Genere: Romantico/Comico
Pairing: AyakoXKaede, OCXAkira
Rating: PG
AVVISI: OC.
- Al liceo Shohoku arriva una nuova ragazza, Naiko, e cosa succede? Gli indirizzi di amore, affetto, amicizia e gelosia vengono completamente rivoluzionati...
Commento dell'autrice: Questa è anche abbastanza vecchiotta... ma ci sono affezionatissima, in primis per gli OC! Li adoro tutti! Naiko, Takeshi e Sui, il trio delle meraviglie^_^. No dai... che poi, non so se ve ne siete resi conto, ma ho fatto un lavoro di caratterizzazione non indifferente! Nulla da eccepire all'operato di Inoue sensei, ma su Soichiro ho praticamente dovuto fare tutto io!!! Comunque... di questa fic sono fiera anche per la coppia principale^_^ I miei adorati Ayako e Kaede!!!^_^
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United Stars
13° capitolo
Sviluppo completo


- Giuro, non ce la faccio più... Chiro, usciamo?
- Perché?
Chiese lui puntando le mani sullo sgabello sul quale era seduto.
- Non voglio stare in casa...
- Ma se tu uscissi e lui ti telefonasse? Non ci hai pensato?
- Ah... già...
Naiko sembrò davvero rendersene conto solo in quell’istante. Soichiro roteò gli occhi. Era mai possibile che quella ragazza fosse... così?!?!? E lui, tra l’altro... era un altro idiota di proporzioni stratosferiche... per logica avrebbe dovuto cercare di allontanarla da lui, soprattutto adesso che non si sentivano più... ed invece... per colpa della sua innata vocazione a cercare ciò che fosse bene solo ed esclusivamente per lei, le consigliava di restare a casa in attesa di una sua telefonata.
- Comunque... grazie...
- Mh? E per cosa?
Lei gli regalò un sorriso splendido.
- Perché mi sei vicino sempre e comunque... credo sia noioso stare ad ascoltare le mie lagne continue, e tu lo fai da così tanto tempo... che... davvero non saprei quantificarlo...
- Non mi dà noia ascoltarti parlare...
Era vero.
Mille volte l’aveva maledetta nei suoi pensieri, per essere così ottusa e cieca da non vedere l’amore viscerale che lui nutriva nei suoi confronti.
Mille volte l’aveva chiamata stupida – sempre nei suoi pensieri – in attesa che il suo atteggiamento cambiasse... in attesa di cominciare a piacerle come uomo... in attesa di averla tutta per sé...
Ma questo non sarebbe mai potuto succedere. Non più. Forse una volta, ma non più.
Avrebbe dovuto approfittarne mentre era debole, mentre su di lei aveva ancora il potere di una volta...
Improvvisamente, si sentì in colpa per questi pensieri, ed abbassò lo sguardo. Lei se ne accorse.
- Chiro...?
- Mh?
Le rispose sempre tenendo gli occhi bassi. Non le sfuggì, perciò insistette.
- Chiro, c’è qualcosa che non va?
- No, perché me lo chiedi?
- E tu perché non alzi gli occhi?
Se riuscì ad alzare quel benedetto sguardo, fu solo per non dargliela vinta.
- Visto? È tutto ok.
- Naaa... con me non attacca... ti conosco da troppo tempo... sentiamo, qualcuna che ti piaceva ti ha deluso?
Qualcuna che...? No, non poteva crederci...
Gli venne da ridere, e si trattenne, cominciando ad intavolare una conversazione pericolosa.
- Decisamente... vedi, questa ragazza... la amavo davvero tanto... la amo tutt’ora... ma lei è così stupida! Non si accorge di ciò che provo per lei... non le importerebbe comunque, penso...
Lei spalancò gli occhi, al limite della sorpresa.
- Quanta passione nelle tue parole! Devi amarla davvero tanto! La conosco?
- Uhm... un tempo la conoscevi di sicuro... ma adesso non so se la riconosceresti ancora, vedendola...
- Ma di chi parli?
Si alzò in piedi, avvicinandosi a lei, che rimase seduta sul letto.
- Parlo di una ragazza che credevo di conoscere... una che riponeva in me tutta la sua fiducia...
Mise un ginocchio accanto alla sua gamba destra, avvicinandosi sempre di più e guardandola duramente.
- Parlo di una che è molto cambiata rispetto a quando credevo di conoscerla io... e non sono sicuro che sia stato un cambiamento in meglio...
Si mise definitivamente in ginocchio, impedendole ogni possibilità di alzarsi, ma era così vicino che Naiko dovette strisciare sotto di lui un po’ indietro.
- C-Chiro... tutto ok?
La guardò fissa negli occhi per un paio di secondi: non l’aveva mai vista così spaventata da lui... non poteva dire che gli dispiacesse. Era la prima volta che si sentiva in potere di... dominarla.
- Non è ok, Naiko. Non è mai stato ok.
Vedendo che lei si ostinava a non capire, rincarò la dose.
- Parlo di te, Naiko! Sei tu quella che amo, e che non si accorge dei miei sentimenti!
Lei spalancò gli occhi.
- C-Cosa?
- Non balbettare, non te lo permetto. Non posso credere che tu non sapessi niente dei miei sentimenti! Sicuramente li ignoravi, mi hai preso in giro fino ad ora! Non posso sopportarlo, Naiko!
La ragazza puntò le braccia sul letto, per evitare di cadere indietro.
- Io... non avevo idea...
- BALLE! Naiko, non è il momento di continuare a prendermi in giro, sono stufo!
- Ma io dico sul serio, stupido!!! Non credevo che la profondità dei tuoi sentimenti nei miei confronti fosse tale! Se l’avessi saputo... io... di certo...
- Di certo?
- Non ti avrei mai detto quelle cose su Akira. Né ti avrei mai parlato a lungo di tutti gli altri miei ex ragazzi.
Lui continuò a fissarla, impassibile, senza alzarsi.
- Perché non me ne hai mai parlato?
- Cosa???
- Perché non mi hai mai detto che mi amavi?!?!
- Perché ero sicuro che mi avresti rifiutato, logico!
Lei si alzò con tutta la forza che aveva, mandandolo a terra e stringendo i pugni.
- STUPIDO! Se solo tu me lo avessi detto...! C’è stato... un periodo... in cui...
Lui la guardò quasi tristemente, e Naiko abbassò gli occhi che si riempivano già di lacrime.
Soichiro si alzò da terra, e, dopo essersi sistemato i pantaloni e la maglietta, le si avvicinò. Le carezzò una guancia. Così vicini da poter sentire l’uno i respiri dell’altra...
- Può ancora essere... possiamo ancora... amarci... Nai...
Le loro labbra si avvicinarono, piano... lui le strinse la vita... ma Naiko si staccò e gli prese le mani fra le sue.
- Non può più essere, Chiro... io... adesso sono innamorata di un’altra persona... cerca di capirmi...
Lui indurì lo sguardo e la strattonò, lasciandole le mani.
- In questo caso, non abbiamo altro da dirci.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Naiko si lasciò andare sul letto.
**

