film: juxian

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Drammatico/Malinconico
Pairing: Dieyi/Xiaolou
Rating: PG13
AVVISI: Boy's Love, What if?.
- Dopo gli avvenimenti in piazza, Juxian va da Dieyi per consegnargli la spada...
Commento dell'autrice: Per lungo tempo, sono stata indecisa se pubblicarla o meno… è molto breve e ricca di riferimenti al film, praticamente impossibile comprenderla se non lo si è visto… inoltre non è una semplice riflessione su una scena, ma una revisione intera, dopo la quale cambia anche tutto il corso del film (e se fosse andata così io sarei la donna più felice del mondo *___*) quindi probabilmente è anche un po’ difficile da accettare per i fan duri&puri del film XD Spero non si veda troppo la profonda antipatia che nutro nei confronti di Juxian O.O
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Piazza Grande


- Ti ho portato… la spada, Dieyi…
Alzò lo sguardo verso il cielo, e per un attimo vide solo grigio. Il grigio delle nuvole, che era lo stesso della sottile coltre di fumo che riempiva ancora la piazza dopo gli avvenimenti della mattina.
Poi, d’improvviso, la riconobbe. Che non è il termine più adatto, perché l’aveva già compreso nel sentire la sua voce e per le parole che lei gli aveva rivolto. Solo che… averla così davanti, dopo quello che le aveva detto… e con la spada, per giunta.
Juxian si sedette al suo fianco con l’arma in grembo.
- Con questa spada… vorresti che mi suicidassi, vero?
Le chiese con un sorriso amaro senza guardarla negli occhi. Lei si voltò a fissarlo. Nessun’ombra di pietà o di tristezza, solo tanta rabbia. Ed un odio smisurato.
- D’altronde, le concubine muoiono sempre…
Concluse la donna tornando a guardare la spada. Lui rimase a sguardo basso.
- Come dice tuo marito…
Disse evitando di pronunciare il suo nome.
- … “è solo teatro”.
La sentì agitarsi e stringere le mani attorno al prezioso fodero della lama.
- No, non lo è.
Lacrime. Quante aveva desiderato fargliene versare… quante avrebbe voluto…
Per mostrarle a Xiaolou.
Le ho fatto versare lacrime. Per te.
PIANGI, Juxian…
… puttana, piangi!
Ritornò calmo, dopo un istante di strana luce negli occhi.
- Si che lo è…
- Non lo è. Voi siete sempre… re e concubina… sul palco ed anche nella vita…
Dieyi non rispose nulla. Continuò a guardare in basso mentre lentamente la donna gli faceva scivolare la spada sulle gambe.
- Questa devi tenerla tu.
- Non so che farmene. Io e Xiaolou non reciteremo più insieme…
Lei lo guardò, austera, orgogliosa, forte.
Juxian era tutto ciò che lui non sarebbe mai stato. Tutto quello che Xiaolou avrebbe voluto, e che lui non avrebbe mai potuto dargli…?
- Fidati, Dieyi. Arriverà un momento in cui questa spada sarà l’unica cosa che vorrai.
Lo sapeva. Lo sapeva già, questo.
Una coltre di nubi nere invase il cielo già plumbeo, e cominciò a piovere sulle loro teste. Loro non accennarono a muoversi.
- Dieyi…
- Si?
- Devo dirti una cosa.
- Parla.
E fa in fretta. Voglio rimanere solo.
- Tu credi… di non essere nulla per Xiaolou…
Strinse forte i pugni, inarcando le sopracciglia.
- Non… non è questo…
- Ed allora cos’è? Dimmelo! Io devo saperlo! M’hai sempre odiata e penso continuerai a farlo, quindi voglio almeno sapere il motivo!
- Io… so perfettamente che tiene a me, ma…
- Ma COSA?! Dimmelo, dimmelo Dieyi, devi dirmelo!
Lo prese per le spalle scuotendolo forte. Tutti i gioielli sul suo corpo tintinnarono, ed era, stranamente, lo stesso rumore della pioggia sui loro corpi.
Come fossero fatti entrambi di metallo.
Lui serrò gli occhi.
- Io… io… è che… ho sempre saputo… che per quanto lui potesse tenere a me, e per quanto io potessi amarlo, sarebbe stato sempre MENO importante di te, perché tu, sgualdrina, sei DONNA!
Con le sue urla aumentò in maniera spropositata la furia del cielo. Tutto intorno si fece nero ed un tuono ruppe con violenza il silenzio della piazza. A rischiarare l’ambiente solo qualche sporadico lampo sempre seguito da strani borbottii che non presagivano nulla di buono.
