Pairing: BrianxMatt.
Rating: R
AVVISI: Boy's Love, OC, Incompleta.
- Quando, nella folla scalpitante che è il pubblico del concerto, Brian Molko intravede Matthew Bellamy, ha una "brillante" idea, le cui conseguenze saranno a dir poco devastanti per la sua vita, per quella di Matthew e per il gruppetto di fangirl slasher che assiste allo show e per le quali l'unico obiettivo degno di essere perseguito è quello di cercare di tramutare in realtà ciò che scrivono nelle loro fic...
Commento dell'autrice: Inserirò un commento quando avrò concluso la storia è_é
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A Little Respect
CAPITOLO 2
E’ UNA SFIDA O UN INGAGGIO?


Aveva odiato ogni singolo momento che aveva passato lì, dalla coda all’entrata – infinita, spaventosa, sfiancante – alla tragica avanzata verso la prima fila – “Prima fila? Gaia, sei pazza?! Moriremo!!!” – alla conquista di un posto orribile – pressati contro le ringhiere, senza un filo d’aria né di spazio per muoversi – all’attesa – noiosissima, snervante – che finalmente accadesse qualcosa.
Poi tutte le luci si spensero all’improvviso.
E quando si riaccesero, i Placebo erano sul palco.
Il primo riff di chitarra non si fece attendere neanche un secondo. A Matt bastarono le prime note per riconoscere Meds. Cavolo, Gaia gliene aveva riempito le orecchie nelle ultime settimane.
Avrebbe dovuto capire da questi piccoli segni che aveva intenzione di andare a vedere il concerto dei Placebo, accidenti a lei.
- Avanti, Matt, non fare la palla di rabbia*! Lasciati andare!!! – gli disse la sua ragazza, già esaltata, mentre prendeva a saltellare sul posto.
Lui, le mani ficcate nelle tasche della giacca e lo sguardo torvo, sospirò profondamente e sperò che quegli incompetenti non gli facessero sanguinare troppo le orecchie.
*