- E questo è quanto...
La mora le mise una mano sulla spalla.
- Mi dispiace, Nai... proprio in un momento così delicato per te... prima tua madre, adesso anche Jin... e Sendo... sarai distrutta...
- A dire la verità lo sono parecchio. Stamattina ero indecisa se alzarmi dal letto e venire a scuola o meno...
- Ehi, Nai! Non ti devi lasciare sopraffare dagli eventi! Fatti forza!
- Per te è facile dirlo! Hai una storia d’amore rose e fiori e stai simpatica a chiunque! Inoltre non hai nessun amico d’infanzia che se ne esca così dicendoti che ti ama, e nessuna madre semi-assente che ti perseguita!
- Naiko. Non commettere l’errore di crederti l’unica persona con dei problemi sulla faccia della Terra.
La bionda abbassò lo sguardo.
- Anche io ho i miei. Credi che il fatto di non poter dire niente a nessuno di me e Kaede per non causare una tragedia mi diverta? E credi che io non mi senta in colpa nei confronti di Ryota? O che non sia triste per aver perso la partita contro i Rangers? Ognuno ha i suoi problemi, Nai. I tuoi non sono più importanti dei miei.
Lei si sentì immensamente colpevole, ed annuì.
- Scusa, Aya... sono stata egoista...
- Con questo non voglio dire che i tuoi problemi non siano gravi e degni di soluzioni rapide...
Disse addolcendo lo sguardo e carezzandole il collo con una mano.
- Anzi, ti prometto che penserò alla tua situazione, stasera... però, Nai...
- Si?
- Non puoi continuamente far affidamento su di me. Io non ci sarò sempre. Per esempio, io posso provare a parlare con Sendo, ma non posso assolutamente risolvere la questione con Jin, perché non lo conosco abbastanza, e poi perché i suoi sentimenti per te sono molto profondi e questo gli provoca molto risentimento. Per questi motivi, a Jin puoi pensare solo tu.
Naiko non le rispose. Probabilmente perché troppo preoccupata e triste.
- Nai...
- Mh...?
- Per favore, non cadere in depressione ogni volta che ti incito a farcela da sola, ok?
Le sorrise dolcemente, e la bionda le sorrise di rimando.
- Aya... grazie...
- Per cosa, in particolare?
- In particolare per niente... in generale per tutto...
La fissò pochi attimi, e poi sorrise di nuovo.
- Non è da te, tutto questo sentimentalismo!!! Ridi! Ridi!!!
Ed entrambe risero a lungo, con quella risata liberatoria dei bambini che mangiano un dolcetto di nascosto e poi la fanno franca.
**

