rp: paul mcguinness

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Commedia.
Pairing: Mah... ci sono delle lievissime hint di BonoxLarry, ma è solo lol :O Voglio dire, non è una fic boy's love at all XD
Rating: PG
AVVISI: RPF (e mi rifiuto di mettere il boy's love XD).
- Tutto cominciò una mattina come le altre, quando Brian Eno portò in sala di registrazione un affarino sconosciuto, che chiamo "click"...
Note: Ma ciao X3 Ok, prima di tutto, devo scusarmi per tre cose XD
Con Bono, per averlo reso una scimmia X’D Ma dovevo fare in modo che risultasse simpatico alla Nai, e spero di esserci riuscita XD
Con Larry, per averlo reso una bimbetta XD Oggi a guardare quest’uomo muscoloso, dai lineamenti duri e i capelli biondissimi tagliati alla nazista uno non lo direbbe mai, ma Larry a diciott’anni era una ragazzina a-do-ra-bi-le <3 Guardare per credere.
Con tutti voi, per l’accenno di boy's love lol XD Non l’ho messo fra gli avvertimenti perché in fondo è davvero una cazzata e non è “reale” (nel senso che già non lo è nella verità, ma non lo è neanche nell’ambito della storia, sono solo Edge, Adam e Bono che giocano a sfottere il povero Larry XD).
A parte questo, scrivere questa storia è stato molto divertente ^.^ Molto più di quanto non venga fuori nel risultato finale XD E’ stato adorabile ricalcare il rapporto fra i ragazzi e Brian (che è un puccio <3), giocare con un povero Paul succube e riprendere quegli accenni adorabili che ci sono in “U2 by U2” riguardo alle paturnie di Larry e alla fissazione per il furgone XD
A questo proposito (e per vostra conoscenza personale XD) riporto i passi del librone che più mi hanno ispirata <3

Larry chiede a Bono rassicurazioni sull’essere o meno parte di una punk-band XD
“- Senti, non siamo un gruppo punk, vero?
- No, no, Larry, no.
- Questi che stiamo ascoltando sono gli Stranglers, no? Sono punk, no?
- Sì.
- Suoniamo una loro canzone.
- Già.
- Ma non siamo un gruppo punk.
- No.
- Perché non voglio stare in un gruppo punk.
- Ok, allora. Non stiamo in un gruppo punk. Questo non è un gruppo punk.”
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La band chiede a Paul quando potrà avere un furgone XD
“- Funziona così: voi lavorate ad alcune canzoni, le provate dal vivo, e poi le registrate.
- Poi possiamo comprare un furgone?
- No, no, poi dovete andare da una casa discografica. Poi fate il primo album e poi iniziate il tour.
- E poi possiamo comprare un furgone?”
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Grazie per l’ascolto e per la lettura X3 Bacibaci :*
PS: COSA DIAMINE E’ IL CLICK?!?!?!?! XDDDDDDDDDD
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Before you begin… Bono Vox, Larry Mullen Jr, Adam Clayton e The Edge non mi appartengono °_° e non ho nulla a che fare con gli U2. Stessa cosa dicasi per quel povero tato di Paul McGuinness, il loro manager, che ancora sta loro dietro da qualcosa come trent’anni XD nonostante tutte le magagne e le follie e le cosacce che gli hanno fatto passare. E non è mio neanche Brian Eno <3 vittima anche lui delle assurde follie della band più disorganizzata e campata in aria dell’ultimo secolo e produttore di alcuni fra i loro migliori album (oltre che di un sacco di altra musica puccerrima X3).
Nulla di quanto raccontato in questa fic è avvenuto veramente, né ho la pretesa di spacciare la mia interpretazione dei caratteri dei ragazzi come assoluta verità. Questi non sono Bono e compagnia XD questa è la mia idea di Bono e compagnia ^_^
Tutto quello che so sugli U2, lo so perché le loro vive voci (?) l’hanno detto a me e ad altre migliaia (milioni?) di persone tramite lo splendido libro “U2 by U2”, che mi è stato regalato da una personcina adorabile e alla quale nonostante tutto voglio molto bene >*<
Dettagli quali il fatto che Larry non fosse in grado di suonare decentemente la batteria (così come Bono di cantare e Adam di suonare il basso XD Povero Edge, doveva tenere tutto in piedi da solo ç_ç) erano assolutamente veri negli anni ottanta, ma non perché l’abbia deciso io XD Sono gli U2 ad ammetterlo XD Ora la cosa è parzialmente rientrata, ma gli U2 restano un gruppo che non si capisce come sia durato tanto, visto che sono attaccati con lo sputo, loro, i loro strumenti e le loro capacità XD
Ma li amiamo anche per questo <3
(Ah, a proposito XD Se in questa fic vi sembrano tutti una manica di mocciosi improponibili… è perché lo sono XD L’azione si svolge fra l’80 e l’81, la band era ancora agli inizi e loro avevano qualcosa come diciott’anni XD Sinceramente in questo momento non ricordo se Brian collaborasse già con loro :O Mi pare di sì ma non ci metterei la mano sul fuoco. Facciamo finta sia così o mi sballa la trama XD)
(Scusate lo sproloquio ._.”””)
