Genere: Generale
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
Rating: NC-17 (riferito a tutta la raccolta nella sua complessità)
AVVISI: Angst, Boy's love, Chanslash, Girl's love, Incest, Lime, Violence.
- Una raccolta di racconti originali che hanno a che fare con la mia vita e con quella delle persone che conosco.
Commento dell'autrice: Questa è una cosa a cui tengo parecchio. E' come se fosse una sorta di diario romanzato. Tutto quanto è rigorosamente vero.
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
- Marti…
- …
- …Marti, me lo dai un bacio?
Io non lo capisco, questo ragazzo.
- Federico, sei scemo?
- E cosa avrò mai chiesto…
Una scena che si ripete uguale, ogni giorno, da un mese a questa parte.
- Visto? Sei scemo. Hai perso.
Io e lui davanti ai videogiochi. Sono negata al nintendo, lui è molto più bravo di me. Però manca di concentrazione.
- Fa nulla. Adesso ti faccio vedere io…
Sorrido beffarda atterrando il Boia per l’ennesima volta. Namira non è mai stata così forte.
- Arrenditi e cambiamo gioco, su…
- No, ho deciso di batterti!
Solitamente non parliamo di idiozie simili, ma questo pomeriggio l’atmosfera è troppo tesa per accennare qualcosa riguardo un argomento serio.
- …allora, questo bacio…?
Infastidita, lo guardo.
- Torni ancora con questa storia, Federico?! Ci hai rotto!
Lui fa una smorfia infantile, facendo tremare il labbro inferiore.
- E poi tu adesso stai con Vale, quindi piantala.
E’ più grande di me, ma quando sto con lui mi sento quasi adulta. È’ immaturo da morire.
È bello da lasciare senza fiato.
Dio, come ce l’ho con lui…
- Ti ho battuta.
Fingo disinteresse.
- Bè, non finirò certo in psicanalisi per questo…
Lui sorride.
- Dai, vieni qui…
Lo guardo diffidente.
- Su… in ricordo dei vecchi tempi!
I “vecchi tempi”, o almeno quelli che sono tali per lui, anche se a volte potrebbe non sembrare, risalgono a due mesi fa o poco più.
Effettivamente, se guardo noi due adesso, quel periodo sembra lontano anche a me. Una cosa assurda.
- No…
- Ah, Marti: sei un’angoscia!
- Oh, vorrei vedere te se ti prendessi in giro come fai tu!
Lui ride ironico.
- Sei proprio una mocciosa tu…
Mi incazzo tantissimo quando fa così.
Questi suoi quattro anni di superiorità fisica gli fanno credere di potersi permettere chissà cosa. Invece no, Federico, invece no.
- Basta, vado a casa.
- Ma sono appena le sei! Non fare l’offesa!
- Scusa, se hai voglia perché non chiami Vale?
- Perché non ho voglia di lei.
Normalmente, la sincerità è qualcosa che apprezzo. Ma vorrei capire, in questa situazione, che senso ha? Se mi ha lasciata per mettersi con lei – lei che aveva appena incontrato, lei con cui ha già fatto l’amore dopo una settimana – per quale motivo adesso dovrebbe sinceramente dirmi che ha voglia di stare con me? Non posso soffrirlo.
- Marti, ce l’hai con me?
Stringo i pugni.
- Si, ce l’ho con te!
- Perché?
- Devo farti un ripassino delle puntate precedenti? Luglio: ci si incontra al mare, ci si frequenta, ci si mette insieme. Agosto e settembre: passo i due mesi più belli della mia vita, e ricordo che anche tu mi dicevi lo stesso. Ottobre: ti faccio conoscere Valentina, ti prendi un cazzo di colpo di fulmine, ti metti con lei. Te la scopi e ti ci diverti. Novembre: io sto in agonia, soffrendo d’amore per te mentre tu te la spassi con la mia migliore amica, alla quale non hai detto che stavi con me prima che con lei. A proposito, mi domando perché non gliel’abbia detto io stessa! Dicembre, ADESSO, cosa diavolo hai? Perché continui a provarci con me? Stai con lei, cazzo! Lasciami in pace! O è una specie di tortura? Appena comincio a rassegnarmi all’idea che non sei più mio tu VANIFICHI i miei sforzi e mi rompi le palle così OGNI SANTO POMERIGGIO!
- Potresti anche non venire.
- INFATTI NON SO PERCHE’ TORNO OGNI VOLTA!