- Ahm... ecco... ciao...!
- Ciao...
- Cosa... ci fai qui?
- Passavo...
Erano entrambi così tesi che tremavano.
- Bè... come stai?
- Tutto... a posto, credo...
Rispose il ragazzo grattandosi la nuca nervosamente.
Rimasero in silenzio a lungo, almeno qualche minuto.
- Senti...
Per poi esordire insieme. Ovvio.
- No... parla tu...
Disse lui.
- A dire la verità non si può dire che avessi qualcosa da dirti...
Akira la guardò con occhi incuriositi.
- Ed allora perché quel “senti”?
Naiko sorrise imbarazzata.
- Così... credo mi sia uscito spontaneo...
Le regalò uno di quei sorrisi che la facevano sciogliere come il burro.
- Tu... invece mi volevi dire qualcosa?
- Non è mica facile...
- Cosa?
- Dimenticare.
Lei si zittì, intuendo cosa lui avrebbe detto di lì a poco.
- Insomma... mi hai dato del superficiale... e del menefreghista... ed in più hai dubitato del mio affetto nei tuoi confronti, il che significa che non ti fidi completamente di me...
Naiko abbassò lo sguardo rattristata, mentre si rendeva conto di essere incapace di rispondergli in alcun modo. Si sentiva colpevole.
- Ma...
Continuò lui sospirando.
- Ti amo.
Al che lei alzò lo sguardo stupita come se le avessero detto che il cielo era diventato lilla.
- C-Cosa?
- Si, bè... ci ho riflettuto parecchio in questi giorni, e penso di non potere farci niente... sono innamorato di te, probabilmente dalla prima volta che hai aperto bocca per salutarmi... ma insomma, è così.
La prima pulsione fu quella di corrergli tra le braccia e baciarlo. Ma poi un viso apparve nei pensieri di Naiko.
- Io... non so che dire...
- Guarda, non è strettamente necessario che tu dica qualcosa, non sentirti obbligata...
Ancora ebbe voglia di sorridere, ma quel viso... quel viso glielo impediva.
- A-Akira... io...
- Forza, stai ancora lì? Vieni...
Allargò le braccia, per accoglierla, ma lei non si decideva a muoversi.
Lui continuò a guardarla, dapprima comprensivo, poi sempre meno fiducioso, poi incuriosito, ed incredulo.
- N-Nai?
- Io non posso.
Si riscoprì molto più decisa di quanto si aspettasse. Il pensiero di perdere Chiro la mandava in confusione, non poteva pensare una vita intera senza di lui.
Guardò Akira negli occhi come a cercare il suo perdono. Affogò in quell’azzurro scuro, e si sentì morire fissando tristemente le sue labbra. Amava Akira. Ma non poteva trattare in quel modo Soichiro.
- Non puoi?
- No.
- Perché?
Lei non osò guardarlo in faccia subito. Anche se, teoricamente, non lo stava lasciando per un altro, praticamente era così.
- Sono... sorte delle complicazioni, con Chiro...
Lo sguardo di Akira si indurì incredibilmente.
- Ti sei innamorata di lui?
Come rispondere? No, ma devo lasciarti, o lui abbandonerà me? Come?
- Io... è meglio se non ci vediamo più... non voglio che tu soffra...
- Se non lo ami non lasciarmi.
Lei alzò lo sguardo, incredula. Come aveva fatto a...?
- Come, scusa?
- So dei sentimenti che lui prova per te. Se vuoi lasciarmi solo perché così lui non ti odierà allora non farlo. Se mi lasci perché lo ami e vuoi stare con lui è un’altra storia, ma se mi lasci per un suo capriccio non farlo.
Stranamente, si sentì infastidita dalle sue parole.
- Lui... non è capriccioso! Non credo di essere un capriccio per Chiro!
- No?
Ammutolì di nuovo, davanti a quello sguardo freddo. Voleva il suo sorriso.
- Sicura di non essere un capriccio? È cresciuto con te, e grazie alla sua indole gentile e votata al martirio è riuscito a diventare il centro del tuo universo. Quando si è reso conto che, lentamente, ti stavi allontanando da lui perché il tuo cuore aveva trovato l’amore, ha deciso che non poteva più sopportare di dividerti con gli altri. Ti vuole solo per sé. Io sono solo il primo, perché vedrai che ti costringerà ad abbandonare tutti... Ayako... Sakuragi... tuo padre... per monopolizzare il tuo affetto. Se ti amasse davvero ti lascerebbe andare.
Naiko non seppe come rispondere. Sembrava avere coscienza di quello che stava dicendo, non sembrava trasportato dalla gelosia... era molto lucido. Questo le fece balenare in testa il fatto che potesse avere ragione. Ma si rassicurò subito: Chiro e lei si conoscevano da troppo tempo, lui non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere... no... no...
... no?
Si voltò. Non le faceva bene dubitare di lui. Chiro era uno dei suoi punti di riferimento, se dubitava di un caposaldo allora sarebbe anche potuta crollare.
- Lascia stare, Akira. Ti ho detto che è meglio così.
- Non vuoi fare soffrire lui, ma a me non ci pensi?
Se non... se non pensava a lui?
CAZZO, era un’intera settimana che non faceva altro!
- Se... se mi lasci mi uccidi, Naiko...
Poteva sentirlo, aveva la voce tremante. Non voleva, non voleva che Akira soffrisse! Ma... come fare...?
- Naiko, cazzo, rispondi almeno!
Era la prima volta che lo sentiva così nervoso. Ed era la prima volta che gli sentiva dire una parolaccia. Segno visibile che doveva essere parecchio scosso. Giusto per non farlo più parlare con quel tono, si decise a rispondergli.
- Scusa...
Non lo sentì più neanche respirare, per qualche secondo. Poi lui le si avvicinò, tanto che poteva sentire il suo fiato sul collo.
- Scusa? Vuoi dirmi questo? È l’ultima volta che mi vedi e vuoi solo chiedermi scusa?
Naiko fu seriamente sul punto di crollare. Fu sul punto di voltarsi, gettarsi fra le sue braccia e chiedergli perdono di essere solo una codarda meschina, implorandolo di riprenderla con sé. Ma non poteva. DOVEVA essere forte. E lo sarebbe stata.
- Addio, Akira.
Lui si voltò e si avviò per la strada a passo deciso.
**

Non era intervenuta perché confidava nei sentimenti e nell’intelligenza di Naiko. Ma quella ragazza aveva combinato decisamente un casino.
Sendo era venuto a trovarla per fare pace dopo il momento di tensione prima della partita... e lei se ne usciva con discorsi di quel tipo? Che voleva fare, mollarlo così? Per... Jin?
Ma allora non aveva capito niente del discorso che avevano fatto pochi minuti prima!?!?!?!
Quando le aveva detto di risolvere la questione con Jin da sola intendeva che avrebbe dovuto fargli capire che lei non gli apparteneva, e che aveva il diritto di amare chi voleva! Non che doveva lasciare l’uomo che amava per lui!

