Genere: Romantico
Pairing: SelphieXSquall
Rating: PG
AVVISI: AU.
- Alla periferia della città di Balamb c'è una scuola poco apprezzata. Una classe in particolare è definita "problematica". Come reagiranno i compagni di classe all'arrivo di una nuova ragazza da Trabia?
Commento dell'autrice: Una fanfiction spensierata. L'ho scritta in un periodo di pausa che mi sono presa da "No man no cry", ed infatti è l'opposto di questa fanfiction^_^. A parte questo, era una cosa che volevo scrivere da tempo. Lo so che se dico Final Fantasy voi rispondete Rinoa e Squall, ma se lo dicessero a me prima risponderei Quina (GRANDIOSA! Di FFIX) e poi Selphie e Squall. Li ho sempre visti benissimo, insieme, forse perché sono agli antipodi ed a me le coppie opposte piacciono troppo (LAS forever...).
Nota: Questa fic ha partecipato all'ottava edizione del concorso dell'EFP.
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5° capitolo
Convivenza


- Niente capricci!!! Fatelo per me, almeno per un ora tenetela!!!
- Selphie, tu sei completamente pazza!!!!!!!!
Zell la guardò infuriato allargando con due dita il colletto della divisa blu che non metteva dal primo giorno di scuola.
- Io non intendo…
La ragazza lo guardò supplichevole.
- Zelluccio… ti prego…
- Ah…
Il ragazzo voltò lo sguardo.
- SOLO PER UN’ORA!
Lei sorrise compiaciuta.
- Ok! Ragazzi… abbiamo fatto un patto stamattina…
- Non è vero!
Precisò Rinoa.
- TU hai deciso che oggi doveva essere un normale giorno di scuola e TU ci hai costretto con la forza ad indossare le divise!
- Ed accidenti se sei forte…
Si aggiunse Irvine ansimando per il caldo.
- Non sono abituato a cose del genere.
- Irvy!!!
- Non ho detto che me la voglio togliere, Selphie!!! Tranquilla!!!
- Per favore, ragazzi, solo per oggi, fatelo per me!!!
Ellione voltò lo sguardo contrariata.

Questa non la capisco. Non capisco il motivo per il quale abbiamo dovuto indossare questa stupida divisa e non capisco perché dovremmo stare tutti seduti ai nostri posti e comportarci da alunni normali. Non lo capisco. Perché non possiamo essere solo noi stessi?

Si voltò verso Selphie, fermamente intenzionata a dirglielo. Ma… nel vedere la ragazza che con cura e con un dolce sorriso aggiustava il colletto della divisa di Zell… insomma, non trovò la forza. E le si intristì perfino lo sguardo. Accidenti.
Il suo sguardo corse a Squall, e fu lì che se ne accorse.
Lui la osservava.
Chissà da quanto, il suo sguardo era fisso su Selphie. Non era la solita espressione indifferente, né la più rara contrariata. Sembrava… interessato. Possibile? Non aveva mai riservato per nessuno uno sguardo del genere. Cosa era successo?
Si avvicinò lentamente al ragazzo seduto, afferrando una sedia e sedendosi accanto a lui.
- Qualcosa non va?
Lui trasalì.
- Nulla.
- Non ci credo. Che cos’ha di interessante la nuova arrivata?
- Si chiama Selphie.
Questo la sorprese davvero.
- Lo so…
- Ecco.
- Ma non è certo da te farmelo notare…
Lui la guardò spalancando gli occhi. Socchiuse la bocca.
- Ed… ed è compito tuo decidere cosa è da me?
Ellione sorrise chiudendo gli occhi.
- Questo è da te!
Riaprì gli occhi ed appoggiò il viso sulle braccia, che pendevano molli dalla spalliera della sedia.
- Squall… ti conosco da troppo tempo, ed in te c’è qualcosa che non va… dico riguardo a Selphie…
Lui voltò lo sguardo.
- Anche se fosse? Ti da fastidio?
- Non posso dire che mi faccia piacere… ma penso di poter sopravvivere… d’altronde l’ho sempre saputo che tu neanche mi guardavi…
Squall si sentì per un momento davvero in colpa. Ma non la guardò.
- Piuttosto mi preoccupo per Rinoa… forse a lei darebbe molto fastidio…
Lì si che la dovette guardare in viso.
- Non vivo la mia vita in funzione degli altri.
Ellione lo guardò seriamente per qualche secondo. Poi si alzò.
- Bene. Vuol dire che Selphie non ti piace.
Mentre lei si alzava, lui la guardò incuriosito.
- Amare qualcuno vuol dire anche vivere la propria vita in suo funzione. Quindi non ti piace.
Si voltò ed andò via, lasciandolo più confuso di prima.
Non l’aveva mai vista in questa maniera.
E poi… piacere… amare… non era sicuro di provare questo tipo di sentimenti per Selphie. Sicuramente lei non gli era indifferente. Ma… amarla…?

