Genere: Generale
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
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Mamma... mamma, papà... vi detesto.
Ma mi ascoltate? Mi *sentite* almeno? Perché non pretendo più che voi possiate capire, ma almeno accorgervi del mio dolore, no...?
Strepita, strepita, strepita.
- Smettila di strepitare!
Urla, urla, urla.
- Smettila di urlare!
Piangi, piangi, piangi.
- Smettila di piangere!
Ed allora silenzio.
- Per carità, non rinchiuderti nel tuo solito silenzio, adesso...
Ma... nemmeno questo? Devo suicidarmi? DITEMELO, almeno!
Cioè... non conto proprio nulla... e si parla di me, dei miei affetti, cazzo... SONO IO che soffro...
Vi odio. Davvero.
Magari non lo può capire nessuno. Magari io adesso scrivo queste cazzate una dietro l'altra, spreco pagine di un quaderno che dovrebbe servire per le versioni di latino ed i commenti alle novelle di Boccaccio, e se qualcuno le leggesse direbbe solo "Questa ha problemi mentali!". Anzi, togliete il "magari" ed i condizionali, li ho usati a sproposito, perché è una certezza.
Cosa è successo? Ve lo spiego io, cosa è successo. Mi hanno portato via il mio unico amore... me l'hanno rubato... rubato e rinchiuso...
Io non capisco. Mi sforzo di comprendere il meccanismo malato che vi autorizza a rubarmi l'amore, ma non riesco. Non riesco. Però intanto continuo a scrivere. E lo faccio anche perché era lui stesso a chiedermelo, continuamente.
"- Hai talento. Davvero. C'è ancora qualcosa di confuso qua e là, ma nel complesso è un ottimo lavoro.
- G-Grazie...
Si rigirò i fogli fra le mani, mentre fissava il pavimento al colmo dell’imbarazzo per la raffica di complimenti ricevuti.
- Ci ho trovato una pecca grave, però.
Sollevò nuovamente lo sguardo per fissarlo e perdersi in quel verde che tanto aveva imparato ad apprezzare.
- Grave, dice…? Che pecca?
- Certe descrizioni di taluni sentimenti… sembrano forzate. Anzi, sono sicuro lo siano. D’ora in poi…
Le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla e sfiorandole i capelli con le dita.
- … cerca di scrivere quando provi qualcosa. Non quando ti senti vuota dentro.”
Ecco. Questo, per esempio. Lo sapete? Lo sapete o no che SOLO LUI mi diceva cose del genere? Frasi che mi scuotevano nel profondo, dandomi modo di ritrovare la vera me stessa. Solo lui. E sapete perché? Perché solo a lui interessava davvero la mia reale natura. I miei reali pensieri. Io stessa.
E voi… voi che adesso cercate di convincermi che l’avete fatto per il mio bene… e chissà, magari ci credete perfino… ci credete davvero… avete idea… di quanta pena mi fate? Di quanto ribrezzo provo anche solo sentendovi parlare? Del disgusto che mi porterebbe a corrervi lontano il più velocemente possibile? Della rabbia che mi pervade interamente devastandomi nel profondo ogni volta che vi guardo? Io non credo.
“- Non li sopporto più, i miei genitori…
Si appoggiò al petto dell’uomo sbuffando.
- Dicono continuamente ‘Non puoi uscire così presto e ritirarti così tardi, devi studiare!’. A loro non importa nulla di me… della mia vera felicità…
Lui le carezzò dolcemente una guancia con la mano.
- Il problema dei genitori è che troppo spesso dimenticano come utilizzare bene l’immenso amore che provano per i loro figli…
Lei si alzò sulle braccia, fissandolo negli occhi.
- Come puoi giustificarli?!
Ma dovette arrendersi di fronte al suo sguardo dolce ed alla sua carezza tenera.
- Sono stato padre anch’io…”
Non capisco come mai adesso mi vengano in mente solo queste scene insignificanti e non i momenti più intensi… non le carezze audaci… non i baci ardenti… neanche la dichiarazione, o la nostra prima volta insieme…
Sarà che l’amo per tutto ciò che è, ed anche certe sciocchezze hanno importanza se è lui ad entrarci qualcosa.
Me lo chiedo, sapete? Mi chiedo… è il fatto che fosse stato sposato e che avesse avuto una famiglia? È il fatto che dopo la morte di sua moglie e suo figlio lui non avesse amato più nessuno e solo con me si fosse riaperto al mondo? È IL FATTO CHE AVESSE QUARANTANNI E CHE IO NE AVESSI DICIASSETTE? È questo, che ve l’ha fatto bollare come criminale e molestatore al punto da denunciarlo per violenza? VIOLENZA! Nessuno era mai stato più dolce, con me. No, neanche voi.
Ed è perché aveva quarant’anni ed io diciassette, che ci avete rovinato la vita?
