Genere: Romantico/Comico
Pairing: AyakoXKaede, OCXAkira
Rating: PG
AVVISI: OC.
- Al liceo Shohoku arriva una nuova ragazza, Naiko, e cosa succede? Gli indirizzi di amore, affetto, amicizia e gelosia vengono completamente rivoluzionati...
Commento dell'autrice: Questa è anche abbastanza vecchiotta... ma ci sono affezionatissima, in primis per gli OC! Li adoro tutti! Naiko, Takeshi e Sui, il trio delle meraviglie^_^. No dai... che poi, non so se ve ne siete resi conto, ma ho fatto un lavoro di caratterizzazione non indifferente! Nulla da eccepire all'operato di Inoue sensei, ma su Soichiro ho praticamente dovuto fare tutto io!!! Comunque... di questa fic sono fiera anche per la coppia principale^_^ I miei adorati Ayako e Kaede!!!^_^
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United Stars
14° capitolo
Ritorno alle origini


- Buongiooooorno!!! Hai fatto bei sogni, Nai?
La mora la svegliò rumorosamente, tanto che Naiko saltò in piedi.
- Gaaaaaaaak! C-Che succede? C’è qualche problema?
- Ma no, che ti salta in mente... ti ho voluto svegliare e basta...
- Ma... che ore sono?
- Cinque minuti fa erano le sette e mezza, presumo che adesso siano le sette e trentacinque, no?
Prese un ventaglio e glielo diede in testa con forza.
- Ahi! Nai, che combini?
- SCEMA!!! È la dannatissima DOMENICA e tu mi svegli alle sette e mezza???
- E trentacinque...
- AAAAARGH!!!
Le si gettò addosso e cominciò a cercare di pizzicarle la pancia. Poi, d’un tratto, si fermò.
- Ah! Non possiamo fare confusione, sicuramente mio padre dorme ancora.
- No, invece è uscito prestissimo. Ti ha lasciato un biglietto sul frigorifero, dice che è andato ad incontrare un cliente e tornerà per cena.
- Addirittura? Di domenica??? Ma come è possibile?
- Nai, pensi che IO possa saperne qualcosa?
- No, è vero... facciamo colazione?
- Oh, si, magari...
Si alzarono entrambe da terra e si diressero verso la cucina.
- Cosa c’è da mangiare?
- Latte e cereali, è questa la mia colazione...
- Ok...
Prepararono tutto, si misero a tavola e cominciarono a mangiare in religioso silenzio. Ogni tanto Ayako mandava sguardi furtivi alla ragazza, senza che però lei se ne accorgesse. Naiko continuava a mangiare, imperterrita.
- Racconta un po’ di ieri sera?
- Ieri? Intendi quando te ne sei andata in bagno?
- Eeeeesatto! Sono molto curiosa...
- Bè, penso sia normale... bah, direi che abbiamo chiacchierato un po’...
- E...
- E... ci siamo baciati.
Ayako sorrise.
- Ne ero sicura... non potete stare separati...
Naiko arrossì soddisfatta.
- Si, credo di essermene resa conto. Sai... lo amo molto...
- Oh, lo so, lo so... ah, a proposito di amore, non mi ricordo se ti ho ringraziato per quello che avete fatto tu e Hanamichi per me e Kaede ieri...
- Ah, ma non devi!
- Si invece! Ti ringrazio anche a nome di lui, che magari non te lo dirà mai ma ti è molto riconoscente...
- Davvero?
Ayako annuì.
- Accidenti, me l’ha detto lui in persona!
- Oh... anche il ghiaccio ringrazia...
- Lui non è il ghiaccio... è solo un po’ freddino...
- Immagino, invece, che con te non lo sia neanche un po’...
- Ti sbagli, lui è fatto così... è un po’ scostante e freddo, ma è il suo carattere... mi piace anche per questo, non vorrei mai che cambiasse...
