Genere: Romantico/Azione
Pairing: NaomiXSnake
Rating: PG13
AVVISI: Niente da segnalare.
- La vita di Snake, in Alaska, è tornata quella di prima. Vive in pace, fino a quando non trova una vecchia conoscenza svenuta fuori dalla sua porta. E' Naomi Hunter, che riporterà il nostro eroe in un'avventura intrigante.
Commento dell'autrice: Di questa fanfiction sono molto fiera, perché sono riuscita (con grande sforzo e confondendomi anche, qualche volta) a creare proprio quello che avevo in mente: una storia principalmente di mistero ed azione (soprattutto di mistero) in cui i momenti di introspezione dei personaggi e quelli romantici fossero bene integrati, e fungessero da presa d'aria fra una complicazione e l'altra. Ho prestato attenzione a tutto, in questa fanfiction. E' stato complicato scriverla, ma ne sono così soddisfatta... penso sia abbastanza come premio ^_^
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Signor Presidente…
10° Capitolo
Rapita


- Vedi Snake... Nastasha, cercando di andare a parlare con Ocelot... ecco, lei beh... no, non va bene...
- Colonnello, sono arrivati.
- Be...
Neanche il tempo di finire la parola che già Naomi e Snake irruppero nella stanza, seguiti da Mei Ling che, non abituata ad essere scortata dai militari, era un po’ impaurita dalla situazione.
- Colonnello, cosa diavolo è successo?
Disse l’uomo rimanendo in piedi mentre invece Naomi e la ragazza si sedevano su due sedie molto lontane l’una dall’altra.
- Ecco...
Cominciò a dire Campbell. A dire la verità non aveva idea di come riuscire a spiegarsi. Insomma, non era facile dire che sia lui che Nastasha erano a conoscenza delle manovre di Ocelot da molto prima che rapisse il presidente e che, non solo non avevano fatto niente, ma avevano anche avuto colloqui personali per mettersi d’accordo su alcune cose! Perciò, pensò di far parlare le immagini. Chiamò Otacon.
- Fa’ vedere loro il messaggio di Ocelot...
Lui annuì ed aprì il computer. Subito, una voce quasi metallica parlò.
- Allora, Snake... ah, ma questo messaggio è rivolto anche a te Roy, non ti sentire escluso... Snake, hai presente quando ti ho detto che non sapevi proprio niente? Ecco, oggi ho proprio voglia di spiegarti un po’ di cose... ma prima voglio presentarti la nostra ospite d’onore...
La telecamera si spostò mettendo in evidenza Nastasha legata ed imbavagliata.
- NASTASHA!
Urlò Snake.
- Che ci fa lì?
Chiese al colonnello agitandosi.
- Sicuramente ti starai chiedendo cosa ci faccia qui... è una domanda legittima: oggi è venuta a cercare di convincermi di lasciare perdere... non ha ottenuto molti risultati... ora che ci penso... forse è meglio che sia il colonnello a spiegarti come stanno in realtà le cose... non voglio mettervi in imbarazzo. Però vi avverto che se non vi farete risentire entro tre ore, prima ammazzerò questa donna, dopodichè farò fuori anche il presidente... goodbye...
Il monitor si spense e Snake si voltò esterrefatto a guardare Campbell.
- Colonnello... che... che significa? Nastasha sapeva dov’era situata la fortezza di Ocelot? E perché non ci ha detto nulla?
L’uomo inspirò e mise una mano sulla spalla di Snake.
- Snake... siediti. Ne avrai bisogno...
Snake obbedì all’ordine quasi meccanicamente, senza pensarci, cercando una sedia dietro di sé con la mano.
- Allora... quello che sto per dirti ti contrarierà molto. Potrai anche decidere di andartene... bè, sappi che in questo caso non ti fermerò. Naomi, vale anche per te... vi ho messo nei guai per troppo a lungo...
Improvvisamente Otacon sembrò rianimarsi.
- COLONNELLO! UN ALTRO MESSAGGIO!
Campbell lasciò perdere il discorso e si fiondò al fianco dell’hacker.
- Cosa? Ma sono passate appena due ore!!!
Sul monitor del computer apparve nuovamente la sgradevole faccia di Ocelot.
- Abbiamo... cioè, io ho pensato di diminuire il tempo di risposta ad adesso. Mi stavo terribilmente annoiando. Roy, spero che tu abbia avuto il tempo di spiegare a Snake come stanno effettivamente le cose... in ogni caso, vi voglio qui fra un’ora. O Nastasha morirà.
Il messaggio si interruppe. Snake si alzò in piedi di botto.
