Serie: UFO Baby
Genere: Romantico/Drammatico/Comico
Pairings: MiyuXKanata, MomokaXLou, AkiraXNozomu
Rating: NC17
AVVISI: Angst, Lime.
- Da quanto Lou è andato via, Kanata e Miyu non si sono più rivisti. Un giorno, quattordici anni dopo, Cris organizza una rimpatriata fra i vecchi compagni. Miyu perde l'aereo per il ritorno a casa, e decide di rimanere a casa Sayonji. Però, durante la notte, i due riceveranno la visita di uno strano quattordicenne biondo. Chi è? E cosa nasconde?
Commento dell'autrice: La mia prima fanfiction su UFO Baby! La mia prima fanfiction divisa SERIAMENTE in capitoli! La mia prima fanfiction NC17! La mia prima scena lemon!!! Orgoooooglio! A detta di molti, "Back to home" è il mio capolavoro sommo. Fermo restando che secondo me questa ff (sempre con la scarsa modestia che mi contraddistingue) è bellissima (^_^), non me la sento però di dire che sia la mia migliore (insomma... e "Brothers...?"???). Però mi piace. Mi è piaciuto soprattutto il modo in cui sono nate le coppie, in maniera del tutto casuale ^_^ All'inizio questa doveva essere una ff esclusivamente MiyuXKanata, ma ad un certo punto mi sono accorta che Momoka+Lou ed Akira+Nozomu erano nate così, senza che me ne accorgessi, crescendo e diventando bellissime ^_^ Ed è così che due delle coppie arrivano al matrimonio ed una lo salta per un pelo...^.^
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8° capitolo
Dall'America con furore!


Miyu si risvegliò nel suo letto. Sola. Come quando si era andata a coricare. Guardo l'orologio. Mh... le tre e quarantacinque. Quando si era andata a coricare Lou non era ancora tornato. Era un po' preoccupata, veramente. Si alzò. La solita camicia di Kanata sopra la biancheria intima. Era andata a fare compere e, si, aveva anche comprato una sottoveste per dormire, ma con quella camicia si sentiva così bene... Ancora non riusciva a capire il perché avesse rifiutato tutte le avance di Kanata... in fondo anche lei aveva una voglia matta di farlo con lui... era donna, in fondo... e lui era uomo... uno splendido uomo... fermò il luccichio che i suoi occhi sprigionavano mentre pensava al suo sorriso. Wow... Comunque era ancora preoccupata per Lou. Si diresse velocemente verso la stanza del ragazzo, per quanto fosse possibile la velocità avanzando a tentoni nel buio. Si stupì molto quando trovò il letto intonso e vuoto. Corrucciata si voltò e si incamminò verso la stanza di Kanata, per chiedere informazioni almeno a lui. Proprio mentre lei stava per aprire la porta, lui uscì.
- Oh, Miyu, sei sveglia!
- Si...
Disse lei un po' imbarazzata. Il rossore passò subito pensando a Lou.
- Lou! Non c'è! Ne sai niente?
- Stavo venendo proprio da te a dirtelo. Ha appena chiamato, e dice che stanotte non torna a casa.
Miyu alzò le sopracciglia.
- E' con Momoka?
Kanata si limitò a sorridere, chiaro segno che la risposta era si. Miyu roteò gli occhi e si diresse verso il salone.
- Dove vai adesso?
- Non ho più sonno...
Rispose lei sempre continuando a dirigersi verso la grande stanza al centro della casa. Kanata la seguì incuriosito.
- Dai, Momoka è una brava ragazza...
Si voltò indispettita.
- Ma Lou è ancora un bambino! Ha solo quattordici anni!
Adesso Kanata era serio.
- E' molto piu maturo di quanto fossimo noi alla sua età.
- Davvero?
Disse lei girando attorno al tavolo.
- A me invece sembra che segua troppo i suoi sentimenti. Non pensa a ragionare! E poi, perché è qui? Che diavolo di fine hanno fatto i suoi genitori? Ha visto Momoka e dopo nemmeno due ore si sono messi a pomiciare! Dico, ma ti sembra sensato?
- E' molto più maturo, perché segue i suoi sentimenti. Non si spaventa di provare amore per qualcuno... e lo ammette senza problemi. Al contrario di noi a quattordici anni. Io non lo sapevo ammettere... avrei potuto... farti restare.
Miyu sorrise dolcemente, abbracciandolo e cingendogli il collo con le braccia.
- Ora sono qui...
Anche lui sorrise.
- Ti vedo...
La baciò appassionatamente. La lingua di Kanata si muoveva lentamente nella bocca di Miyu, in maniera sensuale. Lei non potè fare altro che rispondere al bacio, con passione sempre crescente. I due si andarono a distendere sul divano. Lui le sbottonò la camicia, mentre con le labbra scivolava veloce sul suo collo. Lei gli prese il viso fra le mani e lo alzò all'altezza dei suoi occhi.
- Kanata... il momento...
Kanata cominciava già a pensare di avere fatto il passo più lungo della gamba. Forse per lei non era ancora arrivato il momento giusto, e lui non aveva saputo aspettare oltre. Accidenti, ma lei era troppo bella per resisterle! Per resistere ai suoi sorrisi, alle sue occhiate, ai suoi movimenti, alla sua bocca... al suo corpo... "Guardarti accende un desiderio incontenibile"... sempre la stessa canzone, gli era venuta in mente molte volte da quando era tornata, ma quella frase era perfetta per esprimere ciò che provava guardandola. Lei lo guardava ancora.
