Scritta in coppia con Ana.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico.
Pairing: Bill/Tom, Bill/Andreas/Tom.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Incest, Lemon, PWP, Slash, AU, Threesome.
- liz scrive: "questa storia nasce un po' anche per prenderci per i fondelli... e prendere per i fondelli pure miles away XD sappiamo che la amate, ma quella fic aveva un'enorme pecca: non era abbastanza zozza!"
ana scrive: "ed e' per questo che veramente la consigliamo a chi ha una mentalità abbastanza perversa"
liz scrive: "e la sconsigliamo anche a chiunque vorrà trovarle significati profondi: vi assicuriamo che non ce n'è"
ana scrive: "l’unica profondità della quale si parlerà sarà..."
liz scrive: "SMETTILA SUBITOOOOOOOH X’DDDDDD"
Note: A sei mesi dalla sua apertura, quello che doveva essere uno spin-off scemotto per festeggiare il Natale in compagnia di Miles Away è diventato prima un concentrato di porno prolungato e poi una puccioseria random con la quale riappacificarsi col fluff in attesa del seguito angst (Perfect Shade Of Dark Blue, che non vedrete su questo archivio perché opera unica di Ana). Per la verità - e qui mi discosto da quella che pare essere l'opinione comune - io mi associo a Tab nel dire che ho tanto apprezzato lo scrivere le parti pornografiche quando mi ha per certi versi infastidito indulgere nell'introspezione XD Voglio dire: la storia era nata, appunto, per essere un porno senza pretese. Come dicevamo nell'intro, un modo per prendere in giro Miles Away. Ha preso una piega più riflessiva, verso la fine, e non me ne pento del tutto, ma mi pare che si sia un po' snaturata, col proseguire. Che sia un po' invecchiata prematuramente. Insomma. MA non me ne pento mica è_é E comunque la threesome resta una delle scene di sesso migliori che abbia mai scritto <3
Genere: Romantico, Commedia, Erotico.
Pairing: Bill/Tom, Bill/Andreas/Tom.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Incest, Lemon, PWP, Slash, AU, Threesome.
- liz scrive: "questa storia nasce un po' anche per prenderci per i fondelli... e prendere per i fondelli pure miles away XD sappiamo che la amate, ma quella fic aveva un'enorme pecca: non era abbastanza zozza!"
ana scrive: "ed e' per questo che veramente la consigliamo a chi ha una mentalità abbastanza perversa"
liz scrive: "e la sconsigliamo anche a chiunque vorrà trovarle significati profondi: vi assicuriamo che non ce n'è"
ana scrive: "l’unica profondità della quale si parlerà sarà..."
liz scrive: "SMETTILA SUBITOOOOOOOH X’DDDDDD"
Note: A sei mesi dalla sua apertura, quello che doveva essere uno spin-off scemotto per festeggiare il Natale in compagnia di Miles Away è diventato prima un concentrato di porno prolungato e poi una puccioseria random con la quale riappacificarsi col fluff in attesa del seguito angst (Perfect Shade Of Dark Blue, che non vedrete su questo archivio perché opera unica di Ana). Per la verità - e qui mi discosto da quella che pare essere l'opinione comune - io mi associo a Tab nel dire che ho tanto apprezzato lo scrivere le parti pornografiche quando mi ha per certi versi infastidito indulgere nell'introspezione XD Voglio dire: la storia era nata, appunto, per essere un porno senza pretese. Come dicevamo nell'intro, un modo per prendere in giro Miles Away. Ha preso una piega più riflessiva, verso la fine, e non me ne pento del tutto, ma mi pare che si sia un po' snaturata, col proseguire. Che sia un po' invecchiata prematuramente. Insomma. MA non me ne pento mica è_é E comunque la threesome resta una delle scene di sesso migliori che abbia mai scritto <3
All publicly recognizable characters, settings, etc. are the property of their respective owners. Original characters and plots are the property of the author. The author is in no way associated with the owners, creators, or producers of any previously copyrighted material. No copyright infringement is intended.
MILES AWAY CHRISTMAS EDITION
Porn Is What We Aim For
- Capitolo 1 -
Si erano addormentati di nuovo. Cullati dal tepore dei loro corpi e avvolti in quello delle coperte, stavano riposando tranquillamente come non facevano da mesi.
Bill si svegliò per primo, destandosi da quel calore familiare e non poté fare a meno che appoggiarsi ai gomiti per fissare il gemello, che continuava a dormire beato, sdraiato sul fianco con una mano tesa in avanti, la quale fino a pochi momenti prima sfiorava quella dormiente del moro.
