Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: SanaXAkito, AyaXTsuyoshi
Rating: NC-17
AVVISI: AU, Incest.
- La storia di un amore che avrebbe fatto meglio a non esistere...
Commento dell'autrice: Orgoglio e soddisfazione. Mai queste due sensazioni erano state potenti nel mio cervello come lo sono state mentre scrivevo questa fic e mentre mi rendevo conto di quanto entrasse nel cuore della gente. Sarà stato per l'argomento spinoso (che mi sta a cuore, del quale non mi pento e non mi pentirò mai), sarà stato che, forse, anche io so scrivere benino, ma questa fanfiction resta secondo me la migliore delle mie opere. Più di "Back to home", più di "Ninety-eight", più di "La tua voce mi cambia", più di tutto il resto.
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Brothers...?

6° capitolo
Non ci penso già più


Dall’autrice... Mi sto accorgendo di scrivere capitoli cortissimi... ma che importa, insomma io scrivo solo quello che ho davvero da dire, non è che posso inalberarmi in discorsi carichi di paroloni che non significano niente (lode al mio prof di lettere...). Comunque, questo capitolo è importante. Cioè, pure lo scorso è stato importante, ma questo lo è ancora di più... non dico che è il più importante fino ad ora (dico, il quarto è fondamentale...), ma anche questo lo sarà. Insomma. Ma che blatero?
 
