Titolo originale: id.
Autrice: Strike Fiss
Genere: Erotico/Romantico
Pairing: AsukaXShinji
Personaggi: un po' tutti.
Rating: NC-17
AVVISI: Language, Lemon, Traduzione.
- Seguito di "Holding Hands", una delle fic LAS più valide ed antiche dell'intero fandom di Evangelion.
Commento della traduttrice: E dunque questo è il tanto atteso seguito della famosissima “Holding Hands”… XD mia seconda traduzione, quindi se trovate errori/imperfezioni o avete consigli da dare fatemelo sapere ed aiutate una giovane piantina a germogliare *-* Modesto parere sull’opera che avete letto… so che molti di voi saranno delusi XD Ci si aspetta di ritrovare la stessa atmosfera del prequel di questa fic ed invece è una cosa DANNATAMENTE (XD AsukamodeOn) zuccherosa XD Lievemente (per usare un eufemismo) OOC, ma si presuppone siano passati anni dalla fine di HH1, dunque direi che è giustificabile è.é Nel complesso, secondo me, perfino abbastanza gradevole ^^ Si aspettano commenti è___é Grazie per aver letto!
Autrice: Strike Fiss
Genere: Erotico/Romantico
Pairing: AsukaXShinji
Personaggi: un po' tutti.
Rating: NC-17
AVVISI: Language, Lemon, Traduzione.
- Seguito di "Holding Hands", una delle fic LAS più valide ed antiche dell'intero fandom di Evangelion.
Commento della traduttrice: E dunque questo è il tanto atteso seguito della famosissima “Holding Hands”… XD mia seconda traduzione, quindi se trovate errori/imperfezioni o avete consigli da dare fatemelo sapere ed aiutate una giovane piantina a germogliare *-* Modesto parere sull’opera che avete letto… so che molti di voi saranno delusi XD Ci si aspetta di ritrovare la stessa atmosfera del prequel di questa fic ed invece è una cosa DANNATAMENTE (XD AsukamodeOn) zuccherosa XD Lievemente (per usare un eufemismo) OOC, ma si presuppone siano passati anni dalla fine di HH1, dunque direi che è giustificabile è.é Nel complesso, secondo me, perfino abbastanza gradevole ^^ Si aspettano commenti è___é Grazie per aver letto!
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Neon Genesis Evangelion
Holding Hands 2
Strike Fiss, 2002
Le feste di Natale di Misato sono famose, anche di questi tempi. Si portano dietro anche un sacco di ricordi.
Mi ritrovo a pensare agli ultimi mesi, vedendoli come immagini confuse un po’ troppo veloci per quanto ero felice in quel periodo. Asuka ed io stiamo finalmente insieme, dopo tutto. Abbiamo una vita, insieme. Ci diamo consolazione e piacere a vicenda. L’amore è finalmente tornato nella mia vita, malgrado io sappia che siamo entrambi ancora troppo spaventati per ammetterlo.
La scuola va bene, ma sono contento di avere finito per un po’ di settimane. Ad Asuka non importa molto, dal momento che lo trova così dannatamente poco faticoso. Ogni tanto devo ricordare a me stesso che è tanto intelligente quanto è bella. (Se non di più) Comunque, è felice anche lei di essere in vacanza.
Misato ci accoglie alla porta con Maya, che a quanto ho sentito è la coinquilina della nostra tutrice fino a quando Ritsuko non esce dall’ospedale. Il lavoro di mio padre ha lasciato quest’eredità. Anche dopo tre anni. Ma c’è speranza che torni ancora a camminare, ed a parte le gambe indebolite, sembra essersi ripresa perfettamente.
Asuka e Misato si rincontrano fra le lacrime. Sono commosso da quanto siano vicine. Siamo stati così lontani negli ultimi mesi, e comunque la famiglia è ancora viva. Siamo ancora legati, in una maniera che mio padre non avrebbe mai capito.
Mi accingo ad entrare quando la porta si apre e…
“KENSUKE! TOJI!” quasi salto addosso ai miei amici, che, in qualche modo, mi afferrano con uguale entusiasmo.
“Bene bene! Se questo non è Ikari!” ride Toji, dandomi una pacca sulla schiena con un braccio forte, sebbene artificiale. Non posso dire niente, comunque. È così bello rivederlo! “Spero che la ragazza diabolica ti stia trattando bene.”
Asuka scioglie l’abbraccio con Misato per mostrare a Toji il medio, ma presto si scambiano un breve ma affettuoso abbraccio. “Sono contenta di vederti anche io, Spalla.”
“Dunque, come ve la passate voi due sposini all’università?” chiede Kensuke, che sta già filmando il ritrovo con la sua onnipresente videocamera.
Non posso esimermi dal sorridere al termine “sposini”. Non sembra più un’idea tanto assurda. Il fatto che io stia arrossendo come un pomodoro al pensiero, comunque, è un po’ fastidioso.
“Ti PIACEREBBE saperlo…” ride lei. “Hentai.”
“Parlando di questo.” Kensuke rivolge la sua attenzione a Misato. “Come sta la nostra adorabile ospite stasera?”
“Neanche lontanamente ubriaca quanto tu vorresti che io sia.” Misato mostra un veloce sorriso da predatrice al giovane uomo, poi si dirige in cucina. “Chi vuole una birra?”
Toji e Kensuke urlano “Ooooooo!” e le corrono dietro.
Maya sorride e ci invita ad entrare. Sembra identica a com’era quando ci salutammo l’anno scorso. È come una folata di vento dal passato. “Entrate, voi due. Datemi i vostri cappotti.”
Le diamo le nostre giacche ed Asuka lancia la borsetta in un angolo dell’armadio. “Dunque, Ikari?” mi sorride quando tutti hanno rivolto altrove la loro attenzione. “Glielo dobbiamo dire stanotte?”
“No.” Dico agitandomi. Davvero, non mi sento di spiegare tutto a Toji e Kensuke adesso. “Voglio solo godermi la serata.
Lei sembra comprendere, ma… oh, no… ha quella luce negli occhi.
“Okay. Magari la prossima volta.”
Dannazione. Conosco quello sguardo.
Dove l’ho visto prima?
Comunque sia, mi sta facendo diventare nervoso.
Sono talmente nervoso che non realizzo che la bevanda che mi hanno dato è un mix dei tipici di Misato. Non prima del secondo boccale strapieno. Lo capisco solo perché non sto litigando con Asuka dopo che lei si è chinata verso di me e mi ha baciato.
Di nuovo.
Oh… e di nuovo.
Comunque, molla la presa nel momento in cui cerco di spingerla verso una situazione un po’ più stabile, ed ammicca, allontanandosi per parlare con le ragazze.
La mia visuale è riempita da due miei amici apparentemente molto sorpresi.
“Dannaaaaaato…” dice Toji. Arrossisco quando realizzo che Asuka non mi stava dando un bacetto sulla guancia. Ci stavamo… BACIANDO… baciando in maniera così dannatamente dolce, per giunta.
Kensuke riavvolge prontamente il nastro, assicurandosi di aver registrato il bacio con la videocamera. “Voi due… quando…?”
“Non è niente!” mento. Mento sul serio. Non la bevono nemmeno per un secondo. “Davvero nulla.” Dico con un sorriso affettato lasciandomi andare sulla mia sedia.
Questo mi piace.
Sì. È molto dolce.
Mi sento riscaldato. Tutto intorno e dentro di me. So che probabilmente è solo il fatto che non sono abituato a bere, ma sembra che qualsiasi cosa io faccia non possa accadere nulla di brutto.
Mi rilasso e mi diverto. Le luci ed i colori della stagione mi danzano intorno. Gli amici mi camminano vicino ed io parlo con loro, anche se devo ammettere di non ricordare neanche una parola.
È davvero strano. Mi sento come stessi sognando. Come se in un momento potessi svegliarmi, e tutto questo potesse sparire. Quando Misato e Maya cominciano a cantare qualche canzone di Natale in sottofondo, riesco ad afferrare solo la parola “allegramente”, ancora ed ancora, nonostante sia certo che la prossima frase sarà “la vita è solo un sogno.”
Sopra tutto, comunque, vedo Asuka. Come un punto di riferimento perfettamente calmo nella mia visuale annebbiata, illuminata dal bagliore delle candele, Natale e sorrisi tutti intorno a lei.
Come ho fatto a finire con una donna simile?
Quando sono sicuro che nessuno possa sentirmi, prendo un altro bicchiere di fresco drick… poi… un altro ancora dal contenitore di plastica sul tavolo.
Metto il nuovo bicchiere sul tavolo, di fronte e me, e mi sento quasi soffocare. Ma sorrido, nonostante tutto.
“Buon Natale, papà.” Dico al bicchiere. Anche se tutto questo è solo un sogno, non ho intenzione di mancare l’occasione per ringraziare mio padre.
Farmi incontrare Asuka è stato il più bel regalo che potesse farmi.
*
“Voi due sicuramente non volete passare la notte da Misato, vero?”
Maya è una persona meravigliosa. Le voglio bene come ad una dolce, lontana cugina.
Comunque, se me lo chiede un’altra volta… la ammazzo.
Shinji, da quel dolce baka che non è altro, risponde per me. “No, grazie, Maya…” singhiozza. “Misato mi farebbe bere ancora. Io ho concluso.”
Sento la mia testa che ronza leggermente. “Già.” Aggiungo. “E’ più di quanto riesca a sopportare.”
No. Non sono stanca.
Sono estremamente eccitata.
Cosa? Conoscete quella sensazione! Quando la tua mente si ferma fino a quando non puoi pensare ad altro che non sia essere nuda a sfregarti contro qualcuno?
Ancora meglio, qualcuno che probabilmente sta pensando esattamente le stesse cose.
Non mi è consentito? Cavolo se mi è consentito. Shinji non aiuta. Ha passato l’intera nottata a toccarmi. Mi ha sfiorata nell’ingresso. Un po’ più decisamente quando nessuno guardava. Mi ha circondato con le braccia… un po’ più stretta ad ogni ballo.
E mentre aspettavamo che Maya, il nostro autista ufficiale, entrasse in macchina, Shinji si è chinato verso di me ed ha cominciato a mordicchiarmi un orecchio.