Si chinò sopra di lui, lasciando che i lunghi capelli nascondessero i loro visi, come i rami di un salice piangente. Scrutò attentamente il viso di Tom, cercando di capire se in quei due anni fosse cambiato. Invece era sempre lo stesso, naso uguale al suo, il neo sulla guancia destra, il piercing al labbro... soffiò leggermente, facendo sì che le palpebre del rasta si muovessero, indispettite dal lieve solletico. Le vide tremare ancora un po' e poi aprirsi, mostrando quelle iridi che aveva imparato a vedere ogni mattina, ma che solo dopo anni poteva ritrovare senza l'aiuto dello specchio.
- 'giorno... – mormorò Tom, continuando a sbattere le palpebre per togliere i fastidiosi residui di sonno.
Bill si limitò a sorridere per poi chinarsi a baciarlo.
- Buongiorno... – mormorò a sua volta dopo un breve istante.
Tom si mosse per far stiracchiare i muscoli della schiena, mentre Bill si aggiustava meglio, passando una gamba sopra il fratello per sedersi sulle sue ginocchia.
- Mi hai portato la colazione a letto? – chiese Tom, appoggiando le mani sulla schiena di Bill e accarezzandogliela dolcemente.
- No... – ammise l'altro, facendo una linguaccia.
Tom ghignò.
- Vorrà dire che mi accontenterò...- sussurrò semplicemente, muovendo una mano fino al collo di Bill e tirandolo gentilmente giù.
Il moro fece aderire i loro petti appoggiando le labbra su quelle di Tom, rimanendo piacevolmente sorpreso davanti al fatto che suo fratello gli aveva lasciato il via libera davanti alla conduzione del bacio. Solleticò la lingua del gemello col proprio piercing, felice nel sentire i mugugni di approvazione cui Tom si lasciava andare.
Scivolò in avanti, attaccando le labbra al collo del gemello, mentre sentiva le sue mani accarezzargli la schiena da sotto la maglietta e fermarsi sui fianchi.
- Tomi... – sussurrò mentre alzava leggermente la testa, esponendo il collo, che venne immediatamente attaccato dalle labbra del gemello. Sentì i polpastrelli freschi farsi strada oltre i pantaloni del pigiama e l'elastico dei boxer.
- Tom... – ripeté a voce leggermente più alta, cercando di alzarsi e staccarsi dal gemello, ma questo seguì le sue mosse e si mise seduto sul letto, mantenendo la presa salda che si stava pericolosamente abbassando verso il suo fondoschiena.
- Tom! – cercò di farlo sembrare un rimprovero, ma la sua voce smorzata tradiva il suo stato d'eccitazione, che non sfuggì al biondo, che lo attirò verso di sé facendo scontrare i loro bacini, mentre continuava a torturargli il collo.
- Tom Kaulitz! – esclamò quindi, a dir poco sconvolto, sentendo l'eccitazione del proprio gemello sfiorargli l'inguine.
E, finalmente, il biondo si decise a staccarsi dal collo di Bill, guardandolo negli occhi ancora spalancati dalla sorpresa.
E in quel momento sentirono la porta di sotto sbattere.
- Ragazzi! Ci siete? – la voce di Jörg Kaulitz riecheggiò per la villetta.
Bill e Tom la sentirono tanto forte che ebbero come l’impressione che quella sola voce potesse bastare per far tremare i vetri. E le pareti. Fino alle fondamenta.
- Dio mio… - esalò Bill, spaventato al punto da rimanere paralizzato addosso al gemello.
- Cazzo fottuto! – fu invece la più eloquente e pratica esclamazione di Tom, nel momento in cui afferrò Bill per i fianchi, lo rovesciò sul letto – completamente dimentico di tutta la delicatezza usata per “maneggiarlo” fino a pochi secondi prima – e scattò in piedi, impattando contro il pavimento congelato. – Cazzo, cazzo, cazzo fottuto!!! – rafforzò, quasi ballando sulle punte mentre andava alla ricerca di un paio di pantofole calde nelle quali affondare.
Non trovò niente del genere, perciò si accontentò di posare le piante dei piedi sui calzini che aveva abbandonato per terra la sera prima, mentre con gli occhi vagava su ogni superficie visibile della stanza alla ricerca dei propri vestiti.
In tutto questo, Bill era rimasto immobile sul letto, come tramortito.
- Tom, c’è papà… - disse trasognato, fissando il gemello che si affaccendava cercando di trovare qualcosa con cui coprirsi.
- Sì, questo era ovvio, Bill. Cazzo, io so di aver avuto dei vestiti… Bill, dove ho messo i miei vestiti?!
