Genere: Romantico
Pairing: SelphieXSquall
Rating: PG
AVVISI: AU.
- Alla periferia della città di Balamb c'è una scuola poco apprezzata. Una classe in particolare è definita "problematica". Come reagiranno i compagni di classe all'arrivo di una nuova ragazza da Trabia?
Commento dell'autrice: Una fanfiction spensierata. L'ho scritta in un periodo di pausa che mi sono presa da "No man no cry", ed infatti è l'opposto di questa fanfiction^_^. A parte questo, era una cosa che volevo scrivere da tempo. Lo so che se dico Final Fantasy voi rispondete Rinoa e Squall, ma se lo dicessero a me prima risponderei Quina (GRANDIOSA! Di FFIX) e poi Selphie e Squall. Li ho sempre visti benissimo, insieme, forse perché sono agli antipodi ed a me le coppie opposte piacciono troppo (LAS forever...).
Nota: Questa fic ha partecipato all'ottava edizione del concorso dell'EFP.
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Somebody New
6° capitolo
Il suono dell’amore


Ormai… credo di averlo capito anche io.
È innamorato. Perdutamente innamorato.
Sicuramente in questo momento si sta tenendo la testa con le mani, inquieto, angosciato, confuso… sarebbe normale. È un comportamento proprio da Squall.
Ma quello che ha fatto oggi al bar… quello che ha fatto a scuola… quello non è un comportamento da Squall.
Lui, probabilmente non l’ha ancora capito. Eppure… io ne sono certa… già vorrebbe vedersela accanto per tutta la vita.
Perché Squall è così.

Da… da quanto lo conosco? Anni? Santo cielo… anni… da quando eravamo bambini. Lo conosco da sempre, non semplicemente da anni. E da quando ho capito cosa vuol dire amare qualcuno, lui è sempre stato il mio mondo, il mio tutto.

Sapete, le solite cose. Primo pensiero al mattino, unico nel giorno, ultimo alla sera, sogno nella notte.
Tutto quello che una ragazza innamorata può provare, io lo provavo.
Senza che lui se ne sia mai accorto. Senza che gliene sia mai importato.

Non lo sto colpevolizzando… bè, un po’ si, ma non del tutto. Non me la sono mai presa più di tanto, proprio perché lo conoscevo. Sapevo come la pensava, riguardo certi argomenti, sapevo come considerava gli altri e quali erano i suoi limiti. Per cui… fino a quando nel suo cuore non c’ero io, ma non c’era neanche nessun altra, potevo stare tranquilla.

La mia era una posizione parecchio comoda, ora che ci penso. Lo amavo, e lui non mi ricambiava. Però eravamo amici, vivevamo nella stessa casa, potevo vederlo tutti i giorni. Quindi non mi mancava. Per giunta, lui non era innamorato di nessuna, quindi non mi toccava neanche soffrire per gelosia.
Malgrado volessi di più, sono riuscita a vivere bene. Fino ad ora.
Fino all’arrivo di questo piccolo ciclone di vitalità.

Accidenti, è il suo opposto.
Sono lontani anni luce, come il giorno e la notte. Eppure… è qualcosa a livello dell’aria. Li sento uniti. È una specie di tensione piacevole.
L’apice è stato raggiunto in quell’abbraccio là fuori.




Se non si fosse capito, sono già due notti che li spio.
Squall sta sempre fuori, la notte. Ad un certo punto crolla e si addormenta sulle sedia a sdraio che c’è in balcone, ma fino alle due, le tre, riesce a stare in piedi. A guardare nel nero del cielo.
Ci si riconosce. E poi la notte gli piace.

Si potrebbe dire che, effettivamente, Selphie abbia invaso silenziosamente le sue notti. Non ha acceso la luce, non ha fatto rumore. Semplicemente è apparsa, e lui l’ha accolta con gioia.

È stato decisamente veloce. Una di quelle cose che non ti aspetti proprio.
Ma è una discorso decisamente stupido, perché l’amore ha tempi molto variabili.
Per cui, non mi sentirete mai dire “ma come puoi amarla, dopo soli due giorni!?”. Perché si vede dai suoi occhi, che è innamorato.
In quell’abbraccio al balcone sono passati talmente tanti sentimenti che ho sentito il cuore cedermi.