Anche dall’altra parte, così ha dovuto passare sul mio petto e leccare ovunque durante il percorso.
Ed io semplicemente sto seduta qui, terrorizzata, e brontolo a me stessa malgrado tutto.
Mi conosce. Sto soffrendo adesso, mentre lui non mi tocca. È una meravigliosa, dolcissima sensazione. Volere qualcosa che è seduto proprio accanto a te, ma non riuscire a prendertela.
Shinji lo sa.
Oddio, e se quel ragazzo non lo sa, sarò io a mostrarglielo. Ogni volta che lo bacio vorrei che durasse un po’ di più. “Farlo” NON è abbastanza, stanotte. Non quanto lo sia stato negli ultimi mesi.
Asuka vuole di più.
Oh, sì. Lo vuole.
Vuole qualsiasi cosa Shinji possa darle. Non farà la difficile. Sa già che lui ha ALMENO le componenti necessarie per darglielo. Oh, sì. Asuka presta molta attenzione ai momenti in cui lo fanno. Ad Asuka piace così tanto…
Mmm… Yup. Posso dire quando sono entrata davvero in hentai-mode quando comincio a parlare di me stessa in terza persona. È più facile pensare alle cose che stai per fare quando immagini che possa succede a qualcun altro.
Sì, funziona.
Asuka Langley intende strapparsi di dosso i vestiti, stanotte. Poi, intende far fare lo stesso a Shinji Ikari. Asuka Langley non si ritiene responsabile per ciò che accadrà dopo. Asuka Langley ne ha solo una pallida idea. Non è davvero colpa sua se fanno…
Di più…
La macchina si ferma, e quasi casco per terra per la fretta di uscire. Siamo a casa. Shinji è più paziente, comunque, e mi aiuta a rialzarmi. Poi, si volta verso Maya e la ringrazia per aver guidato. Lei ci augura un felice qualcosa o altro, e dopo va via lentamente.
Aspettiamo fino a quando non scompare dalla vista.
Non un secondo di più, comunque.
Shinji quasi mi avvolge nel suo cappotto, mentre ci baciamo.
Oh, sì. Asuka vuole di più… per favore, non fermarti. Non c’è bisogno che glielo dica. Sono sicura che i rumorini suadenti che emetto siano abbastanza chiari. Dannazione… non ho mai fatto tutti questi rumori, prima d’ora…
In qualche modo, superiamo i gradini lisci come il ghiaccio fino all’entrata del palazzo, ed arriviamo senza cadere. Entrambi proviamo ad aprire nello stesso momento e cominciamo una lotta per il controllo del lucchetto. Alla fine vinco io, e riusciamo ad entrare nell’ingresso scuro.
Lui pressa il bottone dell’ascensore e le porte si aprono. Ci fiondiamo dentro. Io sospiro e mi abbandono nell’angolo più lontano. Lui si ferma, schiaccia il bottone per il nostro piano e poi mi raggiunge nell’angolo nel momento in cui le porte si chiudono.
Le mani di Shinji scivolano lungo le mie braccia, sfilando il cappotto per me. Nonostante il leggero soprabito che indosso, tremo al suo tocco. Cerco di baciarlo in risposta, ma lui mi stringe, ed i miei sforzi servono solo ad intensificare il bacio lì dov’è. Umidi, appassionati sospiri riempiono la cabina, e mi ritrovo ancora più eccitata da questi suoni.
Aspetta… so che sta arrivando… Ahh. Eccolo.
Si ferma… velocemente… ansimando forte, dolci respiri contro le mie labbra. “Asuka… se mi dici di fermarmi… mi fermo…”
“Fermati…” sospiro “e ti ammazzo. Mmm…”
Questo sistema tutto.
Ci catapultiamo sul pianerottolo deserto, quando l’ascensore ci deposita vicino casa. Shinji si occupa di questa porta, lasciando le mie mani liberi di fare in modo che la sua giacca sia pronta da sfilare appena varchiamo la soglia.
Le luci sono spente, ma ci muoviamo facilmente aggirando i piccoli ostacoli, finché Shinji non si ferma davanti allo stereo e maldestramente passa oltre la mia vita cercando una cassetta da mettere.
Mmm. Carezzine maldestre. Ad Asuka piace già.
La sottile ma brillante luce dell’equalizzatore dello stereo ha un piacevole effetto nella stanza buia. Sembra una candela azzurra che va a ritmo di musica.
Oooh…
Mi conosce.
Questa canzone è dolce…
Ma non sono venuta qui per la musica. Shinji mi guarda con sorpresa mentre mi sfilo la maglietta.
*
Oh mio Dio.
Oh mio Dio.
Sì, lo so che l’ho già detto, ma…
Oh mio Dio.
Deve essere un sogno.
No. Non lo è. Lei è reale. Oh Dio, se è reale. In tutti i sensi.
Sospira quando prendo fra le labbra il suo capezzolo sinistro. Le sue mani sono sulle mie spalle, e mi tirano più vicino. “Shin… Ahh!” singhiozza forte, ed il suo seno si pressa contro la mia lingua mentre prende aria.
È così dolce. Un pizzico di sale sulla pelle si mischia col suo naturale, raffinato sapore. È come il momento culminante della sinfonia, quando alla fine tutti gli strumenti si uniscono, preparandosi a raggiungere il climax del suono.
Asuka mi lascia assaggiare un seno, poi l’altro. È qualcosa che non avrei mai pensato di poter fare. Qualcosa che solo sognavo nei momenti di solitudine. Non c’è freddo, qua dentro, quindi dev’essere l’eccitazione a renderla così calda. È la più strana sensazione che si possa sentire con la lingua. È qualcosa che continuerò a volere ancora. Può essere rimpiazzata solo da un altro bacio, o con qualcos’altro di audace.
E lo faccio.
E lei me lo lascia fare.
Mi fermo solo per lasciarle il modo di togliermi la maglietta. Poi, comincio a sbottonarle i jeans.
“Oh Dio…” sospira ansiosa. Una volta eliminato il bottone, posso sentire il suo intero corpo tremare.
È questo il mio modo di fare? Non proprio. Ma la mia bocca e la mia mente sono occupate altrove.
“Shinji… io non so se…” un breve ma intenso sospiro riempie l’aria. “Shinji… ahh! P… per favore, Shinji… mmm… sì… oh… così… mmm mmm…”
Qualsiasi cosa dica è musica per me. È distesa sul più grande dei nostri cuscini, e si da completamente a me, mentre i sospiri aumentano di velocità. Ogni cosa che esploro, e bacio, e tocco, è impressa a fuoco nella mia mente. Il sapore muschiato, ma dolce come il miele, sulla mia lingua è più intossicante di qualsiasi cosa abbia mai provato. Non ci vuole molto prima che io mi ci perda completamente… e mi ritrovo a carezzarla con la lingua, strofinando, separando e sorseggiando. Le parole cominciano a svanire, e la mia mente si concentra solo sul gusto e sul tatto… non mi avevano avvertito che questi due sensi potessero provocare tanto piacere…
“Sh… Shinji…” mi implora. “Non posso… h… hhhaaa…”
Guardo in alto, notando per la prima volta che adesso è completamente nuda. Una delle finestre che lascia entrare nella stanza la luce della luna, fa brillare il suo intero corpo. Perfetta, pallida pelle irradia una soffice luce nell’oscurità. I suoi occhi, anche adesso, sono aperti e chiari, per quanto ardenti di desiderio. I suoi segosi capelli biondi disordinati in un modo che trovo pericolosamente sexy.
Oh…
Ha usato il tempo che ho passato a fissarla a suo vantaggio, e mi ritrovo spalle a terra, con lei seduta esattamente sul mio inguine. Un secondo dopo i miei pantaloni sono scomparsi, e lei si ferma un momento davanti ai miei boxer.
Se non la conoscessi meglio, potrei giurare che sembra una bambina mentre sta per aprire un regalo di Natale. Lo fa. Sono disarmato mentre lei mi libera dal mio ultimo capo di vestiario, e solleva lo sguardo, e mi sorride.
“Shinji-kun…” sospira. “Questo è per me?”
Prima che possa risponderle, mi zittisce con un bacio. Profondo ed appassionato. Se potessi scegliere, affogherei felicemente in questo bacio.
“Perché non sei niente male…” replico, ricevendo in cambio un altro bacio.
Qualcosa di caldo mi avverte che Asuka si sta arrampicando su di me… guidata dalle mie mani, per quanto io giuri che non fossi in grado di controllarle, a quel punto. Asuka si posiziona esattamente sopra di me. “Shin-kun… sei pronto?”
Per quanto dubiti di essere in grado di considerare veramente le conseguenze di tutto ciò, annuisco, completamente imbambolato mentre questa bella donna mi si distende addosso abbassando i fianchi. Sospiriamo entrambi quando le entro dentro. Solo un po’ all’inizio… so che non vuole avere fretta. È esageratamente stretto, ma invece di sentirmi a disagio, tutto ciò che posso sentire è questo calore crescente che mi avvolge.
“Oh Dio… Shinji…” si morde le labbra abbassandosi ancora un po’. Sento una barriera, e lei si ferma, probabilmente sapendo già cosa succederà dopo.
Mai sottovalutare Asuka quando si fa male. Comunque, un gentile e caldo offuscamento dei sensi l’aiuta ad ignorare il dolore, perché va avanti, afferra la mia lingua
con la bocca e semplicemente si impala su di me. Non c’è nessun urlo di dolore. Invece c’è un altro acuto gridolino di piacere.
Si stringe a me mentre la penetro più a fondo che posso. Quando finalmente sono tutto dentro, il sospiro che entrambi stavamo trattenendo viene fuori. La
sensazione di essere completamente circondato da lei è quasi più di quanto io possa sopportare.
“N… non… è stato tanto male…” la sento mormorare contro il mio orecchio. “Shinji… sei stato perfetto…”
“Non hai idea di quanto io abbia voluto sentirlo…” dico.
Sorride dolcemente. “Hentai…”
“Mmm… Asuka-hentai…” replico con un ghigno.