Mi giro verso la porta, faccio per andarmene; poi torno a guardarlo, mi avvicino. Lo schiaffeggio.
- CRETINO!
- A-Ahi… Martina, sei impazzita…?
- Torno perché voglio vederti!
Non dovrei lasciarmi andare così al pianto. Non davanti a lui, almeno. Eppure, non riesco a trattenere le lacrime…
Lui si avvicina a me, mi mette una mano sulla testa e mi fa appoggiare sul suo petto.
- Dovrei piangere io, quello schiaffo assurdo mi ha fatto male…
- Te lo meriti, - singhiozzo io – sei uno scemo.
Federico rimane silenzioso. Non riesco a vedere la sua espressione, ma sento il battito del suo cuore. È tranquillo. Lui lo è sempre.
- Martina, io fra due settimane parto.
In un primo momento non capisco. Poi realizzo cos’ha detto. Vorrei allontanarmi da lui e guardarlo negli occhi, ma mi tiene strettissima e non mi lascia andare.
- Di che parli?
- Mamma. Sta peggio. Dobbiamo partire per l’operazione e poi c’è tutta la riabilitazione da seguire. Andiamo in Austria, ed ora come ora non saprei dirti quando torneremo. Se torneremo.
Incredibile, sto ancora piangendo…
- A Vale l’hai detto?
- Non ancora. Ma non mi interessa molto che lei lo sappia. Penso che domani la lascerò.
- …
- A me dispiace, Marti. Mi dispiace tutto quello che è successo. Sono un bastardo, lo so.
Stringo tra le dita un lembo della sua felpa. Se mi scosto un po’ vedo che ho lasciato un bell’alone bagnato in corrispondenza dei miei occhi.
- Lo sei davvero…
- Scusami. Però, Martina, se c’è una persona che ho amato nella mia vita oltre a mia madre, quella persona sei tu. Ed anzi, toglici il se. E’ stupido parlare per ipotesi di qualcosa che so per certo essere vero.
- Però tu… mi hai presa in giro e ti sei comportato male…
Lui mi stringe ancora. Sto annegando in questo abbraccio.
- Scusami. Non hai motivo di farlo, ma te ne prego. Vorrei che tutto questo non fosse mai successo.
- …non puoi andare via…
- Mi dispiace.
- …
- Me lo dai un bacio, Martina?
Mi sollevo sulle punte dei piedi e lo bacio a fior di labbra. Lui ci mette poco a rendere un bacio innocente qualcosa di più. Senza capire come sono sul suo letto, avvinghiata a lui come se da questo dipendesse la sua partenza. Mi stacco quasi controvoglia, ma devo dirgli una cosa importante, e gliela dico tutta pressata contro di lui, col volto nascosto tra mento e spalla.
- Facciamo l’amore, Fede?
Lo sento irrigidirsi ed afferrarmi per le spalle con entrambe le mani. Sapevo che l’avrebbe fatto. L’ha sempre fatto.
- Marti…
Cerca di allontanarmi da lui, prima con poca convinzione, poi sempre più decisamente.
- Fede, facciamo l’amore…
- Marti, ti prego…
- No! Non è giusto! Tu mi chiedi baci ed abbracci, insistentemente, da settimane, ed alla fine li ottieni. Adesso io ti sto chiedendo di lasciarmi qualcosa di più profondo, perché tu te ne andrai e forse non tornerai ed io ho bisogno di sentirti vicino, vicino davvero, almeno per una volta…
- Martina, ho detto no.
Smette di cercare di allontanarmi con le buone e ci prova con le cattive, alzandosi seduto. Ma io lo tengo stretto, stretto ed ancorato al letto.
- Martina, piantala!
- Ma perché non vuoi?
- Non “voglio”? Ma sei proprio una bambina, cazzo! Ti sembra che io non “voglia”?
- Ma… mi allontani…
- Appunto dico che sei piccola! Oltre ad ascoltare le mie parole, GUARDAMI ogni tanto!
Abbasso gli occhi sui suoi pantaloni, notando chiaro segno della sua voglia; la qual cosa mi fa infuriare ancora di più.
- Ma allora che senso ha? Lo sai che DETESTO quando qualcuno si obbliga a fare ciò che non vuole…
Con uno scatto improvviso riesce a mettersi seduto. Io lo seguo nel movimento. Mi fissa negli occhi, preparandosi a fare un discorso serio.
- Senti, Martina: davvero pensi che sarebbe la cosa migliore se facessi l’amore con te?
