Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: SanaXAkito, AyaXTsuyoshi
Rating: NC-17
AVVISI: AU, Incest.
- La storia di un amore che avrebbe fatto meglio a non esistere...
Commento dell'autrice: Orgoglio e soddisfazione. Mai queste due sensazioni erano state potenti nel mio cervello come lo sono state mentre scrivevo questa fic e mentre mi rendevo conto di quanto entrasse nel cuore della gente. Sarà stato per l'argomento spinoso (che mi sta a cuore, del quale non mi pento e non mi pentirò mai), sarà stato che, forse, anche io so scrivere benino, ma questa fanfiction resta secondo me la migliore delle mie opere. Più di "Back to home", più di "Ninety-eight", più di "La tua voce mi cambia", più di tutto il resto.
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Brothers...?

5° capitolo
A casa degli amici


Dall’autrice... Dunque... che vi volevo dire...? Ah, si. Quando in una recensione ho letto “la situazione globale” (Sirtao, ti cito sempre, eh?;-)), sinceramente non sapevo cosa si intendesse. Riflettendoci, poi, ho pensato che forse era riferito alle relazioni interpersonali dei protagonisti con gli altri personaggi. Ebbene, in questo capitolo voglio approfondire il rapporto che c’è tra Tsuyoshi ed Akito, i due best friend di questa storia... enjoy it...
 
