animanga: atsuko

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Romantico/Malinconico/Introspettivo
Pairings: Atsuko/Togashi, un po' di Atsuko/Seiji.
Rating: PG13
AVVISI: Spoiler.
- L'abbandono, il reincontro di un amore che si credeva perduto ed un'importante presa di coscienza.
Commento dell'autrice: *__* “Cuori colpiti” è una delle opere migliori che io abbia mai letto ;.; In due soli volumi sono concentrati sentimenti di tale potenza da lasciare storditi. Ed in che quantità! Ed il tutto assolutamente realistico, e così malinconico e doloroso… ;.; Atsuko è un personaggio che mi interessa profondamente. È stupida davvero, soffre tanto eppure non riesce a trovare un modo per uscirne. Sbaglia sempre con Togashi. Ho voluto provare a mantenere nella fic l’atmosfera indecisa e di “debolezza” che si respira nel manga… spero di esserci riuscita! ;_;
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Selfish


Forse, il fatto che con Seiji sia finita mi rende più adulta. Non so, è che non ci incontriamo da tanto di quel tempo che a stento ricordo il calore del suo corpo, mentre ogni altra traccia della sua presenza sembra svanita nel nulla.
Adesso è estate, ed io cammino con Negishi su questa stradina sterrata e Seiji è un ricordo talmente lontano che provoca quasi nostalgia.

*


Quando mi ha detto che avrebbe cambiato città è stato un duro colpo, devo ammetterlo. Non me l’aspettavo e non volevo in alcun modo che andasse via.
Lui ha fatto un sacco di scene, come prevedibile. Una quantità infinita di scuse, di “ti amo” e di promesse di tornare al più tardi alle prime vacanze invernali.
Era il 28 agosto, quando lo vidi salire sull’aereo con i suoi genitori, col cuore stretto come in una morsa.
Da allora sono passati due anni. Lui non è mai tornato. Chissà perché mi rendo conto del fatto sia finita solo adesso.

*


- Atsuko, tu cosa fai la prossima settimana?
Guardo Negishi stupita, senza capire il perché di quella domanda apparentemente fuori luogo – parlavamo dell’ultimo singolo dei Dir~en~grey.
- In che senso?
- Nel senso di “hai impegni per la prossima settimana?”.
- Perché?
Lei sbuffa, leggermente imbarazzata.
- Quel testone di Arai s’è messo in testa di portarmi in un campeggio qui vicino… dice che ha già tutto pronto…
Mi guarda, sorride.
Ha un bel viso, Negishi.
- …mi piacerebbe che tu venissi con noi, Atsuko.
Grazie. Grazie per non aver detto che ti sembro depressa.
Penso che verrò.

*


Negishi ed Arai… penso proprio di detestarli.
Cioè, non li detesto proprio, il punto è che sono felici. Nonostante l’inizio a dir poco strano, si stanno “normalizzando”. Vanno avanti insieme. Durano. Sono ancora una coppia.
Questo mi fa rabbia. Io e Seiji saremmo dovuti durare di più.

*


- Atsuko, volevo solo chiederti, ecco…
Ma guardatelo, Arai. Proprio un bravo ragazzo.
Mi ha portata a bere un succo di frutta all’ananas, mi ha comprato un lecca-lecca alla pesca – Dio, che figata! – mi ha perfino accompagnata a comprare una maglietta che avevo visto giù in paese al centro commerciale! E perché? Per chiedermi di lasciarlo solo con Negishi stasera. Cosa che, per inciso, non è ancora riuscito a dire. Lo so, lo mette in imbarazzo.
Proprio un bravo ragazzo. Negishi è fortunata.
- Insomma…
- Sai, Arai? Pensavo comunque di fare una passeggiata da sola, stasera.
Mi sorride riconoscente.

*


Si, ho fatto la buona samaritana, il che fa di me una persona migliore, forse, ma non una persona allegra.
Il fatto che, mentre io sono qui, carina ed abbronzata, buttata su una sedia a sdraio alle dieci e mezza di sera, quei due passino i momenti più belli della loro vita sigillati in quella tenda da campeggio blu scuro, mi sta, sinceramente, un po’ sul cazzo. Non che non sia contenta se quei due stanno insieme, ma, ecco, Negishi ha invitato anche me, cosa mai gli costerà un po’ d’astinenza a quello stupido di Arai che non ha neanche il coraggio di chiedere a viva voce certe cose?!
Uffa… mi annoio…
- A-Atsuko…?
Sollevo lo sguardo sulla fonte di quella voce conosciuta e, per un attimo, mi sento mancare il respiro per lo stupore.
L’ultima volta che avevo parlato con lui non era stato bello. Piuttosto ricordavo di averlo riconosciuto come il peggiore errore di tutta la mia vita, in seguito.
Insomma, lui mi sta davanti, inatteso e, come tutte le cose inattese ma piacevoli, sorprendentemente bello.
- Togashi!
Mi alzo in piedi di scatto, rimanendo immobile davanti a lui. Lui, che non mi guarda, che mi evita e mostra un imbarazzato ed affettato sorriso.
- Non pensavo di trovarti qui…
Si capisce che mi parla solo per riempire il silenzio, che sarebbe troppo pesante da sostenere per entrambi.
- Ah… è stata tutta un’improvvisata, sono qui con Arai e Negishi.
Abbozzo un sorriso cercando di nascondere la curiosità che mi divora ed apparire disinteressata.
- E tu?
Lui sorride imbarazzato.
- Sono con i miei…
- Capisco…
Annuisco ridacchiando.
- Anche a te hanno detto di stare alla larga…?
Resto un po’ spiazzata da quella domanda impertinente, ma comincio subito a ridere, aggrappandomi al suo braccio.
- Andiamo un po’ a divertirci?
Sono euforica. La ricordo, questa sensazione.

