fumetti: xabaras

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo, Drammatico.
Pairing: Dylan/Morgana.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Nessuno.
- "Sono passati quindici giorni e cinque ore dalla fine del mondo."
Note: C'è dell'orrore nel riuscire finalmente a scrivere su Dylan Dog, e su un soggetto che mi interessa (tutta la storia fra Dylan, Morgana e Xabaras), ma produrre qualcosa di così orribile XD Le palle. In realtà non è che mi faccia schifo, è solo che è sostanzialmente incomprensibile se non si hanno ben presenti i numeri 001 (L'Alba Dei Morti Viventi) e 025 (Morgana), specialmente il secondo, visto che la fic è ambientata in un universo parallelo che viene appunto presentato in quel numero, un universo parallelo in cui i morti viventi dominano il mondo e solo pochi superstiti della razza umana sono rimasti in vita, la maggior parte dei quali vive nascosta in luoghi protetti chiamate oasi dove gli abitanti vivono sotto l'effetto costante di droghe per dimenticare la realtà del mondo esterno.
Scritta per la prima missione dell'ultima settimana del COW-T @ maridichallenge, su prompt fine del mondo. E spero vi piaccia.
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THE END OF THE WORLD AS WE KNOW IT

Alba su Londra. Dylan si sveglia, o almeno si sveglierebbe se avesse mai dormito. Groucho sonnecchia sulla poltrona accanto a lui. Ha un fucile fra le mani. Fortunatamente è scarico. Morgana s’è rannicchiata nel suo sacco a pelo un paio d’ore fa. È rimasta accanto a lui tutta la notte, ma alla fine è crollata anche lei. Dylan si sgranchisce le braccia, lasciando il fucile di precisione appoggiato al davanzale della finestra, e poi le lascia scivolare una carezza distratta sul viso. Non ricorda ancora niente, la droga che le davano quando viveva nella sua oasi non ha ancora cessato di far sentire i propri effetti, e perciò Morgana non mangia quasi niente, parla di continuo, ride un sacco e non ricorda nulla. Ogni tanto dimentica perfino il proprio nome, e Dylan non è sicuro al cento percento che Morgana sia quello vero, peraltro. Potrebbe essere un nome che lei stessa s’è inventata per non sentirsi nuda senza averne uno, o potrebbe essere il nome che le hanno dato all’oasi, chi vive in quei posti non ricorda spesso quasi neanche quanti anni ha. Oppure potrebbe essere tutto un sogno, magari Morgana non esiste. Sarebbe quantomeno appropriato, pensa Dylan con un sorriso, alzandosi in piedi ed accogliendo con piacere gli scricchiolii delle sue ginocchia stanche, costrette a stare piegate per tutta la notte per non abbandonare mai il posto di guardia.
Groucho grugnisce, apre un occhio, poi un altro.
- Vado a fare un po’ di tè, capo. – dice, - O magari un po’ di me, visto che te mi sembri abbastanza sciupato.
- Groucho, risparmiami. – mugola lui, sbadigliando pesantemente. Morgana sorride nel sonno e si volta su un fianco. Fra qualche minuto dovrà svegliarla. La marcia verso Undead è lunga e loro stanno avanzando.
Sono passati quindici giorni e cinque ore dalla fine del mondo.
*
Inizialmente erano stati solo casi sporadici, niente più che episodi isolati. Qualcuno sentiva urla strazianti nell’appartamento dei vicini, chiamava la polizia e, quando gli agenti arrivavano, scoprivano che il capofamiglia aveva fatto strage di moglie e figli. Qualcun altro sentiva rumori strani provenire dall’ufficio altrimenti silenziosissimo sul marciapiedi di fronte, e il copione si ripeteva uguale: polizia allertata, agenti in tenuta antisommossa, ci si introduceva nell’edificio e vivo era rimasto solo un uomo, quello che aveva mangiato tutti gli altri.
Qualche caso di follia. Forse vittime del caldo. Squilibrati. Pazzi. Assassini. Ad un certo punto avevano cominciato a diventare parecchi. Dieci, venti, cinquanta, anche sessanta al giorno, non solo in tutta l’Inghilterra, ma in tutta l’Europa. In tutto il mondo.
- Io la mia pensione me la posso proprio scordare. – s’era lagnato Bloch una sera di fronte ad un abbondante bicchiere di whiskey liscio, - Sembra un incubo.
Povero Bloch. Quell’incubo l’aveva divorato, come aveva divorato tanti altri. Non era stato facile, per Dylan, ammettere che quanto stava succedendo proprio di fronte ai suoi occhi era reale.
Il mondo era finito quando gli esseri umani ancora in vita s’erano ridotti allo sparuto numero di qualche centinaio sparsi per tutto il globo. Il mondo era finito perché non c’era più nessuno a considerarlo vivo. Il mondo era finito perché l’umanità era morta.
