Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico.
Pairing: Arya/Gendry.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Het, Underage, Angst, What If?, Raccolta.
- Dopo essere riuscito a portare via Arya da King's Landing travestendola da ragazzino, Yoren riesce a portare a termine la propria missione, conducendo la ragazzina al sicuro alla Barriera, dove troverà la protezione di cui ha bisogno. Ma le mura di Castle Black diventeranno presto una prigione, e la vita di Arya un ergastolo continuo dal quale solo la presenza di Gendry sarà in grado di farla evadere. Se non nella realtà, almeno per pochi istanti rubati al destino.
Note: *si mette a piangere copiosamente* Ah, questa storia ;_; Prima di tutto, mi sembra ovvio specificare che si tratta di un what if che non prende minimamente in considerazione i fatti successivi alla 2x03, in cui originariamente il gruppo di reclute guidate da Yoren veniva attaccato dai soldati dei Lannister e riportato a King's Landing. Affrontare l'ipotesi per cui Arya potesse diventare un Guardiano della Notte mi ha affascinata fin da quando lei ha cominciato a fingersi Arry <3 Mi piaceva l'idea di affrontare la sua crescita negli anni, e dopo aver superato le varie inibizioni che venivano dal fatto che mi sembrava di farla fuori dal vaso nel lanciarmi in un what if simile, devo dire che a scrivere questa storia mi sono divertita immensamente XD Cosa probabilmente dimostrata dal fatto che è enorme. *cough*
La storia partecipa al sesto round della Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole, è ispirata ai dodici temi del set 12 Storie - Buio @ diecielode e partecipa alla challenge di 500themes_ita per il prompt #30 (Una vita di menzogne).
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WINTER WINDS

Buio;

È notte fonda quando, dopo quasi dodici mesi di viaggio ininterrotto, arrivano alla Barriera. Il piazzale è deserto e, fatta eccezione per un paio di torce a rischiarare l’ambiente, immerso nel buio più completo. Le uniche luci vere e proprie giungono dall’alto, dalla sommità del muro. Sono le luci delle torri di guardia, così lontane da dove si trovano loro da sembrare quasi stelle. Sono altrettanto piccole, dopotutto, e di certo la loro utilità nell’illuminare la notte è altrettanto scarsa.
Arya si guarda intorno con una certa curiosità, rapita dalla sagoma delle mura della fortezza e dall’ombra imponente, più scura della notte stessa, che la barriera proietta su tutta la vallata, ben oltre le porte di legno che ora si chiudono alle loro spalle con un tonfo secco che si gonfia della sua stessa eco amplificata dalle ampie pareti rocciose coperte di ghiaccio che li circondano.
Fa più freddo di quanto Gendry non ne abbia mai sentito, più freddo di quello che ha provato durante il viaggio, e che pure ha ridotto al congelamento molti dei ragazzi che viaggiavano con loro, decimando le reclute. I Guardiani della Notte li accolgono sobriamente, senza falso calore, i volti scuri, le labbra serrate in linee nette prive di espressione. Forniscono loro coperte – Gendry non si sente minimamente in imbarazzo nell’avvolgersene istantaneamente una addosso, non appena se la ritrova fra le mani – un po’ di cibo, dell’acqua. Poi cominciano ad indicare loro la via per gli alloggi delle reclute, e Gendry fa per aggiungersi al gruppetto di ragazzini tremanti e infreddoliti che segue uno dei guardiani, quando si rende conto che Arya non si sta muovendo assieme agli altri.
Si volta a cercarla con lo sguardo e la trova subito, tutta sola in un angolo, un po’ abbandonata a se stessa. Si è avvicinata ad un braciere nel quale scoppiettano fiamme basse e fredde, nel tentativo di riscaldarsi. Non le riesce tanto bene.
Gendry sta per avvicinarsi ed offrirle posto sotto la sua coperta, quando improvvisamente la vede sollevare lo sguardo su qualcuno che le si avvicina di corsa. Arya si tira su di scatto, rigida e impettita, le braccia tese lungo i fianchi magri, tutto il corpo infreddolito e stanco che trema per l’ansia, e Gendry riesce a vederla bene solo per qualche secondo, prima che le braccia forti di un Guardiano della Notte si chiudano attorno alle sue spalle fragili, attirandola in un abbraccio istintivo e impaziente.
È troppo lontano per ascoltare i loro discorsi, ma dal modo in cui si guardano quando sciolgono l’abbraccio, dal modo in cui Arya sorride, dal modo in cui l’uomo le accarezza i capelli e la guarda da ogni lato per verificare che sia ancora tutta intera, dal modo in cui la ragazzina lascia le lacrime infantili e rumorose libere di scorrere lungo le guance scavate dai lunghi giorni di viaggio, è evidente che si conoscono, e non superficialmente.
Gendry resta in disparte ad osservarli dialogare incessantemente per almeno una decina di minuti, prima che Yoren li interrompa, accompagnandoli entrambi in un luogo più appartato.
Molte ore più tardi, quando si sarà ormai appisolato nella propria branda all’interno degli alloggi delle reclute, Gendry sarà svegliato dal cigolio del materasso del letto accanto al proprio, e schiudendo gli occhi nell’oscurità scorgerà la sagoma minuta di Arya scivolare discretamente sotto le coperte. Sorriderà nel sentirsi rassicurato dalla sua presenza, e le chiederà a bassa voce chi fosse quell’uomo. Arya solleverà il capo, si guarderà intorno e poi, preoccupata dalla possibile presenza di orecchie indiscrete, zampetterà velocemente fino al suo letto, sollevando le coperte e sistemandosi al suo fianco senza neanche chiedergli il permesso, per sussurrargli la risposta all’orecchio.

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