Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico.
Pairing: Arya/Gendry.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Het, Underage, Angst, What If?, Raccolta.
- Dopo essere riuscito a portare via Arya da King's Landing travestendola da ragazzino, Yoren riesce a portare a termine la propria missione, conducendo la ragazzina al sicuro alla Barriera, dove troverà la protezione di cui ha bisogno. Ma le mura di Castle Black diventeranno presto una prigione, e la vita di Arya un ergastolo continuo dal quale solo la presenza di Gendry sarà in grado di farla evadere. Se non nella realtà, almeno per pochi istanti rubati al destino.
Note: *si mette a piangere copiosamente* Ah, questa storia ;_; Prima di tutto, mi sembra ovvio specificare che si tratta di un what if che non prende minimamente in considerazione i fatti successivi alla 2x03, in cui originariamente il gruppo di reclute guidate da Yoren veniva attaccato dai soldati dei Lannister e riportato a King's Landing. Affrontare l'ipotesi per cui Arya potesse diventare un Guardiano della Notte mi ha affascinata fin da quando lei ha cominciato a fingersi Arry <3 Mi piaceva l'idea di affrontare la sua crescita negli anni, e dopo aver superato le varie inibizioni che venivano dal fatto che mi sembrava di farla fuori dal vaso nel lanciarmi in un what if simile, devo dire che a scrivere questa storia mi sono divertita immensamente XD Cosa probabilmente dimostrata dal fatto che è enorme. *cough*
La storia partecipa al sesto round della Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole, è ispirata ai dodici temi del set 12 Storie - Buio @ diecielode e partecipa alla challenge di 500themes_ita per il prompt #30 (Una vita di menzogne).
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WINTER WINDS

Odio;

Dormire accanto al ragazzino è una cosa impossibile. Ogni notte, mentre tutti gli altri crollano profondamente addormentati nel momento stesso in cui si accasciano per terra come sacchi di patate, quando l’uomo che li guida riesce a trovare un rifugio fino all’alba, Arry resta sveglio. Si sdraia sulla nuda pietra, o in mezzo alla paglia, si mette in posizione fetale, come stesse aspettando di addormentarsi, ma non si addormenta mai davvero. Fissa nel vuoto di fronte a sé – o forse qualcosa di ben preciso dentro la propria testa, nei propri ricordi – con quei suoi occhi grandi e pieni di sgomento che va sbiadendo sempre più giorno dopo giorno, e ripete nomi.
Nomi pericolosi.
Nomi che Gendry conosce bene e che un ragazzino come lui – uno che non era nessuno, nient’altro che un pulcioso ragazzo di strada tutto sporco e che non avrebbe mai combinato nulla nella propria vita se non fosse stato reclutato per diventare un Guardiano della Notte – invece non dovrebbe conoscere affatto.
Arry pronuncia quei nomi come tante condanne a morte. Joffrey. Cersei. Illyn Payne. Il Mastino. Persone che per nessun motivo un ragazzino così piccolo e solo e lontano da King’s Landing dovrebbe ripetere con tanto odio.
- Joffrey.
- Arry.
- Cersei.
- Arry…
- Illyn Payne.
- Arry!
Il ragazzino si riscuote all’improvviso, scattando a sedere, la mano che saetta all’impugnatura della minuscola spada che porta legata al fianco. Sembra essersi accorto solo adesso dei richiami di Gendry, e sembra anche che la sua voce non sia stata sufficiente a riportarlo indietro da qualsiasi fosse il posto oscuro e spaventoso in cui si era rifugiato per pronunciare quel suo strano appello.
- Che vuoi? – sputa a brutto muso, stringendo l’elsa della spada fra le dita sottili sporche di fango.
Gendry lo osserva, contemplandone il mistero. Insegue le risposte e le spiegazioni che gli sfuggono, le insegue sulle linee morbide e arrotondate delle guance del ragazzino sconosciuto, e poi sospira.
- Ti sentiranno, se continui così.
Avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa, e sceglie di dirgli questo. Sceglie di suggerirgli di tenere per sé le sue vendette, se vuole davvero portarle a compimento, un giorno. Invece di chiedergli perché odi tanto la famiglia reale e coloro che la servono, sceglie di consigliargli di continuare a odiarli in silenzio, con maggiore discrezione, per restare al sicuro.
Il ragazzino aggrotta le sopracciglia, poi sbuffa, si rimette sdraiato. Continua a borbottare fra sé quegli stessi nomi in una litania infinita, ma stavolta nessuno potrebbe dire di riuscire ad identificarli con chiarezza.
Forse Gendry una risposta la conosce già, e non ha bisogno di sentirsela confermare da Arry.

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