Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: SanaXAkito, AyaXTsuyoshi
Rating: NC-17
AVVISI: AU, Incest.
- La storia di un amore che avrebbe fatto meglio a non esistere...
Commento dell'autrice: Orgoglio e soddisfazione. Mai queste due sensazioni erano state potenti nel mio cervello come lo sono state mentre scrivevo questa fic e mentre mi rendevo conto di quanto entrasse nel cuore della gente. Sarà stato per l'argomento spinoso (che mi sta a cuore, del quale non mi pento e non mi pentirò mai), sarà stato che, forse, anche io so scrivere benino, ma questa fanfiction resta secondo me la migliore delle mie opere. Più di "Back to home", più di "Ninety-eight", più di "La tua voce mi cambia", più di tutto il resto.
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Brothers...?

11° capitolo
Il sentimento è forte


Dall’autrice... Prima di tutto, una piccola citazione dalle recensioni: “... ammetto che all'inizio la tua storia mi aveva lasciato alquanto interdetta, ma ci ho pensato e alla fine ho compreso la realtà di tutto quello che hai detto. Io non posso sapere quello che si prova nell'amare un proprio fratello... ma al di là della morale... non sono proprio queste sfaccettature che rendono l'uomo un essere unico?”. Questo l’ha detto Claudia. Non nascondo che, dopo aver letto queste parole, mi sono sentita commossa. Commossa da morire, quasi al pianto^_^. Perché è un’altra prova lampante che quello che dico vi entra nel cuore e vi fa riflettere (non è necessario che vi piaccia, basta pensarci^_^). Grazie, grazie, grazie. Un’altra cosa che mi ha stupito è stato leggere in alcune recensioni “Di solito non sono una che commenta le fic, ma con la tua l’ho dovuto fare”. Sono speciale^_^?
 
Quasi non ci potè credere quando se li vide spuntare, a notte fonda, a casa sua.
La prima cosa che lo colpì non fu tanto l’orario – era abituato alle piazzate di Akito alle tre del mattino – quanto il fatto di vederli insieme. Avevano passato due mesi ad ignorarsi. Si incontravano, si guardavano negli occhi, si passavano accanto... senza lasciar trapelare un’emozione, in un clima che metteva i brividi a chiunque li guardasse. Loro... che erano sempre stati uniti, un fratello ed una sorella legati da qualcosa di più... si percepiva nell’aria che tra loro due un legame speciale c’era, ma per chiunque li guardasse era solo un profondo affetto fraterno... Tsuyoshi, invece, lo sapeva... lo capiva, quel rapporto non era affetto fraterno. Tanto che, quando Akito glielo confessò, ai tempi, lui non fece una grinza.
 
*Flashback*
Akito rimase fermo sulla porta dell’amico di sempre, ansimante e sudato. Doveva aver corso, per arrivare.
- Non... ce la faccio più...
Lui lo guardò così, sconvolto. Pochi secondi dopo si scostò per lasciarlo passare, e, quando lui entrò, richiuse la porta.
- Non ce la fai più... a fare cosa?
Chiese Tsuyoshi raggiungendolo in cucina e sedendosi su una sedia accanto a lui.
- Tenerlo per me. È impossibile... non così. Devo dirlo a qualcuno.
- Ma cosa, Akito?
- Credo di essere innamorato di mia sorella.
Avrebbe dovuto sconvolgerlo, una cosa del genere. Ed infatti, decisamente non lo lasciava indifferente. Ma... insomma... non si era poi stupito più di tanto.
- Dici davvero?
- No, sto scherzando!
Akito era nervosetto... Tsuyoshi sfoderò un sorriso forzato ed andò a bere un bicchiere d’acqua.
- Ne vuoi?
Chiese rivolto al biondo seduto. Lui annuì e poi cominciò a bere dal bicchiere che l’amico gli aveva dato.
- E... cosa intendi fare?
Akito lo guardò insistentemente per qualche secondo, come a volergli chiedere se fosse davvero idiota o quella fosse solo una finta.
- Secondo te cosa potrei fare? Assolutamente nulla! Avevo... solo bisogno di qualcuno a cui dirlo.
- Mh... capisco. Va bene.
- Va bene?
- Che vuoi che ti dica, Akito? Auguri e figli maschi?
- Divertente.
- Dico sul serio, mica posso risolvertela io, questa! Mi... dispiace che tu debba soffrire, ma ti renderai conto che non è che puoi dire una cosa del genere a Sana... conoscendola darebbe di matto...
Akito non disse niente ed abbassò gli occhi.
Quella fu la prima di una lunga serie di nottate passate insieme.
*Fine flashback*
 