Ayako continuava a sorridere dolcemente fissando la sua tazza di latte, e Naiko la guardò a lungo.
Si accorse in quel momento che le persone innamorate, quando parlano della persona che amano, assumono un’espressione che mai mostrerebbero in altri casi. Anche lei aveva questa faccia quando parlava di Akira?
- Comunque, cambiando argomento... più o meno... insomma, cosa hai intenzione di fare con Jin? Il fatto che tu adesso sia contenta perché ti sei rimessa con Sendo non ti esula dal pensare anche a come risolvere la SUA situazione...
Naiko fece l’offesa.
- A dire la verità, per essere risolto un problema deve prima ESSERCI... e siccome Chiro non si fa sentire da... uhm... almeno una settimana – ed intendo proprio niente, né una telefonata, né un messaggio, né nulla – penso che per ora lascerò stare tutto com’è... quando rispunterà, se lo farà, ci penserò...
- Non per infilarmi negli affari tuoi, ma non credo sia un comportamento giusto il tuo... chessò, Jin potrebbe anche essere imbarazzato, o spaventato dopo la vostra ultima conversazione... hai provato a contattarlo tu?
- A dire la verità no... è... che non è che io abbia tutta questa voglia di un altro struggente faccia a faccia fra amici d’infanzia...
- Me ne rendo conto e ti capisco... ma...
- Si, si, lo so... ci penserò al più presto, ok?
- Bene. Ora, ascoltami...
- Si?
- Come... come va con tuo padre?
- Ah... bene. Sai, non credo di avertelo detto, ma ho rivisto mia madre in questi giorni.
Lo sguardo di Ayako sembrò seriamente terrorizzato.
- T-Tua madre?!?!?!?!?!
- Si... cerca di tranquillizzarti, non mi ha certo chiesto di trasferirmi per vivere con lei in chissà quale luogo sperduto dell’Europa...
La mora sembrò calmarsi, e tirò un sospiro di sollievo.
- Voleva semplicemente provare a riallacciare i rapporti. Cosa che io, ovviamente, non le ho permesso.
- Uhm...
Si mise a riflettere.
- Non so... non pensi di poterla perdonare?
- No, questo è categorico... dopo quello che ha fatto a me ed a mio padre...
- Ma sei in pace con te stessa?
- Ovvio.
- Bè, ma sei parecchio incoerente...
Lei la guardò incuriosita.
- Scusa, in che senso sono incoerente?
- Nel senso che hai provato a guardarti allo specchio?
- Ma si, certo. Ho qualcosa di strano sul naso?
- Spiritosona. Tu hai ancora dei complessi riguardo tua madre.
- Ma no che non ne ho...
Disse Naiko innervosendosi subito e ritornando a mangiare i suoi cereali.
- Si che ne hai. Se non ne avessi non avresti ancora questi capelli biondi e questa belle abbronzata.
- Il... il mio aspetto ormai è così da anni! Pensi che si possa cambiare così, da un giorno all’altro?
- Tu mi hai raccontato il perché del tuo cambiamento fisico. Allora, visto che ora è tutto risolto, perché non provare a tornare come eri prima?
La bionda riflettè un poco.
- Scusa... ma perché?
- Perché? Ma è logico! Questo non sei davvero tu! Tu sei un’altra! Perché devi ostentare la tua diversità in questo modo?
- Io... non lo so, non sono convinta di quello che stai per dirmi, Aya...
- Ma io te lo dico lo stesso. Perché non provi a smettere con le lampade e le tinture?
Calò nuovamente il silenzio.
- Mi darai un po’ di tempo per pensarci, no?
- Ma certo...
Finirono la colazione, e poi Ayako se ne andò.
**

