Genere: Comico, Erotico.
Pairing: Bill/Tom.
Rating: NC-17
AVVERTIMENTI: Incest, Language, Lemon, PWP.
- Tom adora passare del tempo da solo con suo fratello. Bill lo diverte, lo riempie di ricordi piacevoli e lo fa stare bene. Ma stare con Bill può essere anche molto pericoloso. Soprattutto quando sente degli strani suoni provenire da un punto imprecisato del mondo intorno a lui e, per verificarne la provenienza, decide di calarsi sul balcone di sotto, combinando un disastro.
Note: Prima di tutto: i gemelli Kaulitz SONO DAVVERO dei guardoni X’D Nel dvd Leb Die Sekunde (che io e la neechan abbiamo amabilmente guardato insieme dopo aver affrontato la TORTURA di passarcelo tramite cartelle condivise di MSN), Bill racconta di questo momento allucinante in cui lui e tutti gli altri ragazzi del gruppo hanno assistito praticamente alla stessa cosa cui assistono in questa modesta storiella XD Quindi sì, questa parte è veritiera. Tutto il resto è fangirling XD E porno, chiaramente. Perché il porno? Perché il fandom inglese LETTERALMENTE pullula di PWP smut su Bill e Tom. È semplicemente INDECENTE che in Italia non ce ne sia neanche una perché… perché un archivio ha vietato l’incest graficamente esplicito fra le proprie pagine! Chissene, dico io! Pubblicheremo altrove! Oh. *angst*
E poi, cosa può esserci di meglio per augurare i migliori venti anni possibili a una neechan stupenda come la mia, che non un’enorme dose di porno-lol fra i gemelli Kaulitz…? :D Tanti auguri Ana >*<
(Tra l’altro, PER CARITA’: Ask For Answers dei Placebo sta diventando tipo la canzone ufficiale dei gemelli Kaulitz?! È tipo la MILLESIMA volta che la uso per una fic su di loro! Qui, nel caso specifico, per il titolo: “these bonds are shackle free / wrapped in lust and lunacy” <3)
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YOUR PIDGEON AND THE DAMAGE DONE

Era un tranquillo e uggioso pomeriggio ottobrino. I Tokio Hotel, a bordo del fedele tour-bus, compagno di mille avventure più o meno piacevoli, stavano dirigendosi alla volta di Toulon, dove avrebbero dovuto esibirsi per il pubblico francese per l’ultima volta prima di trasferirsi a Milano per l’unica data italiana dell’European Tour.
Dal momento che era un pomeriggio uggioso, e dal momento che Bill era metereopatico, il povero frontman non faceva che sbuffare, malamente abbandonato contro il tavolino nel mezzo della vettura, facendo sciocchi disegnini con le dita sul piano lucido in finto legno e mugolando come fosse sul punto di morire.
Dal momento che Bill era triste, e dal momento che il resto della band, più che essere metereopatica, era Billpatica, anche gli altri ragazzi non si trovavano in perfetta condizione. Tom vagolava infelice da un finestrino all’altro, fissando preoccupato il cielo e pregando perché non si mettesse a piovere, Georg guardava il vuoto abbandonato nella propria cuccetta e Gustav si rigirava le bacchette fra le dita, ascoltando musica in cuffia.
Nonostante il pesante alone di depressione che gravava sull’ambiente, erano tutto sommato ore tranquille, e perciò nessuno si lamentava più di tanto.
I quattro giovani tedeschi si stavano già rassegnando a passare in quel modo l’intero pomeriggio, quando successe qualcosa che cambiò irrimediabilmente non solo i loro programmi immediati, ma anche tutto il resto della loro vita: un enorme piccione grasso, grigio e palesemente folle fece irruzione attraverso un finestrino aperto e, sbattendo le ali come un ossesso, guardandosi intorno con occhi pallati iniettati di sangue, andò a schiantarsi contro il finestrino chiuso dall’altro lato del bus, proprio sopra la testa di Bill.
- Gluglu! – disse il piccione, spiccicandosi dal finestrino e lasciandosi ricadere morbidamente sulla testa di Bill, dopo aver riconosciuto i suoi capelli come un luogo sicuro.
