Pairing: BrianxMatt.
Rating: R
AVVISI: Boy's Love, OC, Incompleta.
- Quando, nella folla scalpitante che è il pubblico del concerto, Brian Molko intravede Matthew Bellamy, ha una "brillante" idea, le cui conseguenze saranno a dir poco devastanti per la sua vita, per quella di Matthew e per il gruppetto di fangirl slasher che assiste allo show e per le quali l'unico obiettivo degno di essere perseguito è quello di cercare di tramutare in realtà ciò che scrivono nelle loro fic...
Commento dell'autrice: Inserirò un commento quando avrò concluso la storia è_é
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A LITTLE RESPECT
CAPITOLO 1
HAVE FAITH AND PREY


- COSA STAI ANDANDO A VEDERE?!
Incredulo, Matt fissò la ragazza di fronte a lui – quella che, è bene precisarlo, avrebbe, AVREBBE dovuto essere la sua ragazza – e si abbandonò sulla sedia, appoggiandosi allo schienale, sconsolato.
- Non posso crederci… - farfugliò, ancora sconvolto, portando una mano fra i capelli, - Non posso credere che lo farai davvero…
- Avanti, Matt… - disse lei, stringendosi nelle spalle, i corti capelli a caschetto a ondeggiare sul collo, - E’… è solo un concerto…
- Sì, ma… oddio, non riesco neanche a dirlo… un concerto dei PLACEBO!!!
La ragazza sbuffò, contrariata.
- Oh, insomma. Ho ascoltato abbastanza lamentele. Non avresti fatto così se ti avessi detto che stavo andando a guardare, che so, il concerto dei Dream Theater!
- Se mi avessi detto che stavi andando a vedere un concerto dei Dream Theater ti avrei implorato di portarmi con te!
- Matt, santo cielo, ho comprato i biglietti e non intendo…
- Gaia, quella sottospecie di essere umano è convinto che io lo invidi! E, cosa ancora peggiore, è convinto di essere più bravo di me! Non so se comprendi!
Gaia sbuffò, esasperata.
- Comprendo solo che secondo te Brian Molko è un pallone gonfiato. E dunque?
- Come “e dunque”?! Che poi, sinceramente, non capisco come uno possa arrivare a spendere soldi per guardarli dal vivo, neanche fossero miracolosi…
La ragazza scrollò le spalle, guardando un punto imprecisato nel vuoto.
- Be’, in realtà sono bravi. – disse, aspettando la detonazione.
- BRAVI?! Sono degli emokid troppo cresciuti, il cui unico punto di forza è saper giocare bene sull’ambiguità sessuale e avere un frontman che, pur essendo una testa di cazzo, qualche anno fa, prima delle rughe, era carino e sembrava femmina!
Gaia sospirò. Sapeva che Matt non si sarebbe spostato di un millimetro dalle sue convinzioni, e che avrebbe fatto di tutto per cercare di convincerla a non andare a quel concerto.
Così come sapeva che non c’era niente che lui potesse fare per riuscirci.
Si alzò in piedi, scrollando le spalle e gettando uno sguardo veloce all’orologio a muro.
- E’ già tardi. – disse, - Devo andare. Cos’hai deciso?
- Ah, no, se anche potessi consentire a te di andare a vedere questo… questo scempio, di sicuro io non andrò mai a vedere i Placebo dal vivo.
- Ma non ci sei mai stato, dai, potrebbe rivelarsi una sorpresa…
- Potrebbe sorprendermi solo ancor più negativamente!
- Matt, non vorrai costringermi a stare in fila da sola per cinque ore mentre aspetto che inizi il concerto e cerco di guadagnarmi un buon posto?!
- Sono problemi tuoi! Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
- Matt!
- Ho detto mai, Gaia!
- Così sprecheremo i soldi del tuo biglietto!
- Sono sicuro che troverai qualche morto di fame a implorare carità davanti alle porte del forum.
- Matt, smettila di fare il bambino e infilati quella giacca, andiamo!
- Non ho nient’altro da dire.
Si fronteggiarono, fissandosi negli occhi con rabbia omicida, i pugni stretti e i lineamenti tesi.
- E’ la tua risposta definitiva? – ringhiò Gaia, gli occhi ridotti a due fessure.
Matt fece un passo indietro, spaventato.
Aveva imparato ad avere paura della sua ragazza, quando lo guardava in quel modo.
*

L’aria.
È così naturale averla a portata di naso che non ne capisci mai l’importanza.