- Mai, Naiko.
- Assente.
- Di nuovo? È già una settimana! Qualcuno di voi ha notizie di Mai?
Nessuna mano si alzò. Il professore scosse la testa ed andò avanti con l’appello.
Hanamichi si voltò confuso a guardare Yohei.
- Tu ne sai nulla?
Bisbigliò cercando di non farsi sentire dal prof.
Il ragazzo dai capelli scuri scosse la testa in segno negativo.
- Perché non proviamo a parlarne con Ayako durante la pausa?
Il rossino annuì. Gli sembrava l’idea migliore, in quel momento.
- Ma tu non l’hai chiamata?
Continuò Mito.
- No, non ho il suo numero...
- E non l’hai chiesto a nessuno?
- Non ci ho pensato!!!
L’altro ragazzo rise piano.
- Sei incurabile, Hanamichi... chiederemo anche il numero di telefono ad Ayako, più tardi.
Hanamichi arrossì leggermente per l’umiliazione, ma non ci pensò più di tanto. Era preoccupato per lei.
**

La mora accolse le domande di Yohei e Hanamichi con una grossa risata.
- Preoccupati, vero?
Disse prima di ricominciare a ridere.
- Ayako, la vuoi piantare?
Disse Hanamichi cominciando a spazientirsi. Proprio in quel momento fece irruzione in palestra Akira Sendo, sudato come se avesse corso dal porto a lì senza fermarsi un secondo.
Magari era davvero così, chissà.
- AYAKO! Dimmi subito dove si è andata a cacciare quella disgraziata!!! So che lo sai!
Hanamichi e Yohei lo fissarono impauriti per tutto il tempo della sfuriata.
- NON risponde al telefono, suo padre dice continuamente che non c’è e non si fa vedere in giro da almeno una settimana. Per di più non mi ha neanche chiamato. Ce l’ha con me??? Vuole litigare o lasciarmi di nuovo? Giuro che se c’entra Jin, prima ammazzo lui, poi lei e poi mi suicido pure io!!!
Ancora, Ayako rise di gusto.
Tutti e tre la zittirono perentoriamente.
- LA VUOI O NO SMETTERE DI RIDERE TU???
- Nemmeno con me si è fatta sentire, Sendo...
- Idem cum patate...
Aggiunse Yohei.
- Ehi, tranquilli, tranquilli... è soltanto un po’... occupata, in questo periodo.
Akira la squadrò poco convinto.
- Non mi freghi. Dov’è Naiko, cosa sta facendo e perché non si fa viva. Voglio saperlo adesso.

* *
Una settimana prima.
- Aya, ho preso una decisione.
- E’ favorevole o sfavorevole, riguardo a quello che ti ho proposto?
- Favorevole.
La mora sorrise, arrotolandosi il filo del telefono attorno al dito.
- Bene. Quando potremo rivederti?
- Una settimana. Dammi una settimana, ho bisogno di tempo per schiarire la pelle e per decolorare i capelli... e devo anche trovare un paio di vestiti diversi...
- Mh. Allora... ci vediamo fra sette giorni?
- Si. Ah... Aya!
- Si?
- Non... non dire a nessuno di quello che sto facendo, va bene?
- Sarò muta come una tomba...
* *

- Mi sa che non te lo dirò mai, Sendo! Aspetta, sii paziente e fidati di lei. Tornerà presto.
**

Il “presto” fu l’indomani.
Una ragazza mai vista prima si presentò a scuola in perfetto orario, e si diresse verso la palestra, nella quale i giocatori del club di basket stavano ultimando gli allenamenti mattutini.
- B-Buongiorno...
Disse piano.
Tutti si voltarono a guardarla.
- E tu chi saresti? Se sei un’amica di Ayako, guarda che qui ci stiamo allenando! Tzè, sparisce Mai ed ecco arrivare altre distrazioni, non se ne può più!
Disse Akagi.
- Capitano, la vuoi smettere di trattarmi come se fossi una distrazione???
Al che tutti i presenti si voltarono a guardarla.
- M-Mai...?
Chiese Takenori guardandola incredulo.
Effettivamente, davanti a loro si parava una sconosciuta, in effetti. Pelle candida, lunghi e liscissimi capelli neri gonna di pizzo bianco lunga fino alla caviglia e canottiera a mezza maniche azzurro cielo, coordinata con le scarpe. Nessuno avrebbe mai potuto crederla Naiko.
- Nai...
Disse Ayako avvicinandosi.
- Sei... bellissima...
La ragazza arrossì vistosamente. Era già gradevole prima, ma con questo nuovo aspetto aveva ottenuto un’aura particolare di fascino che la rendeva... irresistibile.
- Non ci posso credere, sei davvero Mai?
Disse Haruko avvicinandosi anche lei.
- Caspita, sembri un’altra...
Hanamichi arrivò uscendo dallo spogliatoio e correndo come un pazzo.
- Nai! Ho sentito che chiamavano il tuo nome e... Nai???
La ragazza si voltò verso di lui e sorrise.
- Ciao Hana! Come va?
Lui rimase immobile, e fece tanto d’occhi.
- Nai???
Ripetè ancora al limite dello stupore.
- Sei proprio tu???
- Ma certo, la volete finire tutti di fare gli sconvolti???
Disse fingendosi offesa.
- Ma... perché?
Chiese ancora Hanamichi con quello sguardo sgomento.
- Perché... perché mi andava di cambiare, una volta tanto, no? Siete sorpresi, posso immaginarlo... ma è tutto ok, sono ancora io... sono Nai!
Ancora sorrise.
Tutti ripresero a lavorare normalmente, fra pochi minuti sarebbe cominciata la giornata scolastica. Correndo Hanamichi pensò che la Naiko di adesso era ancora più forzata di quella che lui aveva conosciuto.
**