- Cosa diamine…? – balbettò il ragazzo, che aveva seguito il movimento dell’animale solo distrattamente e, perciò, non era riuscito a riconoscerlo, - Che cavolo era?!
Gustav sollevò appena lo sguardo da terra, ma tornò subito a piantarlo sul pavimento quando capì cosa stava succedendo. Dal momento che Georg si trovava nella zona notte, e non poteva essere perciò molto d’aiuto, Bill si rivolse unicamente a Tom, cercando di attirare la sua attenzione con un calcio da sotto il tavolo.
- Tomi! – disse deciso, - Ho un cerchio alla testa.
- Mmh. – mugugnò il chitarrista, senza neanche guardarlo, continuando a scrutare il cielo.
- Tomi!!! – lo richiamò il cantante, sfilando una scarpa e tirandogliela addosso, - Non ignorarmi!
- No, no… - si arrese il biondo, sospirando pesantemente e voltandosi a guardare il fratello. – Dimmi, cosa- - ma si interruppe prima di poter concludere, rimanendo a fissare il proprio gemello come lo avesse visto per la prima volta.
- Tom…? – lo chiamò ancora lui, incerto sul da farsi.
- Sssh! – soffiò immediatamente il giovane, portando l’indice davanti alle labbra e avvicinandoglisi con fare circospetto.
Quando fu abbastanza vicino, Bill riuscì finalmente a capire che ciò che Tom stava guardando con tanto idiotissimo stupore non era lui, bensì qualcosa di non meglio definito sopra la sua testa.
- Ma si può capire-
- Ti ho detto di stare zitto! – insistette il ragazzo, spiaccicandogli poco delicatamente una mano sulla bocca, - Sto cercando di instaurare un dialogo!
- Mfhghrthddfghg?! – si agitò Bill, ma Tom non lo liberò dalla stretta e quindi nessuno poté comprendere il significato profondo delle sue obiezioni.
Frattanto, sopra la testa del moro, Tom e il piccione si scrutavano con reciproco interesse.
- Glu. – disse il piccione, agitando la testolina tonda avanti e indietro nell’usuale gesto dei volatili della sua razza.
- Ghhg?!?!?! – si agitò ulteriormente Bill, muovendo la testa allo stesso modo, nel tentativo di liberarsi, facendo in modo che il piccione dovesse sollevarsi sulle zampette artigliate e agitare le ali per non perdere l’equilibrio, in un tripudio di piume un tempo bianche ma ormai grigio sporco che turbinavano attorno a loro.
Tom deglutì, stringendo la presa della mano attorno alla mascella del gemello.
- Glu. – rispose seriamente, dopo un attimo d’esitazione.
A quel punto, Bill non riuscì più ad ignorare ciò che stava succedendo, e si staccò da lui con un gesto repentino e violento.
- Tom, dimmi immediatamente cosa diavolo ho sulla testa!!! – strillò, agitando le braccia sul capo e scuotendosi come un ramo nel vento.
Per tutta risposta, il gemello si sollevò di qualche centimetro, molleggiando sulle punte, protese le braccina verso di lui e afferrò l’inquilino misterioso, stringendolo poi fra le braccia, lasciando che si accovacciasse sul suo petto come una piccola, lurida gallina.
Bill lo fissò.
Tom scorse le avvisaglie di un tic nervoso all’occhio delinearsi sul suo volto e cercò di sorridere rassicurante, per evitare la catastrofe, ma servì a poco.
- CHE COSA DISGUSTOSA!!! – ululò infatti Bill, facendo un salto indietro, - Uno schifosissimo piccione! Sulla mia testa!!! – lo guardò meglio, - FRA LE TUE BRACCIA!!!
- Oh, avanti, Bill! – si lamentò Tom, sollevando il piccione all’altezza del suo viso come fanno i fratellini crudeli con le sorelline spaventate quando trovano uno scarafaggio particolarmente enorme e disgustoso nel giardino di casa, - È carino, in fondo!
Bill si tirò indietro con una smorfia inorridita.
- È sporco! – osservò, agitando una mano davanti all’uccello, che seguì il movimento delle sue dita smaltate con enorme interesse, - Portalo via!
- Glu!!! – protestò il piccione, offeso.