- Non mi piace questa situazione. Le giuro che me ne andrei davvero, colonnello... ma non posso lasciare lì Nastasha. E non posso perdonare la ferita che Ocelot ha inferto al mio orgoglio. Non voglio spiegato nulla. Solo... come faremo ad arrivare lì entro un’ora se non sappiamo dove si trovano?
Il colonnello si schiarì la voce.
- Snake... perdonami.
Dopodichè chiamò un ufficiale e si fece preparare una jeep.
- Naomi, Snake... andiamo noi tre. Mei Ling ed Otacon, voi tenetevi pronti per il contatto via codec.
I quattro annuirono simultaneamente. Poi ognuno si diresse alle sue postazioni. Dieci minuti dopo, il colonnello, Naomi e Snake erano già in viaggio per la fortezza.
- Così sia lei che la signora Romanenko sapevate dove si trovasse la fortezza di Ocelot... quella vera...
Campbell non rispose a Naomi, e continuò a guidare. Snake non parlava. Non voleva, non voleva sapere la verità. Se gli avessero detto una parola di più avrebbe potuto uccidere chiunque. In un’ora, come previsto, arrivarono alla fortezza. Il codec di Snake squillò.
- Chi è?
- Snaaaaake! Amico mio!!!
- Io non sono affatto un tuo amico.
- Quisquiglie... (Oh, quanto volevo farglielo dire...^_^NdLisa) Ascoltami: ho nascosto la tua amica in un posto x della fortezza: trovala e sarà salva!
- Avevi promesso che sarebbe stata salva se fossimo arrivati qui in un’ora! Siamo qui, lasciala libera!
- Non ho mai promesso niente... ora ti saluto, ho altre faccende da sbrigare.
- Aspetta, Ocelot! Dov’è Nastasha!?
Niente, il collegamento si era interrotto. Snake si voltò a guardare Naomi, pensieroso.
- Tu non vieni.
- COOOOOSA???
Disse lei stringendo i pugni.
- Che significa che io non vengo? Non te lo permetto!!!
Snake si limitò a guardarla duramente.
- E’ pericoloso.
Lo aveva detto altre volte. Ma stavolta... Naomi si limitò ad annuire abbassando lo sguardo.
- Colonnello, rimanga con lei. Tornerò presto con Nastasha, e poi...
Si voltò.
- E poi ammazzerò Ocelot, com’è vero che sono vivo ora.
Scomparve, attraverso l’apertura stretta, se confrontata con la mole dell’edificio in cui si supponeva Ocelot lo aspettasse. Naomi rimase ferma a fissare il vuoto con la mano sul cuore.
- Mi dispiace...
Sentì questa voce dietro di lei. Non fece neanche in tempo a voltarsi che si addormentò con un panno imbevuto di cloroformio sulla faccia. Il colonnello Campbell la prese in braccio e la portò dentro l’edificio, prendendo però una direzione diversa da quella di Snake.
- Mi dispiace davvero...
*

- Nastasha! Rispondimi! Sono Snake, sono venuto a prenderti!
Sentì qualcuno mugugnare al di là di una porta, che provvide subito a spalancare.
- Nastasha!
Lei, immobile, legata ad una sedia e con la bocca chiusa da una striscia di nastro adesivo, continuava a lanciare suoni ovattati dimenandosi. Lui le staccò il nastro dal viso cercando di fare con delicatezza.
- Snake! Che ci fai qui? È una trappola!
- Non sarei dovuto venire a salvarti? Bel ringraziamento...
- Ma no! Non intendevo questo! È uno stratagemma per distogliere la tua attenzione!!!
- E da cosa, di grazia?
- Fai meno lo spiritoso! Dov’è Naomi?
- L’ho lasciata qui fuori col colonnello. Con lui era più al sicuro.
La bionda spalancò gli occhi.
- C-Come? Con Campbell?
- Si, qual è il problema?
- Liberami! LIBERAMI!!!
Lui, evidentemente sconvolto, la liberò senza dire altro.
- Snake, non possiamo rimanere qui!
Disse alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta.
- Naomi è il grave pericolo.
*

- Ocelot... Solidus... capisco il vostro astio nei confronti di Snake... ed ecco... io conosco il modo in cui potrete vendicarvi, non direttamente su di lui, ma...
Naomi giaceva in terra, svenuta. Campbell rimaneva in piedi, sguardo basso, leggermente distanziato dai due uomini che aveva di fronte, e che rimanevano nell’ombra. Seduto su una sedia Solidus Snake, terzo gemello e presidente degli Stati Uniti d’America, rapito da Ocelot. Rapito? No...