Palestra del liceo Ryonan, quello stesso pomeriggio.
- Scusate il ritardo, mi sono perso molto?
- SENDO!!!!!!
L’allenatore Taoka gli corse incontro e gli sferrò un calcio allo stomaco che lo mandò a terra.
- COME TI PERMETTI!?!?!?!??!?! POSSIBILE CHE TU NON CAMBI MAI???
- Argh... a-allenatore... oddio...
- CORRI IMMEDIATAMENTE A PREPARARTI E NON VOGLIO SENTIRE SCUSE!!!
Akira si avviò quasi strisciando verso lo spogliatoio. Quando si affiancò negli scatti ai suoi compagni di squadra, Koshino lo raggiunse.
- Ah, Sendo, una mezz’oretta fa è arrivata una ragazza che cercava di te.
- Oh! Magari era Naiko!?!?
- Si, mi ha detto di chiamarsi Naiko Mai. E mi ha anche detto di riferirti che vorrebbe che tu la chiamassi a casa sua stasera.
Era così felice che non stava più nella pelle. Finalmente si era fatta risentire.
**

Quella sera.
- Pronto?
- Indovina chi è?
- AKIRA!!! Ah, mi sei mancato tanto!!! Scusa se non mi sono fatta né vedere né sentire, ma avevo bisogno di un po’ di tempo per fare... per risolvere delle questioni.
- Mh...
Ipotizzò che potesse parlare di Jin.
- Allora? Un mio compagno di squadra oggi mi ha detto che sei venuta a trovarmi...
- Si, ma tanto per cambiare eri in ritardo e non ti ho trovato...
- Hehehe... scusa...
- Niente, niente, l’importante è che tu mi abbia chiamata. Senti, Akira...
- Si?
- Possiamo... ho bisogno di vederti.
Aveva cambiato tono dal “possiamo” all’“ho bisogno”. Non gli piaceva, questo.
- Mh... va... va bene... al solito posto?
- No. A casa tua.
A casa sua? Questa faccenda non gli piaceva neanche un po’, ma aveva così tanta voglia di vederla che sarebbe arrivato sull’Everest se lei fosse stata lì. Quindi perché non permetterle di arrivare a casa sua?
- Va bene... ti aspetto fra una mezz’oretta?
- Si, sto scendendo.
- Ok... a fra poco...
- A fra poco...
- ...
- ...
- Non chiudi il telefono?
- Dovrei farlo... ti amo, Akira.
- Ti amo anch’io. A dopo.
Il telefono lo chiuse lui.
**

Il successivo e più importante problema di Naiko fu scegliere come vestirsi. Non era mica una cosa da scherzare!!!
Tutti i vestiti che avevano non erano più lunghi di sessanta centimetri, ma non le stavano bene con questo ritrovato aspetto.
Cercò a lungo, ma non trovò nulla che potesse servire alla sua causa e dato che la gonna bianca e la magliettina celeste erano già sporchi di gelato prese le prime due cose che le capitarono sottomano e si vestì. Una magliettina bianca sotto il seno con le maniche corte a sbuffo ed una minigonna bassa. I capelli li lasciò sciolti, sebbene fossero abbastanza lunghi da poterci fare *almeno* una coda.
- Pà, io esco...
- Ok... dove vai?
- Da Akira.
- Bene... vai a presentarti a lui nella tua nuova forma?
- Bè... si, penso sia così...
Suo padre la guardò un po’.
- Che c’è?
- Niente. Sei bellissima...
Lei gli sorrise e corse ad abbracciarlo.
- Grazie... ti fa piacere che io sia... cambiata così?
- Naiko, a me fa piacere solo quello che fa piacere a te. Se tu sei felice così, perché no? Ovviamente... se tu non ti sentissi a posto...
- Sto bene.
Si allontanò quasi di scatto, e senza guardarlo in faccia uscì.
Stava... bene?
**