- C’è papà!!! – ripeté il moro, scattando seduto sul letto e portando le mani alle guance, sconvolto.
Tom smise di armeggiare con le lenzuola cercando di capire se per caso i suoi vestiti fossero scappati sotto il letto per eccessivo pudore, e lo guardò.
- Bill. – lo chiamò seriamente, - Io non ho imparato moltissime cose, nella mia vita. Però so con certezza che quando combini qualcosa che non vuoi i tuoi genitori scoprano, la mossa migliore è cercare di fare in modo che non se ne accorgano. Mi segui?
Bill annuì distrattamente, fissandolo come neanche lo vedesse, il labbro inferiore che tremava lievemente.
- Bene. – annuì Tom, fiducioso. – Quindi, adesso ti dirò esattamente cosa devi fare. Tu ti alzerai in piedi, prenderai i vestiti che hai lasciato qui sulla sedia, li indosserai, poi aiuterai me a trovare i miei vestiti perduti e scenderai di sotto. Saluterai papà, lo prenderai a parolacce perché ci ha mollati in Transilvania da soli come al solito, o qualunque cosa tu sia abituato a fare quando lo rivedi dopo qualche giorno, poi aspetterai che anche io scenda e… mi stai ascoltando?
- Assolutamente no. – rispose Bill, sinceramente, scuotendo il capo.
Tom sospirò rassegnato.
- Lo sospettavo. Senti, Bill, non puoi fare così, non ci ha ancora visti, e se non vogliamo che succeda-
- Ragazzi, siete qua dentro? Non ditemi che dormite ancora!
- Cristo santo!!! – e così dicendo, Tom afferrò il lenzuolo arrotolato ai piedi del letto e lo strattonò fino a srotolarlo tutto e coprire interamente Bill ancora disteso immobile sul materasso.
- Tom! – esclamò Jörg, aprendo la porta della camera e inorridendo di fronte allo spettacolo del proprio figlio maggiore in mutande nel mezzo della stanza, - Non dirmi che hai dormito così! C’è un freddo bestiale!
- Allora lo ammetti che è delirante chiederci di venire qui in pieno inverno!!! – si lamentò Tom, cogliendo appieno l’occasione di distrarre il proprio padre dalla sconvolgente verità per la quale non solo lui era in mutande, ma il suo letto sul soppalco era intonso come se nessuno l’avesse mai toccato mentre quello di Bill sembrava il risultato perfetto di un terremoto molto potente.
- Non dire assurdità. – borbottò l’uomo, infastidito da una simile mancanza di rispetto, - Basta solo comportarsi assennatamente, per non sentire freddo. Prendi Bill, per esempio. – disse, indicando il figlio minore con un cenno del capo, - Fa bene a dormire con la coperta tirata su fino al collo! Così non rischia malanni!
Bill annuì decisamente, mentre Tom lo fissava in cagnesco con l’aria di uno che gliel’avrebbe fatta pagare in seguito.
- Comunque sia… - riprese Jörg, agitando una mano come a voler scacciare via la discussione, - Datevi una mossa, vestitevi e scendete per la colazione. Ho una grande notizia da darvi!
Dopodichè abbandonò la stanza con un sorriso soddisfatto, trotterellando felice lungo il corridoio e giù per le scale. Bill e Tom rimasero immobili, ognuno nella propria posizione, a fissare il vuoto.
Poi, Tom si voltò a guardare il gemello in un gesto innaturalmente lento.
- “Bill fa bene a dormire con la coperta tirata su fino al collo”, eh…? – sibilò spettrale, assottigliando gli occhi per fissarlo malevolo.
- Eh, scusa! – si difese Bill, stringendosi nelle spalle, - Non potevo mica dirgli “oh, no, papà, hai frainteso! Non è che mi copro bene perché c’è freddo, è che sotto sono nudo come un verme e non è bello da vedersi”!
Tom sospirò e si lasciò ricadere seduto sul bordo del materasso.
- Be’. – precisò dopo pochi secondi, - Che non sia bello da vedersi non è del tutto esatto, ma…
- Cretino. – lo interruppe Bill, sbuffando, - Ti pare il momento di fare certi discorsi?
Tom tirò fuori la lingua in una pernacchia infantile ed enormemente offesa, prima di sollevarsi nuovamente in piedi.
- Adesso prepariamoci e scendiamo di sotto. – disse, strappando il lenzuolo dal corpo di Bill ed osservandolo divertito chiudersi a riccio mentre gli urlava qualche offesa a caso dopo aver strillato come una ragazzina isterica, - Avremo tempo per riprendere da dove ci eravamo interrotti in seguito. – concluse con un sorriso sornione, afferrando finalmente una maglietta pulita dall’armadio aperto e cominciando a vestirsi.
