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I wish you were here...
Shinji ripensò a quando lei se n’era andata, ormai quattro anni prima. Dopo il Third Impact era successo tutto molto in fretta, ma era andata proprio come aveva previsto Lilith. Tutti erano rinati dall’oceano di LCL. Sembrava quasi come se fosse stato un brutto sogno, se non fosse stato per il paesaggio che attorno a tutti coloro che ne erano stati i protagonisti si parava. Per loro era come se fossero rinati a nuova vita, anche se ricordavano tutto ancora perfettamente, ma intorno, Neo Tokyo era a pezzi. Eppure l’avevano ricostruita in così poco tempo... Shinji non aveva mai capito come dannazione avevano fatto a ricostruire una città che era stata rasa al suolo in soli due mesi. Era stato quasi felice per quei due mesi, mentre dava una mano con gli evangelion a ricostruire tutto assieme agli altri due children. Toji non aveva più voluto sentire parlare di eva, dopo tutto quello che gli era successo. Lui aveva guadagnato a rinascere dall’LCL. Gli si erano completamente rigenerati il braccio e la gamba che aveva perso. Questo aveva anche un po’ attutito il senso di colpa di Shinji. Come ho detto prima Shinji era
quasi felice. Quasi perché nonostante tutto aveva ancora un peso. Non era ancora riuscito a dirle niente di quello che provava per lei. Nell’ultimo periodo, poi, era diventata molto cupa e distaccata. Ma per quale motivo? Shinji non era riuscito a capire il perché di quell’incupimento da parte sua, fino a quando lei non gli aveva dato la notizia.
- I miei test di sincronia con l’eva stanno peggiorando sempre più rapidamente...
- E questo cosa significa?
- Ma non lo capisci stupido? Mi rimandano in Germania, per esercitarmi!
- Non c’è più bisogno di salire sugli eva... gli angeli sono finiti...
- Il comandante Ikari non la pensa così.
- Oh, certo... lui sa molto degli angeli, visto che in fin dei conti lui aveva programmato tutto fino al Third Impact...
- Oh, senti! Io non so che dirti! Mi hanno ordinato di tornare in Germania...
- E lo farai?
- .......... si, lo farò..........
Per uno strano caso della sorte che non si capì mai se fosse stato fortuna o sfiga pazzesca, toccò a Shinji accompagnarla alla piazzetta di decollo dove l’elicottero l’avrebbe portata in Germania. Erano stati in silenzio per tutto il tragitto. Shinji era riuscito a leggere nei suoi occhi tristezza. Che lei fosse triste per il fatto di doversi separare da lui? Scartò subito l’ipotesi. Lei lo odiava. Gliel’aveva detto spesso. Invece adesso era proprio triste. Quasi depressa. Mentre saliva sull’elicottero Shinji aveva notato una lacrima... Una lacrima? Le chiese cosa le stesse succedendo.
- Shinchan... tornerò... è una promessa.
Le sue ultime parole prima che il velivolo partisse. Le sue ultime parole prima di andare via dal Giappone. Le sue ultime parole prima di andarsene, erano state per lui. Shinchan... non lo aveva mai chiamato così. Eppure quel nome aveva una dolcezza infinita... See... Dolcezza... quando mai lei era stata dolce? Eppure sorrise pensando a quella parola. In quel momento Misato entrò di corsa nello spogliatoio, noncurante del fatto che Shinji avrebbe potuto benissimo essere nudo.
- Shinji!!! Ma ti vuoi muovere??? Rei è già salita sul suo eva!!! Stiamo aspettando solo te per i test di sincronia!!!
Ok. Aveva scelto il momento sbagliato per pensare ad Asuka.
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No! Non di nuovo!!! Doveva essere un brutto sogno. Fra un poco si sarebbe svegliata e si sarebbe accorta che quello che stava accadendo attorno a lei era stato solo un incubo. Invece no. La signora Krauf la stava di nuovo rimproverando... Ma perché quella stramaledettissima donna ce l’aveva così tanto con lei??? Qual era il motivo questa volta? Ah, già... una Plug Suit era uscita dal corso normale ed era andata ad inceppare gli ingranaggi...
- Signorina Langley, sono molto delusa da lei...
- Lo sa che preferisco essere chiamata Soryu...
Aveva imparato ad odiare il suo cognome occidentale. Il suo unico ricordo del Giappone era Soryu, e da tutti si faceva chiamare così... Solo quella stronza si ostinava a chiamarla Langley, solo per farle dispetto...
- Signorina... Langley... non mi dia fastidio!
- Scusi, perché mi sta rimproverando?
- Perché lei è la responsabile della catena di montaggio delle Plug Suit! Ed una si è rotta andando a finire tra gli ingranaggi!
- Ma cosa vuole che sia una Plug Suit!!! Ne assembliamo milioni ogni giorno!
Eh già. Asuka era stata mandata via dal Giappone, ma dalla NERV non voleva proprio uscirne... Ormai era diventata un’abitudine.
- Questa non era una Plug Suit normale! Ci era stata chiesta direttamente dalla sede centrale giapponese!
- Cosa? Dal Giappone?
- Si, pare che uno dei children abbia distrutto la sua...
- Come distrutto?
- Si. Il comandante Ikari ne ha richiesto una precisando anche i colori... Anzi, per punizione la dovrai aggiustare tu a mano!
Tutto successe in due millesimi di secondo. La Krauf tirò fuori la Plug Suit e la gettò tra braccia di Asuka. Una Plug Suit azzurra e grigia... da quanti anni era che non producevano Plug Suit del genere? Quattro anni. Ora le Plug Suit erano tutte uguali... tutte nere... che colore odioso... Ma quella Plug Suit... possibile che fosse per Shinji? Mai aveva osato mancare di rispetto così tanto alla Krauf. Girò sui tacchi ed uscì dalla porta.
- Cosa diavolo sta facendo Langley?
- Quello che avrei dovuto fare tempo fa.
- E sarebbe?
- Torno a casa!
- Ma il suo turno non è ancora finito!
- Lei non capisce, anche se non mi stupisce più di tanto, io torno a casa mia! Quella vera! In Giappone!
- Cosa?
Ma Asuka già non la ascoltava più.
- Andrej, mi faresti un favore anche se mi sono appena licenziata?
- Tutto per lei, signorina Soryu...
Che ragazzo adorabile!
- Potresti farmi preparare un elicottero? Torno in Giappone!
- Agli ordini.
- Ah, si! Mi fai portare anche un kit per cucire le Plug Suit?
- Certamente.
In fondo, doveva pur riportare la Plug Suit al suo legittimo proprietario, no?
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Misato era a dir poco infuriata.
- Non capisci Shinji? Perché diavolo hai dei livelli di sincronia così bassi? Addirittura superiori a quelli di Rei solo per l’un per cento! Solitamente le sei superiore del 45%!!!
- Ti prego Misato! Non è mica il caso di fare così!!!
- Io lo so che cosa sta succedendo! Tu pensavi a qualcos’altro, ne sono certa!
- Ma no... non pensavo a nessuno...
- Dimmi la verità, pensavi forse a Rei? Alla fine ti sei innamorato di lei, vero???
Misato lo diceva con una punta di speranza nella voce. Da quando Asuka se n’era andata non era più stato con nessuna.
- No, non potrei mai innamorarmi di lei.
La giovane donna si rese conto quasi subito dell’immensa gaffe che aveva fatto. Rei... non era altro che l’unione del DNA della madre di Shinji e di un angelo... Shinji, anche solo per questo motivo, non avrebbe potuto mai provare niente per lei. In quel momento le raggiunse il cervello un’altra ipotesi.
- Stavi ancora pensando ad Asuka???
Shinji era stato colto alla sprovvista. Per questo rimase in silenzio. Questa fu una risposta più che valida per il vice comandante in seconda Katsuragi.
- Ti ho già detto mille volte che non devi più pensare a lei!
- Da quando hai il permesso di dirmi cosa devo pensare?
Misato rimase quasi sconcertata da quella risposta. Questo brutto vizio che Shinji aveva preso di risponderle quando lo rimproverava non le piaceva affatto. Somigliava troppo a quando Asuka le rispondeva.
Non si dissero niente per tutto il tragitto in macchina fino a casa.
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Asuka arrivò stremata alla palazzina dove si ricordava abitassero lei, Shinji e Misato dopo la ricostruzione di Neo Tokyo. Dannazione. La città si era ingrandita molto da quando lei se n’era andata. In fondo quattro anni non sono mica pochi...
- Scusi signorina, lei chi è?
- Cosa?
Quella voce l’aveva presa alla sprovvista. Da quando in qua i palazzi residenziali della NERV avevano portieri?
- Io sono... Asuka Soryu... devo... salire...
- Non ne sembra molto sicura...
- No, si! Cioè... io dovrei salire all’appartamento in cui abitano Misato Katsuragi e Shinji Ikari.
- Oh, si... terzo piano, appartamento 7. Vuole che la annunci?
- No, lasci stare... è una sorpresa...
- Ah, capisco! Buona giornata allora. L’ascensore è...
- So dov’è l’ascensore. Grazie.
E con un sorriso si avviò verso il punto in cui si ricordava fosse l’ascensore. Il palazzo non era cambiato per niente. Anche loro non avevano cambiato appartamento. Chissà se la sua stanza era ancora... intatta... Forse qualcun altro era andato ad abitare lì. Forse un altro children che probabilmente l’aveva sostituita mentre lei era in Germania. Dall’oceano di LCL erano rinati quasi tutti. Solo Kaworu non era rinato. Forse perché lui era un angelo. Anche Ayanami era rinata malgrado fosse un robot e per metà angelo. Forse Shinji, il suo Shinchan, adesso stava con lei... Represse con forza quell’odioso pensiero nell’angolo più profondo della sua mente e si maledì dieci, cento, mille volte per non aver capito prima cosa provava per Shinji. Era stata gelosa di Ayanami! Ecco il perché di tutto quell’odio... quella continua rivalità... quando lei aveva dimostrato di sapersi sincronizzare subito con Shinji al tappeto con i pallini colorati col sottofondo di musica. Le era venuto così facile... Asuka si era infuriata ed alla fine anche lei era riuscita a sincronizzarsi con Shinji. Era stata una gioia. Gioia come quella che Asuka aveva provato quando Shinji si era gettato nel vulcano per lei... oddio. Era già arrivata davanti alla porta. Provò a spingerla, sicura che la porta fosse chiusa, ma si stupì del contrario. La porta era aperta. Proprio come faceva Ayanami. La lasciava sempre aperta. Socchiudendo la porta si era accorta che all’interno era in corso un’accesa discussione. Shinji e Misato stavano litigando...
- E’ perfettamente inutile che tu passi la tua vita a pensare a quella ragazza!
- Non è mai inutile pensare alle persone a cui si tiene!
- Ma lo vuoi capire che lei non tornerà? È andata via! Puff! Sparita! Volatilizzata! È andata in Germania!
Allora parlavano di lei!
- Perché parli così di Asuka?
Si, parlavano proprio di lei.
- Perché è un’irresponsabile! Lei è andata via molto tempo fa! Quattro anni fa! E tu non sei stato con nessun altra! Lo capisci? Non sei mai nemmeno stato a letto con nessuna inseguendo il sogno di poterla rivedere un giorno!
Shinji non era mai stato con nessuna? Non ci poteva credere... ma nemmeno lei era mai stata con nessuno. Lei aveva pensato in continuazione a lui...
- Misato, lei me lo ha promesso. Tornerà. Lo so. Me lo sento.
Misato stava per rispondergli di nuovo, ma Asuka non ce la faceva più a vedere Shinji succube delle urla della donna. Anche se si stava difendendo bene Shinji dava l’impressione di non sentirsi a suo agio, ed Asuka non poteva sopportare di essere lei la causa del suo disagio. Perciò spalancò la porta ed entrando urlò:
- Buonasera signori!
Che frase banale. Ma sembrava avere ottenuto l’effetto sperato: i due non litigavano più e lei aveva attirato l’attenzione su sé stessa, dando ragione a Shinji e torto a Misato. Non che le facesse piacere mettere in imbarazzo Misato, ma si sentiva felice per aver fatto gioire almeno una volta Shinji. Anche se la gioia non era proprio il sentimento che si leggeva sul suo viso. Sembrava più stupito.
- A... ASUKA!!!
Le era corso incontro come se la vedesse ora dopo un secolo. Ad un centimetro dal suo viso si era fermato ed aveva fatto un sorriso che andava da un lato all’altro della sua faccia.
- Lo sapevo che saresti tornata!!!
Dopodiché spalancò le braccia. Per Asuka fu troppo. Si mise a piangere come un bambina e pensando a quanta brutta figura stava facendo si gettò fra le sue braccia, abbracciandolo e sussurrando in continuazione quel nome dolcissimo che Shinji aveva pensato più volte.
- Shinchan... sono... sigh... così felice di vederti...sigh...
Tra i singhiozzi si capiva poco, ma Shinji non aveva problemi del genere. Riusciva a capirla anche quando stava zitta...
- Anche io sono contento di vederti Asuka...
E contemporaneamente la stringeva di più tra le sue braccia, nel tentativo di farla almeno smettere di piangere. Ma lei non voleva proprio saperne. Continuava a piangere. Di gioia!
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- Avanti Asuka... ora puoi smettere di piangere...
Shinji stava provando ormai da molti minuti a farla smettere, ma non aveva ancora raggiunto alcun risultato. Eppure quella situazione gli piaceva molto... era la prima volta che stavano così abbracciati da quando era partita.
- N-Non ce la faccio Shinchan...
Dio... l’aveva chiamato ancora in quel modo...
- Era tempo che non piangevo... ma ora smetto...
E così dicendo si staccò da lui dolcemente e lo guardò negli occhi. Sorrideva di felicità. Misato avrebbe voluto sprofondare per la vergogna. Non si era fidata di Asuka. Non aveva creduto alla promessa che aveva fatto a Shinji. E lei aveva sentito tutto, come se non bastasse. Li vedeva completamente presi l’uno dall’altra. Per la prima volta dopo tanto tempo, Misato vedeva Shinji FELICE. Perciò pensò di uscire. Sarebbe andata da Ritsuko. Giusto il tempo di lasciarli un po’ soli, per chiacchierare. Avrebbe voluto scusarsi con Asuka passandole accanto, ma il suo orgoglio femminile fu più forte. Riuscì solo a biascicare un:
- Vado da Ritsuko. Torno dopo.
E li lasciò soli. Solo in quel momento, ora che tutti e due erano tranquilli, Shinji si rese conto che probabilmente Asuka aveva sentito tutto il discorso. Non voleva aspettare che cominciasse lei a parlare, perciò partì in contropiede chiedendole:
- Hai sentito tutto il discorso?
