In coppia con Mukka
Genere: Azione/Drammatico
Pairing: RinXSesshomaru, KagomeXInuyasha
Rating: NC17
AVVISI: Angst, Chanslash, Prostituzione Minorile.
- Rosso. Colore del vizio e della perversione. Passione? Amore? Parole sconosciute, nell'ambiente in cui la storia si svolge. Rin ha sedici anni. Jaken è il suo sfruttatore. Sesshomaru è il capo della più importante cosca mafiosa di Tokyo. Inuyasha è suo fratello. Kagome la moglie di quest'ultimo. Queste vite si scontreranno, o solo sfioreranno accidentalmente, molte e molte volte, sullo sfondo del quartiere a luci rosse della città.
Commento dell'autrice: Parlando per me XD L'idea originale della storia era mia, ed è incredibile ed affascinante osservare quanto le abbia giovato la collaborazione con un'altra ficwriter. Nella mia testa era una storia molto più introspettiva, molto più cupa, molto più pallosa, in effetti XD Invece Mukka è stata in grado di darle quell'indirizzo yakuziano d'azione che ha nettamente risollevato il tono, facendone una bella action-fic ù_ù Sono molto soddisfatta è_é!
Genere: Azione/Drammatico
Pairing: RinXSesshomaru, KagomeXInuyasha
Rating: NC17
AVVISI: Angst, Chanslash, Prostituzione Minorile.
- Rosso. Colore del vizio e della perversione. Passione? Amore? Parole sconosciute, nell'ambiente in cui la storia si svolge. Rin ha sedici anni. Jaken è il suo sfruttatore. Sesshomaru è il capo della più importante cosca mafiosa di Tokyo. Inuyasha è suo fratello. Kagome la moglie di quest'ultimo. Queste vite si scontreranno, o solo sfioreranno accidentalmente, molte e molte volte, sullo sfondo del quartiere a luci rosse della città.
Commento dell'autrice: Parlando per me XD L'idea originale della storia era mia, ed è incredibile ed affascinante osservare quanto le abbia giovato la collaborazione con un'altra ficwriter. Nella mia testa era una storia molto più introspettiva, molto più cupa, molto più pallosa, in effetti XD Invece Mukka è stata in grado di darle quell'indirizzo yakuziano d'azione che ha nettamente risollevato il tono, facendone una bella action-fic ù_ù Sono molto soddisfatta è_é!
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Seeing Red
Capitolo Cinque
Le fogne
- Siete sicuri di volere andare?
Sesshomaru non rispose alla domanda della donna, neanche si fermò un secondo a riflettere. Gli sembrava così ovvio! L’unica soluzione al disastro – di cui, tra l’altro, lui stesso era l’unico colpevole – era trovare la dannata gemma prima che potesse trovarla Naraku e poi difenderla con le unghie e con i denti.
Rin gli si affiancò in quell’esatto momento, portando sulle spalle un immenso zaino ricolmo di chissà cosa.
- Che è questo? – chiese il Principe con malcelato fastidio: sapeva che alla fine avrebbe portato lui quell’inutile ed enorme ingombro.
- Ehm… - cominciò la ragazzina, in imbarazzo, ma Kagome la interruppe, spiegando.
- Un po’ di cose utili, Sesshomaru. Cibo, vestiti per Rin-chan, bende e medicinali…
Inuyasha non diceva una parola già da molti minuti quando infine proruppe in un “Feh!” di disapprovazione. Sesshomaru, già sulla soglia della porta, si voltò indietro, guardando il fratello dritto negli occhi.
- Bè? – si limitò a chiedere acido.
- Lo sai che non approvo. Se dici che Naraku non ha la mappa, e dunque non ha modo di arrivare alla Shikon no Tama, non vedo il motivo di tutta questa fretta, e della decisione di muoverti non solo senza di me, ma senza avere del tutto recuperato la ferita!
- Tu non puoi certo muoverti.
- Nove mesi passano in fretta.
- Me la caverò anche senza di te, cosa credi?
Inuyasha digrignò i denti e strinse i pugni, borbottando un “buon viaggio” poco sincero mentre lasciava la stanza senza salutare. Kagome sorrise a Sesshomaru, come si volesse scusare, e poi posò una mano sulla spalla di Rin.
- Ricordi quello che ti ho detto a proposito delle ferite, vero? Disinfetta sempre ed usa solo le garze pulite che ti ho dato io… va bene?
Rin sorrise, annuendo.
- Sì! Grazie, Kagome-san!
Poi, la donna si rivolse a Sesshomaru.