Tsuyoshi si spostò senza fare domande, e loro entrarono in casa in perfetto silenzio.
- E’... successo qualcosa?
Chiese loro quando li vide seduti sul divano e relativamente rilassati.
Non avevano le facce più felici del mondo, ma... erano insieme. Era già un passo avanti.
Sana socchiuse gli occhi, appoggiando il capo sullo schienale del divano rossiccio.
Akito le mise una mano sulla sua, e lei automaticamente la strinse. Gesto che Tsuyoshi non mancò di notare. Questo gli fece solo sorgere un mucchio di interrogativi in testa. Non chiese più nella, ma rimase a fissarli quasi intontito.
**
E adesso? Cosa dirgli? Come fare?
“Sai, Tsuyoshi, io ed Akito abbiamo finito di fare l’amore due orette fa, abbiamo dormito un po’, e siccome non avevamo più tanto sonno abbiamo pensato di farci una passeggiata e venire fino a casa tua per chiacchierare un po’...”. Dio, si sarebbe schiaffeggiata da sola se non fosse stata ridicola.
E dire che era stata lei ad insistere con Akito per andare da Tsuyoshi!
 
*Flashback*
- Akito... dai... andiamo da Tsuyo...?
Lui la guardò, mentre finiva di infilarsi i pantaloni.
- E cosa ci vuoi andare a fare?
- Dai... così, non ho sonno, voglio andare da lui!
Le si avvicinò.
- Vuoi andargli a parlare?
Sana arrossì.
- Lui...
Chiese.
- ... lui sa tutto della... nostra situazione?
- Io gli ho sempre detto tutto.
La franchezza con la quale lui disse quelle parole la stupì un po’. Possibile che fosse in grado di parlare con altre persone, con tanta leggerezza, di argomenti tanto ostici?
- Allora... andiamo?
Akito indossò la maglietta e la guardò.
- Si.
*Fine flashback*
 