- Già. Anche il fatto... che tu... non sei mai stato con nessuna...
Tagliò corto lei, indovinando dove voleva andare a parare Shinji.
- Perfetto...
Esordì lui. Roteò gli occhi infastidito e si andò a sedere sul divano. Non era cambiato poi molto. Lei sorrise e lo seguì, andandosi a sedere vicino a lui.
- Pensi che io sia un imbranato?
- Se lo pensassi dovrei considerarmi imbranata anche io...
- Vuol dire che tu... cioè, nemmeno tu hai...
- Precisamente. Ho pensato molto... a te...
Shinji sorrise. Almeno erano in due nella stessa situazione. Si accorse solo in quel momento che non era cambiata. Bè, era naturalmente più “piena” in certi punti, ma per il resto... gli occhi erano gli stessi, i capelli erano gli stessi, la bocca... la sua bocca era la stessa di quattro anni prima. Si sentì improvvisamente attratto dalla sua bocca. Prima non ci aveva pensato tanta era la felicità di averla rivista, ma adesso che erano calmi... le sfiorò le labbra con un dito, prima di baciarla all’inizio dolcemente, poi appassionatamente. Si sentivano finalmente liberati da un peso. Così liberati e leggeri da non accorgersi che il bacio era diventato qualcosa di diverso. Senza capire bene come e quando, Shinji abbassò le bretelle del vestito azzurrò di Asuka e lei cominciò a sbottonargli la camicia. Sicuramente sarebbero andati molto più a fondo se...
- ALLORA è VERO CHE LA DEMONE è TORNATA!!!
Toji. Quello stupido... Toji e Kensuke non si accorsero subito di quello che avevano interrotto. Aida fu il primo ad accorgersene, notando la camicia di Shinji ormai completamente aperta.
- Forse siamo inopportuni...
Toji sembrava noncurante di tutto.
- Dannazione! Ricominciamo con le urla adesso...
Kensuke faceva di tutto per cercare di fargli notare che Asuka e Shinji stavano facendo qualcosa di abbastanza intimo prima che loro arrivassero, ma con scarsi risultati. Nel frattempo Shinji si era ricomposto. Proprio in tempo per l’arrivo di Hikari.
- ASUKA!!!
La ragazza era al settimo cielo. Era corsa ad abbracciare la sua amica d’infanzia. Ed adesso erano lì, come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando si erano lasciate, e parlavano del più e del meno. Nel frattempo sulla porta erano apparse Ritsuko e Misato.
- Asuka, ti trovo in forma.
- Grazie Ritsuko. Come va?
Misato era ancora imbarazzata, e se ne stava in disparte. Asuka non voleva perciò disse la prima cosa che le venne in mente.
- Misato, non c’è bisogno che ti preoccupi per prima. L’ho già dimenticato...
La donna non aspettava altro. Sorrise e disse:
- Asuka... malgrado possa non sembrare sono contenta che tu sia tornata...
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Che cos’era tutto quel casino? Nemmeno si poteva fare un riposino in santa pace in quel dannatissimo palazzo NERV. La giovane ragazza dai capelli azzurri si era ormai completamente rivestita e si stava dirigendo verso la porta. Dopo averla socchiusa si guardò intorno. C’era gente che correva ed urlava
- Lo 02, adesso ci toccherà rimetterlo in funzione...
Che fosse arrivato un sostituto per pilotare lo 02? Fu questo che pensò Rei. La sua mente non venne nemmeno sfiorata dal pensiero che Asuka potesse essere tornata. Doveva correre da Misato a chiedere delucidazioni. Fu a quel punto che pensò ad Asuka. No. Non poteva, non doveva essere tornata! Dopo la tragedia del Third Impact Shinji con Rei era stato molto scontroso. Ma d’altronde era più che prevedibile, dopo che aveva scoperto cosa lei era in realtà. Ma negli ultimi tempi stava andando meglio... avevano cominciato a parlare, ed ora lui riusciva anche a guardarla negli occhi senza voltarsi da un altro lato. E lei aveva cominciato ad... innamorarsi di lui. Forse solo ora aveva capito cosa significasse amare una persona. Lo aveva capito amando Shinji. Ma il ritorno di Asuka sarebbe stato una tragedia. Rei sapeva bene cosa Shinji provasse per Asuka. Però sapeva anche che lei lo odiava, e gli avrebbe spezzato il cuore...
- Non riesco più a stare qui senza sapere niente...
Dicendo questo a bassa voce aprì di scatto la porta di casa e si precipitò giù dalle scale della palazzina, per raggiungere il terzo piano. Ebbe un attimo di esitazione davanti alla porta di casa di Misato. Forse un po’ di paura. Ma poi si fece coraggio ed aprì. Attorno al tavolo non c’era più nessuno. Solo Shinji, Misato e...
- Soryu...
- Buongiorno Ayanami.
Oh, no!
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Ma, quella era Ayanami? Shinji la guardava sulla soglia della porta. Non l’aveva mai vista... così sconvolta... La sua maschera impassibile era rovinosamente caduta lasciando il posto ad un’espressione di sgomento.
- Ho detto buongiorno, Ayanami. È buon costume rispondere!
- Tu...
L’espressione di Rei ora era diversa da prima. Era infastidita. Arrabbiata. Infuriata.
- Tu! Come hai osato tornare in Giappone?
- Cosa?
Shinji non capiva. Che diavolo aveva Ayanami? Lui era così felice ed invece lei era arrabbiata con Asuka perché era tornata... ma perché?
- Shinchan, ho fatto qualcosa di sbagliato?
Aveva pronunciato quel nome con una facilità disarmante. E sembrava così pura! Rei non riuscì più a trattenersi...
- Puttana! Chi ti credi di essere per chiamarlo così?
- Cosa?
Era stato Shinji a parlare.
- Ayanami, ma cos’hai?
Ancora lui. Ma Rei non ascoltava. Lei sapeva cosa Shinji aveva passato mentre Asuka era lontana, ed adesso le avrebbe rinfacciato ogni cosa, così lei si sarebbe sentita in colpa e sarebbe scappata via per la vergogna. Si.
- Tu non sei la benvenuta qui, Soryu. Hai una minima idea di cosa abbia passato Ikari mentre tu non c’eri? Lui è diventato depresso, ha anche tentato il suicidio!!!
- Ayanami, fai silenzio!
Shinji la stava rimproverando. Finalmente Rei tornò in sé.
- Ma dico, sei impazzita? Perché stai dicendo queste cose ad Asuka?
- Ikari... lei.... lei è stata via per tutto questo tempo! Ti ha lasciato solo! E tu adesso ti fai chiamare da lei Shinchan!!! Perché?
- Abbiamo chiarito molte cose, e ci siamo accorti di provare gli stessi sentimenti l’uno per l’altra.
- V- vuoi dire che lei...
- Si.
Shinji aveva un tono di voce molto duro.
- Lei ama me, ed io...
- NO! NON LO VOGLIO SENTIRE!!!
Adesso Rei era per terra. Si copriva le orecchie con le mani e piangeva a dirotto.
- Rei...
A quel punto intervenne Misato.
- Rei, anche se adesso Shinji ed Asuka stanno insieme, non devi preoccuparti, perché non cambierà niente nella nostra vita. Tu sei preoccupata che Shinji possa soffrire di nuovo, ma questo non accadrà, stai sicura, perché nemmeno Asuka vuole andare più via.
- Voi non capite.
Rei si era rialzata. Aveva ancora il volto rigato di lacrime, ma i suoi occhi non brillavano quasi. Si sentiva la freddezza assoluta provenire dal suo sguardo.
- Io mi sono innamorata di Ikari. L’ho amato da quando siamo rinati dall’oceano di LCL. Ho passato quattro anni a cercare di riprendere i rapporti con lui, perché lo amo e voglio che lui ami me. Ma ora, non è più possibile...
Detto questo si voltò ed uscì dalla porta. Asuka era rimasta in silenzio per tutto il tempo della discussione su Shinji, ma adesso sentiva di dover dire qualcosa ad uno Shinji stupefatto ed ad una Misato che aspettava solo che lei dicesse qualcosa.
- Io... forse non sarei mai dovuta tornare...
- MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO?
Shinji. Shinji che urla. Era tempo che non lo sentiva urlare.
- SE TU PENSI CHE IO TI LASCERò ANDARE VIA ADESSO DOPO CHE SEI TORNATA TI SBAGLI DI GROSSO!!!
- No... no Shinchan... non ci penso minimamente a lasciarti adesso... non potrei... ma forse non sarei dovuta tornare...
- Se tu non fossi tornata Shinji sarebbe rimasto vergine per tutta la vita... quindi non te ne pentire...
- M-ma... Misato??? Cosa le dici???
La frase di Misato aveva avuto l’effetto sperato. La risata partì da Asuka, e contagiò tutti i presenti. Sembrava tutto così normale. Come quattro anni prima...
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Gendo si alzò dalla sua scrivania e si avvicinò alla finestra oscurata, come se avesse potuto guardare fuori. Solo dopo si rese conto di quanto fosse stupida la sua mossa.
- Fuyutsuki, è vero quello che si sente in giro?
- Allora l’hai già saputo? Si, è vero, la Second Children è tornata.
- Spero per il suo bene che i livelli di sincronia del Third Children non scendano di nuovo, altrimenti sarà peggio per lei.
- Non penso che sarebbe disposta ad andarsene di nuovo.
- Non è detto che le chiederei di andarsene. Stavolta, se si ripetesse la situazione, provvederei a risolvere drasticamente il problema.
- Cosa intendi dire?
- Intendo dire che sarei anche disposto a rifare quello che feci quattro anni fa.
- Un altro sterminio? E tu pensi che Neo Tokyo non si rivolterebbe?
- Non certo verso di me. Sarebbe sua la colpa...
- Potrebbero ribellarsi anche i children...
- Di Rei non mi spavento. Lei è completamente asservita a me. Per quanto riguarda Shinji... fra poco farò in modo che lo 01 accetti il Dummy Plug, ed allora non avrò più bisogno di lui...
- Capisco... è meglio che vada a dirigere le operazioni di riconfigurazione dello 02.
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- Allora, cosa è successo qui a Neo Tokyo mentre io non c’ero?
Misato e Shinji si guardarono negli occhi. Era il caso di parlarle di tutto?
- Bè? C’è stata qualche tragedia?
Il tono di Asuka era allegro come non mai.
- Non... Non avete saputo nessuna notizia dal Giappone in Germania?
- Assolutamente no... nessuna notizia fino a... ACCIDENTI!!! Stavo per dimenticarmelo!
La rossa si alzò e corse verso le sue valigie. Aprì la borsa e ne tirò fuori una Plug Suit grigia ed azzurra, uguale a quella di Shinji.
- Stamattina questa Plug Suit si è inceppata tra gli ingranaggi. Mi è sembrata subito strana, perché è da anni che non si producono più Plug Suit del genere, ma poi il mio capo ha detto che tu avevi distrutto la tua ed il comandante...
- Cosa? Distrutto la mia Plug Suit? No... non è vero.
- Stai scherzando?
- Assolutamente no, la mia Plug Suit è sana. Non può essersi distrutta... a meno che... ma no... non è possibile....
- Che cosa?
- A meno che non l’abbia distrutta qualcun altro...
Asuka non ci capiva più niente...
- Ma... qualche angelo vi ha attaccati?
- Solo mentre io non c’ero...
- Che diavolo significa SOLO MENTRE TU NON C’ERI???
- Che mentre io ero in gita con Misato a Neo Yokohama ha attaccato un angelo. Io volevo tornare, ma mio padre mi ha detto che Rei da sola era riuscita a distruggerlo.
- Mi... sembra strano...
- Perché?
- Non... ci dovrebbero essere più angeli. Dovremmo averli distrutti tutti, o no?
Misato pensò a quel fatto. Era passata poco più di una settimana. E poi... effettivamente... E’ vero! Quella mattina Shinji aveva indossato una Plug Suit nera!!!
- SHINJI!
Urlò Misato.
- Hei! Che succede? Perché urli così?
- Shinji, ma non ricordi di aver usato una Plug Suit nera stamattina per i test di sincronia?
- Cosa? No, ti stai sbagliando Misato... Ho... ho usato la mia Plug Suit...
- No Shinji... Io non vedo la tua Plug Suit dalla settimana scorsa...
- Dall’attacco dell’angelo?
- Si, dall’attacco dell’angelo... l’attacco dell’angelo...
- C’è qualcosa che non va, Misato?
Asuka sembrava preoccupata con quella domanda.
- Forse c’è qualcosa di strano?
- Io... non lo so... ma mi sembra tutto molto strano...
- Lasciamo perdere... eppure io sono convinto di avere utilizzato la mia Plug Suit...
Per qualche minuto tutti e tre rimasero zitti. Quel periodo di tempo sembrò immenso, e terminò quando tutti e tre si alzarono in piedi ed all’unisono dissero:
- Andiamo da Ritsuko.
Lei sicuramente sapeva qualcosa.
^^^
- Chi è?
- Ritsuko, siamo Misato, Shinji ed Asuka. Puoi aprire?
- Arrivo!
La donna bionda aprì la porta. Ad Asuka apparve una Ritsuko completamente fuori dai normali schemi. Allegra e gioviale, con una canottiera rosa ed una gonna rossa.
- Ciao ragazzi! Asuka! Sono contenta che tu sia tornata. Ci voleva una ventata di aria che non fosse made in Japan...
- Hehehe... grazie Ritsuko... anche io sono felice di essere tornata.
- Allora. Posso offrirvi qualcosa? Da bere? Volete fermarvi a cena qui?
Ma che diavolo aveva Ritsuko? Asuka non l’aveva MAI vista così. Invece Shinji e Misato sembravano completamente a loro agio. Tutti si andarono a sedere attorno al tavolo e Ritsuko portò loro delle birre. Misato si fece improvvisamente seria.
- Ritsuko... come... come va alla NERV?
- Ma... Misato, che domande mi fai? Tu sei la vice comandante in seconda, dovresti sapere che per ora va tutto bene...
- Ritsuko... non mentire... ci siamo accorti che c’è qualcosa che non va...
- Chi ha distrutto la mia Plug Suit?
- Vedo che alla fine avete intuito qualcosa... Meno male! Stavo cominciando a preoccuparmi della vostra sanità mentale! Ma ci voleva il ritorno di Asuka per farvi arrivare a capire che c’era qualcosa che non andava???
Di fronte a Ritsuko, tre facce un perché. Ma era impazzita?