“Ah, sì?” aggrotta le sopracciglia con fare beffardo, e comincia a separarsi da me. Solo di un pollice, comunque. Poi torna indietro. Malgrado i suoi tentativi di
apparire arrabbiata, tutto ciò sembra divertirla un bel po’.
Sono in paradiso.
Nessun altro pensiero può esprimere veramente il sovraccarico che sto sperimentando nella mia mente. Perfino la grande Asuka sembra incapace di gestire più
di un occasionale gridolino di piacere o un affaticato sospiro mentre io mi spingo dentro di lei ancora e ancora. Le nostre bocche si chiudono in posti in cui è
fisicamente impossibile, e non posso credere al suo sguardo mentre facciamo l’amore.
Improvvisamente il nostro moto si ferma. Oh dio… fa che questo non sia un sogno. I sogni finiscono sempre in momenti come questi…
“Non fermarti… nonfermartinonfermartinonfermarti!” supplica Asuka. Mi pianta le unghie nella schiena, come stesse tenendo stretta la vita di una persona cara.
“Shinji… non fermarti… io… io sto per v.. v…”
Quasi dimentico quanto ci sia vicino io stesso, mentre lei urla il mio nome e mi seppellisce sotto di sé quanto può. Il suo intero corpo si tende e freme, trascinandomi
con sé mentre entrambi ci agitiamo e sospiriamo. Riceve avida il mio seme, succhiandomi tutto. Neanche riesco a respirare per il piacere che minaccia di spegnere
completamente il mio cervello.
Siamo un’unica cosa.
Finalmente.
E non posso credere che l’unica parola a cui riesca a pensare… l’unica cosa che riesca a dire a me stesso… sia…
“Wow…”
Il mio povero cervello dev’essere seduto al mio fianco, guardandoci goffamente, cercando di capire come sia andata.
Finalmente dei pensieri coerenti riescono a raggiungermi quando la sento scivolare via da me, ancora annaspando in cerca d’aria. “Stai…” la mia voce non è molto
forte, al momento. “Stai bene?” chiedo. Dobbiamo essere rimasti in silenzio per minuti interi.
Penso che abbia appena mormorato.
Un lungo, profondo, gutturale suono fugge dalle sue labbra, mentre lei riposa sul mio petto. “Davvero bene…” sospira dolcemente.
Mi sistemo sui cuscini sparpagliati attorno a noi come un nido. La mia testa ronza, e non è tutta colpa dell’alcool. Dove mi tocca lei è il fuoco, e dove lei non c’è,
solo aria fredda. La schiena mi fa un po’ male, ma considerando il motivo del dolore, non m’importa.
Sentiamo un rumore sordo, che segnala il cambio lato della cassetta.
“Ti amo.”
Solleva lo sguardo su di me e sorride. Per un secondo, non so chi l’abbia detto, ma lei ripete. “Ti amo, Shinji Ikari…” le sue mani vanno su, posandosi sulle mie
guance. “Con tutto il mio cuore.”
“Ti amo anche io.” Sospiro in risposta. Che altro posso dire? Come posso tramutare i miei sentimenti per lei in parole? Non posso. La cosa ad essi più vicina che
posso sperare di fare è suonare ancora per lei.
Posso leggere più gioia nel modo in cui ci sfioriamo l’un l’altra… assicurandoci che tutto ciò è reale. Onesto. Noi. Una parte di noi ancora stretta, sofferente e presa
dalle vertigini… l’altra parte è perfettamente calma. Ama. È tenera. Non ho mai sentito tanto un tocco quanto quello di Asuka che mi accarezza una guancia, poi la
schiena…
D’improvviso, sembra terrorizzata. “SHINJI!” scosta la mano dalla mia schiena. “Oh… mi dispiace!”
Noto il sangue e scuoto la testa. “Fa niente.” Sorrido.
“Stupido! Sei troppo ubriaco per capirlo adesso!” brontola, sollevandosi di scatto. Oooh… che bella vista. È ancora nuda, dopotutto.
“Andiamo.”
“Sì, mein Fuhrer.” Sorrido, ripulendola dal mio seme. Mi stringe la mano mentre entriamo in bagno assieme.
Non penso di essere mai stato così felice di essere ferito, nella mia vita. Mentre chiudo la porta del piccolo bagno, la vedo guardare indietro nello specchio.
“Shinji-kun…” sospira. Quel meraviglioso, soffice, dolce sospiro che mi da tanti guai. Lo seguo e mi ritrovo ad avvolgerla con le braccia. Nello specchio vedo
l’inquadratura migliore.
Siamo insieme. Splendiamo d’amore e cura. Devo ammetterlo, non pensavo fossimo così… perfetti.
Nessuno dei due si muove per un lunghissimo tempo, fin quando alla fine, non ci incontriamo in un bacio.
*
Hikari si è sposata.
Non ci posso credere. Con quello scemo, naturalmente. Con chi altro si sarebbe dovuta sposare? Suppongo, comunque, di non essere meglio. Ho sempre pensato
Shinji fosse solo un gradino più in alto dello scemo. Forse Hikari ha imparato quello che ho imparato io con Shinji.
È passato un altro anno e mezzo. Un po’ di cose sono cambiate. Prima di tutto, io e Shinji abbiamo preso un fantastico studio-appartamento nelle parti più antiche
della città che sono state ricostruite.
C’è qualcosa di veramente meraviglioso nel vivere in un luogo concepito per l’arte. È così aperto e spazioso… tante stanze per incorniciare il mio splendido
Shinji-kun, e per fargli fare tutte quelle splendide cose che mi fa…
Oh mio dio…
Shinji ha conseguito una prestigiosa laurea in scienze tecnologiche, ed intende conseguirne un’altra in teologia quest’inverno, probabilmente. Ha nel sangue la
realizzazione degli Evangelion, davvero, ed è il primo della classe per qualsiasi materia ritenga importante per il progetto Eva-
Ed io? Io sono stanca della scuola. Uno può bastare. Comunque, ho ricevuto un dottorato ad onore in psicologia. Già, proprio così!
A Shinji sembra piacere quando giochiamo al “Dottore”. Heheh.
Non è che io sia un’hentai o cose del genere.
Ha!
Okay, sì, ammetto che quell’aspetto della nostra vita è diventato davvero dolce da quel giorno. Dannati pervertiti tutti attorno a me, come potrei resistere?
Oh, comunque, avevo proprio ragione. Sa cosa mi piace, dove mi piace e quando mi piace. E le ragazze a scuola sanno DANNATAMENTE bene che non ho
intenzione di cederlo, in ogni caso.
Il mio baka. Grr. Giù le mani. Amo il mio adorabile baka.
Durante le vacanze primaverili ci trasferiremo nel nuovo palazzo. È meraviglioso non dovere aver fretta, e grazie alla mia FANTASTICA intelligenza che non ci ha
permesso di spendere tutti i soldi che avevamo nel primo appartamento, attualmente abbiamo ancora qualcosa. La NERV non può durare per sempre. Abbiamo già
pianificato il dopo.
Shinji è il candidato di punta per dirigere ciò che la NERV diventerà dopo il suo scioglimento, quest’anno. Penso che d’ora in poi si chiamerà Eden. Ritsuko e Maya
rimarranno a dirigere il reparto tecnologico, e noi continueremo a rimanere al controllo del Geofront e degli Eva, ma non saremo più un’organizzazione militare. Da
adesso, ricerca. Dobbiamo fare rapporto se gli Eva hanno bisogno di tirare qualche calcio nel culo ad un angelo, ma almeno la JSDF sa di non dovere intralciarci.
Sogno di avere Shinji come capo, ma credo sarebbe una cosa orribile. Non solo, sarò anche il comandante in capo del mio gruppo, e potrò ancora dare ordini a tutti
intorno a me in nome della sanità mentale. Ha hahaha! La vita è bella.
Ma, devo ammettere, ci sono una o due cose ancora che vorrei sistemare.
Una in particolare mi sta girando per la testa mentre torniamo a casa dopo il matrimonio di Hikari.
“Ci hai mai pensato?” mi ritrovo a chiedere.
“Mmm.” Mormora qualcosa.
Dannato lui ed i suoi suoni. Sa esattamente come mugugnare per farlo sembrare sia un sì che un no.
So che sposarsi adesso non sarebbe una buona idea. Con gli esami che incombono nei prossimi mesi e l’inizio del progetto Eden. Senza parlare di come saremo
chiamati in causa se qualcuno della vecchia NERV ancora favorevole al Progetto per il Perfezionamento decide di fare qualche merlata.
Shinji prende tutto molto seriamente adesso. Penso che Misato abbia finalmente preso la decisione di mostrargli le Pergamene del Mar Morto o qualcosa del genere,
e da quel giorno, è diventato un po’ più serio riguardo tutta la situazione. Ogni volta che gli chiedo che cosa succede, risponde semplicemente che con molta
probabilità lo scoprirò presto, e che preoccuparsi in questo momento non è d’aiuto.
In ogni caso, so che è abbastanza importante da fargli imparare l’ebraico ed un’altra lingua che non avevo mai sentito, che comincerà a studiare quando sarà a capo
del Progetto.
Decido di starei n silenzio per il resto del viaggio verso casa. So che ci pensa, comunque. Ho visto come si è congratulato con Toji, e come è rimasto a guardare il suo
vecchio amico come se stesse facendo qualcosa di strabiliante. Era felice che almeno QUALCUNO si sposasse… prima che fosse troppo tardi…
Circa due settimane fa, abbiamo combattuto contro un altro angelo.
…è stato brutto.
Niente di paragonabile agli altri. Era come un demone dall’inferno. Non c’è stato un attacco alla città… voleva semplicemente uccidere noi. Me e Shinji. È stato
molto sanguinoso. Le unità 01 e 02 si stanno ancora rigenerando dalla carneficina. Stanno ancora ripulendo il casino dall’altra parte della città. Grazie a Dio Shinji
non ha perso la sua abilità di pilota. Non mi spaventa neanche ammetterlo, ho sbagliato tutto in quella battaglia. Se lui non fosse arrivato ad aiutarmi, sarei stata
spaccata in due.
