Fandom: Originali
Genere: Generale.
Rating: R.
AVVISI: Het, Slash, Threesome, Angst. (In continua evoluzione.)
- "Nonostante gli sforzi congiunti dei più eminenti scienziati e dei governi della Terra riuniti in assemblea, nonostante gli svariati tentativi operati nei più disparati modi, attingendo a piene mani alle più varie risorse dell'intelletto umano, mettendo a punto le più sofisticate tecnologie che consentissero di risparmiare la maggior percentuale di risorse naturali e artificiali fornite dal pianeta, non è stato possibile evitare il collasso dell'ecosistema. [...] Oggi, primo gennaio 2161, il primo contingente militare terrestre, guidato dal generale Robert Carnival, muove i primi passi sul suolo di Minthe.
E qui comincia la nostra storia."

Note: Raccolta delle varie entry che ho scritto per le Chronicles of Minthe. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio diverso, ed i capitoli (corrispondenti ognuno ad un'entry) sono ordinati cronologicamente.
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THE CHRONICLES OF MINTHE
GIORNO 8: DANIEL PORTMAN

HDR #535AS35B, in dotazione al soldato semplice Portman, D. N° matricola: 594726.
Registrazione #1.
Data: 08/01/2161
Ora: 06.10.15
Condizioni fisiche: CODICE VERDE.
Coordinate geografiche: 48°50'N, 2°10'E.

Certe cose di Trish non le ho mai capite. Ad esempio quella volta in cui mi ha detto che non avrei mai potuto essere un bravo militare. Lei era già in ospedale. Era ancora viva, ma per la verità avevamo entrambi perso le speranze sulle possibilità di una sua guarigione.
Se non ricordo male, le avevo appena detto che stavo pensando di arruolarmi. Non era che un pensiero confuso, ai tempi, una possibilità fumosa. Sapevo che, se fosse stata la moglie di un soldato, Trish avrebbe ricevuto cure migliori. Un posto assicurato in uno degli ospedali delle navi ammiraglie. Non avevo alcun interesse a fare carriera nell'esercito, e d'altronde sapevo che, finché fosse stata viva ed impossibilitata a muoversi dall'ospedale in cui era ricoverata, non avrei mai davvero avuto il coraggio di arruolarmi, ma ciononostante era una possibilità che sentivo di dover almeno prendere in considerazione.
Era già il tramonto, se non sbaglio. Ricordo come il sole morente le infiammava i capelli biondi, accendendoli di riflessi ramati quasi abbaglianti. Pur così consumata dal cancro allo stomaco, tutta pelle ed ossa ed enormi occhiaie violacee, mi sembrava così bella. Mi è sempre sembrata così bella. Ogni volta che ripenso al suo viso mi rendo conto di non aver mai voluto niente come ho voluto lei, nella mia esistenza. Mi chiedo che razza di vita possa mai essere questa. Quella in cui hai desiderato solo una cosa, sei riuscito ad ottenerla per un breve periodo di tempo e poi l'hai perduta senza poter fare niente per impedirlo.
Il sole le infiammava i capelli e tingeva di rosso anche il suo sorriso sbiadito, mentre sollevava una mano dalle dita tanto magre da sembrare lunghi bastoncini nodosi, e mi accarezzava una guancia. "Saresti un pessimo militare, Dan. Sei troppo buono."
Non mi sento buono, mentre scendo sulla città distrutta assieme agli altri del mio gruppo di esplorazione. Imbraccio il mitra e lo stringo con forza contro il fianco, l'indice che accarezza il grilletto, pronto a sparare. Abbiamo ordini ben precisi. Sparare a vista. Uccidere qualsiasi cosa troviamo in città. Conquistarne le rovine, e poi proseguire verso il prossimo centro abitato.
Abbiamo ordini ben precisi, e nessuna alternativa. Non c'è più niente, per noi, nel luogo da cui veniamo.
Non c'è più niente per me lì.
Guardo le rovine e le fiamme che ne divorano i resti mentre attraverso i vicoli tappezzati a cadaveri della città in cerca di qualche sopravvissuto da eliminare, e penso che, anche se mi sforzo, non riesco ad immaginare niente per me neanche su questo nuovo pianeta.
Trish, credo che tu avessi torto.

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