- Oh, scusatemi... ma finalmente potrò liberarmi di questo peso sulla coscienza... Gendo è impazzito!
- Questa non è una novità...
Shinji era esasperato.
- Si, ma adesso le ha superate tutte...
- Chiarisciti Ritsuko...
Adesso anche Asuka si era incuriosita. E Misato aspettava solo che l’amica parlasse.
- Sarà un discorso lungo... vi fermate a cena?
- Penso che si potrebbe fare...
Se c’era una cosa che Asuka avrebbe fatto a meno di rievocare alla memoria era la cucina di Misato.
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Rei era ancora seduta sul suo letto. Appena uscita dalla casa di Misato si era andata a rifugiare di corsa nel suo appartamento. Si era buttata sul letto ed aveva pianto a dirotto. Forse erano passate due ore. Due intere ore a piangere per Shinji. Perciò era questo l’amore? Sofferenza? Perché lei doveva soffrire, mentre Asuka era felice e spensierata con il suo “Shinchan”? Che diritto aveva lei di sconvolgere di nuovo la vita di Shinji? In più a quanto pare lei lo amava. Ma perché? Non poteva sopportare che Shinji fosse di qualcun altra.
- Io... io te la farò pagare Soryu...
Detto questo si alzò e si guardò allo specchio. Era in uno stato pietoso. Gli occhi gonfi e rossi e le bruciavano da impazzire, sudata e con i capelli appiccicati alla faccia da sudore e lacrime. Non poteva uscire in quello stato. Shinji avrebbe provato ribrezzo per lei. Si diresse verso il bagno e si sciacquò il viso. Adesso andava meglio. Mise un po’ di collirio negli occhi perché il bruciore era diventato insopportabile e poi uscì dal bagno ed aprì l’armadio. Si rese conto di avere pochissimi vestiti. Forse due oltre il pigiama. Optò per un paio di pantaloni ed una vecchia t-shirt che forse in origine era stata rossa. Adesso aveva preso più un colore rosato.
- Bleah...
Pensò mentre la provava, ma non aveva altro e quindi la lasciò messa. Rei pensò che forse era il momento di andare a fare un po’ di shopping. Mise un poco di profumo che Misato le aveva regalato durante un Natale del quale nemmeno lei si ricordava più ed uscì. Forse così avrebbe smesso di pensare un po’ a Shinji. Anche se non ci credeva molto: ultimamente passava le sue intere giornate a pensare a lui. I suoi occhi. I suoi capelli. Il suo fisico. Quanto era diventato forte negli ultimi tempi. I test di sincronia con lo 01 funzionavano come una palestra. I muscoli si sviluppavano molto, ed in Shinji questo si notava particolarmente. Le braccia erano diventate un po’ più grosse e non si stancava più facilmente. Rei pensò che Shinji era proprio un bel ragazzo. Alto, con un bel fisico e due occhi mozzafiato. Ma perché tutto questo doveva essere di Asuka e non suo? Oh no! Stava continuando a pensare a lui. Ora basta, doveva smetterla. Si rese conto di essere arrivata ad un bar. Ma... aveva mangiato a pranzo? No. E i morsi della fame si facevano sentire.
- Potrebbe darmi dei ramen?
- Come li vuoi? Con carne? Pesce? Verdure?
- Ramen semplici per favore...
- Semplici? Mah... come vuoi...
Ma perché tutti si mostravano sorpresi quando chiedeva un piatto di ramen semplici? Che ci poteva fare se le piacevano così? Una persona doveva per forza mangiare i ramen conditi per essere normale?
- Eccoti servita.
- Grazie.
Rei prese a mangiare con molta lentezza. Un poco per volta. Buoni i ramen. L’unica cosa della cucina giapponese che le piaceva veramente. Certo, mangiava anche altro, ma i ramen in bianco erano la cosa che più le piaceva. Ed ora era lì, seduta a quel bar per la strada, e stringeva fra le mani la ciotola di ramen calda, e pensava che sarebbe stato bello se Shinji fosse stato solo una ciotola di ramen calda da tenere in mano. Improvvisamente immaginò una ciotola di ramen con la faccia di Shinji, ed a quel pensiero scoppiò a ridere.
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- Allora ragazzi, siete pronti per la verità?
- Si Ritsuko, ma tu piantala di fare la misteriosa o ti strozzo.
Misato era nervosa.
- Ok, ok... non c’è mica bisogno di fare così... Allora. Asuka sa di quello che fece Gendo quattro anni fa? Le vere motivazioni?
- Se è per questo neanche Shinji ne sa niente.
- Che cos’è questa storia Misato?
Shinji era infastidito dal fatto che Misato avesse potuto nascondergli qualcosa.
- Ok Misato, lascia spiegare tutto a me fin dall’inizio. Dunque, quando Asuka è stata mandata via dal Giappone le hanno detto che era perché i suoi livelli di sincronia con lo 02 si erano abbassati in maniera pazzesca. La verità era che i livelli di Asuka erano a posto. Erano quelli di Shinji a calare. Gendo si accorse che tu dovevi provare qualcosa per Asuka ed allora pensò di rispedirla in Germania nella speranza che i tuoi livelli si rialzassero. Gendo dimostrò di avere ragione quando i tuoi livelli salirono alle stelle dopo la partenza di Asuka. Purtroppo uno stupido idiota mise in giro la voce che tu eri tornata e stavi cercando di rimetterti in contatto con Shinji. Gendo fu irremovibile, e mandò una squadra ad ammazzare 10 milioni di ragazze rosse con gli occhi azzurri in tutto il Giappone.
- Che... Che cosa?
Asuka era sconvolta.
- Ritsuko... ma non era stato un serial killer?
- No. È stata solo una squallida copertura.
- E quel poverino che è finito in galera?
- E’ stato giustiziato come assassino. Prima di morire continuava a ripetere “Non sono stato io!”.
- Quante... quante ragazze sono morte... solo perché avevano la colpa di avere gli occhi azzurri ed i capelli rossi... è stata colpa mia... solo ed esclusivamente colpa mia...
- Ma no Asuka...
Shinji ed Asuka avevano il morale a terra. Misato invece si rendeva conto adesso di quanto lei non sapesse niente di quello che succedeva alla NERV, malgrado lei fosse il vice comandante in seconda, ovvero l’ufficiale più importante dopo il comandante Ikari ed il vice comandante Fuyutsuki. Malgrado tutto dimostrò una grande forza d’animo, e dopo avere preso fiato disse:
- Continua Ritsuko...
- Ok. Dopo tutto questo casino Gendo decise che era il momento di provare ad attuare quello che con il Third Impact non era stato attuato.
- In... che senso?
- Nel senso, Shinji, che il comandante ha intenzione di causare il Fourth Impact...
No. Non era possibile. C’è davvero gente che non impara mai dai propri errori.
- Mio padre... vuole causare un altro disastro?
- Si Shinji. E per farlo ha impiantato in Rei un gene di Lilith che è sopravvissuto.
- No...
- Si invece. E fra poco il gene si impadronirà di tutto il corpo e della mente di Rei, e Lilith rinascerà.
- No...
- Si Shinji. È così. Mi dispiace, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà: dobbiamo sventare questa minaccia.
- E dobbiamo parlare assolutamente con Rei!
Era stata Asuka a parlare. Shinji si era stupito che proprio lei avesse parlato di andare a salvare Rei da morte certa con tanta preoccupazione. Ma non la odiava?
- Asuka... sei davvero preoccupata per Ayanami?
- Shinchan, ho imparato a non odiare più nessuno mentre ero in Germania. Non potrei mai odiare nessuno così tanto da tollerare che qualcuno decida per la sua vita. A meno che quello da odiare non sia Gendo...
- ... Asuka... va bene! Misato! Dobbiamo andare a parlare con Ayanami.
- Va bene Shinji. Prima però, Ritsuko, devi parlarmi dell’angelo che ha attaccato mentre io e Shinji eravamo a Neo Yokohama.
- Nessun angelo. Gli angeli li abbiamo già sconfitti tutti. La verità è che Gendo ha voluto fare un’altra prova con il Dummy Plug.
- Il Dummy... quella cosa orrenda...
- Si. Ed ha vestito un fantoccio con la tua Plug Suit inserendo in memoria i tuoi dati sperando che in questo modo lo 01 accettasse il Dummy, ma l’eva lo ha rifiutato azionando un processo di distruzione del pilota. Alla fina del fantoccio è rimasta solo la tua Plug Suit lacerata.
- Ecco perché noi in Germania abbiamo prodotto una Plug Suit uguale a quella di Shinchan...
- Ritsuko, noi adesso andiamo da Rei, dobbiamo fermare questa follia il più presto possibile. Tu che farai?
- Devo andare dallo 02 a vedere come sta...
- Il mio 02... quando potrò salirci di nuovo?
- Il più presto possibile, Asuka. Shinji, stai attento ai tuoi livelli di sincronia questa volta. Mantienili alti o Gendo potrebbe fare qualche altra follia, mi raccomando.
- Non preoccuparti Ritsuko, farò del mio meglio.
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- Grazie, quanto pago?
- In tutto sono 700 yen, grazie.
- Prego.
Aaaaaaaaah! Finalmente Rei era contenta di qualcosa che aveva fatto. Era entrata in un negozio molto carino in centro ed aveva comprato un mucchio di vestiti che aveva pagato con una speciale carta della NERV dal credito molto ampio. Era la carta bancaria dove c’era il suo stipendio di children. Quella di Shinji era ridotta sempre della metà perché doveva dividere le spese con Misato, ma lei non comprava mai niente, perciò era quasi intatta. Aveva preso molte cose, ma più di tutto le erano piaciuti un paio di jeans corti blu scuro ed una canottierina bianca con decorazioni celesti. Se li era provati direttamente nel negozio e le piaceva come le stavano. Si sarebbe fatta vedere da Shinji e lui si sarebbe innamorato all’istante di lei. Utopia, pensò poi tornando coi piedi per terra.
- AYANAMI!!! AYANAMIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!
Ma chi diavolo era che la stava chiamando così a squarciagola? Si voltò in tempo per vedere Asuka che frenava e col fiatone la guardava preoccupata. Assieme a lei c’erano anche Shinji e Misato. Improvvisamente Rei si sentì avvampare quando vide Shinji. Poi però si ricordò che c’erano anche le altre e non poteva lasciarsi andare. Con sguardo più freddo che poteva si girò verso Asuka e disse:
- Che cosa vuoi Soryu?
Con un tono quasi scocciato che fece infuriare Asuka.
- Che cos’hai da annoiarti Ayanami! La prossima volta non ci provo nemmeno a salvarti la vita!!!
- Ma che dici?
Shinji si era ripreso dalla corsa ed ora guardava Rei con occhi tristi e preoccupati.
- Ikari, che cosa sta succedendo?
- Non è il caso di parlarne qui, andiamo a casa.
- Va... va bene.
Intanto ad Asuka era già passata l’arrabbiatura.
- Cosa sei andata a comprare? Vestiti? Dai! Fammeli vedere!!!
- Lasciami in pace Soryu...
- Ma perché diavolo ce l’hai con me???
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Erano tornati a casa in fretta. Perché Rei era rimasta incuriosita dal comportamento di Shinji per la strada. Cosa avrebbe potuto esserci di tanto grave da non poter farlo parlare in pubblico? Anche Misato era depressa, e per tutto il tragitto non aveva fatto altro che fissare per terra e, ogni tanto, voltarsi a guardarla con aria preoccupata. Shinji aveva camminato veloce guardando davanti a sé e era sembrato più arrabbiato che altro. Invece Asuka era rimasta tutto il tempo accanto a lei, a guardarla con sguardo triste ed a chiederle ad intervalli regolari di 4 secondi se stesse bene. All’ottava volta perfino un pezzo di ghiaccio si sarebbe incazzato, ma Rei in quel momento era peggio che un pezzo di ghiaccio. E mantenne la pazienza.
- Rei, quello che stiamo per dirti non ti piacerà.
Avevano deciso di fare parlare Misato. Rei era seduta al tavolo con una tazza di caffè in mano e fissava col solito sguardo freddo Shinji. Poi si voltò versò Misato.
- Allora, qual è il problema? Mi sono stufata di questa situazione.
- Vedi Rei, sta succedendo qualcosa alla NERV. Qualcosa di spiacevole. Il comandante Ikari ha intenzione di provare a causare il Fourth Impact.
- Ma cosa state dicendo?
- Ayanami, ti prego, ascoltami...
- Ikari...
Che sguardo triste... Lo sguardo di chi si rende conto che qualunque cosa si faccia al mondo è inutile, perché tanto la gente non cambia mai, tanto la gente non capisce quanti sforzi si faccia per fare migliorare questo schifo di mondo...
- Ayanami, mio padre vuole causare il Fourth Impact.
- Non è possibile. Gli angeli sono tutti morti, e Lilith non è sopravvissuta al Third Impact.
- E’ questo il punto, Rei... il comandante ti ha fatto impiantare nel corpo un gene di Lilith che è sopravvissuto.
- No, non è possibile. Il comandante Ikari non mi sacrificherebbe un’altra volta. Ha imparato dal suo ultimo errore. Lui è l’unico che mi voglia bene, qui.
- Non è vero Ayanami! Io ti voglio bene!
- No Ikari, tu vuoi bene a Soryu.
- Io amo Asuka, ma questo non mi impedisce di voler bene a te! Come ad un’amica!
- Ebbene lo impedisce a me!
Di nuovo quello sguardo pieno di rabbia. Gli occhi di Rei non erano più semplicemente rossi, come era normale che fossero. Adesso brillavano di rosso acceso e lucente. Si voltò verso Asuka e la guardò come se avesse voluto ucciderla con lo sguardo. Ci sarebbe riuscita se Asuka non si fosse incazzata come Dio comanda.
- Adesso basta piccola presuntuosa!
- Ti prego Asuka, calmati...
Il tentativo di calmare le acque da parte di Misato si era dimostrato perfettamente inutile.
- No! Stavolta non mi calmo. Chi ti credi di essere, eh? Credi di potere comandare sulla vita di Shinji?
Si vedeva che Asuka era proprio furiosa. Non lo aveva nemmeno chiamato Shinchan.
- Allora lo sai che ti dico? Ognuno è libero di decidere per la propria vita, e tu non puoi dirgli chi amare solo perché sei gelosa di me!
- Tu non eri qui mentre lui soffriva per te!
La risposta di Rei non si era fatta attendere.
- Ah, bene, ti sei svegliata! Vuol dire che Shinchan è davvero importante per te...
