Genere: Romantico, Commedia.
Pairing: Luís Figo/Cristiano Ronaldo.
Rating: PG-13
AVVERTIMENTI: Flashfic, Slash.
- 2003, Cristiano Ronaldo esordisce a diciott'anni con la Nazionale di calcio portoghese. E viene affidato a Luís. Con suo grande disappunto - più o meno.
Note: Liz incontra il Figaldo, il Figaldo incontra il canon, Liz è felice. È tutto ciò che intendo dire a riguardo di questa storia, a parte precisare che mi sono pure presa lo sbatti di andare a informarmi sulla Nazionale portoghese, per scriverla XD Se non è amore questo XD
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YOU DRIVE ME CRAZY

Quando il mister gli ha presentato quel ragazzino appena diciottenne, dicendogli di stargli dietro, che nel giro di quattro anni sicuro come la morte diventava capitano, Luís ha cercato di non prenderla male. Non per altro, è che la questione della fascia è una cosa che gli brucia un po’ da sempre – nel senso che la vorrebbe lui, ecco, almeno per un po’, almeno prima di doversi ritirare, cosa che tra l’altro intende fare alla fine della UEFA. Nel giro di quattro anni, sicuro come la morte, lui in Nazionale non ci sarà più, e il ragazzino – che è bravo. È bravo davvero – probabilmente quella fascetta la starà già indossando.
Al momento però no, al momento la fascia non è di nessuno dei due. Luís ha trentun anni ed è il Golden Boy del calcio portoghese e internazionale, e invece Cristiano ne ha solo diciotto, è una promessa, un campioncino in divenire, ma sporca le magliette col gelato e si taglia radendosi la barba al mattino.
- Ahi. – è il laconico lamento che lo raggiunge mentre ancora si crogiola nel tepore della sonnolenza del mattino. Sono le sette, Cristiano è sveglio da ore, come minimo, ha fatto il suo jogging, ha fatto i suoi addominali, ha fatto le sue flessioni, l’ha svegliato almeno sei volte – facendo cadere una lampada alzandosi troppo repentinamente da terra, facendo cadere l’orologio alzandosi troppo repentinamente da terra, facendo cadere altre tre cose alzandosi troppo repentinamente da terra e infine cadendogli addosso dopo essersi alzato troppo repentinamente da terra – ha fatto una doccia, s’è cosparso di quell’odioso deodorante dolciastro che usa appestando l’aria non solo del bagno ma anche della camera che condividono e per concludere s’è tagliato facendosi la barba. Come sempre.
- Cris… - borbotta Luís, chiedendosi cosa abbia pensato Scolari quando gliel’ha affidato e cosa doveva aver bevuto prima per stabilire lui fosse la persona giusta per stargli dietro, - Non è umanamente possibile.
- Cosa? – chiede Cristiano, affacciandosi dalla porta mentre si tampona il mento con un pezzettino di carta.
Luís lo indica con un gesto vago e ampio che lo comprende tutto.
- Tu non sei umanamente possibile! – sbotta, mettendosi a sedere e sistemandosi il cuscino dietro la schiena perché non ha la minima voglia di alzarsi prima della successiva mezz’ora e nessuno – nessuno – riuscirà a convincerlo a muoversi da quella posizione fino alle otto almeno. – Da quanto ti radi, cinque anni? E ancora combini questi disastri?
Cristiano ride, fa quel sorriso da schiaffi in cui mette in mostra tutti i denti e le sue labbra diventano sottilissime, sottili quanto la linea degli occhi chiusi e delle sopracciglia inarcate verso l’alto. Poi percorre ad ampi passi quei pochi metri che li separano e gli si lascia ricadere addosso, piantandogli una ginocchiata fra le palle, una gomitata in pieno stomaco ed una testata sulla fronte.
- Ah- Cristiano! – lo rimprovera, cercando di massaggiarsi ovunque contemporaneamente, non riuscendoci e quindi accasciandosi mestamente fra le lenzuola in preda al dolore. Cristiano ride ancora, allungandosi sopra di lui e baciandogli lievemente una spalla nuda.
E questo decisamente Scolari non lo pensava – o almeno Luís se lo augura – quando gliel’ha affidato.
Lo sferza – o almeno ci prova – con un’occhiataccia disapprovante, ma Cristiano continua a sorridere ed alla fine Luís sbuffa, circondandogli le spalle con le braccia e perdendosi nella sua risata infantile quando lo sente rigirarsi contro il suo corpo alla ricerca di una posizione più comoda.
- Arrabbiato? – chiede, allungandosi ancora per baciarlo sul collo.
- No. – borbotta Luís, inclinando il capo per lasciargli campo libero. Cristiano gli sorride sulla pelle e scivola con le labbra fino a sfiorargli le clavicole.
- Stanco? – chiede ancora, la mano che indugia sul suo fianco, sotto le lenzuola. Luís perde un mugolio fra un respiro e l’altro.
- Nemmeno. – risponde, accarezzandolo con la mano bene aperta sulla schiena, seguendo il disegno flessuoso della spina dorsale.
Cristiano ride e si solleva a baciarlo sulle labbra.
- Hai voglia? – chiede, malizioso come il ragazzino che è, e Luís grugnisce d’imbarazzo e di frustrazione.
- Tu mi farai impazzire. – lo rimprovera. E poi lo ribalta sul materasso, e la risata di Cristiano è ancora l’ultima cosa che può sentire prima che l’aria si riempia di gemiti dei quali non riesce ad identificare il proprietario.
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