Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: SanaXAkito, AyaXTsuyoshi
Rating: NC-17
AVVISI: AU, Incest.
- La storia di un amore che avrebbe fatto meglio a non esistere...
Commento dell'autrice: Orgoglio e soddisfazione. Mai queste due sensazioni erano state potenti nel mio cervello come lo sono state mentre scrivevo questa fic e mentre mi rendevo conto di quanto entrasse nel cuore della gente. Sarà stato per l'argomento spinoso (che mi sta a cuore, del quale non mi pento e non mi pentirò mai), sarà stato che, forse, anche io so scrivere benino, ma questa fanfiction resta secondo me la migliore delle mie opere. Più di "Back to home", più di "Ninety-eight", più di "La tua voce mi cambia", più di tutto il resto.
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Brothers...?

9° capitolo
Per consolazione


Dall’autrice... Voglio che sappiate che per questo capitolo mi sono battuta con me stessa in maniera davvero cruenta. Non sono mai rimasta a pensare così a lungo sullo scrivere qualcosa o meno. Questo perché solitamente scrivo di getto, ma stavolta... Voglio che sappiate soprattutto che ciò che i personaggi fanno non è necessariamente qualcosa che io condivido. Questo capitolo ne è prova lampante, io non lo fare mai... solo, dovete saperlo. Grazie mille.
 
Il sole entrò nella stanza, incurante delle tende bianche, e svegliò Akito di soprassalto, facendogli bruciare gli occhi. La sveglia... la sveglia non aveva suonato? Forse lui non l’aveva sentita... comunque era ancora in tempo per andare a scuola... avrebbe dovuto fare di fretta, ma ce l’avrebbe fatta.
Il primo pensiero che ebbe scendendo dal letto fu che quella notte non aveva sognato. Cioè, probabilmente aveva pure sognato, ma non aveva sognato Sana. Perché se ne sarebbe ricordato. Invece quella mattina... vuoto. Vuoto totale. Così come dovrebbe essere. Così come lui odiava che fosse. Uscì dalla sua camera, sentendo sbattere la porta al piano di sotto. Sana era già uscita. Anzi, era uscita proprio in quel momento.
Il classico scatto di rabbia lo portò a mollare un calcio stratosferico al tavolino accanto alla porta della sua camera, completamente dimentico del fatto di avere i piedi ancora nudi. Non urlò solo perché se avesse urlato lo avrebbero sentito fino all’altro continente.
Guardò l’orologio a muro e corse in bagno. Si lavò, si vestì ed ebbe modo di riflettere prendendo un veloce caffè.
Forse si era risolto tutto. In quegli ultimi due giorni, per sua sorella aveva provato solo indistinti moti di rancore e rabbia. Questo non era sicuramente amore. No. Allora... forse gli era passata...! Forse era libero!
Non seppe spiegarsi il perché questo pensiero, piuttosto che renderlo sollevato, lo deprimesse così tanto.
**
Una settimana dopo.
Si chiese cosa si fosse messa in testa Matsui, così, dal nulla. Era impressione sua o quella ragazza gli stava ogni giorno più appiccicata?
Non poteva dire che gli dispiacesse, era carina e parlarci – per quanto questa non fosse l’attività preferita di Akito – era perfino piacevole. Però lo metteva a disagio, si. Perché le somigliava troppo. Questa... dannatissima vicinanza di Matsui gli faceva credere di non essere poi guarito del tutto.
La situazione andò avanti ancora cinque – sei giorni. Dopodichè successe ciò che Akito già congetturava da un pezzo.
- Mi stavo chiedendo... sempre se a te non dispiace... a me piaci molto, io ti piaccio? Se si... potremmo metterci insieme, non pensi?
HA! Se aspettava una cosa del genere!!!
Sinceramente non gli ci volle molto tempo per riflettere. Gli serviva... aveva bisogno di una fuga dai suoi sentimenti.
Perché altrimenti presto sarebbe impazzito.
Ma fu ancora quel pensiero codardo, crudele e perverso – più di quanto già non fosse la situazione – che lo convinse ad accettare definitivamente.
Teoricamente, lei era Sana. Solo che, grazie a Dio, praticamente non lo era.
Era tutto ciò che di lei amava, ma non era sua sorella. Era perfetta.
- Va bene.
Il pensiero che lui, comunque, amasse Sana anche perché era proprio sua sorella, non lo sfiorò minimamente. Sarebbe stato troppo. Ed era troppo presto. Sedici anni sono troppo pochi per cogitare un pensiero come quello.
**
E fu così che Akito e Sana Hayama formarono coppia rispettivamente con Fuka Matsui e Naozumi Kamura.
Due cuori stressati, accomunati dallo stesso dolore eppure così incredibilmente soli, incontrarono altri due cuori, dolci e sensibili, disponibili. Due fidanzamenti facili.
“Hai saputo di Kamura ed Hayama...? Non sono incredibilmente belli quando camminano in coppia?” “Ieri ho visto Matsui ed Hayama pranzare insieme in terrazza... stavano così vicini!!! Quanto è fortunata lei...”.
E’ facile che pensieri di questo tipo passino per le menti degli adolescenti. Basta che nasca una coppia fisiologicamente esatta. Di quelle che ti portano a dire “che bella coppia!”. Di quelle che, proprio a livello fisico, sembrano fatte per stare unite. Quei quattro erano così.
Akito sembrava fatto per Fuka.
Sana sembrava fatta per Naozumi.
La verità era che nessuno avrebbe mai osato pensare che Sana fosse fatta per Akito e viceversa.
Eppure, era proprio così.
 
Dall’autrice... Il fatto che io scriva capitoli così corti mi lascia sempre più perplessa. È un bene? È un male? A voi piace così o li preferireste più consistenti? Mi rodo dentro da un sacco di tempo, cosa devo fare??? In ogni caso... ah, lo sapete che ci appropinquiamo alla fine??? Esatto... il prossimo capitolo è il decimo... conto di farne più o meno altri tre incluso quello, quindi ci siamo quasi... ci siamo quasi!!! Presto sapete come ho intenzione di fare terminare tutto questo!!! Sono ancora indecisa fra due possibili finali, ma non lo so... ci si sente^_^.

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