Quando il campanello della porta di casa suonò, Akira si fiondò ad aprire, preso com’era da un’agitazione strana che riusciva a spiegarsi solo come smania di vederla. Quando aprì la porta provo una sensazione ancora più strana, che però non riuscì proprio a spiegarsi.
- Ehm... posso aiutarla?
Naiko arrossì fino alla punta del capelli, e poi lo sventagliò con forza.
- AKIRA!!! NON MI RICONOSCI NEANCHE TU???
Lui quasi non sentì il fastidio della carta sulla testa.
Quella era... Naiko?
- Naiko...?
- Esatto! Allora...
Fece un giro su sé stessa, in maniera molto civettuola.
- ... sono carina?
Akira non rispose, si limitò a fissarla spalancando gli occhi. Naiko ebbe un brutto presentimento.
- Allora, non mi fai entrare?
- Farti entrare?
- Ah-ha...
- Oh... Ah! Si, certo... entra... entra pure...
A quanto pare era ancora in stato di confusione mentale.
Quando fu entrata in casa e si fu accomodata sul divano, senza neanche chiedere il permesso, si voltò verso di lui che distava da lei un paio di metri.
- Mi trovi così strana da confonderti?
- Debiliti.
- Che???
- Debiliti, Naiko... più che confondere... accidenti, debiliti proprio... ho sentito tutte le cellule del cervello esplodere.
Lei rise piano.
- Ma dai...
Seguì un classico momento di silenzio.
- Naiko, sei venuta qua per farti vedere così?
- Esatto... sono stata via una settimana perché ho avuto bisogno di tempo per... riportare il mio fisico alla normalità...
Stupido lui che pensava che lei avesse usato il tempo in cui era stata via per risolvere tutti i contrasti con Jin...
Si voltò innervosito ed andò in cucina.
- Vuoi qualcosa da bere?
Le chiese prima di sparire dietro la porta.
- Ahm... grazie, una coca cola, se c’è...
Lui gliela portò pochi minuti dopo, e le si sedette accanto sul divano.
- Ok.
Disse.
- Parliamo seriamente. Vieni qui.
- Qui dove, scusa?
Chiese lei confusa.
- Qui, su di me! Non vuoi?
- No, no... al contrario...
Scivolò accanto a lui e poi gli si sedette sulle ginocchia, appoggiando la schiena contro il suo petto. Lui cominciò a carezzarle dolcemente i capelli.
- Come mai questo cambiamento?
- Ho parlato con Aya... lei mi ha convinto che almeno avrei dovuto fare una prova per ritornare... normale.
- Normale?
- Si, bè, come tutte le ragazze...
- Tu non eri anormale. E meno che mai tu sei come tutte le ragazze. Sei speciale, Naiko. Devi capirlo.
- Ognuno è speciale per le persone che lo amano...
- No, il tuo caso è diverso. Tu sei speciale per un mucchio di cose. Per il tuo coraggio, per la tua forza d’animo... sei speciale per tutti noi perché hai scombussolato le nostre vite... e non finiremo mai di ringraziarti... eri speciale anche nel tuo modo di essere fisicamente, solare, bellissima...
- E adesso non lo sono?
- Sei splendida. Ma non è lo stesso. Sembri la signora della notte.
Lei rise piano di nuovo.
- La signora della notte? Che immagine poetica...
- Forse... ma il concetto non cambia. Hai detto che sei cambiata perché hai parlato con Ayako. Era questo, quello che volevi?
Naiko si irrigidì, pur non trovando la forza di separarsi dal contatto con Akira.
Era la stessa cosa che, poco prima, aveva cercato di farle capire suo padre.
- Ecco... io... ma non era questo quello che vi aspettavate tutti? Che io tornassi alla normalità, no? Che... io stessi tranquilla... quella... non ero io, vero?
- Lo chiedi a me?
Quella domanda di rimando la distrusse psicologicamente. Non era più certa di niente.
Chi era Naiko?
Com’era?
Aveva sempre finto, fino a quel momento?
Lei era la persona che credeva di essere?
Lei era Naiko?
Gli altri, chi credevano che lei fosse?
Tutti quesiti che le vorticavano nella testa, senza lasciarle via di scampo, confondendola e deprimendola.
Possibile che di tutte le decisioni che aveva preso nella sua vita, nessuna fosse stata dettata dai suoi VERI bisogni?
Il suo cambiamento fisico... la riappacificazione con suo padre... la rottura con sua madre... l’amore per Akira, la rottura anche con lui ed il conseguente riavvicinamento... quell’inaspettato ritorno alle origini dopo la conversazione con Ayako...
COSA lei aveva voluto veramente? E COSA, invece, aveva fatto solo perché credeva che gli altri si aspettassero semplicemente questo da lei?
- Io... io non lo so...
Si arrese infine.
Lui la abbracciò dolcemente alla vita.
- Naiko... le persone che ti circondano... non ti amano per come sei, o per quello che fai... loro... noi ti amiamo per come siamo NOI quando siamo con te...
Non capì immediatamente il senso di quella frase.

