Pairing: BrianxMatt.
Rating: R
AVVISI: Boy's Love, OC, Incompleta.
- Quando, nella folla scalpitante che è il pubblico del concerto, Brian Molko intravede Matthew Bellamy, ha una "brillante" idea, le cui conseguenze saranno a dir poco devastanti per la sua vita, per quella di Matthew e per il gruppetto di fangirl slasher che assiste allo show e per le quali l'unico obiettivo degno di essere perseguito è quello di cercare di tramutare in realtà ciò che scrivono nelle loro fic...
Commento dell'autrice: Inserirò un commento quando avrò concluso la storia è_é
Rating: R
AVVISI: Boy's Love, OC, Incompleta.
- Quando, nella folla scalpitante che è il pubblico del concerto, Brian Molko intravede Matthew Bellamy, ha una "brillante" idea, le cui conseguenze saranno a dir poco devastanti per la sua vita, per quella di Matthew e per il gruppetto di fangirl slasher che assiste allo show e per le quali l'unico obiettivo degno di essere perseguito è quello di cercare di tramutare in realtà ciò che scrivono nelle loro fic...
Commento dell'autrice: Inserirò un commento quando avrò concluso la storia è_é
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A Little Respect
CAPITOLO 5
LA PRIMA FANGIRL
- Julianne… - mormorò Amanda, guardandosi intorno con aria sconvolta, - rinfrescami la memoria: quand’è che sei diventata la responsabile delle telecamere del Grande Fratello?
- Cosha? – chiese la ragazza, ancora appollaiata sulla scala, stringendo tra i denti un cercafase, - Non ti ho shentito.
- N-Niente, - continuò Amanda, stringendosi nelle spalle, - solo che ti conosco da quanto?, sedici anni?, e non sapevo fossi un tale genietto dell’elettronica…
- Effettivamente, - concordò Marianne, avvicinandosi a una telecamerina che spuntava discreta da un vaso di fiori finti, - organizzare una cosa del genere in una settimana, e tutta da sola… sei una specie di supereroina, Julianne!
La supereroina in questione scese dalla scala con un balzo, togliendosi il cacciavite di bocca e mettendo le mani sui fianchi.
- Be’, non potevo fare altrimenti. Abbiamo una grandiosa occasione di osservare i soggetti nel loro ambiente naturale, pensavate forse che mi sarei lasciata sfuggire l’opportunità di filmare e registrare il tutto?
Marianne ridacchiò, mormorando “Mi piace come lavori, ragazza!” e dandole il cinque.
- Senza contare che la povera Teresa vorrà avere un po’ di soddisfazione, immagino. – continuò Julie, incrociando le braccia sul petto.
- …aspetta, aspetta. – disse Amanda, agitando una mano per attirare la sua attenzione, - Come pensi di fare arrivare tutto questo in ospedale?
- Be’, possiamo usare il portatile. – sorrise Julianne, sicura, - Possiamo connetterlo alla tv che ha in camera e-
- Dio santo, Julianne, è un ospedale, quello!
- Sì, lo so. Ma non vedo-
- Ah, certo! Distribuiamo immagini private di Brian e Matthew in un luogo pubblico usando un sistema tra l’altro illegale, bene! Ti appoggerò sicuramente in questa tua iniziativa!
- Avanti, Amanda… - sbuffò Marianne, scrollando le spalle, - Finché è una rappresentazione privata ti va bene, ma quando c’è la possibilità che la veda qualcun altro…
- Be’, ma è ovvio! – sbraitò, per poi tornare a rivolgersi all’amica, - Julie, devo ricordarti che siamo già perseguibili a norma di legge solo per il fatto che, dannazione, li stiamo ricattando?!
- Ricattare, che parola grossa…
- Ah! E se ricattare ti sembra una parola grossa, che ne dici di sequestro di persona? Ti pare normale obbligarli a stare chiusi in albergo sotto falso nome, mentre tu prepari tutta questa sceneggiata?!
