Serie: Yu degli spettri
Genere: Drammatico/Romantico
Pairing: BotanXYusuke (ma non troppo...)
Rating: PG13
AVVISI: Angst, Deathfic.
- Da quando tutto è finito non ci sono stati più allarmi per i nostri amici. Yusuke e Keiko si sono messi insieme. Tutti sembrano felici. Ma la felicità è un sentimento fragile... solo un po' di più della vita umana...
Commento dell'autrice: La storia di questa fic è strana davvero. Nella mia innocenza di scrittrice di fanfiction alle prime armi intendevo scrivere qualcosa che parlasse esclusivamente della nascita di un sentimento forte fra Yusuke e Botan, perché li ho sempre visti bene insieme. Poi, però, dato che avevo fatto morire Keiko, mi sono accorta che questa cosa non sarebbe mai accaduta, perché Yu è TROPPO innamorato di quella ragazzaccia... non era assolutamente possibile che lui dimenticasse e si mettesse con Botan. Ed allora che ho fatto? L'ho fatto diventare un caso psichiatrico ^_^ e siccome continuavo a volere che lui si mettesse con Botan ho fatto diventare un caso psichiatrico anche lei e li ho chiusi assieme in una casa puzzolente ^__________^. A parte gli scherzi, questa è sicuramente la mia migliore fanfiction fino ad ora, e probabilmente rimarrà la migliore anche in futuro. Non mi era mai capitato di rileggere dopo un po' di tempo una mia fic e pensare "Accidenti, è proprio perfetta, proprio come la volevo io, non cambierei una virgola!". Ebbene, con No man è successo.
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No man no cry
Everything’s gonna be alright

3° capitolo
Grigio


Stare chiusi in una stanza nella maniera in cui *loro* erano stati chiusi, può lasciare anche più di un segno.
Così, dopo la sfuriata di Yusuke, Kurama, Hiei, Botan, Yukina e Kazuma si erano gettati fuori da quel buio, cercando aria più fresca da respirare.
Incredibile ma vero, dopo mezz’ora erano ancora davanti casa sua.
Keiko era morta. Questa era una verità assoluta ed improrogabile, della quale prendere atto. Punto.
Dentro quella casa, c’era un essere umano che si stava lasciando troppo andare. Altro fatto di cui prendere atto. Punto.
Non c’è modo per fermare una persona che vuole distruggersi. Non c’è modo di intervenire col libero arbitrio di un disperato.
E… d’altronde… nessuno di loro aveva voglia di impedirgli tutto questo.
L’avevano visto, quel giorno, come mai l’avevano visto in vita loro.
Avevano sentito chiaramente il nulla, in Yusuke. Il processo era già iniziato.
E… santo cielo… piuttosto che continuare a vederlo soffrire in quell’assurda maniera…

Muori, Yusuke. Non pensare più a niente, stai tranquillo, fra poco sarà tutto finito… fra poco non sentirai più nulla… fra poco sarai di nuovo con Keiko…
Fra poco riavrai la tua luce, Yu. Vale la pena aspettare un po’ al buio.

Tutti loro se la sarebbero sentita. Dirgli queste parole e porre fine alla sua esistenza sarebbe stato il più bel regalo che avrebbero potuto fargli. Lui li avrebbe guardati con riconoscenza ed avrebbe sorriso. Lo sapevano.
Ma… dannazione… con quale coraggio alzi la mano contro il tuo migliore amico…?
In certe situazioni… anche la pietà serve a poco. A loro non stava servendo a niente.
A Yusuke non sarebbe mai servita.
La sensazione di inutilità può essere terribile. Soprattutto se sai chiaramente di essere inutile per una persona alla quale tieni moltissimo.

