Genere: Romantico/Triste
Pairing: SakuraXLi, TomoyoXLi
Rating: NC-17
AVVISI: Angst.
- Ma Sakura è davvero così innamorata di Yukito? Per scoprirlo Tomoyo finge di interessarsi a Li... e da qui prendono il via una serie di eventi, che porteranno una situazione partita ingenuamente a degenerare…
Commento dell'autrice: Questa fanfiction prende vita nella mia mente come un'assoluta celebrazione dell'amore fra Sakura e Li. Davvero, inizialmente volevo solo che Tomoyo si mettesse in mezzo per far capire a Sakura i suoi veri sentimenti e poi farla mettere con Li. Questa idea l'avevo pensata così più o meno ai tempi di "My love for you", si capisce. Però, cominciando a scriverla adesso... è stata una lotta serrata ed interiore. Perché arrivata al discorso di rottura fra le due ragazze pensavo "Ok, ora se faccio rispondere Sakura così scoppia il finimondo... sono ancora in tempo, però, per farla rispondere in quest'altra maniera e farlo diventare una commedia romantica...". Alla fine ho optato per il finimondo, e quella che doveva essere un'innocua commedia romantica ad ambientazione scolastica si è trasformata in un dramma sulla fragilità dell'amicizia fra adolescenti O_O Tra l'altro, proprio mente io scrivevo dei litigi e delle seghe mentali dei miei tre protagonisti, ho vissuto una tormentata storia d'amicizia con i miei tre migliori amici, e stava letteralmente andando tutto a scarafascio... fortuna che poi si è risolto tutto, e tutti abbiamo sacrificato qualcosa. Certe volte è necessario, per aggiustare un legame. I protagonisti di Just an act... sono molto diversi da quelli del manga, ed ancora più diversi da quelli dell'anime, ma c'è un motivo profondo, ampiamente spiegato per tutti i dieci capitoli. Praticamente è la prima fic lunga ESCLUSIVAMENTE INTROSPETTIVA che scrivo. Mi è piaciuta, ma... è dura scrivere d'introspezione, perché devi calarti completamente nel personaggio, e questo ti porta dentro tutte le sue angosce e le sue paure... ma è stato bello scriverla. Sono soddisfatta. Ma quanto ho scritto??? O_o
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It’s Just An Act!
5° capitolo
Che c’è


Stava lentamente spiovendo.
Suo padre rientrò a casa in quel preciso istante.
- Sakura! Touya! Sono a casa!
Rispose svogliatamente al saluto, rimanendo raggomitolata nel divano di fronte alla televisione spenta. Fujitaka la raggiunse.
- Ciao…
La salutò dolcemente, baciandola su una guancia. Lei sorrise un po’.
- Non guardi la tv?
- Per ora non mi va…
- Mh. Ok. Vado a farmi una doccia calda, sto tremando…
- Sei stato molto sotto la pioggia, eh?
- Si… allora vado…
Si allontanò titubante. Sicuramente stava pensando esattamente quello che pensava lei stessa. Perché era palese. Sakura due anni prima si sarebbe alzata di scatto ed avrebbe mollato qualsiasi altra cosa stesse facendo, sarebbe corsa da suo padre, gli avrebbe tolto il cappotto e preparato il bagno sorridendo amabilmente.
Sakura, adesso, non aveva alzato nemmeno lo sguardo. Non aveva cambiato espressione né tono di voce. Insomma, si era mostrata interessata come se le stessero raccontando di una mostra di chiavi inglesi.

Ripensò alla sensazione che aveva provato quando suo padre l’aveva baciata piano.
Si era sentita leggermente più tranquilla. Comunque era una sensazione abbastanza bella, se la cosa l’aveva portata addirittura a sorridere.
Un bacio. Un semplice bacio.
No.
Assurda, la sensazione che aveva provato nel vederli baciarsi.
**

Rimase immobile davanti alla porta e pianse senza neanche pensarci. Le venne spontaneo, e non solo, VOLEVA piangere.
Ed in quel momento era completamente disinteressata agli urlettini delle sue compagne di classe che vedevano Tomoyo allontanarsi trionfante, Li immobile sotto la finestra e lei sulla soglia della classe e sciogliersi in lacrime. Non le importava. Nemmeno ci pensava.
Sentiva soltanto le lacrime scendere e malgrado tutto le sentì così confortanti e dolci da voler piangere per sempre. Un calore diverso, sulle guance. Come di una mano che ti accarezza dicendoti che ti capisce, e che hai tutte le ragioni per sentirti così… così…
Stupida. E superficiale.

E se le avessi detto no? E se le avessi detto di mettere giù da Shaoran qualsiasi mano stesse pensando di metterci su? Se avessi fatto una qualsiasi altra cosa per impedire tutto questo?

E impotente, di fronte a ciò che accade.

E adesso che faccio? Come inverto il meccanismo? Possibile non ci sia un pulsante si stop?

Stop. Fermatevi.

