio abbastanza forte da fargli piegare un ginocchio fino a terra, ma non va via abbastanza in fretta da evitare di vedere qualcosa di orribilmente familiare colare dalle labbra compiaciute di Darren.

Darren ride, divertito dall’apparente incapacità di Max di allontanarsi da lui. Hanno già stabilito di darsi appuntamento per quella sera più di venti minuti fa, ma ogni volta che si sono ripromessi di baciarsi un’ultima volta e poi uscire da quella tana improvvisata - dai, Naya e Chris saranno preoccupati, ormai - per qualche motivo non risultava altrettanto automatico lasciarsi andare, sciogliere l’abbraccio e tornare dagli altri.
Max sospira, mandando giù il proprio sapore misto a quello di Darren per l’ultima volta, prima di appoggiare la fronte alla sua e sorridere con aria un po’ persa.
«Stasera ricambio il favore» promette con un ghigno carico di allusioni. Darren ridacchia, scuotendo il capo.
«Io non te l’ho chiesto» precisa, tirando fuori la lingua. Max lo prende per un invito, e lo bacia ancora.
«Ma io voglio farlo lo stesso» ribatte, scrollando le spalle e decidendosi finalmente a lasciarlo andare. Nel momento in cui lo fa, per un secondo Darren si sente incerto sulle gambe. Non si era neanche reso conto di essersi appoggiato a lui così tanto, e il pensiero è vagamente inquietante – inquietante? No, non è la parola giusta. Spaventoso - ma tutto sommato piacevole.
«D’accordo» concede, come si trattasse di chissà che permesso speciale. E poi saltella all’improvviso, riuscendo a stento a trattenere un urletto stupito, quando per salutarlo Max gli pizzica il sedere.

Lo trova seduto su una panchina, appena fuori dagli studi. Sospira e si siede al suo fianco, pensando che ci vuole davvero troppa pazienza, con questo ragazzo, e lui probabilmente non ne ha a sufficienza.
«Volevo prendere una limonata» comincia a sorpresa Dave, sospirando, e Blaine si volta subito a guardarlo, concedendogli istantaneamente tutta la propria attenzione, «Per rinfrescarmi, sai. Ma poi ho pensato che nessuno poteva vedermi.»
«E me lo stai dicendo perché…?» domanda, sinceramente curioso, strisciando sulla seduta della panca per avvicinarsi un po’. Dave sospira un’altra volta, stringendosi timidamente nelle spalle.
«Non ne sono sicuro» ammette in un sussurro, «Forse ho solo voglia di parlare.»
Blaine sorride, appoggiandogli una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
«Io ho tempo» si offre, appena riesce a incrociare gli occhi di Dave, «Essere un personaggio fittizio aiuta, in certi casi.»
Dave si morde un labbro, distogliendo nuovamente lo sguardo, e Blaine potrebbe giurare di averlo visto arrossire appena.
«Non so neanche cosa ti voglio dire» borbotta imbarazzato. Blaine non può fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina divertita.
«Comincia dall’inizio» lo invita, «Coraggio.»
Faticosamente, Dave schiude le labbra, e comincia a parlare.
Genere: Introspettivo, Triste.
Pairing: Chris/Max.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: (raccolta di) Drabble, Slash, Angst, Songfic.
- Attore e personaggio non dovrebbero mai confondersi. Ma Chris non è molto sicuro che sia perché ha confuso l'attore col personaggio che si sente così attratto da Max.
Note: So, stavo pensando a come fillare sia il Sillabario di maridichallenge, sia l'ultimo prompt per il 730!Festdi dietrolequinte ("The scars of your love remind me of us / they keep me thinking that we almost had it all." (Rolling in the deep, Adele)), e quest'idea assolutamente massacrante per due milioni di motivi circa mi è venuta in mente. Voglio dire, 26 drabble da 100 parole esatte? Mai scritto niente di più difficile. E trovare tutte le canzoni, poi... meno male che Deffy mi ha dato una mano almeno con l'html, o sarei impazzita senza mai riuscire a postare XD E sarebbe stato molto deludente. *cough*
Comunque! *O* E' la mia prima Colfdler. E naturalmente è un dramma. Sono una persona orribile. /O\
Ps: La accompagna un fanmix, che può essere trovato qui.
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WE COULD HAVE HAD IT ALL