- Ho insegnato a Rin-chan una o due cosette che potrebbero tornarti utili. Sinceramente, - ebbe un’esitazione, mentre guardava la ragazzina, - non sono molto contenta del fatto che venga con te. Sembra qualcosa di molto pericoloso. Ma… - sospirò, scrollando le spalle, - l’ha deciso lei, dunque c’è poco da fare. Proteggila.
Sesshomaru si scoprì particolarmente sorpreso di pensare, quasi senza rendersene conto, “Non c’è bisogno che sia tu a dirmelo.”.
- Se-Sesshomaru-san… cosa facciamo qui?
Il Principe esaminò a fondo, ancora una volta, il contenuto dell’assurda mappa lasciatagli in eredità da suo padre. A meno che non l’avesse seguita al contrario, non c’era dubbio che fossero arrivati, lui e la ragazzina che l’aveva seguito, nel giusto posto. E quel “giusto posto” sembrava proprio essere la fognatura cittadina.
- La Shikon no Tama è qui dentro, da qualche parte. – disse laconico.
Rin annuì e si preparò ad andargli dietro non appena lui avesse mosso un passo.
Non era mai stato in quel luogo, ma aveva sempre avuto un innato senso dell’orientamento, perciò non ebbe particolari difficoltà a seguire la mappa.
Però, improvvisamente, dopo aver passato non sapeva neanche lui quanti sottopassaggi e cunicoli, si ritrovò ad un punto morto, un incrocio, senza sapere dove andare. La cartina non era abbastanza precisa, e tutti i sentieri, per quanto si ostinasse a guardarli e riguardarli, gli sembravano uguali.
Si sedette per terra, il foglio di carta fra le mani, cercando di riflettere. Rin gli si sedette a fianco.
- Sesshomaru-san… esattamente cos’è che stiamo cercando?
Lui la guardò per molti secondi. Esattamente, cosa stava cercando di ottenere quella mocciosa seguendolo ovunque e facendogli domande? Lui non le aveva mai chiesto nulla, e se lei voleva una pacifica convivenza doveva fare lo stesso.
…pacifica convivenza…?
Sesshomaru scosse il capo. Doveva essersi ammattito.
- Sesshomaru-san?
A tutti gli effetti, la mocciosa stava rischiando la vita. Per gratitudine, o chissà che altro sentimento per lui incomprensibile, ma la stava rischiando. Era quantomeno logico volesse sapere per che cosa, almeno.
Sesshomaru socchiuse gli occhi, rovistando fra i ricordi.
- Papà? Cos’è questa?
L’uomo dai lunghi capelli argentati mostrò al bimbo, con un furbo sorriso, una piccola sfera di cristallo, in tutto e per tutto simile ad una grossa perla, anche se, sotto la luce giusta, risplendeva molto di più.
- Questa, Sesshomaru, è la Shikon no Tama.
- E che cos’è la Shikon no Tama?
- Un grande tesoro, che appartiene alla nostra famiglia da molto, molto tempo, e che tu ed Inuyasha, quando sarete grandi, dovrete custodire con cura.
Il piccolo, capelli argentei come il padre e stessi occhi da gatto, fissò ammirato quel gioiello dai riflessi cangianti, allungando timido una mano.
- …vuoi tenerlo?
Non ebbe il coraggio di annuire, ma il padre sorrise e glielo porse.
- Attento che non si rompa, Sesshomaru. Trattalo come tratteresti il tuo cuore se ce l’avessi fra le mani.
Ed infatti l’aveva perduto, scomparso dopo la sepoltura di suo padre.
Esattamente come il suo cuore, ma questo, alla Rin che, affascinata, ascoltava il racconto, non lo disse.
- Allora io esco!
Un Inuyasha sui sedici anni, vestito di tutto punto, salutò il padre, seduto in poltrona a leggere il giornale, con una pacca sulla spalla, e si diresse spensierato verso la porta. Dopo aver frequentato per qualche tempo una tale Kikyo, usciva adesso con una tizia dall’aria svampita di nome Kagome, e passava con lei ogni pomeriggio libero. Quando li vedeva insieme sembrava litigassero continuamente, ma se la storia continuava a durare già da un po’ voleva dire che, tutto sommato, se la passavano bene.
Sesshomaru non sopportava quel fratello. Anzitutto, erano fratelli solo per metà, perché il più piccolo era figlio della seconda moglie di suo padre, morta da una decina d’anni, mentre lui, diciott’anni compiuti e sulla strada per i diciannove, era figlio della prima moglie, una donna che faceva parte dello stesso “giro” di suo padre e che era scomparsa, senza lasciare traccia, un anno dopo averlo dato alla luce.