Almeno fino a quando non ti trovi schiacciato tra centinaia di persone che pressano spingono tirano si buttano avanzano e indietreggiano seguendo percorsi e strategie complicatissime solo per raggiungere l’agognato obiettivo della prima fila, e, una volta giunte lì, morire schiacciate dalla massa che pressa alle spalle.
Teresa detta Terry, Julianne detta Julie e Amanda detta Amanda – perché qualsiasi vezzeggiativo sembrava troppo idiota per potere essere usato seriamente – erano a buon punto. Perdute da qualche parte nel centro esatto del forum, riuscivano a intravedere in lontananza il palcoscenico.
Avevano fatto del suo raggiungimento lo scopo della loro vita – almeno per le prossime cinque o sei ore.
- Sono già due ore che stiamo qua in mezzo, Julie… magari ci fermiamo? – propose Amanda, già annoiata dal clamore, dalla puzza di sudore e dai corpi degli altri esseri umani, troppo vicini per non essere insopportabili.
- Neanche se mi offrissero la vita eterna mi fermerei adesso! – disse la ragazza, col fuoco negli occhi.
- E se ti offrissero la vita eterna e ti permettessero di passarla con Brian? – chiese Teresa, gli occhi brillanti, persa nelle sue fantasie da delirio pre-concerto.
- Terry, che razza di ipotesi fai? Allora, ci muoviamo?
Così dicendo, spintonò un po’ a destra e un po’ a sinistra, lasciò che Teresa si infiltrasse nel microscopico pertugio che le sue spinte avevano generato e poi, tirando Amanda per un braccio, forzò l’apertura, fiondandocisi in mezzo e trascinando con sé le sue amiche e buona parte dei cadaveri già persi e abbandonati per strada.
Guadagnarono due file.
Se di file si poteva parlare in mezzo a quella massa informe.
- Ha! Sono fiera di me! Amanda, guarda se si vede il palco!
Dall’alto del suo metro e ottanta, Amanda si issò sulle punte e mise teatralmente una mano sulla fronte, come volesse coprire gli occhi dal sole.
- Be’, io lo vedo, ma per voi non c’è speranza.
Teresa sbuffò. Amanda era molto alta, certo, ma questo non la consolava. Insomma, Julianne era più bassa di Amanda, ma parlando di lei si poteva ancora parlare di stature normali.
Maledisse quei nanerottoli dei suoi genitori per il suo metro e cinquanta scarso.
Julianne le diede una pacca sulla spalla, sorridendole rassicurante, una gocciolina di sudore che le scendeva lungo una tempia.
- Non fare così, tanto questo posto non va bene neanche per me. Avanziamo ancora!
- Per carità… - si lamentò Amanda, sbuffando e roteando gli occhi, ma non si oppose quando venne nuovamente arpionata per il braccio e costretta a fendere la folla.
Mentre le tre avanzavano utilizzando Amanda come uno spartighiaccio, successe un miracolo. Qualcuno, qualcuno di molto vicino al palco, venne malamente spintonato da qualcun altro e cadde di lato. A seguito di questo smottamento, molte delle persone che si reggevano in equilibrio precario su un piede, in cerca di spazio dove poggiare l’altro, capitombolarono rovinosamente per terra.
Si aprì un varco.
Per poco Amanda non prese le sue due amiche per la collottola, nel tentativo di guadagnare quella terra santa.
Quando ebbero preso possesso del luogo, le tre si lasciarono finalmente andare a un sospiro di gioia e sollievo: erano arrivate a qualcosa come la terza fila, sempre se di file si poteva parlare! Il palco era così vicino che quasi avrebbero potuto prenderlo d’assalto e salirci sopra.
- Allora, ricapitoliamo il piano. – disse Julianne, seria, cercando senza riuscirci di mettere una mano sul fianco, - Aspettiamo che cominci il concerto, assaliamo il gruppo e rapiamo Brian. Dopodiché lo cloniamo e facciamo uno a testa, no?
- No! – si agitò Teresa, come se quello di cui stavano parlando fosse realmente possibile, - A me dovete darne due, uno devo portarlo a Phil.
- Ah, già, - disse Amanda, supponente, prendendola in giro, - non solo dobbiamo improvvisarci genetiste per realizzare una clonazione umana, ma dobbiamo anche supportare la latenza omosessuale del tuo ragazzo canterino…
- Lui… non ha nessuna latenza omosessuale! Lo vuole perché dice che deve rubargli le corde vocali!
- Sì, sì, - disse Julianne, dandole un buffetto sulla guancia, - vedrai, tesoro, un giorno Phil capirà che il motivo per il quale le sue prestazioni sessuali sono deludenti…
- Julie!