E se ve lo state chiedendo… anche Selphie è completamente cotta. Le sue espressioni sono di una dolcezza unica. Con nessun altro è così.
Selphie è quella vitale, la giocherellona, la sempre allegra.
Quando è con Squall si trasforma nella fata della vita che soffia in lui il respiro piacevole e dolce del mondo che avanza, e che vuole anche lui.
Così Squall si sente libero. Ma al contempo si sente al sicuro, perché sa di non essere solo.

L’ha imbrigliato bene. Dovrei farle i miei complimenti.
E nonostante la rabbia che adesso mi pervade interamente, non me la sento di dire che li odio. Perché dopo aver guardato quei volti felici, mi è venuto spontaneo pensare “se possono avere delle espressioni così bene, se possono stare così bene insieme, allora hanno la mia benedizione”. È una cosa propria di chi ama.
Volere il bene di chi è amato.
**

Oggi è domenica. Sono uscita da sola.
Cammino a random per le vie, ho un po’ paura di perdermi ma non ci penso più di tanto.
Perché l’unico pensiero che riesco ad avere in mente è l’abbraccio che ci siamo scambiati ieri sera.
Gliel’ho detto, che è stato un abbraccio bellissimo, che mi ha trasmesso belle sensazioni… ed allora, perché è come se avessi dimenticato di dirgli qualcosa? Perché rimpiango di aver interrotto quell’abbraccio?

Squall… mi piace, si. Mi sento bene, quando sono con lui. Me ne sto accorgendo adesso, perché prima ero troppo presa dai miei problemi. Poi però è andata meglio. Mi sono tranquillizzata. E forse… proprio perché adesso sono più tranquilla riesco a vedere in tutta chiarezza quanto invece lui sia scombussolato dentro.
Credo che quel ragazzo non abbia mai avuto l’opportunità di essere.
Non so se gliel’abbiano negata o se sia stato lui a rifiutarla per evitare di cambiare, non posso saperlo perché non ne abbiamo parlato, e perché sono arrivata da troppo poco per sapere del suo passato.
Ma so per certo che vorrebbe anche solo provarci. Non a vivere, ma ad essere. Essere come più gli piace.

Era la stessa cosa che volevo io. Io sono riuscita ad essere.
E voglio che ci riesca anche lui. Voglio che sia felice, voglio vedere quel viso bellissimo sorridere di gioia.
E voglio anche che lui sia con me, nel momento in cui sarà felice. Anzi, voglio essere io l’inizio della sua felicità.

La penso così. E mi accorgo che a lui tengo in maniera incredibile.

Mi metto una mano sulla fronte, stanca di pensare così senza che serva a qualcosa. Perché continuo a chiedermi cosa è successo ieri sera, o meglio cosa non è successo.
Quando rialzò gli occhi, mi accorgo di essere arrivata davanti al Duklyon, nel mio vagare.
Entro. Adoro questo luogo. Ed ancor più di questo luogo adoro chi vi sta sempre.
- Selphie, che piacere vederti!



Che donna meravigliosa. È disarmante. Come possa, in ogni momento della sua vita, indipendentemente dai suoi sentimenti, accogliere chiunque con un sorriso così radioso da sembrare la luce del sole stessa.
- Ciao Edea…
Mi seggo di fronte a lei, su uno degli alti sgabelli in legno.
- Va meglio?
Annuisco sorridendo. Lei mi porge un bicchiere d’acqua.
- Però… mi sembri pensierosa. È successo qualcosa?
- Mh…
Guardo l’acqua tristemente. È come uno specchio, riesco a vedere l’espressione che ho. Non mi riconosco, quasi.
- Riguarda… Squall…
L’ho detto cercando di farmi coraggio il più possibile. È assurdo. Come può essere qualcosa di così difficile?
- L’avevo intuito…
Rispose lei.
- Squall non è più il solito, ultimamente…
Rimaniamo in silenzio per un po’. Sto cercando di capire cosa intende dire.
- Io… è un male?
- No, non penso… è che probabilmente è la prima volta che Squall vuole stare con qualcuno così tanto, quindi lui probabilmente è confuso…
… stare con me?
Lei probabilmente si accorge della mia espressione stupita, perché fa un mezzo sorriso.
- Non te n’eri accorta? Non ci credo…

Ha ragione. Da qualche parte, dentro di me, io sapevo di volerlo. E sapevo che lo voleva anche lui.
Io e lui come coppia.
Però sentirselo dire è diverso.
O forse è solo perché me l’ha detto lei, che adesso ci rifletto così tanto.