Quando abbiamo fatto l’amore quella notte, è stato disperato, appassionato. Quasi come se fossimo stati spaventati di non avere un’altra occasione. Ancora,
abbiamo questa minaccia di Morte incombente sulle nostre teste. Potrebbe finire tutto domani per quello che sappiamo.
Almeno sarebbe con Shinji.
“Baka.” Sospiro quando mi accorgo che abbiamo mancato lo svincolo per tornare a casa. “Hai sbagliato strada.”
“Mmm.” Replica ancora. Io ODIO quando lascia riaffiorare nel suo comportamento quella dannata merda di Gendo.
“Va be.”, sospiro. Si trova probabilmente in uno dei suoi profondi ed introspettivi momenti. Non me la sento di tirarlo fuori proprio adesso. “Solo, avvertimi quando
torni sulla terra, così possiamo andare a casa.”
Davvero non mi preoccupo quando fa così. È così lontano da suo Padre che mi sento male anche solo a pensare a “Gendo” nello stesso filo conduttore mentale.
Io… spero solo lui mi includa in quei profondi pensieri. Magari lo fa ed io sono semplicemente troppo stupida per accorgermene.
La macchina si ferma. Lui ne esce.
Ci metto un momento a realizzare dove siamo. Sono stata distratta per l’intero viaggio. Siamo su un parapetto con visuale su tutta la città.
L’ultima volta che siamo venuti qui, gli ho mostrato dove si sarebbe trovato il nostro vecchio appartamento.
L’aria è fredda ed umida per un acquazzone che è appena passato su questa zona, ed io la respiro profondamente a lungo. Mmm… buona.
Shinji si toglie il cappotto e se lo appoggia sulle spalle, guardando oltre i binari la città. Per un secondo, non posso fare a meno di notare la sua somiglianza con Kaji.
Shinji-kun indossa un vestito ed una camicia bianchi ed una lunga cravatta di seta, in questo momento, ma è così diverso dall’uniforme scolastica che ricordo così
chiaramente nella mia mente. È diventato un uomo davvero affascinante. Ogni tanto, lo becco quando non si rade da un po’ di giorni, ed è davvero sexy. Anche
meglio di Kaji, malgrado io gli ripeta continuamente che Kaji era più bello.
Non penso che la farà crescere tanto, comunque. Non vuole somigliare a suo padre. Non posso immaginare ne sarei felice io, d’altronde. Vedere il mostro che
guarda indietro nello specchio sarebbe abbastanza per me da farmi comprare un rifornimento di missili per il resto della mia vita. E certamente non desidero avere
l’immagine di suo padre steso sul letto accanto a me.
Qualche volta mi accorgo di assomigliare un po’ a Misato. I miei capelli sono più lunghi adesso, ed ho capito che mi piacciono di più nella noiosamente indecisa
lunghezza che avevo quando arrivai a Tokyo.
“E’ stata una bella giornata.” Sussurro, circondandogli la vita con le braccia. Mmm, è stupendo poterlo fare ogni volta che voglio. “A cosa pensi, Shinji-kun?”
Sorride, stringendomi le mani tra le sue. Poi, le solleva all’altezza delle due labbra, e mi bacia dolcemente sul polso. Adoro quando fa così. È così elegante, ma anche
così semplice per lui per continuare lungo il mio braccio e poi altrove.
Shinji si ferma dopo un solo bacio, comunque, e torna a guardare la città. “Non ho sentito il bisogno di salire quassù per un lungo tempo.” Spiega. “La mia vita è stata
così bella in questi ultimi due anni, che non volevo portare sfortuna ritornando al mio vecchio rifugio.”
Sorrido e lo stringo più forte. Ha avuto lo stesso effetto su di me, dopotutto. Non ho sentito il bisogno di scappare per molto tempo. Certo, continuiamo a litigare
ogni tanto, ed io mi comporto in quello stupido piccolo modo che ci impone di rinunciare a qualsiasi tipo di contatto umano per un giorno o due, ma soprattutto? La
vita è bella. È più facile amare la vita quando c’è qualcuno che ama te.
“Ma ho voluto tornare qui oggi.”
“Oh?” mi ritrovo a pensare.
“Sono venuto qui perché c’è qualcosa che ho bisogno di sapere.” Mi dice. “Qualcosa che non so, e che devo chiedere. Ma, non è qualcosa che posso chiedere a
questa città, o al mio cuore.”
Annuisco. “Cos’è?”
“Mi vuoi sposare?”
Il mio cuore manca un battito.
Oh… mio…
Shinji si volta verso di me e sorride. È quello stesso dannato sorriso del quale sono innamorato. Quello che mostra la sua sicurezza ed energia.
“Mi vuoi sposare?” chiede ancora, ignorando la mia mancanza di parole o il mio respiro immobile.
E, quel dannato dolce baka che è, non mi lascia il tempo di replicare prima di infilare una mano nella tasca dei suoi pantaloni e tirarne fuori un piccolo cofanetto di
velluto. Poi… si è appena messo in ginocchio.
Penso che sverrò.
Dannazione… davvero mi sento come se stessi per svenire.
“Sì…” mi sento dire, prima ancora di poter consciamente tirare fuori la parola.
Il suo volto si illumina impassibilmente. Finalmente, ricordo dove sono e perché ci sono, e gli salto tra le braccia. “SI!” rido. “E posso aggiungere che era ora, baka!”
Shinji ride dolcemente facendo scivolare l’anello al mio dito… è cooooosì perfetto. Un semplice anello scintillante. Niente di esagerato. Abbiamo imparato a
conservare il meglio per dopo. Mi ritrovo a piangere, ma sono troppo felice per fermarmi adesso. Inoltre, non mi importa. È per Shinji.
Ci abbracciamo, e stiamo così per un lungo, lungo tempo. Mi conosce così bene. ma… probabilmente non sa l’altra cosa che stavo pensando mentre venivamo qui.
“Shinji?” gli sussurro nell’orecchio.
“Mmm?”
“Sei davvero puntuale.” Singhiozzo, asciugandomi le lacrime dagli occhi. “Ancora un po’ di mesi e probabilmente non sarei stata in grado di entrare in un abito da
sposa.”
Riesco quasi a sentire Shinji illuminarsi per la sorpresa.
“Shinji-kun…?” improvvisamente mi sento molto tesa. Non ho idea di come la prenderà…
Sviene.
Rido.
Quando si tira su, ha uno sciocco sorriso sulle labbra. “Hai… hai appena detto di essere… i… incinta?”
Annuisco.
“Ahh… bene…” singhiozza felice. “Avevo paura che fosse solo un sogno.”
Qualsiasi tensione io abbia sentito è scomparsa col suo bacio mentre ci godiamo la visuale di Tokyo 3.
Angeli? Mostri? Eva e Gendo? Non m’importa. Sono col mio dolce baka Shinji, e nulla può portarmelo via.
*
Noto che i mesi sono passati molto velocemente.
Siamo sposati.
Marito e moglie. Dannazione, è bello essere in grado di dire queste parole.
Kansuke ci ha fatto il regalo più bello al nostro matrimonio. Una compilation di tutti i nostri litigi a scuola, che ha ripreso, e tutti gli istanti in cui qualcuno commentava
dicendo che bisticciavamo come sposini. Penso sia piaciuto anche ad Asuka. Una prova di tutto ciò che abbiamo dovuto superare… ma anche una prova che siamo
riusciti dove molti altri falliscono.
Sono il comandante dell’Eden, adesso. È un bel lavoro. I Magi sono stati sistemati ed aggiornati, ed i nostri orribili, sterili documenti di lavoro rinnovati per essere più
simili ad una libreria gigante.
Altri due angeli sono morti e sono andati via. Ho finalmente svelato ad Asuka la ragione per cui continuano a venire. Il primo battaglione di angeli ci stava solo
mettendo alla prova… questi sono i pazzi cui dobbiamo sopravvivere…
No.
Non intendo pensarci adesso. Non è importante.
Sto continuando il lavoro di mia Madre, anche se non nel modo in cui avrebbe voluto. Abbiamo creato una capsula del tempo per l’Umanità. Potremo vivere per
sempre negli Eva… ma non prima di vivere da soli. Il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo non farà progressi, finchè sarò in vita. Non è questo il modo in cui
dobbiamo continuare.
Siamo stati creati per amare. Per avere dei figli e proteggerli. Mostrar loro il mondo, così potranno renderlo migliore. Insegnare loro, così potranno sapere come
risolvere i nostri errori. Insegnare loro ad amare, così potranno fare lo stesso con i loro figli.
Siamo stati creati per continuare così.
Non importa quante grida serviranno.
In qualche modo, anche se penso che la mia mano sia ormai rotta, Asuka urla più forte di me. Dare la vita è qualcosa che sono molto felice di non dover fare.
“Un’altra spinta!” dice il dottore. Come questo pover’uomo sia riuscito a schivare tutto gli oggetti che gli sono stati lanciati, non lo so, ma sono davvero felice di non
essere l’unico qui (ad impallidire di paura per la sua stretta).
“SHINJI! TI UCCIDERO’!” grida asuka, ruggendo mentre strizza la mia mano in maniera incredibilmente forte.
“Ayah!” posso solo piagnucolare.
Sì. Nove mesi non sono niente se paragonati alle ultime due ore. Il desiderio ardente. Le chiacchierate notturne. Le lunghe settimane di preoccupazione. Gli
appassionati litigi quando entrambi eravamo arrabbiati… e innamorati. Rivivrei felicemente tutto questo invece di vivere questi prossimi pochi minuti…
Sta ancora tenendomi la mano, anche se ha appena finito di spingere per l’ultima volta e sospira sollevata che è finita.
È finita.
Grazie a Dio.
Mi stringe dolcemente la mano. Dato che è molto tenera dopo le ore di tortura, sorrido della sua stessa tenerezza. I nostri occhi s’incontrano e sorridiamo.
E mentre la stanza si riempie del pianto di un neonato, entrambi prendiamo profondi respiri.
Non è finita.
È appena cominciata.
Fine!
Note dell’autore… tuttora, non sono sicuro che fosse il modo giusto per concludere. Holding Hands ha quasi due anni, ma mi ritrovo ancora a divertirmi molto
scrivendola. Si… sono un uomo molto cattivo. Leggo le mie stesse cose e mi piacciono. :P Dev’essere per tutta quella cosa della doppia personalità. Ahh bene.
