rp: amanda seyfried

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Erotico.
Pairing: Hugh/Amanda.
Rating: NC-17.
AVVISI: Het, Lemon, PWP, Age Difference.
- "I had the most incredible birthday gift ever. Hugh Jackman [...], he sang Happy Birthday. But not without giving me a... very naughty lap dance. [...] But, you know, it was really short. He wasn't really giving all the goods," ha detto Amanda intervistata da Ellen DeGeneres a proposito della sua festa di compleanno. E questi sono i miei compulsory two cents sull'argomento XD
Note: La fic ha partecipato alla Notte Bianca #7 con prompt Lap dance come regalo di compleanno, ed inoltre filla il prompt #46 (Palcoscenico) della mia cartellina della Maritombola.
Also, devo piantarla di usare l'uccello di Hugh Jackman come regalo per tutte le mie fave persons in the world XD
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I COULDN’T FIND YOU A PRESENT
i searched wide and far, so instead i thought, heck! i’ll give you myself

- Hugh?
La voce di Amanda riecheggia in modo piuttosto inquietante, rimbalzando sulle pareti dell'auditorium vuoto e silenzioso mentre lei avanza circospetta nel buio, fra i tavoli vuoti sui quali gli inservienti hanno appoggiato le sedie al contrario per spazzare e pulire il pavimento dopo il caos della festa di compleanno che la produzione le ha regalato.
Preoccupata e con un principio di irritazione - non vorrebbe che tutto questo fosse solo uno stupido scherzo organizzato dagli altri per prenderla in giro - tira fuori dalla tasca della giacca il bigliettino che Hugh le ha fatto scivolare fra le dita mentre la abbracciava dopo aver finito di cantarle Tanti auguri a te. Il luogo è quello giusto, controlla l'orario - anche lui è quello giusto. Suppone di dover semplicemente aspettare, e lo fa, prendendo una sedia e spostandola al centro della stanza, per poi sedersi, le mani intrecciate sulle ginocchia, in attesa.
La luce sul piccolo palco in legno che copre parte della parete in fondo alla stanza si accende all'improvviso, abbagliandola. Amanda porta una mano alla fronte per coprire gli occhi, ormai abituati all'oscurità, mentre pian piano si adattano al cambiamento, e poi si sforza di mettere a fuoco la figura nera che avanza al centro del palcoscenico.
- Hugh...? - domanda, per assicurarsi che si tratti proprio di lui. Lui le risponde con una risata allegra, fermandosi in mezzo al palco ed osservandola da lì.
- Principessa. - la saluta, utilizzando il soprannome che si è abituato ad usare con lei da quando le riprese sono cominciate, - Scusa l'ora tarda, la segretezza e tutto il resto, ma non volevo rischiare di ritrovarmi al cospetto di un pubblico troppo nutrito.
- Sei uno scemo. - lo prende in giro lei, sollevata, le labbra che si piegano in un sorriso intenerito, - Non ne hai abbastanza di sorprendermi, per oggi?
- No. - risponde serenamente lui. Adesso Amanda può vederlo bene, e lo osserva stagliarsi contro lo sfondo scuro delle quinte, le mani in tasca ed un sorriso spavaldo a ringiovanire i tratti del viso. Indossa solo un paio di jeans scuri, una camicia bianca ed una giacca aperta davanti, e resta lì in piedi, le mani in tasca, apparentemente compiaciuto del modo in cui si riflette la sua figura nei grandi occhi azzurri di Amanda. - Niente musica, stavolta. - conclude, e sulle prime Amanda è così confusa e stupita da non riuscire neanche a capire cos'è che intenda.
Poi lui comincia a sfilarsi la giacca, ed è allora che Amanda realizza: prima di mettersi a cantare per lei, Hugh ha ballato. La lap dance nella quale si è prodotto, aggrappandosi comicamente ad uno dei pilastri della stanza e roteandovi intorno come un pagliaccio, ha scatenato l'ilarità in tutti i presenti, ma non in Amanda. C'era qualcosa, nel modo in cui la guardava mentre ballava, qualcosa che sembrava volerle suggerire che, se non ci fosse stata tutta quella gente intorno, sarebbe successo qualcosa di completamente diverso.
Amanda ha cercato di non pensarci, "è più facile così", si è detta, è più facile dimenticare che sia mai accaduto. Ma ora i suoi occhi sono fissi su Hugh, mentre lui si sfila lentamente i vestiti di dosso, uno dopo l'altro, e poi scende dal palco con un salto, avvicinandosi a lei.
Deglutisce a fatica quando, attraverso i pochi centimetri che li separano, sente il calore del suo corpo sulla pelle. Cerca ostinatamente i suoi occhi, provando disperatamente a non lasciar cadere lo sguardo sul suo corpo nudo. Hugh le sorride, le stringe una mano nella propria - così grande che la sua, piccola e bianca, al confronto quasi scompare - e la invita ad alzarsi. Aspetta appena che si sia messa in piedi, e poi la stringe alla vita con entrambe le braccia, tirandosela contro. Preme il suo corpo contro il proprio ed Amanda si lascia sfuggire un gemito sorpreso e senza fiato quando lo sente premere durissimo contro il proprio ventre.
