Scritta in coppia con Ana.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico.
Pairing: Bill/Tom, Bill/Andreas/Tom.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Incest, Lemon, PWP, Slash, AU, Threesome.
- liz scrive: "questa storia nasce un po' anche per prenderci per i fondelli... e prendere per i fondelli pure miles away XD sappiamo che la amate, ma quella fic aveva un'enorme pecca: non era abbastanza zozza!"
ana scrive: "ed e' per questo che veramente la consigliamo a chi ha una mentalità abbastanza perversa"
liz scrive: "e la sconsigliamo anche a chiunque vorrà trovarle significati profondi: vi assicuriamo che non ce n'è"
ana scrive: "l’unica profondità della quale si parlerà sarà..."
liz scrive: "SMETTILA SUBITOOOOOOOH X’DDDDDD"
Note: A sei mesi dalla sua apertura, quello che doveva essere uno spin-off scemotto per festeggiare il Natale in compagnia di Miles Away è diventato prima un concentrato di porno prolungato e poi una puccioseria random con la quale riappacificarsi col fluff in attesa del seguito angst (Perfect Shade Of Dark Blue, che non vedrete su questo archivio perché opera unica di Ana). Per la verità - e qui mi discosto da quella che pare essere l'opinione comune - io mi associo a Tab nel dire che ho tanto apprezzato lo scrivere le parti pornografiche quando mi ha per certi versi infastidito indulgere nell'introspezione XD Voglio dire: la storia era nata, appunto, per essere un porno senza pretese. Come dicevamo nell'intro, un modo per prendere in giro Miles Away. Ha preso una piega più riflessiva, verso la fine, e non me ne pento del tutto, ma mi pare che si sia un po' snaturata, col proseguire. Che sia un po' invecchiata prematuramente. Insomma. MA non me ne pento mica è_é E comunque la threesome resta una delle scene di sesso migliori che abbia mai scritto <3
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MILES AWAY CHRISTMAS SPECIAL
- Porn (Fluff) Is What We Aim For
.epilogo.

»This is the reason why your headache didn't go away: That's actually pronounced analgesic, not anal-gesic. Sir, the pills go in your mouth.«
Bill rise alla battuta del dottor Turk, mettendosi più comodo contro la schiena del gemello. Era la penultima sera dell'anno, Simone e Gordon erano andati all'annuale cena della Galleria mentre i ragazzi erano rimasti a casa per una serata a base di pizza e tv. Era mezzanotte passata e si erano ritrovati sdraiati sul divano, a guardare i dvd di Scrubs con due cartoni di pizza avanzata sul piccolo tavolino davanti a loro.
Tom si era addormentato poco prima, Bill l'aveva capito quando la presa del braccio intorno alla sua vita si era fatta più leggera e grazie anche al lieve russare che ritmicamente risuonava nel suo orecchio.
La serratura della porta scattò e il moro allontanò velocemente la mano da quella del gemello sulla quale era rimasta appoggiata fino a quel momento.
Allungò il collo all'indietro, salutando con un sorriso la madre che era appena entrata in soggiorno mentre si toglieva il cappotto.
»Siete ancora svegli voi due?« chiese divertita, spostando gli scatoloni della pizza e sedendosi sul tavolino di fronte a Bill.
»Io sì, Tom è crollato poco fa.« bisbigliò il moro, cercando di nascondere uno sbadiglio.
Tom si mosse nel sonno, nascondendo il viso nella nuca del moro e rafforzando inconsciamente la presa intorno al gemello, portandoselo più vicino e facendolo arrossire visto lo sguardo che la madre stava rivolgendo ad entrambi in quel momento.
»Sai, non so quale fosse stata la ragione, ma sono felice che abbiate fatto pace. È bello rivedervi di nuovo insieme, non ricordo nemmeno l'ultima volta che Tom mi è sembrato così sereno.« bisbigliò piano la donna, spostando lo sguardo sul figlio maggiore.
Bill si sentì arrossire ancora di più e il fiato caldo di Tom che gli riscaldava la pelle del collo non faceva che peggiorare la situazione.
»Ci sei mancato molto. Gli sei mancato molto.« continuò la madre, carezzandogli leggermente la testa e portandogli una ciocca di cappelli dietro l'orecchio.