“Cara Maggie,
fortunatamente qui in prigione non stanno particolarmente attenti al contenuto delle missive di un povero ex professore finito in galera per essere andato a letto con una sua studentessa – anche in questo sono puritani a metà, toh! – quindi posso scriverti. Spero veramente che i tuoi genitori non incappino fortunosamente in questa lettera o probabilmente sarebbero capaci di provare a farmi condannare a morte. E non dubito che ci riuscirebbero.
Ma non voglio parlare di questo! Voglio dire che qui dietro le sbarre si sta soli. Molto soli. Però a te continuo a pensarci. Oh si, questo non possono togliercelo, amore.
Io uscirò, prima o poi. Quindi non preoccuparti per la mia incolumità. Ed io… no, non posso chiederti di aspettare dieci anni, tesoro, ma se per caso… se per caso fra dieci anni dovessimo ancora amarci… bè, lo sai. Ti ho promesso la casa in collina, in fondo.
Nel frattempo, spero mi amerai il più a lungo possibile. È un sentimento che percepisco e mi tiene vivo più dell’aria.
Io t’amerò comunque per sempre. Quando un vecchietto della mia età si fissa su qualcosa diventa difficile distoglierlo!
Ti mando un bacio. Ed un “vaffanculo” ai tuoi. Ti amo.
Per sempre tuo,
E’ stata una fortuna che voi non foste a casa quando è arrivata la lettera, così ho potuto leggerla e piangere per un paio d’ore, e far finta di niente al vostro ritorno.
Spero siate soddisfatti adesso. Adesso che è condannato come se m’avesse violentata.
Con che coraggio mi avete impedito di testimoniare perché “ero ancora psicologicamente instabile per il forte trauma”? E con quale ipocrisia il giudice ha deciso che poteva andare anche bene senza sentirmi, visto che sono minorenne? CRISTO, mancano sei mesi a questi fottuti diciott’anni!
…
…
…
Mi sento distrutta. Ed esausta. Quindi adesso chiudo gli occhi e dormo. Mi risveglierò, tranquilli, suicidarmi sarebbe arrendermi. Ed io non intendo cedere.
Per tutto il tempo che mi separa dal ricongiungimento col mio amore, i miei occhi non piangeranno lacrime per nessun’altro e per nient’altro, e la mia voce non urlerà altro nome, e le mie mani non brameranno altro corpo. E soprattutto, il mio cuore non sarà aperto a null’altro. Men che meno a voi.
Mamma, papà, lasciate ogni speranza. Avete perso.
Dall’autrice… Storia vera, giornale locale. Mi ha colpita tantissimo e ci ho scritto su.
Ma mi ascoltate? Mi *sentite* almeno? Perché non pretendo più che voi possiate capire, ma almeno accorgervi del mio dolore, no...?
Strepita, strepita, strepita.
- Smettila di strepitare!
Urla, urla, urla.
- Smettila di urlare!
Piangi, piangi, piangi.
- Smettila di piangere!
Ed allora silenzio.
- Per carità, non rinchiuderti nel tuo solito silenzio, adesso...
Ma... nemmeno questo? Devo suicidarmi? DITEMELO, almeno!
Cioè... non conto proprio nulla... e si parla di me, dei miei affetti, cazzo... SONO IO che soffro...
Vi odio. Davvero.
Magari non lo può capire nessuno. Magari io adesso scrivo queste cazzate una dietro l'altra, spreco pagine di un quaderno che dovrebbe servire per le versioni di latino ed i commenti alle novelle di Boccaccio, e se qualcuno le leggesse direbbe solo "Questa ha problemi mentali!". Anzi, togliete il "magari" ed i condizionali, li ho usati a sproposito, perché è una certezza.
Cosa è successo? Ve lo spiego io, cosa è successo. Mi hanno portato via il mio unico amore... me l'hanno rubato... rubato e rinchiuso...
Io non capisco. Mi sforzo di comprendere il meccanismo malato che vi autorizza a rubarmi l'amore, ma non riesco. Non riesco. Però intanto continuo a scrivere. E lo faccio anche perché era lui stesso a chiedermelo, continuamente.
"- Hai talento. Davvero. C'è ancora qualcosa di confuso qua e là, ma nel complesso è un ottimo lavoro.
- G-Grazie...
Si rigirò i fogli fra le mani, mentre fissava il pavimento al colmo dell’imbarazzo per la raffica di complimenti ricevuti.
- Ci ho trovato una pecca grave, però.
Sollevò nuovamente lo sguardo per fissarlo e perdersi in quel verde che tanto aveva imparato ad apprezzare.
- Grave, dice…? Che pecca?
- Certe descrizioni di taluni sentimenti… sembrano forzate. Anzi, sono sicuro lo siano. D’ora in poi…
Le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla e sfiorandole i capelli con le dita.
- … cerca di scrivere quando provi qualcosa. Non quando ti senti vuota dentro.”
