rp: kakà

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo
Pairing: Cristiano/Ricardo, se proprio ci si vuole vedere dello slash.
Rating: PG-13
AVVERTIMENTI: Angst, Flashfic. (Slash, se proprio.) (Io non sono d'accordo.)
- "Cristiano lo guarda a lungo, alle volte, e lo odia."
Note: Ieri notte, andando a dormire, avevo piena la testa delle note per questa storia XD Vediamo se mi ricordo qualcosa. Dunque, innanzitutto nella mia ottica e nel modo in cui l'ho scritta, questa shot non è slash >///< Voi, per carità, se volete squintare e vedercelo, fate pure, non ho mai impedito a nessuno di squintare e/o vedere niente nella mia vita e non intendo cominciare ora. Solo che a me loro due come persone nel loro rapporto l'uno con l'altro interessano moltissimo, soprattutto per le differenze sostanziali nella loro formazione umana (eeeeeh come parliamo difficile, come siamo seriosi), perciò ho voluto provare a metterli a confronto (anche perché per la verità volevo farlo da un pezzo e mi sa che lo rifarò presto con qualcosa di più lungo la cui trama esiste già da mesi, peraltro).
Secondariamente, a parlare di Kakà m'è salita su un'ansia/un imbarazzo difficilmente comprensibile. Mi sono sentita sporca e cattiva come stessi rovistando nel cassetto della biancheria intima di un amico XD E questo è il motivo della struttura narrativa della storia, apparentemente "sbilanciata". Vedrete da voi.
Comunque, e con questo chiudo, le chiacchiere stanno a zero: questa storia è il regalo di compleanno per Jen, quindi qualsiasi cosa lei vorrà che sia, sarà. Auguri, delizia <3
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Hate This And I'll Love You


Cristiano lo guarda a lungo, alle volte, e lo odia.
Lo odia perché sorride sempre – che è molto diverso dal suo ridere sempre: Ricardo sembra davvero felice, lui vuole solo dare agli altri l’impressione di esserlo – lo odia perché hanno quasi la stessa età – tre anni di differenza non sono poi così tanti – e ciononostante Ricardo sembra sempre molto più adulto maturo e a posto di quanto lui non potrà mai essere anche quando sarà vecchio e, per quanto il pensiero al momento gli faccia orrore, sposato e con figli, e lo odia perché è capace di mantenere le promesse, di essere sempre puntuale, di stare simpatico a tutti. Lo odia perché nessuno gli ha dato del traditore quando è andato via da Milano, lo odia perché è sereno, lo odia perché è evidente che preferirebbe essere altrove ma resta comunque, e senza capricci.
E lo odia perché c’è nei momenti di sconforto, perché quando si allena male invece di dargli del coglione cerca di capire per quale motivo gli stia andando tutto storto. Lo odia perché non lo colpevolizza per un passaggio sbagliato o per un gol già fatto sprecato nella più idiota delle maniere. Lo odia perché nei suoi momenti di down peggiore – quando scoppia a piangere e vede tutto nero e neanche le telefonate alternate di Wayne e Luis riescono a distrarlo o rassicurarlo abbastanza da farlo smettere – lui resta. Gli si siede accanto e gli accarezza la testa e il collo, mentre lui si lascia scuotere dai singhiozzi ed ha paura di poter sputare i polmoni tanto forte sta piangendo.
Lo odia perché ha sempre odiato i tipi come lui, sempre positivi perfetti splendenti brillanti allegri disponibili, ma alle volte pensa che sia solo perché non l’ha mai conosciuto prima. Lo odia perché il suo sorriso è troppo bello per poterlo prendere a cazzotti, ma alle volte è l’unica cosa che vorrebbe fare. Lo odia perché pensava che il Pallone d’Oro l’avrebbe liberato dal peso dell’invidia, e invece non è stato così. Lo odia perché Ricardo è troppo buono anche solo per pensare di volergli male, e questo lo fa sentire un mostro. Lo odia perché non ha mai pensato di doversi arrendere all’essere inferiore a qualcuno, eppure pensa che Ricardo potrebbe essere l’unico dal quale accetterebbe uno smacco simile.
Lo odia perché non è che voglia essere come lui. È che il solo pensiero che, se volesse, non potrebbe, lo distrugge.