Non mi hanno ancora rinchiuso…
Un’altra cosa…
Grazie a tutti quelli che sono rimasti seduti durante questa orribilmente lunga e lontana-lontana-COSI’-lontana dal perfetto “Higher Learning” saga / sbaglio / avventura / divertimento / qualsiasi nome vogliate dargli. Forse è semplicemente una veloce, semplice fic per bilanciare il tutto. Allo stesso tempo, comunque, so già
di sapere sia buona per ciò che vale. Spero faccia sorridere i fan di Holding Hands. Non ci assomiglia minimamente, ma, comunque, puoi fare la solita cosa
dell’ “odio/amore” un sacco di volte prima di decidere per l’uno o per l’altro.
Spero che vi sia piaciuto leggerla. E non siate troppo pungenti nelle e-mail. Sarò più bravo anche io a rispondere. ^_^
strikef@bigfoot.com
o
www.studioshinnyo.com
o
www.geocities.com/Tokyo/9110
Nient’altro che amore! Ja!
Strike Fiss, Studio Shinnyo 2002. Khattam-Shud, EOF.
Holding Hands 2
Strike Fiss, 2002
Le feste di Natale di Misato sono famose, anche di questi tempi. Si portano dietro anche un sacco di ricordi.
Mi ritrovo a pensare agli ultimi mesi, vedendoli come immagini confuse un po’ troppo veloci per quanto ero felice in quel periodo. Asuka ed io stiamo finalmente insieme, dopo tutto. Abbiamo una vita, insieme. Ci diamo consolazione e piacere a vicenda. L’amore è finalmente tornato nella mia vita, malgrado io sappia che siamo entrambi ancora troppo spaventati per ammetterlo.
La scuola va bene, ma sono contento di avere finito per un po’ di settimane. Ad Asuka non importa molto, dal momento che lo trova così dannatamente poco faticoso. Ogni tanto devo ricordare a me stesso che è tanto intelligente quanto è bella. (Se non di più) Comunque, è felice anche lei di essere in vacanza.
Misato ci accoglie alla porta con Maya, che a quanto ho sentito è la coinquilina della nostra tutrice fino a quando Ritsuko non esce dall’ospedale. Il lavoro di mio padre ha lasciato quest’eredità. Anche dopo tre anni. Ma c’è speranza che torni ancora a camminare, ed a parte le gambe indebolite, sembra essersi ripresa perfettamente.
Asuka e Misato si rincontrano fra le lacrime. Sono commosso da quanto siano vicine. Siamo stati così lontani negli ultimi mesi, e comunque la famiglia è ancora viva. Siamo ancora legati, in una maniera che mio padre non avrebbe mai capito.
Mi accingo ad entrare quando la porta si apre e…
“KENSUKE! TOJI!” quasi salto addosso ai miei amici, che, in qualche modo, mi afferrano con uguale entusiasmo.
“Bene bene! Se questo non è Ikari!” ride Toji, dandomi una pacca sulla schiena con un braccio forte, sebbene artificiale. Non posso dire niente, comunque. È così bello rivederlo! “Spero che la ragazza diabolica ti stia trattando bene.”
Asuka scioglie l’abbraccio con Misato per mostrare a Toji il medio, ma presto si scambiano un breve ma affettuoso abbraccio. “Sono contenta di vederti anche io, Spalla.”
“Dunque, come ve la passate voi due sposini all’università?” chiede Kensuke, che sta già filmando il ritrovo con la sua onnipresente videocamera.
Non posso esimermi dal sorridere al termine “sposini”. Non sembra più un’idea tanto assurda. Il fatto che io stia arrossendo come un pomodoro al pensiero, comunque, è un po’ fastidioso.
“Ti PIACEREBBE saperlo…” ride lei. “Hentai.”
“Parlando di questo.” Kensuke rivolge la sua attenzione a Misato. “Come sta la nostra adorabile ospite stasera?”
“Neanche lontanamente ubriaca quanto tu vorresti che io sia.” Misato mostra un veloce sorriso da predatrice al giovane uomo, poi si dirige in cucina. “Chi vuole una birra?”
Toji e Kensuke urlano “Ooooooo!” e le corrono dietro.
Maya sorride e ci invita ad entrare. Sembra identica a com’era quando ci salutammo l’anno scorso. È come una folata di vento dal passato. “Entrate, voi due. Datemi i vostri cappotti.”
Le diamo le nostre giacche ed Asuka lancia la borsetta in un angolo dell’armadio. “Dunque, Ikari?” mi sorride quando tutti hanno rivolto altrove la loro attenzione. “Glielo dobbiamo dire stanotte?”
“No.” Dico agitandomi. Davvero, non mi sento di spiegare tutto a Toji e Kensuke adesso. “Voglio solo godermi la serata.
Lei sembra comprendere, ma… oh, no… ha quella luce negli occhi.
“Okay. Magari la prossima volta.”
Dannazione. Conosco quello sguardo.
Dove l’ho visto prima?
Comunque sia, mi sta facendo diventare nervoso.
Sono talmente nervoso che non realizzo che la bevanda che mi hanno dato è un mix dei tipici di Misato. Non prima del secondo boccale strapieno. Lo capisco solo perché non sto litigando con Asuka dopo che lei si è chinata verso di me e mi ha baciato.
Di nuovo.
Oh… e di nuovo.
Comunque, molla la presa nel momento in cui cerco di spingerla verso una situazione un po’ più stabile, ed ammicca, allontanandosi per parlare con le ragazze.
La mia visuale è riempita da due miei amici apparentemente molto sorpresi.
“Dannaaaaaato…” dice Toji. Arrossisco quando realizzo che Asuka non mi stava dando un bacetto sulla guancia. Ci stavamo… BACIANDO… baciando in maniera così dannatamente dolce, per giunta.
Kensuke riavvolge prontamente il nastro, assicurandosi di aver registrato il bacio con la videocamera. “Voi due… quando…?”
“Non è niente!” mento. Mento sul serio. Non la bevono nemmeno per un secondo. “Davvero nulla.” Dico con un sorriso affettato lasciandomi andare sulla mia sedia.
Questo mi piace.
Sì. È molto dolce.
Mi sento riscaldato. Tutto intorno e dentro di me. So che probabilmente è solo il fatto che non sono abituato a bere, ma sembra che qualsiasi cosa io faccia non possa accadere nulla di brutto.
Mi rilasso e mi diverto. Le luci ed i colori della stagione mi danzano intorno. Gli amici mi camminano vicino ed io parlo con loro, anche se devo ammettere di non ricordare neanche una parola.
È davvero strano. Mi sento come stessi sognando. Come se in un momento potessi svegliarmi, e tutto questo potesse sparire. Quando Misato e Maya cominciano a cantare qualche canzone di Natale in sottofondo, riesco ad afferrare solo la parola “allegramente”, ancora ed ancora, nonostante sia certo che la prossima frase sarà “la vita è solo un sogno.”
Sopra tutto, comunque, vedo Asuka. Come un punto di riferimento perfettamente calmo nella mia visuale annebbiata, illuminata dal bagliore delle candele, Natale e sorrisi tutti intorno a lei.
Come ho fatto a finire con una donna simile?
Quando sono sicuro che nessuno possa sentirmi, prendo un altro bicchiere di fresco drick… poi… un altro ancora dal contenitore di plastica sul tavolo.
Metto il nuovo bicchiere sul tavolo, di fronte e me, e mi sento quasi soffocare. Ma sorrido, nonostante tutto.
“Buon Natale, papà.” Dico al bicchiere. Anche se tutto questo è solo un sogno, non ho intenzione di mancare l’occasione per ringraziare mio padre.
Farmi incontrare Asuka è stato il più bel regalo che potesse farmi.
“Voi due sicuramente non volete passare la notte da Misato, vero?”
Maya è una persona meravigliosa. Le voglio bene come ad una dolce, lontana cugina.
Comunque, se me lo chiede un’altra volta… la ammazzo.
Shinji, da quel dolce baka che non è altro, risponde per me. “No, grazie, Maya…” singhiozza. “Misato mi farebbe bere ancora. Io ho concluso.”
Sento la mia testa che ronza leggermente. “Già.” Aggiungo. “E’ più di quanto riesca a sopportare.”
No. Non sono stanca.
Sono estremamente eccitata.
Cosa? Conoscete quella sensazione! Quando la tua mente si ferma fino a quando non puoi pensare ad altro che non sia essere nuda a sfregarti contro qualcuno?
Ancora meglio, qualcuno che probabilmente sta pensando esattamente le stesse cose.
Non mi è consentito? Cavolo se mi è consentito. Shinji non aiuta. Ha passato l’intera nottata a toccarmi. Mi ha sfiorata nell’ingresso. Un po’ più decisamente quando nessuno guardava. Mi ha circondato con le braccia… un po’ più stretta ad ogni ballo.
E mentre aspettavamo che Maya, il nostro autista ufficiale, entrasse in macchina, Shinji si è chinato verso di me ed ha cominciato a mordicchiarmi un orecchio.
Anche dall’altra parte, così ha dovuto passare sul mio petto e leccare ovunque durante il percorso.
Ed io semplicemente sto seduta qui, terrorizzata, e brontolo a me stessa malgrado tutto.
Mi conosce. Sto soffrendo adesso, mentre lui non mi tocca. È una meravigliosa, dolcissima sensazione. Volere qualcosa che è seduto proprio accanto a te, ma non riuscire a prendertela.
Shinji lo sa.
Oddio, e se quel ragazzo non lo sa, sarò io a mostrarglielo. Ogni volta che lo bacio vorrei che durasse un po’ di più. “Farlo” NON è abbastanza, stanotte. Non quanto lo sia stato negli ultimi mesi.
Asuka vuole di più.
Oh, sì. Lo vuole.
Vuole qualsiasi cosa Shinji possa darle. Non farà la difficile. Sa già che lui ha ALMENO le componenti necessarie per darglielo. Oh, sì. Asuka presta molta attenzione ai momenti in cui lo fanno. Ad Asuka piace così tanto…
Mmm… Yup. Posso dire quando sono entrata davvero in hentai-mode quando comincio a parlare di me stessa in terza persona. È più facile pensare alle cose che stai per fare quando immagini che possa succede a qualcun altro.
