Genere: Commedia, Romantico, Introspettivo.
Pairing: Mario/Davide.
Rating: PG-13
AVVISI: Slash.
- Mario, Davide e la filosofia, durante la lunga, lunga notte prima degli esami di maturità.
Note: Omg, il Santonelli. *piange amore per sempre* Dunque, queste tre brevi ficlet sono state scritte per la splendida terza sfida del MDF. Il tema generale era la notte prima degli esami, ed all'interno la sfida era divisa in tre parti: per la prima, dovevo scrivere qualcosa con prompt "filosofia"; per la seconda, invece, all'interno della drabble andavano inserite le parole "maieutica" e "iperuranio" XD La terza drabble invece doveva essere ispirata al celebre mito della caverna. Personalmente, sono felice del risultato, perché questi due mi mancavano e perché le prime due drabble in particolare secondo me sono divertenti XD E spero che piacciano anche a voi *_*v
Pairing: Mario/Davide.
Rating: PG-13
AVVISI: Slash.
- Mario, Davide e la filosofia, durante la lunga, lunga notte prima degli esami di maturità.
Note: Omg, il Santonelli. *piange amore per sempre* Dunque, queste tre brevi ficlet sono state scritte per la splendida terza sfida del MDF. Il tema generale era la notte prima degli esami, ed all'interno la sfida era divisa in tre parti: per la prima, dovevo scrivere qualcosa con prompt "filosofia"; per la seconda, invece, all'interno della drabble andavano inserite le parole "maieutica" e "iperuranio" XD La terza drabble invece doveva essere ispirata al celebre mito della caverna. Personalmente, sono felice del risultato, perché questi due mi mancavano e perché le prime due drabble in particolare secondo me sono divertenti XD E spero che piacciano anche a voi *_*v
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NOW CLOSE YOUR EYES AND SAY GOODNIGHT
Sdraiato fra le lenzuola, Mario fissa la parete verso la quale è voltato, e trattiene il respiro. L’ombra di Davide, proiettata sull’intonaco bianco dalla lampada posata sul suo comodino, è enorme, gigantesca, quasi spaventosa. Sarebbe divertente, soprattutto considerato il fatto che Davide, di per sé, non è né enorme, né gigantesco, né spaventoso – a parte qualche raro caso tipo quel momento, venti minuti fa, in cui l’ha mandato a dormire prendendolo letteralmente a calci nel sedere per liberarsene, stabilendo che aveva bisogno di un paio d’ore per ripassare senza il suo fastidioso chiacchiericcio nelle orecchie – eppure la sua ombra riesce ad esserlo, e Mario non capisce bene perché. Forse perché un’ombra è qualcosa di allo stesso tempo indefinito e circostanziato, una cosa che sai perfettamente cos’è – perché ne vedi la sagoma – ma della quale non riesci a intravedere i dettagli – chissà qual è l’espressione disegnata sul volto di Davide adesso, per esempio – e che quindi ti confonde. Perché allo stesso tempo la conosci e non la conosci.
“Conosci te stesso”, ha detto Davide prima. Mario non vuole conoscere se stesso. Vorrebbe poter conoscere meglio Davide, perché allora forse l’idea del rapporto che hanno smetterebbe di fargli così dannatamente paura.
Riconosce le linee curve e morbide delle sue spalle, e lo immagina raggomitolato su se stesso, le gambe incrociate sul materasso e un paio di libri aperti sulle ginocchia, mentre confronta il testo con gli appunti che ha preso durante la lezione, cercando di capire se sia tutto giusto, se le informazioni coincidano, se per caso non manchi qualche passaggio fondamentale. Mario riesce a vederlo così chiaramente, nella propria testa – le sopracciglia aggrottate, gli occhi brillanti nonostante la stanchezza, le labbra piene arricciate in una smorfia concentrata – che dopo un po’ immaginarlo non basta più, e si ritrova costretto a voltarsi per guardarlo.
Davide non sta studiando, però. Davide sta fissando lui.
- Ehi. – biascica Mario, imbarazzato, - Credevo che—
- Credevo che dormissi. – lo interrompe Davide, distogliendo lo sguardo. È imbarazzato anche lui.
Mario si tira su, sedendosi sul materasso e dando le spalle alla parete. Non può vedere che la sua ombra è contenuta in quella di Davide così perfettamente da non riuscire quasi neanche a distinguersi.
- Cosa stavi facendo? – domanda ingenuamente. Davide inarca un sopracciglio e sospira.
- Ti guardavo. – risponde. Mario annuisce. La domanda giusta era un’altra.
- Perché? – domanda ancora, e Davide si concede un mezzo sorriso triste, ma non risponde.
- Andrai via davvero? – chiede invece, - Dopo gli esami, dico.
Mario sospira, scrollando le spalle.
- Forse. – risponde, - È importante?
Davide sospira, allungando lentamente le gambe e scendendo dal letto, avvicinandosi a lui.
Quando gli sfiora le labbra in un mezzo bacio agrodolce, Mario non può dire di sentirsene veramente sorpreso.
- Direi di sì. – risponde finalmente Davide, sedendosi sul materasso accanto a lui.
Mario lo guarda a lungo e poi scuote il capo, sporgendosi verso di lui e baciandolo ancora.
- No. – sussurra sulle sue labbra, - Io dico di no.