Attrazione

Feel the vibe, feel the terror, feel the pain
It's driving me insane
I can't fake
For God's sake, why am I
Driving in the wrong lane


Chris non ricorda di averlo mai davvero notato, prima di quel momento. La cosa lo infastidisce molto, perché sentirsi così attratto da un collega solo dopo aver saputo di condividere con lui una storyline particolarmente suggestiva in quel senso è un segno di incredibile immaturità, o almeno così gli hanno sempre detto tutte le persone con le quali ha discusso a riguardo, in passato. I personaggi sono i personaggi, gli attori sono gli attori. I ruoli non vanno confusi con la realtà. Sono due cose profondamente diverse.
E Chris lo sa. Ma questo in qualche modo rende tutto solo più difficile.
 

Bacio

Oh, this is the start of something good
Dont you agree?
I havent felt like this in so many moons
You know what I mean?



Ryan ne parla con lui, prima di parlarne con Max. Gli porta il copione a casa, una sera, e si rifiuta di consegnarglielo fino al dopocena. Non lo fa bere, gli impedisce anzi di farlo. “Ti voglio lucido,” gli dice. Chris ha una paura fottuta di quello che tutto ciò può significare. Poi si ritrova il copione fra le mani, legge avidamente, avvampa, e quando torna a posare gli occhi su Ryan lo trova intento a sorridergli con tenerezza.
“Non devi sentirti obbligato,” lo rassicura, “Possiamo cambiare trama.”
Chris continua a guardarlo. “Sarà il mio primo bacio,” gli dice. Ryan sorride ancora.
 

Calore

I want to give you all of me - the underneath
Want you to show me imperfection is actually love
I thought, cursed - I was cursed -
Destined to be lonely
A circle in a world of squares
Where nobody knows me
So with every footstep I must
follow the kissing moments
I thought were impossible



Dal modo in cui Max lo guarda, Chris capisce che ha letto il copione anche lui, e che se non fanno qualcosa per venire fuori dalla situazione in cui si trovano, saranno guai.
Preferirebbe non dover essere lui a fare la prima mossa, ma Max non sembra averne intenzione, quindi deve. Gli si avvicina durante una pausa, ed è abbastanza per sentire tutto il corpo sciogliersi.
“Sii gentile,” dice, a mo’ di battuta, “è la mia prima volta.”
“Per te o per Kurt?” domanda Max, seguendolo nello scherzo. Quando Chris arrossisce e  si volta, però, non c’è più niente su cui scherzare.
 

Distrazione
 

I want to taste your love
And I want to go deep


 
“Qualcosa non va?” chiede Max, incerto come Chris non ricorda di averlo mai visto. , vorrebbe rispondergli, c’e qualcosa che non va e quel qualcosa sono io, che comincio a non capire più niente nel momento esatto in cui mi vieni vicino e vado completamente nel pallone al solo pensiero di sfiorarti. Al fatto che dovremo baciarci cerco di non pensare perché la sola idea mi fa venire voglia di urlare. È normale?
“È tutto a posto,” risponde, stringendosi nelle spalle e provando a sorridere. Max sorride a propria volta, schiarendosi la voce.
“D’accordo,” conclude, “allora proviamo.”
Chris annuisce, ma vorrebbe scappare lontano.
 

Emozione

Wise men say
only fools rush in
but I can't help
falling in love with you.
Shall I stay
would it be a sin
if I can't help
falling in love with you.



Il cuore di Chris batte così forte da fare quasi male. È straordinario che non esploda. Mentre Max lascia scivolare con una certa forza le proprie labbra sulle sue, Chris è sordo, cieco, muto e immobile. A stento respira.
Poi lui si allontana e resta lì fermo a guardarlo, ansimando un po’. È l’emozione della prima, si dice Chris. Ma sa che non è vero.
“Dovresti… riprovarci,” dice, e quando Max arrossisce confusamente lui si affretta a precisare, ansioso. “Secondo il copione, dico, Dave ci riprova e Kurt lo rifiuta.”
Quando è Max a riprovarci, però, Chris non lo rifiuta per niente.
 

Festa

But each time I go out with some one new,
You walk by and I fall to pieces.