Non era intervenuta. Ma l’avrebbe fatto.
**

Non ci aveva capito molto, ma quel poco che aveva capito non gli era per niente piaciuto.
Sendo e Nai facevano coppia più o meno fissa già da un po’, e sembravano tanto tranquilli insieme! Perché Naiko aveva distrutto tutto in quell’assurda maniera? E poi cosa significava che erano sorte complicazioni con...Chiro??? Chi diavolo era Chiro, forse Jin??? Soichiro Jin???
Si grattò la testa. Ed uscì allo scoperto.
**

- NAIKO!!!
Urlarono all’unisono Ayako ed Hanamichi raggiungendo la ragazza al centro del cortile antistante la palestra dello Shohoku.
Lei si voltò, con gli occhi pieni di lacrime, ma non piangeva ancora.
- Nai!
Disse Ayako più dolcemente.
- Cosa hai combinato...?
- Io... non posso... stare con Akira... Chiro... lui... ho scoperto che è innamorato di me... mi è sempre stato vicino, non posso tradirlo stando con un altro...!
Hanamichi continuava ad essere più confuso che persuaso, mentre Ayako sembrava avere un suo ragionamento che seguisse in qualche modo quello di Naiko.
- Naiko, sei una sciocca! Perché diavolo hai lasciato Sendo???
Disse Hanamichi cercando di infilarsi nel discorso muto delle due.
Ayako gli fece cenno con la mano di stare zitto.
- Sai che hai sbagliato Nai...
Disse la mora con fare comprensivo e dolce reggendo Naiko per le spalle.
- Io... Aya, cosa avrei dovuto fare?
- Insomma, ami di più Sendo o Jin? Cerca di capire ciò che vuoi...
Hanamichi le si avvicinò, scostando leggermente Ayako e lanciandole uno sguardo eloquente.
- Nai...
Disse poi, dopo averla afferrata saldamente per le spalle.
- Chiudi gli occhi...
Lei obbedì, quasi in trance.
- Adesso prova a pensare... quando ti dico “amore” chi ti viene in mente?
Naiko non aspettò un secondo.
- Aki...
Si fermò, appena si accorse di ciò che stava dicendo. Aprì gli occhi di scatto e si allontanò da Hanamichi, riacquistando una strana lucidità fredda ed in qualche modo inquietante.
- Sciocchezze. Questo non cambia la mia decisione. Io...
Si voltò nuovamente a guardare i suoi due amici tristemente.
- Non ce la farei. Non riuscirei a perdere Chiro e continuare a vivere in pace. Gli voglio troppo bene. Ed ora... scusatemi...
Se ne andò, avviandosi a passo incerto verso casa sua.
- Troppo buona...
Disse Ayako inarcando verso il basso le sopracciglia.
- E’ troppo buona...
Hanamichi annuì in silenzio.
**

L’aveva trovato esattamente dove immaginava di trovarlo. Sotto casa di Naiko.
- Se la stai cercando, non è ancora tornata a casa.
Soichiro si voltò di scatto.
- Sendo?
- Esatto! Fa effetto incontrarsi col proprio rivale in amore, vero? Soprattutto se si ha la coscienza sporca...
Il ragazzo sorrise ironico.
- Coscienza sporca?
- Esatto... dovresti saperlo, Chiro...
A sentirsi chiamare così da qualcuno che NON era Naiko, un brivido gli corse lungo tutta la schiena.
- Devo dedurre che hai parlato con Nai di quello che le ho detto ieri?
- Dire che ne abbiamo parlato non è esatto... piuttosto, autonomamente lei ha deciso di lasciarmi per te.
Lo sguardo di Soichiro si riempì di una inaspettata quanto piacevole felicità.
- Cioè... lei ha lasciato te per stare con me?
Adesso era Akira a sorridere ironicamente.
- Non montarti la testa... mi ha lasciato perché non vuole che tu la odi... ma non ti ama...
Dopo la felicità improvvisa, si sentì il cuore nello stomaco.
- Perché lei ama me. Non puoi pensare di intrappolarla, e di legarla a te per sempre, prima o poi anche lei lo capirà, che il tuo è un desiderio, un capriccio dettato dall’egoismo, dalla paura e dall’ossessione, oltre che dall’amore viscerale che provi per lei. Ma lei ama me, ed io amo lei. E prima o poi staremo insieme. Non puoi fare niente per fermarci. Goditi questa pallida parvenza di felicità, finchè ce l’hai, perché quando finirà – e molto presto questo avverrà – non avrai più niente.
Si voltò lasciandolo con un palmo di naso, ed andò via.
Soichiro rimase interdetto per parecchi secondi, e poi, saggiamente, decise che era meglio non incontrare Naiko, quella sera.
**