Ma la stava sfottendo? Asuka aveva scandito bene il modo in cui lo aveva chiamato, per cercare di farla infuriare. Ma non ce n’era alcun bisogno, dato che Rei era già su tutte le furie.
- Ikari ha sofferto molto per colpa tua Soryu.
- Lo so. So che Shinchan ha sofferto. E mi maledico per quello che gli ho fatto, perché è stata colpa mia, che non sono rimasta in Giappone, ma questo non ti permette di decidere cosa è meglio per lui.
- Ikari ha tentato il suicidio, come ti ho detto stamattina, mentre tu non c’eri!
- Che cosa?
Evidentemente, nel casino che c’era stato quella mattina mentre loro litigavano, Asuka non aveva sentito questa particolare frase, perciò apprese solo in quel momento cosa fosse successo. Lentamente mutò la sua espressione da arrabbiata a sconvolta e triste, e si voltò verso Shinji.
- Shi... Shinchan... è vero?
Silenzio da parte di Shinji.
- Rispondimi, ti prego...
Ormai Asuka aveva le lacrime agli occhi. Suicidio? No, non era possibile...
- Shinchan, ti prego rispondimi!!!
Urlava piangendo. Shinji non ne potè più.
- SI, è VERO! SEI CONTENTA ORA?
Misato aveva lo sguardo fisso per terra e piangeva sommessamente. No, non doveva andare così... Shinji doveva essere felice... assieme ad Asuka... forse lui non sarebbe mai stato felice... Rei si era resa conto di non aver fatto bene a dire tutto. Evidentemente Shinji non gliene aveva ancora parlato, e lei non ne sapeva niente. E doveva ammettere che questo non era certo il modo migliore per apprendere del tentato suicidio del proprio ragazzo. Shinji stava ad occhi bassi. Non piangeva ma si capiva che ne aveva una voglia matta. Lo sguardo era furente e dispiaciuto. Come se gli fosse caduto tutto il mondo che faticosamente si era costruito addosso. Ed effettivamente era proprio questo quello che stava succedendo. Ma il comportamento di Asuka fu quello che più stupì tutti quanti. La ragazza era visibilmente traumatizzata. Nemmeno riusciva più a piangere. Soltanto guardava confusa Shinji, Rei e Misato. Il suo sguardo vagava tra volti conosciuti, ma le sembrarono tutti tre estranei in quel momento. Che erano quelle due donne? E quell’uomo era ancora il suo Shinchan? Le lacrime di Misato per Shinji bagnavano ormai il tavolo. Erano molte Asuka le contò. Una... due... tre... quattro... lacrime. Lacrime. Pianto. Il pianto vuol dire tristezza. Tristezza vuol dire solitudine. Lei non voleva stare sola, quindi non doveva piangere. Mai più. Ed infatti le lacrime non arrivavano ai suoi occhi. Suicidio. Shinji aveva tentato il suicidio. Ma perché? Perché lei era andata via. Allora la colpa era... sua! Improvvisamente Asuka fu presa da un tremito. Prima soltanto le mani, poi sempre più velocemente tutto il corpo. Ogni centimetro del suo corpo tremava. E si mise a singhiozzare, senza perdere una sola lacrima. Al sentire quei singhiozzi Shinji alzò il viso seguito a ruota dalle altre. Nel frattempo Asuka sembrava caduta in un universo tutto suo. Era pallida più di un lenzuolo, tremava già di per se, ed il suo corpo era scosso da violenti tremiti dovuti ai singhiozzi. Il viso ormai era completamente asciutto. Mai più una lacrima. Sembrò svegliarsi quando chiese a Shinji:
- Perché? È stata colpa mia?
Shinji si dimostrò più che sconvolto.
- Ma che stai dicendo Asuka... non è stata colpa tua se te ne sei andata... lo sai che è stata colpa mia più che altro...
- No. Non è vero. Se io avessi capito i tuoi sentimenti per me prima, i tuoi livelli di sincronia non si sarebbero abbassati, e il comandante non mi avrebbe mandato in Germania. E tu non avresti...
- Asuka, è stato solo un gesto di depressione momentanea. Infatti sono uscito quasi subito dalla macchina...
Asuka intuì che doveva avere tentato il suicidio in una macchina. Magari con il tubo di scappamento collegato all’interno ed i finestrini chiusi. Probabilmente aveva voluto avvelenarsi con il fumo di scarico.
- Ma non importa... tu hai comunque... oh mio Dio...
- Asuka, non devi più pensarci.. è passato. Ora siamo qui, e stiamo bene. Tutto si risolverà, non devi preoccuparti...
Ma Shinji si accorse di parlare da solo, perciò rimase in silenzio. Il senso di colpa assalì Asuka, chiudendole il cuore in una morsa di ferro e stringendolo fino a farlo diventare minuscolo. Avrebbe voluto piangere, scaricarsi, abbracciare Shinji e cedere alla tentazione di spendere tutte le sue lacrime in quel momento, ma si era ripromessa di non piangere più. Improvvisamente si accorse di non sentire più le gambe, ed in un solo secondo perse tutte le sue forze. Cadde per terra seduta esausta mentre la pressione della colpa e della tristezza la schiacciava sempre di più al suolo. Shinji corse verso di lei, ma quando le prese il volto fra le mani lei era già svenuta.
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Asuka aprì lentamente gli occhi accorgendosi di essere nel letto di qualcuno. Sicuramente non era il suo letto in Germania. Le sembrava di stare su qualche cosa di duro. Improvvisamente si ricordò: maledetti giapponesi con la loro mania assurda di dormire sui futon... dischiuse completamente gli occhi stupendosi di non provare fastidio per la luce del giorno. Ovviamente, anche perché era notte. Si accorse di non essere sola e si voltò. Si presentò anche il mal di testa alla già lunga lista dei suoi problemi. Shinji era soprappensiero, e non si era ancora accorto che lei si era svegliata, per via dell’oscurità. Per richiamare la sua attenzione si limitò a mugolare.
- Mh...
- Oh, Asuka, ti sei svegliata...
Shinji parlava col sorriso sulle labbra, ma era triste. Dal tremolio della sua voce Asuka poteva capirlo facilmente.
- Ayanami è ancora qui?
- No, se n’è andata ormai da tempo...
- Misato?
- Dorme. Hai idea di che ora sia? Sono le quattro di notte...
- Perché non dormi anche tu?
- Volevo prima aspettare che ti svegliassi. Mi hai fatto preoccupare prima...
- Scusa... per tutto...
- Non dire scusa Asuka, mi hai insegnato tu che non va bene...
Asuka sorrise ripensando ai tempi in cui erano ancora quindicenni; erano felici, malgrado tutto. Certo, l’adolescenza crea sempre qualche problema, ma in confronto a quelli dell’età adulta... bazzecole...
- Asuka...
- Si?
- Asuka, io vorrei sapere perché sei tornata...
- Ma che cosa dici baka?
No, quel baka non era cattivo... A Shinji sembrava detto con dolcezza, ed anche il sorriso che lei aveva stampato in faccia sembrava confermare la sua ipotesi...
- Intendo dire che... insomma... quando te ne sei andata, quattro anni fa, ho sofferto molto, e non credo che potrei sopportare di separarmi di nuovo da te...
- Che faresti, tenteresti di nuovo il suicidio?
Certo che in quanto a tatto era rimasta tale e quale a prima... quella domanda ebbe l’effetto di fare incupire abbastanza Shinji. No, aveva sbagliato a dire quello. Pensò di risollevare un po’ la situazione. Perciò si mise in ginocchio e sorrise nella maniera più dolce che poteva. Shinji alzando gli occhi credette di vedere un angelo. Bella come mai, nella penombra, con la camicia da notte di Misato addosso (immaginatela come qualcosa di abbastanza sexi...^_^) e con quel sorriso... lei gli mise le braccia sulle spalle e poi, avvicinando il volto al suo sussurrò:
- Sono tornata perché ti amo Shinchan... e non ti lascio più...
Poi lo baciò. Quella fu una notte molto lunga. E quella volta non li interruppe nessuno...
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Dormire? E per quale motivo? A chi sarebbe importato se lei avesse dormito o meno? A chi sarebbe importato se lei fosse addirittura morta? A nessuno. Non al comandante Ikari, che era disposto a sacrificarla un’altra volta per il suo stupido piano. Anzi no, lui l’aveva già sacrificata. Il gene di Lilith a quanto pareva era già dentro di lei, e sarebbe stata solo questione di tempo, prima che si attuasse la rinascita di Lilith tramite il suo corpo... a Shinji sarebbe importato? Forse, ma comunque lui adesso aveva Asuka che lo prendeva completamente... quando lei era svenuta l’aveva cacciata di casa in malo modo... a Misato? Non sentiva sentimenti forti di nessun genere provenire da Misato. A lei sicuramente non avrebbe fatto differenza... le sarebbe dispiaciuto solo dover cercare un sostituto che guidasse lo 00. Anzi, forse avrebbero distrutto la sua unità eva, perché tanto c’erano già lo 01 e lo 02. E comunque il comandante aveva già fatto ricostruire lo 03, e probabilmente Toji avrebbe acconsentito a pilotare di nuovo l’eva. Anzi, forse non sarebbe esistito niente di tutto questo. Anche perché se il comandante fosse riuscito ad attuare il suo piano sarebbe stata la fine del mondo. Di nuovo. Ripensò a tutti i volti che le erano conosciuti. Una volta entrata nell’ottica di dovere morire comunque si rese conto di non provare rancore per nessuno di loro. Nemmeno per Soryu. Provava solo pena per coloro che volenti o nolenti sarebbero entrati a far parte del crudele piano del comandante. Shinji... lui sarebbe morto. Asuka, sarebbe morta. Misato, Ritsuko, Toji, Kensuke, Hikari. Tutti sarebbero morti. Anche lei sarebbe morta, ma lei non aveva nessuna voglia di vivere. Lei si sarebbe liberata da un peso, morendo. Avrebbe sollevato lei stessa dal peso della vita e gli altri dal peso della sua presenza. Sarebbe stato un bene. Ma loro non ne avrebbero goduto, perché sarebbero morti insieme a lei. Pensò che avrebbe voluto almeno un solo bacio da Shinji prima di morire. Almeno uno. Invece avrebbe dovuto pensarci prima, perché adesso quel desiderio non era più avverabile. Rei si sentì in colpa anche per questo. Ma... il pensiero che gli altri dovessero soffrire affiorò velocemente alla sua mente. Si, sarebbero morti, ma avrebbero sofferto? Oppure sarebbe stata una morte dolce, come mettersi a dormire? Lei non voleva essere causa di altre sofferenze. Ripensandoci... non aveva tanta voglia di morire... Rei pensò che forse la sua vita sarebbe potuta migliorare... forse si sarebbe trovata un altro ragazzo da amare... un’altra casa... un’altra vita. Forse avrebbe potuto lasciare in pace Asuka e Shinji e magari sarebbe anche diventata amica della rossa, chissà... Poi cominciò ad immaginarsi come una persona normale. Che alla mattina si alza alle sette, saluta il marito ed i figli, necessariamente due un maschio ed una femmina, e poi va a lavorare, per ritirarsi a pranzo. Che va in vacanza d’estate ed a Natale. Che va a fare shopping con le amiche e fa l’amore con l’uomo che ama. Una donna normale. Forse poteva ancora avere tutto questo... morendo, certo non avrebbe risolto niente. Allora come fare? Ribellarsi? Ma con l’aiuto di chi? Di Shinji? Di Asuka e degli altri? Immersa tra questi pensieri Rei scivolò nel sonno. E dormendo continuò a pensare a cosa fare.
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- Shinchaaaaaaaaaaaaaaan!!! Shinchaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!!! Dannazione a te, perché dormi ancora???
Shinji aprì gli occhi di scatto.
- Asuka, smettila di urlare così! Forse Shinji sta ancora dormendo!
Il ragazzo si alzò ed accorgendosi di essere nudo venne preso da imbarazzo. Raccolse da terra tutti i vestiti che erano sparsi un po’ qua ed un po’ là e si ricompose. Dopodiché uscì, ed ascoltò Asuka e Misato che parlavano animatamente. Accidenti, quelle due non sapevano proprio andare d’accordo...
- Mi sembra logico che dorma ancora, infatti non è qui per dimostrare che è sveglio! Ed è per questo che voglio svegliarlo.
- Ma che razza di discorsi contorti fai?
Misato aveva una comicissima espressione interrogativa dipinta sul volto.
- Ah, ma non capisci? Dovremo pur agire in qualche modo, per fermare questo scempio! E siccome io non posso e tu nemmeno, Shinji che è quello con più esperienza in questo campo, deve intervenire.
Shinji comprese che stavano parlando di suo padre. Uscì allo scoperto.
- Non potete fare a meno di parlare di quello che sta combinando mio padre? E comunque io non sono la persona più adatta a risolvere il problema...
- Io stavo palando delle tue ciambelle baka. Se tu non ti sbrighi a renderle più mangiabili entro subito, noi tutti mangeremo schifezze per colazione...
- Ah, capisco...
Misato cominciò a soffocare dalle risate, ed anche Asuka non era da meno. Lui era l’unico baka che invece moriva di vergogna. Era proprio un idiota...
- Avanti Shinchan, non ti imbarazzare troppo...
Asuka aveva una vestaglia molto sexi addosso. Cavolo, dopo quella notte non avrebbe mai più potuto vederla in maniera normale. Ogni suo sguardo, ogni suo movimento aveva un che di sensuale che riusciva a fare girare la testa a Shinji. E tutto questo, Asuka lo leggeva nei suoi occhi. Per questo motivo gli si avvicinò, ed abbracciandolo da dietro gli sussurrò all’orecchio:
- Fantastico, davvero fantastico...
Entrambi sapevano di che si stava parlando, e malgrado Misato facesse di tutto per non mostrarsi interessata, per non aumentare il già eccessivo imbarazzo di Shinji, anche lei aveva capito. Mentalmente sorrideva. In quel momento qualcosa entrò come una furia nella stanza, spalancando la porta.
- Accidenti! Ho scordato la porta aperta anche ieri notte!
- Ma sei scema??? Sarebbe potuto entrare chiunque!!!
- Asuka! Sono più grande di te! Devi portarmi rispetto!
- Ah, già... dimenticavo che adesso hai 33 anni...