 
Baby-sitting

 
Tutto cominciò nel momento in cui Brian portò in sala di registrazione un affarino che chiamò click.
- Click? Come quando pigio un pulsante e fa click? – chiese Bono, osservando l’oggetto da vicino con sguardo dubbioso.
- Non esattamente. – sbuffò Brian, passandosi esasperato una mano sugli occhi, - Ma grazie a Dio non è per te, quindi non farò la fatica di cercare di spiegarti che cos’è, dato che comunque non lo capiresti.
- Che?! Non sono mica un idiota!
Le sue proteste caddero nel vuoto, mentre Brian salutava Paul e il tecnico del suono dall’altro lato del vetro della sala di registrazione.
Visto che tutte le sue urla non servivano a niente, Bono si aggrappò alle spalle di Edge, che stava cercando di riaccordare la sua chitarra dopo una sessione di improvvisazione solista, e cominciò a chiedergli con tono lamentoso cosa fosse “il coso” e perché zio Brian fosse così cattivo con lui, guadagnandosi in cambio dal suddetto zio un sonoro scapaccione – che venne però attutito dall’incredibile e lanuginosa massa di capelli che portava adagiati sulla testa come un cappellino alla David Copperfield.
Per tutta risposta, Edge scosse le spalle, facendolo dondolare in modo che lo divertì parecchio, e si limitò a rispondere che non aveva mai visto una cosa simile, senza staccare per un attimo gli occhi dalle chiavi della chitarra.
Strano. Generalmente quando Brian portava in studio un aggeggio insolito si trattava di qualche nuovo effetto per lui.
- Non è un effetto per la chitarra. – anticipò Brian, prendendo in mano il click e scrutandolo da vicino per verificare che fosse tutto a posto, - E dove diavolo è Larry?
Adam si voltò, ricordando perfettamente Larry seduto alla batteria dietro di lui, ma alle sue spalle dominava la scena una batteria desolatamente vuota, e Larry…
…Larry stava accucciato dietro di lui come un cucciolo dietro la mamma, stringendosi nelle spalle con fare timoroso.
- Larry, che diavolo stai facendo? – chiese il bassista, calandosi gli occhiali sul naso e guardandolo come fosse pazzo.
- Sssh! – lo implorò il giovane batterista, premendosi l’indice sulle labbra.
Ma la sua preghiera fu vana.
- Larry Mullen Junior! – tuonò Brian, sbattendo vigorosamente una mano sugli enormi amplificatori alla sua sinistra, - Piantala di fare il ragazzino e vieni subito qui!
Larry tremò dalla punta dei capelli alla punta delle dita, e, terrorizzato, si spostò a sinistra, uscendo dal sicuro nascondiglio formato dalle possenti spalle di Adam e sottoponendosi al furore del suo produttore.
- Tu sai cos’è questo, giusto? – gli disse Brian, gelido, agitando il click davanti al suo viso.
Lui annuì, facendosi minuscolo e fissando per terra, l’espressione contratta di puro terrore a stravolgere i lineamenti solitamente dolci ed eleganti.
- Oooh, quindi è un regalo per Larry! – esordì Bono, volando dalle spalle di Edge a quelle del ragazzo con impeto tale che finirono entrambi per terra, - Perché a me non porti mai niente, zio Brian? – piagnucolò, totalmente insensibile a qualsivoglia effetto della caduta.
- Smettila di chiamarmi zio! – strillò Brian cercando di strappargli i capelli, - E non ti porto niente perché sei talmente irrecuperabile che nessuno strumento riuscirebbe a salvarti! Solo un’operazione alle corde vocali!
- Vuoi dire che non so cantare? – chiese Bono, agitandosi come una gelatina e fingendo di piangere.
- Voglio dire che se anche sapessi cantare la tua voce rimarrebbe pessima!
- Nooo, Larry, zio Brian mi tratta male! Difendimi!
Il ragazzo prese molto sul serio quanto detto dal suo cantante.
E in effetti Larry, con tutta la sua infantile impetuosità, prendeva sempre molto sul serio ogni singola parola di Bono.
Come quando suonavano le canzoni degli Stranglers per i club di tutta Dublino, ma a lui era bastato che Bono dicesse “Non preoccuparti, non siamo un gruppo punk” per tranquillizzarsi.
