Genere: Romantico/Comico
Pairing: AyakoXKaede, OCXAkira
Rating: PG
AVVISI: OC.
- Al liceo Shohoku arriva una nuova ragazza, Naiko, e cosa succede? Gli indirizzi di amore, affetto, amicizia e gelosia vengono completamente rivoluzionati...
Commento dell'autrice: Questa è anche abbastanza vecchiotta... ma ci sono affezionatissima, in primis per gli OC! Li adoro tutti! Naiko, Takeshi e Sui, il trio delle meraviglie^_^. No dai... che poi, non so se ve ne siete resi conto, ma ho fatto un lavoro di caratterizzazione non indifferente! Nulla da eccepire all'operato di Inoue sensei, ma su Soichiro ho praticamente dovuto fare tutto io!!! Comunque... di questa fic sono fiera anche per la coppia principale^_^ I miei adorati Ayako e Kaede!!!^_^
Pairing: AyakoXKaede, OCXAkira
Rating: PG
AVVISI: OC.
- Al liceo Shohoku arriva una nuova ragazza, Naiko, e cosa succede? Gli indirizzi di amore, affetto, amicizia e gelosia vengono completamente rivoluzionati...
Commento dell'autrice: Questa è anche abbastanza vecchiotta... ma ci sono affezionatissima, in primis per gli OC! Li adoro tutti! Naiko, Takeshi e Sui, il trio delle meraviglie^_^. No dai... che poi, non so se ve ne siete resi conto, ma ho fatto un lavoro di caratterizzazione non indifferente! Nulla da eccepire all'operato di Inoue sensei, ma su Soichiro ho praticamente dovuto fare tutto io!!! Comunque... di questa fic sono fiera anche per la coppia principale^_^ I miei adorati Ayako e Kaede!!!^_^
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
United Stars
12° capitolo
Student’s all star
I due uomini si squadravano l’uno di fronte all’altro già da parecchi minuti.
- Dove sono i tuoi ragazzi?
- In palestra ad allenarsi con mia figlia. Ed i tuoi?
- Hanno preso un altro aereo, arriveranno fra poco. Io sono voluto venire prima...
- Paura?
Disse il giapponese con un sorrisetto ironico sul volto.
- Scherzi?
Takeshi Mai e Frank Glasgow si abbracciarono calorosamente, da vecchi amici quali erano.
- Calmati, Naiko! Calma!!!
- NON CI POSSO CREDERE!!! IN RITARDO ANCHE OGGI?!?!?!?!? POSSO MAI IO VIVERE COSI’???
Ayako cominciò a correrle dietro, dato che la bionda aveva cominciato a vagare per la palestra in preda all’isteria.
- Uff... dovevi aspettartelo, quello è pur sempre Akira Sendo...
Naiko sventagliò con cattiveria sulla testa del povero Hisashi la cui unica colpa era stato quel commento, e si diresse verso la porta.
- Non ne posso più: vado a cercarlo, Aya, occupati tu della situazione qui!
- Asp... ASPETTA!!! Non puoi andare via adesso, sei la manager e gli americani saranno qui fra poco!!!
- Aya, ma non capisci??? DEVO andare a cercarlo!!!
Si arrese e la lasciò andare. Kaede si accorse assieme a Ryota della sua espressione triste, ma arrivò prima di lui.
- Tornerà in tempo.
Le mise una mano sulla spalla, e lei si lasciò andare appoggiando la testa sul suo petto.
Era la prima volta che mostravano una tenerezza così speciale fra loro. A Ryota si strinse il cuore. E per molti motivi diversi.
Come stava bene così... avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.
Poteva sentire lo sguardo di Ryota su lei e Kaede, ma per la prima volta questo non la metteva in imbarazzo, né la faceva sentire a disagio.
Il semplice tocco di lui la mandava talmente in estasi che non si curava di tutto ciò che le succedeva intorno. Estraniarsi dal mondo poteva essere così... dolce...
I’m under your spell... *
Era sotto il suo incantesimo. Impossibile resistergli.
Era quello l’amore? Una sensazione talmente indescrivibile... talmente grande da riempire il cuore sino alle lacrime...
Aprì gli occhi in fretta e gli sorrise.
Naiko camminava per la città senza una meta; andava semplicemente in cerca di Akira.
Non era arrabbiata. Era furente.
Lo trovò dove meno si aspettava. Era al molo, in maglietta e pantaloni, e stava PESCANDO! Gli corse incontro con intenzioni bellicose, ma lui non sembrò accorgersi di lei, fino all’ultimo momento.
- Tu... che ci fai ancora qui...?