Asuka l’aveva detto in maniera davvero maliziosa... Shinji stava ridendo allegramente, ma poi si ricordò che qualcuno era entrato dalla porta. Perciò si voltò verso l’entrata e vide Rei. Era vestita in maniera diversa dal solito. Una volta tanto era proprio carina. Cioè, non che fosse una brutta ragazza, ma era sempre stata l’opposto di Asuka: ovvero non faceva niente per valorizzarsi. Oggi invece era vestita in maniera adorabile... con un dolcissimo vestitino rosso con un laccetto giallo che lo stringeva in vita, ed un paio di sandali bianchi con una riga verde abbastanza spessa. Rei era rimasta a guardare la scena di Asuka e Misato che litigavano ignorandola completamente con una strana espressione. Improvvisamente sentì di voler completamente cambiare atteggiamento con tutti loro. Tanto Ikari non l’avrebbe amata mai, ed anche se il pensiero non era proprio roseo, ci si sarebbe dovuta abituare. Perciò sorrise e salutò.
- Buongiorno!
Immobilità. Misato ed Asuka stavano già lottando per terra tra morsi, tirate di capelli ed insulti, ma voltandosi verso il lato dal quale proveniva la voce rimasero a dir poco stupite...
- KAWAII!!!
Asuka si era letteralmente lanciata su Rei, ed adesso la osservava da tutte le parti tempestandola di complimenti sul come le stesse bene quel vestito e consigliandole di farsi vedere in giro così carina più spesso. Rei era imbarazzata, ma non le dispiaceva essere colmata di attenzioni in questo modo. Perciò Asuka non era più arrabbiata con lei... Bene!
- Io... io volevo chiedervi scusa per ieri...
- Cosa?
Asuka smise di girarle attorno.
- Bè, si... per come vi ho trattati male... scusatemi...
Asuka fece un’espressione serissima, e questo spaventò un po’ Rei. Forse non la volevano perdonare? Lo spavento durò poco, perché immediatamente Asuka sorrise e disse:
- Acqua passata, Ayanami!
Ha! Bellissimo! Lei l’aveva perdonata! Ed Ikari? Lui l’avrebbe perdonata?
- Rei, ti rendi conto delle cattiverie che hai detto ieri, vero?
- Si Ikari. Ed è per questo che sono mortificata... ma non cambia il concetto principale di quello che penso. Su quello sono irremovibile.
Asuka parlò:
- Il concetto principale è che sei innamorata di Shinchan?
- Si... mi dispiace...
E dicendo questo si inchinò come se dovesse chiedere scusa della cosa più spiacevole del mondo.
- Non devi preoccuparti! Non posso mica pretendere di essere l’unica che può essere innamorata di lui! Naturalmente non posso uccidere chi gli va dietro. A meno che lui non mi tradisca.
Si voltò versò Shinji con uno stranissimo sguardo assassino sul volto.
- Ma in questo caso ucciderei lui...
- Ma che dici Asuka??? Io non ti tradirei mai!!!
- Certo, perché ci tieni alla pelle...
- Ma... uffa!
Finì a risate. I quattro non riuscirono a fare altro per ore.
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- Ma adesso parliamo di cose serie, per favore...
La voce di Misato era tornata seria di botto. Quasi non avesse riso mai.
- Misato ha ragione... ragazze, dobbiamo affrontare il problema.
Le due rimasero zitte. Poi Rei sentì di dover dire come si sentiva.
- Ragazzi... io... credo di essere io il problema...
- Ma che cavolate stai dicendo Ayanami? Tu non sei un problema!
- Il gene di Lilith è impiantato dentro di me, no? Quindi se io morissi...
- Non pensarlo neanche per scherzo.
- Ikari...
- Oltre al fatto che non voglio vederti morta, significherebbe darla vinta a mio padre, ed io non voglio.
- Allora: di ammazzarti non se ne parla nemmeno per scherzo Ayanami. Più che altro si tratterebbe di togliere di mezzo un certo comandante...
Rei si lasciò sfuggire una risatina per quell’uscita di Asuka.
- Perché ridi? È ovviamente lui il problema! Quest’uomo sa combinare solo casini!
Rei stava soffocando dalle risate. Cosa alquanto strana.
- Adesso basta Asuka. Dobbiamo davvero parlare seriamente!
Shinji era esasperato.
- Va bene... Perdono?
- Ma certo, non ti preoccupare... Dunque. Prima di tutto dobbiamo fare estrarre il gene di Lilith da Rei...
- Un... un’operazione? Ma non posso farmela fare da un medico qualunque!!!
- Perché?
La domanda di Asuka sembrava legittima: perché non poteva farsi operare da un medico normale? Poi la risposta arrivò.
- Io... sono un robot... Non posso farmi operare da un medico. Ci vuole un tecnico...
Rei si era proprio buttata giù dopo queste parole. Sentiva la sua diversità, ed era convinta che gli altri la odiassero per questo. Ma ci pensò Asuka, con la sua spontaneità a sollevarla. La ragazza le mise un braccio attorno alle spalle ed urlò:
- Oh bè! Io non mi preoccuperei mica se fossi in te! I medici al giorno d’oggi fanno proprio schifo! I tecnici sono molto più qualificati! Pensa che in Germania mi sono rotta una gamba e ci sono volute 4 ore di intervento per rimettermi in sesto! Ma dico! 4 ore!!! Un tecnico ci avrebbe messo molto di meno. Ritieniti fortunata invece di piangerti addosso!
Rei sorrise. Asuka non era per niente una cattiva ragazza. Avrebbe voluto accorgersene prima. Però forse era cambiata in Germania, perché non si ricordava che fosse così cordiale quattro anni prima. Il cellulare di Misato squillò proprio in quel momento, rompendo la dolce atmosfera che si era venuta a creare.
- Scusate... Pronto? Ah Ritsuko, sei tu... COSA??? Uno solo??? E qual è la notizia ancora più brutta? No... non è possibile, vero? È uno scherzo? Oh no... Allora non c’è modo di... Va bene... stiamo arrivando.
Poi la donna chiuse il telefono e guardò gli altri ragazzi con aria grave.
- Ragazzi... era Ritsuko. Mi ha dato due notizie. Una è brutta...
- E l’altra?
- Ancora peggiore.
- Cominciamo con quella semplicemente brutta, ok?
- Ok. C’era un solo tecnico al mondo che fosse a conoscenza dell’impianto del gene di Lilith nel corpo di Rei. Quindi era l’unico in grado di fare l’impianto e l’espianto.
- Era?
Rei era davvero preoccupata. No. Non voleva morire... Non voleva più morire! Non ora che aveva trovato dei veri amici!
- E qui entra in gioco la pessima notizia. Quell’uomo è morto ieri.
- Cosa?
Lo sguardo sconvolto di Asuka era comune anche a Shinji e Rei.
- E’ stato fatto ammazzare da non si sa chi. Ritsuko pensa...
- BASTARDO!
Shinji si era alzato in piedi furente. Avrebbe spazzato via il mondo, se avesse potuto.
- Quel fottuto bastardo di mio padre! È stato uno dei suoi cecchini, ne sono certo! Ma non gli basta rovinarci la vita! Vuole anche toglierci ogni possibilità di aggiustare la situazione! Ma io non lo sopporto più!
Così dicendo uscì sbattendo la porta.
- Aspetta Shinji! Abbiamo appuntamento con Ritsuko!!!
Ma lui già non c’era più.
- Andiamo ragazze! Dobbiamo andarlo a recuperare prima che faccia qualche pazzia tipo litigare col comandante Ikari!
Le tre donne si alzarono da terra contemporaneamente ed uscirono.
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Shinji si stava aggirando per i corridoi della NERV da qualche secondo. A chi non lo conoscesse sarebbe sembrato che si fosse perso, e stesse cercando in qualche modo di trovare l’uscita, ma in verità Shinji sapeva benissimo dove stava andando. Dopo così tanto tempo conosceva come le sue tasche tutta la NERV, al contrario di Misato. Ed adesso stava andando da suo padre? Certo, ma non dove tutti si aspettavano si trovasse, ovvero nella sala di comando con l’albero della vita stampato dovunque compresi tetto e pavimento. Shinji sapeva che suo padre non si trovava lì. Aveva come la netta sensazione che si trovasse nel Terminal Dogma. Il Terminal Dogma. Ovvero il punto più profondo della NERV. Quello più nascosto ed appartato. Quello dove Rei riposava prima del Third Impact. Più Shinji ci pensava più gli pareva odioso che suo padre usasse così una persona. Detestava dovere per forza avere un legame di sangue con quell’uomo. Fortunatamente il cognome che portava non era di quel mostro. Ikari era di sua madre. L’unica cosa che non gli piaceva era che anche suo padre avesse quel cognome. Non lo meritava. Il Terminal Dogma era la parte più difficile da raggiungere. Chi non conosceva bene il tragitto rischiava di perdersi in quel dannato labirinto. Normalmente ci sarebbero voluti venti minuti per arrivare là sotto, ma la rabbia di Shinji era tale che non vedeva l’ora di arrivare lì. Per dirne quattro a suo padre. Dio quanto avrebbe voluto ammazzarlo dopo innumerevoli torture. Lo odiava. Lo avrebbe odiato sempre. Quell’uomo non gli aveva mai voluto bene. Aveva fatto soffrire tutti quelli che lui amava. Ed aveva ucciso sua madre. Non aveva nemmeno avuto rispetto della sua memoria, usando i suoi geni per creare Rei. Ed adesso voleva usarla di nuovo. Utilizzare Rei, la sua amica più cara per i suoi loschi scopi. Aveva distrutto la sua vita allontanandolo dall’unica donna che avesse mai amato. lo aveva allontanato da Asuka. La sua Asuka. Sarebbe morto per questo avrebbe pagato per tutte le sue malefatte. Quasi senza rendersene conto arrivò al Terminal Dogma. Aprì il portone ed entrò. Lui era lì. Davanti all’immensa croce che una volta era stato il luogo di riposo di Lilith. Era voltato di spalle, con le mani dietro la schiena. Sembrava non essersi accorto che Shinji era là dietro e lo fissava con rabbia.
- Perdi tempo, papà?
- Shinji. Sapevo che mi avresti cercato.
- Davvero? E come avresti fatto a saperlo?
- Me lo sentivo. I padri sentono certe cose...
- Non... dirlo... nemmeno... per... scherzo. Io non voglio essere tuo figlio.
L’uomo si voltò, con un ghigno quasi demoniaco sul volto.
- Ma lo sei Shinji. Quest’idea ti fa schifo? Nelle tue vene scorre il mio stesso sangue. Mi credi un bastardo? Ebbene, quando sarai più grande lo diventerai anche tu!
- No...
- Ti faccio schifo? Ebbene, quando tuo figlio avrà la tua età di adesso anche tu farai schifo a lui!
- No!
- Mi credi un essere insensibile?
L’espressione di Gendo adesso era cambiata. Non era più diabolica, come se lo stesse prendendo in giro. Adesso era come se fosse serio e riflessivo. Era triste. E sembrava arrabbiato col passato.
- Mi credi insensibile? Bè, prova tu a vivere con un solo obiettivo in testa: riunirsi a tua moglie che è morta per colpa di un dannatissimo evangelion. Col senso di colpa di non avere capito di amarla alla follia in tempo per fermare la sua morte! Prova tu a vivere dopo avere scoperto che la gente pensa solo a sfruttarti. Prova tu a vivere dopo che il mondo ti toglie l’unica cosa di cui ti importa veramente!
Gendo si era veramente lasciato andare. Urlava. Si stava sfogando di tutte le angherie subite. Di tutte le sue sfortune. Ma il figlio fu più forte. Lo guardò fisso negli occhi e decise di rinfacciargli adesso tutto quello che aveva dovuto soffrire per colpa sua. Senza nemmeno alzare la voce.
- Mia madre è morta per un esperimento che tu portavi avanti. Te ne sei andato quando io avevo solo dieci anni, o giù di lì. Mi hai richiamato dopo tre anni perché ti servivo, senza dirmi nemmeno che ti ero mancato e mandandomi incontro ad una morte certa, che io ho evitato solo perché sono stato più forte. Hai usato i geni di mia madre. La donna che dici di amare alla follia. Li hai usati per clonarla e fare cocktail genetici con gli angeli e creare Rei, che hai poi usato per fare le tue schifezze. Mi hai allontanato da Asuka. Mi hai fatto soffrire come un dannato, brutto pezzo di merda, ed io non avrò mai, ripeto MAI compassione o pena per te. Ti odio troppo.
Poi Shinji si voltò e cominciò ad avviarsi verso l’uscita dalla stanza. Lo aveva già visto abbastanza per quel giorno. Non aveva intenzione di rimanere lì un secondo di più. Prima però decise di dirgli un’ultima cosa.
- Sappiamo cosa hai fatto a Rei. Di nuovo. Stavolta non ce la farai.
Dopodiché si voltò ed uscì.
- Allora sapete, eh? Mi dispiace... non avrei voluto eliminarvi così presto...
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Solo dopo essere uscito di lì Shinji realizzò di avere commesso l’errore più grande della sua vita. Cazzo, aveva detto a suo padre che loro sapevano tutto di quello che stava combinando! Ma era completamente impazzito??? Quello era il nemico ed ora per colpa sua sapeva tutto! Chissà adesso cosa avrebbe combinato... sarebbe stato capace di sterminare tutti! Come fare??? In quel preciso istante gli venne in mente una sola cosa... Risalì velocemente ai piani superiori della NERV e per fortuna i primi che incontrò furono proprio Asuka, Rei e Misato.
- Ragazze, dobbiamo scappare di qui!
- Cosa?
Misato era abbastanza stupita. Invece Asuka era proprio incazzata nera...
- Brutto baka che non sei altro!!! Sei andato a dire tutto al comandante, vero?
- Ma... come hai fatto ad indovinare?
Di fronte a Shinji c’erano tre donne con lo stesso sguardo. Quando tre donne hanno lo stesso sguardo sanno essere davvero pericolose. E quelle tre, tra l’altro, erano anche incazzatissime...
- SHINJI SEI UN IDIOTA!!!!
L’urlo risuonò per tutta la NERV. La scena che adesso dovete immaginare è: Shinji è per terra, sepolto sotto le ragazze. Asuka è sopra di lui e lo prende a ceffoni, Rei è alla sua sinistra e gli tira i capelli, e Misato è alla sua destra e gli molla pizzicotti a non finire.
- Ahi! Ahi!!! Ragazze, vi prego, ridimensionatevi!!!
- Tu! Tu sei un idiota!!! Non ti basta che dentro di me ci sia il seme della distruzione del mondo! Devi pure andare a dire tutto al nemico!!!
- Io ti ammazzo! Ma come posso amare un deficiente del genere!
- Ed io che con te ci vivo da quasi cinque anni! Non mi ero mai accorta che tu fossi così coglione!!!
- Oh, vi prego... vi scongiuro... adesso dobbiamo pensare a fuggire!!!