Non avrebbe mai smesso, nemmeno per un secondo, di ringraziare Tsuyoshi per essere suo vicino di casa.
Davvero, è utilissimo, in situazioni del genere, avere il proprio migliore amico a così pochi metri dal proprio appartamento.
Perciò, Akito Hayama, sedici anni, stava correndo come un disperato per la strada. Dopo due minuti di corsa sfrenata arrivò a casa Sasaki.
Bussò, facendo un frastuono che avrebbero sentito in un’altra nazione, per almeno cinque minuti, e poi gli venne ad aprire Tsuyoshi con un grembiule allacciato intorno alla vita.
- Akito?
Si mostrò parecchio sorpreso della visita dell’amico, ma subito si scostò dall’uscio per farlo entrare. Lo faceva con una naturalezza che aveva dell’incredibile. Ogni volta che Akito compariva a casa sua – fossero le quattro del pomeriggio o le tre di notte – la prima cosa che faceva Tsuyoshi era scostarsi in modo da farlo entrare in casa.
- Non voglio entrare. Hai dello zucchero?
- Come?
Chiese lui spalancando gli occhi. Poi si mise a ridere.
- Ah... hahahahaha!!! Troppo forte, Akito! Dai, entra...
- Mpf...
Fece il biondo, e poi entrò.
La prima cosa che sentì dentro fu un urlo eccitato di una bambina sui cinque anni.
- AKICHAN!!!
Disse uno scricciolo biondo saltandogli in braccio.
- Aono! Dovresti essere già a letto!
La bambina non lo ascoltava, perché Akito le stava facendo fare cavalluccio sulle sue spalle.
- Akito! Non sminuirmi di autorità davanti a mia sorella!!!
Akito si fermò un attimo guardandolo.
- Sei noioso, Tsuyoshi.
- Siiii! Noioso, fratellone!!!
Contemporaneamente, i due ripresero a ballonzolare felici per il soggiorno. Tsuyoshi sorrise.
- Ok... Akito, vuoi del caffè?
- Si... tua madre?
- Sei fortunato, oggi ha il turno al magazzino, sta fino alle due...
- Mh...
Il ragazzo dai capelli castani sparì in cucina per preparare il caffè, ed Akito si tolse la piccola dalle spalle posandola davanti a lui sul tavolo, seduta.
- Akichan, perché oggi sei venuto così tardi???
- Avevo bisogno di parlare con tuo fratello.
- Ah... lo sai che sei divertente, Akichan???
Lui la guardò diffidente per un po’.
- Io, divertente? Ma se non cambio mai espressione?!?!
- Non vuol dire nulla! Il mio fratellone sorride sempre, ma non è divertente! Vorrei avere te come fratellone!
Akito la guardò cupamente. Tanto che lei smise di ridere senza capire perché.
- Non ti converrebbe essere mia sorella.
- Akito.
Disse Tsuyoshi portando il caffè in mano.
- Che discorsi fai con mia sorella?
Ecco, quando Tsuyoshi sentiva o pensava che per Aono potesse esserci qualche problema, cambiava immediatamente espressione. Si trasformava in una specie di supereroe protettore delle sorelline. Ammirava questo, in lui.
- Cosa credi, Tsuyoshi?
- Non credo niente. Tu cosa credi?
Si era creato un clima abbastanza teso. Non era per nulla piacevole.
La bambina scese dal tavolo arrampicandosi sulle sedie, salutò a bassa voce e fuggì nella sua stanza.
- Non farei mai niente ad Aono, Tsuyoshi.
Lui sembrò rilassarsi.
- E’ vero. Mi preoccupo per nulla. Solo che stasera hai uno sguardo strano, Akito.
Se stasera aveva uno sguardo strano... tch... perspicace, l’amico...
- Perché sei venuto qui?
- Così... a casa non avevo nulla da fare, mi stavo annoiando ed ho pensato “perché non andiamo a rompere un po’ le palle al caro Tsuyoshi, che tanto vive qui vicino?”. E così...
- Stai parlando troppo. Non è mica da te...
Akito si zittì istantaneamente.
Tsuyoshi sorrise divertito.
- Dai, vieni nella mia stanza...
Insieme, si dileguarono nella camera di Tsuyoshi. Lui si sedette sul letto, il padrone di casa sulla sedia. Akito non aveva voglia di parlare di Sana, anche se – lo sapeva – era lì proprio per quello. Ma non voleva. Non ancora, almeno. Perciò cominciò un discorso, spinoso quasi quanto il suo.
- Come va con Sugita?
Tsuyoshi sembrò irrigidirsi improvvisamente.
- C-Come vuoi che vada? Va...
- Mh... sta bene?
- Ogni tanto... ogni tanto ha nausea e dolori alla schiena, ma non se ne preoccupa... sta con i suoi, ma quando la pancia comincerà a diventare visibile penso si trasferirà qui...
- Si, e come la metti con tua madre?
- Per quel tempo sicuramente gliene avrò parlato...
- Si certo...
- Ehi, ma che vuoi? Mica è una cosuccia semplice!
- Niente è semplice, Tsuyoshi. Vuoi sapere il mio parere?
No, non voleva saperlo. Cioè, voleva saperlo, ma già sapeva che qualunque cosa avrebbe detto sarebbe stata giusta. E per questo lui si sarebbe irritato da morire.
- Parla, avanti...
Cedette infine.
- Secondo me questa storia è tutta una gran cazzata. Avete cominciato con la cazzata quando siete andati a letto insieme. Cristo, Tsuyoshi, non sei proprio lo stereotipo dell’adolescente allupato, potevi pensarci al preservativo!
Il ragazzo abbassò gli occhi colpevole.