- Dio... ma ti rendi conto, Kaede??? L’ha mollato così, da un giorno all’altro, e semplicemente perché Jin aveva fatto un po’ l’offeso!
Il ragazzo si sedette sul suo letto, mentre Ayako rimaneva in piedi di fronte a lui.
A dire la verità, ciò che l’aveva colpito in quella faccenda di Mai e Sendo, era proprio la facilità con cui la loro storia era andata in pezzi; si era dissolta come una bolla di sapone. Davvero facilmente.
E se in quel momento stava riflettendo a sguardo basso senza neanche più ascoltare quello che la sua ragazza aveva ancora da dire su quella situazione, era solo perché, dopo aver saputo la notizia, era stato preso da una paura terribile.
E se un giorno fosse finito tutto come un sogno?
Pensandoci, i presupposti c’erano tutti. Miyagi avrebbe potuto saltare fuori, un giorno, ed avrebbe potuto fare un bel discorsetto ad Ayako, stile Jin/Mai. E lei cosa avrebbe fatto? Si sarebbe comportata come la bionda che aveva beatamente mandato affanculo la storia d’amore *forse* più importante della sua vita, per paura di perdere un amico d’infanzia? Oppure avrebbe agito in maniera diametralmente opposta, scegliendo lui invece dell’amico?
Non lo sapeva, ma aveva comunque una paura matta.
Dannata insicurezza.
Eppure era sicuro che Ayako lo amasse, così come era sicuro di amarla a sua volta... quindi, perché tutta questa paura?
- Se non rialzi immediatamente lo sguardo e non mi dici che cos’hai in cinque minuti ti mollo.
Era la frase che Ayako usava sempre per costringerlo a confessare tutti i suoi arrovellamenti di testa, quando gli capitava di averli – abbastanza spesso, a dirla tutta.
Comunque, a quella frase non era in grado di resistere. Alzò lo sguardo ed aprì la bocca.
- Tu lo faresti?
Lei sembrò come cadere dalle nuvole.
- Cosa? Quello che ha fatto Nai?
Kaede annuì, sempre fissandola.
Lei scosse la testa rassegnata, con un sorriso dolce sul volto.
- Hai paura che ti lasci per un amico d’infanzia?
Era indeciso se risponderle o andarsi a chiudere in bagno per nascondere la vergogna. Alla fine annuì di nuovo.
Ayako sorrise ancora più dolcemente, e gli si sedette sulle ginocchia, abbracciandolo all’altezza del collo.
- Mah... non saprei... se per quel tempo mi avrai annoiata abbastanza può darsi di si...
Si voltò a guardarlo curiosa di osservare la sua reazione, e quando si accorse del suo sguardo da cucciolo bastonato decise che l’aveva preso in giro abbastanza.
- Scemo... non ti lascerei neanche se mi obbligassero... e non lo dico per convenienza o perché la situazione lo impone...
D’improvviso, Ayako arrossì e si alzò.
- Ed ora che c’è?
Chiese lui stupito.
- Niente...
Rispose subito lei, ancora rossa, incrociando le mani dietro la schiena e guardandolo.
- ... solo non credo di averti mai detto che ti amo...
Anche Kaede sentì le sue guance farsi di fuoco. Si alzò in piedi spalancando le braccia e chiudendo gli occhi.
- Vieni qua e fatti baciare. Ti amo anche io da morire.
**

L’indomani, in palestra.
Ayako sembrava particolarmente nervosa, quel giorno.
Non che Naiko se ne fosse accorta, presa com’era da quei suoi casini personali, ma tutto il resto dello Shohoku lo sapeva.
E tutti avevano capito a *chi* era dovuto quel nervosismo. Tutti.
Compreso chi rifiutava di crederci.
Quando Kaede Rukawa, quel giorno, entrò in palestra, immediatamente si percepì nell’aria qualcosa di diverso. Quella non sarebbe stata una giornata comune. No.
C’era tanto... gelo nell’aria, che perfino Naiko lo percepì.
- Hana...
Lo chiamò subito in disparte.
- Che tu sappia, è successo qualcosa fra Aya e Rukawa?
- Che io sappia proprio no... sono entrambi strani, vero?
- Infatti, avevo notato questo... strano, però, da un giorno all’altro cambiare così umore...
- Bè, non credo che tu possa mostrarti stupita di un cambiamento repentino, dopo ieri...
Disse Hanamichi guardandola male. Naiko non rispose.
- Comunque... staremo a vedere cosa accadrà oggi.
Concluse lui, e si allontanò.
Akagi si mise ad urlare spronando la squadra ad allenarsi ed inveendo contro Kaede ed il suo ritardo.
- MAI!!!
Disse, chiamandola per cognome.
- Ora che tutto il casino degli United Stars è finito, devi continuare a stare qui per forza? Sei una distrazione!!!
A sentire le due paroline magiche – United Stars – quattro persone emisero dei brontolii di disapprovazione.
Dopo aver brontolato, Naiko si alzò in piedi.
- Devo ancora capire se sono una distrazione per la squadra o solamente per te...
Takenori arrossì e fece un passo indietro allargando le braccia.
- Ma... dico!!! Sei forse impazzita!?!?!?!?!?!?
La ragazza rise di gusto e poi si sedette nuovamente, al fianco di Ayako, rimanendo a guardare quello spettacolo che era lo Shohoku in allenamento.
- Aya...
Sentendosi chiamata, la mora sfoggiò un sorriso di circostanza e si voltò a guardare chi le sedeva accanto.
- Si?
Naiko la fissò a lungo con uno sguardo poco convinto.
- Tu... ed anche lui...
Disse indicando con pollice Kaede che marcava Mitsui.
- ... che vi prende oggi?
Ayako si ritrovò, controvoglia, ad arrossire.
- Ma... cosa dici, Nai??? È tutto ok...
- Si, si, questo lo racconti a loro...
Ascoltando il silenzio dell’amica, Naiko si decise a parlare di nuovo.
- Aya... io non sono soltanto una tua amica... io... credo di essere in grado di guardarti negli occhi e capire che c’è qualcosa che non va. Credo di essere in un certo senso... speciale. Non vorrei che tu pensassi che io mi sia montata la testa, io lo sento così. Per cui... è inutile provare a nascondermi ciò che già so... parla...
Lo era. Lo era davvero una persona speciale. E non solo per lei.
Lo era per Kaede, che grazie al suo aiuto aveva scoperto di poter amare, e di poter amare Ayako;
lo era per Jin, che per anni era quasi impazzito di dolore, mettendo la vita al suo servizio;
lo era per Sendo, che allo stesso modo di Jin sarebbe impazzito se lei non avesse capito di non poter stare senza di lui;
lo era per Hanamichi, che per la prima volta si sentiva rispettato, e gratificato, ma contemporaneamente spronato;
lo era per suo padre, che viveva per lei;
lo era per la squadra, che mentre lei era in panchina assumeva tutto un altro sorriso;
Naiko era speciale per tutto ciò che la circondava, perché era in grado di farlo brillare.
Ayako la guardò, e sorrise dolcemente.
- Ti voglio bene, Nai...
Naiko sorrise imbarazzata.
- Anche... anch’io te ne voglio, ma non eludere l’argomento! Cosa è successo?
Ah, già... cosa era successo...
- Nai... non è facile... io e Kaede siamo molto in tensione ultimamente...
La bionda cominciò a temere il peggio. Tensione?
- Ci amiamo, ed anche parecchio... ma viviamo una situazione completamente sfavorevole alla nostra storia... io mi sono chiesta spesso – ed anche lui, ne sono sicura – se *così* si poteva andare avanti...
Oh-oh. Se non si poteva andare avanti...
Naiko ascoltava ogni parola dell’amica in religioso silenzio, pronta ad intervenire se lei avesse detto qualcosa di *non* accettabile. Ma Ayako non disse nulla di sbagliato.
- In quel modo non poteva andare avanti. Abbiamo deciso di dirlo a tutti, Nai.
Si trattenne dal fare i salti di gioia solo per educazione.
- MA E’ FANTASTICO, AYAAAAA!!!
- Ssssssh!!! Abbassa la voce, accidenti!!!
- Si, si, ok... ma sono troppo felice ugualmente! Siete molto coraggiosi e...
Il suo sguardo si rattristò.
- ...sfidare tutti per amore è molto bello...
Ayako la guardò fissa per qualche secondo. Poi le mise una mano sulla spalla.
- Nai... so che l’hai capito. La nostra è anche una lezione. Rimedia.
Naiko la guardò, piena di gratitudine. Annuì.
- Solo, Aya...
- Si?
- Con Miyagi... buona fortuna...
**