- La mia non sarà una soddisfazione reale... pur potendo infierire su questa donna, Solid sarà ancora vivo...
- Ma sarà terribilmente debilitato psicologicamente... io credo che lui la ami parecchio! Dovete credermi, esistono vari modi di vendicarsi senza per questo distruggere il mondo!!!
L’uomo che già prima aveva parlato, Solidus, continuò il suo concetto, con voce fredda e sguardo fisso su Campbell.
- Io non ho alcun interesse di distruggere il mondo... quella di far risorgere la Russia come unica superpotenza è un’idea di Ocelot.
- Ma lei può impedirglielo!!!
- A me non interessa. Dopo che avrò ucciso Solid, potrò morire io stesso... E poi Ocelot mi ha aiutato fino adesso... perché non dovrei lasciare che si diverta e provi soddisfazione anche lui?
Ocelot ghignò soddisfatto dietro le spalle di Solidus.
- Ma... ma non è da lei! Lei era un buon presidente prima che le facessero il lavaggio del cervello! Torni in sé!
L’uomo sorrise freddo.
- Tornare in me?
Fece una pausa, come a cercare di capire il senso delle parole del colonnello.
- Sono già in me. Anzi, non sono mai stato lucido come ora.
Lo sguardo di Campbell si fece terrorizzato, mentre Solidus estraeva la pistola e gli sparava ad una gamba.
*

- Cos’è stato quest’urlo?
Chiese Snake mentre, al fianco di Nastasha, correva nella direzione del suono.
- Era Campbell!
Gridò lei allarmata.
- E’ troppo tardi...
I due entrarono in una gigantesca stanza scura, e rimasero immobili osservando il colonnello in una pozza di sangue che si contorceva su sé stesso cercando di tappare il buco insanguinato attraverso il quale il proiettile era entrato ed uscito. Accanto a lui giaceva il corpo di Naomi svenuta, ormai completamente zuppo anch’esso del sangue di Campbell.
- NAOMI!
Urlò Snake quasi non accorgendosi del fatto che Campbell stesse per morire. Naomi non gli rispose né si svegliò. Snake era molto preoccupato. Dalla sua sedia in alto, Solidus lo guardò sprezzante.
- SOLID!
Urlò fuori di sé dalla rabbia. Snake si voltò a guardare. Non vide nessuno, fino a quanto l’imponente uomo non uscì dall’ombra, saltando poco distante da lui.
- Non pensare a quella femmina. Ci sono io, per te...
Snake lo guardò, incapace di comprendere chi fosse quell’uomo e cosa volesse da lui. Assunse subito il solito sguardo arrabbiato.
- Chi diavolo sei?
Quello sorrise ironico.
- Come puoi non riconoscere il tuo fratellino?
Commentò Ocelot ancora nascosto nell’ombra. L’attenzione di Snake si spostò verso di lui.
- Ocelot! Stavo cercando te. Adesso ti farò fuori!
Cercò di muoversi nella sua direzione, ma il presidente gli si parò davanti, impedendogli il passaggio.
- Ti ho già detto che ci sono io per te. Sono Solidus Snake, il terzo gemello.
Snake spalancò gli occhi.
- Il... terzo?
Ancora Solidus sorrise.
- Già. Ovviamente non mi conosci... neanche io sapevo di esserti fratello fino a quando Ocelot non mi ha raccontato tutta la storia...
- E tu credi davvero a quel criminale? Ti avrà raccontato un sacco di balle...
- Non sono così ingenuo, Solid... ho fatto tutte le ricerche del caso, e ti assicuro che siamo proprio fratelli... e sono legato a te dallo stesso odio che ti legava Liquid...
- Conoscevi Liquid?
- No, ma conosco la storia... ero ancora l’ignaro presidente degli Stati Uniti d’America, un anno fa...
Snake aggrottò le sopracciglia.
- Hai detto che mi odi... perché? Per lo stesso motivo per cui mi odiava Liquid?
Solidus scoppiò a ridere divertito.
- Hahahahahaha! Mi credi davvero un idiota, vero? Hai una brutta opinione di me... no, a me non interessa proprio niente del fatto che tu abbia geni migliori o peggiori dei miei, cosa di cui sono estremamente convinto...
Si girò per guardare Campbell, che nel frattempo aveva smesso di urlare.
- Ciò che mi spinge a detestarti è un sentimento che si chiama gelosia, proprio come Liquid, ma io non sono geloso dei tuoi geni. Sono geloso della tua posizione...
Anche Snake rise di gusto.
- Ma dai! Tu, il presidente degli Stati Uniti d’America geloso della mia posizione di spia e soldato semplice?
Rise di nuovo, come a sottolineare l’assurdità del pensiero.