Quando li vede insieme, così vicini, in mezzo a tutte le altre persone, per una decina di minuti si aggrappa con infantile, ridicola ostinazione al pensiero che siano parenti. Fratelli, magari. Magari lui l’ha portata alla festa perché spera di farle avere una particina nello show. Una comparsata.
Poi vede le loro dita intrecciate, osserva il modo in cui si guardano, nota i baci furtivi a fior di labbra che si scambiano nelle brevi pause fra una conversazione e l’altra, e allora quasi gli viene da ridere, perché è stato un bambino. Un bambino stupido e ingenuo. Molto peggio di Kurt.
 

Gelosia

It started out with a kiss
How did it end up like this
It was only a kiss, it was only a kiss



Nonostante sia uscito proprio per prendere un po’ d’aria, non riesce a respirare. Fissa il cielo nero senza luna e cerca qualche stella alla quale aggrapparsi per non sprofondare, ma le poche che trova finiscono annegate nelle lacrime che gli inondano gli occhi poco dopo. Si sente così stupido.
“Mi dispiace,” dice Max, all’improvviso, alle sue spalle, “Io non so— lei è— stiamo insieme solo da un paio di settimane.”
Chris si volta a guardarlo, ma non riesce a metterlo a fuoco.
“Non giustificarti,” dice con rabbia. Portami via, vorrebbe aggiungere. Non lo fa, ma in qualche modo Max lo sente comunque.
 

Hotel

You don't know how you're coming across
You don't know what you're coming across
You don't know who you're coming across
You don't know how you're coming across
So you come undone



Il posto è talmente squallido che neanche ci entrano. Max lo trascina in un vicolo laterale, stringendogli la mano con tanto nervosismo e tanta forza da fargli perfino male. lo adagia contro un muro – Chris ne sente le asperità premere dolorosamente contro la nuca – e lo bacia profondamente, affamato, spaventato, confuso.
“Cosa sto facendo…” mormora allontanandosi di qualche centimetro, prima di tornare a coprire le sue labbra con le proprie con desiderio perfino maggiore rispetto a prima, come se baciarsi non servisse ad assopire lo stimolo, quanto più a renderlo ancora più forte.
Chris si chiede la stessa cosa.
 

Indiscrezione

Paradise comes at a price
That I am not prepared to pay



“Che stronzata,” dice Max. La sua voce è dura, nervosa, dolorosa. “Ero con la mia ragazza, ieri. È una sonora stronzata.”
Chris cerca di fare in modo di non saltare in piedi ed urlargli in faccia che il vero stronzo è lui. Si trattiene perché sa che non è vero, ma le parole di Max, anche se capisce perfettamente perché le dice, lo feriscono comunque.
“Whoa, amico, calmati,” ride Cory, sollevando entrambe le braccia in segno di resa, “Erano solo voci. Non avevo notato la tua ragazza, ieri.”
Max distoglie lo sguardo e non dice altro. Poco dopo, si alza e va via.
 

Jetlag

Hello...
Can you hear me
Am I getting through to you
Hello...
Is it late there



Ha preso il primo aereo e si è ritrovato a Londra. Ora che si guarda intorno, si sente perso, vuole tornare a casa e vuole i suoi genitori. Odia tutto, perfino la città. Avrebbe fatto meglio a restare dov’era e parlare con qualcuno di cui potesse fidarsi. Ryan, magari. Avrebbe potuto quantomeno dargli la colpa di tutto e mandarlo a quel paese, lui avrebbe capito.
Invece è a Londra. E ci resterà almeno fino a domani. E ha sonno, ma non riesce a dormire.
Max lo chiama intorno alle quattro del mattino.
“Torna, per favore. Ti prego.”
Chris decide di non aspettare neanche l’alba.
 

Kiss that counts

and love is not a victory march
It's a cold and it's a broken Hallelujah



Max lo aspetta in aeroporto. Chris fa fatica a non abbracciarlo e baciarlo lì dove lo trova ad attenderlo appena esce dal gate, ma gli occhi di Max, così pieni di paura nonostante la voglia di toccarlo, tengono a freno i suoi desideri.
Aspetta di essere in macchina. Poi lo bacia. Così, all’improvviso, nel buio del parcheggio. Perché lo vuole e basta. Perché è arrabbiato ma non basta.
Max mugola appena, prendendolo fra le braccia e ricambiando le carezze delle sue labbra.
Quello può essere un buon inizio. Chris ne è certo.
Ancora non sa quanto si sbaglia. Ma lo scoprirà molto presto.
 