Ecco. Questo, per esempio. Lo sapete? Lo sapete o no che SOLO LUI mi diceva cose del genere? Frasi che mi scuotevano nel profondo, dandomi modo di ritrovare la vera me stessa. Solo lui. E sapete perché? Perché solo a lui interessava davvero la mia reale natura. I miei reali pensieri. Io stessa.
E voi… voi che adesso cercate di convincermi che l’avete fatto per il mio bene… e chissà, magari ci credete perfino… ci credete davvero… avete idea… di quanta pena mi fate? Di quanto ribrezzo provo anche solo sentendovi parlare? Del disgusto che mi porterebbe a corrervi lontano il più velocemente possibile? Della rabbia che mi pervade interamente devastandomi nel profondo ogni volta che vi guardo? Io non credo.
“- Non li sopporto più, i miei genitori…
Si appoggiò al petto dell’uomo sbuffando.
- Dicono continuamente ‘Non puoi uscire così presto e ritirarti così tardi, devi studiare!’. A loro non importa nulla di me… della mia vera felicità…
Lui le carezzò dolcemente una guancia con la mano.
- Il problema dei genitori è che troppo spesso dimenticano come utilizzare bene l’immenso amore che provano per i loro figli…
Lei si alzò sulle braccia, fissandolo negli occhi.
- Come puoi giustificarli?!
Ma dovette arrendersi di fronte al suo sguardo dolce ed alla sua carezza tenera.
- Sono stato padre anch’io…”
Non capisco come mai adesso mi vengano in mente solo queste scene insignificanti e non i momenti più intensi… non le carezze audaci… non i baci ardenti… neanche la dichiarazione, o la nostra prima volta insieme…
Sarà che l’amo per tutto ciò che è, ed anche certe sciocchezze hanno importanza se è lui ad entrarci qualcosa.
Me lo chiedo, sapete? Mi chiedo… è il fatto che fosse stato sposato e che avesse avuto una famiglia? È il fatto che dopo la morte di sua moglie e suo figlio lui non avesse amato più nessuno e solo con me si fosse riaperto al mondo? È IL FATTO CHE AVESSE QUARANTANNI E CHE IO NE AVESSI DICIASSETTE? È questo, che ve l’ha fatto bollare come criminale e molestatore al punto da denunciarlo per violenza? VIOLENZA! Nessuno era mai stato più dolce, con me. No, neanche voi.
Ed è perché aveva quarant’anni ed io diciassette, che ci avete rovinato la vita?
“Cara Maggie,
fortunatamente qui in prigione non stanno particolarmente attenti al contenuto delle missive di un povero ex professore finito in galera per essere andato a letto con una sua studentessa – anche in questo sono puritani a metà, toh! – quindi posso scriverti. Spero veramente che i tuoi genitori non incappino fortunosamente in questa lettera o probabilmente sarebbero capaci di provare a farmi condannare a morte. E non dubito che ci riuscirebbero.
Ma non voglio parlare di questo! Voglio dire che qui dietro le sbarre si sta soli. Molto soli. Però a te continuo a pensarci. Oh si, questo non possono togliercelo, amore.
Io uscirò, prima o poi. Quindi non preoccuparti per la mia incolumità. Ed io… no, non posso chiederti di aspettare dieci anni, tesoro, ma se per caso… se per caso fra dieci anni dovessimo ancora amarci… bè, lo sai. Ti ho promesso la casa in collina, in fondo.
Nel frattempo, spero mi amerai il più a lungo possibile. È un sentimento che percepisco e mi tiene vivo più dell’aria.
Io t’amerò comunque per sempre. Quando un vecchietto della mia età si fissa su qualcosa diventa difficile distoglierlo!
Ti mando un bacio. Ed un “vaffanculo” ai tuoi. Ti amo.
Per sempre tuo,
Maurice”
E’ stata una fortuna che voi non foste a casa quando è arrivata la lettera, così ho potuto leggerla e piangere per un paio d’ore, e far finta di niente al vostro ritorno.
Spero siate soddisfatti adesso. Adesso che è condannato come se m’avesse violentata.
Con che coraggio mi avete impedito di testimoniare perché “ero ancora psicologicamente instabile per il forte trauma”? E con quale ipocrisia il giudice ha deciso che poteva andare anche bene senza sentirmi, visto che sono minorenne? CRISTO, mancano sei mesi a questi fottuti diciott’anni!
…
…
…
Mi sento distrutta. Ed esausta. Quindi adesso chiudo gli occhi e dormo. Mi risveglierò, tranquilli, suicidarmi sarebbe arrendermi. Ed io non intendo cedere.
Per tutto il tempo che mi separa dal ricongiungimento col mio amore, i miei occhi non piangeranno lacrime per nessun’altro e per nient’altro, e la mia voce non urlerà altro nome, e le mie mani non brameranno altro corpo. E soprattutto, il mio cuore non sarà aperto a null’altro. Men che meno a voi.
Mamma, papà, lasciate ogni speranza. Avete perso.
Dall’autrice… Storia vera, giornale locale. Mi ha colpita tantissimo e ci ho scritto su.