- No... ti odio perché tu l’hai sempre saputo... odio anche Liquid, malgrado sia morto, perché voi sapevate... avete vissuto nella consapevolezza di essere quello che siete. Voi lo sapevate... mentre io... costretto a vivere una vita che non era mia, una vita che mai avrei voluto se non l’avessero pensata come mia prima di nascere... è per questo che ti odio.
Snake mise una mano sulla pistola.
- Non ho capito davvero nulla di quello che hai detto. Giuro, mi viene sempre difficile comprendere il perché le persone si odino fra loro. Ma...
Osservò Naomi svenuta.
- Non ti perdonerò per quello...
Solidus si sistemò il giubbotto.
- Tsè, non mi interessa che cosa ti spingerà a combattere. Voglio solo farti fuori...
Commentò mettendosi in una strana posizione d’attacco.
- Cos’hai intenzione di fare?
- ... a calci e pugni!
La sua gamba sfrecciò tanto velocemente che proprio Snake non riuscì ad evitarlo. Ed un potente calcio lo colpì allo stomaco facendolo cadere indietro per terra. Mentre urlava e sputava saliva, Solidus gli mise un piede sulla faccia.
- Devi strisciare nella polvere, Solid...
Lo diceva con un ghigno terrificante. Snake stava per perdere completamente la lucidità quando si ricordò che Naomi era ancora lì, in terra, apparentemente senza vita. Con un calcio fece una specie di sgambetto a Solidus, che cadde in terra ma si rialzò subito. Comunque il tempo bastò a Snake per mettersi in piedi e pulirsi la bocca. Sorrise.
- Complimenti davvero, sei un buon combattente...
Disse tossendo e massaggiandosi lo stomaco.
- Neanche io sono deluso...
Commentò Solidus sistemandosi nuovamente la giacca nera. Ocelot rise di gusto sempre nell’ombra. Lo scontro ripartì subito. Stavolta ambo le parti sapevano cosa aspettarsi e riuscivano a schivare e contrattaccare colpo su colpo, con una velocità ed una forza incredibili. Ocelot fece la stima che se un calcio di Solidus avesse colpito Snake, questi sarebbe morto. Contrariamente, se un pugno di Snake avesse colpito Solidus, sarebbe morto quest’ultimo. Ma sperò vivamente che si ammazzassero a vicenda, così lui avrebbe avuto ancora meno problemi. Occupato com’era a congetturare, si accorse solo all’ultimo momento che Nastasha aveva sparato un colpo dalla sua pistola. Riuscì ad evitarlo solo per pura fortuna.
- Ebbene sei ancora viva, Nastasha?
- Che ti avevo detto?
Disse lei sfidandolo con gli occhi. Lui raccolse la sfida. Fin troppo seriamente. Lo sparo risuonò forte nella grande stanza scura, ed anche l’urlo di Nastasha. Colpita al petto, la donna si accasciò a terra ed ebbe solo il tempo per un ultimo respiro. Snake se ne accorse.
- NASTASHA!!!
Urlò in sincronia col colonnello Campbell, che perdeva ancora molto sangue dalla gamba, ma non era morto. Solidus approfittò del momento di disattenzione di Snake per colpirlo alle gambe, facendolo rotolare per terra un paio di metri. L’uomo però si fermò subito, si alzò in piedi e corse verso il corpo senza vita della russa.
- Nastasha, stai bene, vero? Non preoccuparti, fra poco sarà tutto finito...
- E’ già tutto finito, per lei...
Commentò sarcasticamente Ocelot, sempre nascosto agli occhi di tutti. Snake alzò lo sguardo.
- Maledetto, fatti vedere!
Lui non se lo fece ripetere due volte.
- Eccomi qua, Snake... che ne pensi dello spettacolino che ti ho offerto? Spero sia di tuo gradimento...
- Ma come puoi parlare così, dannato!
- Eeeh, sembra che tu non mi abbia mai conosciuto...
Snake digrignò i denti. Osservò ancora un volta Nastasha morta e Naomi probabilmente nelle stesse condizioni. Sarebbe saltato al collo di Ocelot, se Solidus non lo avesse fermato immediatamente, trattenendolo per una spalla.
- Tu sembri non capire la mia lingua: sono io il tuo avversario.
Si voltò verso di lui con lo sguardo con il quale ci si volta verso un mostro.
- Ma brutto figlio di...
I due ricominciarono a combattersi sotto lo sguardo compiaciuto di Ocelot, che poi rivolse la sua attenzione a Campbell.
- Allora, Roy... hai avuto il tempo per parlare con Snake riguardo a quel nostro piccolo accordo?