“Amare qualcuno vuol dire anche vivere la propria vita in sua funzione. Quindi non ti piace.”

Se questo era l’amore… non era pronto per amare.
Si voltò a guardare Selphie, che si sedeva al suo posto dopo aver accompagnato gli altri al loro. Ed improvvisamente, un senso di pace e beatitudine lo pervase. Ed un leggero sorriso gli apparve sul volto.

Non sapeva se la amava o meno. Ma sapeva che la sua compagnia gli piaceva.
**

Quistis entrò in classe e subito spalancò gli occhi.
- Sogno o son desta…?
Si mise una mano in sulla testa, e gettò uno sguardo indagatore su tutti i suoi studenti.
- Stamattina state male?

Selphie si alzò con un sorriso adorabile.
- Stanno facendo un favore a me! Pensavo che sarebbe stato bello essere tutti in divisa e composti almeno il giorno del compito!
- Oh, Signore…
Disse Quistis chiudendo gli occhi e sospirando.
- Quanto vi hanno preso in giro all’entrata?
Si alzò Seifer, e si diresse verso una finestra sbottonando il colletto azzurro.
- TUTTI!!! Era tutto un coro di “Guardate che scemi quelli!”. Ero indignato!!!
- Ma perché non ve la siete tolta???
- Perché… perché Selphie ci aveva chiesto… si, insomma…
Disse Ellione raggiungendo l’amico alla finestra ed imitandolo nello sbottonamento del colletto.
Quistis si mise le mani sui fianchi e guardò Selphie con espressione accigliata.
- VERGOGNA, SELPHIE!
Un tuffo al cuore. Letteralmente.
- Ma… ma… io… pensavo… ecco…
- Su, prof, non è il caso…
Disse Rinoa sorridendo condiscendente ed avvicinandosi alle due, cercando di calmare le acque.
- Davvero, è una sciocchezza…
- Sembra una sciocchezza! Selphie, chi ti ha insegnato che puoi controllare le vite degli altri?
- Ah… controllare… non è una parola un po’ grossa?
Sopraggiunse anche Irvine.
- NO, non lo è. Selphie, lo capisci che così hai imposto loro uno stile di vita che era semplicemente il tuo? Quanto ti sembra giusta una cosa del genere?
- Adesso basta!
Squall si era alzato con furia, sbattendo le mani sul banco.
Una cosa improvvisa, letteralmente. Non le la aspettava nessuno. Dopo essersi ripresa dallo stupore, Quistis si rivolse a lui.
- Tu fai come al tuo solito e sta’ zitto. Non sto parlando con te!
Il ragazzo si rimise seduto, visibilmente adirato, incrociando le braccia sul petto.
- Tsk!
- Devi rispondermi, Selphie!
Riprese la professoressa, rivolgendosi di nuovo verso la ragazza.
- Perso la lingua? Selphie, non voglio mai più riprenderti per una cosa del genere. Ed ora, riprendiamo la lezione.
**