- Morgana, andiamo. – dice adesso, dando un colpetto contro la spalla di Morgana per svegliarla, - Ma quanto dormi? Sei incredibile. Il treno è arrivato.
- A proposito di dormire, - si intromette Groucho, infilando gli stivali, - la sapete quella del tale che va dal medico e fa “Dottore, russo talmente forte che mi sveglio da solo! Che cosa mi consigliate?”, e il dottore: “Andate a dormire in un’altra stanza.”
- Non la dicevi solo da due settimane, Groucho. – commenta Dylan.
- Non fare l’offeso con me, capo, lo vedo che sorridi! – commenta lui, saltando in piedi mentre Morgana si stropiccia gli occhi e, già sorridente per tutto quel trambusto, si mette seduta sulla brandina, - D’altronde, sai bene che dovrei essere morto per non raccontarne più delle mie! E, di questi tempi, essere morti è un lusso che non possiamo permetterci.
Morgana si stiracchia e due secondi dopo è già in piedi. Dylan la saluta con un bacio.
- Groucho ha ragione, sai Dylan? – dice lei, divertita.
- Sì, d’accordo. – annuisce lui, - Ora andiamo, non vorrei che il treno ripartisse.
- Il treno non ripartirà, signore. – dice il capotreno, apparendo sulla soglia del vagone dopo averli scortati all’uscita, - Questa è l’ultima corsa.
Da dietro le sue spalle, un morto vivente lo attacca all’improvviso, staccando dal suo corpo brandelli di carne talmente friabile che viene via quasi senza opporre resistenza. Groucho è il primo a mettersi a correre.
Undead è a mezz’ora di marcia.
*
Xabaras li aspetta sulla soglia di qualcosa che non è più una casa da tempo. Il suo spettro impalpabile sorride e i suoi occhi scuri indugiano morbidamente sul corpo di Morgana, che si stringe al fianco di Dylan, quasi nascondendosi dietro di lui, come una bambina impaurita.
- Chi è quest’uomo, Dylan? – domanda con una vocina flebilissima. Il sorriso sulle labbra scure di Xabaras si allarga pericolosamente.
- Il colpevole. – dice Dylan, atono.
- Il che, - esclama Groucho, - mi ricorda quella del giudice che chiede all’imputato “ha un alibi? Qualcuno l’ha vista nel momento in cui è stato commesso il furto?” e l’imputato, “grazie a Dio, nessuno”.
Xabaras scoppia a ridere, quasi piegandosi in due per il gran divertimento.
- Sempre piacevolissimo, il vostro assistente, Dylan Dog. – commenta, - Adesso, ridatemi Morgana.
- Non stavolta. – sorride Dylan. Morgana guarda prima lui e poi l’altro uomo, visibilmente terrorizzata.
- Andiamo, Dylan. – sospira Xabaras, sbuffando come un padre la cui pazienza è stata messa a dura prova già fin troppe volte, - Ogni volta è sempre la stessa storia. Lei torna e poi tu la riporti da me. E il mondo finisce. Ogni volta, i miei non morti ne mangiano un pezzo sempre più grosso. Fai pulizia adesso, e fra qualche mese ricominceremo il giro un’altra volta.
- No, Xabaras. – Dylan sorride tristemente, prendendo Morgana per mano, - Non questa volta.
Xabaras spalanca gli occhi, un lampo di consapevolezza illumina il suo pallido viso.
- Non vorrai…!
- Groucho! – grida Dylan, - La pistola!
Preso alla sprovvista, Groucho ci mette qualche secondo ad obbedire. Il tempo sufficiente a Xabaras per muovere solo qualche passo.
Non è abbastanza.
*
Morgana giace per terra in una pozza di sangue. Il suo vestito bianco è macchiato in così tanti punti da sembrare ormai rosso. Il fantasma di Xabaras è scomparso.
- Capo… - si avvicina Groucho, sistemandosi al suo fianco mentre Dylan si copre gli occhi con una mano, - Perché lei?
- Mille volte ho provato a salvarla, - spiega Dylan, - ed ho sempre sbagliato. Non era Xabaras, la chiave. È sempre stata lei.
- E quello che ha detto quel pazzo? – continua lui, - Sul mondo che finisce ogni volta?
- Sarebbe successo ancora, se non avessi ucciso Morgana. – risponde Dylan, asciugandosi gli occhi. Lancia un’occhiata distratta all’orizzonte. Sulla linea dritta arrossata dalla luce del tramonto, si distinguono piccole chiazze nere in movimento. I morti si stanno avvicinando. – Adesso non finirà più. – conclude, battendo una pacca sulla spalla del proprio assistente, - Questo è, e questo ci teniamo. E forse faremmo meglio a cominciare a muoverci.
Groucho, per una volta, si risparmia la battuta. Ma annuisce lentamente, ed altrettanto lentamente si mette in marcia al suo fianco.