animanga: mei ikaruga

Le nuove storie sono in alto.

Genere: Romantico/Triste
Pairing: Mei/Akira
Rating: R
AVVISI: Incest.
- Una rivisitazione in chiave più introspettiva e riflessiva della scena in cui Akira e Mei diventano una cosa sola, nel corpo e nell’anima…
Commento dell'autrice: DOVEVO scrivere una fanfic come questa *.* Sinceramente, da Maze non mi aspettavo *cose così*. E' stata una piacevole sorpresa ^_^. Ovviamente, siccome conoscete me e tutte le mie fissazioni, mi sono assolutamente innamorata dei sentimenti di amore profondo e doloroso di questi fratellini splendidi ^_^ Volevo scrivere qualcosa che parlasse della fatidica scena di sesso e che la motivasse, la approfondisse, la prendesse in un modo più... spirituale, se così si può dire. Ho provato ad utilizzare uno stile nuovo, molto... "leggero", se mi spiego... di quelle cose che, partendo da un particolare, ti portano a fare un sacco di viaggi mentali tra paradisi, inferno e realtà. Un po' mi sono fatta influenzare da Jack Kerouac, lo ammetto ^_^.
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Dal profondo del cuore


Non posso sopportarlo…
… mi sento soffocare…
… che senso ha una nuova giornata… la mia intera vita… se non posso stare assieme a Mei?
**

Guardò il sole del mattino senza provare alcuna emozione. Completamente indifferente al mondo che aveva intorno, si sentiva freddo e vuoto come non mai se lei non era accanto a lui. L’unica… l’unica… l’unica? Tante donne attorno alle quali girava continuamente, senza ritegno, senza distinzione… eppure stare con Mei rendeva tutto diverso. Il solo sfiorare Mei, accarezzarle i capelli, godere di un sorriso donato ed immediatamente ricambiato, gli regalava sensazioni che nessun’altra donna gli offriva. Ecco perché, in fondo, era l’unica.

Mei, amore mio…

E nel dirlo il suo cuore spiegava ali tinte di bianco candido, ed i suoi occhi si aprivano su paradisi gioiosi ed incontaminati.

Ti amo, Mei…

E nel pensarlo la sua anima fluttuava… un sogno… un sogno… una pietra preziosa da custodire, un dolce tesoro da cullare…
E non era mai tenero con nessuno, nemmeno con le altre donne, ma con lei ne sentiva addirittura il bisogno… e per la prima volta l’immenso desiderio e l’ardente passione erano solo una normale conseguenza del puro amore per lei, per lei…
Amore proibito e sporco per tutti, perché ai suoi occhi era solo una fonte di luce? Perché non poteva fare a meno di sentirsi in estasi?
Immerso nella luce, avrebbe solo voluto il seno di Mei per nascondervi il viso, o un po’ d’oblio per sprofondare in eterno…
**

Neanche oggi è venuto a scuola…

Camminava per la strada sentendo chiaramente il vuoto accanto a sé. Strinse il braccio col quale soleva cingere Akira, e lo sentì dolente, non per la sua stessa stretta, ma per un laccio al cuore che diffondeva il dolore in ogni parte del suo corpo.
Una lacrima. Due lacrime. Tre lacrime. Un fiume di lacrime.
Camminava per la strada col nulla accanto e nel cuore, perché nessuno si accorgeva che aveva paura di esserne ingoiata? Perché quelle lacrime così salate e pungenti passavano inosservate? Perché diavolo nessuno capiva?
E le arrivò chiara in mente la figura di suo padre, e per un attimo albergò nel suo cuore il rassicurante pensiero che fosse lui l’unico con cui prendersela, l’unico a non capire, l’unico ad avere colpe. Ma già l’attimo successivo ecco bussare la consapevolezza che anche in assenza di suo padre lei ed Akira non sarebbero mai stati capiti né accettati. E tutto si faceva più difficile.
Quando arrivò a casa, filò direttamente nella sua stanza, chiudendocisi dentro.
- C’è qualcosa che non va, Mei?
- No, ho solo molti compiti da fare, comincio subito.
Invece, ecco che, con un gesto quasi meccanico, neanche ci fosse ormai abituata – e la cosa le fece un po’ paura – aprì il cassetto e tirò fuori la scatola delle foto. Una vecchia scatola grigia che racchiudeva tutti i ricordi più belli, sfumature di colori dal celeste al rosa, passando per blu e rosso. Ovunque il suo viso, la sua presenza, il suo ricordo…

Akira, dove sei? Sto… morendo… senza di te…

Poi uno sguardo strano, oltre il muro dei suoi pensieri e del suo cuore.