- Ok, ok... ragazze!
Misato era stata la prima ad alzarsi, e dopo aver recuperato il suo self control aveva richiamato all’ordine le altre due indemoniate che nel frattempo avevano reso Shinji un livido ambulante.
- Shinji, prima che tu scappassi come una furia per andare a firmare la nostra definitiva condanna a morte spifferando tutto al comandante Ikari, io ho detto alle ragazze che Ritsuko vuole vederci. Vuole parlarci a quattrocchi.
- E perché?
- Non mi ha detto niente, ma credo che abbia un piano...
- Capisco... anche lei dovrà fuggire con noi?
- Mi pare ovvio. Anche lei è in pericolo, adesso che tu...
- SI, OK! Ho capito, non me lo rinfacciare più.
- Va bene Shinchan, non te lo rinfacceremo più. Adesso ci vogliamo muovere prima che il comandante decida di radere al suolo la NERV con noi dentro?
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- Che cosa ha fatto Shinji???
Ritsuko sembrava a dir poco sconcertata.
- Shinji! Ma come ti è saltato in mente di dire proprio a lui che noi sapevamo tutto!
- Ok, ho capito, se me lo dite un’altra volta giuro che andrò a suicidarmi...
- No Ikari, non c’è bisogno di ricorrere al suicidio...
- Ayanami, grazie...
- Posso ucciderti anche io seduta stante!
- Ma... ma Ayanami!
- Avanti Rei, calmati. Dunque Ritsuko, di cosa volevi parlarci?
- Ragazzi miei, una tragedia! Il tecnico...
- Si, quello lo sappiamo già.
- Ah. Ok. Dunque... la situazione è davvero grave. Io non posso procedere.
- Ma tu sei una tecnica Ritsuko! Sei un genio coi computer! Come è possibile che tu non possa mettere mano su Rei?
- Misato!
Solo allora la donna, girandosi, capì che non doveva dire tutto quello che aveva invece detto. Rei, alle sue spalle, era zitta, ma piangeva. Anzi, singhiozzava abbastanza rumorosamente.
- A-Ayanami...
Rei scoppiò.
- SI, VA BENE? SONO UN ROBOT! NON SONO UN VERO UMANO, E PER DI PIù SONO IL MEZZO ATTRAVERSO CUI SI COMPIRà LA FINE DEL MONDO! VA BENE ADESSO? VI SENTITE REALIZZATI?
- Ma Rei... scusami, io non intendevo offenderti...
La tensione per la ragazza dai capelli azzurri era stata troppo forte. Per anni lei aveva vissuto col peso di essere solo un robot, un clone di una persona che aveva vissuto prima di lei. Lei era cresciuta con la consapevolezza di essere solo un mezzo per attuare un piano. Non se ne era mai lamentata. Non aveva mai detto o fatto niente per cercare di migliorare la sua condizione, né per cercarsi degli amici. Per paura di affezionarsi troppo, perché fin dall’inizio della sua esistenza Rei aveva saputo di essere stata creata per morire, un giorno. Ma adesso delle persone le avevano dimostrato di volerle bene, di essere seriamente preoccupati per lei. Almeno da loro si sarebbe aspettata un po’ di comprensione e compassione. Almeno da loro si sarebbe aspettato che non le venisse rinfacciata ogni secondo la sua reale origine. Almeno da loro si sarebbe aspettato che facessero di tutto per alleviare la sua pena! Ed invece loro non facevano altro che ricordarle in ogni momento che era un robot. Che aveva bisogno di un tecnico. Che era anormale e che era un pericolo per il resto del mondo. Soltanto Asuka aveva cercato di farla ridere. E ci era riuscita. Lei sola si era comportata da vera amica. Shinji stava pensando che Rei doveva essere davvero sotto pressione in quel momento. Insomma, aveva da poco scoperto che la persona di cui si fidava, ovverosia suo padre, non voleva altro che farla sacrificare un’altra volta, soltanto per un suo scopo ultimo che altro non era il Fourth Impact. Inoltre aveva anche capito che non aveva speranze di mettersi con lui, anche perché lui amava Asuka. Per di più le pesava il fatto di essere diversa dagli altri. Lei, che lo accettasse o meno, era un robot. E non poteva fare niente per cambiare questa sua condizione. E la cosa non doveva essere proprio facile da accettare. Misato si sentiva in colpa per quello che aveva appena detto. Insomma, Rei era stata gentile fino ad adesso. Non aveva mai fatto niente di male, anzi, quando aveva saputo tutta la verità era stata abbastanza veloce ad accettare il tutto ed a scegliere di collaborare con loro, ben sapendo che per lei ci sarebbero state ben poche probabilità di salvezza. Ed adesso stava cercando di essere gentile con tutti. Anche con Asuka, che aveva sempre fatto capire di non sopportare. E lei la ripagava in questo modo. Ricordandole in ogni momento cosa era. Facendola deprimere. Tutti pensavano a qualcosa di triste in quel momento, ed avrebbero continuato di questo passo in eterno, magari aspettando anche la fine del mondo, se il vero carattere di Asuka non si fosse svegliato proprio in quel momento. La ragazza vedeva tutte le persone a cui teneva rompersi in pezzi davanti ai suoi occhi, e questo non avrebbe mai potuto sopportarlo. Inoltre, c’era un impatto da fermare. Non poteva permettere loro di rimanere in catalessi ancora per molto, perciò decise che li avrebbe svegliati da quello stato pietoso. A costo di farsi odiare.
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- Ma bene bene... chi abbiamo qui?
Shinji, Misato e Rei, risvegliati dalla trance di qualche secondo prima, appena alzarono gli occhi, credettero di rivedere la stessa Asuka che conoscevano ai tempi della scuola. Davanti ai loro occhi si parava una spavalda ragazza dritta, con sguardo beffardo e straordinariamente sicura di sé.
- Bè? Che hai allieva modello?
Disse rivolta a Rei.
- Ti è già passata la voglia di provare a salvare questo cazzo di pianeta? O forse sei troppo affezionata a quel bastardo del comandante Ikari per potere andare contro di lui? Ah, già, l’allieva modello fa solo ciò che le ordina il paparino, non ha un minimo di volontà personale. Perché sei venuta fino a qui con noi? Per fermarti adesso? O forse sei una spia...
- Ma Soryu...
- E poi chi c’è? Ah, baka Shinji... un idiota come te non me lo sarei mai voluto ricordare. Forse avrei fatto meglio a restare in Germania, sai? Sei proprio uno spallettato... Anche tu hai paura di andare contro il paparino? Certo che tu e lei siete proprio uguali, sembrate quasi fratelli... ah, scusate, geneticamente lo siete pure...
- Ma... Asuka, perché dici questo?
Ad Asuka piangeva il cuore a dover dire certe cose, ma era l’unico modo per scuoterli un po’ nell’animo. La ragazza sperava solo che loro capissero che lo faceva per aiutarli, e non la scacciassero via. Dopodiché si voltò verso Misato per l’ultima ramanzina.
- Ed ecco qui Misato Katsuragi. La donna fallita per eccellenza. Lei...
Ma non ebbe il tempo di terminare il suo profondo pensiero che si sentì stringere in un abbraccio da qualcuno. Profumo, che assomigliava un po’ a quello di sua madre. Di chi erano quelle braccia gentili che la stringevano in un abbraccio così dolce? Era Misato? Si, era lei...
- Basta Asuka, non c’è bisogno che tu dica più niente. Ho capito le tue intenzioni...
Ma davvero Misato era stata capace di capirla istantaneamente? Asuka si sentì sollevata. Così non avrebbe più dovuto dire cattiverie.
- Asuka, sei... sei davvero unica. Solo tu potevi pensare di svegliarci prendendoci in giro. Però si è rivelata un’arma efficace. Non dobbiamo perderci d’animo.
Poi la donna si voltò verso gli altri.
- Ha ragione Asuka. Vogliamo farci forse sopraffare dalla tristezza mentre abbiamo un mondo da salvare?
Un sorriso si dipinse veloce sui volti di tutti, e le teste si mossero in sincronia verso la stessa direzione. Le teste si mossero in sincronia per dire NO!
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- Io sono stanco Misato!
- Shinji, ti prego, non parlare...
Il gruppo camminava instancabilmente ormai da quasi tre ore. La destinazione? È complicato sa spiegare... Facciamo un passo indietro, a tre ore prima, ai confini di Neo Tokyo.
- Dovremo trovare un luogo dive nasconderci, adesso che Ikari ha detto tutto al comandante...
- Rei ha ragione...
Asuka sembrava scocciata.
- Adesso che Shinchan ha detto tutto al comandante Ikari non possiamo più restare a Neo Tokyo...
Shinji era al limite della sopportazione. Ma perché? Perché continuavano a ricordargli questa cazzata? Era pentito, non avrebbero dovuto continuare. Asuka si accorse che Shinji si era un po’ rattristato, perciò pensò di risollevare la situazione, come spesso ormai faceva.
- Shinchan, non te la prendere... si fa per scherzare...
Shinji si tranquillizzò, ma il velo di tristezza che traspariva dagli occhi di Asuka gli lasciava intuire che era davvero dispiaciuta di lasciare di nuovo Neo Tokyo.
- Allora, facciamo un ragionamento sensato, ci state?
Misato sembrava entusiasta da quell’idea, e si era già messa accanto a Ritsuko, per poter chiederle informazioni più discretamente, se ne avesse avuto bisogno.
- Dunque, il mio ragionamento è: non possiamo più rimanere in questa città? Andiamo in un’altra città!
Shinji intervenne stizzito.
- Ragionamento sbagliato nella conclusione, Misato. Pensi che la NERV non ci troverebbe, anche se cambiassimo città? Dovremmo trovare un posto improbabile...
- Ma CERTO! Ikari ha ragionissima! Dobbiamo trovare un posto in cui non cercherebbero mai!
- Scusami Ayanami, ma non ti seguo...
- Questo è ovvio perché sei un baka... Io ho già capito cosa intende Ayanami...
- Davvero Soryu?
- Ma è ovvio! Io sono intelligente... ricordate la mia laurea in fisica?
- Soryu... non ti vantare...
- Ops... scusate, ma ogni tanto mi scappa ancora... Dunque, ma torniamo a noi: Misato? Non è che nelle vicinanza c’è un bosco? Una piccola foresta?
- Non ci posso credere, aveva capito davvero quello che volevo dire...
- Ayanami, ti stacco la testa...
- No, scusa Rei, tu hai intenzione di farci nascondere tutti nel bosco per sfuggire alla sorveglianza della NERV?
- Bè, l’idea a grandi linee era questa...
- Ma certo!
Adesso era Ritsuko ad essere intervenuta.
- Poi, con comodo, potremmo progettare l’attacco con gli eva!
- Scusate, ma non vi seguo più...
Misato si era seduta su una panchina, con le mani tra i capelli per l’improvviso mal di testa.
- Misato, non pensavi davvero che saremmo rimasti nell’inattività più totale, no? Io avevo in mente fin dall’inizio di nasconderci per un po’, per poi intrufolarci nella NERV e distruggerla con gli eva!
- Ah, ora ho capito...
- Perfetto. Allora, vuoi rispondere alla mia domanda? Questo benedetto bosco?
- Ah, già, ce n’è uno proprio dietro a quella montagna, dovremmo arrivarci in meno di un’ora... seguitemi...
Dopo tre ore.
- Io sono stanco Misato!
- Shinji, ti prego, non parlare...
- E invece no!
La rossa si era appena fermata, saltando in piedi dopo essere caduta in ginocchio dalla stanchezza.
- Shinchan ha perfettamente ragione! Avevi detto che la montagna distava appena un’ora a piedi, e noi è tre ore che giriamo qui, e mi sembra ancora lontana!
- Ma io in moto c’ero sempre riuscita in poco tempo...
- IN MOTO???
Rei era sconvolta.
- Morirò! Morirò ancora prima di fare sviluppare Lilith! Seppellitemi sotto il mio 00, per favore...
- Hei! È una bella idea! I children si faranno seppellire sotto i loro eva: io sotto lo 02, tu sotto lo 00 e Shinchan sotto lo 01. E staremo tutti accanto!
- Asuka, non ti permetto di parlare come se doveste morire da un momento all’altro... vedrai che arriveremo lì.
- Oh, Misato... io non dubito che ci arriveremo... MI CHIEDO SOLO QUANDO!!!
Così, i ragazzi si resero conto di essere arrivati ai piedi della montagna in appena 10 minuti. Già si intravedeva una fitta vegetazione rigogliosa dietro l’ammasso di terra e sassi. Rei fu la prima a gettarsi là dentro.
- Almeno ci sarà un po’ di fresco!!!
Tutti gli altri la seguirono entro breve.
- Ed adesso dove andremo a dormire?
Shinji aveva sul volto uno sguardo più depresso che mai.
- Non ti deprimere Shinchan, qualcosa troveremo...
Come per magia, dalla selva rispuntò Rei.
- Ho trovato una capanna, sembra disabitata, ma credo sia in buone condizioni!
Il classico colpo di fortuna al momento giusto.
- Visto Shinchan? Mai disperare... Andiamo!
- Ma perché tutte le donne che conosco non fanno altro che mettermi in ridicolo? Me tapino...
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La “capanna” che Rei aveva trovato altro non era che una fatiscente catapecchia ammuffita e piena di muschio. Da lontano era sembrata almeno accettabile, ma adesso che i cinque la guardavano da vicino...
- Oh mein Gott!
La rossa stava bestemmiando da almeno mezz’ora.
- AYANAMI! Sei una baka pure tu! Allora se devo chiamare te baka – Rei dovrò chiamare Shinji Do’hau... sto impazzendo!!! Ma perché capitano tutte a me!!! Nelle catapecchie adesso mi fanno vivere! Morirò! Avrei fatto meglio a rimanere in Germania!
- Asuka SILENZIO!
Asuka era rimasta quasi sconvolta dalla presa di posizione tanto diretta di Shinji, ma non lo aveva voluto fare vedere. Perciò con il suo sorriso più spavaldo si era voltata verso Shinji e dopo un mezzo inchino aveva detto:
- Come vuole sua maestà...
- Ti prego Asuka...
Shinji si stava massaggiando le tempie in preda ad un forte mal di testa.
- Amore, ringrazia che abbiamo trovato questo... ti ricordo che siamo in un bosco... non lamentarti e non fare sarcasmo. Piuttosto, vediamo come organizzarci per rimetterla a nuovo...
- Ok...
