Serie: Yu degli spettri
Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: BotanXYusuke (ma non troppo...)
Rating: PG13
AVVISI: Angst, Deathfic.
- Da quando tutto è finito non ci sono stati più allarmi per i nostri amici. Yusuke e Keiko si sono messi insieme. Tutti sembrano felici. Ma la felicità è un sentimento fragile... solo un po' di più della vita umana...
Commento dell'autrice: La storia di questa fic è strana davvero. Nella mia innocenza di scrittrice di fanfiction alle prime armi intendevo scrivere qualcosa che parlasse esclusivamente della nascita di un sentimento forte fra Yusuke e Botan, perché li ho sempre visti bene insieme. Poi, però, dato che avevo fatto morire Keiko, mi sono accorta che questa cosa non sarebbe mai accaduta, perché Yu è TROPPO innamorato di quella ragazzaccia... non era assolutamente possibile che lui dimenticasse e si mettesse con Botan. Ed allora che ho fatto? L'ho fatto diventare un caso psichiatrico ^_^ e siccome continuavo a volere che lui si mettesse con Botan ho fatto diventare un caso psichiatrico anche lei e li ho chiusi assieme in una casa puzzolente ^__________^. A parte gli scherzi, questa è sicuramente la mia migliore fanfiction fino ad ora, e probabilmente rimarrà la migliore anche in futuro. Non mi era mai capitato di rileggere dopo un po' di tempo una mia fic e pensare "Accidenti, è proprio perfetta, proprio come la volevo io, non cambierei una virgola!". Ebbene, con No man è successo.
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No man no cry
Everything’s gonna be alright

4° capitolo
Pensiero di rinascita


Si risvegliò nello stesso posto in cui si era addormentato.

“Ma sei pazzo??? Addormentarti così, in mezzo alla casa! Và subito a letto se vuoi dormire!”
“Mh… Keiko, come hai potuto svegliarmi…? Stavo facendo un bel sogno…”
“Chissà cosa, razza di porco!”
“Ma… ma…”
“Basta, vai a letto.”
Il ragazzo si diresse verso la sua stanza, con un’espressione imbronciata.
Accidenti… tre mesi e mezzo di convivenza e tra loro non era cambiato quasi nulla…
“Yu… Yusuke!”
Neanche si voltò a guardarla.
“Che vuoi?”
“Và a letto………. io fra poco ti raggiungo…”
Sorrise, non visto. E continuò a camminare verso la stanza.




Che razza di pensiero. Proprio in quel momento, poi.
Sentì una fitta al collo. Poi una alla schiena. E poi parecchie lungo le gambe.
Voltò la testa, cercando di nascondere il dolore… in cerca di un orologio… nessun orologio elettrico intorno a lui.
Era certo che ci fosse un orologio a batteria, con le classiche lancette, proprio appeso sopra il divano nel salotto.
Ma chissà dov’era. Chissà dov’era il divano… chissà dov’era il salotto… ma dove cazzo era lui? In che stanza della casa si trovava in quel momento?
Si mise seduto, lentamente, voltando lo sguardo in tutte le direzioni.
Cosa… cos’era quella sensazione? Confusione? No…
Paura.
Aveva paura.
Cos’era quel buio, dov’era la luce? Una finestra…
UNA FINESTRA!
Si sentiva mancare il respiro, non c’era aria in quella stanza.
Luce… aria… aiuto…!
Si alzò di scatto, respirando affannosamente ed ignorando tutto il dolore che gli pervadeva il corpo.

Ho paura… qualcuno mi venga a tirare fuori di qui… qualcuno accenda la luce… qualcuno! Qualcuno mi dica che mi è vicino…
Keiko…

Stava piangendo. Stava piangendo. Non voleva, non era stato lui a chiederlo…! Santo cielo, voleva uscire di lì!
Cominciò a muoversi, senza una direzione precisa. Sbatté più volte contro agli stipiti delle porte.
Era uscito da quella stanza?
Se si, dov’era adesso?
Forse non era uscito… forse stava sbattendo dovunque, a vuoto, girando in cerchio…
Era riuscito ad uscire?

………. Voglio uscire!

Nell’atto di dare un pugno inconsulto al muro. Ecco. La luce.
Si accese esattamente sopra di lui.
Dalla paura alzò gli occhi, e rimase assolutamente accecato.
Nulla gli aveva mai dato tanto fastidio. Nemmeno doversi svegliare presto. Quel… quel bagliore gli stava lacerando gli occhi…
Quando abbassò gli occhi gli ci volle qualche minuto per tranquillizzarsi… vedeva solo un mare di palline grigie… una cosa spiacevole, comunque.
Si appoggiò al buio continuando a piangere ed ansimare incontrollatamente… era questa la paura, allora…
Per i minuti precedenti era rimasto nella confusione più assoluta. Paura. Lui non aveva mai avuto paura di nulla.

“Quelli che non hanno paura sono degli sciocchi!”
“E magari io sono sciocco, che fai, mi lasci?”
“Non ho detto questo!”

Meno male… che non l’aveva mai detto…
Fu in quel momento che lei gli ritornò in mente. Chiara come il sole d’estate.
Si rammaricò di non essersela ricordata prima.
In ogni caso, quando si guardò intorno, scoprì che si trovava in cucina. Le pareti con le mattonelle bianche non facevano altro che acuire e irradiare meglio la luce della lampadina.
Ma… una luce artificiale poteva essere tanto forte?
Quando si ricordò del perché adesso si trovava in quel posto, visto che vagava ancora alla ricerca di un orologio, alzò lo sguardo.
Erano semplicemente le sei ed un quarto del pomeriggio. Era quasi sera.
Perché… perché aveva fatto tutta quella fatica per una cosa così stupida? Cosa gli interessava sapere che ore fossero?
Solo sapendo l’orario riusciva a fare il conto del tempo… erano passate quasi nove ore… da quando Keiko era morta…
Erano passate solo nove ore.
Era ancora presto… per uscire dal buio.

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