Si svegliò l’indomani mattina con uno strano sapore in bocca. Amaro. Non aveva mangiato, la sera prima, ed era tanto distrutta che si era gettata nel letto subito, senza neanche lavarsi i denti. Preoccupata, alitò su una mano, decidendo che aveva urgente bisogno dello spazzolino.
Si alzò, puntando i piedi per terra ma senza trovare subito la forza per alzarsi. Seduta com’era, con gli occhi semichiusi e le palpebre pesanti, ripensò alla sera prima. Rivedeva tutti i fotogrammi, tutte le scene, i suoni, i suoi respiri... se ci pensava intensamente li sentiva ancora.
Lui che si avvicina. Lui che la fissa. Lui che... la bacia. Lei che si scosta. Lui che corre via. Lei che si lecca via la saliva dalle labbra.
Questo ultimo pensiero la sconvolse più degli altri.
Cosa diavolo le era saltato in mente? Grazie al cielo non l’aveva vista nessuno, altrimenti...!
Si alzò finalmente in piedi.
- Mi sto preoccupando di cosa inutili.
Si guardò allo specchio. Suo fratello l’aveva baciata. Non un bacio amichevole. Un... vero bacio. E lei riusciva a preoccuparsi di tutto meno che di questo. L’unica cosa davvero importante... non la sconvolgeva più di tanto. La sera prima... sotto le labbra di suo fratello... la prima volta che si era sentita eccitata da qualcuno... l’aveva... desiderato...
Spalancò gli occhi, corse in bagno e si lavò la faccia con un getto di acqua fredda. Poi si fissò di nuovo nello specchio.
- E’ tuo fratello, Sana, scherzi? È tuo fratello...
Lo disse in maniera davvero poco convinta. E provò disgusto per sé stessa.
- Ma a me non piaceva... Kamura...?
Con lui non si era mai sentita come la sera prima si era sentita con Akito. Certo, era pur vero che Kamura non l’aveva mai baciata...
- Sono una donna facile...
Abbassò lo sguardo e si sciacquò di nuovo il viso. Poi cominciò a lavarsi.
Quando ebbe finito si mise davanti alla stanza di Akito e bussò.
- Aki... ci sei?
Non rispose. Evidentemente non era tornato.
**
- Akito... in piedi, dai! Sono quasi le dieci!
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti Tsuyoshi. Si chiese cosa ci facesse lì. Poi, in un secondo, gli tornò tutto in mente. I ricordi raggiunsero il cervello in maniera tanto veloce da fargli male.
Si toccò la testa e, alzandosi sui gomiti, mugugnò un saluto.
- Ah, meno male... credevo non ti saresti più svegliato...
- Ho dato fastidio?
- Ma no, scherzi??? Ho soltanto dovuto prendere un altro futon...
- Tua madre...?
- Ieri sera quando è tornata tu già dormivi... stamattina è uscita presto... l’hai mancata...
Accidenti, aveva dormito a casa sua e non aveva ancora avuto modo di ringraziarla.
- Dai, Akito, alzati! La colazione è già pronta da un pezzo!
Akito si decise, finalmente, si scosse un po’ e si mise in piedi. Venne immediatamente investito da Aono.
- AKIIIIIIIIIICHAAAAAAAAAN! Che bello! Sei rimasto a dormire da noi! Cavalluccio!!!
Aveva troppo mal di testa per perdersi dietro ai vaneggiamenti di una bambina...
- No, Aono, non mi va oggi...
La piccola rimase lì, ferma. Le sopracciglia incurvate verso il basso, la bocca semiaperta. Akito la guardò, sentendo il senso di colpa aumentare sempre di più.
... e che cazzo! Non l’aveva mica offesa!!! Però aveva un’espressione talmente triste...
- Ok, vieni...
La tristezza sparì immediatamente dal suo volto. I bambini hanno questo potere... non lo fanno apposta. È proprio insito nel loro essere bambini: la tristezza passa immediatamente quando si viene accontentati.
Se la caricò sulle spalle ed andò in cucina dove lo aspettava Tsuyoshi.
- Aono! Che combini!
Le chiese suo fratello osservando che era intenta a tirare le orecchie ad Akito.
- Sto giocando!
Rispose lei con un’innocenza che aveva del disarmante.
- Akito, ma tu glielo lasci fare???
Lui si limitò a fare spallucce e si avvicinò alla caffettiera per riempirsi una tazza.
Tsuyoshi sorrise. Poi pensò a Sana. Poi sorrise di nuovo.
**
- Cosa hai intenzione di fare adesso?
Akito rimase a fissare il tavolo della cucina per qualche secondo.
- Adesso vado...
Rispose infine.
- Spero solo che non sia troppo furiosa...
In quel momento esatto suonò il campanello.
- Aspetti qualcuno?
Gli chiese Akito. Si riferiva ad Aya. Tsuyoshi scosse la testa. Nella mente di Akito cominciarono a formarsi alcune preoccupazioni poco distinte. Se Tsuyoshi non aspettava nessuno...
Il campanello suonò di nuovo, e Tsuyoshi si alzò e guardò dallo spioncino. Fu un attimo. Si voltò immediatamente verso Akito.
- E’ Sana! Nasconditi!!!
Non sapeva neanche lui perché l’aveva detto. Né Akito riuscì a capire perché quel “nasconditi” si presentasse come la soluzione migliore al problema. Tant’è che si fiondò nell’armadio-sgabuzzino a muro e chiuse la porta. Sentì Tsuyoshi aprire e serrò gli occhi. Aveva paura. Una paura da morire.
**
- Ciao Tsuyo...
Lui lo notò subito: Sana aveva un’espressione distrutta.
- Ciao Sanachan! Come va?
Per tutta risposta, lei si limitò a guardarlo.
- Bè... non hai dormito stanotte?
- A dire la verità ho dormito... ma ho dormito male... e poi... sono... successe... delle cose...
“Credo che voglia parlarne”, pensò Tsuyoshi. La accompagnò in salotto.
- Accomodati pure!
Lei si abbandonò su un divano, gettando la testa indietro e cominciando a lisciarsi i capelli nervosamente. Lui le si sedette accanto in attesa.
- Senti... tu cosa ne pensi dell’incesto?
Gli chiese tutto a un tratto. Quasi non se lo aspettava.
- Bè... quando c’è amore c’è amore... cosa importa se tra fratelli o meno?
Lei lo guardò poco convinta.