*


Ci siamo infilati nella discoteca del campeggio di gran corsa. Non è proprio un edificio, piuttosto è un tendone, grandissimo, come quelli dei circhi. Solo il colore è differente, non rosso acceso ma un azzurro cupo, anonimo.
Muoviamo velocemente i nostri corpi al ritmo incessante della musica dance. Non mi è mai piaciuto questo tipo di musica. Non ha profondità, non lascia niente, non prende niente. La musica, quando è bella, ti cattura, ti trattiene. Intrappolato fra le note rimane sempre un pezzo di te. Con questa musica amelodica senza personalità, cosa puoi fare? Ti agiti a basta.
E comunque devo dire che è anche abbastanza piacevole stare qui con lui. Non stiamo a strusciarci tutto il tempo, ma ogni tanto, casualmente, qualche parte di noi si sfiora. Quando questo accade, lui mi sorride. È bello, lo sento vicino.

*


Penso che l’errore sia stato mio, quando stavo con Togashi. Per quanto mi sforzassi di vederlo semplicemente come Togashi, come il Togashi che mi amava e che volevo riamare, lo vedevo come “colui che non era Seiji, che mi amava pur non essendo Seiji, che volevo amare perché non era Seiji”.
E così, per quanto cercassi di dimenticarlo, lui era sempre lì. Come potevo pensare di trovare un posto per Togashi dentro di me?

*


La notte è buia e calda. Ad un certo orario qui al campeggio spengono tutte le luci secondarie e lasciano accese solo quelle del vialone principale, e questo crea nelle stradine sterrate della periferia del campeggio un’atmosfera piacevole di pace ed intimità.
- Quindi che mi dici di te?
Non abbiamo quasi per nulla parlato fino ad ora, e sono curiosa da morire di sapere cosa ha fatto dall’ultima volta che l’ho visto.
- Mh? In che senso?
Mi avvicino, maliziosa.
- Intendo… sei stato con qualcuno?
Realizzo l’eccessiva invadenza della mia domanda solo quando lui si volta imbarazzato, grattandosi una guancia. Lui non è mai stato tipo da parlare di cose del genere. Non è sfacciato, non è espansivo, non è chiacchierone, non è spontaneo. In questo senso, assomiglia un po’ ad Arai.
Penso a Negishi, a quanto è felice avendo il ragazzo che ha. Pensando a quanto sono simili riesco ad essere quasi felice per transitività. È un po’ una stupidata, ma ci credo davvero. Se un bravo ragazzo come Togashi può amarmi, o almeno averlo fatto in passato, significa che non tutto di me è da buttare via.
Il punto è se mi ami ancora.
Tutto a un tratto, mi spavento. Se ha amato qualcun’altra, dopo essere stato con me, non voglio saperlo. E non perché non m’interessi, ma al contrario perché m’interessa fin troppo.
Perciò, metto le mani avanti.
- Se non mi vuoi rispondere non sei obbligato a farlo! – dico ridacchiando nervosamente.
Lui mi guarda.
- Non ti interessa?
…ecco. Perché diamine non riesco a farmi capire? Non è questo, Togashi, non è assolutamente questo…
- Comunque… no… non sono stato con nessuno.
Lo guardo, e non so cosa pensare. Per questa sua fedeltà non richiesta e quasi esagerata, non so se essere felice o triste. Non so se ridere o scoppiare a piangere. Non so se dovrei baciarlo e tenerlo con me per sempre o scacciarlo il più lontano possibile.
Non sono brava in queste cose. Gestisco tutto malamente. Ed alla fine va sempre allo stesso modo. È Togashi a farne le spese.