Rimase lì, immobile, senza riuscire a capire niente. Neanche pensava.
Sapeva soltanto che gli occhi le bruciavano come se le stessero conficcando aghi nelle pupille.
**

- Che ha oggi questa bella signorina?
Chiese Edea finendo di asciugare un bicchiere appena lavato.
Nessuno disse niente. Tutti voltarono il viso dall’altra parte. Selphie rimase nel mezzo con gli occhi che le bruciavano, di nuovo.
- Ah… nessuno mi dice nulla? Perché?
- Bè, ecco…
Aveva provato a cominciare Rinoa.
- Quistis oggi è stata davvero una stronza.
Tutti si voltarono verso Squall, che stava in piedi appoggiato al muro.
- Squall…!
Lo chiamò Edea, stranizzata dal suo comportamento.
- Cosa… cosa è successo? Ah, poi ovviamente mi dovreste spiegare perché avete le divise in quel sacchetto… volevate forse bruciarle?
Di nuovo silenzio.
- Mh… ho capito, c’entrano le divise. Ma se non mi dite chiaramente cosa è successo vi butto fuori dal bar.
- Io…
Selphie parlò schiarendosi la voce, abbassando lo sguardo.
- Io… mi sono comportata male… li ho obbligati controvoglia a mettere la divisa ed a comportarsi come gli altri studenti, e la professoressa mi ha fatto capire che avevo fatto male…
- Tutte balle!
Nuovamente, si intromise Squall. Stavolta con più enfasi, come fosse davvero adirato.
- Per una volta che ci siamo messi la divisa quella non sa fare altro che lamentarsi. Tch. E poi, prendersela in quella maniera con Selphie è stato davvero da stronzi. Bah!
Rimise le braccia incrociate sul petto e guardò in basso corrugando le sopracciglia.
Edea rimase per un poco in silenzio, guardando in basso, Selphie e Squall.
- Ah… io forse… non sono la persona più adatta per decidere cosa è giusto e cosa non lo è… ma Selphie, devi capire che non puoi obbligare gli altri a fare ciò che tu ritieni giusto… spero di essermi spiegata bene, perché non sono per nulla brava in queste cose…
La ragazza la guardò con le lacrime agli occhi.
- Si, io… l’ho capito, ma… non… non volevo fare nulla di male…! Perché ha dovuto rimproverarmi così!?!?
Edea le circondò le spalle con le braccia, carezzandole la testa con dolcezza.
- Perché lei è fatta così… lo diceva per il tuo bene, non voleva certo farti del male… ma non tutti hanno lo stesso modo di parlare…
- Si, ma se me l’avesse detto con la dolcezza con la quale me l’hai detto tu…
- Selphie, cerca di comprenderla… non puoi obbligare le persone a fare come te, e non puoi neanche obbligarle a comportarsi come tu preferisci… renditi conto che è impossibile…
- … mi dispiace…
- Ssshhh… è tutto ok…
Selphie si sfogò ancora a lungo, tra le braccia profumate di quella bellissima donna che stava cominciando a considerare come l’incarnazione umana della dolcezza.
**

Si stava sentendo stringere il cuore in una maniera talmente opprimente che avrebbe preferito uscire da quel locale e correre fino a non avere più fiato.
Come… come poteva stare impassibile a guardare quella… quella… quella meraviglia piangente? Era uno strazio. Come aveva potuto Quistis prendersela in quella maniera con lei? Assurdo! Folle!
E poi… avrebbe voluto consolarla… davvero, avrebbe voluto stringerla a sé e dirle che andava tutto bene, che sarebbe stato tutto stupendo.

Non piangere, Selphie…

Non ce la faceva, a vederla piangere.
Che quello fosse il tanto decantato amore? Eppure a lui non sembrava di essere particolarmente cambiato, o chissà cosa. Però… la sua vista lo rilassava, ed il suo pianto lo distruggeva, e la sua sola presenza lo faceva sentire sicuro…
Era una bella sensazione.
Non gli importava se fosse amore o meno, era un confronto secondario.
Non sapeva se la amava o meno, ma sapeva che non la voleva più vedere triste.
**

Che giornata estenuante…

Non riusciva a pensare ad altro, neanche sotto quel getto stupendo di acqua tiepida.
Era stanca. E piena di emozioni. E triste. E delusa. Ma soddisfatta, in parte.
Tutta una confusione di stati d’animo, per nulla piacevole. Ecco, era inquieta. Troppo.