»Vedrò di essere più presente,« mormorò leggermente Bill e, ignorando la presenza della madre, carezzò il braccio del fratello.
»Ne sono felice.« rispose Simone. »Ma siete sicuri di voler venire con noi domani? Gordon ha una famiglia numerosa ma non c'è nessuno della vostra età, sicuri di voler passare la notte di Capodanno tra persone adulte e bambini al di sotto dei dieci anni?« chiese poi, riferendosi ai progetti per l'ultimo dell'anno.
Bill annuì.
»Siamo ancora distrutti dal fuso orario,« spiegò velocemente. »E poi... lo passiamo in famiglia, no?« chiese con un sorriso.
Simone lo guardò con gli occhi lucidi.
»Va bene, allora ci vediamo domani.« si sporse, baciandoli entrambi su una guancia. »Magari in tarda mattinata usciamo e facciamo un giro per negozi, che dici?«
»Per me va più che bene.« rispose il minore con un ghigno.
»Buonanotte... e sveglia tuo fratello, non potete dormire sul divano.« disse sua madre prima di alzarsi e uscire dal soggiorno.
Il moro prese il telecomando e spense il lettore dvd, lasciando che la stanza venisse illuminata dalla luce bluastra della televisione. Si girò lentamente, osservando Tom e avvicinando il viso a quello del gemello.
Soffiò leggermente, sorridendo notando che il biondo storceva il naso infastidito.
Continuò a soffiare fino a quando non vide l'altro aprire gli occhi.
»Cosa diavolo combini?« gli chiese, simulando una rabbia che non provava.
»Dobbiamo andare a dormire.« rispose Bill, circondandogli le spalle con un braccio e stringendosi al biondo.
»Io stavo già dormendo.« specificò Tom, ricambiando l'abbraccio.
»A letto.« puntualizzò il moro, strofinando il naso del fratello con il proprio.
»Ma se andiamo a letto...« disse Tom prima di stampargli un bacio sulle labbra. »Tu dovrai andare a dormire nella stanza degli ospiti...« aggiunse appoggiando la bocca contro la guancia del moro. »E io non voglio.« concluse con un sussurro all'orecchio.
Bill sorrise contro il collo del gemello.
»Ma non possiamo nemmeno dormire sul divano, è troppo piccolo.« mormorò allontanando leggermente il tessuto della maglietta per lasciargli un bacio sotto la mascella.
»Voglio dormire con te.« piagnucolò Tom, mordendogli leggermente il lobo e facendolo ridacchiare.
»Dai, domani sera farò finta di essere ubriaco e crollerò nel tuo letto.« rise Bill, alzando la testa per dargli un breve bacio, ma il gemello fu più furbo e lo trattenne allungando il contatto delle loro labbra.
»Lo prometti?« chiese il biondo staccandosi, le guance leggermente rosse.
Il gemello si limitò ad annuire e alzarsi dal divano, prima di spegnere definitivamente la televisione.
*

Bill sghignazzò entrando in camera, evitando all'ultimo momento di inciampare nel tappeto.
»A quanto pare non hai avuto bisogno di fare finta, ti sei ubriacato seriamente.« commentò Tom, entrando dietro di lui e levandosi il giaccone e la felpa.
»Ubriaco? Chi? Moi? Giammai!« strillò il moro, buttandosi seduto sul letto e litigando con la zip del giubbotto in pelle.
Il biondo sospirò avvicinandosi al fratello e aiutandolo a togliersi l'indumento.
»Almeno ci siamo divertiti stasera.« commentò sedendosi al suo fianco.
»Io no.« sbottò di scatto Bill.
Il biondo lo guardò stranito.
»Non ti è piaciuta la serata?« gli chiese.
Bill scosse la testa in risposta, schiaffeggiando la guancia del gemello con la punta dei capelli.
»Perché no?«
Il moro si girò di scatto verso di lui.
»Non mi hai dato nessun regalo.« disse secco prima di alzarsi in piedi e percorrere a grandi passi la camera, fino a fermarsi davanti al balcone.
»Né per Natale, né per l'anno nuovo. Nulla. Sono arrabbiato.« commentò acido, incrociando le braccia sul petto.