Non gli era mai capitato di riconoscere qualcuno nel mezzo della folla di pubblico di un concerto. E meno che mai si sarebbe aspettato di vedere lui nel mezzo di quella stessa folla.
Proprio per questo, quando Brian Molko riconobbe chiarissima la figura esile di Matthew Bellamy, proprio lì in prima fila, che guardava il palco annoiato, come se stare lì fosse la tortura più terribile che potessero infliggergli, sì, si sentì un po’ spiazzato.
Certo, non spiazzato al punto da interrompere la canzone che stava eseguendo, ma abbastanza da risentire di una lieve incertezza vocale e di un notevole abbassamento del tono della voce. Niente che una scarica di batteria non potesse nascondere, ma non serviva altro per far preoccupare Steve e Stefan – abituati a performance tutt’altro che “sottotono”, da parte del loro frontman.
Il bassista gli si avvicinò, simulando disinvoltura e interrogandolo con gli occhi. Brian lo vide e scrollò impercettibilmente le spalle, facendogli segno che era tutto a posto.
Stefan non la bevve. Mimò con la mano un cinque a Steve e Brian, indicando che alla fine della canzone sarebbero andati in pausa per cinque minuti. Volenti o nolenti. Più nolenti che altro, faceva intuire l’espressione imbronciata e seccata di Brian, ma i capricci del cantante non erano qualcosa che Stefan fosse disposto a subire, in un momento come quello.
- Insomma, si può sapere cosa diavolo è successo là sopra?! – si lamentò Stefan, adirato, cercando di catturare col proprio sguardo quello sfuggente di Brian, una volta che i tre si furono rifugiati nel backstage.
- Avete visto chi c’è fra il pubblico? – chiese Brian, invece di rispondere, fingendo disinteresse.
Stefan e Steve si guardarono, incerti. Come diavolo avrebbero potuto vedere “chi c’era” in una folla di circa ventimila persone?!
- No, Brian, non abbiamo visto. – sospirò Steve, condiscendente, mettendo una mano sulla spalla di Stefan e implorandolo con gli occhi perché si calmasse.
- Be’, c’è Bellamy. Il cantante dei Muse. – disse infine Brian, risolvendo il mistero.
Oh, be’. Questa si che era bella.
- Ma che cazzo stai dicendo…? – mormorò Stefan, confuso.
- E’ così, ne sono sicuro, l’ho visto coi miei occhi.
- Ma quel tipo non ci sopporta!
Scrollò le spalle.
- Che devo dirti? È là.
Una voce si sollevò, spaventosa, da un angolo della stanza.
Una voce che rideva.
Una risata agghiacciante.
Alex Weston, manager dei Placebo, si alzò in piedi, le braccia incrociate sul petto e un’espressione furba e crudele sul volto.
- Così ci sarebbe Matthew Bellamy fra il pubblico…? – rise di nuovo, facendo tremare tutti e tre i ragazzi, - Mmmh, sento odore di evento mondiale, qui…
- In… in che senso…? – chiese Steve, timoroso.
La donna sorrise ancora.
- Come pensate la prenderebbero i fan se Bellamy salisse con voi sul palco per cantare una canzone…?
- C-Cosa?! – protestò Stefan, - Alex, non so se ti ricordi, ma non è che i rapporti fra noi e i Muse siano così idillici!
- Uhuhu, è per questo che l’idea è ancora più brillante! Pensate quanto ne parlerebbero i giornali! Pensate quanta pubblicità!!!
- Ma c’è un limite a tutto, no?! Diglielo anche tu, Bri!
Stefan si voltò verso di lui, fiducioso di trovare un forte alleato per la sua crociata contro l’ascesa sul palco di Matt Bellamy, ma ciò che vide lo lasciò basito.
Brian ghignava. Esattamente come Alex.
- Sì, perché no…? – mormorò, perso in chissà quali pensieri gloriosi nella sua testa, - Sarebbe una sorpresa niente male per i fan…
- Ma Bri, i giornali comincerebbero a parlare di fantasmagoriche pacificazioni e fasulli progetti in comune, sai che strazio dover smentire tutto, poi?!
Brian si limitò a scrollare le spalle.
- Hai dimenticato come la penso a riguardo, Stef? Non importa cosa se ne dice, purché se ne parli!
Stefan sospirò, arrendendosi.
- Un giorno dovrai rivedere le tue opinioni. Spero.
- Va bene. – sorrise Brian candidamente, godendo dell’ennesima vittoria – Per adesso, pensiamo solo a recuperare Bellamy e portarlo sul palco.
- Be’, questo è un problema. – rifletté Steve, picchiettandosi sul mento con l’indice, - Come diavolo facciamo a prelevarlo in quel marasma?
Alex sorrise, gioiosa.
- Non preoccupatevi. Fidatevi di me.
*

L’onda anomala di persone che cadevano partì da un punto imprecisato della prima fila, e si mosse impietosa verso le file più arretrate, coinvolgendo anche il piccolo e compatto gruppo di fangirl in estasi per l’esibizione dei loro beniamini.
- Cosa diavolo sta succedendo?! – sbottò Julianne, aggrappandosi ad Amanda nel tentativo di mantenersi in piedi e finendo per trascinare per terra anche lei.
- Non ne ho idea, ma qualcuno dev’essersi mosso nelle prime file… - suppose Teresa, aiutando le due ad alzarsi, - Tu vedi niente, Amanda?
Dopo essersi sistemata i vestiti, la ragazza si mise sulle punte e cercò di capirci qualcosa.
- Mmmhno, niente, mi dispiace. Cavolo, c’è talmente tanta gente che la prima fila sembra lontana chilometri…
- Siamo state sbalzate un bel po’ indietro… - constatò Marianne, delusa.
- Non preoccuparti. – disse Julianne, rassicurante, - Un po’ di spintoni e ritorneremo dov’eravamo prima!
*