Litigio

Do you love me?
Or am I just another trip
 in this strange relationship?
You push and pull me
and I'm about to lose my mind
Is this just a waste of time



In realtà non si sono mai mossi da quel punto. Sì, hanno fatto altro, hanno lavorato, hanno visto gente, si sono baciati ancora. E ancora. Ma idealmente sono ancora bloccati in quella macchina parcheggiata al buio appena fuori dall’aeroporto.
“Non so neanche perché lo sto facendo!” strilla Chris, tirandogli addosso la prima cosa che trova – il suo cellulare, è fortunato che Max lo prenda al volo – e osservandolo posarlo su un mobile per poi tornare a guardarlo con quell’aria persa, colpevole, come non sapesse come scusarsi. La odia. Lo odia. “Vai via,” dice, abbassando lo sguardo.
Senza protestare, Max obbedisce.
 

Malinconia

You do something to me that I can't explain.
So would I be out of line if I said,
I miss you.



Resta a letto tutto il giorno. Ashley lo chiama, “Usciamo!” dice, e il suo entusiasmo è adorabile, e Chris le è davvero grato perche si preoccupa così tanto, ma non ha voglia di fare niente. Si sente così stupido e ridicolo che se dovesse guardarsi allo specchio – e dovrebbe per forza, nel caso dovesse decidere di uscire – probabilmente si manderebbe a quel paese da solo.
Eppure, ad urtarlo in questo modo non è neanche l’imbarazzo, né la pietà che prova per se stesso e per la propria immaturità.
È che gli manca. E non sa come fare a farsela passare.
 

Noia

Always stays the same, nothing ever changes



La parete della sua camera da letto, dopo qualche ora, diventa quasi ipnotica. Ci sono delle piccole crepe, nell’intonaco del soffitto. Non le aveva mai notate – non aveva mai avuto il tempo di notarle. Le segue con gli occhi, con una certa devozione, imprimendo nella propria memoria il percorso che disegnano centimetro dopo centimetro sviluppandosi in linee brevi e frastagliate, a loro modo perfino artistiche.
“Dio mio, sono così patetico,” mormora alla fine, con rabbia. È ridicolo sentirsi così, pensa, recuperando il cellulare per chiamare Ashley e vedere se il suo invito è ancora valido. Grazie a Dio, lo è.
 

Odio

I just wanna break you down so badly
While I trip over everything you say
I just wanna break you down so badly
In the worst way



La invita a salire, quando lei lo riaccompagna a casa. Di fronte ad una birra che sa di proibito – che idiozia: può ben bere una dannata birra, se gli va; o anche dieci, per quello che gl’importa – le racconta tutto.
“Quello che mi fa incazzare, è che praticamente non è mai successo niente fra noi,” le dice, ringhiando risentito. Ashley sospira, annuendo comprensiva. “Un paio di baci. Ok, più di un paio. Ma lo stesso. Non dovrei sentirmi così.”
Ashley sorride, stringendolo in un abbraccio caldo e materno.
“Sei ubriaco, tesoro,” gli fa notare. Chris vorrebbe che fosse solo questo.
 

Paura

how I wish I could surrender my soul;
Shed the clothes that become my skin;
See the liar that burns within my needing.
how I wish I'd chosen darkness from cold.
how I wish I had screamed out loud,
Instead I've found no meaning.



È terrorizzato, all’idea di rivederlo, perché non sa come potrebbe reagire il suo corpo. Forse si metterà a tremare, forse il desiderio di sentire ancora le proprie labbra sulle sue sarà così forte che gli verrà da piangere al pensiero di non poterlo avere, e dovrà rendersi ridicolo scappando. O forse sarà così arrabbiato che il solo posargli gli occhi addosso lo disgusterà al punto da rendergli impossibile guardarlo un’altra volta. Il che potrebbe essere un problema, dopotutto.
Professionale, Chris, professionale, si dice, annuendo a se stesso.
Non conta più molto cosa si sia detto nell’ultima mezz’ora, quando finalmente si incontrano ancora.
 