- Non potevo mica correre il rischio che scappassero! – si lamentò Julianne, come se quello che aveva fatto fosse perfettamente ragionevole, - E comunque non li stiamo obbligando a fare niente… diciamo che stiamo facendo leva sui loro buoni sentimenti e su un sano senso di colpa per ottenere qualcosa che renda felici tutti quanti.
“Sì, tutti quanti tranne loro”, pensò tragicamente Amanda, arrendendosi di fronte all’evidente ottusità della sua amica.
- Non so più che dire. – sbuffò sconsolata, abbandonando le braccia lungo il corpo.
Julianne sorrise vittoriosa, pregustando le ore di fanvideo che avrebbe potuto realizzare una volta che quella settimana fosse finita.
Nello stesso momento, una ragazza molto preoccupata camminava ansiosa avanti e indietro per la sala d’aspetto dell’ufficio di Tom Kirk, manager dei Muse, in attesa di essere ricevuta.
Quando la porta si aprì, e una segretaria occhialuta in minigonna di pelle le disse che poteva entrare, lei quasi la travolse.
- Tom! – gridò Gaia, allarmata, sbattendo entrambi i palmi sulla scrivania dell’uomo, - Dove diavolo è Matt?!
- Gaia, tesoro! – la salutò Tom, mellifluo, cercando di rabbonirla, - E’ un po’ complicato da spiegare, se ti sedessi e… vuoi un caffé?
- Non voglio niente, Tom, diavolo! Due gorilla prelevano il mio fidanzato e mi lasciano sola in mezzo a una folla scalmanata, poi rivedo il mio fidanzato uscire sul palco e cantare una canzone coi Placebo e infine sempre il mio fidanzato scompare nel nulla lasciandomi ad attendere il suo ritorno per due dannatissime ore dopo la fine del concerto, per poi scomparire nel nulla come se non fosse mai nato, e tu vorresti che io mi sedessi?! Vorresti darmi un caffé?! Ma ti conviene tenertelo, il tuo caffé, o potresti ritrovarti con un’ustione di primo grado a rovinare il tuo bel faccino!!!
La ragazza si fermò, ansante, mentre Tom la osservava e, sconvolto, si lasciava ricadere sulla poltrona.
- Te-Tesoro, ci sono state una serie di complicazioni, e-
- Non me ne frega un accidenti! È passata una settimana dall’ultima volta che ho visto il mio uomo e non intendo aspettare ancora per riportarmelo a casa!
- Io comprendo la tua irritazione, Gaia, - disse Tom, ignorando gli sbuffi di fumo che le uscivano dalle narici e dalle orecchie, - Ma il problema è più complesso di così. Vedi, neanche io ho notizie di Matt da quando è sparito.
Per qualche secondo, Gaia lo fissò, gli occhi spalancati e le labbra serrate.
- CHE COSA?! – strepitò infine, abbattendosi nuovamente contro la scrivania di Tom e facendola tremare.
Fu allora che l’uomo cominciò a temere per la sua vita.
Ma il suo cellulare corse in suo soccorso prima che potesse succedergli qualcosa di veramente grave.
- Pronto? …Alex! Alex, non sai che sollievo risentirti. Li hai trovati? Che?! Insieme?! Dici sul serio?!
- Cosa dice?
- Dice che Brian si è appena fatto sentire. – le spiegò Tom, coprendo la cornetta con una mano, - Dice che lui e Matt sono insieme, in questo momento, in un albergo.
- Oddio, spero per l’incolumità del signor Molko che Matt sia stato messo in una stanza molto, molto distante dalla sua… sai di cosa è capace Matt quando è irritato.
Tom ci rifletté un po’ su, preoccupato.
- Alex? – chiese infine alla donna dall’altro lato della cornetta, - Sei sicura siano ancora entrambi vivi e in buona salute? Oh, bene. Grazie al cielo. Gaia, tesoro, sembra che Matt si sia comportato bene.
La ragazza sospirò di sollievo, massaggiandosi le tempie.
- Alex, adesso devi spiegarmi tutto per bene, perché io non ci capisco più- … come…? Dove?! Perché in ospedale?! Allora si sono fatti del male!
- Cosa diavolo succede, Tom?