- Quel momento... è arrivato...
Arrossì leggermente ad abbassò lo sguardo. Kanata si sentì l'uomo piu felice della terra. Non potè trattenere il sorriso che spuntò sulle sue labbra mentre le sollevava il mento con una mano.
- Ascoltami, Miyu... adesso ti dirò una cosa che non ho mai detto a nessun'altra.
Lei sapeva già cosa lui volesse dirle, ma aspett con calma che *quelle* parole uscissero dalla *sua* bocca.
- Miyu... ti amo...
Sollevò lo sguardo con gli occhi lucidi.
- Sei ricambiato, Kanata...
Una lacrima le scivolò veloce sulla guancia destra. Se ne stupì lei stessa.
- Avanti!
Disse lui asciugandola con un dito dolcemente.
- Ti sembra il momento di piangere questo?
- E' vero...
Risero per un paio di minuti a bassa voce, l'uno sopra l'altra, abbracciati. Poi si fermarono. Silenzio per qualche secondo.
- Kanata, non ti sarà mica passata la voglia?
Chiese Miyu con una strana faccia incuriosita, vedendo che lui non stava facendo più niente.
- Passarmi la voglia?
Gli bastò guardarla di nuovo, seminuda sotto di lui, per eccitarsi di nuovo.
- Ma quando mai...
Si chinò a baciarla sul collo, mentre lei buttò la testa all'indietro per accogliere meglio le sue labbra, che le sembravano calde come tizzoni ardenti, ma molto più piacevoli. Con una stretta veloce, Kanata sfibbiò il reggiseno della ragazza, e lo tolse, aiutato anche da lei, che era più lucida di quanto lui non si fosse mai aspettato. Pensò sorridendo che doveva avere esperienza. Scacciò il pensiero dove non potesse essere più recuperato e cominciò a baciarle i seni ed a giocare con i suoi capezzoli con la lingua, mentre Miyu ansimava sottovoce e gli scombinava i capelli con le mani. Sentirla sussurrare il suo nome in quella maniera era quanto di più eccitante ci potesse essere al mondo in assoluto. Per una magia quasi incredibile, Miyu riusci a togliersi gli slip senza problemi particolari. Le mutandine le scivolarono giù per la gambe e poi per terra come guidate da uno spirito misterioso, volenteroso di agevolarli in tutto e per tutto. Veloce la mano di Kanata si portò sulla sua femminilita, cominciando sapientemente ad esplorarla, mentre la ragazza continuava ad ansimare, chiamare il suo nome e pronunciare frasi sconnesse, perdendo l'ultimo grammo di lucidità che aveva ancora dentro. Miyu chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel piacere che aveva desiderato per tanto tempo. Lui continuava a farla godere con quella mano... accidenti com'era bravo... avrebbe voluto rimanere così in eterno. Sennonché la ragazza raggiunse l'orgasmo dopo dieci minuti. Kanata se ne accorse. La sua espressione cambiò da eccitata a stupita, mentre, guardandosi la mano, constatava che si, Miyu era già venuta. La ragazza si sentì in imbarazzo come non mai. Ma come? Decideva di fare sesso con lui e veniva durante i preliminari??? Doveva essere pazza, o ubriaca! Accidenti. Kanata si mise seduto con un'espressione delusa. Merda! L'aveva stuzzicata per troppo tempo. Lo sapeva che doveva diminuire la durata dei preliminari... Miyu si sentì in colpa. D'altronde, lei aveva goduto, mentre lui... poverino, era rimasto a bocca asciutta... Prese la sua decisione in pochi secondi. Cominciò a sbottonare i pantaloni di Kanata.
- Miyu, che stai facendo?
Lei nemmeno lo guardò.
- Secondo te?
Kanata arrossì come un bambino quando lei estrasse il suo membro dai boxer e ci giocò un poco con le mani, prima di cominciare a "lavorare di bocca". Cercò di parlare, in preda ai tremiti di piacere che lo invadevano dappertutto.
- M-Miyu... guarda che... ah... non-non sei obbligata a... aah... a farlo, se non vuoi... oh, Dio...
Lei gli tappò la bocca con una mano, sempre perseverando nella sua attività. Poi si staccò per un attimo, facendo respirare Kanata di sollievo.
- Bugiardo... lo so benissimo che è stata una delusione per te. Almeno, voglio farti provare piacere. Mi sento in colpa...
Lui la guardò stranito dal suo comportamento. Se la ricordò ingenua ragazzina, per riscoprirla donna matura. La cosa gli fece impressione. Non poteva essere la stessa Miyu di quattordici anni prima! Era assurdo! Miyu, nel frattempo, si immerse nuovamente in quello che stava facendo poco tempo prima. Kanata ricominciò ad ansimare. Poi abbassò gli occhi verso di lei, venendo catturato da un suo gesto. Mentre continuava ad occuparsi della sua virilita, Miyu si era riavviata i lunghi capelli dietro un orecchio. Non sapeva perché era stato catturato da una cosa del genere. Molti, molti anni dopo, l'unica cosa che Kanata si sarebbe ricordato di quella notte, fu quel gesto di Miyu che tanto lo incantò. Altri dieci minuti e venne anche Kanata. Spalancò gli occhi. Ci aveva messo lo stesso tempo della ragazza. Anche Miyu si sollevò. Le guance gonfie. Lui non capiva. Poi realizzò.