Stava lì scervellandosi da un’ora circa sulle modalità con le quali lui ed Ayako avrebbero reso pubblica la loro relazione. Non riusciva ad immaginare.
Una dichiarazione appassionata sotto un ciliegio di fronte a tutti?
Un bacio ugualmente appassionato di fronte a tutti?
O semplicemente del tipo “Sapete, stiamo insieme”, per la serie conferenza stampa?
Mentre pensava a queste cose doveva anche tenere sott’occhio il dannato Mitsui che non aspettava altro che una sua distrazione per tirare uno di quei dannatissimi tiri.
Stavano messe male, le matricole. I sempai avevano un vantaggio di sei punti.
Poteva spiegarselo in parecchie maniere, ad esempio il fatto che lui e Sakuragi erano ancora stanchi morti dalla partita con i Rangers. Oppure che di davvero *forti* nella squadra delle matricole c’erano solo loro due, mentre i sempai potevano contare praticamente sui tre quinti della formazione ufficiale, ed il quarto era Kogure che non è che fosse proprio un pivello.
In ogni caso stava andando male, e questo era dovuto in parte anche ai suoi pensieri.
Il dannato Mitsui di cui sopra approfittò del suo momento di distrazione continuo per fargliela sotto il naso e segnare da tre. Adesso nove punti di distacco.
A sorpresa, Hanamichi chiese un time out.
- Un time out? Ma sei cretino???
Urlò Akagi picchiandolo.
Hanamichi borbottò un po’ per il dolore, e fece un po’ di storie, ma alla fine il time out gli fu concesso.
E si appartò con lui. PRPRIO CON LUI!!! Cazzo, altri tre giocatori in squadra ed aveva chiesto il time out solo per parlare con lui!
Ayako guardò Hanamichi e Kaede allontanarsi verso un angolo.
- Allora, Rukawa! Pensi che possiamo farci battere così???
Lui non rispose, roteò gli occhi e cercò di divincolarsi, ma il rossino glielo impedì.
- Stai giocando peggio di me! Cos’è che ti preoccupa??? A cosa non fai altro che pensare, oggi?
Vedendo che lui si ostinava a non rispondere, tranne che per i soliti umpf e tsk, Hanamichi decise di passare all’azione.
- E va bene, ma mi ci hai costretto tu.
Si voltò, lasciandolo finalmente libero di muoversi. Si portò al centro della palestra e si schiarì brevemente la voce.
- Dunque, Rukawa oggi è particolarmente debilitato, non riesce a giocare bene, e questo è l’unico motivo per cui adesso ci state battendo!
Mitsui e Miyagi digrignarono i denti ed inveirono a lungo contro di lui, ma bastò un pugno di Akagi per riportare alla normalità la situazione.
- Ma...
Continuò Hanamichi con un bernoccolo in più sulla testa.
- Non era di questo che volevo parlare. C’è un motivo per il quale lui è così debilitato, e lo è anche Ayako: loro due stanno insieme, e questa è una dichiarazione ufficiale.
Brr...
Un brivido corse lungo le schiene dei due indiziati, che spalancarono gli occhi.
Di tutti i modi con i quali avrebbero potuto annunciare di essere una coppia, questo era il più assurdo. E... adesso?
Si sentì la porta principale chiudersi, ed entrò Haruko.
- Bene...
Disse lei a sguardo basso.
- Avete scelto il momento più opportuno per dirlo, c’eravamo tutti...
Ayako e Kaede si fissarono, mentre Ryota fissava lei ed Haruko teneva ancora lo sguardo basso.
Hanamichi sembrò accorgersi solo in quel momento del gran casino che aveva combinato.
- Ops...
Disse.
Naiko si alzò fulminea dalla panchina.
- OK!!!
Urlò tesa.
- Adesso ci andiamo a fare una passeggiata!
Camminando, arpionò Ayako, Kaede, Ryota, Hanamichi e Haruko e li portò fuori, lasciando gli altri nello sgomento.
- Oh... bè...
Perfino il tono di Akagi non era lo stesso.
- Ebbene?!?!? Alleniamoci da soli, no?
**