- Ah, non è per loro, che sono in ospedale. Grazie a Dio. Ma allora perché diavolo sono lì? … Mh. Capisco. No, capisco, capisco perfettamente, non possiamo fare altro. Allora a fra poco. Sì, sì. Sono già per strada. – disse, concludendo la telefonata e posando il cellulare in tasca.
- Tom. – lo richiamò Gaia, le mani sui fianchi, - Intendi spiegarti?
- Mi spiegherei, se ci avessi capito qualcosa. – sospirò l’uomo, sentendosi improvvisamente sfiduciato nei confronti della vita intera.
- Ma al telefono hai detto che capivi!
- Mentivo, ovviamente! Per il momento, so soltanto che Brian e Matt sono ancora all’ospedale dov’è ricoverata la ragazza che ha avuto quel malore al loro concerto.
- Cosa? Ma perché?!
L’uomo scrollò le spalle, senza sapere cos’altro dire.
Gaia sospirò nervosamente, battendo un piede per terra.
- Immagino dovremmo andare lì. – ipotizzò, mordendosi le labbra.
Tom annuì, afferrando le chiavi della macchina da sopra la scrivania e dirigendosi svelto verso la porta.
- Perché dovremmo dirlo anche a Gaia? Non capisco!
Julianne sospirò, esasperata dall’ennesima rimostranza di Matt, incrociando le braccia.
- Perché, Matt, non vogliamo passare da criminali. È giusto che le persone che vi amano sappiano che state bene e siete al sicuro.
- Se tu questo lo chiami al sicuro, uno di noi due deve rivedere il suo vocabolario!
- Bellamy, per carità, - si lamentò Brian, massaggiandosi la fronte, - Sta’ un po’ zitto e arrenditi all’inevitabile.
- I-Io sono un animo positivo, non mi arrendo mai di fronte all’inevitabile!
- Animo positivo, tu? Scrivi canzoni più dark delle mie!
- Non osare paragonare i miei testi a quella dozzinale accozzaglia di termini emo che spacci per canzoni!
- Ma taci, una buona volta…
Le quattro ragazze sorrisero soddisfatte, osservando il battibecco fra i due e gioendo del fatto che i loro beniamini non avessero neanche bisogno di essere provocati per mettere su teatrini di tutti i tipi; quella si prospettava un’esperienza a dir poco fenomenale.
- Avanti ragazzi… - si intromise Teresa, stringendosi carinamente nelle spalle, - Provate a calmarvi un po’, fatelo per me…
Brian le si avvicinò, dandole un colpetto sulla fronte con l’indice.
- Ragazzina, non ti pare che stiamo facendo già abbastanza, per te?
- Brian, caro, - lo richiamò Julianne, ridacchiando, - non ti pare sia arrivato il momento di imparare i nostri nomi?
- Io li so. – sbuffò Matt, ancora irritato, - Pazza, Piagnona, Esaltata e Maniaca.
- Matt! Non sei affatto gentile! – si lamentò Marianne, stringendosi nelle spalle mentre Amanda cercava stoicamente di resistere all’impulso di dargli un pugno sul naso.
Fu in quel momento che bussarono alla porta.
- Ah! Devono essere loro! – sorrise Julianne, trotterellando allegramente verso la porta.
- Devo nascondermi. – mormorò Matt, terrorizzato, guardandosi intorno, - Se Gaia viene a sapere di questa follia mi uccide. Dio! Perché mi sono cacciato in questo guaio?
- Bellamy, sei irritante, taci!
- Ma taci tu, una buona volta! Non fai che lamentarti!
- Senti chi parla.
- Ma le mie sono lamentele costruttive!
- Quando mai?!
- M-Matt… - si intromise incerta la voce di Gaia, - cosa diavolo sta succedendo qui…?
Il ragazzo sentì chiaramente le sue gambe sciogliersi, mentre il cuore prendeva a tamburellargli agitato nel petto.
- Amore! Che sorpresa! – improvvisò, spalancando le braccia e andandole incontro.
Quando fu abbastanza vicino, Gaia gli mollò un pugno in pieno stomaco che lo fece volare diversi metri indietro.
