Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico.
Pairing: Arya/Gendry.
Rating: R.
AVVERTIMENTI: Het, Underage, Angst, What If?, Raccolta.
- Dopo essere riuscito a portare via Arya da King's Landing travestendola da ragazzino, Yoren riesce a portare a termine la propria missione, conducendo la ragazzina al sicuro alla Barriera, dove troverà la protezione di cui ha bisogno. Ma le mura di Castle Black diventeranno presto una prigione, e la vita di Arya un ergastolo continuo dal quale solo la presenza di Gendry sarà in grado di farla evadere. Se non nella realtà, almeno per pochi istanti rubati al destino.
Note: *si mette a piangere copiosamente* Ah, questa storia ;_; Prima di tutto, mi sembra ovvio specificare che si tratta di un what if che non prende minimamente in considerazione i fatti successivi alla 2x03, in cui originariamente il gruppo di reclute guidate da Yoren veniva attaccato dai soldati dei Lannister e riportato a King's Landing. Affrontare l'ipotesi per cui Arya potesse diventare un Guardiano della Notte mi ha affascinata fin da quando lei ha cominciato a fingersi Arry <3 Mi piaceva l'idea di affrontare la sua crescita negli anni, e dopo aver superato le varie inibizioni che venivano dal fatto che mi sembrava di farla fuori dal vaso nel lanciarmi in un what if simile, devo dire che a scrivere questa storia mi sono divertita immensamente XD Cosa probabilmente dimostrata dal fatto che è enorme. *cough*
La storia partecipa al sesto round della Zodiaco!Challenge @ fiumidiparole, è ispirata ai dodici temi del set 12 Storie - Buio @ diecielode e partecipa alla challenge di 500themes_ita per il prompt #30 (Una vita di menzogne).
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WINTER WINDS

Ferita;

Tutte le conferme che gli servono arrivano in poco tempo. Non passano che pochi giorni, e si ritrovano sotto attacco, nel bel mezzo di una pianura che li espone indifesi alla furia del pur piccolo manipolo di soldati che li ha palesemente seguiti per giorni nel tentativo di coglierli di sorpresa in un luogo adatto, proprio come quello.
Yoren estrae la spada e dice a tutti di combattere, se ci tengono alla vita. I soldati non sembrano disposti a fermarsi davanti a niente, cercano Gendry, cercano lui, e lui non ha la benché minima intenzione di lasciarsi perdere.
Nel clamore della battaglia, nessuno pensa alle informazioni che potrebbe dare ai soldati per salvare la pelle. Quelli avanzano a cavallo, ranghi serrati e spade sguainate, e tutto quello che il gruppo di ragazzini guidati da Yoren sa è che vuole allontanarsi da King’s Landing. Da lei e da Harrenhaal. E per questo, ognuno di loro è disposto a morire anche adesso, anche così. Non ci sarebbe altro modo di restare liberi.
C’è sangue ovunque, soldati passati da parte a parte con lance arrugginite, altri che perdono un occhio a causa di una pietra lanciata a mano, o da una fionda, cavalli imbizzarriti messi in fuga da uno schiaffo o da una freccia piantata in un fianco, e da ogni lato non si sentono altro che urla di dolore, di rabbia, di paura. Gendry usa la propria spada per decapitare un soldato il cui corpo resta in sella mentre la testa rotola in un fossato a faccia in giù nel fango.
Arry ed il suo minuscolo spadino se la stanno cavando bene: il ragazzino è agile, saltella da un lato all’altro, corre svelto come il vento, altrettanto inafferrabile. Gendry sorride nell’osservarlo di sottecchi mentre si libera svelto della presa di un soldato, che gli ha girato un braccio attorno al collo nel tentativo di fargli perdere i sensi mozzandogli il respiro, mordendogli una mano per poi voltarsi e fronteggiarlo, la spada tesa di fronte a sé. “Non oggi,” gli sente dire prima di infilzargliela nello stomaco, aprendo una ferita enorme dall’alto verso il basso. Il soldato cade in ginocchio, gorgoglia e scivola per terra, gli occhi sgranati, senza vita.
Poi lo perde di vista: torna ai suoi soldati, alla sua lotta per la sopravvivenza, sicuro che il piccolo Arry riuscirà a cavarsela; ne resta convinto, almeno fino a quando non lo sente urlare.
Si volta, ed Arry è ancora in piedi, in mezzo al campo di battaglia. La sua maglia, strappata sul fianco, mostra una ferita aperta che sanguina copiosamente. I suoi occhi sono sgranati, pieni di paura, Gendry vi legge dentro che il ragazzino vorrebbe riscuotersi e fuggire, ma non riesce. Perciò si precipita al suo fianco, attacca il soldato alle spalle ed un fendente che gli attraversa la schiena da un fianco all’altro è sufficiente a costringerlo a rotolarsi per terra in preda ad un dolore atroce. Continua a gemere e a contorcersi, ma Gendry, mentre si inginocchia al fianco di Arry – che una volta fuori pericolo si è lasciato cadere sulle ginocchia e poi seduto sul terriccio smosso e sporco di sangue – non se ne accorge nemmeno.
- Fammi dare un’occhiata. – dice, afferrando i lembi della maglia sulla quale si allarga una macchia di sangue preoccupante.
- No… - biascica Arry, lo sguardo fisso nel vuoto. Trema come una foglia, è come paralizzato. Sotto le dita, Gendry sente che il ragazzino vorrebbe allontanarsi da lui il più possibile, e sente il dolore e la paura che gli causa il non riuscirci.
- Non essere stupido. – insiste, aggrottando le sopracciglia, - Voglio solo vedere quanto è grave!
Attorno a loro, i suoni della battaglia si fanno lontani, come attutiti. Gendry sente i battiti del proprio cuore rimbombare nelle orecchie. Lo confondono. Arry sta perdendo molto sangue.
- No… - sussurra il ragazzino, - No… - e poi scoppia in lacrime, e quando urla “no” un’altra volta, è tutto diverso.
La sua voce è diversa.
E Gendry resta immobile, la maglia che gli ha strappato via di dosso appallottolata fra le mani, mentre Arry si stringe in un abbraccio imbarazzato e pieno di disagio, gli occhi bassi, le guance sporche di fango su cui le lacrime hanno tracciato solchi più chiari, la ferita sul fianco che continua a perdere sangue, mentre cerca di nascondere alla sua vista il petto dalla curva appena accennata.
Distogliere lo sguardo mentre si sfila di dosso la propria maglia, sporca di sangue, terra e sudore, e la passa alla ragazzina per rivestirsi, è tutto ciò che Gendry può fare, mentre la battaglia si conclude e Yoren strilla a gran voce di passare i superstiti per le armi.
Per qualche motivo, non sembra comunque abbastanza.

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