- E fallo smettere di guardarmi!!! – aggiunse il frontman, offeso, - È estremamente maleducato!
- È un piccione… - cercò di difenderlo debolmente Tom.
Il piccione sembrò annuire.
- Ma che sta succedendo…? – mugugnò irritato Georg, spalancando la tenda della zona notte e sollevandosi dalla propria cuccetta, tornando alla vita comunitaria, - Bill s’è rotto un’unghia…?
- Georg! – strillò Bill sollevato, saltandogli praticamente in braccio, felice della possibilità di aver trovato un alleato al punto da ignorare l’offensiva presa in giro nascosta nel suo commento, - Tom è impazzito! Ha adottato un piccione!
- Ma è simpatico! – motivò il biondo, agitando il piccione davanti ai due come dovesse essere una prova della sua buona fede, - Ed è anche carino! Non capisco perché non ti piace! – si lamentò, rivolgendosi al fratello.
- Perché è una malattia ambulante! Che schifo, non vorrai mica che mi spunti qualche macchia sulla faccia?! Va bene se succede a te, perché tanto nessuno ti guarda, ma io ho una reputazione da difendere! E le mie fan-
- Le tue fan ti adorerebbero se ti vedessero andare in giro con un piccione appollaiato sulla testa!!! – commentò Tom con aria entusiasta, continuando ad agitare l’uccello su e giù, fra i suoi gluglu disperati.
Bill si arrampicò sulle spalle di Georg, tirando su le gambe perché non strisciassero a terra, ed emerse dalla massa di capelli del bassista solo per spalancare la bocca e strillare un verso disgustato random.
Fu allora che il piccione decise che non era più il caso di subire le angherie di quello zoofilo pazzo del chitarrista dei Tokio Hotel e, grazie anche alla notevole quantità di viscida sporcizia che gli ricopriva le ali, sgusciò fuori dalla sua stretta. La propulsione che si diede per la fuga, però, si rivelò talmente elevata che non solo l’uccello riuscì a liberarsi, ma anche a percorrere in poco meno di due centesimi di secondo lo spazio che lo separava dalla terrorizzata figura di Bill Kaulitz, che non ebbe neanche il tempo di richiudere le labbra, prima di ritrovarsi una coda terribilmente agitata a dimenarsi davanti agli occhi e mezzo piccione in bocca, che continuava a gorgogliare sulla sua lingua.
- GGGGGGGGGGGGGGGGGGH! – strillò disperato, scrollando Georg per le spalle con l’unico risultato di spostarlo di mezzo centimetro dal luogo in cui si trovava.
- Ossignore! – strillò spaventato Tom, - Piccione! Soffocherai! Tirati fuori di lì!
- GGGGGGGGGH!!! – ripeté isterico Bill, gli occhi a girandola, provando ancora a scuotere Georg per far sì che si accorgesse del suo enorme problema.
Georg sospirò svogliatamente e afferrò Bill da sotto le ascelle, aiutandolo a tornare coi piedi per terra.
- Povero tesoro… - commentò dispiaciuto, - Guardati qui, con un piccione in bocca… Gusti, che si fa? Lo si lascia lì? Almeno parleremmo un po’ di più durante le interviste…
- GGGGGGGGGGGGH!!! – si ostinò a motivare Bill, assolutamente sconvolto da quanto stava accadendo.
- Non potrei mai fare questo a Piccione! – s’infastidì Tom, raggiungendo il fratello e strappando l’uccello dalla sua bocca con un suono che ricordò vagamente quello delle bottiglie che vengono stappate, - Ormai siamo amici!
- Stronzo! – sputacchiò Bill, - Come osi anche solo pensare una cosa simile?! Tuo fratello gemello, sangue del tuo sangue!!!, è qui che soffre con uno stupido piccione in bocca, e l’unica cosa di cui tu ti preoccupi è questo dannato uccello!
- La cosa sta diventando ambigua. – commentò Georg, sollevando le sopracciglia, - Non so se voglio continuare ad assistere a tutto questo.
- Ragazzi, state facendo troppo casino. – borbottò irritato Dave, apparendo dalla porticina che divideva il vano del guidatore dal resto del tour-bus, - Dovreste stare più tranquilli, stasera avete un concerto e se Bill perde la voce è la fine.