Sì, funziona.
Asuka Langley intende strapparsi di dosso i vestiti, stanotte. Poi, intende far fare lo stesso a Shinji Ikari. Asuka Langley non si ritiene responsabile per ciò che accadrà dopo. Asuka Langley ne ha solo una pallida idea. Non è davvero colpa sua se fanno…
Di più…
La macchina si ferma, e quasi casco per terra per la fretta di uscire. Siamo a casa. Shinji è più paziente, comunque, e mi aiuta a rialzarmi. Poi, si volta verso Maya e la ringrazia per aver guidato. Lei ci augura un felice qualcosa o altro, e dopo va via lentamente.
Aspettiamo fino a quando non scompare dalla vista.
Non un secondo di più, comunque.
Shinji quasi mi avvolge nel suo cappotto, mentre ci baciamo.
Oh, sì. Asuka vuole di più… per favore, non fermarti. Non c’è bisogno che glielo dica. Sono sicura che i rumorini suadenti che emetto siano abbastanza chiari. Dannazione… non ho mai fatto tutti questi rumori, prima d’ora…
In qualche modo, superiamo i gradini lisci come il ghiaccio fino all’entrata del palazzo, ed arriviamo senza cadere. Entrambi proviamo ad aprire nello stesso momento e cominciamo una lotta per il controllo del lucchetto. Alla fine vinco io, e riusciamo ad entrare nell’ingresso scuro.
Lui pressa il bottone dell’ascensore e le porte si aprono. Ci fiondiamo dentro. Io sospiro e mi abbandono nell’angolo più lontano. Lui si ferma, schiaccia il bottone per il nostro piano e poi mi raggiunge nell’angolo nel momento in cui le porte si chiudono.
Le mani di Shinji scivolano lungo le mie braccia, sfilando il cappotto per me. Nonostante il leggero soprabito che indosso, tremo al suo tocco. Cerco di baciarlo in risposta, ma lui mi stringe, ed i miei sforzi servono solo ad intensificare il bacio lì dov’è. Umidi, appassionati sospiri riempiono la cabina, e mi ritrovo ancora più eccitata da questi suoni.
Aspetta… so che sta arrivando… Ahh. Eccolo.
Si ferma… velocemente… ansimando forte, dolci respiri contro le mie labbra. “Asuka… se mi dici di fermarmi… mi fermo…”
“Fermati…” sospiro “e ti ammazzo. Mmm…”
Questo sistema tutto.
Ci catapultiamo sul pianerottolo deserto, quando l’ascensore ci deposita vicino casa. Shinji si occupa di questa porta, lasciando le mie mani liberi di fare in modo che la sua giacca sia pronta da sfilare appena varchiamo la soglia.
Le luci sono spente, ma ci muoviamo facilmente aggirando i piccoli ostacoli, finché Shinji non si ferma davanti allo stereo e maldestramente passa oltre la mia vita cercando una cassetta da mettere.
Mmm. Carezzine maldestre. Ad Asuka piace già.
La sottile ma brillante luce dell’equalizzatore dello stereo ha un piacevole effetto nella stanza buia. Sembra una candela azzurra che va a ritmo di musica.
Oooh…
Mi conosce.
Questa canzone è dolce…
Ma non sono venuta qui per la musica. Shinji mi guarda con sorpresa mentre mi sfilo la maglietta.
Oh mio Dio.
Oh mio Dio.
Sì, lo so che l’ho già detto, ma…
Oh mio Dio.
Deve essere un sogno.
No. Non lo è. Lei è reale. Oh Dio, se è reale. In tutti i sensi.
Sospira quando prendo fra le labbra il suo capezzolo sinistro. Le sue mani sono sulle mie spalle, e mi tirano più vicino. “Shin… Ahh!” singhiozza forte, ed il suo seno si pressa contro la mia lingua mentre prende aria.
È così dolce. Un pizzico di sale sulla pelle si mischia col suo naturale, raffinato sapore. È come il momento culminante della sinfonia, quando alla fine tutti gli strumenti si uniscono, preparandosi a raggiungere il climax del suono.
Asuka mi lascia assaggiare un seno, poi l’altro. È qualcosa che non avrei mai pensato di poter fare. Qualcosa che solo sognavo nei momenti di solitudine. Non c’è freddo, qua dentro, quindi dev’essere l’eccitazione a renderla così calda. È la più strana sensazione che si possa sentire con la lingua. È qualcosa che continuerò a volere ancora. Può essere rimpiazzata solo da un altro bacio, o con qualcos’altro di audace.
E lo faccio.
E lei me lo lascia fare.
Mi fermo solo per lasciarle il modo di togliermi la maglietta. Poi, comincio a sbottonarle i jeans.
“Oh Dio…” sospira ansiosa. Una volta eliminato il bottone, posso sentire il suo intero corpo tremare.
È questo il mio modo di fare? Non proprio. Ma la mia bocca e la mia mente sono occupate altrove.
“Shinji… io non so se…” un breve ma intenso sospiro riempie l’aria. “Shinji… ahh! P… per favore, Shinji… mmm… sì… oh… così… mmm mmm…”
Qualsiasi cosa dica è musica per me. È distesa sul più grande dei nostri cuscini, e si da completamente a me, mentre i sospiri aumentano di velocità. Ogni cosa che esploro, e bacio, e tocco, è impressa a fuoco nella mia mente. Il sapore muschiato, ma dolce come il miele, sulla mia lingua è più intossicante di qualsiasi cosa abbia mai provato. Non ci vuole molto prima che io mi ci perda completamente… e mi ritrovo a carezzarla con la lingua, strofinando, separando e sorseggiando. Le parole cominciano a svanire, e la mia mente si concentra solo sul gusto e sul tatto… non mi avevano avvertito che questi due sensi potessero provocare tanto piacere…
“Sh… Shinji…” mi implora. “Non posso… h… hhhaaa…”
Guardo in alto, notando per la prima volta che adesso è completamente nuda. Una delle finestre che lascia entrare nella stanza la luce della luna, fa brillare il suo intero corpo. Perfetta, pallida pelle irradia una soffice luce nell’oscurità. I suoi occhi, anche adesso, sono aperti e chiari, per quanto ardenti di desiderio. I suoi segosi capelli biondi disordinati in un modo che trovo pericolosamente sexy.
Oh…
Ha usato il tempo che ho passato a fissarla a suo vantaggio, e mi ritrovo spalle a terra, con lei seduta esattamente sul mio inguine. Un secondo dopo i miei pantaloni sono scomparsi, e lei si ferma un momento davanti ai miei boxer.
Se non la conoscessi meglio, potrei giurare che sembra una bambina mentre sta per aprire un regalo di Natale. Lo fa. Sono disarmato mentre lei mi libera dal mio ultimo capo di vestiario, e solleva lo sguardo, e mi sorride.
“Shinji-kun…” sospira. “Questo è per me?”
Prima che possa risponderle, mi zittisce con un bacio. Profondo ed appassionato. Se potessi scegliere, affogherei felicemente in questo bacio.
“Perché non sei niente male…” replico, ricevendo in cambio un altro bacio.
Qualcosa di caldo mi avverte che Asuka si sta arrampicando su di me… guidata dalle mie mani, per quanto io giuri che non fossi in grado di controllarle, a quel punto. Asuka si posiziona esattamente sopra di me. “Shin-kun… sei pronto?”
Per quanto dubiti di essere in grado di considerare veramente le conseguenze di tutto ciò, annuisco, completamente imbambolato mentre questa bella donna mi si distende addosso abbassando i fianchi. Sospiriamo entrambi quando le entro dentro. Solo un po’ all’inizio… so che non vuole avere fretta. È esageratamente stretto, ma invece di sentirmi a disagio, tutto ciò che posso sentire è questo calore crescente che mi avvolge.
“Oh Dio… Shinji…” si morde le labbra abbassandosi ancora un po’. Sento una barriera, e lei si ferma, probabilmente sapendo già cosa succederà dopo.
Mai sottovalutare Asuka quando si fa male. Comunque, un gentile e caldo offuscamento dei sensi l’aiuta ad ignorare il dolore, perché va avanti, afferra la mia lingua
con la bocca e semplicemente si impala su di me. Non c’è nessun urlo di dolore. Invece c’è un altro acuto gridolino di piacere.
Si stringe a me mentre la penetro più a fondo che posso. Quando finalmente sono tutto dentro, il sospiro che entrambi stavamo trattenendo viene fuori. La
sensazione di essere completamente circondato da lei è quasi più di quanto io possa sopportare.
“N… non… è stato tanto male…” la sento mormorare contro il mio orecchio. “Shinji… sei stato perfetto…”
“Non hai idea di quanto io abbia voluto sentirlo…” dico.
Sorride dolcemente. “Hentai…”
“Mmm… Asuka-hentai…” replico con un ghigno.
“Ah, sì?” aggrotta le sopracciglia con fare beffardo, e comincia a separarsi da me. Solo di un pollice, comunque. Poi torna indietro. Malgrado i suoi tentativi di
apparire arrabbiata, tutto ciò sembra divertirla un bel po’.
Sono in paradiso.
Nessun altro pensiero può esprimere veramente il sovraccarico che sto sperimentando nella mia mente. Perfino la grande Asuka sembra incapace di gestire più
di un occasionale gridolino di piacere o un affaticato sospiro mentre io mi spingo dentro di lei ancora e ancora. Le nostre bocche si chiudono in posti in cui è
fisicamente impossibile, e non posso credere al suo sguardo mentre facciamo l’amore.
Improvvisamente il nostro moto si ferma. Oh dio… fa che questo non sia un sogno. I sogni finiscono sempre in momenti come questi…
“Non fermarti… nonfermartinonfermartinonfermarti!” supplica Asuka. Mi pianta le unghie nella schiena, come stesse tenendo stretta la vita di una persona cara.