- …non è altro che in realtà non è interessato al genere femminile. E allora sarà più facile per tutti: per lui lasciarti e per te finalmente cadere fra le mie braccia.
- Santo cielo…
- Sì, Julie, - aggiunse Amanda, - Smetti di provarci con lei almeno oggi, per carità, risparmiaci…
- Oh, - si giustificò lei, sbuffando, - che posso farci se mi viene dal cuore?
- Va bene, va bene… - sbuffò Terry, tirando fuori dalla borsetta un blocchetto per gli appunti, - Invece di parlare di questi argomenti inutili, vediamo di occupare il tempo in maniera fruttuosa: stabiliamo la trama della fic fino alla fine.
Parlare della fanfiction a sei mani che stavano scrivendo piaceva loro molto più che scriverla, perciò prendere appunti per capitoli futuri dei quali avrebbero scritto qualche parola solo mesi dopo era la loro attività preferita.
- Ah, sì! – disse Julianne, illuminandosi, - Proprio ieri sera, prima di andare a letto, ho preso qualche appunto!
Tirò fuori un fogliettino spiegazzato dalla tasca degli strettissimi jeans che indossava, uccidendo una ragazzetta vestita come una brutta copia di Amy Lee con una gomitata.
- Allora, pensavo che il prossimo capitolo si potrebbe farlo un po’ più umoristico del precedente, no? Anche perché il venticinquesimo è stato proprio deprimente, Amanda…
La ragazza sbuffò, contrariata.
- Non era “deprimente”, ignorante. Era drammatico. C’è una bella differenza.
- Sì, però devi ammettere – si intromise Terry, stringendosi nelle spalle, - che avrebbe potuto essere un attimino più soft.
- Oh, insomma! Se non volete guardare in faccia la realtà non è colpa mia!
- Amanda, non s’è mai visto uno che prende coscienza di essere gay e quasi si butta dal balcone per la disperazione, Cristo! – sbottò Julianne, esasperata.
Il genere entro il quale avrebbe dovuto iscriversi la loro fanfiction era sempre stato motivo di pesanti liti fra di loro. Questo perché, mentre Amanda provava una perversa attrazione per tutto il filone delle, a scelta, emo/drama/dark/angst/death fic, Julianne non smetteva un secondo di perorare la causa delle fic umoristiche/demenziali/nonsense e Teresa, per conto suo, cercava di infilare batticuori, rossori, dichiarazioni e tenerissime prime volte in tutto ciò che scriveva, trasformando qualsiasi tipo di fic in una romance in un battito di ciglia.
- Infatti secondo me adesso sarebbe proprio l’ora di una romantica re-union!!! – suggerì Terry giungendo le mani sul petto e sorridendo, persa nelle sue fantasie.
- Ma non esiste proprio! – si oppose Amanda, guardando le due amiche dall’alto in basso come fossero stati scarafaggi, - Questo è il momento perfetto per una bella e drammatica presa di coscienza da parte di Brian!
Le altre due ragazze la guardarono attonite.
Ah, sì, piccola precisazione: nella fic che stavano scrivendo, uno dei protagonisti era Brian Molko. E non avrebbe potuto essere altrimenti, visto il morboso amore che nutrivano per il cantante di Placebo.
- Non posso credere che tu dica sul serio… - disse Julianne, con lo sguardo perso nel vuoto, - già nello scorso capitolo la “presa di coscienza” di Matt gli stava costando la vita, a momenti…
Seconda piccola precisazione: l’altro protagonista della storia era Matthew Bellamy, mai-abbastanza-idolatrato frontman dei Muse.
Ebbene sì. Siamo davanti a tre fangirl slasher inglesi in piena regola.
Siete autorizzati a pregare per la salvezza delle vostre anime.
- Non capite! – cominciò Amanda, incrociando le braccia sul petto e battendo nervosamente un piede per terra, - Fino ad adesso, per Brian, quello che c’era con Matt è stato solo un gioco. Ma ora la cosa deve cominciare a muoversi, altrimenti qua non la chiudiamo più e io invece ho già in mente un altro progetto, ve ne parlo poi… comunque, secondo me adesso è perfetto far prendere coscienza a Brian che quello che prova per Matt è serio, capite?
Teresa sbuffò, sconsolata.
- Possiamo anche capire, ma questa cosa sta diventando troppo deprimente! Non dobbiamo mica farlo diventare una versione edulcorata di “The Juda’s kiss”!
- Cosa c’entra “Judas” adesso, quella è tutta un’altra storia!
- E poi comunque stai pilotando troppo la trama, Amanda! – sbottò Julianne, - Anche noi abbiamo diritto di decidere qualcosa!