Tutti erano fermi davanti alla casetta. La guardavano tristi e sconsolati, e si chiedevano come avrebbero fatto a renderla almeno vivibile entro la sera, per riuscire a dormirci dentro senza la paura che il tetto gli cadesse sulla testa. Ci furono dieci minuti di silenzio. Poi Misato parlò.
- OK! Vogliamo muoverci o rimaniamo qua davanti per tutta la vita???
- Avanti... mettiamoci a lavoro...
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Dopo sei ore...
- Ma è tardissimo!!!
- E’ ora di cena e non abbiamo niente da mangiare...
- Per di più non è che la catapecchia si sia migliorata molto...
- Basta lamentarci! Asuka! Tu ed io andiamo a cercare cibo, Rei e Ritsuko a cercare legna e Misato darà gli ultimi tocchi alla casa. Sono stato abbastanza chiaro o devo ripetere?
Il nervosismo li aveva presi un po’ tutti. Per di più le ragazze (ovvero i 4/5 del gruppo) non avevano fatto altro che lamentarsi tutto il giorno. Era logico che Shinji adesso fosse su tutte le furie. Asuka sorrise ed annuì. Le piaceva quel nuovo Shinji sicuro di se. Era tanto, ma tanto...
- Asuka! Sveglia!
Il suo flusso di pensieri fu interrotto proprio da Shinji, che la stava chiamando per andare. Mentre si avviava verso il bosco, ad Asuka parve di vedere un velo di tristezza negli occhi di Rei, che fissava Shinji. Pensò che forse non era il caso di fare umorismo cattivo, ma poi la vera Asuka fu più forte...
- Ayanami, non preoccuparti, non lo violento mica...
Seguì rossore generale. La coppietta si allontanò tra le risate di Misato e Ritsuko e le urla di Rei che le inseguiva con un bastone di dieci metri in mano.
- Certo che Ayanami è molto cambiata, eh Asuka?
- Ti dispiace? A me piace molto di più così...
- Anche a me.
- Shinchan...
- Hey, hey... calmati… non in quel senso! Mi piace come un’amica e... e come una sorella, ovviamente.
- Mh... mi annoio...
- Asuka come è possibile che tu ti annoi anche camminando?
- E’ una cosa noiosa camminare, che ti pare...
- Bè, vorresti baciarmi per ingannare il tempo?
- Cosa?
Poi si misero a ridere ripensando a quella sera pazzesca. Ma fu una risata di pochi secondi, perché Asuka si rattristò subito.
- Shinchan, ti volevo chiedere scusa...
- Per esserti andata a sciacquare la bocca subito dopo il bacio quattro anni fa?
- Bè, si! Però io... ecco, non lo rifarei mai adesso... perché... io bè... quella volta... ero una sciocca, ovviamente... e poi mi sono sentita strana... ma non è stata una brutta cosa, quella volta... anzi, stranamente non è stato male come primo bacio... e...
- Oh, avanti, smettila di farfugliare...
E così dicendo le tappò la bocca con un bacio. Al termine:
- Mh... migliori di volta in volta amore... stasera mi piacerebbe tanto rimanere sola con te...
- Ah, Asuka... non sai a me, ma è impossibile, nella catapecchia c’è una sola stanza.
- Già, è vero...
Poi silenzio.
- UFFA!
I due avevano detto quella parola insieme. Segno inconfondibile che avevano tutti e due la stessa voglia.
- Oh, bè... non possiamo starci a pensare tutta la sera... non abbiamo ancora cercato niente da mangiare... sei tu l’esperto, Shinchan...
- Oh, io sono tutto tranne che esperto...
- Hei Shinji! Guarda là!!!
- Dove? DOVE???
- LA! Sotto quel cespuglio di bacche!
- Non vorrai mica mangiare bacche per cena???
- Ma no, baka! C’è uno zainetto! Controlliamo cosa c’è dentro!
- Oh... capisco...
Asuka si era fiondata sul minuscolo zainetto sotto il cespuglio che poi i ragazzi scoprirono essere more ottime, non bacche (e quindi ne presero anche un po’ per frutta), ma la cosa più stupefacente per entrambi fu il trovare, dentro lo zainetto, cinque panini, tre coche, una birra 100% malto ed un caffè. Quello zainetto sembrava essere stato messo lì apposta perché loro lo trovassero. Quando a cena lo raccontarono agli altri, Shinji espose l’idea che forse qualcuno aveva deciso di aiutarli, ma le ragazze lo zittirono subito con un calcio l’uno dicendogli che nessuno vorrebbe aiutare dei ricercati.
- Hahahahahahahahahahahahahahahaahah!!!
Misato era già ubriaca, dopo una sola lattina di birra.
- Misato, se non reggi bene l’alcol, non dovresti bere birra 100% malto!
- Sctai zitta hic, piccola impertinente hic! Io sciono più grande di te, capito?
- Tsk... vatti a coricare...
- Ragazze, vi prego, non litigate...
Era finita così la serata. A risate. I cinque erano davvero felici quella sera, nonostante la fine del mondo stesse per avvenire e fossero ricercati consapevolmente per tutto il Giappone. Non contava, perché erano insieme, da veri amici, e sapevano che nessuno avrebbe mai potuto sciogliere questo legame, che li stringeva ogni secondo di più. La classica sensazione di settimo cielo. Ma i casini erano appena cominciati. I ragazzi quella sera non sapevano ancora che il giorno dopo si sarebbe deciso il destino dell’umanità. Se l’avessero saputo prima probabilmente per Asuka sarebbe stato troppo presto ed avrebbe passato tutto il tempo a lamentarsi, con Shinji che invece provava a farla ragionare sulla gravità della situazione. Rei, probabilmente, col suo caratterino nuovo di zecca, avrebbe ripreso la pertica con cui aveva inseguito Misato e Ritsuko poco tempo prima ed avrebbe picchiato qualcosa. O qualcuno. Magari proprio Shinji. Misato forse avrebbe pensato a fare rifornimenti di birra iper alcolica per l’aldilà. Non che non fosse convinta che anche in paradiso ogni tanto si facesse bisboccia, ma è sempre meglio premunirsi. Ritsuko invece avrebbe passato il tempo a compatirsi ed a pentirsi di non aver mai voluto provare a capire sua madre, di non essere mai stata più aperta ed amica con Misato, e chissà, magari anche di non aver mai avuto un figlio. Oppure, più civilmente, se l’avessero saputo prima avrebbero passato tutto il tempo a loro rimasto a prepararsi psicologicamente e fisicamente, come se dovessero partecipare ad un torneo di arti marziali. Ma si sa: “Tu hai un tuo piano, e gli altri ne hanno uno loro, perciò non stupirti se invece di accadere ciò che tu vuoi accade l’esatto contrario”.
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SBRENGPATAPUNFPAFPOFCATACLANGDISTRUGGDISTRUGGELIMINELIMINRUMORRUMORSPIACCICSPATAPIALLBENGBANGBONG (scusate per la poca fantasia per i rumori, ma volevo dare l’idea di un casino infernale... ci sono riuscita, eh?^_^)
- AAAAAAAAAAAAGH!!! CHE CAZZO SUCCEDE???
Asuka si era alzata in piedi sul mucchio di foglie che aveva fatto loro da letto quella notte e stava urlando come una forsennata perché alle cinque del mattino qualcuno aveva osato svegliarla con dei rumori insopportabilmente forti.
- PORCA TROIA, VOGLIO DORMIRE!!!
- Asuka, cerca di mantenere un contegno, va bene?
Shinji come sempre provava a calmare le acque.
- Ho mal di testa... uffa...
Il dopo sbronza di Misato si era presentato sotto forma del classico mal di testa. Ad un certo punto anche Asuka si calmò.
- Shinchaaaaaaaaaaaaaaaan!!! Dove sono Ayanami e Ritsuko???
Un mezzo infarto prese gli occupanti della capanna che ancora svestiti (praticamente in biancheria intima) si catapultarono fuori dalla costruzione per vedere Ritsuko e Rei che osservavano quasi intontite un eva che si muoveva.
- Come è possibile...
Shinji era stupito al massimo. Vedeva il suo 01 che si muoveva. Ma chi poteva essere? Un nuovo children? No, non sembrava guidato da un uomo... Velocemente, da dietro la montagna apparvero anche lo 00 e lo 02.
- Quel bastardo ce l’ha fatta...
Ritsuko aveva quasi le lacrime agli occhi.
- Ragazzi, quel mostro è riuscito a fare accettare a tutti gli eva il dummy plug!
Un minuto di silenzio per raccogliere le idee. Capire cosa realmente stava accadendo. Un minuto di silenzio anche per una preghiera, per fare in modo da fare diventare tutto un orrendo incubo, ma pur sempre una fantasia. Solo un minuto di silenzio. Poi, Misato.
- Siamo fottuti...
- No, manteniamo il controllo, ragazze... per favore, non facciamoci prendere dal panico...
Shinji ci provava, come al solito, a ripristinare il controllo, ma anche lui era visibilmente terrorizzato.
- Allora, dobbiamo scappare prima di tutto. Sono convinto che quegli eva ci seguiranno, e dobbiamo allontanarli dalla città!
- Ma Shinchan, loro sono troppo veloci, ci spiaccicheranno!!!
Nessuno si era accorto di quello che stava accadendo alla silenziosa Rei. Fortissimi tremiti le percorrevano interamente, ed un vento innaturale sembrava essersi concentrato attorno a lei, e le increspava i capelli e la sottana come se fosse stata un fantasma. O un angelo.
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- Cosa... cosa mi sta succedendo?
Rei provava a ribellarsi a quello che le stava accadendo, ma sentiva la chiara incapacità di muovere anche solo un muscolo. Poi sentì di perdere il controllo della realtà. Mentre prima almeno riusciva a vedere quello che succedeva attorno a lei, adesso le sembrava di essersi profondamente addormentata, almeno fisicamente. Anzi, solo fisicamente, perché la sua mente era perfettamente cosciente, malgrado sembrava si trovasse in un sogno.
- Rei Ayanami.
- Chi sei? Che vuoi da me?
Davanti alla ragazza apparve una sua copia perfetta, solo completamente bianca e molto più grande. Rei si sentiva minuscola rapportata a quella donna.
- Rei, io sono Yui.
- Yui Ikari? La madre di Shinji Ikari?
- Rei, io sono te.
- In che senso tu sei me?
- Io sono Lilith.
- No, non è possibile. Non può già essere l’ora di diventare Lilith. Non voglio!
- Devi. Non si fugge dalla morte. Non si fugge dal proprio destino.
- Destino? Io non ho un destino mio.
- Anche tu hai un destino tuo. E devi compierlo.
- Io non voglio. Così moriranno tutti!
Rei aveva le lacrime agli occhi.
- Se questo è il tuo destino allora devono morire tutti.
- NO!!! Non devono morire! Loro non lo meritano!
- Potrebbe essere un premio, invece. Via dalle tristezze che la vita ci offre. Via da tutti questi problemi. Via dalle preoccupazioni.
- No, non si deve fuggire dai problemi.
- L’hai detto.
Immediatamente una luce abbagliante ricoprì le due figure, mentre Rei, terrorizzata, si guardava intorno cercando di capire cosa stesse succedendo adesso.
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- AYANAMI!!! AYANAMI, TORNA IN TE!!!
Attorno al corpo svenuto di Rei si erano radunati tutti, e Shinji, da più di cinque minuti stava cercando di farla riprendere chiamandola a gran voce e dandole dei piccoli schiaffi sulle guance. Rei sembrò riprendere conoscenza per un attimo.
- Oh, Ayanami, hai riaperto gli occhi...
- Oddio... Shinchan, non è normale...
- Cosa?
Le pupille. Dove erano le pupille di Rei? Occhi completamente vuoti. Ecco quello che non era normale. Rei aveva gli occhi completamente bianchi.
- Ayanami, cosa ti sta succedendo?
Asuka, preoccupata, le reggeva la testa, mentre Shinji per la sorpresa l’aveva lasciata andare. All’improvviso, Rei piantò una mano saldamente a terra, ed aiutata da Asuka si alzò in piedi. Ma non era normale. Appena fu in grado di reggersi da sola ricominciò a tremare, in corrispondenza dei battiti del suo cuore. Tum. Tum. Tum. Ed ogni battito, ogni tremito, la sua figura si ingrandiva. Si ingigantiva. Misato ebbe solo il tempo di sussurrare.
- Lilith... si è risvegliata...
Che immediatamente Rei spiegò due gigantesche ali dietro la schiena. Ormai era diventata un angelo.
- E adesso che facciamo, Ritsuko?
- Non lo so, ragazzi... non so come potremmo fermarla, senza gli eva...
- AYANAMI, TI PREGO, FERMATI!
- Ma Asuka, che stai facendo?
- Ayanami!!! Torna in te, ti prego! Non distruggere Neo Tokyo! Non uccidere nessuno!!!
- Asuka, Rei non ti ascolta nemmeno, capisci?
- Non me ne frega niente se non mi ascolta!
Asuka si voltò verso Shinji con gli occhi gonfi ed il volto rigato di lacrime.
- Non m’importa. Io voglio provare! Tanto non possiamo fare altro. AYANAMI!!!
Asuka si mise a correre verso la gigantesca Rei che lentamente stava inglobando lo 00. Shinji si sentì improvvisamente stupido ed inutile. Non perché sapeva che qualunque cosa avesse fatto non sarebbe servita a niente, ma perché effettivamente
non stava facendo niente. Nel frattempo Rei si era già fusa con lo 00 e lo 01. Adesso si dirigeva verso lo 02, che era arrivato per ultimo e quindi era un po’ più indietro. Shinji vide in un attimo, non sapeva come, che Asuka era riuscita ad arrampicarsi sopra lo 02, ed adesso stava cercando di fare capire a Rei, parlandole, che non doveva distruggere tutto. Non che il gigantesco essere le desse molta attenzione, comunque. Si dirigeva verso lo 02 soltanto con l’intenzione di assorbirlo.
- Ayanami! Ayanami, ti prego, dammi ascolto! Mi riconosci? Sono Asuka! Soryu! Ti prego, torna in te!
L’essere si voltò verso Asuka con sguardo interrogativo. Sembrava disposta ad ascoltarla, malgrado sembrasse che non gliene importasse proprio niente.
- Bene! Allora mi ascolti! Ayanami, io non so perché tu ti sia già trasformata in Lilith, ma dobbiamo fare in modo di sconfiggerla! Ayanami che sei nel corpo di Lilith, mi senti?
E Rei là dentro la sentiva, ma non aveva voce in capitolo. Non poteva governare né il corpo né i pensieri di Lilith.
- Soryu!!! Soryu, si! Ti sento, ma non riesco nemmeno a muovermi!!! Non riesco a fare nulla...
