Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico.
Pairing: Luís Figo/Cristiano Ronaldo.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lemon.
- In sala d'attesa, mentre aspettano i risultati della radiografia alla caviglia, Luis trova un modo per cercare di calmare l'ansia di Cristiano.
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Nazionale portoghese), Cristiano Ronaldo/Luìs Figo, nervosismo.
Pairing: Luís Figo/Cristiano Ronaldo.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Slash, Lemon.
- In sala d'attesa, mentre aspettano i risultati della radiografia alla caviglia, Luis trova un modo per cercare di calmare l'ansia di Cristiano.
Note: Scritta per il P0rn Fest @ fanfic_italia su prompt RPF Calcio (Nazionale portoghese), Cristiano Ronaldo/Luìs Figo, nervosismo.
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CALM DOWN
La sala d’attesa nello studio del dottor Hernandez è vuota già da una decina abbondante di minuti, e Cristiano si sta massacrando il pollice coi denti più o meno dallo stesso periodo di tempo quando Luís, sospirando rumorosamente, gli si avvicina, e solleva le braccia per massaggiargli lentamente le spalle.
- Calmati adesso, dai. – dice carezzevole, tirandoselo contro e dondolando un po’, - Ma l’appuntamento non era alle quattro e mezza? – chiede, nel tentativo di distrarlo. Cris lancia una breve occhiata carica d’odio all’orologio appeso al muro davanti a lui, come volesse imporre alle lancette di correre un po’ più in fretta con la sola imposizione dello sguardo. – Forse sarebbe stato meglio se--
- Se non ti avessi portato con me. – conclude il ragazzo per lui, allontanandosi con uno scatto nervoso, - Dio, Luís, sto impazzendo. Dovevo uscire di casa, d’accordo? Dovevo venire qui, dovevo sapere.
- Sì, ma non saprai comunque prima di un altro quarto d’ora almeno, Cris. – gli fa notare lui con un sospiro esasperato, - Quindi, ti dispiacerebbe metterti a sedere e--
- Mi dispiacerebbe eccome. – quasi ringhia Cristiano, muovendo qualche passo nervoso intorno alla stanza. Luís lo osserva, in attesa di qualcos’altro. Le suole delle sue scarpe da tennis scricchiolano fastidiosamente contro il lucido pavimento in marmo misto, e il suo respiro è pesante e affaticato nel silenzio surreale che attanaglia la stanza. – Sembra che non te ne freghi niente. – mugola un po’ il più giovane, abbassando lo sguardo e mordicchiandosi nervosamente un labbro. – D’altronde, hai anche ragione. – aggiunge con un po’ di tristezza, - Cosa dovrebbe fregartene? Non sei tu quello che rischia la stagione.
- Tu non rischi la stagione, niño. – cerca di rassicurarlo, tornandogli vicino e sollevando una mano per accarezzargli una guancia, sperando che non decida ancora di scacciarlo o scappare via. – Vedrai che andrà tutto bene.
- Piantala di ripetermi che andrà tutto bene, Cristo, Luís! – esplode Cristiano, le braccia che si allargano in un modo di stizza, prima di allontanarsi definitivamente verso un angolo, in un gesto un po’ infantile che, d’altronde, non stupisce Luís nemmeno un po’. Cristiano è sempre stato un bambino, e a questo punto c’è da supporre che non crescerà mai.
- Niño. – lo chiama ancora, avvicinandosi e poggiandogli le mani sui fianchi in una carezza tanto intima che Cristiano rabbrividisce e lui può sentirlo sotto i polpastrelli, nonostante la maglietta che impedisce alle sue dita di sfiorare come vorrebbero la pelle calda e tesa delle anche, - Ascoltami. – sussurra piano, sporgendosi verso il suo orecchio. Cris mugola contrariato, allontanandosi di qualche centimetro.
- Non qui. – prova a protestare, - Non ora. Potrebbero vederci.
- Il dottor Hernandez è dentro col suo paziente delle quattro. E, - aggiunge sorridendo, - per quanto possa stupirti, il paziente successivo a te non arriverà prima delle cinque. La gente normale rispetta gli orari degli appuntamenti, sai?
Cristiano mugola ancora, ma non protesta quando Luís lo sospinge gentilmente verso il muro, pressandosi contro il suo corpo ed aderendo perfettamente alla linea un po’ curva della sua schiena.
- Mi fa male la caviglia. – puntualizza in una lagna quasi tenera. Luís ride a pochi centimetri dalla sua nuca e questo basta perché Cris pieghi il collo, esponendolo ad una lunga scia di baci umidi mentre le mani grandi e svelte di Luís viaggiano lungo i suoi fianchi ed accarezzano brevemente la pelle liscia e tonica del ventre, prima di avventurarsi oltre l’orlo dei jeans, accarezzandolo sapientemente fra le cosce semidivaricate e tese.
Sono le mani dello stesso di Cristiano che, neanche pochi secondi dopo, si trascinano febbrili fino al bottone che tiene ancora su i pantaloni. Lo sfibbiano svelte, affamate, e Cristiano è un concentrato di voglia che trema e si dibatte fra le braccia di Luís. Lo bacia teneramente sotto l’orecchio, succhiando un po’ la pelle morbida del collo mentre lo aiuta a liberarsi di pantaloni e boxer e lo sfiora tra le natiche con due dita umide, preparandolo con attenzione ma velocemente, uno sguardo all’orologio e un altro all’ambra liquida della sua pelle, resa umida e arrossata da baci e carezze.
Cristiano si piega in avanti ed allarga un po’ le gambe, mugola il suo nome accogliendolo dentro di sé ed inarca la schiena lunghissima e tornita mentre Luís ridisegna la sua spina dorsale un bacio dopo l’altro, fino alla nuca, riempiendolo di brividi e solleticando piano la superficie sensibile della sua pelle finché non lo sente stringersi tutto intorno a lui in spasmi irregolari e violenti che lo costringono a digrignare i denti e trattenere il respiro mentre viene con forza dentro di lui, stringendo la sua erezione nella mano chiusa a pugno mentre osserva le sue mani aprirsi e chiudersi contro la parete in cerca di un appiglio che non trovano, e che smette di essere utile quando anche Cris viene, proprio lì fra le sue dita, e si lascia andare ad un sospiro sollevato che non racchiude in sé solo la soddisfazione per un orgasmo.
Cristiano scuote il capo, rimettendosi dritto ed aspettando che Luís si sia allontanato per darsi una sistemata e voltarsi a guardarlo – con aria estremamente disapprovante.
- Pensa se ci avesse visto qualcuno! – borbotta, riprendendo istantaneamente a lagnarsi, - E poi la mia povera caviglia! Questo sforzo potrebbe aver compromesso irrimediabilmente le sue possibilità di guarire in fretta, sai?!
Luís sospira e rotea gli occhi, soffermandosi forse più del dovuto in contemplazione di un soffitto oltre il quale – ne è quasi sicuro – Dio lo sta guardando, facendosi beffe di lui. Il dottor Hernandez viene fuori dal suo studio dieci minuti dopo, accompagnando il paziente precedente all’uscita, e quando si volta a guardarli e mette a fuoco chi ha di fronte, Luís intuisce dalla sua espressione funerea che le prime proiezioni – quelle più tragiche, che vedevano Cris fuori uso per un periodo di almeno un mese, salvo miracoli – probabilmente non erano poi così tanto campate in aria.
Sospira ancora, chiedendosi se riuscirà davvero a sopravvivere ad un altro mese di Cristiano in queste condizioni, e poi il dottor Hernandez comincia a parlare.