Lo squadrava dall’alto, con gli occhi spalancati ed il viso contratto dal nervosismo. Lui alzò lo sguardo e incrociò il suo, con un’espressione innocentissima.
- Naiko? Ma che ore sono?
Lei semplicemente si voltò, e sussurrò qualcosa sul fare entrare Miyagi o Akagi al suo posto. Se ne stava davvero andando.
Akira si alzò in piedi allarmato.
- S-Scusa, sono in ritardo! Raccolgo le cose ed andiamo!
Naiko lo fissò arrabbiata.
- Tu puoi anche rimanere qui, tanto... per quello che te ne importa...
- Ma... che dici? A me importa di questo match!
- Balle! Te ne importa tanto che stai qui a... pescare a mezz’ora dall’inizio! Ma come puoi essere così?
Lo sguardo del ragazzo si incupì.
- Così come?
- COSI’! Non t’importa di niente, fai tutto con noncuranza e superficialità! Ero davvero preoccupata, e tu sei così tranquillo che mi fai venire i nervi!
Lui non rispose, per un po’.
- Non è vero che faccio tutto con noncuranza e superficialità. Nel basket ci metto l’anima. E non è vero che non m’importa di niente. Di TE mi importa.
La sorpassò e si avviò verso la palestra, senza più guardarla. Lei camminava con le braccia tese, pochi metri dietro di lui.
Aveva davvero il cuore in gola, Ayako, quando Akira finalmente spuntò, seguito da Naiko.
Ebbe un breve momento di esultanza, che venne interrotto dall’entrata in scena della squadra avversaria, preceduta di pochi secondi dal padre di Naiko e da un uomo in giacca e cravatta.
- Bene, ragazzi. In riga, vi presento i Rangers, una delle rappresentative studentesche più importanti degli Stati Uniti d’America...
Gli United Stars furono uno accanto all’altro in pochissimo tempo, e squadravano quei ragazzi quasi con soggezione.
- Allora... Frank?
- Si, procedo io... il mio nome è Frank Glasgow, e questi sono i miei ragazzi, i Rangers. Micheal Forester, Winston Graham, William Burroughs, Roddy Doyle e... Rupert Frontier... potete anche chiamarlo the Key…
Lo sguardo di tutti era stupito e leggermente divertito. L’unico a parlare fu Shinichi Maki.
- La chiave? Pff... c’è da preoccuparsi... **
- Adesso tocca a me presentarti i miei assi, Frank... Shinichi Maki, Soichiro Jin, Kaede Rukawa, Hanamichi Sakuragi ed Akira Sendo... non è necessario chiamarli con nomi particolari, perché vi annienteranno talmente in fretta che neanche ve ne accorgerete...
Ci furono dei risolini soffocati, ma da parte degli americani solo sguardi offesi.
La tensione era alta: in palio non c’erano soltanto trecentomila dollari.
Sarebbe troppo difficile descrivere ciò che accadde in quei quaranta minuti senza rischiare di non farvi capire niente.
Certo è che gli Stars diedero il meglio di loro. Fu una partita sofferta, fino all’ultimo non si ebbe certezza su chi avrebbe conquistato la vittoria.
Ma alla fine i ragazzi giapponesi dovettero arrendersi. Non ce l’avevano fatta.
I Rangers erano praticamente dovuti fuggire via subito dopo la fine della partita, perché avevano l’aereo già prenotato.
Nella palestra regnava il silenzio più assoluto. Le finestre erano state socchiuse, e c’era abbastanza buio da non capire niente.
Naiko giaceva abbandonata per terra, con la schiena appoggiata alla panchina, Ayako accanto a lei. I ragazzi stavano sul campo, anch’essi inermi, fissavano il vuoto e rimanevano immobili. Takeshi era appoggiato alla porta con lo sguardo fisso per terra. Dopo qualche secondo, sospirò rumorosamente per richiamare l’attenzione.
- Uff... e va bè, non ce l’abbiamo fatta... dovrò dare un sacco di soldi a Frank, ma non è la fine del mondo...
Nessuno sembrava dargli retta.
- Ragazzi...?
Niente. Nessuna reazione, di nessun tipo.
- Abbiamo giocato male.
Era stato Hanamichi a parlare. Incredibile, sentire una frase del genere da lui.
- Abbiamo giocato male...
Takeshi si avviò subito verso di lui per consolarlo.
- Tutt’altro! Avete giocato molto bene, ci avete messo l’anima! Sono fiero di voi!
- Non siamo stati all’altezza... per questo abbiamo perso...
Questo era stato Maki.