- Oh, non è colpa mia, chiaro?! – sbottò Bill, incrociando le braccia sul petto, - Questo stupido piccione s’è innamorato di me e ha provato a baciarmi!
Il manager si guardò intorno con aria smarrita.
- Eh? – chiese, cercando uno sguardo intelligente all’interno della stanza e ritrovandolo in Georg.
- Pare che un piccione sia entrato nel tour-bus. – spiegò pacatamente il bassista, - Ed abbia fatto amicizia con Tom.
- Ah. – registrò l’uomo, scivolando con lo sguardo sulla figura di Tom e individuando il piccione ancora sconvolto e umido di saliva a languire fra le sue braccia.
- Solo che la cosa a Bill non piace. Anche perché il piccione gli si è infilato in bocca a tradimento.
- Ah-ha! – scosse il capo Dave, in disaccordo, - Bill, ne abbiamo già parlato: niente uccelli in bocca se non in circostanze del tutto particolari! – aggiunse con un risolino crudele.
- Possiamo evitare che questa storia diventi un concentrato di cattivo gusto?! – si lamentò il frontman, passandosi una mano fra i capelli, - E comunque il problema resta: quel dannato topo con le ali deve sparire.
- Mh. – rifletté Jost con aria seria, - In effetti i piccioni sono veramente portatori di malattie. Su, Tom, andiamo a-
- Mai!!! – gridò il biondo, balzando agilmente sul tavolo e stringendo al petto il piccione ancora troppo tramortito per protestare contro il suo tentativo di soffocamento mascherato da tentativo di salvargli la vita, - Piccione è mio amico!
- Coraggio Tom… - esalò David, già esasperato, - Nessuno conta sulle tue facoltà intellettuali, ma mi auguro tu possa quantomeno arrivare a capire che questo è il tour-bus dei Tokio Hotel, non dei Tokio Hotel con la loro uccelliera…
- Ma io non voglio altri uccelli! Voglio solo Piccione! – si ostinò il ragazzo, schiacciandosi contro il finestrino alle proprie spalle.
- Accidenti a te, idiota di un moccioso! – s’innervosì dunque Dave, cercando di scalare il tavolo per raggiungerlo, - Non voglio che Bill diventi isterico, e se per raggiungere il mio scopo dovrò sfrattare questo dannato piccione, be’, sfratterò questo dannato piccione!!!
- No, no e ancora no!!! – continuò Tom, scuotendo velocemente il capo e i rasta, fino a frustare David coi dread, impedendogli di completare la sua ascesa al tavolino.
Fu in quel momento che si sentì un enorme sospiro sollevarsi da qualche parte nella stanza, e tutti si voltarono a guardare Gustav. Il batterista si alzò in piedi, sfilò velocemente le cuffie dalle orecchie, impugnò saldamente le bacchette fra le dita e si diresse tranquillo verso il tavolo. Lì sollevò appena le braccia e, sotto lo sguardo attonito di Tom, tramortì definitivamente il povero piccione con un paio di colpi sulla testa e, aiutandosi con le bacchette per prenderlo come fosse un tocchetto di pollo alle mandorle, lo accompagnò con malagrazia fuori dal finestrino, osservandolo cadere tragicamente sull’asfalto dietro di loro.
Dopodiché, come niente fosse successo, tornò a sedersi al proprio posto, agitando il capo al ritmo di una qualche canzone degli AC/DC.
- Evviva! – strillò Bill quando si rese conto di quanto era accaduto, saltando in grembo al proprio batterista e strusciando una guancia contro la sua per esprimere la propria gratitudine, - Gusti, sei stato grande!
- Non è vero!!! – strillò Tom, cercando di riprendersi, - Il tuo comportamento con gli uccelli è ignobile!
- E ne vado fiero. – commentò svogliatamente il batterista, senza neanche degnarsi di guardarlo, - E per inciso, Bill, sei un “uccello” anche tu. – disse, cercando di scrollarselo di dosso, - Aria.
- Oh, be’. – scrollò le spalle Dave, - Una soluzione come un’altra. – commentò tranquillo, dirigendosi a passo spedito verso la propria cuccetta, velocemente imitato da Georg, che sbottò un qualcosa di molto simile a “ma che ci faccio io con questi cretini?”, prima di sparire in zona notte.