Dieyi pianse, con Juxian e col cielo, e si augurò che Xiaolou stesse facendo lo stesso.
- … “io che son fanciullo per natura, donna mai sarò…”
L’uomo si lasciò andare ad un sorriso amaro.
- La conosci?
- E’ a te che l’ho sentito dire… una volta… che provavi con Xiaolou a porte chiuse…
- Origliavi?
Annuì.
- L’ho sempre fatto, quando eravate soli.
- Perché?
Si sentì indispettito. Lei lo guardò con una punta di disprezzo sulle labbra.
- Perché… ho sempre avuto paura di te… di quello che avresti potuto dirgli o fargli… di come avresti potuto convincerlo a…
Dieyi si alzò in piedi di scatto, urlando con voce stridula.
- Come ti permetti, sgualdrina?! Non avrei mai potuto prenderlo come avrei voluto! Per che razza di frocio senza onore mi hai preso?!
La schiaffeggiò con violenza su una guancia, e lei sostenne il colpo e lo sguardo.
- Dieyi… povero Dieyi… quanta compassione, mi fai…
- Zitta! Non osare!
- …e pensare che con lui sarebbe bastata una sola parola… se tu l’avessi detto…
- Juxian, attenta a te…!
- Se l’avessi detto… lo sai… che ti si sarebbe concesso!
In un attimo, la donna si ritrovò con la spada puntata alla gola.
- Non puoi parlare così… di me e Xiaolou…
Lei continuò a sfidarlo con lo sguardo.
- Vorresti uccidermi? Ora che ho ammesso la mia sconfitta? Ora che sai di essere sempre il primo dei suoi pensieri? Sai quante volte alla sera… malgrado io volessi con forza appagare i miei desideri, mi sono dovuta frenare o accontentarmi di me stessa? C’erano notti… in cui mi svegliava e mi sussurrava “Non riesco a non pensare a Dieyi, vado a trovarlo…”, soprattutto nel tuo periodo di dipendenza dall’oppio, ed io dovevo ancorarlo al letto con le mie urla disperate o sarebbe venuto da te e poi non sarebbe tornato mai più…
Dieyi continuò a guardarla per tutto il tempo. Con lo sguardo che si faceva via via sempre meno furioso e più desolato e triste. Il trucco ormai completamente spazzato via da pioggia e lacrime, aveva lasciato spazio al volto di un bellissimo uomo ancora nel fiore degli anni. Il vero Dieyi.
Come distinguerlo dalla concubina che interpretava sul palco?
- Xiaolou… prova per te un sentimento talmente profondo che neanche lo riconosce… e non so dargli un nome… e ti chiama fratello per cercare di convincersi tu sia solo questo…
Poi rise piano.
- Mi sono chiesta spesso… cosa tu possa mai avergli fatto… per legarlo così a te…
Se lo chiese anche lui. Tornò alla sua infanzia, alla prima volta che l’aveva visto, alla prima parola che gli aveva rivolto, al suo sentimento che, già allora, senza forma definita, sbocciava. E ricordò.
Una sera fredda. Una punizione severa. Lui che torna in camera a notte fonda, coperto di neve e bagnato fradicio.
Guardò Juxian con un sorriso dolce.
- Io… l’ho scaldato… col mio corpo, quando aveva freddo… e sono sempre stato… fedele a lui…
… come una concubina col suo re. E morirei, per continuare ad esserlo.
La donna sorrise, alzandosi in piedi.
- Non avevo dubbi. Bè, s’è fatto tardi.
Era persino tornato azzurro il cielo.
- Adesso devo proprio andare… volevo concludere il discorso rendendoti Xiaolou, ma mi rendo conto che non l’ho mai avuto sul serio. Per cui… ti saluto… tornerò alla mia vecchia dimora…
Piccola pausa, con sospiro.
So quanto ti faccia soffrire, Juxian. Non riesco ad esserne triste come dovrei, ma neanche felice come vorrei. In ogni caso ne sono cosciente.
- … e voi… recitate pure assieme… o fate un po’ qualsiasi altra cosa vogliate… non tornerò da Xiaolou a salutarlo. Vado via… immediatamente.
La osservò muovere qualche passo lontano da lui. Si alzò in piedi, il costume pesante impregnato di pioggia come la lunga parrucca.
- Signorina Juxian!
Si voltò piano con un sorriso mesto.
- Si…?
- Grazie di cuore.
Disse chinando il capo.
La vide abbandonare la piazza e le loro vite, sentendo un sentimento diverso nascergli nel cuore. Forse un po’ di rispetto nei suoi confronti.
Guardò anche la spada e si augurò di non doverla mai usare.
Poi, passo dopo passo, si diresse verso casa di Xiaolou.