Quando

I'm all out of faith, this is how I feel
I'm cold and I am shamed lying naked on the floor
Illusion never changed into something real
I'm wide awake and I can see the perfect sky is torn
You're a little late, I'm already torn



“Senti, mi sei mancato,” dice Max, incapace di guardarlo. Chris trattiene il fiato, stringendo i pugni.
“Non me ne sono accorto,” dice, acido quanto i sentimenti contrastanti che gli si agitano nello stomaco – e in tutto il resto del corpo – gli permettono di essere. Cioè non così tanto e decisamente non quanto vorrebbe.
“Be’, non ci siamo visti,” ribatte Max, “Sarebbe strano il contrario.”
Chris sospira, mordendosi la lingua per non rispondere che, se non si sono visti, di sicuro non è stato perché lui non ha voluto.
Tace, perché sa che probabilmente non sarebbe la verità.
“Dobbiamo parlare,” sussurra. Max annuisce piano.
“Quando?”
 

Restare

In this California king bed
Were ten thousand miles apart



Quando, è quella sera. Dove, è l’appartamento di Chris. Si sente un po’ uno stronzo ad organizzare in un territorio non esattamente neutro.
In realtà, non riesce a sentirsi veramente in colpa. Forse è questo che lo spaventa di più.
Non parlano molto durante la cena. Quando arrivano alla macedonia, Chris è così frustrato che potrebbe mettersi a urlare. Max non l’ha ancora mai guardato direttamente negli occhi.
“Così non si può fare,” sospira lui, alzandosi in piedi. Vedergli fare quel gesto è troppo. Chris allunga un braccio e lo ferma.
“Resta,” dice, stringendo la presa, “Ti prego.”
Max continua a non guardarlo, ma annuisce.
 

Sogno

Sleep
Sleep tonight
And may your dreams
Be realized



Non fanno che baciarsi e dormire assieme. Si baciano a lungo, e per dormire non resta molto tempo, è più un disperato, esausto dormiveglia in cui scivolano mentre ancora le loro labbra non riescono a smetterla di sfiorarsi, e solo perché non ce la fanno davvero più a tenere gli occhi aperti.
Chris però sogna. Sogna che Max non abbia una ragazza, o che almeno pianti la propria per lui. È un sogno talmente ridicolo, talmente infantile, e lui si sente talmente in imbarazzo, quando si sveglia piangendo, che fugge in bagno prima che Max possa aprire gli occhi e vederlo.
 

Testardo

If it's a bad day, you try to suffocate.
Another memory... scared.
If it's a bad case, then you accelerate,
You're in the getaway... car.
You don't care about us



Chris non riesce a capire se sia più testardo Max nell’ostinarsi a mantenere quella stupida facciata di normale ragazzo etero con fidanzata, o se sia più testarlo lui nell’ostinarsi a chiedergli di mollare la ragazza e decidersi a stare con lui e basta.
“Il tuo personaggio non ti ha insegnato niente?” gli chiede con astio, sorseggiando pigramente il proprio caffè quando si svegliano dopo un’altra nottata passata a non fare altro che baciarsi perché entrambi hanno paura di muoversi oltre.
Max distoglie lo sguardo. “Personaggi e persone sono cose diverse,” gli ricorda.
Chris gli tira un cuscino, e lo manda a quel paese.
 

Ultimatum

Clouds of sulfur in the air
Bombs are falling everywhere
It's heartbreak warfare
Once you want it to begin
No one really ever wins
In heartbreak warfare
If you want more love
Why don't you say so?



Se già non bastasse la consapevolezza del proprio stesso patetismo a rendergli così odiosa ogni parola che gli esce dalla bocca, lo sguardo perso, spaurito e ferito di Max farebbe il resto. Si sente così meschino.
“Così, è o lei, o te, giusto?” domanda Max. Tiene gli occhi bassi, strattonando l’orlo della camicia che indossa di tanto in tanto. “La risposta dovrebbe essere facile,” aggiunge fra sé, “fra noi due non c’è praticamente niente.”
Chris cerca di ignorare la fitta di dolore che quelle parole gli provocano, e si ostina a tenere lo sguardo alto, rivolto verso di lui.
Anche quando va via.
 

