Genere: Introspettivo.
Pairing: Nessuno.
Rating: PG-13.
AVVERTIMENTI: Gen, Angst.
- Be the girl.
Note: Ok, questo è un esperimento, anche, ma soprattutto è stato un po' il mio parco giochi personale dopo un periodo in cui ho studiato molto e quasi tutto quello che ho scritto l'ho scritto seguendo ritmi serratissimi per tutta una serie di scadenze XD Anche questa storia partecipa a una challenge (la prima settimana della nuova edizione del CoW-T @ maridichallenge, missione 2, prompt pioggia), ma l'ho presa in modo diverso dal solito, l'ho presa scialla, direi XD Dandomi dei tempi miei e soprattutto permettendomi di giocare un po' con la formattazione originale di Homestuck, che ho tentato di mantenere nei pesterlog e nell'uso dei comandi azione. E in nient'altro, sostanzialmente. *cough*
Poi niente, dunque, l'ambientazione non è spoiler perché è la doomed timeline in cui John è morto e Dave e Rose sono rimasti soli all'interno del gioco, mi pare che venga mostrata tipo nell'Act2 or something, ora non c'ho culo di controllare, ho passato il pomeriggio a cercare di capire che verso facessero le tartarughe sul pianeta di Rose per poi apprendere che non ne facevano alcuno, è stato stancante. *ride*
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WE’RE IN RUINS

TG: rose
TG: rose hai sentito quello che ho detto
TG: rose giuro che se non mi rispondi tiro giù un casino che neanche ti immagini
TG: rose cazzo

TT: Sono qui.
TG: bene
TG: cazzo
TG: ok ora non ti muovere
TG: ti raggiungo lì dove sei e poi ne parliamo

TT: Di cosa?
TG: che cazzo ne so rose
TG: di tutto
TG: tu aspettami lì e basta
TG: rose

TT: D’accordo. D’accordo, Dave. Ti aspetto qui.

> Be the girl.

Sei Rose Lalonde, e hai paura. Non ti è mai capitato in tutta la tua vita di essere così spaventata. Hai visto piovere meteoriti sulla tua casa, incendiare la foresta, radere al suolo la centrale nucleare, e non hai mai avuto paura. Ti sei avventurata fuori dalla pur illusoria capsula protettiva della tua cameretta ed hai attraversato la strada col cielo in fiamme, ti sei intrufolata in un mausoleo e ne hai seguito i sotterranei senza il minimo tremore. Anche se hai solo tredici anni. Anche se stavi rischiando la vita. Anche se il tuo futuro sembrava appeso a un filo. E non hai mai avuto paura.

Adesso ce l’hai. Adesso, persa in un mondo che è tuo ma al contempo non lo è, su un pianeta in cui la pioggia non smette mai di mitragliare la superficie di un oceano senza più pesci da nutrire, hai paura. E temi di non potercela fare.

John è morto. Avete perso i contatti con Jade. Questo, purtroppo, può significare una sola cosa. E cioè che non riuscirete mai a concludere il gioco.

Questo mondo non è stato creato perché una persona sola potesse vincere il premio che attende di essere scoperto dietro l’ultima porta. No, questo mondo è stato creato perché quel premio possa essere stretto fra le mani di una squadra.

Voi non avete più una squadra. Tu e Dave, da soli, non bastate. Non potete bastare.

E per questo, tu hai paura.

> Be the guy.

Il mondo di Rose fa schifo al cazzo, è la prima cosa che pensi mettendoci piede. Il tuo era molto più figo. Sì, certo, faceva un caldo infernale e c’era da stare attenti a non scivolare mai o a non mettere il piede su una trave spezzata o su un’impalcatura instabile, per paura di scivolare di sotto e fare una fine tanto brutta che adesso non vuoi nemmeno starci a pensare, ma quantomeno si stava all’asciutto, ed era tutto di un bel colore. Un bel rosso acceso. Ti piace il rosso, è un colore giusto per te.

Qui è tutto rosa e celeste e dorato e ridicolmente da ragazzina. E tu non sei una ragazzina. Sei Dave Strider, e non hai paura di niente, ma questo posto ti fa un po’ schifo, e anche gli animaletti che ci abitano, in realtà.

Quando la tartaruga rosa ti si avvicina, il tuo primo istinto è di fare un passo indietro. Quella roba potrà ben essere lenta, ma ha un becco. La lunga storia personale che da anni ti vede coinvolto in una relazione pericolosa coi corvi che abitano sul tetto di casa tua ti ha insegnato a diffidare di qualsiasi animale ne possegga uno.

Poi ricordi che non hai paura di niente, neanche di qualsiasi animale dotato di becco possa avvicinartisi su quest’isola multicolore, tantomeno di una tartaruga rosa che ti guarda con terrificati occhi verdi rotondi come biglie, e ti avvicini di nuovo.

La tartaruga allunga una zampa e stringe la tua maglietta fra quelle che pensi di poter considerare in qualche modo delle dita. Poi ti tira un po’, come volesse chiederti di seguirla.