- Tu, bastardo! Come hai osato mollarmi tutta sola a quel dannato concerto?! E come hai potuto darti per disperso per un’intera settimana?!
- G-Gaia, io… - tentò di replicare Matt, rialzandosi faticosamente da terra, ma Gaia lo fermò, prima che potesse concludere.
- E lei, signor Molko! Come le è saltato in mente di rapirlo e costringerlo a salire sul palco?
- …signor Molko…?!
- E voi chi diavolo siete?! – concluse la sua arringa la ragazza, lanciando uno sguardo infastidito alle fangirl che affollavano la stanza.
Alex e Tom, sconvolti dalla furia di Gaia, riuscirono solo a osservare da lontano le condizioni fisiche dei loro protetti, per rassicurarsi che, almeno in quel senso, non ci fossero problemi.
Julianne, quale membro più eloquente del gruppo, oltre che mente criminale dietro a tutto il piano, prese un enorme sospiro e si preparò a spiegare.
- Dunque, per riassumere, lei è Teresa, - disse indicando la ragazza seduta sul letto, - quella che è svenuta durante il concerto.
- Oh. E voialtre sareste…?
- Le sue amiche. Siamo… un gruppo di fangirl.
Qualcosa cambiò, nello sguardo di Gaia. Ma nessuno se ne accorse, e perciò Julianne continuò nella sua spiegazione senza fermarsi.
- Siamo delle grandi fan di Brian e Matt, e abbiamo pensato che per farsi perdonare per quello che avevano fatto alla povera Terry-
- Ehi!
- Zitto, Matt, fa’ parlare le ragazze. – ordinò Gaia, glaciale, - Prego, continua.
- Insomma, abbiamo pensato che per rimediare loro due potrebbero chiudersi per una settimana nell’appartamentino che io e le mie amiche dividiamo qui in città. Abbiamo pensato che potesse essere divertente.
- Ecco, appunto, Gaia, amore mio, hai capito? Sono delle pazze. Sono state loro a segregarmi per quest’ultima settimana.
- E’ vero… - mormorò Amanda, guardando altrove, - Infatti ci tengo a porgere a tutti voi le nostre scuse, siamo state delle vere idiote…
- Ma non potevamo fare altrimenti. – si giustificò Julianne, stringendosi nelle spalle, - Conoscete questi due meglio di noi, sapete bene che sarebbero scappati, se li avessimo lasciati liberi…
Alex e Tom annuirono comprensivi, guadagnando in risposta le occhiatacce omicide dei loro protetti offesi.
- Insomma, per riassumere. – disse Gaia, socchiudendo gli occhi come per riflettere più attentamente, - Siete delle fangirl che danno vita al loro sogno.
Le quattro ragazze annuirono energicamente, sentendosi finalmente comprese.
Imbarazzata, Gaia sollevò lo sguardo e sorrise lievemente.
- Può sembrare assurdo chiederlo così, ma… non è che fra di voi c’è l’autrice di “Peeping Tom”?
Un enorme punto interrogativo rosa confetto si gonfiò e prese a rimbalzare per la stanza, mentre Marianne sollevava timidamente una mano con uno sguardo da “ebbene sì, vostro onore, ammetto il mio crimine” stampato sul volto.
Gaia mosse qualche passo verso di lei, mentre il suo ragazzo si chiedeva dove diamine la sua fidanzata avesse imparato il significato del termine “fangirl” e come diavolo facesse a conoscere una fanfiction della pervertita.
- Tu… - disse la ragazza, sollevando lentamente lo sguardo, - Tu sei un genio.
Il punto interrogativo esplose, disseminando la stanza di coriandoli di vari colori.
- G-Gaia…? – azzardò Matt, confuso, sollevando un braccio nella sua direzione come a volerla toccare per assicurarsi che fosse reale.
- Oh, tesoro, scusa! Non potevo parlartene, sapevo che avresti reagito male! – disse Gaia, voltandosi repentinamente verso di lui, - Lo sai che ti amo più della mia stessa vita, ma sai, noi fangirl-
- Voi fangirl?! – chiese il ragazzo, esasperato, mentre Brian, dietro di lui, scoppiava a ridere come non avesse mai visto niente di più divertente in vita sua.