*

Ricardo lo guarda a lungo, alle volte, e gli vuole bene.
Non saprebbe neanche spiegarsi perché, però. E forse il problema è quello.
Genere: Erotico, Introspettivo.
Pairing: Luís Figo/Cristiano Ronaldo, accenni di Cristiano/Kakà.
Rating: R/NC-17
AVVERTIMENTI: Angst, Flashfic, Slash, Lime.
- "Adesso è Ricky?"
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Nazionale portoghese), Cristiano Ronaldo/Luìs Figo, "Adesso è... Ricky?".
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LIES, LIES


Cristiano lo sta stordendo di chiacchiere da almeno mezz’ora, e Luís non può che ridere, perché ogni battuta, ogni aneddoto, ogni buffonata che gli esce dalla bocca sa un sacco di famiglia, di casa, di certi profumi che gli mettono allegria, tipo biscotti, carne arrostita alla brace sul prato, le torte dei compleanni – famiglia e lavoro si intrecciano e si confondono, ci sono ricordi che ha e che non saprebbe collocare, l’unica cosa che non cambia mai forma o dimensione o ruolo e posto nello spazio e nel tempo è Cristiano, ed è così ormai da sei anni. 
- E insomma, - Cristiano ride prima ancora di concludere la frase, è ridicolo ed è carinissimo, è stupendo vederlo così allegro, l’ultimo mese, durante l’infortunio, è stato troppo difficile per non apprezzare tutta questa vitalità ritrovata all’improvviso, - insomma, Ricky prende e fa--
- Adesso è Ricky?
Le parole quasi gli sfuggono dalle labbra senza che lui riesca propriamente ad accorgersene. È una battuta, non certo un’insinuazione né tantomeno un sospetto, o almeno crede, ma Cristiano – che fino a quel momento è rimasto sdraiato addosso a lui, drappeggiato sul suo corpo come una coperta – si ritrae sensibilmente, guardandolo cupo.
- Cosa intendi? – chiede, e Luís si trova in imbarazzo.
- Era solo una-
- Io e Ricardo non abbiamo niente. – sbotta precipitosamente, - Intendo, non-- che cosa volevi dire?
Luís lo osserva, schiudendo le labbra. aggrotta le sopracciglia e cerca di capire.
- Cris? – lo chiama piano, e Cristiano storna lo sguardo. Luís sa che dovrebbe prendere questo momento, spremerlo e tirarne fuori qualcosa. Una nuova consapevolezza, o una verità non detta che potrebbe salvargli il cuore prima di ritrovarselo spezzato all’improvviso senza neanche capire come. Ma gli occhi scuri di Cris viaggiano ansiosi e un po’ tristi lungo i decori floreali del copriletto e il suo labbro inferiore è stretto nella morsa dei denti tanto forte che Luís ha quasi paura possa ferirsi a sangue.
Perciò da questo momento non tirerà fuori assolutamente niente di speciale. Tutto ciò che farà – già lo sa, lo percepisce nel momento in cui gli si avvicina e sente il tepore della sua pelle – sarà stringerlo fra le braccia, baciarlo piano ed accoglierlo il più vicino possibile, accarezzandolo piano ovunque con la stessa devozione e spingendoglisi dentro con riguardo ed attenzione, solo per tranquillizzarlo.
È tutto a posto, Cris, è tutto a posto.
- Io e Ricardo… - Cristiano ansima contro il suo collo, schiacciandoglisi contro, la voce rotta in un singhiozzo strozzato, - Non c’è niente fra noi, te lo giuro. Io ti amo.
Luís chiude gli occhi. Sa che c’è almeno una menzogna nelle parole di Cris, ma non per adesso non vuole scoprire qual è.