“Shinji… non fermarti… io… io sto per v.. v…”
Quasi dimentico quanto ci sia vicino io stesso, mentre lei urla il mio nome e mi seppellisce sotto di sé quanto può. Il suo intero corpo si tende e freme, trascinandomi
con sé mentre entrambi ci agitiamo e sospiriamo. Riceve avida il mio seme, succhiandomi tutto. Neanche riesco a respirare per il piacere che minaccia di spegnere
completamente il mio cervello.
Siamo un’unica cosa.
Finalmente.
E non posso credere che l’unica parola a cui riesca a pensare… l’unica cosa che riesca a dire a me stesso… sia…
“Wow…”
Il mio povero cervello dev’essere seduto al mio fianco, guardandoci goffamente, cercando di capire come sia andata.
Finalmente dei pensieri coerenti riescono a raggiungermi quando la sento scivolare via da me, ancora annaspando in cerca d’aria. “Stai…” la mia voce non è molto
forte, al momento. “Stai bene?” chiedo. Dobbiamo essere rimasti in silenzio per minuti interi.
Penso che abbia appena mormorato.
Un lungo, profondo, gutturale suono fugge dalle sue labbra, mentre lei riposa sul mio petto. “Davvero bene…” sospira dolcemente.
Mi sistemo sui cuscini sparpagliati attorno a noi come un nido. La mia testa ronza, e non è tutta colpa dell’alcool. Dove mi tocca lei è il fuoco, e dove lei non c’è,
solo aria fredda. La schiena mi fa un po’ male, ma considerando il motivo del dolore, non m’importa.
Sentiamo un rumore sordo, che segnala il cambio lato della cassetta.
“Ti amo.”
Solleva lo sguardo su di me e sorride. Per un secondo, non so chi l’abbia detto, ma lei ripete. “Ti amo, Shinji Ikari…” le sue mani vanno su, posandosi sulle mie
guance. “Con tutto il mio cuore.”
“Ti amo anche io.” Sospiro in risposta. Che altro posso dire? Come posso tramutare i miei sentimenti per lei in parole? Non posso. La cosa ad essi più vicina che
posso sperare di fare è suonare ancora per lei.
Posso leggere più gioia nel modo in cui ci sfioriamo l’un l’altra… assicurandoci che tutto ciò è reale. Onesto. Noi. Una parte di noi ancora stretta, sofferente e presa
dalle vertigini… l’altra parte è perfettamente calma. Ama. È tenera. Non ho mai sentito tanto un tocco quanto quello di Asuka che mi accarezza una guancia, poi la
schiena…
D’improvviso, sembra terrorizzata. “SHINJI!” scosta la mano dalla mia schiena. “Oh… mi dispiace!”
Noto il sangue e scuoto la testa. “Fa niente.” Sorrido.
“Stupido! Sei troppo ubriaco per capirlo adesso!” brontola, sollevandosi di scatto. Oooh… che bella vista. È ancora nuda, dopotutto.
“Andiamo.”
“Sì, mein Fuhrer.” Sorrido, ripulendola dal mio seme. Mi stringe la mano mentre entriamo in bagno assieme.
Non penso di essere mai stato così felice di essere ferito, nella mia vita. Mentre chiudo la porta del piccolo bagno, la vedo guardare indietro nello specchio.
“Shinji-kun…” sospira. Quel meraviglioso, soffice, dolce sospiro che mi da tanti guai. Lo seguo e mi ritrovo ad avvolgerla con le braccia. Nello specchio vedo
l’inquadratura migliore.
Siamo insieme. Splendiamo d’amore e cura. Devo ammetterlo, non pensavo fossimo così… perfetti.
Nessuno dei due si muove per un lunghissimo tempo, fin quando alla fine, non ci incontriamo in un bacio.
Hikari si è sposata.
Non ci posso credere. Con quello scemo, naturalmente. Con chi altro si sarebbe dovuta sposare? Suppongo, comunque, di non essere meglio. Ho sempre pensato
Shinji fosse solo un gradino più in alto dello scemo. Forse Hikari ha imparato quello che ho imparato io con Shinji.
È passato un altro anno e mezzo. Un po’ di cose sono cambiate. Prima di tutto, io e Shinji abbiamo preso un fantastico studio-appartamento nelle parti più antiche
della città che sono state ricostruite.
C’è qualcosa di veramente meraviglioso nel vivere in un luogo concepito per l’arte. È così aperto e spazioso… tante stanze per incorniciare il mio splendido
Shinji-kun, e per fargli fare tutte quelle splendide cose che mi fa…
Oh mio dio…
Shinji ha conseguito una prestigiosa laurea in scienze tecnologiche, ed intende conseguirne un’altra in teologia quest’inverno, probabilmente. Ha nel sangue la
realizzazione degli Evangelion, davvero, ed è il primo della classe per qualsiasi materia ritenga importante per il progetto Eva-
Ed io? Io sono stanca della scuola. Uno può bastare. Comunque, ho ricevuto un dottorato ad onore in psicologia. Già, proprio così!
A Shinji sembra piacere quando giochiamo al “Dottore”. Heheh.
Non è che io sia un’hentai o cose del genere.
Ha!
Okay, sì, ammetto che quell’aspetto della nostra vita è diventato davvero dolce da quel giorno. Dannati pervertiti tutti attorno a me, come potrei resistere?
Oh, comunque, avevo proprio ragione. Sa cosa mi piace, dove mi piace e quando mi piace. E le ragazze a scuola sanno DANNATAMENTE bene che non ho
intenzione di cederlo, in ogni caso.
Il mio baka. Grr. Giù le mani. Amo il mio adorabile baka.
Durante le vacanze primaverili ci trasferiremo nel nuovo palazzo. È meraviglioso non dovere aver fretta, e grazie alla mia FANTASTICA intelligenza che non ci ha
permesso di spendere tutti i soldi che avevamo nel primo appartamento, attualmente abbiamo ancora qualcosa. La NERV non può durare per sempre. Abbiamo già
pianificato il dopo.
Shinji è il candidato di punta per dirigere ciò che la NERV diventerà dopo il suo scioglimento, quest’anno. Penso che d’ora in poi si chiamerà Eden. Ritsuko e Maya
rimarranno a dirigere il reparto tecnologico, e noi continueremo a rimanere al controllo del Geofront e degli Eva, ma non saremo più un’organizzazione militare. Da
adesso, ricerca. Dobbiamo fare rapporto se gli Eva hanno bisogno di tirare qualche calcio nel culo ad un angelo, ma almeno la JSDF sa di non dovere intralciarci.
Sogno di avere Shinji come capo, ma credo sarebbe una cosa orribile. Non solo, sarò anche il comandante in capo del mio gruppo, e potrò ancora dare ordini a tutti
intorno a me in nome della sanità mentale. Ha hahaha! La vita è bella.
Ma, devo ammettere, ci sono una o due cose ancora che vorrei sistemare.
Una in particolare mi sta girando per la testa mentre torniamo a casa dopo il matrimonio di Hikari.
“Ci hai mai pensato?” mi ritrovo a chiedere.
“Mmm.” Mormora qualcosa.
Dannato lui ed i suoi suoni. Sa esattamente come mugugnare per farlo sembrare sia un sì che un no.
So che sposarsi adesso non sarebbe una buona idea. Con gli esami che incombono nei prossimi mesi e l’inizio del progetto Eden. Senza parlare di come saremo
chiamati in causa se qualcuno della vecchia NERV ancora favorevole al Progetto per il Perfezionamento decide di fare qualche merlata.
Shinji prende tutto molto seriamente adesso. Penso che Misato abbia finalmente preso la decisione di mostrargli le Pergamene del Mar Morto o qualcosa del genere,
e da quel giorno, è diventato un po’ più serio riguardo tutta la situazione. Ogni volta che gli chiedo che cosa succede, risponde semplicemente che con molta
probabilità lo scoprirò presto, e che preoccuparsi in questo momento non è d’aiuto.
In ogni caso, so che è abbastanza importante da fargli imparare l’ebraico ed un’altra lingua che non avevo mai sentito, che comincerà a studiare quando sarà a capo
del Progetto.
Decido di starei n silenzio per il resto del viaggio verso casa. So che ci pensa, comunque. Ho visto come si è congratulato con Toji, e come è rimasto a guardare il suo
vecchio amico come se stesse facendo qualcosa di strabiliante. Era felice che almeno QUALCUNO si sposasse… prima che fosse troppo tardi…
Circa due settimane fa, abbiamo combattuto contro un altro angelo.
…è stato brutto.
Niente di paragonabile agli altri. Era come un demone dall’inferno. Non c’è stato un attacco alla città… voleva semplicemente uccidere noi. Me e Shinji. È stato
molto sanguinoso. Le unità 01 e 02 si stanno ancora rigenerando dalla carneficina. Stanno ancora ripulendo il casino dall’altra parte della città. Grazie a Dio Shinji
non ha perso la sua abilità di pilota. Non mi spaventa neanche ammetterlo, ho sbagliato tutto in quella battaglia. Se lui non fosse arrivato ad aiutarmi, sarei stata
spaccata in due.
Quando abbiamo fatto l’amore quella notte, è stato disperato, appassionato. Quasi come se fossimo stati spaventati di non avere un’altra occasione. Ancora,
abbiamo questa minaccia di Morte incombente sulle nostre teste. Potrebbe finire tutto domani per quello che sappiamo.
Almeno sarebbe con Shinji.
“Baka.” Sospiro quando mi accorgo che abbiamo mancato lo svincolo per tornare a casa. “Hai sbagliato strada.”
“Mmm.” Replica ancora. Io ODIO quando lascia riaffiorare nel suo comportamento quella dannata merda di Gendo.
“Va be.”, sospiro. Si trova probabilmente in uno dei suoi profondi ed introspettivi momenti. Non me la sento di tirarlo fuori proprio adesso. “Solo, avvertimi quando
torni sulla terra, così possiamo andare a casa.”
Davvero non mi preoccupo quando fa così. È così lontano da suo Padre che mi sento male anche solo a pensare a “Gendo” nello stesso filo conduttore mentale.
Io… spero solo lui mi includa in quei profondi pensieri. Magari lo fa ed io sono semplicemente troppo stupida per accorgermene.
La macchina si ferma. Lui ne esce.
Ci metto un momento a realizzare dove siamo. Sono stata distratta per l’intero viaggio. Siamo su un parapetto con visuale su tutta la città.