- Tesoro, devi ammetterlo… - cercò di rabbonirlo Gaia dandogli un buffetto su una guancia, - Tu e il signor Molko formate una bella coppia, non c’è che dire.
- Gaia, carissima, - ridacchiò Brian, porgendole la mano, - non c’è affatto bisogno che tu mi dia del lei! Che ragazza adorabile, com’è che una così sta con te, Bellamy?
- Molko, ti prego, ne ho già abbastanza… - sospirò Matt, ritirandosi a borbottare in un angolino della stanza.
- Bene, allora possiamo contare sul tuo permesso, Gaia? – chiese Julianne, facendo l’occhiolino alla ragazza, che rispose col pollice in alto e una risata complice che diede i brividi a quel povero disgraziato del suo ragazzo.
- Allora se le cose sono sistemate è il caso di portare i ragazzi nell’appartamento, o no…? – propose Marianne.
Julianne annuì energicamente.
- Io e Amanda li accompagneremo in macchina. Mentre noi siamo via, Terry… - concluse, lanciando alla ragazza sul letto un’inquietante sguardo d’intesa, - spiega ai signori come funziona il portatile.
Teresa sorrise e salutò con la mano Amanda e Julianne che trascinavano Matt e Brian per i colletti delle loro magliette, mentre l’uno protestava animatamente e l’altro rideva ancora di gusto per tutto quello che stava succedendo.
- Cosa intendeva con “come funziona il computer”? – chiese Alex, incuriosita, avvicinandosi al letto, mentre Gaia ricopriva di complimenti l’imbarazzatissima Marianne.
Teresa sorrise amabilmente.
- Lo vedrete fra poco.
- Sarebbe questo l’appartamento?
Julianne sorrise allegra, accendendo la luce dell’ingresso perché i ragazzi potessero vedere bene il posto nella sua interezza.
- …non è un po’ piccino per vivere voi quattro ragazze tutte insieme? – chiese Brian, un po’ sconvolto nel notare che l’appartamento non era altro che un minuscolo bilocale più cucinino e bagnetto.
- In realtà i veri problemi li abbiamo quando c’è il ragazzo di Teresa, perché cerchiamo sempre di lasciare loro la camera da letto… - spiegò Amanda.
- …per quanto in realtà poi non è che combinino tanto da giustificare questa nostra premura… - borbottò Julianne, ricevendo in cambio un pizzicotto dalla sua amica.
- Comunque, - concluse la bionda, - generalmente Philip è in giro col suo gruppo a bivaccare dove capita, e dal momento che Marianne non vive con noi devo dire che per tre persone qui è quasi comodo.
- Per due lo sarà sicuramente. – sorrise angelica Julianne.
- Tu scherzi, forse! – protestò vigorosamente Matt, indicandole la camera da letto, - Dovremo dormire insieme!
- Eeeeh, come la fai grossa! – borbottò Julianne, contrariata, - Anche noi dormiamo lì ammucchiate, ma questo non vuol dire che ci lasciamo andare ad orge sfrenate o cose simili!
- Che c’entra questo?!
- Significa, Bellamy, - tradusse Brian ormai spazientito, desideroso unicamente di fare una doccia, ficcarsi sotto le coperte e porre fine a quell’assurdità, - che dormire insieme non equivale obbligatoriamente a fare sesso.
- Se tu fossi una persona normale, Molko, non avrei problemi. – sbottò Matt, incrociando le braccia sul petto e guardandolo dall’alto in basso, - Ma non ci si può fidare di un tipo come te. D’altronde, hai già provato a baciarmi, l’altra volta!
- Idiota! Quello era per cercare di uscire prima dal problema!
- Oh, ed è servito a molto, vero?
- Senti, te l’ho già detto: l’idea di condividere un qualsiasi atto sessuale con te non solo non mi fa impazzire, ma per come stanno andando le cose mi irrita pure. Quindi sta tranquillo: la tua verginità è salva.
- Oh, ma impiccati una buona volta!
- Si dice prima le signore, generalmente, quindi credo lascerò fare te per primo.