»Bill, non ci siamo mai fatti regali di Natale.«
»Non importa. Lo voglio.«
Tom boccheggiò. »Ma non ho nulla!«
»Trova qualcosa.« disse il minore con una scrollata di spalle.
Tom si guardò in torno, mordicchiandosi il labbro.
»Vabbene.« disse. »Prendi qualcosa. Una qualsiasi cosa. È tua.«
Gli occhi di Bill si illuminarono di gioia come fosse stato un bambino di fronte a un'enorme torta.
»Qualsiasi cosa?« chiese con un ghigno divertito.
Tom annuì sorridendo.
Il moro si guardò intorno. C'erano varie cose interessanti. Tom aveva una discreta collezione di dvd e cd, avrebbe potuto prendere gli occhiali da sole nuovi, oppure un qualsiasi videogame, magari gli avrebbe potuto prendere uno dei suoi cappelli per dispetto.
Si incamminò verso l'armadio a muro, aprendolo e iniziando a rovistare tra scaffali vari.
»Trovato!« esclamò dopo un po'.
»Cos'hai preso?« chiese Tom dal letto incuriosito.
Dopo qualche istante il moro balzò fuori dall'armadio con addosso una vecchia felpa blu scuro con le maniche che arrivavano appena ai polsi.
»Bill! Quella felpa è vecchissima! Puoi prenderne una nuova... ce ne sono di altre, anche più belle.« commentò divertito Tom, mentre il gemello rideva facendo le giravolte in mezzo alla stanza.
»Tomi!« si fermò improvvisamente davanti alla portafinestra che portava sul piccolo balcone attaccato alla camera di Tom. »Nevica!« esclamò prima di afferrare la maniglia della porta.
»Bill, nevica da cinque giorni, ci siamo anche fatti tre ore in più d'aereo per colpa di una torme... Bill! Cazzo, non puoi uscire senza giubbotto!« disse poi, seguendo il minore fuori dalla stanza.
Bill era appoggiato al parapetto con la schiena, la testa alzata verso l'alto e la bocca aperta.
»Cosa fai?« chiese Tom raggiungendolo e bloccandolo, appoggiando le mani sulla ringhiera intorno a lui.
Bill lo guardò con gli occhi socchiusi. »Volevo mangiare la neve.«
Il biondo rimase sbigottito prima di sorridere dolcemente.
»Sei uno scemo,« disse alzandogli il cappuccio della felpa e tirandoglielo sopra la testa. »Non si può mangiare la neve.« aggiunse poi in un sussurro prima di catturargli le labbra in un bacio.
Sentì Bill sorridere contro di lui e non ci pensò un secondo prima di stringerlo a sé e approfondire il bacio. Il sapore di Bill era sempre lo stesso, anche se poteva sentire il retrogusto del champagne, ma non gli importava. Era comunque Bill.
»Senti ma,« chiese staccandosi dal bacio e guardandolo divertito. »Il mio regalo?« domandò divertito.
Bill lo guardò con gli occhi spalancati, prima di socchiuderli in uno sguardo felino e ghignare leggermente, avvicinandosi al suo orecchio per sussurrargli qualcosa.
*

Tom rimase a lungo imbambolato sul letto con gli occhi sbarrati, cercando di riprendere fiato.
»Guarda che se non ti riprendi velocemente finirò per montarmi la testa,« bofonchiò Bill con lo spazzolino in bocca, mentre si appoggiava alla porta del bagno adiacente alla camera del gemello.
Il biondo lo guardò con gli occhi sbarrati, balbettando un povero »Bill... tu... hai...« senza nemmeno riuscire a concludere la frase.
Il moro si chinò sopra di lui.
»Lo so,« disse lasciandogli un'ombra di dentifricio sulle labbra. »Mi ami.« aggiunse prima di rimettersi lo spazzolino in bocca e ritornare in bagno.
Tom leccò via la schiuma mentolata e ripensò a quello che era successo poco prima.
»Bill?« lo chiamò piano.
»Sì?« chiese il moro, facendo sbucare la testa dalla porta.
Il gemello lo guardò per un po', prima per chiedergli maliziosamente. »Avrò un regalo anche per il capodanno cinese?«
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