Genere: Romantico/Comico
Pairing: AyakoXKaede, OCXAkira
Rating: PG
AVVISI: OC.
- Al liceo Shohoku arriva una nuova ragazza, Naiko, e cosa succede? Gli indirizzi di amore, affetto, amicizia e gelosia vengono completamente rivoluzionati...
Commento dell'autrice: Questa è anche abbastanza vecchiotta... ma ci sono affezionatissima, in primis per gli OC! Li adoro tutti! Naiko, Takeshi e Sui, il trio delle meraviglie^_^. No dai... che poi, non so se ve ne siete resi conto, ma ho fatto un lavoro di caratterizzazione non indifferente! Nulla da eccepire all'operato di Inoue sensei, ma su Soichiro ho praticamente dovuto fare tutto io!!! Comunque... di questa fic sono fiera anche per la coppia principale^_^ I miei adorati Ayako e Kaede!!!^_^
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United Stars
9° capitolo
La perfezione nei suoi occhi


Che bella giornata di sole che era!
La piccola Naiko si alzò dal letto fissando il cielo azzurro oltre la finestra. La mamma glielo aveva promesso, quel giorno sarebbero andati tutti a fare un picnic! Sarebbe stato divertentissimo!
- Mamy!!! Mamy!!!
Solo sei anni, una bimba buffissima.
I lunghi capelli neri ondeggiavano nella corsa verso la stanza dei genitori. Entrò spalancando la porta.
- MAMY!!!
Sua madre non c’era. Non c’era.
Solo suo padre, seduto sul letto, gli occhi rossi e gonfi, guardava fisso per terra.
- Papi... dov’è mamy?
Takeshi spalancò gli occhi, asciugando le lacrime e voltandosi a guardare Naiko simulando una tranquillità che non aveva per niente.
- Ehm... ecco... mamma sarà qui fra poco...
- Ma dov’è andata? Mi aveva promesso...
- Vedrai che manterrà la promessa... su, adesso andiamoci a preparare!
Riconquistò naturalezza in una manciata di secondi, e prese in braccio la bimba portandola in bagno.
- Avanti, laviamoci...
- Papi, perché mi fai lavare sempre tu e non mamy?
Perché mamy non c’è mai, o quasi mai, la mattina...
No, non avrebbe mai trovato la forza di dirle una cosa del genere. Non a quella bimbetta con quel grande sorriso e quei luccicanti occhi castani.
- Bè, c’è qualcosa di male?
- No...
- Avanti adesso: laviamoci i denti!
Le prese lo spazzolino a forma di criceto colorato che le aveva comprato per farle un regalo.
- Per invogliarti di più a lavarti i denti, ecco uno spazzolino nuovo!
- PAPI!!! GRAZIE, LO SPAZZOLINO DI HAMTARO!!! Che bello!
La bimba lo prese fra le manine, mise il dentifricio sulle setole e poi cominciò a lavarsi.
- Ma brava... vedo che hai imparato come si fa!
Lei annuì sempre fissando lo specchio.
Improvvisamente entrambi sentirono il rumore della porta che si apriva e dopo si richiudeva. Takeshi alzò lo sguardo verso l’ingresso, senza però muoversi, mentre invece Naiko lasciò da parte qualunque cosa stesse facendo e si fiondò dalla madre.
- MAMY! MAMY!!!
Le si gettò fra le braccia, sporcandole di dentifricio il tailleur rosso. Indossava lo stesso vestito la sera prima. Non si era cambiata.
Takeshi nel frattempo le aveva raggiunte.
- Naiko, tesoro, non sei ancora pronta? Ti avevo promesso un picnic, ma tu devi sbrigarti!
Disse Sui con un meraviglioso sorriso sul volto.
- Aspetta, ti ho comprato un regalo!
Dalla borsetta nera tirò fuori uno spazzolino da denti nuovo, a forma di criceto bianco.
- AAAAH! Mamy, grazie, lo spazzolino di Bijoux!!! Mi piace di più di quello di Hamtaro!
Takeshi intervenne per la prima volta nel discorso.
- Naiko, avevi detto che quello di Hamtaro ti piaceva!
- Si, ma se devo scegliere voglio quello di mamy!
Terribile. I bambini possono essere così crudeli a volte...
E Naiko con lui lo era sempre stata. Aveva sempre preferito Sui a lui, nonostante lei fosse così... così. Lui si impegnava a fondo per farsi benvolere da quella bambina, ma lei continuava a preferire sua madre. Nonostante tutto.
Sui intuì i pensieri di suo marito. Come sempre, lo aveva capito alla perfezione.
- Forza Naiko, finisci di lavarti, dopo ti faccio la treccia...
La piccola esultò prima di sparire di nuovo in bagno.
Takeshi la guardò andare via, e poi fissò nuovamente Sui.
- Ti sei divertita, stanotte?
- Non dire sciocchezze, Takeshi. Non cominciare di prima mattina.
- Con chi te ne sei andata ieri sera? Era sempre Otohiko o l’hai cambiato?
Lei alzò una mano all’altezza del suo viso, senza però avere la forza di schiaffeggiarlo. D’altronde, come avrebbe potuto, aveva perfettamente ragione.
- Non voglio discutere con te di queste cose.
- Certo...
Rimasero in silenzio per alcuni secondi.
Poi parlò lui.
- Ti conviene andare a cambiarti, non vorrai venire vestita così?
- Certo che no...
Uscì poco dopo dalla camera da letto in t-shirt bianca lunga e jeans scuri.
Naiko si presentò contemporaneamente, con i pantaloncini rossi e la magliettina gialla col collo bianco.
- Mamy! La treccia, la treccia!
- Si, vieni pure...
La donna, sempre sorridendo, si sedette su uno sgabello, dietro alla figlia, e lentamente cominciò ad acconciarle i capelli.
**