Stare lì a sguardo basso non serviva a niente. Le lacrime di Botan, ed i diamanti di Yukina non sarebbero serviti a niente. Il dolore di Kazuma non sarebbe servito a niente. Il loro dolore non sarebbe servito a niente. Loro stessi non sarebbero serviti a niente.
La stessa disperazione di Yusuke era inutile.
E questa era la cosa peggiore.
Sapere che un uomo come lui… stesse soffrendo in maniera così folle… e che tutto questo non l’avrebbe portato a nulla.
Lì si stava soffrendo a vuoto. Altra verità assoluta. Prendere atto. Punto.
**

Piccole cose.
Sono i piccoli gesti quelli che fanno rimpiangere le persone.
I sorrisi di Keiko. I suoi passi quando correva da una stanza all’altra in cerca della sua borsa, prima di andare a lavoro. I suoi baci. Le sue carezze. Fare l’amore con lei. Averla semplicemente accanto nel letto. Perfino i suoi schiaffi.
Gli mancava tutto.
E non riusciva a pensare ad altro, oltre all’assoluta certezza di rivolerla indietro a tutti i costi.
**

“Keiko, ma sei proprio sicura???”
“Bè… non lo so… però… non lo sto facendo controvoglia, se è questo che intendi…”
“Convivenza…! E chi avrebbe mai pensato che tu e Yusuke steste progettando questo fatto da mesi!”
“Non proprio da mesi… però qualche settimana si…”
Botan guardò Keiko negli occhi.
“Sei felice, vero?”
Non aveva bisogno di farle questa domanda. E lei nemmeno rispose. Si limitò a sorridere.

Si… Keiko mancava anche a lei.

Keiko… torna a casa, dai! Torna da Yusuke… o vienitelo a prendere…

Pensieri stupidi, per una che fa la guida delle anime come lavoro…
Lei non ne sapeva niente. Non immaginava neanche che Keiko fosse destinata a morire. Quel dannato libro delle date... era un segreto perfino per Koenma… soltanto il re aveva diritto a leggerlo. Solo lui sapeva con certezza quando tutto sarebbe iniziato e quando sarebbe finito.

“E’ morta per un incidente. Mentre attraversava la strada è stata investita. L’uomo che guidava la macchina è qui, ed è pronto a rispondere per ogni…!”
Yusuke gli aveva dato un pugno in pieno viso. Poi era scivolato nell’apatia. Nel silenzio. E nel suo buio interiore.
Non era esatto. Non puoi chiamare incidente qualcosa che è perfettamente prestabilito. Si sapeva già prima che ci sarebbe stato tutto questo. È forse un incidente? Ma un incidente non è forse qualcosa di improvviso, inaspettato? Ebbene, se qualcun altro già lo sapeva, se in virtù di questo era qualcosa di evitabile… che senso ha scusarsi con parole più leggere delle foglie secche, che voleranno via col prossimo ricordo, con la prossima lacrima?
Non ha senso scusarsi per avere ucciso una persona. Neanche se non lo si è fatto di proposito.
Non ha senso presentarsi ai familiari ed agli amici con viso falsamente dispiaciuto e contrito.

Cosa puoi saperne? Come puoi soffrire? Non stai soffrendo, ed allora sparisci dalla mia vista, maledetto ipocrita!

Ipocrita… gli uomini moriranno sempre… ma almeno non puoi morire per la morte di qualcun altro… Yusuke… non morire…!

No, Yusuke… muori… non pensarci più, riposa…

La confusione nella testa aumentava, e li impantanava come fango, minuto dopo minuto, ora dopo ora… si mischiava alle lacrime e lasciava un sapore più amaro dell’aceto. Sensazione sgradevole. La loro sensazione. Altra cosa della quale prendere atto senza potere fare niente.
Scivolavano nell’apatia… anche loro, come Yusuke?
Con una differenza.
Per quei ragazzi, l’universo non era nero come lo era per Yusuke.
Ma attraversava ugualmente tutti i toni del grigio.
Il grigio del piombo, freddo.
Il grigio del cielo che sta per piovere. Piovono lacrime. Piove la morte.

Piova anche la tristezza su tutti noi. Sperando che venga lavata via da un nuovo, meno doloroso raggio di sole.

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