- Adesso Sugita si ritroverà ragazza madre a sedici anni. Sedici anni non sono niente, la vita è appena cominciata! È stata solo fortunata ad averlo fatto con te, il figlio, perché un altro l’avrebbe abbandonata senza pensarci due volte. La seconda cazzata è stata, forse, la più grave. Perché non dire niente ai rispettivi genitori? Ti rendi conto che adesso siete entrambi in una situazione pesantissima? Pensi che lei potrà portare avanti la gravidanza sola col tuo aiuto? Ha bisogno della mano di un adulto, Tsuyoshi...
- Io sono abbastanza adulto!
Disse alzando lo sguardo, con un lampo negli occhi che voleva dire orgoglio ferito.
Akito lo guardò, gelandolo.
- Non lo sei. Ti sei dimostrato infantile quando l’hai messa incinta.
Tsuyoshi abbassò gli occhi e poi si lasciò andare sullo schienale della sedia.
- E’ vero... la colpa di questa situazione è solo mia...
- Ma no... anche lei, non è che si può dire che sia stata il massimo della furbizia... poteva ricordarselo lei il preservativo...
Tsuyoshi sorrise ironico.
- Comunque...
Continuò Akito.
- Devo ammettere che ha avuto un bel coraggio a dirtelo ed a decidere di continuare la gravidanza... siete già stati dal medico?
- Non ancora... anch’io devo ammettere qualcosa... mi imbarazza terribilmente...
- Avanti, comportati da uomo!
Stavolta Tsuyoshi rise di gusto.
- Si, è vero...
Rimasero in silenzio per un po’ di tempo, durante il quale entrambi finirono i loro caffè.
- Comunque... pensi che mi sia bevuto la cazzata del “non avevo nulla da fare”? Parla...
Il ghiaccio era stato rotto. Adesso Akito si sentiva più a suo agio. Dopo che Tsuyoshi aveva ascoltato la sua predica quasi in silenzio non poteva togliergli il piacere di rimproverarlo a sua volta.
Perciò, fece un gran respiro e lo fissò.
- L’ho baciata.
In un primo momento, l’amico sembrò non capire. Poi parve fare mente locale. Infine lo fissò sgomento.
- Tu l’hai... che?
- L’ho baciata. Non ti prendo in giro.
Ancora, Tsuyoshi lo guardò. Lo fissò a lungo, in attesa di chissà che.
- Bè?
Disse alla fine Akito.
- Niente da dire?
- Che dovrei dire??? In un certo senso mi fa piacere... ma dico, lei come c’è rimasta?
- Di merda, Tsuyoshi! Che domande del cazzo mi fai???
Disse innervosendosi ed alzandosi dal letto.
- Hai ragione, sbaglio mio, ho fatto una domanda da coglione... seriamente, quando l’hai lasciata com’era?
- Immobile. Fissava il vuoto. Era in piedi, chissà se è caduta...
- AKITO!
- Si, si, lo so, sono una testa di cazzo!!!
- E meno male che te ne accorgi da solo! Senti... indubbiamente hai fatto una cazzata anche tu... però la tua è reversibile, insomma, possiamo ancora tappare con una pezza...
- Seee... ma che dici, tappare con cosa?
- I-Insomma... se le hai dato un bacino sulle labbra possiamo sempre inventarci che ti sei sbagliato e volevi baciarla sulla guancia...
- Si, certo, proponi una soluzione per me che l’ho fatto con tanto di lingua!
Ancora, Tsuyoshi ebbe un momento di sgomento puro.
- Cioè un bacio serio, Akito?
- ...
Lui non rispose.
- Cazzo...
Disse Tsuyoshi rimettendosi seduto. Anche Akito si risedette.
- Non pensavo che l’avrei mai chiesto a qualcuno...
Cominciò Akito guardando per terra.
Improvvisamente rialzò lo sguardo verso colui che gli stava di fronte.
- Cosa devo fare?
L’altro chiuse gli occhi e riflettè per qualche secondo.
- Non lo so. Davvero non lo so, Akito. Vuoi stare da me stanotte?
- Tsuyoshi, io non cerco soluzioni momentanee, mi serve qualcosa che risolva la situazione!
- Ho capito, ma io non è che sono il mago Merlino! Renditi conto, mettiti nei miei panni...
- Ma mettiti tu nei miei, invece!!! Ho una sorella a casa, una sorella che ho appena baciato, e dalla quale dovrò tornare prima o poi! Come mi ci presento? Che le dico? Come cazzo mi scuso???
Piombò il silenzio, nella stanza, rotto solo dal respiro affannoso di Akito che aveva parlato senza riprendere fiato.
- Io... io posso comprendere come ti senti, Akito... anche io mi sento così, ogni tanto... impotente... e vittima della situazione... ed incapace di fronte alla vita... ma non puoi certo aspettare che una soluzione ti piova da me, né tantomeno dal cielo, quindi puoi solo affrontare la situazione. Insomma, d’altronde te la sei creata da solo...
- Bel consiglio, soprattutto dato da te.
Tsuyoshi lo guardò duramente.
- Volevi sapere quello che pensavo? Adesso lo sai, Akito, non ricordarmi che anch’io ho fatto delle scelte discutibili, tu non ne ricavi niente e fai solo soffrire me.
Lui non parlò più. Da incazzato com’era passò a sentirsi in colpa.
- S-Scusa, Tsuyoshi...
- Fa niente, fa niente...
Rimasero lì, silenziosi, sguardo per terra.
- Comunque, stasera dormi da me, tanto domani è domenica. Poi vedremo.
- Grazie. Sei un amico.
 
Dall’autrice... Basta, l’ho capito anch’io che non sono normale. Un altro capitolo!!! Cioè, ma vi rendete conto??? Si, però questo lo pubblico domani, non se ne parla che pubblico tutto in un giorno... in ogni caso mi sono accorta che questa è una fic molto Akito-centrica. Provo a parlare anche dal punto di vista degli altri, ma con Akito mi riesce troppo bene, soprattutto perché adoro com’è complessato in questa fic^_^. Bah, ultimo appello, commentate come al solito...

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