Incredibile la capacità che aveva sua madre di farle la treccia senza mai tirarle i capelli o darle fastidio. Per Naiko, dieci anni, era una festa ogni volta che sua madre, sempre più assente, ultimamente, decideva che era “giorno di treccia”. Quello era un giorno tra quelli.
- Possibile che tu non abbia ancora imparato a farti la treccia da sola? Sei una signorina, ormai!
Disse la donna sorridendo amabilmente verso la figlia che, ad occhi chiusi, si lasciava pettinare i capelli.
- Ma ho imparato... è che tu lo fai così bene...
Ancora, la donna sorrise. Takeshi guardava da lontano, appoggiato allo stipite della porta, con un misto di tenerezza e rabbia negli occhi. C’era anche gelosia, anche se non avrebbe saputo dire se fosse per Sui o per Naiko.
- Mamy, oggi mi porti al centro commerciale?
- Si! ho visto un adorabile vestitino, ti starebbe benissimo!
- Se lo dici tu ci credo...
In quel momento Takeshi uscì allo scoperto.
- Allora? State uscendo?
Sui nemmeno lo guardò. Naiko, invece, rispose piena di entusiasmo.
- SI! Mamy mi porta al centro commerciale!!! Ci divertiremo un mondo!
- Potrei venire anch’io, che ne dite?
L’espressione di Naiko cambiò radicalmente, sebbene quella della donna fosse rimasta uguale.
- Nooooo... io voglio stare con mamy! Non voglio anche te!
- Avanti Naiko, non essere maleducata adesso.
Niente da fare, tanto il cuore di Takeshi era già spezzato. Spezzato in tanti piccoli frammenti che non avrebbe potuto aggiustare neanche con la superattak.
E Sui... le aveva detto di non essere maleducata proprio come lo si dice quando, ad esempio, si tira la gonna ad una sconosciuta, o si fanno le linguacce ad un vecchietto. Come un estraneo.
UN ESTRANEO.
Era questo, per loro due. Eppure era lui tutta la famiglia di Naiko quando sua madre non era presente – vale a dire cinque giorni su sette ed in media dodici ore al giorno – ! Ma a quella bambina non importava proprio niente di lui, persa com’era ad adorare sua madre... sua madre... la donna che lui più amava in assoluto, nonostante continuasse a tradirlo spudoratamente da... anni. Da anni.
Le osservò uscire insieme, erano belle come un quadro. Una madre ed una figlia identica a lei. Entrambe ugualmente crudeli. Un quadro molto triste.
**