- Cosa devo fare?
Adesso è lei ad essere stupita.
- Ma che domande fai? Non devi *fare* nulla…
- Però… però io ho come la sensazione che avrei dovuto fare qualcosa che non ho fatto… e non capisco cosa… se lui vuole stare con me ed io voglio stare con lui, e lo sappiamo, allora… insomma, non dovrebbero esserci problemi! Ed allora perché sto così?
- Forse perché hai trascurato un particolare.
- Ma cosa?
- Gli hai detto chiaramente ciò che senti?
La sua frase mi lascia sconvolta. No, effettivamente.
- Io sono del parere che con le persone bisogna essere sempre chiari, perché tra umani è facile fraintendersi… quindi dovresti essere chiara, se lo vuoi davvero. Ovviamente è solo un consiglio… ah, scusami, mi chiamano.

Mi lascia, per recarsi ad accogliere all’entrata due uomini in giacca e cravatta che probabilmente vogliono fare colazione. Io la saluto con un cenno della mano e vado via, camminando per la strada, di nuovo senza meta, con la luce del sole negli occhi.
**

Quando mi hanno detto che era uscita ho avuto immediatamente voglia di venire a cercarla.
Perché credo alla fine, di essere giunto ad una conclusione.
Non so se la amo. Amore è una parola grossa, ed io non ho alcun mezzo per distinguerlo dall’affetto, per quanto profondo quest’ultimo sia.
È per questo che mi sento confuso, probabilmente.
Non so se la amo, ma non ho alcuna intenzione di lasciarmela sfuggire per un’insicurezza. Perché la voglio accanto a me. Indipendentemente dai sentimenti che proviamo e che ci legano… io la voglio vicino. Voglio essere felice per farla felice, e voglio renderla felice per essere felice a mia volta.

Per questo, sono uscito di casa e sto camminando a casaccio per le vie della città.
Stupido, da parte mia. Avrei fatto meglio ad aspettarla in un posto in cui fossi sicuro di trovarla. Magari davanti alla scuola, o al bar. O a casa, aspettando il suo ritorno.
Quante possibilità ho di trovarla in mezzo a tutta questa gente?

Guardo una delle viottole alla mia sinistra. Ce n’è una che è una scorciatoia per il Duklyon. Prendo quella, magari se sono fortunato la trovo lì.

L’abbraccio in balcone mi ha lasciato scosso, perché mi ha fatto prendere coscienza di ciò che voglio. Però ho come la sensazione che quella serata non sia finita come era giusto che fosse.
Come se mancasse qualcosa.

Camminando per questa via, e sbucando poi nel violone grande che porta alla piazza dove c’è il bar, però, ho capito cos’è mancato.
È mancato che io glielo dicessi.

Non lasciarmi, Selphie. Rimani con me.

Ed invece, mentre lei parlava, io stavo zitto e mi stupivo di quanto lei mi capisse bene.

Ma non ho alcuna intenzione di tacere anche adesso.
Ho smesso di tacere. Adesso, voglio che lei sappia. Perché voglio stare con lei. Lo voglio davvero. Anzi, è l’unica cosa che voglio.
**

Nessuno di loro due sperava in un incontro come quello, nel mezzo della piazza.
Il classico incontro fortuito.
Lei lo aveva guardato, lui aveva guardato lei, e poi si era avvicinato.
- Selphie ti devo dire una cosa.
Lei gli mise un dito sulle labbra.
Le parole potevano essere imbarazzanti. Lei lo sapeva.

Con le persone bisogna essere sempre chiari, perché tra umani è facile fraintendersi…

Si alzò in punta di piedi, e depose sulle sue labbra un bacio leggero. Poi nascose il viso tra il suo collo e la sua spalla.
- Voglio stare con te, Squall…
Lui corrugò dolcemente le sopracciglia, e la strinse a sé.
- Anche io voglio stare con te…

Rimasero un po’ abbracciati. Quando si separarono, bastò guardarsi negli occhi per capire che era giusto così.
Si presero per mano e cominciarono a camminare lungo il viale soleggiato della loro nuova vita.
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