Io muoio… però…

- Oplà!
Si voltò di scatto. Sentì il cuore esplodere, nell’impeto di felicità che la scosse sin nel profondo quando lo vide saltare dentro la sua camera attraverso la finestra.
- Ma come hai fatto? Siamo al secondo piano!
- E che ci vuole?
Occhi diversi, i suoi… rilassati e dolci.
- Ne è passato di tempo, eh?
L’ultima volta che li aveva visti si era sentita stringere il cuore in una morsa d’acciaio, tristi e rassegnati sotto la pioggia battente invocata da due anime che si separano per forza.
- Tu piuttosto! Non sei neanche venuto a scuola!
- Bè…
Lui si sedette sul letto.
- … neanche tu sei venuta a trovarmi più a casa, no?
Si sentì in colpa davvero, risentendo quegli occhi su di sé. Sperò ardentemente di non essere lei, la provocatrice di quello sguardo sconsolato.
- E’ perché papà ha detto qualcos’altro, vero?
Strinse le mani all’altezza del cuore.
Discorsi su discorsi di parole vane che suo padre le faceva da tempo, sulla dignità di una ragazza pura, sull’oscenità di certe cose, sulla pericolosità delle stesse… lei ascoltava, chiudeva nel cuore e registrava nel cervello, quelle parole erano il suo però.

“Non si può fare, Mei…”

- Capisco…
Continuò lui.
- Ma non ti devi più preoccupare.
- Ma… come… io… non devo preoccuparmi…?
Alza lo sguardo, Akira, nuovamente triste ma con una luce in più nella profondità grigia di quello specchio opaco sull’anima.
- Nessuno capisce i nostri sentimenti, e per questo ho deciso di andarmene via dalla città. E… se fosse possibile… vorrei che tu venissi con me. In un posto dove nessuno ci conosce e possiamo essere solo noi due…
Ci provò, ma non ebbe neanche il tempo per rifletterci, perché subito si sentì circondata dalle braccia che riuscivano a farle mancare il respiro con un semplice tocco.
- Io ti amo, Mei. Ti amo tantissimo.
In quell’abbraccio, nei suoi occhi, nel suo primo tocco audace sul suo corpo, si sentì rinata.
Nuda sotto di lui. Nudo sopra di lei. Sembrava un sogno.

Hai uno sguardo così serio, Akira… così serio…

Un bacio, un altro bacio, la punta della sua lingua, un’espressione nuova mentre le sue mani esploravano e scoprivano luoghi che ai fratelli dovrebbero rimanere ignoti.

Baciami, ti prego, non ne posso più… abbracciami… ti amo… scusami se non sono venuta a trovarti, tu adesso pensa solo a baciarmi… ah… mi sento impazzire…

Il cuore le batteva forte, così forte… e lui, che continuava a toccarla dovunque… e poi la loro unione, la sua prima volta con l’unica persona che avesse mai amato, suo fratello…
Pensieri, domande, dubbi.

È strano amare il proprio fratello? È forse sbagliato amarsi tra fratelli?

In un bacio, in una carezza, in uno sguardo… in un sorriso… in meraviglie come queste riusciva a trovare la sua certezza, la certezza del suo amore, il suo motivo, il suo perché che si opponeva con forza al nero però di suo padre.
E desiderò davvero poter diventare un’unica cosa con lui… la stessa anima in due corpi diversi, due metà di un cuore che voleva tornare unico…
Nel momento di passione massima, avvinghiati stretti l’una all’altro, le labbra che si cercavano e si trovavano, un mondo finiva distrutto ed un altro si apriva davanti a quell’unico cuore sanato.