Annuisco convinta, senza un’esitazione.
Lui sbuffa sconsolato.
- Ammetto che tu sia, fisicamente e mentalmente, molto matura… ma ciò non toglie che tu abbia tredici anni.
Quanto sono infastidita…
- Ma qual è il problema?!
- Che io posso amarti quanto vuoi, Marti, ma non posso prendermi la tua verginità… non adesso, sei troppo piccola, e non così, perché sto andando via e sarebbe una vigliaccata, amore mio…
Abbasso lo sguardo. Sono frustrata. C’è il fatto che non sta con me, c’è il fatto che ha diciassette anni, c’è il fatto che presto andrà lontano, c’è il fatto che lo detesto eppure lo voglio così tanto…
Non riesco a gestirli, io, tutti questi sentimenti… forse è vero, sono troppo piccola per una cosa del genere…
- Fede… tu perché ti sei innamorato di me?
Lui torna a distendersi sul letto, sbuffando, ed io mi accuccio al suo fianco.
- Mh… penso che sia stato proprio perché tu… dimostri una gran maturità e molta freddezza, ma poi, vedi?, sei una bimbetta… sei talmente carina che quasi commuovi un bastardo come me…
Lo abbraccio stretto.
- Tutto qui?
- Ehi, è uno dei complimenti più sentiti che io abbia mai fatto… sii grata…!
Ridacchio rassegnata.
- Ma si… grazie…
Rimaniamo in silenzio mentre io mi avvicino ancora e lo abbraccio più stretto.
- Senti… se adesso non vuoi che le mie belle parole vadano sprecate ed io ti salti addosso comunque, fai meglio ad andare via…
- Davvero? – chiedo speranzosa.
- Ovviamente si fa per dire. Ti ho detto niente sesso!
Lo bacio di nuovo.
- Sei un bastardo… non è giusto.
- Stai frignando…
- Lo so…
Mi alzo dal letto, lo saluto con un bacio sulla guancia.
- Forse è meglio che ci diciamo addio adesso, non so quanto una tua futura visita possa essere saggia.
Annuisco.
- Addio, Federico.
- Addio.
Un passo dopo l’altro, esco dalla stanza.
Non so per quanto tempo l’ho ascoltato piangere al di là della porta, prima di andare via.
Dall’autrice… Storia personalissima, risalente alla prima volta che sono stata lasciata ;_; Uh, che ricordi che mi saltano su, quando penso a quel ragazzo >.< Incredibile!
- …
- …Marti, me lo dai un bacio?
Io non lo capisco, questo ragazzo.
- Federico, sei scemo?
- E cosa avrò mai chiesto…
Una scena che si ripete uguale, ogni giorno, da un mese a questa parte.
- Visto? Sei scemo. Hai perso.
Io e lui davanti ai videogiochi. Sono negata al nintendo, lui è molto più bravo di me. Però manca di concentrazione.
- Fa nulla. Adesso ti faccio vedere io…
Sorrido beffarda atterrando il Boia per l’ennesima volta. Namira non è mai stata così forte.
- Arrenditi e cambiamo gioco, su…
- No, ho deciso di batterti!
Solitamente non parliamo di idiozie simili, ma questo pomeriggio l’atmosfera è troppo tesa per accennare qualcosa riguardo un argomento serio.
- …allora, questo bacio…?
Infastidita, lo guardo.
- Torni ancora con questa storia, Federico?! Ci hai rotto!
Lui fa una smorfia infantile, facendo tremare il labbro inferiore.
- E poi tu adesso stai con Vale, quindi piantala.
E’ più grande di me, ma quando sto con lui mi sento quasi adulta. È’ immaturo da morire.
È bello da lasciare senza fiato.
Dio, come ce l’ho con lui…
- Ti ho battuta.
Fingo disinteresse.
- Bè, non finirò certo in psicanalisi per questo…
Lui sorride.
- Dai, vieni qui…
Lo guardo diffidente.
- Su… in ricordo dei vecchi tempi!
I “vecchi tempi”, o almeno quelli che sono tali per lui, anche se a volte potrebbe non sembrare, risalgono a due mesi fa o poco più.
Effettivamente, se guardo noi due adesso, quel periodo sembra lontano anche a me. Una cosa assurda.
- No…
- Ah, Marti: sei un’angoscia!
- Oh, vorrei vedere te se ti prendessi in giro come fai tu!
Lui ride ironico.
