telefilm: shane walsh

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: Gen, Prequel, Flashfic.
- "Ogni tanto, Shane viene a trovarlo con la precisa idea di dirglielo. Confessargli ogni cosa."
Note: *è una donna felice* Amo moltissimo questa storia, pur nella sua brevità e assoluta dimenticabilità XD La amo perché l'ho scritta di getto, sentendomela prudere sotto le dita, che è sempre una cosa bella, quando succede ♥ Aspettavo la storia giusta per il numero 4 di squeetalia, il cui tema era "fine", e lei non solo è arrivata, ma si è portata anche dietro il prompt #51 della mia Maritombola @ maridichallenge (fra due settimane)! E tutto questo parlando di Rick e Shane nell'accezione che mi piace di più, quella dell'angst!bromance *O* Si può essere più felici di me? Non credo u.u
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
FRA DUE SETTIMANE

Fra due settimane, il mondo finirà, ma questo Shane ancora non lo sa. Non lo sa neanche Rick, ma Rick non sa niente, e Shane ogni volta che ci pensa sente un dolore acuto, no, non nel centro del petto, da qualche parte sullo stomaco, come se lo stessero prendendo a pietrate, e si chiede perché, perché cazzo lo sto facendo?, perché proprio a lui, cazzo?, e il dolore si fa più intenso quando non riesce a darsi una risposta.
Fra due settimane, il mondo finirà, e Shane, che ancora non lo sa, pensa che patetico figlio di puttana sono. Rick è il suo migliore amico, Rick è in coma da quasi un mese, ormai, Rick non sa niente. Ogni tanto, Shane viene a trovarlo con la precisa idea di dirglielo. Confessargli ogni cosa. Di Lori e Carl, di come lo abbia sempre invidiato perché li aveva, di come giorno dopo giorno stia diventando per lui sempre più normale considerarli una parte fondamentale della propria vita, di come stia accarezzando il pensiero di poterli tenere per sé per sempre, anche se è un pensiero crudele, egoista e meschino. Shane ha sempre sentito dire che, quando qualcuno è in coma, può sentire le persone parlargli nonostante tutto. È questo che lo spinge ad andare a trovarlo così spesso. È questo anche che lo costringe a restare in silenzio ogni volta.
Fra due settimane, il mondo finirà, e Shane non lo sa, e Rick nemmeno, e i loro incontri sono rituali silenziosi sempre uguali. Shane arriva, fa il cretino con le infermiere, ma senza crederci, senza neanche divertirsi, poi chiede di restare solo con lui, si siede sullo sgabello sistemato accanto al letto – non sulla sedia, quella sarebbe troppo comoda, e Shane quando riesce a trovare un modo per punirsi non riesce a risparmiarselo, per quanto stupido – ed allunga una mano. Stringe quella di Rick, lo guarda dormire e pensa che sembri così sereno, così tranquillo. Rick non era mai così sereno e tranquillo, da sveglio. Forse per i casini che stava avendo in casa, forse semplicemente perché Rick è sempre stato uno stupido presuntuoso, uno in grado di preoccuparsi per tutti i mali del mondo perché profondamente convinto di poterli risolvere tutti. Shane non ha mai capito questo suo atteggiamento, lui a stento riesce a tenere a bada i propri, di demoni. Ci convive, il più delle volte. Quando va male, ne è succube. Rick invece no. Rick aveva il controllo. Aveva il controllo su tutto, lui, o almeno così credeva, ecco perché è finito su questo lettino di merda, Shane ne è convinto. Shane lo sa, fino all’ultimo momento Rick ha pensato di poterlo scansare, quel fottuto proiettile. Di potercela fare.
Fra due settimane, il mondo finirà, e Rick non avrà il potere di impedirlo come non ha avuto il potere di fermare il proiettile che l’ha colpito e mandato in coma. Ma questo Shane ancora non lo sa. Va in ospedale a trovarlo ogni due giorni al massimo, ruba ore al lavoro, ruba ore perfino a Lori, le ruba per stare scomodamente seduto su uno sgabello a stringere la mano del suo migliore amico, fra i cocci della vita del quale sta ricostruendo la propria esistenza. E non saprebbe neanche dire se si senta in colpa o meno. Fa male, ogni tanto, quando ci pensa, ma ci rinuncerebbe? Shane non è certo che lo farebbe neanche se Rick si risvegliasse. Forse combatterebbe per tenersi stretto qualcosa che ha rubato. Forse invece si farebbe da parte, perché il pensiero dello sguardo addolorato di Rick gli dà il tormento ogni volta.
Fra due settimane, il mondo finirà. Shane non lo sa, non se lo aspetta. Rick, probabilmente, non lo saprà mai. Shane si alza dallo sgabello dopo l’ennesima visita muta, ma fatica a lasciare andare la mano che sta stringendo. Domani lo rivedrà ancora, ma non sembra sufficiente. Vorrebbe riuscire a sussurrare almeno uno “scusami”, ma è troppo uno stronzo perfino per questo. Sorride appena nell’osservare ancora una volta i lineamenti rilassati di Rick, resiste all’impulso di accarezzarli come farebbe con quelli di un bambino addormentato, e poi lo lascia andare. La mano di Rick ricade sul materasso con un tonfo morbido. Priva di vita. Il dolore nel centro del petto si acuisce ancora, per un paio di secondi, poi torna sotto la soglia dell’umanamente tollerabile – una soglia che Shane ha imparato a tenere alta nel corso degli anni – e solo allora lui può voltarsi ed abbandonare la stanza.
Fra due settimane, il mondo finirà, e Shane non lo sa. Ma se lo sapesse, forse ne sarebbe contento.
Genere: Drammatico.
Pairing: Shane/Rick, Shane/Lori.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Angst, Language, Death, What If?, Slash, (doppio) Drabble.
- Segreti inconfessabili e desideri che sarebbe meglio tenere a bada.
Note: Scritta nel corso della Notte Bianca #4, su prompt The Walking Dead, pairing: Rick/Shane, e devo dire grazie alla Manu che l'ha promptato perché stavo tipo smaniando per scrivere una roba così, e palesemente aspettavo solo il pretesto giusto.
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
NO HOPE FOR THE DEAD, NO REST FOR THE WICKED