Uscì dal bagno intenzionata a dirigersi a letto, ma improvvisamente non ebbe più sonno. Forse per via dell’acqua, doveva averla svegliata del tutto.
Non aveva sonno, ma barcollava dalla stanchezza. Se ne avesse avuto la forza, avrebbe riso di sé stessa.
Pensò di andare in balcone. Tra l’altro, era quasi sicura…
- Ciao Squall…
Disse con la massima naturalezza appoggiandosi alla ringhiera, proprio al suo fianco.
Lui la guardò di sfuggita, poi ritornò al cielo.
- Mi… dispiace davvero per oggi…
- Non dispiacerti. Ha esagerato.
- Forse. Ma io ho comunque la colpa più grande…
Lui la guardò, aprendo le mani.
- E perché dovrebbe essere tua la colpa più grande? Non sono d’accordo!
Sorrise, guardandolo dolcemente.
- Ne ero sicura. Grazie…



Il fatto che lui rimanesse ancora lì fermo ad ammirare quel sorriso splendido non era indicativo di amarla… vero?
- La notte è la parte migliore della giornata.
- Perché dici così?
Ritornò a guardare la strada.
- Non c’è nessuno… che ti dica cosa devi fare… quando… perché… puoi essere solo te stesso…
Anche lei guardò la strada.
- E’ buffo che tu mi dica una cosa del genere dopo che stamattina ti ho obbligato a metterti la divisa…
- Non parlavo solo di una stupidissima divisa…
- Si, lo so…
Ancora, lei sorrise.
- Tu… vorresti solamente scappare via, vero? In un luogo migliore… dove essere te stesso… in pace…
Lui si voltò a guardarla.
- Ti capisco, perché io provavo i tuoi stessi sentimenti. Ma… allontanarmi da casa mia mi ha fatto capire che non dipende dal luogo. Dipende da noi. E da quello che vogliamo.
Lo guardò, sorridendo e chiudendo gli occhi.
- Se vuoi volare, Squall… basta che tu apra le ali!
Chissà perché, ma le sue parole adesso lo rendevano triste.
Aprire le ali? E… se lui non ne fosse stato capace?

Non si sentiva in grado… di camminare da solo. Nonostante lo volesse così tanto… lo voleva davvero? Voleva davvero stare… solo? Senza nessuno? O voleva semplicemente una valvola di sfogo.

Selphie gli mise una mano sulla spalla.
- In caso tu non riuscissi a volare da solo… non ne sono sicura, ma credo di stare imparando. Quando saprò come si fa… potremmo provarci insieme, non credi?

Non era mai stato impulsivo. Ma sentì il bisogno immediato di abbracciarla.

Voglio che tu mi stia vicina. Non lasciarmi, Selphie.

La strinse dolcemente a sé, cingendole la vita con un braccio, mentre con l’altro le reggeva la testa, avvicinandola il più possibile al suo collo.

Voglio stare vicino a te. Voglio volare con te. Un giorno, voleremo insieme.

Lei si separò da lui, piano, sempre sorridendo.
- E’ stato un bell’abbraccio. Ho provato una sensazione stupenda… forse adesso riuscirò a dormire.
Si avviò verso l’entrata della casa.
- Ah, Squall… la notte è bella… ma è bello anche sentire la luce del sole che splende di giorno.

Scomparve attraverso la porta a vetri del balcone, lasciando lui con gli occhi spalancati a fissare il vuoto.
Si prese la testa fra le mani, e tornò ad appoggiarsi alla ringhiera.
Non sapeva ancora se l’amava, ma sapeva che non avrebbe più potuto fare a meno di lei.

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