- Ayanami ti prego, vieni fuori!!!
Evidentemente Rei riusciva a sentire Asuka, ma Asuka non riusciva a sentire Rei. Pessima situazione. Intanto Misato e Ritsuko stavano ancora per terra, impotenti e minuscole di fronte a quella furia. Shinji non poteva sopportare tutto questo. Un nuovo Impact? Di nuovo la fine del mondo? Sarebbero morti di nuovo tutti sicuramente. E chi gli assicurava che sarebbero rinati di nuovo? Ed anche se fossero rinati di nuovo, chi gli assicurava che suo padre non avrebbe ricominciato il suo folle progetto esattamente daccapo, come adesso? No. Si doveva risolvere la faccenda. Si doveva risolvere ora, subito, e definitivamente. Perciò anche Shinji salì sullo 02, e cominciò a parlare con Rei.
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- Shi... Shinchan?
Asuka era sorpresa più che altro dal fatto di ritrovarsi Shinji accanto sullo 02. Lui la guardò per un attimo: gli occhi lucidi, ogni tanto una lacrima scendeva, i capelli appiccicati alla testa ed alla fronte per il sudore e le lacrime, debole, pallida... la sua Asuka era in quelle condizioni. Il massimo che potè fare fu metterle una mano intorno alle spalle, per lasciare che lei si abbandonasse a quell’abbraccio che avrebbe anche potuto essere l’ultimo. Se fosse accaduto ciò che doveva succedere lui avrebbe perso Asuka. E questo non era sopportabile.
- IKARI!!!!
Da dentro Lilith, Rei vedeva tutto, ogni cosa, e si era sorpresa anche lei di vedere Shinji salire sullo 02.
- Ragazzi, dovete scendere da lì, o Lilith vi assorbirà con l’eva!!!
Rei era in un ambiente indefinito. Sentiva un pavimento sotto i piedi, ma tanto non vedeva niente, perché il buio faceva da padrone dentro quel corpo. La ragazza si accasciò a terra senza forze. Lilith se le stava prendendo tutte. E in ginocchio piangeva e si disperava. Vedeva i suoi due amici lassù, sopra quell’eva, e sapeva di non poter fare niente per impedire la loro morte. E si sentiva in colpa. E si sentiva sciocca, e... un mostro.
- Ayanami!!! Riprendi il controllo!
Insieme, Asuka e Shinji stavano provando a chiamarla. Ma lei poteva solo ascoltarli e soffrire, senza fare niente. Era una situazione odiosa. Tutt’a un tratto le venne in mente Asuka. Proprio Asuka. Asuka che per farla reagire ad uno stato di nullafacenza l’aveva presa in giro con parole acide. Per amicizia. Poi pensò a Shinji. L’unico essere che lei davvero AMASSE. Un amore puro e vero. Li vide insieme. Stavano rischiando la vita ancora per lei. Stavano rischiando perché la volevano con loro. Possibilmente viva. Poteva Rei rimanere sorda ad un appello simile? Mai. Si rialzò in piedi, con le ultime forze che le rimanevano, e chiamò Yui.
- Yui, fatti vedere.
Il fantasma di Yui apparve.
- Rilassati Rei, ormai è fatta, e tu sei molto stanca. Fra poco anche lo 02 sarà assorbito e poi provocheremo il Fourth Impact. Ancora un attimo di pazienza.
- No.
- Cosa?
- Hai capito bene. Io non ci sto a distruggere il mondo.
- Ma ormai tu sei Lilith, non puoi fare più niente. Non puoi uscire, non puoi ribellarti...
- Si invece!!!
E così dicendo Rei urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. La sua personalità prese il sopravvento sulla freddezza di Lilith, e lentamente sentì di stare prendendo il controllo di quel corpo immenso. Era come guidare un eva, solo che nel suo eva si sentiva al sicuro. In questo corpo di angelo non riusciva a rilassarsi. Provava comunque una brutta sensazione di fastidio. Si sentiva ancora debole, ma almeno si era fermata. Riaprì gli occhi per vedere lo 02 fortunatamente ancora al suo posto, con i ragazzi sopra, e sorrise, con loro somma sorpresa. Doveva parlare. Doveva far loro sapere che ce l’aveva fatta.
- Ra... ragazzi... c...
- AYANAMI!!!!!!!!!!!!!!!!
L’urlo di Asuka riempì il cielo e le nuvole, e calde lacrime di gioia ricominciarono a rigarle il volto. Anche Shinji pianse. Solo due lacrime, ma era troppo felice per mantenere il controllo anche in quella situazione.
- Ayanami, ora esci da quel corpo, ti prego!
- Non è così semplice, Ikari...
- Come?
- Non posso uscire dal corpo di Lilith. D’altro canto, se rimanessi qui dentro, probabilmente mentre io mi riposo Lilith potrebbe riprendere il controllo di questo corpo e ricominciare a distruggere tutto. Ed io non avrei la forza per ristabilire i ruoli. Perciò... c’è una sola cosa da fare...
- No! Non ci pensare nemmeno Ayanami! Tu non puoi ucciderti!
Rei nemmeno si stupì quando Asuka capì che cosa aveva intenzione di fare. Ormai era abituata alla perspicacia della ragazza. Chissà perché quella rossa riusciva sempre a capire in anticipo quello che gli altri avevano fatto o volevano fare. Lo aveva fatto con Shinji e con lei. Poteva anche riuscire a fare cambiare idea alle persone, coi suoi ragionamenti logici che non facevano una piega, ma non era questo il caso. C’era una sola cosa da fare, e Rei aveva già accettato il suo destino. Anzi, non era destino, perché il destino non esiste. Sono gli uomini che decidono cosa fare. E Rei aveva deciso di farsi esplodere alla NERV. Per distruggere una volta per tutte quella fabbrica di morte e salvare per sempre le persone che amava. Perciò lanciò un ultimo sguardo ai due ragazzi, sorrise di nuovo, e si diresse verso la NERV.
- Cosa vuole fare, Asuka?
- Ma non l’hai ancora capito, baka-Shinji???? Si vuole fare esplodere con tutta la NERV!
Asuka si voltò di nuovo per guardare la sua migliore amica che si auto condannava a morte. Un’altra lacrima uscì dai suoi occhi. Ma questa volta non ci poteva fare più niente.
- Ayanami...
Accadde tutto in un secondo. Con una velocità impressionante. Nemmeno rumore. Soltanto una bianchissima luce abbagliante, che circondò tutto quanto nel raggio di chilometri. Asuka e Shinji non sentirono nemmeno dolore, quando vennero circondati dalla luce, ma quando rinvennero erano ancora sullo 02, che non si era mosso si un millimetro. Shinji svegliò Asuka e scese immediatamente dall’eva per andare a svegliare Misato e Ritsuko. I due ragazzi le lasciarono ancora mugolanti per terra e si diressero correndo verso la NERV, che adesso non sembrava più tanto lontana. Shinji calcolò che dovevano avere raggiunto il posto solo in un quarto d’ora, tanta era la velocità con cui avevano corso. Arrivarono ad un gigantesco ammasso di detriti. Non c’erano nemmeno cadaveri. Solo un’immensa distesa di lamiere, tanto fumo e una voragine profonda. Molto profonda, il cui fondo era troppo profondo per essere trovato. L’illuminazione l’ebbe Shinji. In un angolino, sotto una lamiera, spuntava un piede. Che fosse...? No, scartò immediatamente l’ipotesi perché non voleva sperare troppo, e non voleva fare sperare troppo nemmeno Asuka, che era già abbastanza distrutta. Nel frattempo anche la ragazza aveva notato il piede. Si erano diretti verso la lamiera e, lentamente, anche troppo, l’avevano sollevata.
- Ayanami...
Quel nome... Shinji lo pronunciò in un soffio. Si chinò e la abbracciò con tutte le forze che aveva. Asuka non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi gelosa, perché provò esattamente lo stesso impulso di abbracciarla di Shinji.
- Ayanami!!! Sei ancora viva! Sono così felice...
- Shinji... ahi... mi fai male...
- Scusa, scusa Ayanami...
- Quando comincerai a chiamarmi Rei?
E poi svenne. Shinji ed Asuka si guardarono ancora una volta, sorridendosi, e poi lui prese in braccio Rei, per riportarla a casa.
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- Ma... cosa?
- Reichan! Ti sei svegliata, alla fine!!!
- Asuka... ciao...
- Come ti senti? Hai qualche dolore?
- Sarei una bugiarda se ti dicessi di no... ahi... la spalla...
- E sei fortunata che ti faccia male solo quella! Sei stata davvero un’incosciente, lo sai?
Rei si limitò a sorridere. Sapeva di essere stata un’incosciente, ma d’altronde, cos’altro avrebbe dovuto fare in una circostanza del genere?
- Scusa...
- AH! NO! Non cominciare anche tu a chiedere scusa anche quando fai qualcosa di buono! Certo che siete proprio pazzeschi, tu e quel baka...
Incredibile... Asuka aveva il potere assoluto di rendere Rei allegra e felice. Ogni singola uscita di Asuka provocava in Rei una strana reazione in cui sentiva il forte bisogno di ridere, o quantomeno sorridere. Rei provò a sedersi, perché le faceva male il petto a stare così distesa.
- Ma che stai facendo Reichan??? Non stai ancora tanto bene da alzarti!
- Come mi hai chiamato?
Rei la prima volta aveva pensato che Asuka non ci avesse fatto caso chiamandola Reichan, ma adesso che lo aveva fatto per la seconda volta non poteva essere un caso... ed Asuka non era certo tipo da dare il chan a chiunque. Chiamava con il chan solo Shinji, che era il suo ragazzo e la persona che amasse di più al mondo. Quindi voleva dire che Asuka le voleva davvero molto bene! La rossa arrossì improvvisamente.
- N... non ti piace che ti chiami Reichan?
- Mi fa molto piacere Asukachan...
Poi entrambe le ragazze sorrisero, godendosi quella sensazione di affetto che si era sparsa nella piccola stanzetta bianca dove Rei era stata messa a riposare. Non si accorsero nemmeno quando entrò Shinji nella stanza.
- Oh, Rei! Ti sei svegliata!
- Ciao Shinji. Come va?
- A dire la verità sarei io che dovrei chiederlo a te, sei tu quella che si è fatta esplodere.
- Io sto abbastanza bene... solo qualche dolore alla spalla ed al petto...
- E sei fortunata ad avere solo quelli! Sei stata davvero un’incosciente...
- Si, lo so... me l’ha già detto Asukachan...
- Eh? Da quand’è che voi due vi date del chan?
- Esattamente da oggi, amore...
- Potrei diventare geloso, Asuka... io non ti chiamo mai Asukachan...
- Non è necessario Shinchan... non mi posso innamorare di Reichan, è una mia amica...
- Davvero?
- Ma certo baka! Che vai a pensare...
- Scusate se mi intrometto nella vostra discussione prematrimoniale, ma ci sono anche io!
- Oh, scusa Reichan...
- Sentite, ma questa non è la catapecchia... che è successo?
- Tu hai dormito per ben due settimane, Reichan, e noi nel frattempo, siamo tornati a Neo Tokyo, logico...
- Ma, non ci sono stati problemi, no?
- Di nessun tipo Rei... hai distrutto tutta la centrale. Sono morti tutti, compreso mio padre...
- Mi dispiace per Maya e gli altri...
- No. I dipendenti non erano alla NERV, in quel momento, Rei. C’era solo mio padre. Pare che abbia congedato tutti una mezz’oretta prima che tu andassi ad esplodere.
- Davvero?
- Davvero. Una buona azione, nella sua vita, l’ha fatta anche lui. Probabilmente all’inferno saranno più clementi con lui. Magari Satana lo inviterà e prendere un tè, che so...
- Oh, basta parlare così Shinchan! Non è mica bello... e poi è deprimente...
- Va bene... senti Rei... hai qualche voglia particolare? Da mangiare, intendo... oggi si accettano ordinazioni, perché cucino io...
- Io voglio mangiare alla messicana!
- Asuka, non dire idiozie, per favore...
- Uffa...
- Shinji... non è che mi faresti... dei ramen?
- Ramen? Con che condimento?
- Bianchi... mi piacciono di più...
- Come vuoi Rei... ci vediamo a pranzo!
E così dicendo uscì. Si era risolto tutto, alla fine, no?
- Reichan, ascoltami...
- Che c’è Asuka?
- Voglio che tu lo sappia per prima... io...
- Oddio, sei incinta!
- C-Come fai a saperlo?
- Me lo sentivo... tutto qua...
- Comunque si... questo mese non è arrivato il ciclo...
- Shinji lo sa?
- Non ancora...
- Sono contenta... per te, intendo... io penso che non potrò mai avere figli...
- Secondo me avrai un bambino bellissimo, quando ti innamorerai di qualcuno così tanto da volere una famiglia con lui...
- Grazie... come lo senti? Maschio o femmina?
- Femmina... la sento femmina...
- E come vorresti chiamarla?
- Kyoko, come mia madre, sperando che non le porti sfiga...
- Hehehe... Kyoko è un gran bel nome, secondo me...
- Grazie Reichan... adesso andiamo a tavola, se te la senti di alzarti...
- Eccome se me la sento... ho una fame da lupi!
Epilogo.
Asuka e Shinji hanno avuto la loro bambina, una bellissima castana col carattere della madre e gli occhi azzurri e l’hanno chiamata Kyoko. Rei è ancora single. Per adesso non se la sente di incominciare una relazione, perché si sente ancora legata a Shinji. Lei ed Asuka sono ancora amiche e qualche giorno fa hanno mollato tutto per una settimana e sono andate insieme a fare un viaggio alle Hawaii. Shinji ha insistito per andare all’anagrafe e ha fatto diventare Rei sua sorella a tutti gli effetti, e questo è stato il passo decisivo per farla staccare sentimentalmente da lui. Ufficialmente adesso Rei è in cerca di un ragazzo. Ma è molto selettiva. Misato e Ritsuko sono presissime tra il loro nuovo lavoro di proprietarie di una pasticceria (incredibile ma vero: Misato ha imparato a cucinare dolci in maniera divina!) ed il lavoro a tempo pieno di zie non ufficiali della piccola Kyoko che è sempre arroccata a casa loro in quanto Asuka è diventata collaboratrice di un fisico nucleare, Rei lavora in un ristorante dove la sua specialità sono i ramen in tutti i gusti e Shinji lavora nel suo studio di avvocato. Vi sembrano vite normali? Anche troppo, no? Ma d’altronde cos’è che si possa desiderare di più se non una vita tranquilla e felice?