- Non confonderti, Molko: sei tu quello dall’incerta sessualità, non il sottoscritto.
- La mia sessualità è tutto meno che incerta, sta tranquillo e bada ai fatti tuoi!
- Non chiedo di meglio!
Amanda e Julianne si lanciarono uno sguardo e un sorriso d’intesa, scivolando silenziosamente, passo dopo passo, verso la porta, e chiudendo dentro i ragazzi senza che loro si accorgessero di niente.
Continuarono a sentirli litigare giù per le scale, e per una buona cinquantina di metri anche quando furono per strada.
Gaia guardò ammirata lo schermo del computer, mentre scorrevano le immagini del litigio infinito fra Matt e Brian, stringendo l’apparecchio fra le mani come fosse magico e avesse paura che scomparisse.
- Se vuoi possiamo cambiare visuale. – ridacchiò Teresa pigiando un tasto sulla tastiera e azionando la telecamera dentro al vaso di fiori, che riprese i due litiganti in un’adorabile inquadratura a mezzobusto.
- Questa cosa è assolutamente geniale! – esclamò Tom entusiasta, ridendo di gusto mentre Brian diceva “Se hai paura che ti tocchi, puoi benissimo infilarti in un preservativo e annodartelo sopra la testa!”.
- Tom… Tom… - lo chiamò Alex, fremendo d’impazienza, mentre il suo sguardo s’illuminava di una luce demoniaca, - Io vedo… vedo…
- Mh? Alex? Che cavolo hai?
- Vedo il futuro, Tom…
- …?
- …soldi… tanti soldi…
Tom spalancò gli occhi, improvvisamente interessato.
- Dimmi tutto. – disse risoluto, sedendosi a gambe incrociate per terra mentre Alex s’inginocchiava davanti a lui.
Sul viso della donna si aprì un sorriso furbo e crudele, mentre sullo sfondo la voce ormai stridula di Matt gridava “Azzardati ad avvicinarti a me un centimetro più del dovuto e provvederò a renderti una donna, e stavolta per davvero!”.
- Immagina, Tom, caro. Una proiezione esclusiva. Solo in streaming attraverso i siti ufficiali dei due gruppi. Accessibile solo agli iscritti alla community. Previo pagamento di un prezzo ragionevole.
Gli occhi dell’uomo s’illuminarono della stessa luce di quelli della donna, mentre anche lui cominciava a fregarsi le mani, fremente d’emozione.
- Oh, capisco… non una produzione costosa quanto a pubblicità…
- …ma assolutamente remunerativa quanto a incassi…
I due ridacchiarono diabolicamente, continuando a cospirare, mentre le voci di Brian e Matt s’erano fatte ormai talmente alte e furenti da non riuscire a distinguere più chi stesse dicendo cosa a chi altro.
Gaia, Teresa e Marianne si lanciarono una serie di sguardi interrogativi e un po’ spaventati, osservando le reazioni dei due manager e pensando all’unisono “Abbiamo dato vita a due mostri”.
Adesso, Brian e Matt avrebbero convissuto per una settimana sotto gli occhi di qualunque fan avesse voluto e si fosse preso la briga di pagare per ciò che guardava.
Forse, alla fine, non era stata una grande idea.
- Bellamy, - gracchiò Brian, incastrando l’altro uomo al muro e zittendolo con uno sguardo gelido ripreso talmente bene dalla telecamera all’angolo del soffitto che fece tremare perfino le ragazze in ospedale, - giuro che se non la pianti di gridare… - minacciò, sorridendo sensuale e pericoloso, - ti tappo la bocca a modo mio.
Le labbra di Matthew sembrarono sigillarsi con una chiusura ermetica, mentre i suoi occhi si spalancavano in preda a un attacco di terrore puro.
Mentre Gaia cercava di abituarsi all’incredibile eccitazione che l’aveva presa nell’osservare una scena che, se al posto di Brian ci fosse stata una persona qualsiasi, l’avrebbe fatta infuriare, Teresa e Marianne si mordicchiarono le labbra, soddisfatte.
Magari i pro avrebbero superato i contro, alla fine dei giochi.