Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico.
Pairing: Arya/Gendry.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Het, Underage, Angst, What If?, Raccolta.
- Dopo essere riuscito a portare via Arya da King's Landing travestendola da ragazzino, Yoren riesce a portare a termine la propria missione, conducendo la ragazzina al sicuro alla Barriera, dove troverà la protezione di cui ha bisogno. Ma le mura di Castle Black diventeranno presto una prigione, e la vita di Arya un ergastolo continuo dal quale solo la presenza di Gendry sarà in grado di farla evadere. Se non nella realtà, almeno per pochi istanti rubati al destino.
Note: *si mette a piangere copiosamente* Ah, questa storia ;_; Prima di tutto, mi sembra ovvio specificare che si tratta di un what if che non prende minimamente in considerazione i fatti successivi alla 2x03, in cui originariamente il gruppo di reclute guidate da Yoren veniva attaccato dai soldati dei Lannister e riportato a King's Landing. Affrontare l'ipotesi per cui Arya potesse diventare un Guardiano della Notte mi ha affascinata fin da quando lei ha cominciato a fingersi Arry <3 Mi piaceva l'idea di affrontare la sua crescita negli anni, e dopo aver superato le varie inibizioni che venivano dal fatto che mi sembrava di farla fuori dal vaso nel lanciarmi in un what if simile, devo dire che a scrivere questa storia mi sono divertita immensamente XD Cosa probabilmente dimostrata dal fatto che è enorme. *cough*
La storia partecipa al sesto round della Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole, è ispirata ai dodici temi del set 12 Storie - Buio @ diecielode e partecipa alla challenge di 500themes_ita per il prompt #30 (Una vita di menzogne).
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
WINTER WINDS

Dolore;