In quello stesso momento, Matthew Bellamy veniva trasportato a braccia da due guardie del corpo dietro le quinte del palco.
- Lasciatemi andare immediatamente!!! – gridò dimenandosi, cercando di prendere a calci i suoi trasportatori, senza riuscirci, - La mia ragazza è rimasta indietro! Fatemi scendere!!!
I due gorilla non pronunciarono una sola parola, finché non furono davanti a una donna dai lunghi capelli ricci e biondi, le braccia incrociate sotto il seno, un’espressione di pericolosa furbizia sul volto.
- Missione compiuta. – disse uno dei due, scaricando a terra il povero Matt, ancora sconvolto.
Lui rimase fermo a guardare la donna che gli si avvicinava e gli tendeva la mano destra.
- Piacere di conoscerti, Matt, io sono Alex Weston! – cinguettò la donna, sorridendo angelica.
Frastornato, lui rispose alla stretta di mano.
- Io… sono…
- Matthew Bellamy, sì, lo so. Sei qui proprio perché sei tu.
- Mi scusi, ma io proprio non capisco… c’è la mia ragazza che è persa chissà dove in quella bolgia là fuori, e io…
- Ooooh, ci penserai dopo, ci penserai dopo! – lo rassicurò Alex, dandogli qualche pacca sulla spalla, - Adesso ascolta me.
- Mi scusi, davvero, ma io…
- Bellamy, - si lamentò una voce annoiata, dietro di lui, - e lasciala parlare, no?
Solo sentire quella voce odiosa gli diede i brividi. Si voltò lentamente, stringendo i pugni, i lineamenti tesi, cercando di mantenere la calma.
- …Molko…? – chiese, quando lo individuò, appoggiato al muro con disinvoltura, le braccia conserte sul petto.
- L’unico e il solo. – rispose Brian, sorridendo furbo e avvicinandosi di un passo, - Piacere di conoscerti.
- Non posso dire di provare lo stesso. – sbottò infastidito, tornando a guardare Alex, - Allora, che diavolo volete da me?
- E’ molto semplice. – sorrise Alex, socchiudendo gli occhi, - Sarebbe molto carino, avevamo pensato, se tu salissi sul palco per un’esibizione fuori programma. Solo tu e i Placebo.
Matt la guardò per un po’, come non capisse cosa stesse blaterando.
- Lei è pazza? – chiese infine, esplicitando i suoi timori.
Alex si limitò a dargli un pugno sulla testa.
- Non sei affatto educato! – borbottò, massaggiando la mano dolorante.
Matt si rialzò da terra, totalmente sconvolto.
- Cosa DIAVOLO sta succedendo qui?! Voglio tornare nel marasma! – si lamentò, come fosse stato prigioniero – cosa che in effetti era, visto che i due gorilla si ostinavano a ostruire la porta alle sue spalle.
- Suvvia, Bellamy, - ghignò Brian passandogli accanto e scrollando le spalle, - infondo è una trovata pubblicitaria come un'altra. Non c’è bisogno di fare tutte queste storie.
- Per favore. – intervenne anche Steve, ormai esasperato, apparendo alle sue spalle, accompagnato da Stefan, - Ormai Brian è talmente fissato con questa cosa che non riusciremo a tornare sul palco senza di te.
- Primo: – gridò Matthew, contando con le dita, - voi non mi piacete, non mi piace la musica che fate e non mi piace quello che dite, soprattutto di me e del mio gruppo! Secondo: non capisco per quale motivo dovrei farvi un favore, e anzi, in questo momento sono assolutamente tentato dall’andarmene via in qualche modo e lasciarvi qui senza dire altro! E terzo: non parlerò di trovate pubblicitarie e robe simili senza aver qui il mio manager, che vi piaccia o no! E su questo sono irremovibile!
Alex ascoltò attentamente, annuendo ogni tanto.
- Perfetto. Quest’ultimo punto, almeno, è facilmente risolvibile.
Detto ciò, tirò fuori un telefonino dalla tasca degli eleganti pantaloni neri che indossava e scorse velocemente la rubrica, individuando quasi subito ciò che cercava e preparandosi a chiamare.
- Cosa?! – urlò stupito Matthew, quando capì cosa quella donna stava combinando, - Come diavolo fa lei ad avere il numero di Tom?!
La donna rise sadica, mettendo una mano sul fianco.