Lui non ci soffriva, non aveva avuto neanche il tempo di affezionarsi a lei, e quindi non gli mancava. Inuyasha, invece, sembrava sempre pieno di tristezza, quando pensava a sua madre, e delle volte era stato sul punto di scoppiare a piangere come un moccioso. “Debole”, pensava Sesshomaru, e ne era disgustato.
E poi c’era anche un’altra cosa. Inuyasha non si rendeva minimamente conto di essere il figlio del più grande capomafia di Tokyo. Usciva con le ragazze, si divertiva con i suoi amici, perdeva tempo insomma. E nonostante questo, o forse proprio per questo, suo padre sembrava non avere occhi che per lui…
- Papà, parlami ancora di come hai risolto l’affare con gli spacciatori che sconfinavano nel nostro territorio! – disse con una viva luce d’interesse nelle pupille.
Suo padre sollevò lo sguardo dal giornale che teneva fra le mani, squadrandolo severo.
- Tu non esci stasera, Sesshomaru?
La domanda lo stupì, ma lui non lo mostrò.
- No. – disse, - Sai che queste cose non mi interessano.
Suo padre scosse il capo e sbuffò rassegnato.
- Sì, lo so… ma vedi, Sesshomaru, non vorrei che tu ti interessassi troppo al mio mondo.
- Perché?
- Non è la strada che vorrei tu intraprendessi.
- …è la strada che vorrei intraprendere io.
Lei restò ad ammirarlo estasiata per tutto il tempo. Quell’uomo freddo ed austero possedeva ancora ricordi simili, e per quanto la sua voce fosse atona mentre ne parlava, la luce nei suoi occhi d’ambra gridava a gran voce tutta la malinconia, il rimpianto, il profondo affetto celato nel suo cuore. Sesshomaru-san era un uomo molto più complesso di ciò che dava a vedere. Era il suo salvatore. Ed era… così… così bello, così meravigliosamente bello…
Nel guardarlo, nell’ascoltarlo parlare, Rin provò sensazioni per lei totalmente nuove, che la confusero. Lunghi e piacevoli brividi si arrampicavano sulla sua schiena, vertebra dopo vertebra, arrivando fino a solleticarle il collo e dandole ovunque la pelle d’oca. Ed il batticuore, così chiaramente scatenato dalla sua voce profonda e dal suo profumo forte, distintamente costoso, di classe…
- Suo padre… era molto importante per lei, Sesshomaru-san… vero?
Lui la fissò a lungo, incollando gli occhi ai suoi. Rin si sentì tremare. La scrutò, la scrutò di nuovo e la scrutò ancora, in silenzio, per quasi un minuto. Rin si sentì avvampare, ma non abbassò lo sguardo. Si perse nei suoi occhi dorati ed aspettò la risposta, che infine arrivò, come un regalo, accompagnata da un inconsapevole e meraviglioso mezzo sorriso.
- Sì.
Dopo qualche ora di muta riflessione, Sesshomaru decise che non c’era nulla da fare in quell’oscuro e puzzolente posto, e che se voleva pensare a qualche soluzione doveva uscire di lì, perciò si alzò in piedi e mosse qualche passo verso l’uscita. Rin lo seguì immediatamente, ma si fermò pochi secondi dopo, attratta da qualcosa che il Principe non ebbe voglia di provare ad identificare. Si fermò, però, attendendola mentre lei si chinava e, da un cantuccio, tirava fuori un foglio di carta spiegazzato ed ingiallito. La osservò aprirlo per bene e lasciare scorrere gli occhi, che si spalancavano progressivamente via via che proseguiva nella lettura.
- Se-Sesshomaru-san! – gridò infine, guardandolo agitata.
- Che c’è? – chiese lui senza muoversi.
- Guardi, guardi qui!
Gli corse incontro, porgendogli il foglio, che lui cominciò subito a divorare con gli occhi.
“Sesshomaru, Inuyasha; se siete arrivati qui, vuol dire che siete molto curiosi, e quindi molto disobbedienti – ricordate che vi avevo ordinato di uscire dal giro, vero? – oppure molto nei guai. Siccome siete due irresponsabili, soprattutto tu, Inuyasha, ho pensato bene di farvi questo piccolo scherzetto: la Shikon no Tama non è qui, e la mappa non è altro che una precauzione; chiunque arrivasse qui non troverebbe altro che questo foglio.
Servono le vostre mani per giungere al nascondiglio della sfera, e servono perché, anche se non ne siete consapevoli, siete gli unici a conoscerne l’ubicazione.”
Dopo aver letto, l’uomo appallottolò la lettera e, con un sorrisetto ironico sul volto, la ripose in tasca.
- Andiamo, Rin.