La situazione gli stava sfuggendo di mano, non poteva permettere che quei ragazzi si deprimessero così. Sarebbe stato deleterio per la loro carriera, e lui non si sarebbe mai potuto perdonare.
Sia Kaede che Akira tenevano lo sguardo fisso per terra e le mani strette a pugno. Tremavano leggermente dalla rabbia. Soichiro aveva gli occhi chiusi, non lasciava trapelare nessun tipo di sentimento.
- Ragazzi... non è stata colpa vostra... non avrei dovuto farvi confrontare con una squadra di quel livello, ma voi avete comunque giocato molto bene!!!
Soichiro ebbe un improvviso quanto violento scatto di rabbia.
- SE AVESSIMO DAVVERO GIOCATO BENE COME DICI, AVREMMO VINTO!
Takeshi si zittì. Erano troppo depressi, come avrebbe potuto rispondergli?
Nel silenzio che seguì l’urlo di Soichiro, si sentì un’ombra muoversi, e poi un rumore di passi verso le finestre, che si spalancarono subito dopo.
- Alzatevi in piedi.
Era Ayako. Non l’avevano mai vista così arrabbiata.
- Alzatevi in piedi, ho detto.
Tutti eseguirono l’ordine, compresa Naiko, spaventati dallo sguardo e dalle parole della ragazza, gelide.
- Dovreste guardarvi... siete nelle stesse condizioni in cui erano i ragazzi dello Shohoku dopo la sconfitta con il Kainan. Vogliamo davvero cadere nel precipizio? O preferiamo reagire in qualche modo?
Ci fu un lungo momento di silenzio.
- Io non ci sto a cadere.
Naiko si alzò in piedi con sguardo deciso, e si mise accanto ad Ayako.
- Voi che mi dite?
Hanamichi, Akira e Soichiro furono i primi a muoversi.
- Siamo con voi.
Poi anche Maki.
Tutti e quattro sorrisero.
- Ok...
Disse Soichiro.
- Ci siamo lasciati prendere un po’ la mano dalla sconfitta...
- Ci dispiace per il comportamento poco decoroso...
Aggiunse Akira.
Hanamichi ruppe finalmente il clima di depressione.
- D’altronde, io sono un genio, quindi se non ce l’abbiamo fatta non è certo per colpa mia! Io ho la coscienza a posto!
Tutti lo guardarono in cagnesco, pensando all’unanimità “Tu genio?”. Quasi non si accorsero del fatto che Kaede fosse rimasto comunque immobile.
Ayako lo guardò per parecchi secondi: quello era l’essere umano più orgoglioso che avesse mai conosciuto. Lo amava anche per questo. Gli si avvicinò e gli strinse la mano con dolcezza.
Era il secondo momento di tenerezza che si concedevano, quel giorno. Naiko sorrise comprensiva.
- Kaede... è tutto ok... avete giocato bene... mi hai resa orgogliosa...
Lui strinse un po’ gli occhi, e poi la circondò con le braccia.
Akira e Naiko si guardarono di sbieco, arrossirono, ma non fecero niente.
- Pronto, Akira?
Aspettava una sua telefonata da... una settimana, almeno. Ma lui non aveva chiamato. Per questo, quando aveva sentito squillare il telefono era praticamente saltata in aria. Non se la aspettava, una telefonata di sua madre.
- No, Naiko... sono io...
Le si gelò il sangue nelle vene, e per un secondo il suo cuore sembrò come smettere di battere.
- M-Mamma...?
- Si, sono io... puoi uscire?
- Perché?
- Avrei piacere di incontrarti... tu che dici?
- I-Io...
Non se la sentiva. Non se la sentiva davvero. Era ancora parecchio scossa per la sconfitta contro i Rangers, e terribilmente depressa perché Akira non telefonava. Non voleva incontrare sua madre in quello stato.
- Va bene. Dove ci vediamo?
Era stato più forte di lei...
- Oh... facciamo da Tony Billos? ***
- Ok... sto arrivando, a fra poco...
Sarebbe potuta venire a casa, no? Perché non invitarla a casa?
- Chi era?
La voce di suo padre risuonò per tutto il corridoio.
In fondo... meglio Tony Billos...
- Nessuno, senti, sto uscendo!!!
- Come nessuno? Era Sendo, vero?
- N-No... lui... no...
Takeshi si accorse dell’ombra negli occhi di sua figlia, e la lasciò andare senza porle più freni. Era cresciuta. Doveva affrontare anche questo tipo di cose.
Sapeva chi aveva chiamato, sul telefono spuntava sempre il numero. Solo... perché Sui aveva deciso di incontrarla proprio ora?