- Oddio, accidenti, scusa!
L'accompagnò velocemente verso il lavandino, dove la ragazza riversò tutto lo sperma di Kanata, che non aveva inghiottito. Poi si diressero verso il bagno.
- Ma lo sai che sei strana?
Le chiese lui.
- Che ti aspettavi, che lo ingoiassi?
Gli rispose lei con un'altra domanda mentre faceva i gargarismi col collutorio.
- No, ma neanche che aspettassi me per andare a sputarlo!
Si fissarono per pochi secondi con uno sguardo imprecisabile. Poi si misero a ridere come due idioti.
- Bè, è stato abbastanza piacevole, dopotutto...
Disse Kanata. Si diressero ognuno verso la propria stanza, quasi come fosse forza dell'abitudine. Miyu si bloccò con la mano sulla maniglia, sentendosi chiamata da Kanata.
- Che diavolo stai facendo? Vai a dormire sola?
Lei sorrise imbarazzata.
- Posso... posso dormire con te?
Kanata si mise una mano fra i capelli. In fondo era ancora la stessa Miyu di tanto tempo prima. Si avvicinò a lei e le circondò la vita con un braccio.
- Non dormirai mai più da sola. Andiamo a letto dai...
Quando si furono accomodati sul futon di Kanata, Miyu si avvicinò a lui, che la prese tra le braccia stringendola amorevolmente.
- Buona notte, boccuccia d'oro...
Le disse lui con un po' d'ironia nella voce. Lei gli rispose a tono.
- Buona notte, manine sante...
Dormirono così bene, che quando l'indomani mattina Lou rincasò facendo cadere per sbaglio tutti i quadri della parete destra del salone (come è un mistero, ma d'altronde Lou è un mistero continuo... NdLisa), non si svegliarono nemmeno. Intanto, Baumiao giaceva dolorante e paralizzato nell'astronave.
- Kanata... ma perché mi hai fatto questo?

(Scusate, non sono ancora pronta per partire col capitolo 8... mi tocca prima fare rincasare Lou. Ma questa è breve, ve lo assicuro, e poi si parte con l'ottavo.)

Lou aprì la porta di casa cercando di fare il minor rumore possibile. Controllò l'orologio da polso che aveva nascosto nella tasca, per cercare di dimenticare di dovere tornare a casa, prima o poi. Le sei del mattino!!! Cazzo! Non poteva credere di essere rimasto a baciarsi e coccolarsi e parlare con Momoka per tutto quel tempo. Ma se ripensava alla giornata da favola che aveva passato... i suoi occhi si trasformarono in due enormi lucciconi lacrimosi dalla felicità. E poi tutti i quadri della parete destra del salone caddero a terra. Si voltò sconvolto verso la fonte di tutto quel casino. Accidenti, doveva imparare a controllare meglio le emozioni forti... che disastro aveva combinato. Sperò solo che i suoi genitori non si fossero svegliati. Bè, a dirla tutta sperava che la sera prima si fossero addormentati. I suoi cosiddetti "veri" genitori (Madonna, li odia davvero... NdLisa), come dire, i suoi genitori naturali, quando rincasava tardi rimanevano in piedi ad aspettarlo. E molto spesso volava uno schiaffo da parte di suo padre, che si ostinava a ripetergli che per un ragazzino della sua età era indecoroso andare in giro di notte con quella feccia dei suoi amici. Il suo sguardo si rattristò per un attimo. Possibile che la smania di ricchezza e potere possa cambiare a tal punto le persone? I suoi genitori erano stati dolci e buoni, fino a quando un giorno dopo una festa avevano cominciato ad essere severi, restrittivi ed egoisti. Erano passati sette anni da allora... sette anni in cui lui aveva condotto una spaventosa guerra contro i suoi, per cercare di trasgredire almeno in parte alle regole che loro gli imponevano. Sette anni di continui litigi e schiaffi. Eppure... quando suo padre lo picchiava vedeva le lacrime sul volto di sua madre... ma la vita con i suoi genitori terrestri era molto più bella... loro lo amavano per quello che era e lui amava loro proprio per questo. E poi c'era Momoka, il suo angelo... l'unica che avesse visto in lui Lou, e non il quattordicenne un po' infantile che era... Lou si riscoprì a sbadigliare. Aveva un po' di sonno effettivamente... bè, d'altronde era ancora presto... poteva anche andarsi a fare una dormita.

- Lou, non ti azzardare MAI più a ritirarti cose tardi!
- Avanti mamma, ho anche avvertito!
Miyu lo stava rimproverando ormai da mezz'ora, mentre Kanata assisteva impotente alla scena assieme a Baumiao in lacrime che cercava di difendere il suo signorino Lou.
- Ma non capisci? Eravamo preoccupati per te!
A questo punto, vedendo lo sguardo di Lou oscurarsi per un attimo, Kanata dovette intervenire.
- Avanti Miyu... non vale la pena di rimproverarlo così!