Quando Shane si sporge in avanti abbastanza da sfiorare le labbra di Rick con le proprie – e sentire sulla lingua il gusto salato delle sue lacrime – lui non riesce neanche a tirarsi indietro, e Shane non sa nemmeno perché non lo fa.
Non sa perché non lo afferra di peso e non se lo scrolla di dosso, forse perché è semplicemente troppo devastato, perché Carl non ce l’ha fatta, perché Lori sta piangendo da un’eternità chiusa nel vecchio bagno nel sottoscala della casa che li ha tenuti ospiti controvoglia nelle ultime settantadue ore, forse perché lui non ha ancora avuto il coraggio di confessargli la sua colpa, “cazzo, Rick, credevo che fossi morto, cazzo, ma forse anche se non lo fossi stato Lori…” ma non riesce neanche a pensarlo, figurarsi a dirlo, o forse perché da quando è tornato dalla scuola invasa dai fottuti zombie Shane non ha fatto altro che piangere e scusarsi, “è colpa mia, non ho fatto in tempo, cazzo, sono un idiota, è solo colpa mia” e Rick finché ha potuto non ha fatto che ripetergli “no, cazzo, no, Shane, ti prego, hai fatto il possibile, Dio, smettila di fare così”, e che stronzata, davvero, che sia stato lui a doverlo consolare per una sua fottuta mancanza del cazzo, e forse è per questo che adesso lo bacia, e forse è per questo che Rick non lo scosta, forse per questo o per chissà quale altro motivo, in ogni caso è troppo tardi per indagare, troppo tardi per fare domande scomode, troppo tardi per qualsiasi altra cosa.
È troppo tardi per il mondo intero, dopotutto. Figurarsi se non è già troppo tardi anche per loro.