webcomic: kanaya maryam

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo, Romantico.
Pairing: Kanaya/Rose.
Rating: PG.
AVVERTIMENTI: Femslash, Flashfic.
- "Si è sempre sentita più a suo agio nei quadranti neri."
Note: Scritta per il Pasticcino Fest nell'ambito della Notte Bianca #5 @ maridichallenge, su prompt commento.
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FLUSHED

- Sei carina, vestita così.
In quello che, fino a pochi istanti fa, era il silenzio assoluto del laboratorio, la voce di Rose risuona con forza, ma senza eco. È normale, d’altronde, pensa Kanaya nel cercare di razionalizzare al massimo le emozioni che la scuotono tutta nel sentirla: sono così vicine, e Rose ha parlato così a bassa voce, che è già un avvenimento straordinario che la sua voce si sia sentita in assoluto.
Per Kanaya è stato come sentire il rombo di un tuono, in ogni caso. Per pochi secondi, la voce di Rose ha invaso tutto lo spazio, l’ha conquistato, e Kanaya non ha sentito nient’altro. Assordata, trova difficile pensare di poter riuscire a sentire una qualsiasi altra cosa, nell’interezza della sua esistenza, per quanto lunga possa essere, nello stesso modo in cui ha sentito queste poche parole.
La situazione dei suoi quadranti è sempre stata un po’ complicata. Forse a causa della sua personalità, forse a causa del suo ruolo sociale, non ha mai avuto un gran talento per i quadranti rossi, chiari o scuri che fossero. Ha provato, in passato. È successo. Non che Vriska sia stata un gran successo, dopotutto. Specie considerato il fatto che è stata lei, alla fine, l’unica a soffrirne.
Si è sempre sentita più a suo agio nei quadranti neri, ha sempre avuto un talento particolare per l’auspisticismo, ed anche adesso che c’è Gamzee a confonderle i sentimenti caliginosi sente di poterlo gestire, di sapere cosa sta facendo, in qualche modo.
Con Rose no, invece. Stamattina, quando ha aperto gli occhi ed è riemersa dal suo bozzolo, ha pensato a cambiarsi d’abito e cambiare rossetto, prima di raggiungere Rose in biblioteca come ormai fanno ogni giorno da più di un anno. E mentre lo faceva, mentre si lasciava scorrere il vestito rosso via di dosso come acqua, mentre sfilava i guanti e si puliva il viso, mentre sceglieva una nuova gonna, una nuova maglietta, qualcosa da mettere fra i capelli, magari un fiocco o un fermaglio, mentre si sedeva sullo sgabello davanti allo specchio e sceglieva di che colore tingersi le labbra, pensava di starlo facendo per se stessa, com’era sempre successo su Alternia prima che tutto cambiasse.
Nel sorriso che le illumina il viso adesso, nell’ondata di calore che le arrossa le guance, nella punta di imbarazzo che le fa brillare gli occhi nel sentire addosso la voce di Rose come una carezza adesso, capisce che però non era così. E nel grazie che si fa sfuggire con imbarazzo evidente, scrutando il profilo della ragazza così intenta a leggere il suo libro da non averle neanche fatto notare di averla osservata prima, sente che non le importa neanche sentirsi così confusa e impreparata, e per una volta non le importa neanche della possibilità che questa cosa possa finire male.
L’unica cosa che sa è di volerla vivere fino in fondo.