Tom rimase immobile, ancora in piedi sul tavolo, a fissare l’ambiente circostante come l’avessero lobotomizzato.
Almeno fino a quando non saltò giù sul pavimento e, sul piede di guerra, non strillò “Autista! Fermati immediatamente!”.
Non sapendo se stesse succedendo qualcosa di grave, l’autista pensò bene di ubbidire, accostando veloce sul lato della strada.
Tom divorò in quattro passi il corridoietto del tour-bus e si catapultò fuori, raggiungendo il piccione ancora privo di sensi sull’asfalto e riprendendolo fra le braccia, mentre quello pigolava una protesta gorgogliante che un buon ornitologo avrebbe sicuramente tradotto come “mi avete già fatto abbastanza, lasciatemi almeno morire in pace”.
- Non preoccuparti, Piccione! – disse il chitarrista accorato, - Vedrai che te la caverai!
Il piccione sbuffò un ultimo glu di protesta e poi si fece riportare all’interno del tour-bus.
- NON DI NUOVO!!! – strillò senza pietà Bill, quando vide che quel diavolo di suo fratello aveva riportato il Male a bordo, - Fallo sparire! – sentenziò, nascondendosi dietro le spalle di Gustav.
- Sei senza cuore! – si lamentò Tom, agitando il piccione davanti al viso del fratello, per farlo sentire in colpa, - Guarda in che condizioni è!
- Non me ne frega un accidenti di niente! Per quanto mi riguarda, potrebbe stare anche peggio!
- Sei un malvagio!
- E tu sei un idiota!
- Meglio idiota che bastardo!
- Scusami se dissento!
- GLU! – strillò il piccione, interrompendo il battibecco.
I due gemelli abbassarono lo sguardo sulla creaturina ansimante sul tavolo, e la osservarono attentamente. Il piccione si sollevò stancamente sulle zampette, poi spalancò le ali con un gesto lento e doloroso e spiccò pesantemente il volo.
Non dovette fare molta strada. Si lasciò infatti andare quasi come assopito sulla testa di Bill, accomodandosi nella morbida matassa di capelli; e mentre il moro strillava come un ossesso, scappando da un lato all’altro del tour-bus come avesse davvero potuto fuggire dall’ombra dell’uccello incombente sul suo capo, il piccione si lasciò andare ad un ennesimo glu sommesso, e Tom strillò “ASPETTA!”, e allora Bill si fermò, immobile, e aspettò.
Il rasta gli si avvicinò, scrutandolo con attenzione.
- Cosa?! – chiese il frontman, spaventato, - È già spuntata qualche macchia?! Oddio!
- No. – disse sbrigativamente il ragazzo, riprendendo il piccione fra le mani per poi abbandonarlo sul tavolo con un gesto sufficientemente distratto da far supporre che la sua fissazione per la bestiola si fosse estinta, - Ha deposto le uova.
E così dicendo allungò ancora una mano, recuperò due piccole uova bianche dal nido improvvisato sulla testa di Bill e le mostrò al gemello.
- Uova? – chiese quest’ultimo, stupito, fissando con attenzione le sfere, - Non sono come quelle della gallina…
- Be’, Piccione non è una gallina.
- Uhm…
- …
- …chissà se sono buone da mangiare. – si domandò Bill, accarezzandosi il mento.
- Già. – annuì partecipe Tom. – E se provassimo?
I due si sorrisero malevoli a vicenda, e dopo pochi secondi si avviarono impietosi verso il cucinino.
Quando David riemerse dalla propria cuccetta, grattandosi la testa con aria assonnata, chiese a Gustav dove fossero finiti i gemelli.
- Hanno trovato un altro passatempo. – rispose lui, soprappensiero.
Il manager si guardò intorno.
A tavola, Bill e Tom divoravano uova alla coque con due buffi bavaglini ricoperti di cani sorridenti annodati attorno al collo.
Il povero piccione pigolava disperato, ancora abbandonato su un angolo del tavolo.
- Che angoscia, Dave! – commentò Tom, addentando voracemente un pezzo di pane, - Fa’ sparire quest’uccello! È terribilmente antigienico!
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