- Sei proprio una mocciosa tu…
Mi incazzo tantissimo quando fa così.
Questi suoi quattro anni di superiorità fisica gli fanno credere di potersi permettere chissà cosa. Invece no, Federico, invece no.
- Basta, vado a casa.
- Ma sono appena le sei! Non fare l’offesa!
- Scusa, se hai voglia perché non chiami Vale?
- Perché non ho voglia di lei.
Normalmente, la sincerità è qualcosa che apprezzo. Ma vorrei capire, in questa situazione, che senso ha? Se mi ha lasciata per mettersi con lei – lei che aveva appena incontrato, lei con cui ha già fatto l’amore dopo una settimana – per quale motivo adesso dovrebbe sinceramente dirmi che ha voglia di stare con me? Non posso soffrirlo.
- Marti, ce l’hai con me?
Stringo i pugni.
- Si, ce l’ho con te!
- Perché?
- Devo farti un ripassino delle puntate precedenti? Luglio: ci si incontra al mare, ci si frequenta, ci si mette insieme. Agosto e settembre: passo i due mesi più belli della mia vita, e ricordo che anche tu mi dicevi lo stesso. Ottobre: ti faccio conoscere Valentina, ti prendi un cazzo di colpo di fulmine, ti metti con lei. Te la scopi e ti ci diverti. Novembre: io sto in agonia, soffrendo d’amore per te mentre tu te la spassi con la mia migliore amica, alla quale non hai detto che stavi con me prima che con lei. A proposito, mi domando perché non gliel’abbia detto io stessa! Dicembre, ADESSO, cosa diavolo hai? Perché continui a provarci con me? Stai con lei, cazzo! Lasciami in pace! O è una specie di tortura? Appena comincio a rassegnarmi all’idea che non sei più mio tu VANIFICHI i miei sforzi e mi rompi le palle così OGNI SANTO POMERIGGIO!
- Potresti anche non venire.
- INFATTI NON SO PERCHE’ TORNO OGNI VOLTA!
Mi giro verso la porta, faccio per andarmene; poi torno a guardarlo, mi avvicino. Lo schiaffeggio.
- CRETINO!
- A-Ahi… Martina, sei impazzita…?
- Torno perché voglio vederti!
Non dovrei lasciarmi andare così al pianto. Non davanti a lui, almeno. Eppure, non riesco a trattenere le lacrime…
Lui si avvicina a me, mi mette una mano sulla testa e mi fa appoggiare sul suo petto.
- Dovrei piangere io, quello schiaffo assurdo mi ha fatto male…
- Te lo meriti, - singhiozzo io – sei uno scemo.
Federico rimane silenzioso. Non riesco a vedere la sua espressione, ma sento il battito del suo cuore. È tranquillo. Lui lo è sempre.
- Martina, io fra due settimane parto.
In un primo momento non capisco. Poi realizzo cos’ha detto. Vorrei allontanarmi da lui e guardarlo negli occhi, ma mi tiene strettissima e non mi lascia andare.
- Di che parli?
- Mamma. Sta peggio. Dobbiamo partire per l’operazione e poi c’è tutta la riabilitazione da seguire. Andiamo in Austria, ed ora come ora non saprei dirti quando torneremo. Se torneremo.
Incredibile, sto ancora piangendo…
- A Vale l’hai detto?
- Non ancora. Ma non mi interessa molto che lei lo sappia. Penso che domani la lascerò.
- …
- A me dispiace, Marti. Mi dispiace tutto quello che è successo. Sono un bastardo, lo so.
Stringo tra le dita un lembo della sua felpa. Se mi scosto un po’ vedo che ho lasciato un bell’alone bagnato in corrispondenza dei miei occhi.
- Lo sei davvero…
- Scusami. Però, Martina, se c’è una persona che ho amato nella mia vita oltre a mia madre, quella persona sei tu. Ed anzi, toglici il se. E’ stupido parlare per ipotesi di qualcosa che so per certo essere vero.
- Però tu… mi hai presa in giro e ti sei comportato male…
Lui mi stringe ancora. Sto annegando in questo abbraccio.
- Scusami. Non hai motivo di farlo, ma te ne prego. Vorrei che tutto questo non fosse mai successo.
- …non puoi andare via…
- Mi dispiace.
- …
- Me lo dai un bacio, Martina?