Sana riaprì gli occhi pensando che avrebbe fatto molto meglio a rimanere su quel divanetto scomodo, sola con Akito e con le loro vergogne. Ma va bè, una volta lì...
- Io e Sana abbiamo fatto l’amore.
Silenzio.
Quella stanza divenne più silenziosa di un cimitero.
Tsuyoshi uscì di corsa dalla stanza, andando in cucina e cominciando a girare intorno al tavolo con le mani dietro la schiena, come se stesse riflettendo.
Sana si voltò a guardare suo fratello, con gli occhi spalancati.
- A-Akito... sei... pazzo?
- Stai tranquilla che è tutto a posto.
In quel momento Tsuyoshi rientrò nella stanza, e fissò Akito negli occhi.
- Hai detto la verità?
Il ragazzo annuì. Poi l’altro guardò anche Sana per conferma. Anche lei annuì, abbassando la testa ed arrossendo.
Abbassò la testa, e quindi non potè vedere il modo in cui l’espressione di Tsuyoshi mutò, da sconvolta ad assolutamente estasiata.
- Non ci posso credere...! Akito, è meraviglioso!!! Come hai trovato il coraggio di dirglielo?
- Così...
Disse facendo spallucce.
- Congratulazioni anche a te, Sana! Adesso sei donna! Spero che non sia stato troppo rude...
Solo n quel momento, Sana rialzò il capo, guardando Tsuyoshi con aria perplessa.
- Ma tu... come fai a dire “congratulazioni”? Cioè... io e lui siamo fratelli, ed abbiamo fatto sesso meno di tre ore fa...! Come puoi essere felice, un qualunque altra persona sarebbe inorridita! Sarebbe corsa a chiamare i nostri parenti! E... e tu ti congratuli!
Akito la guardò.
- Qual è il problema? Già pentita?
- Io...
Disse incontrando i suoi occhi, indecisa fra il si ed il no. In testa una confusione senza pari.
Cosa era giusto? Cosa voleva? Ciò che voleva, era anche giusto?
- Io...
Tsuyoshi si sedette accanto a lei.
- Forse una persona qualsiasi lo farebbe. Ma io so cosa c’è dietro. Conosco i tuoi tormenti, Sana, e soprattutto conosco i tormenti di Akito. Gli... gli animali, nella loro incoscienza, si accoppiano fra fratelli. Anche se fra loro non c’è amore. Ebbene, anche se voi due siete legati da vincoli di sangue, vi amate! È questo che conta! È questo che deve guidare le vostre azioni! Io sono sicuro... che se stanotte siete giunti a questo punto è stato solo perché ve la sentivate.
- Ma gli esseri umani non sono come gli animali! Abbiamo... una coscienza, e dei sentimenti, e dei principi...!
- Proprio perché abbiamo in più i sentimenti quello che avete fatto è doppiamente giustificato! Se agli animali che non conoscono l’amore è permesso unirsi con i consanguinei, perché... perché gli esseri umani non possono? Soprattutto se legati dall’amore?
- Ma questo nessuno lo capirà mai...
Il ragazzo non seppe più come risponderle. Effettivamente, essere incestuosi ai giorni nostri non è il massimo delle fortune. La gente vive nei preconcetti, si nutre di pregiudizi e di falsa morale, che i figli ereditano. La gente non sopporta il diverso, lo condanna e lo esula dalla società.
Akito si alzò dal divano, mettendosi in piedi davanti a Sana. La squadrò dall’alto in basso, a lungo. E poi le crollò di fronte in ginocchio. Assunse un’espressione che Sana non gli aveva mai visto. Rassegnazione e... tristezza anche. Solo quella vista, la commosse nell’intimo.
- Sana, io sto qui. Ti amo. E tu mi ami. Hai la possibilità di avermi, ma ce l’hai solo ora, perché se tu decidessi di non portare avanti quello a cui siamo arrivati io me ne andrei. Non penserai certo che potrei continuare a vivere nella stessa casa con te...? Hai questa possibilità. Abbiamo... abbiamo l’amore... la possibilità di vivere questo sentimento... non è necessario dirlo a nessuno, se vuoi, per me non ha alcuna importanza... importi tu... solo tu...
Veloci, alcune lacrime scesero lungo le guance della ragazza, che si sporse fino alla punta del divano, per abbracciare dolcemente Akito e carezzargli la testa.
Tsuyoshi non potè sentire quello che lei gli sussurrò in un orecchio durante quell’abbraccio. Vide solo Akito aggrapparsi alla sua maglietta con tutte le sue forze, e cominciare a piangere come un bambino, probabilmente come non aveva mai fatto.
Fissandoli, così belli, così tristi, così perfetti nello stesso tempo, Tsuyoshi riuscì a pensare solo che un sentimento tanto forte, un legame tanto indissolubile, non poteva essere qualcosa di sbagliato. Come il bambino che Aya portava in grembo. Il ragazzo ebbe la chiara sensazione che nulla, assolutamente nulla di quello che avveniva in quella casa, nulla di quello che era avvenuto a casa di Akito potesse essere stato sbagliato.
Forte di questa convinzione, li lasciò soli ed abbracciati. E fu così che li ritrovò anche la mattina dopo. E non riuscì a trattenere un sorriso liberatorio. Forse... forse la situazione si era davvero sistemata.
 
Dall’autrice... Bè... ci siamo davvero quasi. Mi è piaciuto scrivere questo capitolo... credo sia la prima volta che, attraverso i pensieri di Tsuyoshi, esplicito quello che realmente penso di tutta questa situazione. In ogni caso, sarete felici di sapere che, riguardo al finale, ho raggiunto un verdetto. Presa com’ero nella decisione fra “happy” e dark non ho considerato la via di mezzo; mi rendo conto che molti di voi potranno trovarla più dark che altro, ma vi assicuro che l’altra che avevo in mente, quella davvero deprimente, era ancora peggio. In ogni caso mi serve un altro capitolo, quindi il numero totale lieviterà a tredici, alla fine. Davvero, ragazzi, ci siamo quasi.

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