Ti amo non per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te*

Cosa... cosa intendeva dire?
Che ogni sforzo era vano? Che ogni sforzo per farsi amare dalla gente non sarebbe servito a nulla, perché comunque chi ti avrebbe amato l’avrebbe fatto e chi ti avrebbe odiato l’avrebbe fatto comunque, perché non dipendeva da te ma da loro?
Voleva dire questo?
No...

Ti amo non per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te.

Voleva dire che se veramente qualcuno ti ama, quella persona ti amerà perché sei tu che lo fai sentire speciale... e non perché tu fai di tutto per far si che lui ti consideri tale...
Naiko si rilassò, abbandonandosi all’abbraccio, e ad un pianto liberatorio, che sciacquò via tutti i dubbi e le insicurezze.
Era amata. Lo era davvero.
**

Una settimana dopo, palestra dello Shohoku, ore 15.45.
Ayako si muoveva nervosa, in attesa dell’inizio degli allenamenti. Hanamichi e Yohei la seguivano sempre più preoccupati.
Dopo l’apparizione a sorpresa della settimana prima Naiko era nuovamente sparita. Non aveva chiamato nessuno, Ayako era tanto agitata da non riuscire a star ferma un secondo.
Per Yohei e Hanamichi era ancora peggio, perché loro non le erano stati vicini neanche un po’, non sapevano cosa aspettarsi.
Improvvisamente, in palestra apparve Akira Sendo, corredato del solito sorriso sulle labbra.
- Come va?
Ayako gli corse incontro, lo sventagliò un paio di volte e poi gli si appese al colletto della maglietta, rischiando seriamente di strozzarlo.
- Dov’è quella disgraziata, so che tu lo sai!!! PARLA!!!
Quando Hanamichi e Yohei furono in grado di portarlo in salvo dalle grinfie della manager nevrotica, lui si mise a ridere.
- Divertente! Si sono invertiti i ruoli!
Lei lo sventagliò ancora.
- Non mi pare ci sia nulla di divertente!!!
- Avanti...
Cercò di riappacificare Yohei. Il ragazzo dai capelli rossi si voltò preoccupato verso Akira.
- Dov’è Nai?
Chiese con uno sguardo che avrebbe fatto pena ad un generale in guerra.
Akira sorrise con calore.
- Penso stia arrivando, ormai. L’ho sentita stamattina, e mi ha detto che era pronta...
- Pronta per cosa?
Chiese Ayako.
- Sicuramente per tornare a dare fastidio...
Sentenziò Akagi.
La porta di spalancò, e fece la sua entrata in scena Naiko.
Capelli d’oro, pelle color cioccolata, pantaloncini bianchi e top rosso.
Era lei. La solita Nai.
- Appunto. È tornata quella di prima perché in quel modo dava più fastidio...
Disse Takenori ritornando agli allenamenti.
- Capitano!!! Ma perché ti comporti così male con me???
Disse fingendosi disperata.
Si fece più seria e si voltò verso Ayako, sorridendole dolcemente.
- Come va, Aya?
Lei rimase interdetta per qualche secondo. Era pronta a tutto, ma... lei aveva deciso di tornare quella che era stata dopo l’addio di sua madre... a questo non aveva pensato.
- Sai... il passato... quello che siamo stati non può essere cancellato. Vivendo, io sono diventata così. È così che sono adesso. Io sto bene, credimi. Non devi preoccuparti per me... è COSÌ che voglio essere.
La mora abbassò leggermente lo sguardo, squadrandola da capo a piedi.
Era davvero quella Naiko?
Non ebbe più dubbi quando vide una sua mano stringere quella di Akira, i suoi occhi orientarsi dolci verso di lui, e poi verso Hanamichi, ed il suo sorriso splendere radioso come... come al solito.
- Nai...
Sussurrò sorridendo.
Akira rapì Hanamichi e Yohei portandoli lontano.
Quando furono rimaste sole, Naiko abbracciò dolcemente l’amica.
- Hai fatto tanto per me Aya... ma sto davvero bene così...
Ayako scosse la testa dolcemente.
- Sei tu che hai fatto tanto per me, Nai... ti voglio tanto bene...
Entrambe si sorrisero, senza guardarsi, e sciolsero l’abbraccio solo cinque minuti dopo.
Nulla. Nulla avrebbe potuto cambiare il clima di festa e di gioia che aleggiava attorno a quella palestra.
**