*


- Quindi domani andrai via?
- Si, io ed i miei amici andiamo a Praga.
- A Praga? Come mai?!
- Una vacanza, l’abbiamo vinta partecipando ad un’estrazione.
- Ma… che fortuna!
Abbasso un attimo lo sguardo, ma torno subito a cercare i suoi occhi.
- E’… è lontana Praga, eh?
Lui mi fissa. È serio. Mi stringe le mani.
- Ho saputo di Seiji.
Io volto il viso, sorridendo nervosa.
- Ma… cosa c’entra adesso…? Io… non…
- Io… - mi interrompe deciso, costringendomi a guardarlo. – Io tornerei, Atsuko. Anzi, io tornerò. Il viaggio dura una settimana, poi si conclude. Ed io torno.
Abbasso il viso, la frangia mi cade sugli occhi, infastidendomi.
Chissà se è per questo che piango?
- Bè… Seiji diceva cose molto simili. Che sarebbe tornato e…
- Io non sono Seiji, Atsuko. Questo dovresti averlo imparato.
Fa male. Fa male quando una persona che ami va via, lontano da te. Ed è un dolore che perdura anche dopo la fine del sentimento d’amore, perché la sensazione dell’abbandono resiste al tempo, alle lacrime, a tutto, non si scioglie e tantomeno svanisce.
Così, continuavo a soffrire per la fine del rapporto con Seiji. Non perché fosse lui, non per quello che aveva rappresentato per me – il primo amore, la prima volta, il primo tutto – ma per il modo in cui era finita. Perché non mi aveva lasciato scampo, legata com’ero al ricordo vago ma ineludibile dell’amore più vero che mi fosse mai capitato di vivere.

*


E nonostante tutto, lui rimane qua. Togashi mi stringe le mani e, giustamente, aspetta una risposta o uno sguardo.
Io però ho una paura del diavolo, accidenti. Adesso mi sono capita, almeno un po’. Se cosa provo e perché lo provo. Allora, penso, dovrebbe essere facile. Dovrebbe essere facile alzare lo sguardo, sorridergli, baciarlo, legarmi a lui insomma.
Malgrado ciò, c’è qualcosa che mi blocca. Non so, mi chiedo se io sia pronta, davvero pronta per una storia.
Il fatto è che, ecco, sono stata di Seiji per tanto di quel tempo… da sempre, da quando ho scoperto l’amore, anche per quel periodo in cui frequentavo Togashi, anche quando mi ha lasciata qui, andandosene chissà dove, fino ad ora… sono sempre stata sua.
E adesso c’è lui, c’è Togashi, che invece è da sempre mio. Ed io come posso fronteggiare un amore tanto assoluto? Come posso, se so solo provarlo? Nessuno mi ha mai mostrato come ricambiarlo.

*


Mi sembra assurdo, tutto questo.
L’ho lasciato andare senza dirgli niente, alla fine. Ho sorriso e gli ho lasciato le mani. Dannata paura del cazzo.
La notte è bella. È calda ma piacevole.
Non voglio tornare da Negishi ed Arai… vorranno sicuramente stare ancora un po’ insieme…
Sono sola, ma il problema è che non vorrei a tutti i costi essere con qualcuno. Se volessi, potrei tornare alla discoteca e rimorchiarne uno, uno qualunque, e buonanotte. Ma no… voglio Togashi. Eppure l’ho lasciato andare via. Dovrei rassegnarmi e basta.
Detesto questo tipo di sentimenti. Mi sento sola da morire.

*


Ho seguito i miei passi e senza accorgermene sono finita davanti a lui. Evidentemente, dev’esserci qualcosa che mi lega alla sua presenza. È divertente, in un certo senso.
Abbozzo un sorriso, ma lui non mi vede; me ne accorgo solo dopo. Sembra che guardi la luna in alto, ma tiene gli occhi chiusi. Lo vedo chiaramente, perché il chiarore lunare gli si diffonde addosso. È, effettivamente, bello da guardare. Ma c’è qualcosa di infinitamente triste, in lui, e non saprei dire se sia il modo in cui è seduto per terra o quegli occhi chiusi, come se quella luna la volesse guardare ma non ne trovasse la forza.
Ed io lo guardo quasi rapita, e proprio mentre sto per apprestarmi a fare il grande passo, chiamarlo, avvicinarmi, mi fermo. C’è un fantasma biondo accanto d Togashi.
Cosa diavolo vuoi ancora, Seiji?
Lo so, quello che mi stai chiedendo. Sarei in grado di fare felice questo ragazzo? Tu sei stato un pessimo fidanzato. Ed io ti ho dato tutto, ma tu sei fuggito lo stesso. E Togashi è un gioiello, che cavolo posso fare io? Come potrei mai tenerlo legato se non sono bastata neanche a te?
Lo vedo, Seiji. Lo vedo, che è triste. E lo so, che è per colpa mia. Lo so, che è perché non gli ho detto nulla, lo so perfettamente. Ma non sono sicura che sia la mia presenza la cura per la sua tristezza.
Il solo fatto che tu, Seiji, mi sia apparso qui, nonostante la presenza in qualche modo purificatrice di Togashi, rende chiaro tutto. E rende, purtroppo, chiaro anche il fatto che Togashi non sarà d’aiuto per far sparire i miei fantasmi.
Seiji…
…prima di riavvicinarmi a lui, devo farti sparire. Da sola.

*


- Oh, Atsuko! Sei stata qui fuori tutta la notte?!
Negishi mi corre incontro e mi trova in lacrime.
Sono una stupida. Insomma, la decisione è stata mia, accidenti, che diritto ho di piangere?
- Negishi… possiamo tornare a casa…?
Lei annuisce e guarda eloquentemente Arai, appena uscito dalla tenda.
Mezz’ora dopo i bagagli sono già pronti.
Sono proprio un’egoista.