Voglia

I wonder if you feel the same as I do
Just like me, trapped and bruised and lost and lonely too
You follow the fright of whatever hurts you through the night



Il dolore al labbro inferiore si fa talmente intenso che deve spalancare la bocca di scatto, e solo in quel momento si rende conto di quanto forte lo stesse mordendo.
Qualcuno sospira profondamente, accanto a lui. “L’hai fissato per tutta la sera,” dice Ashley, battendogli una pacca sulla spalla, “Forse dovresti parlargli.”
“Lui non mi vuole,” borbotta lui, astioso, scuotendo il capo.
Ashley sospira ancora e gli si avvicina, sussurrandogli all’orecchio. “Anche lui ha fissato te per tutta la sera.” Il suo tono di voce è dolce, quasi intenerito.
Chris alza lo sguardo. È vero, Max lo sta fissando.
Riprende a mordersi il labbro.
 

Weekend

You got a fast car
I want a ticket to anywhere
Maybe we can make a deal
Maybe together we can get somewhere
Anyplace is better



“Sono solo due giorni,” sussurra Max, stringendolo talmente forte che Chris si sente soffocare. Ma non gli dispiace del tutto. “per cui, per favore, non chiedermi niente.”
Chris annuisce, sentendo distintamente il proprio cuore spezzarsi mentre, ancora stretto a lui, oltrepassa la soglia della camera d’albergo che li ospiterà per il weekend. È un bel posto, non come quello di fronte al quale si sono baciati e nel quale non hanno voluto neanche mettere piede, tanto era patetico e disgustoso. E, in qualche modo che Chris ha paura di provare a descrivere, è dolce che Max abbia pensato di portarlo lì.
 

X-rated

I’m on the edge of glory,
And I’m hanging on a moment of truth,
I’m on the edge of glory,
And I’m hanging on a moment with you



Il sospiro liquido che Max gli rilascia sulle labbra mentre entra dentro di lui è talmente intenso che Chris si sente sciogliere da dentro. Da qualche parte profonda, nascosta dentro al suo corpo, che col sesso c’entra poco, e che Max sta sfiorando con qualcosa di diverso delle proprie mani, o della propria erezione che si scava un posto dentro di lui.
Fa male. È bellissimo. Chris vorrebbe sentirsi libero di poter gemere e ansimare come il suo corpo gli implora di fare, ma ha paura di spezzarsi in due se solo si lascia andare.
Piange silenziosamente per tutto il tempo.
 

You are loved

Everybody wants to be understood
Well, I can hear you
Everybody wants to be loved
Don't give up because you are loved



Non riescono ad allontanarsi l’uno dall’altro. Chris sa che dovrebbe essere lui, a fare la prima mossa, come è sempre successo da quando questa loro sciocca, assurda, incasinata relazione è cominciata, ma non riesce a decidersi. Più che altro, lo infastidisce il mondo di possibilità che questi ultimi mesi sono stati in grado di mostrargli, solo per poi togliergli tutto assieme, senza chiedere il permesso.
Le mani di Max, attorno alle sue spalle, sono così calde. E così distanti.
“Mi dispiace,” sussurra. Max si volta e lo bacia lentamente, stringendolo forte.
“Dispiace anche a me,” gli sorride sulle labbra.
Si alza il minuto successivo.
 

Zaino

The scars of your love remind me of us
They keep me thinking that we almost had it all
The scars of your love, they leave me breathless
I cant help feeling
We could have had it all
Rolling in the deep
You had my heart inside of your hand
And you played it to the beat



Max sta facendo una doccia. Ha preparato lo zaino, prima di andare, e Chris è certo che, quando uscirà, non farà altro che recuperarlo, salutarlo un’ultima volta e poi sparire. Non per sempre, no, sarebbe impossibile, ma in un certo senso è esattamente quello che succederà. Sparirà. Quello che c’è stato fra loro svanirà del tutto. Lo dimenticheranno, perfino. O almeno, Chris spera davvero di riuscirci. Prima o poi.
Continua a fissare lo zaino ancora aperto finché sente arrivare dal bagno il rumore dell’acqua che scorre. Decide di continuare ad illudersi di avere ancora una speranza, finché non sarà stato chiuso.