Non importava se, poi, s’era presentato ben due giorni prima rispetto a quanto avesse detto, interrompendoli sul più bello mentre erano lì lì per darsi il buongiorno più piacevole che potesse esistere.
- Pensavo che una bella settimana di vacanza alle Maldive potesse farvi piacere!
In quel momento, Jörg Kaulitz era semplicemente l’essere umano più meraviglioso in tutto l’intero universo.
- Dici sul serio?! – quasi urlò Tom, spalancando gli occhi e le braccia e scattando in piedi, rovesciando alle proprie spalle la sedia sulla quale poco prima era seduto.
Bill roteò gli occhi, esasperato.
- Mai conosciuto tipo più confusionario… - borbottò a mezza voce, incrociando le braccia sul petto.
- Non sei contento, Bill? – chiese Jörg, incurvando lievissimamente le sopracciglia verso il basso, in una nota di dispiacere che era decisamente raro vedergli addosso.
Bill gli lanciò una breve occhiata, cercando di non mostrare quando la sua preoccupazione lo facesse felice, e sospirò vagamente, tenendolo sulla corda ancora per un po’.
- Be’, non mi dà particolarmente fastidio. – concesse infine, arricciando capriccioso le labbra, - In fondo, Andreas è di nuovo andato in vacanza lì. È un sacco che non passiamo un po’ di tempo tutti e tre insieme.
Finse di non notare l’occhiata sbilenca e decisamente poco compiaciuta che Tom gli scoccò dal metro che lo separava da lui, e sorrise lievemente. Suo padre gradì e gli allungò una paterna manata sulla spalla, ridendo come un bambino soddisfatto della risposta di mamma ai propri capricci.
Sì, be’. Non era certo strano che Bill avesse avuto un rapporto complicato col proprio genitore. A volte era perfino impossibile capire chi fra i due fosse più – o meno – maturo.
- Bene! Allora preparate i bagagli! – gioì appunto l’uomo, tirandosi in piedi dal divano e avanzando con aria vittoriosa verso la propria stanza al pianterreno.
- Eh? – si azzardò dunque a chiedere Tom mentre, senza staccare gli occhi dal padre, si chinava sul pavimento e cercava a tentoni di pescare la sedia per tirarla nuovamente sui propri piedi. – Perché i bagagli? Quando si parte?
Jörg si voltò appena per lanciargli un’occhiata incredula, inarcando le sopracciglia.
- Ma subito, ovviamente!
- Subito?! – strillarono in coro i gemelli, mentre entrambi scattavano di nuovo in piedi, Tom lasciando perdere la sedia che stava cercando e Bill rovesciando a sua volta la propria.
Jörg scoppiò a ridere, probabilmente divertito dalla loro sincronia – qualcosa alla quale non era più abituato da tempo.
- Be’, non subito-subito… - precisò gioviale, scrollando le spalle mentre allentava il nodo della cravatta, - Appena preparerete le vostre valigie!
- …cioè praticamente subito. – sospirò esausto Bill, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e incurvando pericolosamente la schiena. Dopodichè si diresse alla volta delle scale per salire in camera, raccattare le proprie cose e prepararsi a partire.
- Che reazione fredda! – si lamentò a quel punto Jörg, aggrottando le sopracciglia, - E io che sono tornato di corsa dalla mia riunione per darvi la bella notizia…
- Ma no, papà, siamo contenti… - si affrettò a rassicurarlo Tom, passando un braccio sulle spalle di Bill e dandogli qualche pacca affettuosa, - È che… - stavamo per scopare e sarebbe stato bello che riuscissimo a terminare, prima di ricevere questa “bella notizia”... - …così d’improvviso siamo preoccupati di dimenticare qualcosa!
Suo padre lo fissò come fosse stupido – e probabilmente anche lo pensò.
- Ragazzi, stiamo via una settimana! E non andiamo mica in una favela brasiliana! Andiamo alle Maldive, non so se mi spiego!
Dopodiché, borbottando qualcosa di incomprensibile, si chiuse in camera per preparare i bagagli.
- …preoccupati di dimenticarci qualcosa?! – sbraitò Bill, afferrando il fratello per un orecchio e tirando verso il basso.
- Ahi- Ahi!!! Bill!!! È come poco fa, non potevo mica dire la verità!!!
- Potevi stare zitto. – borbottò il moro lasciandolo andare e incrociando brevemente le braccia sul petto prima di scioglierle e cominciare a salire le scale, seguito a ruota dal fratello.
