Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: SanaXAkito, AyaXTsuyoshi
Rating: NC-17
AVVISI: AU, Incest.
- La storia di un amore che avrebbe fatto meglio a non esistere...
Commento dell'autrice: Orgoglio e soddisfazione. Mai queste due sensazioni erano state potenti nel mio cervello come lo sono state mentre scrivevo questa fic e mentre mi rendevo conto di quanto entrasse nel cuore della gente. Sarà stato per l'argomento spinoso (che mi sta a cuore, del quale non mi pento e non mi pentirò mai), sarà stato che, forse, anche io so scrivere benino, ma questa fanfiction resta secondo me la migliore delle mie opere. Più di "Back to home", più di "Ninety-eight", più di "La tua voce mi cambia", più di tutto il resto.
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Brothers...?

1° capitolo
Un sogno

 
Ogni dannatissima notte. Da più di un anno. Ogni dannatissima notte sempre lo stesso stradannatissimo sogno.
Sempre uguale, tutte le sere. Tanto uguale che ormai lo conosceva a memoria, e lo conosceva talmente bene che aveva imparato ad estraniarsi completamente. Lo guardava con l’occhio critico dello spettatore, ed ogni notte doveva ammettere di non essere neanche granchè come sceneggiatore. Aveva perfino poca fantasia.
Ecco lei che entrava nella sua stanza, puntuale come la sveglia del mattino, in camicia da notte. Emanava purezza da ogni centimetro della sua pelle. Tanto pura, tanto bella, lo faceva soffrire dannatamente. Gli si avvicinava, lui seduto sul letto senza coperte, a petto nudo, e poi lo baciava, timida, quasi impaurita da quello che stava facendo. Dopodichè via i freni inibitori, e lui la accompagnava in situazioni difficilmente descrivibili senza arrossire.
Ed anche quella notte, come sempre, si svegliò proprio nel punto cruciale del sogno, occhi sbarrati e fronte completamente sudata. E la fronte non era, tra l’altro, l’unica *cosa* che si sentisse bagnata.
- Merda...
Disse alzandosi dal futon ed osservando le coperte macchiate. Fosse stato giorno avrebbe imprecato come un pazzo per mezz’ora almeno, ma di notte correva il rischio di svegliarla.
Eppure – cazzo – a sedici anni suonati avrebbe già dovuto imparare a controllarsi senza dover necessariamente venire durante un sogno!!!
Velocemente, malgrado la rabbia gli impicciasse relativamente i movimenti, afferrò un paio di boxer dal cassetto della biancheria e si fiondò in bagno. Dopo essersi lavato tornò nella stanza a prendere le lenzuola e le mutande che aveva lasciato per terra nella fretta di cambiarsi e poi scese al piano di sotto, in lavanderia.
Controllò l’orario. Le quattro e quarantacinque... accidenti... era già stanco morto, e fra meno di quattro ore avrebbe dovuto affrontare un compito di filosofia che lo dannava da quasi due settimane. Cercò di calmarsi – per quanto fosse possibile, visto il suo carattere burrascoso – ed aprì il rubinetto dell’acqua, riempiendo una bacinella con del sapone e cercando di non fare troppo rumore. Mise a mollo la roba sporca e cominciò a lavarla, con una certa maestria, inoltre. Dopotutto era lui che faceva il bucato, cucinava, stirava... dannatissima sorella incapace!!!
Dannatissima sorella...
Dopo aver lavato accuratamente tutto – se quella quattordicenne si fosse accorta di qualcosa, chi sarebbe stato a sentirla, poi? – e steso fuori coperte e biancheria si abbandonò sul divano.
Perché? Tante ragazze gli gravitavano intorno a scuola, aveva un discreto fascino, ormai l’aveva capito. Mai, per nessuna di loro aveva provato un tale, distruttivo sentimento. Perché solo per lei?
Perché l’unica persona che non POTEVA amare doveva essere la causa di tanta disperazione?
Perché eccome se l’amava... l’amava da morire, nonostante lei fosse una pazza per la maggior parte del tempo isterica ed esaltata! Nonostante fosse piatta come una tavola e così dannatamente invadente in questioni che non la riguardavano neanche da lontano! Nonostante fosse così... o forse proprio perché era così, lui l’amava con tutto sé stesso, con il cuore, con l’anima e con il corpo.
Il corpo soprattutto, ultimamente, si stava prendendo certe libertà che lui non approvava minimamente.
Che era questo nuovo fatto di andarla a spiare in bagno, per esempio? Dov’erano finiti il suo onore di uomo ed il suo rispetto di fratello? E cos’era questa gelosia folle che lo prendeva quando la vedeva con un altro?
Spesso, di notte, aveva dovuto lottare contro sé stesso per costringersi a fermarsi, a non alzarsi in piedi, e soprattutto, accidenti, a non entrare in quella camera! A non avvicinarsi troppo a lei, perché il suo profumo lo mandava in tilt e non gli faceva capire più un cazzo di niente!
Chiudeva gli occhi, ma non dormiva, così tormentato e distrutto... quando li riaprì erano già le sette. C’era lei da svegliare, se non cominciava subito a chiamare sarebbero arrivati in ritardo tutti e due. Si alzò a fatica dal divano riscoprendosi un dolore alla schiena che prima non c’era e si mise davanti alle scale.
- SANA!!!
Nessuna risposta. Lo immaginava. Lo sapeva. Ci era abituato.
- SANA!!!
Sentì un mugugno soffocato esattamente sopra di lui.
La chiamò un’ultima volta.
- SANA!!!
- Si, ho capito, sto scendendo!
La sua prima voce al mattino. Impastata ed infantile, terribilmente dolce. Senza tradire alcuna emozione si avviò in cucina, soprattutto per evitare di vederla scendere in camicia da notte.

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