- M-Ma... Kanata!
Lui la guardò bonariamente, e questo bastò a calmarla. Poi Kanata si portò davanti a Lou, ed in un orecchio gli sussurrò
- Tanto io e lei avevamo *altro* a cui pensare, ieri sera...
Disse facendogli l'occhiolino. A Lou sfuggì un risolino divertito. Gli sembrava così strano un padre che parlava con così tanta disinvoltura dei suoi passatempi con la donna che amava...
- Ehi, che cosa gli stai dicendo così, a bassa voce? Non mi piace!
Miyu si affacciò alle sue spalle rossa in viso. Kanata sospirò rassegnato.
- Avanti, non fare l'isterica...
Le diede un bacino sulla fronte. La ragazza arrossì nuovamente.
- Non sono isterica... cerco di fare la madre!
Lou si diresse in cucina, e quando Miyu se ne accorse lo seguì immediatamente.
- Vuoi che ti prepari qualche onigiri? Ti piacciono tanto...
Lou si illuminò in volto mentre il pensiero del cibo occupava velocemente la sua testa.
- Grazie ma! Sei un angelo!
Disse cingendole il collo in un dolce abbraccio di ringraziamento.
- Credo che Miyu non abbia mai perso la voglia di fare la madre del signorino Lou...
Kanata non potè che approvare il ragionamento di Baumiao. Si trovava così a suo agio nel suo nuovo ruolo di "mamma"... sembrava nata per fare questo. Il telefono squillò mentre lui immaginava figure angeliche di Miyu che teneva in braccio un bambino. No, non Lou... era un sogno che Kanata nascondeva in fondo al suo cuore, per adesso.
- Pronto, casa Sayonji, chi è?
- Kanata! Sono Santa e sono nei guai.
La voce dell'amico dall'altra parte del telefono era agitata.
-S anta! Adesso calmati, che succede?
- Io vado a fare una passeggiata con Momoka!!!
Disse Lou uscendo dalla cucina inseguito da Miyu che gli urlava di rincasare per pranzo.
- Ok, ok Lou... per favore Miyu, smettila di urlare!
La ragazza disse qualcosa che lui non capì, e poi Kanata rivolse nuovamente la sua attenzione a Santa.
- E' successo un vero e proprio disastro!!!
- Ma cosa?
- Ieri sono andato a parlare con il mio fornitore di carne, come ti avevo detto, per andare a risolvere certi problemi in seguito ad una litigata. Non ho risolto molto, a dirla tutta, perché abbiamo litigato di nuovo.
- Mh, capisco...
- Ma il problema è che oggi mi ha inviato un camion per la fornitura PIENO di carne avariata e di bassissima qualità! Non posso aprire la carnezzeria così, e se non apro la carnezzeria non potrò pagare i miei dipendenti (Santa lavora con un ragazzo come aiuto macellaio ed una ragazza alla cassa, e li paga a giornata in base ai guadagni del giorno. NdLisa)! È una tragedia!!!
Kanata sentì chiaramente Santa mettersi a piangere.
- Ok, dammi due minuti e sono da te. Poi decideremo il da farsi.
- Grazie amico mio... non so cosa farei senza di te!
Non era la prima volta che Santa aveva problemi del genere, ma Kanata era sempre riuscito a risolverglieli, anche grazie al suo a dir poco infinito senso pratico.
- MIYUUUUU!
Miyu si affacciò alla porta del corridoio con la cesta delle cose da stendere tra le braccia.
- Santa ha un problema in carnezzeria, ti spiace rimanere da sola?
- Quanto tempo pensi di perdere?
- Mah... non più di tre ore, suppongo...
Lei sfoderò il sorriso piu smagliante che la fatica di portare quella cesta pesante le permise.
- Va bene, allora ci vediamo più tardi!
- Vuoi aiuto per portare fuori la cesta?
- No, no... vai da Santa, avanti!
Kanata annuì poco convinto e si precipitò fuori da casa. Beh, adesso era sola... Miyu si mosse velocemente sotto il peso della cesta, e stese tutto quanto. Si chiese quanto Lou fosse stato in viaggio per arrivare sulla Terra. Molto tempo, a giudicare dalla mole di vestiti e biancheria da lavare che aveva consegnato a Miyu in una valigia il giorno dopo il suo arrivo. Quella valigetta piccolina aveva fatto presupporre a Miyu che ci fossero due o tre cose da lavare, ma quando Lou aveva spinto un bottone, la valigia era diventata delle dimensioni di una scrivania da lavoro. E ciò che c'era dentro rispecchiava ampliamente le aspettative. Rientrò in casa e stremata si gettò su uno dei divani, godendosi la pace e la tranquillità di quei momenti. Poi, squillò il telefono. Miyu si alzò a fatica ed andò a rispondere.
- Pronto, casa Sayonji?
Era la voce di Nora! Stava provando a parlare in giapponese! Fantastico, era da morire dalle risate! Miyu riprese controllo su se stessa e cominciò a parlare in inglese, per rendere più facile il compito all'amica.
- Nora! Sono Miyu, ciao! Come stai?
- Miyu, sei ancora VIVA?
La ragazza si stranizzò per l'uscita di Nora.
- Scusa, in che senso?
- Ehm, no scusa... riformulo... stai bene?