L’uomo abbassò lo sguardo.
- Devo dedurre di no?
Rise forte.
- Bene! Sarà più soddisfacente se glielo riveli in punto di morte!!!
Rise di nuovo e lasciò l’uomo per terra. Il sangue ormai copriva quasi tutto il pavimento. Sangue di Nastasha, sangue di Campbell, sangue che i due combattenti perdevano. E fu così che Snake scivolò. Scivolò sul sangue e cadde per terra. Solidus gli fu subito addosso. Lo guardò con disprezzo.
- Per te è finita, Solid!
L’uomo si guardò intorno.
- Io non crederei proprio...
Le gambe gli erano state lasciate libere, per cui Snake potè, indisturbato, dare un calcio a Solidus e ribaltare le posizioni.
- Adesso per te è finita...
Disse prima di sferrare un pugno potentissimo alla cassa toracica del presidente. Si sentì chiaramente un crack, poi Solidus gettò un ultimo respiro e morì. Probabilmente una costola rotta era penetrate dentro il cuore. Snake si alzò completamente ricoperto del rosso del sangue. E corse verso Campbell e Naomi.
- Naomi! Naomi! Colonnello, come sta Naomi?
- E’ viva, non preoccuparti... l’ho addormentata...
- Lei l’ha... perché? Perché Nastasha mi aveva detto che Naomi sola con lei era in pericolo? Adesso mi spieghi tutto, colonnello!
Un’altra pallottola partì, e colpì Campbell al petto, anche se non al cuore.
- Cosa?
Snake lo vide lasciarsi andare al suolo.
- No, non muoia! La prego!
Campbell, però, sorrise.
- Non devi dispiacerti per me... io... ti ho tradito... di nuovo...
- Cosa? No, non parli, trattenga le forse, la porterò in ospedale al più presto!
- No, no... non devi... per me è... come una giusta punizione... e poi non c’è più niente da fare...
- Lei... lei non deve dire così!
Ma ormai anche lui aveva le lacrime agli occhi.
- Snake... ho sbagliato tante volte con te... ma mi dispiace, seriamente... anche stavolta... io... ti volevo vendere al nemico...
Snake sgranò gli occhi.
- Quando Ocelot ci contattò, molto prima che noi mandassimo Naomi a recuperarti, ci disse che potevamo risolvere tutto pacificamente, se avessimo venduto a lui la tua vita... mi dispiace...
Spirò su quel mi dispiace. Snake lo adagiò per terra.
- Scuse accettate, colonnello...
Sussurrò alzandosi in piedi. Si voltò, per guardare Ocelot che applaudiva.
- Ma che scena toccante! Da oscar, direi quasi... peccato manchi il lieto fine...
- Oh, ma il lieto fine ci sarà, Ocelot...
Snake esplose un colpo dalla pistola di Campbell. Stavolta Ocelot non schivò. E venne colpito allo stomaco.
- Che cosa? Come hai potuto colpirmi? Da dove ti arriva quella pistola?
- E’ del colonnello... hai fatto male a non disarmarlo...
Snake gli si avvicinò. Sguardo truce.
- No, ti prego, non uccidermi! Io... ho ancora molte cose da fare... devo portare la Russia sempre più in alto, devo distruggere gli Stati Uniti! Tu non puoi fermarmi, non potrai mai fermarmi!
Sui suoi vaneggiamenti, Snake gli chiuse la bocca per sempre.
*

Il ministro alla pubblica sicurezza entrò in quello stanzone per rimanerne sconvolto.
- Oh mio Dio...
Disse uno dei suoi soldati prima di voltarsi e vomitare. Ed in effetti lo spettacolo era davvero pessimo. Un uomo, stremato, seduto ed appoggiato al muro che reggeva in braccio una donna, pallida ma presumibilmente ancora viva, sebbene coperta di sangue. Un uomo in divisa giaceva con due buchi di pallottola. Venne riconosciuto come Roy Campbell, ex colonnello. A pochi metri da lui Revolver Ocelot, terrorista, morto. Poco distante Harry Glasgow, presidente degli Stati Uniti d’America, morto. Nell’ombra, Nastasha Romanenko, esperta nucleare, morta. L’uomo si avvicinò a Snake.
- Cosa diavolo è successo qui, ragazzo?!
Snake non rispose, alla domanda. Ansimante, riuscì a pronunciare solo un nome.
- Jason... Falls... dovete... ricompensare quest’uomo...
Il ministro si sollevò stupito. Poi guardò i suoi soldati.
- Ok, mettiamoci al lavoro. Ci vorrà un bel po’ per cancellare tutto quanto...
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