- Buon compleanno. - le sussurra, le labbra piegate in un ghigno infantilmente divertito.
Amanda scoppia a ridere, coprendosi il viso con entrambe le mani, imbarazzata.
- Sei pazzo! - quasi squittisce, quando lui prende a muoversi lentamente contro di lei.
- Forse. - risponde lui, il sorriso che si fa più dolce mentre la osserva appoggiarsi con le mani al suo petto e poi protendersi tutta verso di lui, il viso dai lineamenti dolci che si solleva, le labbra piene e rosa che si arricciano in un minuscolo broncio alla ricerca di un bacio che basti a scioglierlo.
Hugh le lascia scivolare le mani sotto la giacca, percorrendo la curva della sua schiena da sopra il vestitino che indossa mentre la bacia lentamente, conducendola verso uno dei tavoli vuoti ammassati in fondo alla stanza, nella parte buia, la più lontana dal palcoscenico.
Amanda geme, un ansito dopo l'altro, mentre schiude le gambe per accoglierlo contro di sé. La voglia che ha di lui è tale da confonderla, e strattona con forza la propria giacca fino a riuscire ad aprirla e quasi strapparsela di dosso. Fra loro, adesso, c'è solo il tessuto leggero del suo vestito, e lei provvede a sfilarselo dalla testa con un movimento veloce. Lo lancia lontano, odiandolo come non pensava avrebbe mai potuto odiare uno stupido vestito solo perché le è d'intralcio; poi Hugh si schiaccia con forza contro di lei, e lei lo sente tutto, così vicino da toglierle il fiato, e le sboccia sulle labbra un gemito arreso mentre serra le gambe incrociate dietro la sua schiena, nel tentativo disperato di tenerselo ancorato addosso il più a lungo possibile.
Hugh lascia scivolare una mano fra i loro corpi, il corpo di Amanda, ogni centimetro della sua pelle reso ipersensibile dal desiderio, risponde protendendosi ancora più affannosamente verso di lui, al punto che le sue dita fanno fatica a raggiungere il suo bassoventre. La sfiora delicatamente attraverso il tessuto già bagnato delle mutandine, ma lei non gli lascia il tempo di perdersi in gentilezze simili: spinge il bacino in avanti, gettando indietro il capo quando sente due delle sue dita premere con forza contro il suo sesso.
Nel percepire il suo calore e il suo profumo buonissimo così vicini, anche Hugh perde quasi completamente coscienza di dove si trova. Chiude gli occhi, si abbandona con trasporto alla passione di Amanda un bacio dopo l'altro. Mentre lascia scivolare la lingua sulla sua, lascia scivolare anche le dita dentro di lei, accarezzandola intimamente e godendo dell'entusiasmo col quale lei risponde a quelle sue carezze, inarcandosi contro il suo corpo e gemendo sulla sua pelle.
Quando gli chiede di più, sussurrando una preghiera quasi disperata al suo orecchio, Hugh non potrebbe dirle di no neanche se lo desiderasse; ed in realtà, in questo momento, non c'è niente che desideri più al mondo di dirle infinitamente sì, di concederle tutto ciò che vuole, di darle ogni cosa di se stesso. Il sesso è sempre stata un'esperienza bellissima, prima di questo momento, soddisfacente, intima, giocosa, piacevole, ma mai davvero travolgente, Hugh non si è mai sentito rapito come si sente rapito ora, intrappolato fra le cosce di madreperla di questa ragazza bella come una dea che stringe le sue piccole braccia morbide e pallide attorno al suo collo, attirandoselo contro il più possibile.
Si lascia libero di smarrirsi dentro al suo corpo, sfiorandole i seni con le labbra e con le dita, spingendosi in profondità dentro di lei fino a sentirla aprirsi del tutto, abbandonarsi del tutto alla sua stretta ed alla forza delle sue spinte, disciogliersi in gemiti caldi e bagnati che scivolano loro addosso, rinchiudendoli in una bolla dalle pareti sottilissime eppure infrangibili, una bolla all'interno della quale la realtà non filtra e quell'angolo buio in quella stanza vuota è un luogo da sogno in cui il piacere, amplificandosi, risveglia tutti i loro sensi, confondendoli.
Hugh non ha idea di quanto duri, ma sa che finisce troppo in fretta. Sarebbe finito troppo in fretta anche se fosse durato per ore.
Amanda, distesa pigramente sul tavolo sotto di lui, si stiracchia come un gatto, le labbra morbide e gonfie di baci piegate in un sorriso furbetto mentre si lascia cullare dalle lente onde di piacere che ancora si gonfiano nel suo bassoventre anche una volta che l'orgasmo è passato.
- Sai cosa? - dice quindi in tono sonnacchioso, allacciandolo al collo per coprirlo di baci teneri e confusi, - Tieniti libero, il prossimo tre dicembre.
Hugh ride, scuotendo lentamente il capo.
- Non abituartici, principessa. - finge di rimproverarla bonariamente.
In realtà sta già controllando mentalmente l'agenda degli appuntamenti del duemilatredici, per essere sicuro di ritagliarsi una mezz'ora di libertà anche per il prossimo compleanno di Amanda.