Perché una ragazzina di dodici anni era stata obbligata a seguire tutto quello così da vicino?
“I miei stanno divorziando”, pensava. “Dovrei essere felice, quanto meno per mio padre che si libererà di quella sgualdrina...”.
Da pochi giorni la faccenda era venuta a galla. Era venuta a galla tutta, con dovizia di particolari. Tutte le volte che Sui tornava a casa di mattina, anche tardi... tutte le sere andava via con un uomo... tutti tradimenti.
Aveva tradito suo padre per una quantità infinita di anni, troppi per ricordarseli. Probabilmente sempre con lo stesso uomo. Lo stesso per il quale adesso stava chiedendo il divorzio.
Si ricordava perfettamente tutto di quella sera. A cena. Sembrava tutto normale. Poi sua madre se n’era uscita con un “Voglio il divorzio” assolutamente fuori luogo. Alla muta domanda di suo padre aveva risposto semplicemente con un nome, Otohiko Takase. Suo padre non aveva avuto bisogno di sentire altro. Probabilmente sapeva già da molto tempo dei tradimenti di sua moglie con quell’uomo, anzi, gli sembrava naturale che si fosse arrivato a quel punto.
Sua madre sarebbe partita con Takase appena firmati i documenti. Una semplice firma e sarebbe andato tutto in frantumi.
Sua madre... la donna che più amava al mondo, quella che più rispettava. Da bambina si era sentita orgogliosa così tante volte di assomigliarle... aveva la sua stessa pelle, i suoi stessi occhi, i suoi stessi capelli... tutto del suo corpo ricordava Sui Minowa. La adorava davvero.
La adorava così tanto che aveva distrutto suo padre.
Non aveva mai capito niente, NIENTE!
Adesso si ritrovava fra due persone che un tempo si erano amate. Sola. Abbandonata. Cosa avrebbe fatto adesso? Sarebbe andata via con sua madre? Sarebbe rimasta con suo padre? E, nell’uno e nell’altro caso, quando avrebbe rivisto l’altro genitore?
- Per l’affidamento?
- Io non posso accollarmi una bambina... starà con Takeshi.
Aveva alzato gli occhi distrutta. Quelle parole... le aveva davvero dette sua madre? La stessa donna che sorrideva amabilmente mentre le faceva la treccia?
Suo padre non sembrava stupito più di tanto.
- Ma... signora... non intende più rivedere sua figlia?
- Per me non è un particolare problema.
Per lei non era un problema... e per Naiko? Nessuno pensava a come LEI potesse pensarla? Di cosa LEI avesse bisogno?
EGOISTI. EGOISTI TUTTI E DUE.
**

- Accidenti... sono le otto passate... mi sgriderà da morire...
La ragazza dai capelli neri fece scivolare la chiave nella toppa ed aprì la porta.
- Pà, sono tornata a casa! Mi dispiace, Yui mi ha trattenuta più del previsto!
Suo padre stava fermo nel centro della stanza, in lacrime. Lei corse subito verso di lui.
- Pà! Papi!!! Cosa... come stai?!?!
Takeshi alzò lo sguardo, con un sorriso triste. Le lacrime continuavano a scendere.
- Sei tornata troppo presto...
Lei spalancò gli occhi. Sapeva cosa avrebbe detto adesso.
- Devi smetterla di farti vedere così spesso da me... siete uguali... voi due siete uguali... ed il mio cuore si lacera...
La ragazza cadde per terra, in ginocchio. Le guance bagnate da un fiume di lacrime, i capelli scomposti.
Stava diventando pazzo. Suo padre stava impazzendo, per colpa sua. Sua e di sua madre.
La notte stessa scappò di casa.
**

- Pà! Sono tornata! Spero tu non ti sia preoccupato troppo!
L’uomo corse all’ingresso, spegnendo il fornello sul quale aveva messo la caffettiera.
- NAIKO! SONO PASSATI DUE GIORNI DA QUANDO SEI ANDATA VIA! VOLEVI...
Quando la vide gli morirono le parole in bocca.
- ... farmi... impazzire...?
Quella era sua figlia?
Quella ragazza bionda, abbronzata, più nuda che vestita... era sua figlia? La sua Naiko?
- Naiko, cosa...
- Visto? Non le somiglio più... non... vedrai più la mamma guardando me...
Malgrado volesse piangere, Takeshi non ci riuscì.
- Adesso siamo così diverse che neanche mi riconoscerebbe per strada!
La ragazza non era fortunata quanto il padre. Le lacrime sgorgavano veloci fuori dai suoi occhi, nonostante il sorriso.
- Per questo papà... non piangere più quando mi guardi... non dire più quelle cose... ti prego...
Riuscì solo ad abbracciarla. Non trovò altro modo per esprimerle il suo affetto.

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