- Capirai, Mai, che non possiamo fare altrimenti. Abbiamo bisogno del nostro migliore uomo per quell’industria. È una delle più promettenti in Europa, dobbiamo averla nel nostro gruppo.
- Signor direttore... io non so, siamo appena arrivati qui in città io e mia figlia... ci siamo trasferiti molte volte, ma è stato sempre e solo da una città all’altra all’interno dello stesso Giappone, e, bene o male, non è mai cambiato nulla... ad esempio, Naiko non ha mai perso i suoi migliori amici... ma... trasferirsi in Grecia... è un altro mondo...
- Mai, non puoi rifiutarti! Te lo scongiuro, quell’industria ha i guadagni più alti in tutte le industrie europee nel settore della produzione automobilistica, DOBBIAMO averla nel nostro gruppo! E solo tu potresti... sei il miglior imprenditore del mio gruppo. La vita di questa compagnia dipende da te.
Cosa doveva fare? Come rifiutare?
**

Quella sera, casa Mai.
- Ehi, pà! Sono tornata a casa!
- Ciao Naiko...
- È già pronto da mangiare?
- Si... cambiati e scendi...
La ragazza salì le scale, entrò nella sua stanza, si cambiò e fu in cucina in pochi minuti.
- Pollo? Buono... come mai? Si festeggia qualcosa?
- Più o meno...
Lei lo fissò un po’.
- Sei stanco?
- Ah... no, non particolarmente...
- Strano... sembri giù. Forse dovresti andare a coricarti più presto stasera...
Takeshi le sorrise forzatamente, ma lei sembrò non accorgersene.
- Ah pà!
Disse sedendosi e cominciando a mangiare.
- Oggi è stata una giornata splendida! Sono stata tanto con Aya, ho scoperto che le voglio davvero tanto bene... ed anche a Hana... ed ovviamente ad Akira... papi, vorrei tanto che tutto questo durasse per sempre...
Concluse con sguardo sognante.
- Naiko... dobbiamo parlare.
- Si?
Inspirò e poi la fissò deciso negli occhi.
- Oggi ho ricevuto una importante proposta di lavoro. Mi dispiace, ma non ho potuto rifiutare.
Lei non disse qualcosa subito.
- Dovremo... trasferirci di nuovo?
Annuì senza parlare.
Lei fece uno sguardo annoiato.
- Uffa... che noia... e senti, dove andremo? Spero Nagoya, mi ispira tantissimo. Andiamo a Nagoya?
- No...
Disse scuotendo la testa.
- Uhm... allora ad Osaka? Sono davvero poche le città in cui non siamo ancora stati... è Osaka? Oppure Kobe?
- Salonicco.
Naiko spalancò gli occhi.
- Sa-Salonicco? Non... sapevo esistesse una città simile in... in Giappone...
- Non è in Giappone, Naiko...
- No... no... no, papà, non puoi...
- Mi dispiace... ci trasferiremo in Grecia fra una settimana.
No!


*Questa bellissima frase (“Ti amo non per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te”) è parto della meravigliosa mente di Gabriel Garçia Marquez...

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