E quindi, anche in quella occasione, si limitò a scrollarsi dalle spalle il suo frontman per cercare di alzarsi in piedi – cosa che peraltro non gli riuscì, perché Bono gli si attaccò al collo da scimmia qual era – e si strinse nelle spalle.
- Signor Eno, Bono è un gran cantante. È solo che deve ancora trovare la sua voce.
Ci fu un attimo di silenzio, in seguito al quale Brian si lasciò andare ad un sorriso rassegnato e Bono, con un gridolino eccitato e adorante, si gettò nuovamente addosso al ragazzo, sommergendolo sotto strati e strati di orribili giubbotti di pelle e magliette sdrucite – oltre che a due chili di ispidi capelli.
 - Il tuo problema, Larry, - spiegò Brian, con tono paziente, da padre, allungandogli una mano per aiutarlo a liberarsi di Bono e, finalmente, alzarsi in piedi, - è che sei tanto carino, ma sei un ingenuo.
- Sarà il tempo a darmi ragione. – rispose lui, educato ma fermo, rimettendosi in sesto e sorridendo pudico.
Bono tornò ad appenderglisi al collo immediatamente.
- Laaarry… tu sei l’unico che mi capisce…
- Non vale. – s’intromise Edge, sempre senza staccare gli occhi dalla chitarra, - Larry è sempre stato innamorato di te.
- Co-Cosa?! – scattò il biondino, stringendo i pugni, - I-Io non sono innamorato di lui!!!
- Oh, avanti… - continuò Edge, scrollando le spalle, - Non abbiamo niente contro l’omosessualità. Puoi anche dichiararti.
- Che poi… - precisò Adam, avvicinandosi a Larry per guardarlo più da vicino – cosa che lo fece indietreggiare di qualche centimetro, spaventato com’era dall’assurda altezza del bassista, - tu sei proprio sicuro di essere un ragazzo? Guarda qui, questa boccuccia, queste guanciotte, questi occhioni… secondo me non sei una pupetta, e anche tanto carina!
- Oh, per favore! – sbuffò Larry, mentre Brian si accomodava su uno degli amplificatori più bassi incrociando le braccia sul petto, infastidito ma allo stesso tempo incuriosito da quella stupida scenetta, - Bono, vorresti cortesemente farli stare zitti?!
Ma Bono aveva giunto le mani sotto al mento e lo guardava con un paio d’occhi talmente enormi e lucenti da sembrare finti.
- Oh, Larry! – disse, saltandogli nuovamente addosso e gettandolo un’altra volta per terra, - Avresti dovuto confessarlo prima! Anche io ti amo tanto!!!
Dalla stanzetta accanto, Paul batté un paio di volte il pugno contro la parete in plexiglass, richiamando gli scalmanati all’ordine e picchiettando con l’indice sul quadrante dell’orologio che portava al polso.
- Paul ha ragione, ragazzi, è già tardi. Diamoci una mossa. – disse Brian, tornando in piedi e afferrando Bono per la collottola, per poi lanciarlo lontano, dove non avrebbe potuto continuare a nuocere, - Allora, Larry, fa’ il bravo e aiutati con questo, mentre suoni.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e scosse vigorosamente il capo.
- Non sono capace! – esplose, chiudendo gli occhi per la vergogna.
Brian spalancò gli occhi.
- Ma come…? - azzardò, incerto, - Mi era sembrato di capire che sapessi cosa fosse…
Larry annuì.
- Lo… lo so, che cos’è. Ma non lo so usare!
L’altro sbuffò, incrociando le braccia.
- E’ un problema. Tu hai un gran potenziale, ma… come dire, il tuo talento non si riflette nel modo in cui suoni.
- …
- Renditi conto, non posso continuare a vederti giocare con quella batteria come se non ti importasse di dare il meglio. Ti ho visto fare cose sensazionali col solo aiuto dell’istinto e del talento, ma queste cose non bastano più. Adesso devi imparare e suonare come si deve.
- Larry è un gran batterista! – sbuffò Bono, tornando ad aggrapparsi a lui come una patella, con l’intento di difenderlo da tutti i mali del mondo, - Deve solo fare un po’ di pratica.
- Appunto. – rimbeccò Brian, cercando di staccarlo dal ragazzo, senza riuscirci, - Il click lo aiuterà proprio con questo.
- Me se dice che non sa usarlo!
- E cosa gli vieta di impararlo?!
- Vi… vi prego… - s’intromise timidamente il batterista, sollevando una mano e frapponendola fra i due infuriati contendenti, - Non litigate…
- Mi chiedi di non litigare?! – gracchiò Bono, dandogli un colpetto sulla fronte, - Brian ti sta offendendo!
- Non lo sto offendendo. – si difese il produttore, tirando un orecchio al cantante, - Gli sto solo spiegando come fare per migliorarsi. Ma evidentemente la tua compagnia dev’essergli nociva, perché si sta comportando esattamentecome te!