- Si, ma certo che sto bene!
- E nessuno ti ha importunato fra ieri e oggi?
- No, assolutamente...
- E non hai visto nessuno di sospetto per la strada, per caso?
- Ma no, Nora! È tutto a posto ti dico! Ma... mi stai nascondendo qualcosa?
- Io?
- No, quello che passa...
- Ma no, Miyu! Come puoi pensare che io ti nasconda qualcosa? Ero solo preoccupata per te, tutto qua. Era perché era da tanto che non ti facevi sentire, e allora...
Nora poteva sentire anche attraverso il telefono la diffidenza della ragazza.
- Ehm...
Continuò.
- Allora, come va?
Miyu dimenticò completamente ciò di cui stavano parlando prima e si mise a parlare di tutte le belle cose che aveva fatto in Giappone.
- Tra l'altro adesso sto con un ragazzo davvero fantastico!
- Davvero stai con qualcuno?
- SI! Non è meraviglioso?
- Accidenti...
- Ah, bel commento davvero!
- N-No, Miyu, non dicevo per te! Mi è caduta una tazza di caffè per terra! Sono davvero felice che tu ti sia trovata un ragazzo. Spero che sia degno di te!
Bè, era vero che le era caduta per terra la tazza. Ma solo perché l'annuncio dell'amica l'aveva lasciata sconvolta. E adesso? Se l'avesse trovata mentre lei era col suo ragazzo? Avrebbe anche potuto fare una strage, accidenti, accidentaccio!
- Va bene... non c'è problema...
- Ok, Miyu... ora ti devo lasciare. Tu... riguardati, stai attenta! Mi raccomando!
- Nora.
- Si?
- Che succede?
- Niente Miyu... scusa...
- Va bene. Sta tranquilla...
- Ti voglio bene, Miyu.
- Anche io te ne voglio, lo sai! Adesso và. Ciao.
- Ciao.
La telefonata fu interrotta. Miyu non capiva. Perché Nora era così preoccupata? Che cosa diavolo stava succedendo? Che fosse successo qualcosa ai suoi genitori? Si portò le mani alla bocca. No, Nora non le avrebbe mai potuto nascondere una cosa del genere...

Nora soffocò le lacrime che le bruciavano gli occhi. Velocemente compose il numero della polizia e lo chiamò.
- Sono Nora Brooks, avete notizie di mio fratello?
- No purtroppo. Ma stia tranquilla, lo riacciufferemo al più presto.
Il detective Johnson le aveva dato un numero privato da chiamare per avere notizie. In un attimo le ritornò alla mente il discorso avuto con suo fratello nella prigione dove stava. Lei era seduta su una sedia davanti ad una cella. Dietro le sbarre, lui. Sguardo e testa bassi, mano sulle sbarre come a reggersi a loro. La barba incolta ed uno sguardo spiritato che avrebbe fatto paura a chiunque.
- Ciao Nora... come stai?
- Bene.
- Tutto quello che hai da dire al tuo amato fratellino in galera?
- Cosa dovrei dirti? Che mi dispiace per te? Che è stata un'ingiustizia? Santo cielo, Martin, hai stuprato una ragazza!
- E non è stata l'unica...
Nora aveva sgranato gli occhi.
- Come?
- Se lo dirai a qualcuno negherò, come ho già fatto in precedenza e farò sempre. (Ringrazio il film "The Unsaid", un capolavoro, per questa frase NdLisa)
Martin aveva respirato forte, aveva tossito un paio di volte e poi aveva cominciato a parlare.
- In tutta la mia vita da persona matura, vale a dire dai sedici - diciassette anni in poi, ho violentato 54 ragazze maggiorenni e 35 minorenni con non meno di 12 anni. Nessuna aveva mai detto niente. Anzi, mi stupisco del fatto che quella che mi ha denunciato l'abbia fatto. Ma mi occuperò di lei con calma.
Una goccia di sudore era scivolata lungo la tempia della ragazza, mescolandosi con le lacrime che aveva cominciato a riversare sentendo i numeri del fratello. 34 bimbe... delle quali le più piccole avevano solo dodici anni... e 54 ragazze maggiorenni... e nessuna aveva mai detto niente...
- Come sta la mia giapponesina?
Nora sentì un moto di rabbia infinito dentro di sé.
- Lascia stare Miyu, va bene?
- Ti ho solo chiesto come sta...
Aveva risposto lui innocentemente. Nora aveva ghignato.
- Fortunatamente per lei ora è in Giappone, lontano da te e dallo schifo che sei! Stavolta papà non potra farti uscire di galera, il suo prestigio ne uscirebbe danneggiato.
- Non ho bisogno di papà per uscire...
- Sta zitto, porco!
Nora si era alzata facendo cadere la sedia indietro. E poi era andata via, sguardo alto e lacrime che scendevano copiosamente. Fuori dalla prigione era svenuta. La sera stessa, Martin era evaso. Dopo una giornata di ricerche, non l'avevano ancora trovato. E dire che non poteva essere andato lontano! Una morsa le strinse lo stomaco pensando al fatto che lui sapeva che Miyu fosse in Giappone. E se fosse andato da lei? Nora sapeva delle particolari "attenzioni" che suo fratello le riservava, ed in fondo non si sarebbe meravigliata poi troppo se l'avesse raggiunta anche là. Ok, aveva deciso: sarebbe andata a fare i biglietti per l'aereo e sarebbe andata da Miyu.