Arya ha quasi quattordici anni, quando Gendry la trova seminuda davanti ad uno specchio, intenta ad osservare il proprio riflesso. Hanno condiviso ogni cosa per più di tre anni, ma naturalmente Gendry non l’ha mai vista nuda, prima di questo momento, ed il suo primo istinto è quello di distogliere lo sguardo mentre si affretta ad entrare in camera di Lord Snow – del quale è diventato lo attendente ormai quasi due anni fa – ed appoggiare il pranzo sulla scrivania.
Lord Snow, in questo momento, si trova in cortile. Anche lui, come tutti, è soggetto alle turnazioni dei Guardiani della Notte, e per quanto sia evidente, dal modo in cui gli brillano gli occhi quando gli viene affidata una nuova missione oltre la Barriera, che preferisca di gran lunga trovarsi là fuori, nel gelo, con la sola compagnia del proprio cavallo e del proprio fedele meta-lupo, rispetto a passare ore ed ore in cortile a cercare di inculcare un minimo di nozioni basilari di scherma in un branco di ragazzini pidocchiosi provenienti da chissà che prigione di Westeros, non è uomo da disobbedire agli ordini che gli vengano dati. Gendry non sa se sia sempre stato così, l’unico Lord Snow che conosce è quello che ha avuto modo di servire da quando si trova alla Barriera, e questo Lord Snow è un uomo retto, caparbio nella sua onestà, perfino ottuso nel cieco esercizio di obbedienza che deve alla confraternita, ed il cui unico guizzo di ribellione può essere facilmente ritrovato nel tempo che permette ad Arya di passare al sicuro nelle proprie stanze, sia che lui si trovi all’esterno della Barriera, nelle terre selvagge e perennemente coperte di neve, sia che lui si trovi all’interno della fortezza, intento a svolgere i suoi compiti.
Il destino di Arya è ancora incerto. Nessuno ha ancora scoperto la sua vera identità, grazie alla copertura di Yoren e Lord Snow, ma a causa della sua giovane età – è stata una delle più piccole a sopravvivere al viaggio, e la più piccola che sia sopravvissuta fino ad ora scampando a congelamenti, malattie ed all’usura di quattro anni di logoranti allenamenti giornalieri in condizioni così rigide – non ha ancora ricevuto la propria investitura.
Nel frattempo, il suo corpo è diventato più forte. Le spalle le si sono allargate, le sue braccia adesso sono forti, le gambe toniche e salde. Sono tutti cambiamenti di cui il suo corpo ha avuto bisogno per permetterle di arrivare intatta dov’è adesso.
Altri cambiamenti, d’altra parte, sono giunti comunque, anche se indesiderati. La sua vita comincia ad assottigliarsi, i fianchi si allargano, la curva del seno sboccia, iniziando a diventare visibile anche sotto le numerose maglie pesanti e le protezioni che Arya indossa durante gli allenamenti.
Gendry era con lei, la notte del suo primo ciclo mestruale. Una mezz’ora dopo lo spegnimento delle luci, aveva aspettato di sentire tutta quella piccola sinfonia di suoni ormai familiari che annunciavano l’arrivo di Arya nel suo letto, ma dopo aver sentito un paio di fruscii ed il cigolio delle molle del materasso tutto era tornato silenzio. Gendry si era sollevato a sedere sul proprio letto, cercando la sua sagoma nel buio, e l’aveva trovata immobile, in piedi di fronte al letto, a fissare con orrore qualcosa sul materasso.
- Arry? – l’aveva chiamata ad alta voce. Lei non aveva risposto, e lui le si era avvicinato, svelto ma discreto, e le aveva appoggiato una mano sulla spalla. – È tutto a posto? – le aveva chiesto, ed era stato lì che lei aveva sollevato un dito tremante ed aveva indicato la macchia.
Gendry ricorda di essersi sentito perso, per qualche attimo. Ricorda di avere distintamente pensato che quella sarebbe stata la fine, che l’avrebbero scoperta, che non c’era modo di risolvere quella situazione senza che ciò accadesse, e poi ricorda di essersi dato dell’imbecille, di aver sollevato Arya stringendola fra le braccia come un bambino piccolo e di essere poi corso fino agli alloggi di Lord Snow, al quale aveva spiegato l’accaduto.
Lord Snow si era preso cura di tutto, quella notte. Aveva trattenuto Arya nella propria stanza, consolandola in un abbraccio fraterno mentre lei piangeva silenziosamente, sfogando paura e nervosismo, e dopo averla messa a dormire nel proprio letto era tornato con Gendry al dormitorio, dove aveva portato via il materasso, sostituendolo con uno nuovo.
Il giorno dopo, quando Arya si era svegliata, più calma e pronta ad accogliere ogni insegnamento che potesse aiutarla a mantenere il segreto sulla propria identità, le aveva spiegato come fronteggiare inconvenienti di quel tipo, ma se da un lato c’erano problemi che Lord Snow poteva insegnarle ad arginare, dall’altro ce n’erano di differenti, che Arya poteva imparare ad arginare solo da sé.
- Arya! – sibila Gendry, continuando ostinatamente a darle le spalle, - Sei completamente impazzita?! Avrebbe potuto vederti chiunque!
- Nessuno entra mai qui a parte te e Jon. – risponde lei, rapita dalla propria immagine, che osserva con un cipiglio severo, quasi di rimprovero.
- È del tutto irrilevante. – insiste Gendry, e poi la spia con la coda dell’occhio, per verificare che si stia rivestendo. Arrossisce, quando si accorge che non lo sta facendo. – Ma che ti prende? – sbotta, - Mettiti qualcosa addosso.
Arya gli lancia una lenta occhiata a metà fra il paziente e l’infastidito, e per qualche secondo Gendry si sente incredibilmente stupido.
- Non so che fare. – dice quindi lei, tornando a guardarsi nello specchio, le mani che si sollevano, piegate a coppa, e vanno a coprire la curva accennata del seno. – Stanno diventando più grandi.
Gendry arrossisce ancora, passandosi una mano sul volto.
- Perché stiamo avendo questa conversazione…? – domanda in un mugolio pietoso.
Arya si volta a guardarlo un’altra volta, inarcando un sopracciglio.
- Con chi altro dovrei averla? – domanda. Gendry non sa come risponderle.
Sospira, invece, cercando di calmarsi. Si strofina il volto per scacciare via il rossore dalle guance e poi la raggiunge accanto allo specchio, guardando negli occhi il suo riflesso. Arya non è per niente in imbarazzo. Gendry non sa come giudicare questa differenza di atteggiamento fra loro. È un dettaglio che lo preoccupa un po’.
- Potresti comprimerti il petto. – dice quindi, in un altro mezzo sospiro.
- Intendi con una fascia? – domanda Arya, considerando l’ipotesi, - Sì, forse potrebbe andare. – annuisce. Gendry la osserva raggiungere un baule in un angolo della stanza, aprirlo e rovistare all’interno, tirandone fuori una lunga striscia di cotone arrotolato. – Questo potrebbe andare bene? – domanda, sollevando il rotolo perché Gendry possa vederlo.
- Penso di sì… - risponde lui, incerto. Lei annuisce e sorride, tornando davanti allo specchio. Prova a girarselo un paio di volte attorno al busto da sola, ma il tessuto continua a caderle da ogni lato, e poco dopo Gendry la sente sbuffare, innervosita.
- Non stare lì impalato, - lo rimprovera, - dammi una mano!
Gendry arrossisce ancora, istintivamente, ma stavolta è bravo a riprendersi in fretta, prendendo il rotolo che Arya gli passa in un gesto fluido, sicuro e naturale, e cominciando ad avvolgerglielo attorno al petto, comprimendo il seno fino ad appiattirlo quasi del tutto.
Alla fine, Arya si volta di profilo, osservando il proprio riflesso con un mezzo sospiro deluso.
- Si vede ancora un po’. – osserva, le labbra arricciate in un piccolo broncio infantile.
- Non si vedrà più, quando sarai vestita. – la rassicura Gendry con un sorriso incoraggiante.
Lei annuisce. Si fida di lui abbastanza da credergli anche se ciò che vede riflesso nello specchio le dà una risposta diversa.
Poi, nei suoi occhi passa un lampo scuro e incerto.
- Fa male. – dice, con tutto il candore e la rassegnazione del mondo, - Farà sempre più male, vero?
Gendry, lo stomaco stretto in una morsa inspiegabilmente dolorosa, vorrebbe abbracciarla, ma stringe i pugni lungo i fianchi e non lo fa.
- Andrà tutto bene. – le dice, sollevando una mano ed appoggiandogliela sulla spalla in una carezza consolatoria.
Lei decide di credergli ancora.

back to poly

Vuoi commentare? »

your_ip_is_blacklisted_by sbl.spamhaus.org