In quell’istante il tempo era congelato. Le mani di Tomoyo che ondeggiavano lungo i fianchi camminando, le mani di Li appoggiate al muro come se stesse per cadere, le sue stesse mani che mollemente puntellavano lo stipite della porta per cercare di darle l’idea di realtà che ancora non aveva ritrovato, tutto attorno a lei sembrava così finto da far pensare ad una candid camera.
Fu tentata, lo fu davvero, di voltare lo sguardo cercando la cinepresa alla quale sorridere imbarazzata e magari mandare qualche parolaccia di scherno per allentare la tensione.
Ma, lo sapeva per certo…
… le lacrime che sentiva sulle guance erano reali. E non ci sarebbe stata nessuna cinepresa da prendere a parolacce.
**

Le era piaciuto, quel bacio.
Davvero.

Ripensandoci adesso lo sapeva con certezza.
Però… però in quel momento non se n’era neanche resa conto, di quanto le piacessero le labbra di Li incollate alle sue.
Era per questo, che adesso soffriva in quel modo.

Si mise una mano fra i capelli e poi la lasciò andare con un tonfo secco sulla scrivania della sua stanza. Il rumore risuonò nell’aria talmente forte da farle paura.
Una persona accanto. Un corpo da stringere. Dei capelli da accarezzare. Labbra da baciare.
E più e più…

Era cominciata per gioco. E poi era degenerata, si. Era così, che era andata. Ne era sicura.

Ma… se davvero… se davvero fosse stato SOLO questo… cos’era stato, allora, che poi li aveva portati a fare quello che avevano fatto, lei e Li? Perché fra loro era inesorabilmente cambiato tutto… e quello, alla fine, non era stato *solo* un bacio…
**

Guardando Li riusciva a vedere qualcosa di strano, nel suo sguardo. Sembrava particolarmente accigliato.
- Tomoyo, tu vuoi stare con me, vero?
L’aveva chiamata per nome. Inusuale. Le piacque.
Sorrise dolcemente ed annuì con un cenno del capo.
- Anche… anche io…
Li sembrava titubante. Ma lei non se ne curò.
Non voleva farlo veramente, ma sorrise, si avvicinò, e lo baciò a fior di labbra. Lui ricambiò e poi entrambi si sorrisero. Un sorriso imbarazzato e davvero poco naturale.
Stava cominciando il rapporto più strano del mondo.
**

Ripensando ancora a quello che c’era fra lui e Tomoyo… o a quello che c’era stato, almeno… non riusciva a venirne a capo.
Perché cavolo, pur stando con lei era così sicuro di amare Sakura… ma pur amando Sakura era COSI’ SICURO di voler stare con Tomoyo ancora, ed ancora, ed ancora…

Probabilmente un buon grado di colpa in tutta quella situazione ce l’aveva avuta anche lui.
Lui che non era stato in grado di capire, di ascoltare davvero… lui che aveva preferito convincersi e tirare avanti con quella sola convinzione, piuttosto che stare anche un po’ a capire gli altri… le altre… piuttosto che aprire gli occhi e rendersi conto della situazione…

Gli venne da sorridere. Lui e Tomoyo avevano vissuto una di quelle relazioni che i ragazzini alle medie chiamano “da grandi”. In poche parole… gli venne da sorridere di nuovo… avevano un’intensa vita sessuale.
Dove per vita sessuale intendiamo tutta quella sfera di atteggiamenti ed attenzioni tra innamorati puramente fisica. Una sfera che comprende si il sesso… ma anche il bacio, le carezze tenere in posti solitamente coperti da altro…
E dire che non pensava neanche minimamente che si sarebbe lasciato andare a certe effusioni con Tomoyo. Era assurdo. Impensabile.
Ed un po’ c’entrava anche Sakura… si.
**

Le si avvicinò piano, quando fu certo di aver ripreso controllo di sé stesso.
- Kinomoto, stai bene?
Tutto d’un fiato. Perché ignorava quanto sarebbe stato capace di resistere davanti a lei in quelle condizioni, quindi meglio fare tutto in fretta.
- Kinomoto…?
Un’altra incitazione a parlare. Stavolta decisamente più insicura.
Lei sembrava non sentirlo. Sembrava proprio ignorarlo.
- Sakura!
Riprese coraggio.
Lei si voltò. Gli occhi lucidi e rossissimi, ma lacrime non ne uscivano più.
- Sei ancora qui?

Cosa voleva dire? Cosa???

- Io… mi ha preso di sorpresa, sia fuori che adesso! Non ci ho potuto fare…
- Ma hai ricambiato il bacio, no?



Non poteva negarlo in alcun modo.
Si, aveva ricambiato. E gli era piaciuto, anche.
Abbassò lo sguardo. Lei continuò a guardarlo freddamente.
- Allora?
Anche lui la guardò.
- Cosa?
- Cosa hai intenzione di fare? Ti metti con lei?
- Io… io…
- Smettila di essere così incerto. L’hai baciata, vuol dire che ti piace. Siate felici.
Si voltò verso la porta, ma senza attraversarla.
- Kinomoto… Sakura…
- Non chiamarmi per nome.
La guardò stupito. Poi continuò a parlare.
- … io volevo solo dirti che…
- Non mi importa. Vai da lei.

E sentì la rabbia crescergli dentro, scosso come da un terremoto.

Ah si? Non te ne importa niente?

Se ne andò senza neanche salutare. Dritto per la sua strada. Da Tomoyo, che era in classe.
- Tomoyo, tu vuoi stare con me, vero?

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