- Lo pensi davvero?
Tsuyoshi annuì cercando di mostrarsi disinteressato.
- Bè... lo pensi tu... tantissima gente al mondo... non lo accetta... la chiesa lo condanna... la legge non lo permette... i matrimoni tra consanguinei non sono celebrabili, lo sai? E poi neanche la scienza lo tollera... fisiologicamente, ci sono più del sessanta per cento di probabilità che un figlio generato da parenti stretti sia malformato...
Rimasero nel silenzio.
- Non capisco, Sana, perché questo discorso?
Lei accavallò le gambe.
- Così...
Arrivati a quel punto, Tsuyoshi DOVEVA farla parlare. Voleva capire cosa pensava del bacio con Akito la sera prima.
- Non mi convinci, Sana... è successo qualcosa con Akito?
Lei si drizzò in piedi, immediatamente.
- Bè? Ma che dici? Cosa vai a pensare? Sarebbero fatti miei, no?
- Ok, ok, scusa...
Disse lui abbassando gli occhi. Lei si sedette nuovamente.
Prese un respiro profondo. Poi lo guardò.
- Se... fosse successo qualcosa... la penseresti come prima mi hai detto?
Lui le sorrise, rassicurante.
- Ma certo...
Sana chiuse gli occhi. Arrossì di scatto.
- Mi... mi ha baciata... ieri sera... Akito mi ha baciata...
Si voltò immediatamente verso Tsuyoshi, per osservare la sua reazione, e si stupì di vederlo normale e rilassato.
- Bè? Niente da dire?
Tsuyoshi sorrise. Le stesse parole che aveva usato Akito.
- Cosa dovrei dire? Le scelte di Akito non mi riguardano... cioè, mi interessano, ma non posso certo giudicarle...
- Ma che ragionamento è? Cosa ne pensi?
- Nulla. Piuttosto... tu cosa pensi?
- I-Io?
Non si era fermata a riflettere su questo. Aveva riflettuto su quello che la gente avrebbe potuto pensare, su come i loro parenti avrebbero potuto prenderla... su un mucchio di cose. Ma lei... quel bacio aveva cambiato qualcosa nei suoi sentimenti?
Possibile che lei amasse... no. No. No, Sana Hayama, categoricamente no. Tu non ami tuo fratello.
La cosa che Sana non aveva ancora capito era che non le importava molto se gli altri l’avrebbero mai accettato. Lei per prima... non aveva alcuna intenzione di farlo.
- Io... non ci penso già più.
Tsuyoshi spalancò gli occhi.
- Cioè?
- Cioè non lo amo. Non mi interessa. Insomma... è mio fratello, gli voglio bene, ma... quel bacio! Non posso certo... avanti, non scherziamo!
- Ma Sana... ascolta il tuo cuore... non interessarti degli altri...
- Non mi importa niente!!! Né degli altri... né di lui... insomma, io non... non posso innamorarmi di mio fratello! Non lo amo!
Tsuyoshi si intristì. Faceva discorsi davvero ipocriti.
Sana prese fiato.
- Ok, grazie Tsuyo. Non dire a nessuno di tutto questo, voglio che rimanga un segreto. Akito non mi ha mai baciata.
Dopo aver detto questo uscì dal salotto, trovandosi, in corridoio, davanti ad Aono.
- Aonochan!!!
Disse ritrovando il sorriso. La bambina le corse incontro.
- Ciao Sanachan!!! Che bello che sei venuta anche tu!!!
Lo sguardo di Sana si congelò. Anche?
Si voltò verso Tsuyoshi, uno sguardo freddo che non ammetteva prese in giro.
- Akito è stato qui?
- Ehm...
Lui cominciò a sudare.
- E’ ancora qui?
- Ma... ma no! Quell’anche non era certo riferito ad Akito!!!
Lei gli andò davanti, fulminandolo con lo sguardo.
- Dov’è?
**
Ed intanto lui stava lì. Tutto raggomitolato dentro quell’armadio. Stava morendo di caldo.
Sentì dei passi avvicinarsi allo sgabuzzino, così come poi li sentì allontanarsi.
“Qualunque sia il tuo nome, dovunque tu ti trovi, adesso so che esisti. Giuro che la mia prima figlia femmina, se mai ne avrò una, la chiamerò Maria.”.
Questo più o meno pensò Akito, sentendo il pericolo scampato. Pochi secondi dopo sentì i passi avvicinarsi nuovamente, e Sana spalancò la porta trovandoselo davanti.
“Dio sei proprio un pezzo di merda.”.
Fu questo l’unico pensiero che potè avere.
Lei gli stava davanti, con quello sguardo inorridito, sembrava provare... schifo.
- Akito... ti eri nascosto qua dentro...
Lui continuò a fissarla, incapace di intendere e di volere.
- Mi ha fatto veramente schifo quello che mi hai fatto ieri sera. Non voglio che si ripeta mai più. Non potrò mai perdonarti. Ed il modo in cui sei scappato, poi... sei solo un vigliacco! Uno schifoso e perverso vigliacco! È meglio se da me non ti fai più vedere!
Mentre parlava, la rabbia cresceva dentro di lei. Akito poteva sentirla. Poteva sentire gli schiaffi morali che gli sferrava.
Era vero, faceva schifo... era solo un pervertito... un vigliacco perverso...
Rimase immobile, mentre sentiva lei sbattergli la porta dello sgabuzzino in faccia e poi correre fuori da quella casa.
Pochi secondi dopo, Tsuyoshi lo raggiunse.
- Akito! Akito, tutto ok? Io... santo cielo, non avrei mai voluto che succedesse una cosa del genere! Volevo... vedere... oh, Dio, scusami!
La rabbia cresceva anche dentro Akito. Si alzò in piedi di scatto.
- Brutta puttana. Eppure il bacio di ieri sera se l’è preso tutto!
- A-Akito...
Il biondo strinse i pugni. Chiuse gli occhi e digrignò i denti.
- Non mi importa. Non me ne frega più niente di lei.
Poi si andò a chiudere in bagno.
 
Dall’autrice... Oh-oh... santo cielo, è successo di tutto... e ancora deve succedere... grazie mille per i commenti alla fic, siete grandi. Siete voi che mi date la forza per scrivere, non dimenticatelo. Spero che questo capitolo vi piaccia come gli altri, anche perché siamo al punto cruciale della storia. Il prossimo capitolo vedrà l’entrata in scena di un personaggio che complicherà non poco la situazione...

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