Miyu sedeva compostamente a tavola. Rammendava un calzino di Lou senza, per la verità, prestare troppa attenzione a quello che faceva. Le frasi sconnesse e preoccupate di Nora le giravano ancora in testa ripetendosi in continuazione. Accidenti, perché era cosi agitata? Doveva calmarsi, era tutto a posto. Tutto a posto. Il campanello di casa squillò, mandandola quasi a terra per lo spavento. Si alzò, lentamente. Tirò un lungo sospiro e poi andò ad aprire. Chi poteva essere? Kanata che tornava, d'altronde aveva detto che non ci avrebbe messo molto tempo... però era appena uscito... Cris? No, lei avvisava sempre prima di piombare in casa altrui... Forse Akira... sperò ardentemente fosse così.
- Chi è?
Chiese con voce tremante sperando di farsi sentire dall'altro lato.
- Sono un rappresentante di profumi! Le andrebbe di provare la nostra ultima produzione?
Miyu sorrise della sua stupidaggine. Un rappresentante di profumi! Abituata com'era a sentire parlare inglese da altri, non si accorse che anche il "rappresentante" lo parlava. Non diede peso alla cosa. Fu il suo più grande errore. Veloce, tolse il chiavistello e girò la maniglia.
- Buongiorno, giapponesina mia...
Un uomo dai capelli castani, la barba incolta ed uno sguardo da fare paura le si parava davanti, sormontandola in altezza come una montagna sormonta un bambino. Il nome, quel maledetto nome che sperava di non dovere più sentire né pronunciare, le arrivò alle labbra veloce come un fulmine.
- M-Martin...
- Esatto tesoro, sono a casa. Non mi fai entrare?
E così dicendo la spinse dentro il santuario violentemente, entrando poi lui stesso e chiudendo la porta a chiave.
- Sorpresa di vedermi?
Miyu stava a terra, sguardo terrorizzato senza la forza di potere fare niente. Lui si appoggiò ad uno scaffale basso.
- Avanti! Perché fai scena muta? Non sei contenta di vedermi? Scommetto che ti stai chiedendo "Ma che ci fa qua, non doveva essere in galera?". Ebbene, sii fiera di me: sono scappato per amor tuo!
Miyu cercò di muoversi, strisciando per terra verso il telefono.
- Ah no cara...
Le diede un potente calcio allo stomaco. Miyu si rigirò per terra con la bava alla bocca, in preda al dolore. Vomitò sangue. Molto sangue. Martin sembrava noncurante della cosa.
- Amore, sai dirmi dove posso trovare un paio di forbici? Ah, non ti scomodare, le ho trovate da solo... fa niente.
Velocemente, l'uomo andò a tagliare i fili di tutti i telefoni della casa.
- Bene, adesso siamo soli...
Disse tornando all'ingresso. Miyu, nel frattempo, era riuscita ad appoggiarsi al muro, strisciando, e si era messa seduta riprendendosi un po'.
- C-Che ci fai qui, dannato...
- Volevo venirti a trovare!
Disse con l'espressione più innocente del mondo ed un'adorabile sorriso sul volto. Miyu tossì un'altra volta.
- Vai via... sei ancora in tempo...
- In tempo per cosa?
Le si avvicinò e le strinse il mento con due dita.
- Forse non hai capito che voglio da te, amore...
Cominciò a baciarla con tanta violenza e tanta forza, che Miyu non riuscì a chiudere nemmeno la bocca.
- Vediamo di trovare un impiego utile anche per queste forbici...
Dopo avere detto questa frase, apparentemente senza significato, le sbrindellò completamente la magliettina, e poi tagliò il reggiseno a metà. Si fermò un attimo, nel vedere le lacrime sul suo volto.
- Suvvia, non dovresti piangere... dovresti essere contenta di fare sesso con me!
- Vuoi violentarmi?
- Mh... che brutta parola... ma si, diciamo che voglio violentarti.
Le lacrime scesero più veloci e Miyu cominciò a singhiozzare.
- Coraggio, finirà presto... e dopo potrò ucciderti, cosi sarà tutto a posto.
Miyu aprì gli occhi di scatto. Voleva... ucciderla?
- Uccidermi?
- Esatto! Pensavi che ti avrei lasciata in vita dopo averti violentato? No, saresti andata a denunciarmi... con l'evasione potrò beccarmi massimo tre mesi in più di carcere, cosa vuoi che sia, e dopo tre anni e tre mesi... olè, di nuovo fuori! Per questo voglio finire in fretta con te: prima mi costituisco, minore sarà la pena dell'evasione!
- M-Ma... ma pensaci... se mi uccidessi, ti darebbero la camera a gas!
- Ci sono molti modi di occultare un cadavere... e nessuno mi ha visto entrare da te...
- Ti denuncerebbe... qualcuno...
- Non mi conosce nessuno, in Giappone... nella tua ridente cittadina nessuno sa che avevi contatti con me...
Parlava come se fosse soddisfatto di se stesso, il bastardo... sembrava contento. Realizzato.
- Nora...
Provò a dire lei.
- Sistemerò anche lei prima di andarmi a costituire...