- Ehm… scusate…
Tutte e tre si voltarono verso la fonte della vocina che s’era appena intromessa nel loro discorso.
La copia venuta male di Amy Lee che Julianne aveva quasi ammazzato poco prima li stava fissando, stringendosi nelle spalle, rossa in viso.
- Scusate se m’intrometto… - continuò la ragazzina, che avrebbe potuto avere più o meno quindici anni, - Vi ho sentito parlare di fanfiction su Brian e Matt, o sbaglio…?
Le tre ragazze gonfiarono il petto, orgogliose.
- Sì. – disse Julianne, sorridendo spavalda, - Ne abbiamo scritte molte per conto nostro, adesso ne stiamo scrivendo una tutte assieme…
- Ah… allora avevo capito bene! – disse la moretta, illuminandosi in viso, - Voi siete le tre autrici di “A little respect”!
Se possibile, le ragazze s’inorgoglirono ancora di più.
Ebbene sì. Venticinque capitoli e centotrentaquattro recensioni all’attivo, la loro fanfiction era la slash più amata del suo fandom.
- Non posso credere di avervi trovato nel mezzo di tutto questo casino! – continuò la ragazza, entusiasta, - La vostra fic è grandiosa, la apprezzo moltissimo!
- Grazie, grazie, non meritiamo tanto… - disse Julianne, deliziata, agitando una mano.
- Stavate decidendo come andare avanti?
- Sì, ma faresti meglio a non ascoltare… - disse Teresa ridacchiando, - Abbiamo un mucchio di capitoli ancora non pubblicati, non vorrei che ti spoilerassi qualcosa…
- Ma che dite, forza, sono un’affamata di spoiler io!
- Mmmh… se è così… - disse Amanda, con un sorriso di sufficienza, - Le sceme, qui, non capiscono che al punto della storia in cui siamo, cioè Matt che ha appena scoperto di essere gay, un bel capitolo d’introspezione angst su Brian starebbe troppo bene!
- Mmh… - rifletté la moretta, grattandosi il mento, - In realtà, se posso dare un’opinione…
- Sì, sì, certo! – la incoraggiò Julianne, entusiasta.
- Be’… ve l’ho già detto un paio di volte anche nelle recensioni… in realtà penso che… - il suo sguardo prese letteralmente fuoco, mentre serrava i pugni e si stringeva nelle spalle, come a prepararsi per una carica, - In realtà penso che in questo momento starebbe benissimo una bella parte NC-17 in cui Matt #&%/&£ Brian e Brian €€/&/(%%/$° Matt e poi tutti e due assieme fanno ][&%/&$(/(&/(%!!! Ecco quello che penso.
Le tre ragazze fissarono sconvolte la nuova arrivata. Mai sentita una sequela simile di sconcezze nella stessa frase, per il progetto di una fancition.
A meno che non si trovassero davanti a…
- Ma… ma… - mormorò Teresa, terrorizzata, - tu non sarai mica…?
- Ah! Scusatemi! Sono una maleducata, avrei dovuto presentarmi! – disse la moretta, scrollando le spalle, - Mi chiamo Marianne, ma probabilmente voi mi conoscete come MarySmut, anche se nelle recensioni mi firmo sempre Annette…
Un urlo si levò dalle tre, zittendo per un attimo tutta la folla.
- TUUUUUUUU SEI MARYSMUUUUUUT!!! LA REGINA INDISCUSSA DELLE LEMON SLASH!!! – ululò Julianne, indicandola, - NON CI POSSO CREDEREEEEEEEE!!!
La ragazza sorrise imbarazzata, arrossendo.
- Ecco… non pensavo di essere così famosa…
- Ma stai scherzando?! – disse Teresa, - Le tue fic sono bellissime! Io le ho lette tutte! Amanda è una tua grandissima fan!
- Grazie, grazie davvero…
- A proposito… - continuò Julianne, guardandosi intorno, - Dove diavolo è finita Amanda…?
- Già… è sparita quando Mary s’è presentata… e non è che sia così facile perdere una come lei…
Proprio in quel momento, tutte e tre abbassarono lo sguardo e la videro. Amanda s’era letteralmente prostrata ai piedi di Marianne.
- Tu sei la mia dea!!! Non ho mai visto una combinazione tanto perfetta fra sesso e introspezione come in “Map of the problematique”, la oneshot che hai scritto un mese fa, e “Interlude”, poi… l’ho trovata illuminante! Per non parlare poi dell’ultima fic che hai pubblicato, “Peeping tom”, mamma mia, quanto ho pianto per quella!!! E adoro anche il fatto che tutti i tuoi titoli siano canzoni dei Muse o dei Placebo, è stupendo!!! Aaaaaaah, non posso credere di averti incontrata sul serio, devi farmi un autografo oraaaaaaaaah!!!