- Sappi che io posso tutto, Matthew Bellamy. È stato un errore, da parte tua, metterti contro di me. E soprattutto darmi della pazza.
“Quello che dice”, pensò Matthew, ormai disperato, “non fa che confermare la sua pazzia, in pieno. Sono tutti pazzi qua dentro. Qualcuno mi salvi!”.
- Pronto? – disse sicura Alex, dopo qualche secondo di attesa, - Buonasera, sono Alex Weston, il manager dei Placebo. Sto benissimo, grazie, tu? Oh, non ti dispiace se ti do del tu, vero? Perfetto. Avrei bisogno di parlare con te di una cosa importantissima, dovresti venire immediatamente qui. Sì, esatto, siamo nel bel mezzo del concerto. Oh, vedo che sei informato! Mi piace, sei un uomo previdente. Ohohohoho. Sì, certo. No, dobbiamo parlare assolutamente adesso. Sì, te lo assicuro. No, non posso aspettare domani a mezzogiorno. No, neanche domani alle dieci. Oh, insomma, tengo in ostaggio il tuo dannato frontman, vuoi muovere il culo e venire qui?!
Matthew sentì distintamente Tom urlare “COOOOSA?!”, dall’altro lato della cornetta, un attimo prima che Alex interrompesse la chiamata e tornasse a guardarlo, sempre con quel sorriso angelico e pericolosissimo sul volto.
- Non verrà. – si azzardò a dire, ma non ne era affatto sicuro.
- Oh, sì che verrà. Verrà sicuramente. Nel frattempo, per anticipare i tempi, vuoi cominciare a scaldarti la voce?
- Anche se Tom dovesse venire, - protestò Matt, - non acconsentirà mai ad una cosa simile!
- E tu hai bisogno del permesso della mammina, per fare qualcosa? – lo stuzzicò Brian, con un sorriso ironico.
- Non… non è questione di permesso!
- Infatti! – tuonò una voce, dalla porta.
Un uomo alto in completo beige si stagliava contro l’entrata del backstage, sguardo fiero e lineamenti rilassati di chi sa di aver già la vittoria in tasca.
Tom Kirk fece il suo ingresso nella stanza.
- Tom! – lo chiamò Matt, commosso e sollevato, - Finalmente sei qui!
- Andrà tutto a posto, Matt, sta’ tranquillo. – lo rassicurò l’uomo, con fare paterno, dandogli qualche pacca sulla spalla. Lei riprese un po’ di coraggio, tornando a fronteggiare fieramente i suoi antagonisti.
Tom fece un altro passo avanti, sfidando Alex con lo sguardo.
- Tu devi essere Alex Weston. Mi sbaglio? – disse, sogghignando e porgendole la destra.
- Per niente. – rispose la donna, stringendogli la mano con forza, - Immagini già cos’ho in programma per il tuo pupillo?
- Credo di sì. Lo vuoi sul palco, no?
- Esatto.
- E speri che io te lo lasci fare, vero?
La donna incrociò le braccia sul petto, guardandolo furbamente.
- Mmmmh. In realtà io so che me lo lascerai fare.
L’uomo la guardò.
Scosse il capo.
E poi scoppiò a ridere.
- Tu mi piaci, mi piaci tanto! – disse, dando qualche pacca sulla spalla anche a lei, - Sei determinata, brava!
La donna sorrise, stringendosi nelle spalle.
- Grazie! – rispose, entusiasta, - Anche tu non sei malaccio!
- Va bene, mi hai convinto.
- COOOOOSA?! – ululò Matt, indietreggiando verso l’uscita – e venendo prontamente bloccato dai gorilla, - Tom! Non puoi farmi questo!
- Oh, avanti, Matt! – disse l’uomo, tornando a guardarlo, - E’ una bella cosa, puoi far felici i fan! Avanti!
- M-Ma…
- Ma? Avanti! E poi è vero che è una trovata pubblicitaria niente male!
- E chiaramente ti pagheremo, Matt. – lo rassicurò Alex, continuando a sorridere, vittoriosa.
- I-Io non so… poi, da solo, senza Dom e Chris…
- Bellamy. – lo richiamò Brian, glaciale, - Tira fuori le palle e piantala di lamentarti come un moccioso.
Matt lo guardò.
Lo guardò a lungo.
Sogghignò.
- …e va bene. Perfetto. Vedremo sul palco chi ha le palle e chi no.


Piccolo demenziario indispensabile (?) per capire la fic è_é

“Non fare la palla di rabbia!”: E’ un’espressione adorabile <3 che però non è mia XD L’ho ignobilmente rubata a un film iperpuccio di Willard Carrol, del 1998, che si intitola “Scherzi del cuore” è_é

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