Naiko sventagliò un paio di volte addosso a Hanamichi.
- MA SEI SCEMO??? CHE DIRITTO AVEVI DI FARE UNA COSA DEL GENERE?!?!?!?!?!
Hanamichi ripeteva “moan – moan” ad ogni rimprovero, e bisbigliava scuse.
- Mi dispiace, ma anche quando non è che potesse continuare così!
- Anche questo è vero...
Disse Naiko concludendo la sua punizione esemplare e voltandosi verso i quattro che li fissavano sbigottiti.
- Voi quattro! Mi avete davvero fatto girare la testa in questi ultimi mesi. Non potete mica continuare così, in una situazione di “lo so ma non voglio rendermene conto, né tantomeno renderne conto agli altri”! Adesso...
I quattro sentirono un brivido nell’accorgersi che Naiko stava per dire PROPRIO quelle parole tanto temute.
- ... è il momento di chiarirvi.
- C’è ben poco da chiarire!
Disse Haruko alzando leggermente la voce.
- Loro due... loro due stanno insieme!
Si voltò verso Ayako e la guardò con odio.
Ryota non disse niente. Fissava un punto imprecisato accanto a sé dove non c’era assolutamente nulla.
Ayako e Kaede tenevano lo sguardo fisso per terra, sembrava che nulla potesse toccarli.
- Mi-Miyagi, non dici niente?
Chiese Haruko voltandosi verso di lui. Lui la guardò indifferente.
- Cosa dovrei dire? Ragiona, nulla di quello che possiamo dire li farà lasciare...
Naiko abbassò lo sguardo, pensando ad Akira.
- ... quindi perché insistere?
- P-Perché? Ma è logico, per cercare di ottenere delle scuse!
Ryota le si avvicinò parecchio infastidito.
- Ma perché vuoi delle scuse? Pensi che il fatto che stiano insieme sia sbagliato? Io non credo sia così. L’unica cosa di cui li rimprovero è di non averlo detto subito... come se pensassero che io avrei fatto chissà quale tragedia... ma evidentemente avevano ragione, visto che tu li stai trattando come i figli del peccato!
- Ma Miyagi! A te piace Ayako, ed a me piace Rukawa! Non è giusto che si siano messi insieme adesso, noi li amavamo da molto prima che loro scoprissero di amarsi!
- Vuoi forse provare a creare delle leggi in amore? Ti è mai passato per la testa il fatto che, malgrado li amassimo, noi non fossimo ricambiati? Io non lo ero, e credo neanche tu. Quindi, smettila di fare la bambina che non vuole arrendersi ai suoi capricci.
Haruko si arrese, abbassando gli occhi e stringendo le mani a pugno. Ryota andò davanti a Kaede.
- Spero che saprai trattarla bene. Voglio fidarmi.
Si strinsero la mano e poi lui andò da Ayako.
Rimasero in un silenzio imbarazzante per molti secondi, poi lui parlò.
- Ayako, ti ho sempre amata. Sappilo. Ma ti vedo felice con lui... io voglio solo la tua felicità. Sono contento per te.
La ragazza, con le lacrime agli occhi, non potè fare altro che ringraziarlo ed abbracciarlo forte.
Haruko non disse niente, e distolse lo sguardo dalla scena di Ayako e Kaede che si abbracciavano, contenti che tutto fosse andato a posto. Ryota la raggiunse, inaspettatamente.
- Haruko...
- Mh?
- Guardali.
- Non voglio.
- Guardali, su...
Lei alzò lo sguardo, più che altro perché convinta dalla voce dolce di Ryota. Rimase stupita ed incantata, e per la prima volta si fermò a pensare che si, quei due erano proprio belli insieme. I loro visi erano rilassati, i loro sorrisi dolci ed i loro occhi chiusi. Sembravano un quadro.
- Non è facile accettarlo così, anche se sono felici... io lo amo...
- Anche io la amo... ma è meglio che siano felice almeno due di noi...
Ed a quel punto, Haruko non si trattenne più, e scoppiò a piangere, tra le braccia di Ryota.
Naiko li fissava.
Ryota era stato forte. Ed anche Haruko. Erano stati forti anche Kaede ed Ayako. Ma allora perché? Perché solo lei si doveva sentire così in colpa?
Ripenso ad Akira e spese anche lei una lacrima.
**

- Ehi, che sorpresa trovarti qui!
Akira si girò stupito come mai di trovare Ayako dietro di lui.
Si alzò in piedi.
- Ah... Anche io sono sorpreso... che ci fai a casa di Naiko?
- Dobbiamo fare dei compiti insieme... ha scoperto da poco di essere negata in matematica, e vuole un aiuto...
- Mh...
- Bè? Da quanto sei qui? Dieci minuti?
- Direi almeno due ore.
Lei spalancò gli occhi.
- E perché non entri???
- Ehm... non trovo il coraggio...
Ayako si diede uno schiaffo sulla fronte e poi scosse la testa.
- Ma ti ha invitato lei?
- No...
- Fammi capire: sei venuto qua per stare seduto davanti a casa sua, e ci stai da due ore?
- Esatto. Ma da come l’hai detto tu sembra una cosa di pazzi di manicomio.
- Perché in effetti lo è. Entri con me o rimani qui a fissare la dimora della regina di Saba?
- Non sei spiritosa... se entrassi secondo te mi butterebbe fuori?
- No. Entri?
Lui rimase in silenzio qualche secondo. Poi annuì.
- Ok...
**