L’ultima volta che siamo venuti qui, gli ho mostrato dove si sarebbe trovato il nostro vecchio appartamento.
L’aria è fredda ed umida per un acquazzone che è appena passato su questa zona, ed io la respiro profondamente a lungo. Mmm… buona.
Shinji si toglie il cappotto e se lo appoggia sulle spalle, guardando oltre i binari la città. Per un secondo, non posso fare a meno di notare la sua somiglianza con Kaji.
Shinji-kun indossa un vestito ed una camicia bianchi ed una lunga cravatta di seta, in questo momento, ma è così diverso dall’uniforme scolastica che ricordo così
chiaramente nella mia mente. È diventato un uomo davvero affascinante. Ogni tanto, lo becco quando non si rade da un po’ di giorni, ed è davvero sexy. Anche
meglio di Kaji, malgrado io gli ripeta continuamente che Kaji era più bello.
Non penso che la farà crescere tanto, comunque. Non vuole somigliare a suo padre. Non posso immaginare ne sarei felice io, d’altronde. Vedere il mostro che
guarda indietro nello specchio sarebbe abbastanza per me da farmi comprare un rifornimento di missili per il resto della mia vita. E certamente non desidero avere
l’immagine di suo padre steso sul letto accanto a me.
Qualche volta mi accorgo di assomigliare un po’ a Misato. I miei capelli sono più lunghi adesso, ed ho capito che mi piacciono di più nella noiosamente indecisa
lunghezza che avevo quando arrivai a Tokyo.
“E’ stata una bella giornata.” Sussurro, circondandogli la vita con le braccia. Mmm, è stupendo poterlo fare ogni volta che voglio. “A cosa pensi, Shinji-kun?”
Sorride, stringendomi le mani tra le sue. Poi, le solleva all’altezza delle due labbra, e mi bacia dolcemente sul polso. Adoro quando fa così. È così elegante, ma anche
così semplice per lui per continuare lungo il mio braccio e poi altrove.
Shinji si ferma dopo un solo bacio, comunque, e torna a guardare la città. “Non ho sentito il bisogno di salire quassù per un lungo tempo.” Spiega. “La mia vita è stata
così bella in questi ultimi due anni, che non volevo portare sfortuna ritornando al mio vecchio rifugio.”
Sorrido e lo stringo più forte. Ha avuto lo stesso effetto su di me, dopotutto. Non ho sentito il bisogno di scappare per molto tempo. Certo, continuiamo a litigare
ogni tanto, ed io mi comporto in quello stupido piccolo modo che ci impone di rinunciare a qualsiasi tipo di contatto umano per un giorno o due, ma soprattutto? La
vita è bella. È più facile amare la vita quando c’è qualcuno che ama te.
“Ma ho voluto tornare qui oggi.”
“Oh?” mi ritrovo a pensare.
“Sono venuto qui perché c’è qualcosa che ho bisogno di sapere.” Mi dice. “Qualcosa che non so, e che devo chiedere. Ma, non è qualcosa che posso chiedere a
questa città, o al mio cuore.”
Annuisco. “Cos’è?”
“Mi vuoi sposare?”
Il mio cuore manca un battito.
Oh… mio…
Shinji si volta verso di me e sorride. È quello stesso dannato sorriso del quale sono innamorato. Quello che mostra la sua sicurezza ed energia.
“Mi vuoi sposare?” chiede ancora, ignorando la mia mancanza di parole o il mio respiro immobile.
E, quel dannato dolce baka che è, non mi lascia il tempo di replicare prima di infilare una mano nella tasca dei suoi pantaloni e tirarne fuori un piccolo cofanetto di
velluto. Poi… si è appena messo in ginocchio.
Penso che sverrò.
Dannazione… davvero mi sento come se stessi per svenire.
“Sì…” mi sento dire, prima ancora di poter consciamente tirare fuori la parola.
Il suo volto si illumina impassibilmente. Finalmente, ricordo dove sono e perché ci sono, e gli salto tra le braccia. “SI!” rido. “E posso aggiungere che era ora, baka!”
Shinji ride dolcemente facendo scivolare l’anello al mio dito… è cooooosì perfetto. Un semplice anello scintillante. Niente di esagerato. Abbiamo imparato a
conservare il meglio per dopo. Mi ritrovo a piangere, ma sono troppo felice per fermarmi adesso. Inoltre, non mi importa. È per Shinji.
Ci abbracciamo, e stiamo così per un lungo, lungo tempo. Mi conosce così bene. ma… probabilmente non sa l’altra cosa che stavo pensando mentre venivamo qui.
“Shinji?” gli sussurro nell’orecchio.
“Mmm?”
“Sei davvero puntuale.” Singhiozzo, asciugandomi le lacrime dagli occhi. “Ancora un po’ di mesi e probabilmente non sarei stata in grado di entrare in un abito da
sposa.”
Riesco quasi a sentire Shinji illuminarsi per la sorpresa.
“Shinji-kun…?” improvvisamente mi sento molto tesa. Non ho idea di come la prenderà…
Sviene.
Rido.
Quando si tira su, ha uno sciocco sorriso sulle labbra. “Hai… hai appena detto di essere… i… incinta?”
Annuisco.
“Ahh… bene…” singhiozza felice. “Avevo paura che fosse solo un sogno.”
Qualsiasi tensione io abbia sentito è scomparsa col suo bacio mentre ci godiamo la visuale di Tokyo 3.
Angeli? Mostri? Eva e Gendo? Non m’importa. Sono col mio dolce baka Shinji, e nulla può portarmelo via.
Noto che i mesi sono passati molto velocemente.
Siamo sposati.
Marito e moglie. Dannazione, è bello essere in grado di dire queste parole.
Kansuke ci ha fatto il regalo più bello al nostro matrimonio. Una compilation di tutti i nostri litigi a scuola, che ha ripreso, e tutti gli istanti in cui qualcuno commentava
dicendo che bisticciavamo come sposini. Penso sia piaciuto anche ad Asuka. Una prova di tutto ciò che abbiamo dovuto superare… ma anche una prova che siamo
riusciti dove molti altri falliscono.
Sono il comandante dell’Eden, adesso. È un bel lavoro. I Magi sono stati sistemati ed aggiornati, ed i nostri orribili, sterili documenti di lavoro rinnovati per essere più
simili ad una libreria gigante.
Altri due angeli sono morti e sono andati via. Ho finalmente svelato ad Asuka la ragione per cui continuano a venire. Il primo battaglione di angeli ci stava solo
mettendo alla prova… questi sono i pazzi cui dobbiamo sopravvivere…
No.
Non intendo pensarci adesso. Non è importante.
Sto continuando il lavoro di mia Madre, anche se non nel modo in cui avrebbe voluto. Abbiamo creato una capsula del tempo per l’Umanità. Potremo vivere per
sempre negli Eva… ma non prima di vivere da soli. Il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo non farà progressi, finchè sarò in vita. Non è questo il modo in cui
dobbiamo continuare.
Siamo stati creati per amare. Per avere dei figli e proteggerli. Mostrar loro il mondo, così potranno renderlo migliore. Insegnare loro, così potranno sapere come
risolvere i nostri errori. Insegnare loro ad amare, così potranno fare lo stesso con i loro figli.
Siamo stati creati per continuare così.
Non importa quante grida serviranno.
In qualche modo, anche se penso che la mia mano sia ormai rotta, Asuka urla più forte di me. Dare la vita è qualcosa che sono molto felice di non dover fare.
“Un’altra spinta!” dice il dottore. Come questo pover’uomo sia riuscito a schivare tutto gli oggetti che gli sono stati lanciati, non lo so, ma sono davvero felice di non
essere l’unico qui (ad impallidire di paura per la sua stretta).
“SHINJI! TI UCCIDERO’!” grida asuka, ruggendo mentre strizza la mia mano in maniera incredibilmente forte.
“Ayah!” posso solo piagnucolare.
Sì. Nove mesi non sono niente se paragonati alle ultime due ore. Il desiderio ardente. Le chiacchierate notturne. Le lunghe settimane di preoccupazione. Gli
appassionati litigi quando entrambi eravamo arrabbiati… e innamorati. Rivivrei felicemente tutto questo invece di vivere questi prossimi pochi minuti…
Sta ancora tenendomi la mano, anche se ha appena finito di spingere per l’ultima volta e sospira sollevata che è finita.
È finita.
Grazie a Dio.
Mi stringe dolcemente la mano. Dato che è molto tenera dopo le ore di tortura, sorrido della sua stessa tenerezza. I nostri occhi s’incontrano e sorridiamo.
E mentre la stanza si riempie del pianto di un neonato, entrambi prendiamo profondi respiri.
Non è finita.
È appena cominciata.
Note dell’autore… tuttora, non sono sicuro che fosse il modo giusto per concludere. Holding Hands ha quasi due anni, ma mi ritrovo ancora a divertirmi molto
scrivendola. Si… sono un uomo molto cattivo. Leggo le mie stesse cose e mi piacciono. :P Dev’essere per tutta quella cosa della doppia personalità. Ahh bene.
Non mi hanno ancora rinchiuso…
Un’altra cosa…
Grazie a tutti quelli che sono rimasti seduti durante questa orribilmente lunga e lontana-lontana-COSI’-lontana dal perfetto “Higher Learning” saga / sbaglio / avventura / divertimento / qualsiasi nome vogliate dargli. Forse è semplicemente una veloce, semplice fic per bilanciare il tutto. Allo stesso tempo, comunque, so già
di sapere sia buona per ciò che vale. Spero faccia sorridere i fan di Holding Hands. Non ci assomiglia minimamente, ma, comunque, puoi fare la solita cosa
dell’ “odio/amore” un sacco di volte prima di decidere per l’uno o per l’altro.
Spero che vi sia piaciuto leggerla. E non siate troppo pungenti nelle e-mail. Sarò più bravo anche io a rispondere. ^_^
strikef@bigfoot.com
o
www.studioshinnyo.com
o
www.geocities.com/Tokyo/9110
Nient’altro che amore! Ja!
Strike Fiss, Studio Shinnyo 2002. Khattam-Shud, EOF.