Naiko stava camminando lentamente, ben consapevole del fatto di farlo perché non aveva nessuna voglia di rivedere sua madre.
Erano... anni!!! Anni, che non si faceva sentire! Come osava spuntare così, dal nulla, in un momento così poco opportuno???
Odiava questa imprevedibilità di sua madre. Odiava tutta lei.
Arrivò al bar in ritardo, convinta che sua madre gliel’avrebbe fatta pesare. Ed invece Sui era ferma e sorridente, seduta ad uno dei tavoli in fondo, e la aspettava tranquilla.
- Ciao, Naiko!
Le allontanò la sedia dal tavolo, di modo che potesse sedersi.
- Ciao.
Rispose lei un po’ sgarbatamente.
- Che vuoi?
- So che non sei così maleducata... quindi ricordati che sono ancora tua madre...
- “Io non posso accollarmi una bambina... starà con Takeshi”, ed ancora “Per me non è un particolare problema” se non la puoi vedere più, questa dannatissima bambina! Devo dire altro?
Sui sospirò.
- Naiko... io so di essermi comportata male...
- Tu SAI? Tu non sai un cazzo di niente!!! Che sai tu? Sei sparita per anni, ed anche prima non è che fossi molto presente! Sai? SAPEVI che ti adoravo, e che per questo non smettevo un attimo di mortificare papà, nonostante lui fosse un uomo straordinario! E che cosa ha comportato questo? Non mi fermavi quando gli vomitavo addosso ogni mia cattiveria in tuo favore, e continuavi a crogiolarti nel mio affetto! Di mattina tra le braccia di tua figlia, e di notte tra quelle di un uomo, che non era mio padre...
La donna abbassò gli occhi. Quella ragazza aveva la stessa dialettica di suo padre. E la odiava davvero.
- Mi dispiace...
- Non è con delle scuse che tornerai ad essere mia madre. Sono un’altra. Ti rifiuti di accettarlo, ma è così. Ed anche papà è cambiato, e non si farà più irretire da te.
Naiko si lasciò andare contro la spalliera della sedia, e chiuse gli occhi per qualche secondo.
- Mamma...
- Si?
Sui era ridotta praticamente con le lacrime agli occhi. Non avrebbe resistito, se Naiko avesse continuato a rinfacciarle le sue colpe.
- E’ meglio così, credimi. È meglio se scompariamo l’una dalla vita dell’altra. Risposati pure, se vuoi. Stai ancora con Otohiko, no? Cambia aria... parti... vederti per me è... non voglio... ok?
Lei annuì. Ad un certo punto, non rimaneva altro da fare...
- Come va?
La bionda alzò gli occhi, stupita.
Sua madre era andata via da un pezzo, ma lei era rimasta in quel bar.
- Papà? Come sapevi...?
- Io so sempre tutto di te, Naiko... bè, sono sicuro che l’hai torturata...
Naiko fece affiorare un sorriso amaro.
- Un po’... decisamente... ma non la vedevo da così tanto tempo... avevo bisogno di uno sfogo...
- Sono d’accordo.
Naiko lo fissò per qualche secondo.
- Bè? Tutto qui?
- Scusa, che ti aspettavi?
- Mah, non so... una paternale del tipo “Non ci si comporta così con la propria madre! Devi portare rispetto!”... ecco...
- Mh...
- Ed invece tu arrivi qui e mi dici che sei d’accordo...
- Lo dico perché è vero. Ascolta... tua madre si è comportata male. Anche con te. Soprattutto con te. Se la meritava una cosa del genere. Non per ripicca, ma perché se ne accorga ed impari. Tu le hai detto tutto quello che pensavi di lei, hai fatto valere le tue opinioni. Non sono semplicemente d’accordo, sono fiero di te.
Improvvisamente, senza che potesse fare nulla per fermarle, le lacrime cominciarono a rigarle il volto. Sorrise silenziosamente, e suo padre l’abbracciò.
* I’m under your spell...: E’ una doppia citazione! In primis della canzone che canta Tara a Willow nella puntata musical del telefilm Buffy, ed in secundis (ma si potrà dire???) della fanfiction di Caska Langley che porta lo stesso titolo... sono una Caska devoted...*-*
** La chiave: Questo è un riferimento sconcissimoooo! Mi è venuto mentre ero completamente ubriaca!!! “La chiave” è un film V.M. 18 di Tinto Brass con Stefania Sandrelli... ecco perché Maki dice che c’è da preoccuparsi...^_^
*** Tony Billos: E’ il bar/rosticceria/panineria/pizzeria/birreria rock vicino alla mia scuola... un panino due euro...O_O