Si fermò, ansante, gli occhi ancora colmi di ammirazione, un sorriso idiota sul volto.
Un po’ stordita, Marianne l’aiutò ad alzarsi.
- Ecco… magari l’autografo lasciamo perdere… - disse, imbarazzatissima, - Però ti ringrazio molto per i complimenti, mi fanno piacere… cercherò di non deluderti neanche con la mia prossima fanfiction…
- Cosa? Stai scrivendo qualcosa di nuovo? – indagò Teresa, emozionata, mentre Amanda, per l’emozione, sveniva definitivamente ai piedi del suo idolo.
- Sì. – annuì Marianne, - Una storia un po’ complessa in cui Brian e Matt, dopo una serie di incontri fugaci, smettono di vedersi, perché si sono accorti che la cosa sta andando un po’ oltre… dopo un po’ riprendono a cercarsi ma a causa di impegni vari et similia non riescono più a rivedersi… l’uno arriva in hotel l’attimo dopo che l’altro se n’è andato eccetera… cose così. – sorrise, - Sarà un po’ triste.
- Posso immaginare… - ridacchiò Julianne, - E il titolo?
- “Without you I’m nothing”. Comunque finisce bene!
- Non vedo l’ora di leggerla! – esplose Amanda, stringendo una mano a Marianne.
La ragazza ridacchiò lievemente.
- Spero che ti piaccia quanto le altre. – disse. – Allora, avete finalmente deciso cosa succederà nel prossimo capitolo di “A little respect”?
*

Si affacciò appena dalle quinte, gettando un rapido sguardo sulla folla. Qualcuno dovette vederlo, perché cominciò ad urlare, e venne presto seguito da tutti gli altri: il forum divenne tutto un’unica voce invocante la loro entrata in scena.
Brian tornò a guardare Stefan e Steve, con un gigantesco sorriso sul volto.
- Sono esaltati! – annunciò trionfante, indicando il pubblico fuori con un ampio gesto del braccio.
- Mmmmmh, che meraviglia, non vedo l’ora di salire sul palco! – gioì Steve, incapace di rimanere fermo e ballando nervosamente da una gamba all’altra.
- Ragazzi, quando volete, luci e sound sono a posto. – disse loro il responsabile del forum, rassicurandoli sulle condizioni della scena.
I tre si guardarono in viso per un attimo. Poi Brian si ravviò i capelli e fece strada.


Piccolo demenziario indispensabile (?) per capire la fic è_é

Fangirl: Una fangirl è una ragazza che ama ossessivamente un personaggio o una coppia di un determinato anime/manga o chi per loro. Il termine è usato dispregiativamente dai fan normali; dire fangirl d’altronde equivale un po’ a dire “pazza pervertita maniaca ossessiva” XD Le fangirl, invece, generalmente si gloriano di esserlo :D Io mi glorio, ad esempio è_é E’ anche vero che esistono parecchie reluctant-fangirl, che si vergognano di esserlo e lo dissimulano >_< Scrivono comunque fic yaoi XD ma si mascherano dicendo che lo fanno perché i loro protagonisti si innamorano l’uno dell’altro come persone e non come persone di sesso maschile *-*
Dream Theater: Gruppo progressive rock tuttora attivo. Sono mostri sacri <3 E sono bravissimi :)
Emokid: Termine usato con accezione esclusivamente negative, indica tutti quei ragazzini che si atteggiano a dark depressi ed emotivi.
Fanfiction: Sapete cosa sono le fanfiction, via XD
Emo/drama/angst/death fic: Fic dai contenuti pesanti e tristi.
Umoristiche/demenziali/nonsense fic: Fic dai contenuti allegri o demenziali.
Romance: Fic dai contenuti romantici.
Slasher: Casta di fic-writer che scrive (quasi) esclusivamente storie in cui i protagonisti sono omosessuali.
The Judas’ kiss: E’ tipo la più bella BrianxMatt che vi potrebbe mai capitare di leggere XD Peccato sia in inglese. E peccato sia massacrante da tradurre ç_ç Però non è massacrante da leggere, quindi, se con l’inglese ve la cavicchiate, fatelo (link). E’ un po’ duretta, mh? Solo per avvertire XD
Amy Lee: Cantante degli Evanescence, popolare gruppo emo pseudo-rock sulla scena da qualche anno.
Lemon fic: Fic ad alto contenuto erotico.

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