Mi sollevo sulle punte dei piedi e lo bacio a fior di labbra. Lui ci mette poco a rendere un bacio innocente qualcosa di più. Senza capire come sono sul suo letto, avvinghiata a lui come se da questo dipendesse la sua partenza. Mi stacco quasi controvoglia, ma devo dirgli una cosa importante, e gliela dico tutta pressata contro di lui, col volto nascosto tra mento e spalla.
- Facciamo l’amore, Fede?
Lo sento irrigidirsi ed afferrarmi per le spalle con entrambe le mani. Sapevo che l’avrebbe fatto. L’ha sempre fatto.
- Marti…
Cerca di allontanarmi da lui, prima con poca convinzione, poi sempre più decisamente.
- Fede, facciamo l’amore…
- Marti, ti prego…
- No! Non è giusto! Tu mi chiedi baci ed abbracci, insistentemente, da settimane, ed alla fine li ottieni. Adesso io ti sto chiedendo di lasciarmi qualcosa di più profondo, perché tu te ne andrai e forse non tornerai ed io ho bisogno di sentirti vicino, vicino davvero, almeno per una volta…
- Martina, ho detto no.
Smette di cercare di allontanarmi con le buone e ci prova con le cattive, alzandosi seduto. Ma io lo tengo stretto, stretto ed ancorato al letto.
- Martina, piantala!
- Ma perché non vuoi?
- Non “voglio”? Ma sei proprio una bambina, cazzo! Ti sembra che io non “voglia”?
- Ma… mi allontani…
- Appunto dico che sei piccola! Oltre ad ascoltare le mie parole, GUARDAMI ogni tanto!
Abbasso gli occhi sui suoi pantaloni, notando chiaro segno della sua voglia; la qual cosa mi fa infuriare ancora di più.
- Ma allora che senso ha? Lo sai che DETESTO quando qualcuno si obbliga a fare ciò che non vuole…
Con uno scatto improvviso riesce a mettersi seduto. Io lo seguo nel movimento. Mi fissa negli occhi, preparandosi a fare un discorso serio.
- Senti, Martina: davvero pensi che sarebbe la cosa migliore se facessi l’amore con te?
Annuisco convinta, senza un’esitazione.
Lui sbuffa sconsolato.
- Ammetto che tu sia, fisicamente e mentalmente, molto matura… ma ciò non toglie che tu abbia tredici anni.
Quanto sono infastidita…
- Ma qual è il problema?!
- Che io posso amarti quanto vuoi, Marti, ma non posso prendermi la tua verginità… non adesso, sei troppo piccola, e non così, perché sto andando via e sarebbe una vigliaccata, amore mio…
Abbasso lo sguardo. Sono frustrata. C’è il fatto che non sta con me, c’è il fatto che ha diciassette anni, c’è il fatto che presto andrà lontano, c’è il fatto che lo detesto eppure lo voglio così tanto…
Non riesco a gestirli, io, tutti questi sentimenti… forse è vero, sono troppo piccola per una cosa del genere…
- Fede… tu perché ti sei innamorato di me?
Lui torna a distendersi sul letto, sbuffando, ed io mi accuccio al suo fianco.
- Mh… penso che sia stato proprio perché tu… dimostri una gran maturità e molta freddezza, ma poi, vedi?, sei una bimbetta… sei talmente carina che quasi commuovi un bastardo come me…
Lo abbraccio stretto.
- Tutto qui?
- Ehi, è uno dei complimenti più sentiti che io abbia mai fatto… sii grata…!
Ridacchio rassegnata.
- Ma si… grazie…
Rimaniamo in silenzio mentre io mi avvicino ancora e lo abbraccio più stretto.
- Senti… se adesso non vuoi che le mie belle parole vadano sprecate ed io ti salti addosso comunque, fai meglio ad andare via…
- Davvero? – chiedo speranzosa.
- Ovviamente si fa per dire. Ti ho detto niente sesso!
Lo bacio di nuovo.
- Sei un bastardo… non è giusto.
- Stai frignando…
- Lo so…
Mi alzo dal letto, lo saluto con un bacio sulla guancia.
- Forse è meglio che ci diciamo addio adesso, non so quanto una tua futura visita possa essere saggia.
Annuisco.
- Addio, Federico.
- Addio.
Un passo dopo l’altro, esco dalla stanza.
Non so per quanto tempo l’ho ascoltato piangere al di là della porta, prima di andare via.
Dall’autrice… Storia personalissima, risalente alla prima volta che sono stata lasciata ;_; Uh, che ricordi che mi saltano su, quando penso a quel ragazzo >.< Incredibile!