Non c'era via di scampo. L'avrebbe uccisa. Violentata e poi uccisa. Miyu si sentiva una merda. Non avrebbe mai voluto morire così... voleva morire tra le persone che amava, con Kanata accanto, Lou a prendersi cura di lei, i suoi amici a farle forza... non così, non ora... Non ora che aveva un figlio, non ora che era innamorata, non ora accidenti. Lentamente, ma inesorabilmente, Martin cominciò a togliersi la cintura dai pantaloni.
*

Lou si sentì strano. Era come se avesse dimenticato qualcosa di fondamentale a casa. Baumiao camminava con lui sotto le sembianze di una bambina di cinque anni. Gli piaceva trasformarsi sempre in cose diverse. Ultimamente era la sua passione. Momoka, dall'altro lato, gli stringeva dolcemente una mano. Improvvisamente, Lou tossì.
- Tutto a posto?
Il ragazzo guardò Momoka preoccupata.
- No... mi sento strano... ma forse non è niente. Su, andiamo al parco giochi.
- No, aspetta, dai! Con me ti puoi sfogare, lo sai!
Momoka lo invitò a sedere sul marciapiede, in assenza di panchine intorno. Lou si prese la testa fra le mani.
- Non stai bene, forse?
- No, io sto bene... è che... non lo so, ho una strana sensazione. Come se a casa ci fosse... qualcosa... che sto scordando, o trascurando, o di cui sono all'oscuro.
- Oh, queste sono premonizioni, signorino Lou!!! Dobbiamo fare festa!!!
- In che senso?
Momoka sembrava confusa.
- Sul pianeta Otto, quando qualcuno comincia ad avere premonizioni, è sintomo che è passato dall'adolescenza all'eta adulta! È un avvenimento che di solito di festeggia in maniera grandiosa! Oh, sua madre e suo padre sarebbero fieri di lei, signorino!
L'occhiata che Lou rivolse a Baumiao era eloquente. Tanto che l'alien sitter si affrettò a correggersi.
- I-Io parlavo di Miyu e Kanata signorino!
Lou si tranquillizzò, ma quel maledetto presentimento non lo lasciava in pace.
- Che c'è, signorino Lou? Le probabilità che la prima premonizione che si ha sia vera sono pochissime, non dovrebbe dargli importanza!
- Eppure... secondo me è meglio controllare.
- Ma signorino...
Lo interruppe Momoka.
- Se chiamare casa lo fa stare meglio non vedo perché non dovrebbe farlo...
Lou andò subito alla ricerca di una cabina telefonica, seguito dagli altri due. Appena la trovò compose velocemente il numero di casa. Si sentì mancare, quando una voce femminile rispose in questa maniera.
- Ci dispiace, ma il numero di telefono risulta inesistente. Provi a ridigitarlo.
Lo compose di nuovo. Poi tre volte. Poi quattro. Cinque. Ed il responso era sempre lo stesso. Lasciò cadere la cornetta.
- Tutto... ok?
Chiese timidamente Momoka.
- Dice... che è inesistente...
Ormai anche la ragazza stava cominciando a preoccuparsi.
-Questa storia non mi convince Lou... andiamo a casa tua, voglio vedere se va tutto bene.
I tre cominciarono a correre affannosamente verso la direzione in cui si trovava la casa di Lou. Il ragazzo aveva il cuore il gola. No, non doveva succedere qualcosa di male a Miyu e Kanata, non ora che aveva trovato una vera famiglia! Non ora che finalmente era di nuovo felice! Quando arrivarono alla porta di casa non erano passati nemmeno cinque minuti.
- Mamma, sono Lou! Apri!

Dentro casa, Martin sembrò distolto dalle sue intenzioni di finire di spogliare Miyu grazie ad una voce che veniva da fuori.
- Mamma, sono Lou! Apri!
- LOU!!!
Miyu urlò con forza il suo nome.
- Mamma? Hai un figlio? Ah, però... non lo sapevo... comunque non ci disturberà. La porta è chiusa a chiave...
- Aiuto Lou!!!
Urlò di nuovo lei. Martin le diede un potente ceffone.
- Sta zitta, puttana!
- MAMMA!!!
Grazie ai suoi poteri, Lou riuscì a buttare giù la porta. Lo scenario che si parava davanti a lui, Momoka e Baumiao era a dir poco raccapricciante. Sangue sul muro, sangue per terra, Miyu mezza nuda, quell'uomo... chi era quell'uomo?
- Chi cazzo sei tu?
Lou era infuriato come non mai.
- Hei, amico, sei sicuro di essere figlio di questa troia? No, perché mi sembri un po' grandetto...
Lou gli sferrò un pugno all'altezza dello stomaco.
- Ti ho chiesto chi cazzo sei!!!
Martin cadde a terra rumorosamente, rompendo un tavolino di cristallo. Momoka si mise le mani davanti alla bocca per non urlare.
- Ehi... cazzo, picchi forte...
Il ragazzo gli diede un calcio in viso, mandandolo a sbattere contro un muro.
- Dai, parliamone!
Disse lui difendendosi con le braccia.
- Che stavi facendo a mia madre, eh?
- Ma dai, ci stavamo solo divertendo... non è vero Miyu? Divertendo...