- Ah, sì? – lo sfidò Bono, fissandolo negli occhi con chiare intenzioni omicide, - E com’è che mi comporterei, io?
- Tu? – disse Brian, con una risata colma di disprezzo, - Tu opponi un continuo e ostinato rifiuto verso tutto ciò che è bello, aggrappandoti con forza inaudita alle sconcezze. Senza offesa, ragazzi. – precisò, rivolgendosi agli altri membri della band, ai quali Bono si aggrappava di continuo, i quali si limitarono ad annuire comprensivi.
- Ragazzi! – protestò Bono, sentendosi sotto accusa, - Voi dovreste prendere le mie difese!
- Ma è vero, Bono… - spiegò Edge, finalmente posando in un angolo la chitarra e guardando negli occhi il cantante, - Sei l’unico che non ha fatto alcun progresso da quando abbiamo cominciato a suonare…
- Ma-ma…
- Infatti la tua voce gracchia ancora un po’…
- Larry! Anche tu!
- E poi, - concluse Adam, - se non diventi un cantante decente, mi spieghi in che modo riusciremo a guadagnare abbastanza da comprarci un furgone?
Al suono della parola “furgone”, qualcosa si accese negli occhi di tutti i ragazzi. Dall’altro lato del vetro, si sentirono parecchi rumori di tumulto: Paul stava cercando di fuggire.
Tutti gli U2, in formazione di battaglia, uniti, allineati e coperti, circondarono il loro manager, fissandolo con occhi iniettati di sangue.
- A proposito di furgoni… - cominciò Bono, facendo scricchiolare le ossa delle dita.
- …Paul, non avevi detto che entro la fine del mese saresti riuscito a procurarcene uno?! – sbraitò Edge, agitando minaccioso una bacchetta rubata a Larry.
- Ehm… ragazzi… vi ho già detto che… dobbiamo prima fare almeno un tour…
- Ne abbiamo fatto uno l’anno scorso in Inghilterra!
- Ma no, quello è stato appena un giro per i club…  non potete considerarlo un vero tour…
- A me non frega un accidenti di cosa è un vero tour e cosa non lo è! – strillò Adam, - Avevi promesso che avremmo avuto un furgone per la fine del mese, e io non vedo nessun furgone! Tu vedi qualche furgone, Bono?
- Decisamente no.
- E tu, Edge?
- Mi pare ovvio che non ne vedo.
- Larry?
- Ehm… è vero che non ne abbiamo ancora uno… ma forse-
- Ok, Larry. Tu, Brian?
- Non tiratemi dentro questa follia! Io volevo solo che Larry provasse questo dannato click. Non è colpa mia se la situazione è degenerata!
- Insomma, in definitiva, - concluse Adam, mettendo le mani sui fianchi, - Non abbiamo nessun furgone. Cosa puoi dire a tua discolpa?
Seguirono attimi di teso, denso e spaventoso silenzio.
In seguito ai quali Paul sospirò. Chinò il capo. Rilassò le spalle. E infine parlò.
- E va bene. – concesse, passandosi una mano sugli occhi, - Avete il pomeriggio libero.
I ragazzi esplosero in un soddisfatto “yay!”, e mentre Paul scuoteva la testa, esasperato e sconfitto, Brian capì di essere stato ignominiosamente usato. Quei mocciosi avevano progettato tutto fin dall’inizio, perché andasse esattamente così.
Si avvicinò titubante allo sconsolato manager, mettendogli una mano sulla spalla.
- Ogni quanto riesce questo trucco? – chiese, cercando di mostrarsi sensibile.
- Praticamente sempre. – confessò Paul, nascondendo il volto fra le mani.
Brian provò a consolarlo con qualche pacca amichevole.
Povero Paul.
- Be’… allora, se per oggi non combineremo niente… io vado…
Paul annuì lievemente, salutandolo con un distratto cenno del capo.
Uscendo dall’edificio e raggiungendo la macchina parcheggiata poco distante, si ripeté “Povero Paul”.
Poi inorridì.
Osservò quel dannato gruppo di monelli in attesa dell’autobus all’angolo della strada.
Osservò Bono saltellare da una spalla all’altra come fosse normale arrampicarsi sulle persone come fossero alberi.
Osservò Larry stringersi nelle spalle e nel cappottino di lana, guardandosi intorno come si fosse smarrito mentre in realtà abitava in quella città da sempre.
Osservò Adam seguire con lo sguardo le curve di ogni singola ragazza gli passasse di fronte.
Osservò Edge guardare l’orologio e poi la strada, in attesa dell’autobus come se dal suo arrivo dipendesse la sua stessa vita, mentre in realtà probabilmente da quell’arrivo dipendeva soltanto il ritardo di uno o due minuti alla sala giochi più vicina.
E…
Povero Paul?
Povero me!