- Naikooooo!!! È arrivata la tua amica Ayako! Vuoi venire?
- Arrivo pà!
Naiko spuntò dalla sua camera, e già dal corridoio intravide Ayako. Ma... non era sola...! Si era portata dietro Rukawa???
No...
- Ehm... ciao...
- Ciao!
Ayako salutò energicamente, mentre Akira si limitò ad alzare una mano e muoverla piano.
- Allora, Nai, non ci porti in camera tua?
- Ah, s-si...
Sembrava cadere dalle nuvole, come al solito.
- Prego, entrate pure... scusate se è un po’ in disordine...
Una frase di circostanza, perché quella stanza brillava come uno specchio.
- Potete sedervi qui...
Disse Naiko mentre tirava fuori dall’armadio a muro un enorme tavolino.
- Ah! Naiko, vuoi una mano?
Disse Akira avvicinandosi a lei.
- N-No... grazie... ce la faccio da sola...
Posò il tavolo per terra con un tonfo e poi si sedette, allungando un braccio verso il suo letto per prendere la cartella.
- Mi dispiace se ti annoierai, Sendo, ma Aya mi deve dare ripetizioni di matematica... non saremo molto di compagnia... se vorrai andare via non ti fermerò.
Non gli piaceva quella frase. E poi... Sendo? Non lo chiamava più per nome?
- Resterò, non ti preoccupare...
Glielo disse quasi in tono di sfida, tanto che lai aggrottò leggermente le sopracciglia.
- Ehm... dunque! Cos’è che volevi spiegato, Nai?
- Ah, già!
Disse lei distogliendo lo sguardo da Akira.
- Questa nuova storia dell’equazione della parabola, non ci ho capito niente...
- Ma dai! È semplicissima! Ci sono quattro formulette da imparare a memoria ed è fatta!
- Aya, non osare prendermi in giro e spiega!
Perfetto, si stava già annoiando...
Akira girò lo sguardo verso la finestra: era già il tramonto... strano, come mai Ayako era andata a casa di Naiko così tardi?
Si guardò un po’ intorno e poi si diresse verso la libreria, prese un libro a caso e cominciò a sfogliarlo. Non aveva altro da fare, quindi si immerse nella piacevole lettura di un libro coreano del quale non riusciva a capire l’autore. Era una storia dolce, che parlava del passato di un protagonista scontroso ed asociale, che si trovava a dover per forza di cose accudire una bambina di dieci anni solare e carina.
Non mancavano momenti molto divertenti, ed Akira trovò quel modo di passare il tempo molto interessante. Lo finì tutto in due ore.
- Per fare questo devi trovare le coordinate del vertice, Nai... te le ricordi, vero, le formule per trovare le coordinate del vertice?
- Ehm... –b/2a...
- E...
- Ehm... dunque... 1+Δ/2a?
- Noooo!!! Te l’avrò ripetuto almeno cento volte, Nai! -Δ/4a!
- Ayaaaa! Io non ho molta memoria, cerca di capirmi!!!
- Io ti capisco, ma al di là della buona memoria, se io leggo una parola nuova cento volte la imparo, no?
- Perché continui a prendermi in giro?
- E tu perché mi hai fatto venire mal di testa? Vado in bagno a rinfrescarmi...
- Nooo! Ed interrompi la lezione così?
- Tanto dormo qui, volendo abbiamo tutta la notte...
Ah, ecco... dormiva qui... ora si spiegava l’orario inconsueto.
Ayako uscì dalla stanza lasciandoli soli. Loro non parlarono per un po’.
- Bè... sono le otto passate... devo andare via...
Naiko si voltò a guardarlo con uno sguardo triste e rammaricato.
- Devi?
Lui la fissò stupito.
- Mi... mi piacerebbe restare, ma tu ed Ayako dovete studiare, ed è anche buio... insomma... se tu vuoi...
- Akira, non... non costringermi a farmi dire cose che non ti voglio dire...
Lui si arrabbiò, improvvisamente.
- Naiko, IO non voglio costringerti a fare proprio niente, IO! Segui il tuo cuore, se hai voglia di dirmi qualcosa dimmela! In caso contrario evita, così...
- Ti amo.
Cadde il silenzio su loro due.
- Lo so che mi ami, Naiko. Come io amo te, e lo sai. Ma il punto non è se ci amiamo o meno. Il punto è...
- Sono stata una codarda. Ho avuto paura di perdere Chiro e ti ho lasciato. E adesso lui non si fa sentire da un sacco di tempo, e mi sento così sola... inoltre tutti quanti intorno a me danno prova di essere persone forti e coraggiose, che per amore sono pronte a sfidare chiunque, mentre io, da codarda che sono, mi sono arresa alle prime difficoltà.
Non trovò modo di dirle niente. Aveva solo una gran voglia di abbracciarla stretta.
- Il punto, Akira, è se tu riuscirai mai a perdonarmi...
- Perdonarti? Naiko, tu non hai bisogno di farti “perdonare” da me! TI AMO! Ti crollerei ai piedi, se me lo chiedessi! Per questo... ascolta il tuo cuore... e dimmi cosa TU vuoi...
Lei chiuse gli occhi, proprio come, qualche giorno prima, aveva fatto davanti a Hanamichi.
- Voglio... te...
Riaprì gli occhi e gli sorrise, ed anche lui fece lo stesso. Il bacio che si scambiarono poi fu dolce come non mai.

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