Non era molto convinto di quello che diceva. Ed a Lou bastò guardare sua madre in lacrime che si appoggiava a Momoka per alzarsi in piedi, per decidere cosa fare. Un calcio secco alla nuca e Martin giaceva svenuto a terra. Mezz'ora dopo, la polizia e Kanata erano al tempio Sayonji. Kanata stringeva forte Miyu, in maniera possessiva, in modo da infonderle coraggio. Lei stava a sguardo basso. Tremava un po'. Lou era seduto sul divano. Teneva d'occhio l'uomo svenuto contro al muro. Momoka gli stava accanto e reggeva coraggiosamente la vista di quell'inferno che era diventato l'ingresso. Anche Martin aveva perso molto sangue, e ce n'era una chiazza proprio sotto di lui.
- Allora, signorina, vuole sporgere denuncia?
Miyu non rispondeva.
- Signorina?
Kanata si arrabbiò contro il commissario, scuotendola leggermente.
- Ma non capisce che è ancora sotto shock? Passi domani!
- No, la situazione è troppo grave. Se lei non sporgesse denuncia, lo dovremmo lasciare andare, e qualcun altro sarebbe in pericolo.
Kanata fece sedere Miyu su una delle poltrone. Poi parlò di nuovo il commissario.
- Signorina Kozuki, si faccia forza! Lo mandi in galera quel bastardo che le ha fatto questo! Lo denunci!
Miyu parve tornare alla vita. Fece scorrere lo sguardo su tutta la stanza. Lou sul divano... accanto a lui Momoka. Lei sulla poltrona... accanto a lei Kanata, davanti a lei il commissario. Martin, svenuto ancora contro il muro. Quella vista le diede il voltastomaco.
- Miyu! Oh, my God, MIYU!!!
In quel momento, entro nella stanzetta una furia dai capelli castani. I poliziotti cercarono di fermarla, ma la ragazza si liberò di tutti come fosse stata un'abile giocatrice di football. Li lasciava a terra. Miyu la guardò. Possibile che fosse...
- Nora...
Nora la sentì.
- Miyu!!!
Corse ad abbracciarla, buttando a pancia all'aria anche il commissario, uomo robusto.
- Miyu, stai bene! Mi dispiace, è tutta colpa mia! Non avrei dovuto dirgli che eri in Giappone, e poi avrei dovuto avvertirti! Ti ho messo nei guai, scusa!!!
Nora piangeva rumorosamente ed abbracciava le ginocchia di Miyu, mentre la bionda le carezzava la testa in maniera conciliante.
- Calma Nora... va tutto bene... è tutto a posto... Lou mi ha salvata in tempo...
Lei si alzò da terra ed andò verso Lou.
- Ti ringrazio. Non so chi sei, ma ti ringrazio per avere salvato Miyu.
Gli strinse la mano. Lou fece un sorrisetto stentato, non osò dire di piu riguardo al "non so chi sei". Non era il momento. Poi, negli occhi di Nora apparve un lampo di determinazione che Miyu conosceva bene. Era la luce che le appariva in volto quando doveva dare ordini a qualcuno.
- Commissario, quello è mio fratello.
- Ma lei chi è, signorina?
Disse il commissario, che nel frattempo si era alzato in piedi e ricomposto.
- Io sono Nora Brooks.
- *Q-Quella* Nora Brooks?
Lei annuì con un cenno del capo. Il commissario si voltò verso il corpo abbandonato di Martin.
- Perciò quello è Martin Brooks, quello che è finito in galera per stupro, il figlio del ministro degli esteri statunitense!
- Esattamente.
- E che ci fa qui?
Per evitare di portare la cosa ad un livello troppo complicato, Miyu si affrettò ad occupare con altro i pensieri del poliziotto.
- Signor commissario, se non le dispiace vorrei deporre.
Lui si precipitò da Miyu. Fu un racconto lungo e straziante, durante il quale Miyu si liberò di tutto il peso che aveva sulla coscienza, di quegli anni in America in cui aveva sopportato Martin e tutto quello che le aveva fatto. Nora approfittò dell'occasione per parlare degli altri stupri di suo fratello. Alla fine del racconto. Il commissario si buttò indietro seduto per terra (Ma questo è un comportamento da commissario, secondo te? Fammi subito rimettere in piedi! NdCommissario Tanto ormai nessuno fa più caso a nulla... T_T NdLisa).
- Accidenti... con queste accuse potrebbero anche dargli l'ergastolo... per lei va bene, signorina Brooks? In fondo è suo fratello...
- Per me va benissimo. Mi rifiuto di considerare anche solo essere umano uno che fa queste cose.
Il commissario annuiì Sembrava soddisfatto.
- Ok, prendete il corpo e per adesso portatelo in carcere, sotto massima sorveglianza. Dopodichè provvedete ad informare di tutto ciò le autorita americane... andiamo.
Un'ambulanza portò via Martin, e dopo i ragazzi rimasero soli. Miyu scoppiò a piangere da subito. Kanata la abbracciò.
- Ho... avuto cosi tanta paura, Kanata...
Lui fece affondare ancora un po' il suo viso nel suo petto. Lou guardava il tutto soddisfatto. Momoka gli teneva la mano. Nora stava loro in ginocchio accanto. Per quanto triste fosse potuta essere la situazione, adesso era passata.

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