> Follow the pink turtle.

La tartaruga ti porta da Rose. Non l’hai mai vista prima di questo momento, eppure sai che è lei, e non solo perché non potrebbe essere nessun altro. È seduta sulla riva, nella sabbia così bianca che se l’aria non fosse così umida e tiepida potresti scambiarla per neve. Ha le ginocchia strette al petto e fissa le nuvole sull’orizzonte sempre uguale. E i suoi occhi riflettono solo i colori della pioggia.

TG: rose
TT: Non sei stato molto veloce.
TG: sì mi sembra proprio il momento sai
TG: proprio il momento di farmi sentire in colpa per questo motivo
TG: ho fatto il prima possibile ok
TG: posso anche tornarmene su lohac se non ti sta bene

TT: Mi sta bene.
TG: cos’è quel sorriso
TT: Sono contenta di vedere almeno te.

Ti siedi accanto a lei sulla sabbia e guardi il mare, anche se dopo pochissimi istanti una di quelle noiose nuvole dorate si piazza proprio sopra le vostre teste e vi fa piovere in testa per mezz’ora.

Ti annoi dopo meno di due minuti, ma hai la sensazione che Rose abbia bisogno di ancora un po’ di tempo per riprendersi. Tu non sei così, a te non serve tempo per riprenderti. Le cose sono in un modo o sono in un altro, le persone sono vive o sono morte, il dolore o trovi cosa fartene e lo trasformi in qualcosa di utile o ti mangia vivo. Tu non puoi farti mangiare vivo dal dolore. Sei prigioniero in un gioco e il gioco non ti fa paura, devi sconfiggerlo, e puoi farlo, ma solo se resti lucido.

E solo con Rose al tuo fianco.

> Be the girl again.

Dave è molto paziente, con te. Per tutto il tempo in cui resti in silenzio, lui non ti disturba. Forse non sa cosa stai facendo, forse non si è reso conto che stai pensando. Lo vedi stare seduto lì al tuo fianco, imitare la tua posizione e fissare il mare, puoi vedere le sue sopracciglia aggrottate e il suo sguardo intenso nello sforzo di concentrarsi sulle onde colorate all’orizzonte, come stesse chiedendosi cosa ci troverai mai tu di così interessante nel mare, ma la verità è che tu non vedi il mare, tu vedi oltre. Non riesci neanche a capire cosa, o come, ma è così.

E dunque pensi. Pensi a cosa fare. E ci pensi per ore ed ore, tanto che se non è già notte, quando parli di nuovo, è solo perché su LOLAR il sole non tramonta mai.

TT: Io dico di continuare.
TG: cosa
TT: Il gioco. Io dico di continuare fino a quando riusciamo. Magari andando avanti scopriamo qualcosa che potrebbe darci una mano a tornare indietro.
TG: indietro
TG: che cazzo vuol dire indietro
TG: rose mi stai nascondendo qualcosa

TT: È una domanda?
TG: retorica
TG: mi pare evidente

TT: Allora non devo rispondere.
TG: rose
TG: rose mi vedi
TG: sono qui a un passo dall’andare fuori di testa
TG: in realtà da qui a pochi minuti potrei andare così fuori di testa che la mia testa potrebbe dovermi guardare mentre mi siedo a qualche metro da lei su questa bella spiaggia bianca e dovrebbe dirmi di tornare dentro
TG: quindi per favore

TT: ...
TG: non ridere
TT: Scusa. Sei buffo.
TG: vuoi litigare per forza
TT: Non ti sto nascondendo niente, Dave. Dico soltanto che non abbiamo molte alternative, a parte andare avanti.
TG: ma tu hai parlato di tornare indietro
TT: Non so perché l’ho detto. Una sensazione, un’intuizione, chiamala come credi. Temo di doverti chiedere di fidarti di me, Strider.
TG: non mi fido
TT: Io mi fido di te.
TG: questo è un ricatto morale
TG: sei furba, lalonde

TT: ...
TG: ti ho detto di non ridere

> Be the guy again.

Tu e Rose rimanete in silenzio ancora a lungo, stavolta perché quello che ha bisogno di pensare sei tu. Non capita spesso, sei pronto ad ammetterlo: non sei un dissennato, ma sei comunque un uomo d’azione. Anche se hai solo tredici anni. È per questo che non hai paura, è per questo che non puoi avere paura. Un uomo d’azione non può avere paura delle conseguenze. O non agirebbe mai.

Lo sforzo che ti chiede Rose adesso, però, è di quelli sui quali devi riflettere per forza. Qui si tratta di fare una cosa. Di farla a modo tuo, oppure di farla a modo suo.

In sostanza, chiedendoti di fidarsi di lei, Rose ti sta chiedendo di farla a modo suo.

Ti viene quasi da sorridere mentre, dietro gli occhiali da sole, chiudi gli occhi e ti alzi in piedi.

La risposta la sai già.

> Trust the girl.
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