- Però che palle. – commentò il biondo quando furono in camera, appoggiandosi seccato alla porta, - Contavo che avremmo potuto stare un po’ di più da soli…
- Ma come? – ghignò Bill, aprendo ordinatamente la propria valigia sul letto e dirigendosi poi verso l’armadio, davanti al quale si fermò, soppesando le proprie scelte quanto ad abbigliamento da portare, - Non sei stato tu poco fa a causare quasi un terremoto solo muovendoti, tanto eri felice di partire?
- Be’, le Maldive sono le Maldive… - considerò saggiamente il ragazzo, annuendo, - Ma tu sei tu… - bisbigliò poi suadente, stringendolo da dietro e strofinando la punta del naso contro la pelle sensibile del suo collo.
- …Tom! – protestò irritato Bill, stringendo un paio di magliette fra le mani e cercando di divincolarsi dalla sua stretta.
Il ragazzo sospirò infastidito.
- Ma com’è che oggi, ogni volta che cerco di fare qualcosa di piacevole, cominci a chiamarmi per nome per fermarmi? – sbuffò annoiato, - Sarebbe meglio se usassi il mio nome per scopi più… validi…
- Piantala immediatamente. – sbottò Bill, tirandogli una manata sulla testa, - Hai sentito nostro padre, dobbiamo preparare i bagagli in fretta.
- Daaai… - insistette lui, avvicinandoglisi di più, fino ad aderire perfettamente contro la sua schiena, - Mica parte senza di noi… ci aspetta…
- Non possiamo… Tom!!! – cercò di protestare ancora Bill quando il fratello sbottonò la chiusura dei suoi jeans, intrufolandosi con una mano all’interno dei suoi boxer; ma fu una protesta del tutto vana, un po’ perché le mani di Tom erano già arrivate dove dovevano – e Bill non aveva davvero intenzione di fermarle – e un po’ perché Tom non lo lasciò parlare, attaccando le sue labbra con le proprie e forzandole con la lingua, esplorando lentamente l’interno della sua bocca quasi volesse assaporare la sua intera essenza.
- Mmmh… - mugugnò Bill, fingendo di lamentarsi, rigirandosi nell’abbraccio di suo fratello per fronteggiarlo faccia a faccia, - Ma si può sapere cosa cavolo stai cercando di fare…?
Tom mugolò di piacere, sorridendo lievemente mentre tornava ad impadronirsi del suo sesso già pulsante di eccitazione all’interno dei boxer, e nello stesso momento si strusciava contro di lui, cercando di trovare sollievo per la propria erezione, ugualmente dolorosa e ancora costretta dalla chiusura dei pantaloni – fortunatamente abbastanza larghi da non causare traumi.
- Sto riprendendo da dove avevamo interrotto, come promesso… - rispose semplicemente con un ghigno, tenendo gli occhi fissi nei suoi.
- Sei proprio impossibile… - mormorò il moro, provvedendo a liberare anche Tom da ogni costrizione e sfiorandolo a propria volta prima lentamente, quasi con curiosità, dall’esterno dei boxer, e poi introducendosi all’interno, godendo del calore della sua pelle, delle lievi spinte di Tom contro la sua mano in movimento attorno al suo pene, dei suoi sospiri eccitati che s’infrangevano contro le proprie labbra, ancora brucianti dei baci che s’erano scambiati…
- Sei tu che sei fottutamente sexy… - commentò Tom, stringendolo con più decisione alla base ed aumentando il ritmo dei propri movimenti attorno a lui, col risultato che anche Bill si mosse più celermente, spingendolo pericolosamente vicino all’orgasmo, - Dio, mi fai impazzire… - e si morse le labbra, spingendosi un’ultima volta verso di lui, mentre Bill lasciava scontrarsi i loro bacini ormai scoperti ed entrambi venivano l’uno addosso alla pelle accaldata e sudata dell’altro, ritardando un orgasmo simultaneo solo di qualche secondo.
Rimasero fronte contro fronte a cercare di riprendere fiato, dimentichi del mondo intero e concentrati soltanto sulla persona che avevano di fronte. La persona che amavano e che avrebbero voluto stringere in quel modo per sempre.
- Ragazzi! – strillò poi Jörg, salendo le scale come un bisonte imbizzarrito, - State ancora perdendo tempo?!
E Tom ebbe appena il tempo di strillare a propria volta un ennesimo “cazzo fottuto”, prima di buttare il proprio gemello sul letto, rovesciargli addosso il contenuto della sua valigia per coprirlo e nascondersi vergognosamente sotto le proprie lenzuola sul soppalco.
…a trovare una scusa decente per quello scenario imbecille avrebbe pensato poi.