rp: paolo kessisoglu

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo.
Pairing: Luca/Paolo.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Slash, Lime.
- "'Non ti sposo, sappilo. Neanche se resti incinto.'"
Note: Scritta per la Notte Bianca #2 @ maridichallenge su prompt Luca Bizzarri/Paolo Kessisoglu, "La prossima volta lo facciamo con la lingua?".
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FALLIN’ OFF THE PAGE

L’imbarazzo era stato una normale conseguenza del bacio. Ne avevano parlato, naturalmente, prima di farlo. Si erano messi d’accordo. Di fronte a una bottiglia di birra, seduti sul divano a casa di Luca, avevano riso come deficienti nell’immaginare la reazione della stampa e della televisione, e poi avevano deciso di farlo. “Senza complicazioni,” aveva riso Paolo, “non ti sposo, sappilo. Neanche se resti incinto.”
“Ma tanto io miro a ben altro, caro,” aveva ribattuto con un ghigno Luca, arrotondando la erre e tirando su il naso con aria snob, “Settimana prossima mi trasferisco in via Olgettina.”
“Ah, sì?” aveva chiosato Paolo, imitando il suo tono di voce ed accavallando compostamente le gambe, poggiando le mani dalle dita intrecciate sul ginocchio e stringendosi nelle spalle, “Ma mi hanno detto che è un po’ scaduta, come zona.”
Avevano riso per tutta la notte, e l’idea di doversi baciare – in diretta nazionale, poi – non li aveva turbati neanche per un momento, ma entrambi sapevano che quando l’avrebbero fatto qualche conseguenza poi ci sarebbe stata. Era semplicemente naturale che accadesse, ed erano entrambi pronti a sostenerle, qualsiasi esse fossero.
Queste, però, forse erano un po’ eccessive anche per loro.
Premuti contro una parete in camerino, ansimavano pesantemente. Luca, immobile, si aggrappava con forza alle spalle di Paolo, che invece continuava a strusciarsi contro di lui, gli occhi chiusi, incapace di fermarsi. Non si erano ancora baciati davvero. Le loro labbra si erano sfiorate, si erano premute impetuosamente contro quelle dell’altro, ma non si erano ancora mai dischiuse.
Aprendo appena gli occhi, Paolo si allontanò di qualche centimetro, deglutendo a fatica. Luca gemette, infastidito da quell’interruzione, e quando si rese conto del suono che aveva prodotto distolse immediatamente lo sguardo, imbarazzato. Paolo trattenne il fiato, stringendo la presa sui suoi fianchi e tornando a premersi contro di lui, avvicinando le proprie labbra alle sue, e stavolta era deciso. Stavolta non sarebbe stato un bacio asciutto.
- Cinque minuti e si torna in scena! – disse una voce un po’ ovattata da oltre la porta, e come se gli avessero schioccato le dita a due centimetri dal naso Paolo si tirò immediatamente indietro, sussultando. Luca gli lanciò un’occhiata acquosa, un po’ delusa e un po’ sollevata, e poi si schiarì la voce, allontanandosi per sistemarsi la giacca e la cravatta.
- Scusa. – borbottò confusamente Paolo, senza sapere davvero cosa dire. Raddrizzò il colletto della camicia e si voltò verso la porta, fermamente intenzionato ad uscire, ma Luca lo afferrò per il gomito, strattonandolo con una certa violenza ed obbligandolo a voltarsi, per poi sporgersi verso di lui e premergli sulle labbra un bacio asciutto esattamente come tutti gli altri che si erano scambiati.
- La prossima volta, lo facciamo con la lingua. – ridacchiò divertito. Uscì prima di lui.